Trapianto di alluce sulla mano al posto del pollice amputato

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIRETTORE MEDICINA ONLINE TRAPIANTO DITO POLLICE MANO AMPUTATO ALLUCE PIEDE OPERAZIONE OPPONIBILEUna delle opzioni in caso di perdita del pollice è quella di impiantare al suo posto un alluce (o parte di un alluce) dello stesso paziente. L’alluce è il dito più grande del piede, equivalente al pollice della mano. Dell’intervento se ne occupa un ortopedico specializzato in chirurgia della mano, in alcuni casi con l’intervento anche di un chirurgo plastico. Il recupero funzionale è Continua a leggere

Alluce valgo: sintomi iniziali, dolore, correttore, esercizi e operazione

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Conseguenze dell’alluce valgo: l’accavallamento dell’alluce

Nei casi più gravi la deviazione dell’alluce può portare all’accavallamento dell’alluce stesso con il secondo dito del piede. La pelle che ricopre l’articolazione interessata da questo disturbo può apparire arrossata e dolente. Il progredire della patologia può provocare:

  1. dolore inizialmente intermittente, poi persistente e sempre più intenso;
  2. una limitata capacità di movimento dell’alluce fino alla totale immobilità;
  3. deformazioni più o meno invalidanti;
  4. difficoltà nell’indossare le scarpe;
  5. difficoltà nella deambulazione.

Quali sono le cause dell’alluce valgo?

Diverse sono le cause alla base dell’insorgenza dell’alluce valgo. La deformazione può essere dovuta a:

  • lesioni a carico del piede;
  • problemi di peso, di postura o di tono muscolare;
  • predisposizione genetica;
  • malformazioni congenite;
  • utilizzo di calzature inadatte (pianta stretta, punta stretta e tacco alto);
  • alcuni tipi di artrite.

Quali sono i soggetti a rischio di alluce valgo?

I soggetti più a rischio sono donne, oltre i 30 anni, in sovrappeso od obese, con artrite, che indossano scarpe di bassa qualità e con casi in famiglia di alluce valgo.

Quali sono i sintomi dell’alluce valgo?

La sintomatologia può variare da persona a persona: alcuni pazienti lamentano dolore al secondo dito, piuttosto che all’alluce, mentre altri riferiscono di provare un violento dolore, pur senza avere deformità notevoli. In generale, comunque, l’alluce valgo è caratterizzato dalla presenza di diversi sintomi, alcuni aspecifici, altri caratteristici.

Sintomi iniziali (malformazione di primo livello):

  • la presenza di un lieve rigonfiamento alla base dell’alluce;
  • lieve gonfiore e/o arrossamento intorno all’alluce;
  • dolore intermittente intorno all’alluce;
  • diminuzione della capacità dei movimenti dell’alluce;
  • iniziale deviazione dell’alluce.

Sintomi tardivi (malformazione di primo livello):

  • la presenza di un rigonfiamento evidente alla base dell’alluce;
  • severo gonfiore e/o arrossamento intorno all’alluce;
  • ispessimento della pelle alla base dell’alluce;
  • dolore persistente intorno all’alluce;
  • deficit elevato nei movimenti dell’alluce fino ad arrivare all’impossibilità totale di movimento;
  • deviazione grave dell’alluce con accavallamento dell’alluce stesso con il secondo dito del piede;
  • difficoltà nell’indossare le scarpe;
  • difficoltà nella deambulazione.

Si può prevenire l’alluce valgo? Quale scarpa scegliere?

In parte si. Per prevenire l’insorgenza dell’alluce valgo (o almeno per non peggiorarlo) si consiglia di indossare scarpe comode e di qualità e di evitare calzature con pianta stretta, punta stretta e tacco alto, perché costringono il piede in una posizione innaturale, così come le suole troppo piatte, che non consentono alle dita un corretto appoggio a terra. Inoltre non bisogna mai massaggiare il gonfiore esterno – chiamato anche borsite o, più comunemente, “cipolla” – per evitare di infiammare ulteriormente l’area. Utile sarà cercare di ripetere movimenti naturali per il piede, imparando a riconoscere i propri punti d’appoggio. A questo scopo, si può utilizzare una pallina morbida da far scorrere dolcemente sotto la pianta del piede: aiuterà a capire quali articolazioni, muscoli e tendini sono coinvolti in ogni fase della camminata.

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Diagnosi di alluce valgo

La diagnosi di alluce valgo spetta al medico, al quale sarà sufficiente alcune domande specifiche (anamnesi) ed un accurato esame obiettivo per effettuare la diagnosi di alluce valgo: durante la visita lo specialista effettuerà alcune manovre atte a valutare la capacità di movimento dell’alluce. In caso di dubbio, una semplice radiografia del piede può risultare utile per la diagnosi ed anche per identificare la causa e la gravità del disturbo.

