Costi fissi, variabili, totali, medi, marginali e produzione di equilibrio

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sere di Continua a leggere

Imprese piccole, medie, grandi, pubbliche, private, tradizionali, high tech

MEDICINA ONLINE LAVORO PC WORK WORKING OFFICE UFFICIO IMPIEGO OCCUPAZIONE PSICOLOGIA DISOCCUPAZIONE NUOVI LAVORI SOLDI COMPUTER PROGRAMMA APP SOCIAL STUDIO APPUNTI WORDLe imprese in Italia possono essere classificate sulla base di diversi criteri, tra cui i principali sono: Continua a leggere

Differenza tra settore produttivo primario, secondario e terziario

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L’agricoltura fa parte del settore primario

Con “settore produttivo” in economia si intende un insieme di imprese che producono un determinato bene o un insieme di beni Continua a leggere

Differenza tra droga leggera e pesante: elenco, effetti, legge italiana

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare Cura Cannabis LeucemiaÈ di uso comune distinguere tra droghe leggere e droghe pesanti, ma quali sono le differenze tra i Continua a leggere

Differenza tra ergastolo, fine pena mai, ergastolo normale e ostativo

MEDICINA ONLINE GIUSTIZIA LEGGE CODICE PENALE CIVILE AVVOCATO LEGISLAZIONE ASSASSIONIO MURDER OMICIDIO PRIMO GRADO SECONDO MURDER MANSLAUGHTER VOLONTARIO PREMEDITATO COLPOSO DOLOSO MORTE GIUDICENon esiste una reale differenza tra “ergastolo” e “fine pena mai”. “Fine pena mai” è semplicemente una denominazione contenuta nel fascicolo di chi è condannato all’ergastolo. Ad esempio nel certificato di detenzione di un condannato a vent’anni di carcere è riportato Scadenza pena definitiva: 18 ottobre 2037 (uso questa data perché oggi è il 18 ottobre 2017). Invece nel fascicolo del detenuto condannato all’ergastolo c’è scritto: Fine pena mai.

Cos’è l’ergastolo?

L’ergastolo è una pena detentiva a carattere perpetuo inflitta a chi ha commesso un delitto grave ed equivale alla reclusione a vita. L’ergastolo è previsto dall’art. 22 del Codice Penale. Ai condannati alla pena dell’ergastolo è consentito:

  • di accedere ai permessi premio dopo 10 anni di espiazione della pena;
  • dopo 20 anni si può accedere alla semilibertà;
  • dopo 26 alla libertà condizionale.

Tali limiti sono ulteriormente erosi dalle riduzioni previste per la buona condotta del reo, grazie alle quali vengono eliminati 45 giorni ogni sei mesi di reclusione subiti (a patto che il recluso si “comporti bene”, cioè non ottenga richiami disciplinari, ad esempio perché non ha obbedito agli ordini dati dagli assistenti penitenziari o perché è stato trovato in possesso di un cellulare o di sostanze stupefacenti): ciò significa che ogni 4 anni scontati realmente, il condannato guadagna 360 di giorni di pena in meno, quindi poco meno di un anno in meno. Una durata di 26 anni si riduce quindi a circa 21 anni. In Italia esistono comunque due tipi di ergastolo: quello “normale” e quello “ostativo“.

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Ergastolo normale e ostativo

La differenza tra ergastolo normale ed ostativo è che quello normale (che abbiamo descritto nel paragrafo precedente), concede al condannato la possibilità di usufruire dei benefici previsti dalla legge (come ad esempio la possibilità di lavorare all’esterno del carcere, i permessi premio, le misure alternative alla detenzione, l’affidamento in prova ai servizi sociali e la detenzione domiciliare). L’ergastolo ostativo, al contrario, impedisce al detenuto di accedere ad ogni beneficio penitenziario, a meno che non sia un collaboratore di giustizia (un “pentito”). Un detenuto con ergastolo ostativo, in caso di collaborazione con la giustizia, accede quindi all’ergastolo “normale” e quindi alla possibilità dei permessi. L’ergastolo ostativo è estremamente punitivo e quindi viene assegnato solo ad alcuni reati estremamente gravi, come: associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c. p.) e associazione finalizzata al traffico di droga (art. 74 D.P.R. n. 309/1990).

