Con il termine “otodinia” si identifica il dolore causato da patologie che colpiscono direttamente l’orecchio, generalmente nella sua porzione esterna o media, come nel caso di una otite esterna, o una otite media o una miringite. Il dolore può essere monolaterale, cioè irradiato ad un solo orecchio, o bilaterale, cioè irradiato ad entrambe le orecchie.
Otodinia e otalgia
Il termine “otodinia” si differenzia da “otalgia”: in quest’ultimo caso il dolore è determinato da patologie o condizioni che interessano l’orecchio in modo indiretto e viene irradiato alla zona auricolare. L’otalgia può essere ad esempio determinata da nevralgia del nervo trigemino o del nervo glossofaringeo, traumi o tumore cerebrali o da patologie dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare) come ad esempio la Sindrome temporo mandibolare. I due termini sono spesso usati come sinonimi. In alcuni casi al posto di “otodinia” si usa dire “otalgia riflessa” oppure “otalgia riferita”. Per approfondire, leggi anche: Differenza tra otite, otalgia ed otodinia
Cause e fattori di rischio
Come prima anticipato, l’otalgia è un dolore percepito all’orecchio che deriva da patologie o condizioni che colpiscono direttamente l’orecchio, come:
- otite esterna;
- otite media acuta purulenta;
- otite media cronica purulenta;
- miringite;
- perforazione timpanica;
- barotraumi (danno da rapida variazione pressoria, ad esempio nelle immersioni o durante viaggi in aereo);
- mastoidite;
- traumi di varia natura (incidenti stradali, sportivi, colpi ricevuti sul capo…);
- tumori;
- corpi estranei nell’orecchio;
- catarro tubarico da ipertrofia delle adenoidi.
Sintomi e segni
A seconda della causa a monte che ha provocato l’otodinia, il paziente può avvertire vari altri segni e sintomi, tra cui:
- ronzii;
- acufeni;
- ipoacusia;
- sordità improvvisa;
- udito ovattato;
- otorragia (sangue dall’orecchio);
- vertigini;
- febbre;
- rinorrea (naso che cola);
- faringodinia (mal di gola);
- disfagia (difficoltà nella deglutizione);
- odinofagia (dolore alla deglutizione);
- otalgia (dolore irradiato all’orecchio);
- otorrea (fuoriuscita di liquido dall’orecchio);
- dolore durante la masticazione;
- prurito;
- nausea;
- vomito;
- malessere generale;
- astenia (mancanza di forze);
- mal di testa;
- fratture di LeFort;
- ipertensione arteriosa;
- ansia;
- dipsnea (diffoltà respiratoria);
- tachipnea o bradipnea (aumento o diminuzione della frequenza respiratoria);
- tachicardia o bradicardia (aumento o diminuzione della frequenza cardiaca);
- difficoltà motorie (ad esempio difficoltà a camminare);
- difficoltà sensitive (ad esempio visione offuscata);
- incapacità di seguire i movimenti con gli occhi;
- epistassi (sanguinamento dal naso);
- sonnolenza
- svenimento;
- arresto cardiorespiratorio;
- nei casi più gravi (ad esempio traumi severi alla testa con emorragia cerebrale) si possono verificare coma o morte del paziente.
I segni e sintomi associati aiutano il medico nella diagnosi differenziale.
Diagnosi
La diagnosi della causa a monte che ha determinato l’otodinia si effettua grazie ad una visita otorinolaringoiatrica e/o neurologica e/o internistica, ed è basata inizialmente su anamnesi (raccolta dei sintomi e dati del paziente) e su esame obiettivo con otoscopia, necessari per individuare eventuali cause dirette di interessamento dell’orecchio. Altri esami che possono essere svolti sono quelli ematici, l’esame audiometrico, l’esame impedenzometrico ed indagini radiografiche come TAC e risonanza magnetica. Altri esami come un elettroencefalogramma potrebbero essere necessari per la diagnosi differenziale, in base alla causa a monte che ha determinato l’otodinia.
Terapie
La terapia specifica di una otodinia varia enormemente in base alla causa che l’ha determinata: non esiste quindi un trattamento universalmente valido per curare tutte le otodinie. In caso di infezione batterica, un trattamento antibiotico dovrebbe curare l’infezione a monte e far diminuire l’otodinia. Per trattare il dolore sono utili i FANS (antinfiammatori non steroidei) ed il paracetamolo (Tachipirina). In situazioni più gravi si dovranno attuare terapie diverse, anche chirurgiche, in base al tipo specifico di problema.
Rimedi
I rimedi “casalinghi” in grado di diminuire in alcuni casi l’otodinia sono l’applicazione di impacchi freddi sull’orecchio interessato dal dolore, oppure la deglutizione o la masticazione di una gomma da masticare; purtroppo però tali rimedi sono insufficienti a placare il dolore, che è solitamente molto intenso e persistente Generalmente il dolore tende ad aumentare nella posizione distesa quindi è preferibile restare in posizione eretta. I pazienti che soffrono di bruxismo, possono provare ad applicare un bite, a tal proposito: Bruxismo: sintomi, bite, prevenzione e cura
Quando andare dal medico?
Se il dolore irradiato all’orecchio è:
- lieve;
- temporaneo (cessa entro 1 – 2 giorni);
- non correlato a traumi gravi;
- non associato ad altri sintomi gravi (difficoltà senso-motorie, svenimento, dolore intenso alla testa…);
allora probabilmente non si tratta di una situazione grave, anche se è opportuno che intervenga il medico in caso il paziente sia molto anziano o in età pediatrica.
Se il dolore irradiato all’orecchio è:
- molto grave e insopportabile;
- duraturo (non cessa entro 2 giorni);
- correlato a traumi gravi;
- associato ad altri sintomi gravi (febbre alta, difficoltà senso-motorie, svenimento, dolore intenso alla testa…);
è necessario recarsi al Pronto Soccorso o chiamare il Numero Unico per le Emergenze 112.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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