Cura dell’alluce valgo

Diversi sono i trattamenti a disposizione per l’alluce valgo. La scelta dipende dalla gravità del disturbo e dalla quantità di dolore che provoca. 

Trattamenti non chirurgici, detti anche “conservativi”:

  • Indossare scarpe ampie e comode che offrano molto spazio per le dita dei piedi.
  • Applicazione di un bendaggio che mantenga il piede in posizione normale, riducendo lo stress sull’alluce e alleviando il dolore.
  • Uso di farmaci antidolorifici.
  • Iniezioni di cortisone per ridurre il gonfiore.
  • Utilizzo di cuscinetti separa dita e plantari correttivi per distribuire uniformemente il peso del corpo e la pressione quando si muovono i piedi (aiutano a prevenire o correggere anche altre patologie dell’avampiede o del retropiede associate all’alluce valgo).
  • Applicazione di ghiaccio sulla zona interessata dal disturbo e di pomate antinfiammatorie: soprattutto dopo che si è stati a lungo in piedi, questo semplice rimedio può aiutare a lenire il dolore e l’infiammazione.

Le opzioni chirurgiche:

Se il trattamento conservativo non fornisce alcun sollievo potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

  • Approccio chirurgico classico: lo scopo della chirurgia è alleviare il disagio dovuto a questa condizione restituendo all’alluce la giusta posizione. Attraverso l’apertura chirurgica della cute e dei tessuti sottostanti (procedura “a cielo aperto”) la correzione della deformità viene effettuata mediante l’asportazione di parte di osso e l’inserimento di supporti volti a riportare l’alluce nella corretta posizione.
  • Approccio chirurgico percutaneo: consente di ottenere i medesimi risultati dell’approccio chirurgico classico ma in modo meno invasivo e con tempi di recupero post-operatori molto più brevi. La procedura percutanea – mediante appositi strumenti e sotto la guida di immagini radioscopiche – permette di operare direttamente sull’osso attraverso forellini effettuati nella cute.

Esercizi per prevenzione e cura dell’alluce valgo

Così come già accennato, la diagnosi e il trattamento dell’alluce valgo spettano sempre al medico che, con l’aiuto di un fisioterapista, potrà definire la serie di esercizi più idonea per il singolo caso: il disturbo varia infatti da persona a persona, quindi è importante non improvvisare terapie “improbabili” bensì seguire le istruzioni dei professionisti. Chiarito ciò, vi presentiamo una lista di esercizi genericamente usati per correggere l’alluce valgo:

  1. camminata: un esercizio potenzialmente ottimo per l’alluce valgo è quello di camminare a piedi nudi in casa o, qualora vi fosse la possibilità, su una distesa di sabbia come in spiaggia. Dopo circa dieci passi, effettuati mantenendo il piede dritto e non sporgente verso l’esterno, ci si fermi. Piegando lievemente il ginocchio, al contatto con il suolo dovranno rimanere solo le dita. Scoperto il proprio punto d’appoggio, si mantenga la posizione per 5 secondi e si riprenda a camminare;
  2. rotazione: seduti con le gambe distese, si cerchi di muovere l’alluce seguendo un’immaginaria forma circolare, a piacere in senso orario o antiorario. Dopo circa 10 secondi, cercare di estendere lateralmente il pollice, mantenendo la posizione per un paio di secondi. Si tratta di movimenti che possono risultare complessi per chi soffrisse di una deformazione grave, per questo ci si dovrà fermare qualora si provasse del dolore, anche di media intensità;
  3. pallina: il primo esercizio è lo stesso che si esegue in fase di prevenzione, poiché indicato per evitare il peggioramento dei sintomi. In posizione eretta, si pone una pallina abbastanza morbida – delle dimensioni di una da golf – sotto la pianta del piede. Quindi si muove dolcemente l’arto, senza effettuare un’eccessiva pressione, partendo dall’arco plantare fino alle dita e poi in direzione opposta fino al tallone. A ogni passaggio – falangi, arco e tallone – bisognerà mantenere la posizione per qualche secondo;
  4. guida: sempre da seduti con le gambe distese, aiutandosi con le mani si muova dolcemente l’alluce, senza pressioni o forzarne il piegamento. Lo si abbassi lievemente e quindi lo si sollevi, cercando di mantenere il suo asse;
  5. muro: questo esercizio si esegue da sdraiati, le gambe piegate e i piedi poggiati su un muro. Questi andranno sollevati gradualmente partendo dal tallone, quindi si stimola l’area d’appoggio con una lievissima pressione prima su falangi, poi su arco e talloni. A ogni passaggio si dovrà mantenere la posizione per circa 5 secondi.

Non si dimentichi, infine, come un buon aiuto all’alluce valgo provenga dai plantari. Il consiglio più indicato è quello di rivolgersi a un podologo, per la realizzazione di plantari su misura.