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Considerazioni finali

In Italia è aperto da tempo un dibattito: c’è chi dice che l’ergastolo sia giusto perché se certi colpevoli sono condannati a stare in carcere tutta la vita, le loro vittime sono già decedute e “chiedono vendetta“, così come i loro famigliari, senza considerare che chi ha, ad esempio, già ucciso una volta, più probabilmente potrebbe rifarlo una seconda quindi è giusto rinchiudere a lungo queste persone affinché “meditino” sui propri errori. Altri obiettano che l’ergastolo è contrario ai principi stessi della Costituzione e per tale motivi in Italia l’ergastolo semplice, nonostante sia teoricamente perpetuo, in realtà non è scontato quasi mai completamente. Il carattere perpetuo della condanna pone gravi problemi di compatibilità specificatamente con l’art. 27 comma 3 della Costituzione Italiana e con la Legge Gozzini che ne dà attuazione: “Le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato”.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Differenza omicidio di primo e secondo grado, manslaughter e murder

MEDICINA ONLINE GIUSTIZIA LEGGE CODICE PENALE CIVILE AVVOCATO LEGISLAZIONE ASSASSIONIO MURDER OMICIDIO PRIMO GRADO SECONDO MURDER MANSLAUGHTER VOLONTARIO PREMEDITATO COLPOSO DOLOSO MORTE GIUDICE.jpgNella legislazione degli Stati Uniti d’America, il reato di omicidio può essere di primo o di secondo grado: quali sono le differenze? Per prima cosa è importante distinguere tra due tipi di omicidio: manslaughter (meno grave) e murder (più grave).

Manslaughter

E’ un tipo di omicidio in cui esistono attenuanti. Esso costituisce un reato diverso dal murder, dal momento che il murder è molto più grave del manslaughter. Può essere volontario (doloso) oppure colposo.

  • Manslaughter volontario (doloso): è un omicidio commesso con l’intenzione di causare la morte di un uomo ma viene considerato di minor gravità in considerazione delle circostanze in cui viene commesso, ad esempio durante un attacco d’ira, in questo caso corrisponde all’omicidio volontario non premeditato della legislazione italiana.
  • Manslaughter colposo: la morte è conseguenza di una condotta imprudente o negligente del reo, in questo caso corrisponde all’omicidio colposo della legislazione italiana.

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Murder

E’ un tipo di omicidio in cui non esistono attenuanti, anzi compaiono aggravanti importanti come la premeditazione o la crudeltà. Il murder può essere di primo grado (più grave) o di secondo grado (meno grave). In alcuni stati è presente anche l’omicidio di terzo grado.

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Omicidio (murder) di primo grado

L’omicidio (murder) di primo grado è la forma più grave di omicidio, tanto che – se lo stato in cui viene commesso lo prevede o se il reato è federale – può comportare la condanna alla pena di morte. Perché un omicidio venga classificato di primo grado è necessario dimostrare che il reato sia il risultato di un disegno criminoso premeditato volto all’uccisione di un uomo. Si parla in proposito di malice aforethought, cioè di premeditazione del reato di omicidio. L’omicidio di primo grado è dunque un omicidio premeditato che non sia stato compiuto in uno stato d’ira o di concitazione, accostabile al reato di omicidio volontario premeditato della legislazione italiana.

Accanto all’omicidio premeditato si possono individuare altre due forme di omicidio di primo grado, definite in base alle circostanze oggettive in cui il delitto è stato commesso:

  • omicidio compiuto con particolare crudeltà o violenza: le modalità di esecuzione del reato determinano la sua qualificazione come reato di primo grado anche a prescindere dall’esistenza o meno di premeditazione;
  • felony-murder: è colpevole di omicidio di primo grado chiunque abbia partecipato alla commissione di un diverso grave crimine (felony), quando in conseguenza di tale reato si sia causata la morte di un uomo. Qualora ad esempio tre persone compiano una rapina in banca ed uno solo dei rapinatori spari ed uccida una persona nel corso del furto, tutti e tre i rapinatori potranno essere condannati per omicidio di primo grado, anche se la morte della vittima è imputabile esclusivamente a uno dei malviventi. In questo caso la sola partecipazione ad un diverso crimine, in conseguenza del quale si è verificata la morte di un uomo, fa sì che tutti gli autori del primo crimine possano rispondere di omicidio. Alcuni stati estendono ulteriormente la portata di questo principio e puniscono per omicidio di primo grado tutti gli autori di un diverso crimine, a causa del quale si è verificata la morte di un uomo, anche quando la morte non sia imputabile ad alcuno degli autori del primo reato, ma sia stata cagionata da altra persona o sia un evento accidentale.

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Omicidio (murder) di secondo grado

L’omicidio di secondo grado è una figura residuale, nel senso che viene considerato di secondo grado ogni omicidio che sia un murder e che non abbia i requisiti espressamente previsti per l’omicidio di primo grado. Sul piano generale, tutte le volte che un omicidio volontario non può essere qualificato di primo grado, perché privo di premeditazione oppure perché non caratterizzato da particolare crudeltà nell’esecuzione o perché non avvenuto in concomitanza con un altro grave reato (felony), si potrà affermare che si tratta di un omicidio di secondo grado, purché non lo si possa altrimenti qualificare come un manslaughter volontario. Nella legislazione italiana si accosta all’omicidio volontario non premeditato, senza aggravanti.

In alcuni stati si configura il reato di omicidio di secondo grado quando una persona procura ad un’altra delle lesioni gravi e quest’ultima muore. L’autore delle lesioni risponderà di omicidio di secondo grado anche se la morte non era stata da lui voluta né prevista come conseguenza delle lesioni causate alla vittima. In altri casi è chiamato a rispondere di omicidio di secondo grado colui che, sottraendosi all’arresto, causa la morte di un uomo oppure determina col suo gesto le circostanze che portano all’uccisione del seguente.

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Omicidio (murder) di terzo grado

Negli stati dove sono previsti tre diversi gradi di omicidio, viene considerato omicidio di terzo grado qualunque omicidio volontario che non abbia i requisiti espressamente previsti né per il primo né per il secondo grado.

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Differenza tra parenti di primo, secondo, terzo e quarto grado

MEDICINA ONLINE FAMIGLIA CUCINI SUOCERI DIFFERENZA NUORA GENERO FIGLIO GENITORI LEGAMI PARENTI PARENTELA PRIMO SECONDO TERZO GRADO CUGINO.jpgLa “parentela” è per definizione il rapporto giuridico che intercorre fra persone che discendono da uno stesso stipite e quindi legate da un vincolo di consanguineità. Conoscere l’esatto grado di parentela tra due persone ha importantissimi risvolti sia in diritto civile (ad esempio in tema di successioni) sia in diritto tributario. Generalmente la legge attribuisce rilevanza fino al 6° grado di parentela.

Definizioni

  • Sono parenti in linea retta le persone che discendono l’una dall’altra (es: genitore-figlio).
  • Sono parenti in linea collaterale coloro che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra (es: fratelli o cugini).

L’affinità è invece il vincolo fra un coniuge ed i parenti dell’altro coniuge (mentre gli affini di ciascun coniuge non hanno tra loro alcun rapporto giuridicamente rilevante). Il grado di affinità è lo stesso del grado di parentela che lega il soggetto (parente di uno dei coniugi)  al coniuge stesso.

Il rapporto di coniugio è uno status a sé stante, non rientrando di per sé né tra la parentela né tra l’affinità.

Come si calcolano i gradi di parentela

Nella linea retta il grado di parentela si calcola contando le persone sino allo stipite comune, senza calcolare il capostipite.

Nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti sino allo stipite comune (da escludere) e da questo discendendo all’altro parente.

Per gli affini, si seguono gli stessi criteri dettati per la parentela.

Alcuni esempi:

Parenti di primo grado

  • Figli e genitori (linea retta)

Parenti di secondo grado

  • Fratelli e sorelle; linea collaterale: sorella, padre (che non si conta), sorella.
  • Nipoti e nonni; linea retta:  nipote, padre, nonno (che non si conta).

Parenti di terzo grado:

  • Nipote e zio; linea collaterale: nipote, padre, nonno (che non si conta – zio).
  • Bisnipote e bisnonno; linea retta: bisnipote,  padre, nonno, bisnonno (che non si conta).

Parenti di quarto grado:

  • Cugini;  linea collaterale: cugino, zio, nonno (che non si conta), zio, cugino. 

Affini di primo grado

  • Suocero e genero (in quanto la moglie è parente di primo grado con il proprio padre), suocero e  nuora

Affini di secondo grado

  • Marito e fratello della moglie (in quanto la moglie è parente di secondo grado con il proprio fratello), etc.

Affini di terzo grado

  • Zio del marito rispetto alla moglie (lo zio è parente di terzo grado rispetto al marito-nipote), zia della moglie rispetto al marito ecc..

Affini di quarto grado

  • Cugino del marito rispetto alla moglie (i cugini sono, fra di loro, parenti di quarto grado).
Soggetto Grado di parentela
genitori parenti in linea retta ascendente di 1° grado
nonni parenti in linea retta ascendente di 2° grado
bisnonni parenti in linea retta ascendente di 3° grado
figli parenti in linea retta discendente di 1° grado
nipoti parenti in linea retta discendente di 2° grado
bisnipoti parenti in linea retta discendente di 3° grado
fratelli e sorelle parenti in linea collaterale di 2° grado
nipoti (figli di fratelli) parenti in linea collaterale di 3° grado
pronipoti (figli di figli di fratelli) parenti in linea collaterale di 4° grado
figli di pronipoti parenti in linea collaterale di 5° grado
zii paterni e materni parenti in linea collaterale di 3° grado
cugini parenti in linea collaterale di 4° grado
figli di cugini parenti in linea collaterale di 5° grado
figli di figli di cugini parenti in linea collaterale di 6° grado
prozii (fratelli dei nonni) parenti in linea collaterale di 4° grado
cugini dei genitori parenti in linea collaterale di 5° grado
figli dei cugini dei genitori parenti in linea collaterale di 6° grado

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