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Segno di Babinski ed alluce muto: cosa significa?

MEDICINA ONLINE RIFLESSO SEGNO BABINSKI POSITIVO CORTICOSPINALE PIRAMIDALE SINTOMI CERVELLO EMORRAGIA CEREBRALE ISCHEMIA EMORRAGICA ICTUS TETRAPARESI TETRAPLEGIA MORTE COMA PROFONDO STATO VEGETATIVOA PARALISIPer alluce muto si intende la mancata “risposta” del 1° dito del piede se adeguatamente “interrogato”.
“L’interrogazione” avviene da parte dell’esaminatore stimolando la cute plantare dal tallone strisciandola verso le dita, descrivendo un arco a sfiorare il margine esterno del piede, in modo da evocare un riflesso in flessione del 1° dito, detto appunto riflesso cutaneo-plantare. La mancata risposta in flessione viene definita: “alluce muto”.
Il significato della risposta in flessione è di tipo finalistico: fuga dai contatti nocivi. In poche parole la flessione potente del primo dito per un contatto/stimolo anche se solo lievemente fastidioso, è il primo atto per “fuggire” dallo stimolo stesso: la pianta del piede e dunque il soggetto cercano di allontanarsi dallo stimolo. Governo di salvaguardia del corpo assicurato dalla centrale neurologica delle cellule site nel cervello e i cui filamenti si prolungano nel midollo.

Qualora invece l’alluce risponda allo stesso stimolo con una estensione lenta e maestosa, associata alla divaricazione delle altre dita del piede, questo tipo di risposta verrà chiamato: segno di Babinsky. Ciò avviene quando c’è una lesione del 1°motoneurone e le cellule cerebrali, per interruzione del loro filamento, non possono più “governare” quelle periferiche site nel midollo spinale.

Le due condizioni sono dunque molto differenti:

  • La prima, l’alluce muto,non ha una correlazione, in assenza di segni o sintomi di altro tipo, con alcuna malattia. Traduzione: è un segno diagnostico che può essere in qualcuno molto sensibile, ma poco specifico.
    Può essere paragonata all’iporeflessia o assenza dei riflessi osteotendinei in alcuni pazienti assolutamente normali. Tanto è vero che in questi pazienti si riescono ad evocare tali riflessi, come il famoso riflesso patellare (o rotuleo), solo con particolari manovre dette”di facilitazione” che i medici mettono in opera in questi casi. Classica è la manovra di trazione delle mani per “facilitare” la risposta dei riflessi degli arti inferiori alla percussione del martelletto dell’esaminatore. Ma non sempre queste manovre possono “evocare “i riflessi che continuano a restare “muti” in persone assolutamente normali.
  • La seconda, il segno di Babinsky, è invece il segno caratteristico di una sofferenza del 1° motoneurone, quasi sempre presente in questi casi. Traduzione: abbastanza sensibile, molto specifico. nelle forme dubbie si cerca di esaltarlo con l’esecuzione contestuale del riflesso/segno di Oppenheim che cerca di ottenere la stessa estensione dell’alluce tramite lo sfregamento della cresta tibiale sul versante esterno.

In poche parole, avere un “alluce muto” di per sé, se da solo, non significa nulla. E’ una variante neuro funzionale presente in natura che non ha significato di malattia. Il Babinsky, invece, è sempre segno di una malattia.  Dopo di che, se si deve entrare, invece, nel campo degli allungamenti scheletrici, allora il discorso può cambiare.  Negli allungamenti di qualsiasi ordine e tipo è fondamentale che non vi siano contestuali sottostanti sindromi neurologiche e/o vascolari centrali e/o periferiche di nessun tipo.  Il rischio che eventuali condizioni patologiche border line si slatentizzino (diventino evidenti se “mute” fino a quel momento) è elevato, ma qualsiasi ortopedico che esegue questo tipo di interventi conosce benissimo i rischi di un allungamento di un segmento osseo in un paziente con una potenziale malattia neurologica/vascolare in itinere, ma non ancora compiutamente manifesta.

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Come si chiamano le dita dei piedi?

MEDICINA ONLINE NOME DITA PIEDI COME SI CHIAMANO ALLUCE MELLUCE TRILLICE PONDOLO MINOLO PIEDE DITO POLLICETutti conoscono i nomi delle dita della mano: pollice, indice, medio, anulare e mignolo. Ma non tutti conoscono i nomi delle dita dei piedi. Scopriamolo oggi!

A differenza delle dita della mano, secondo i libri di anatomia, le dita dei piedi non hanno – a parte l’alluce – un nome specifico.
In medicina, partendo dall’alluce (anche chiamato “primo dito del piede”) possiamo trovare il “secondo dito del piede”, poi il “terzo dito del piede”, il “quarto dito del piede” ed il “quinto dito del piede”.

Pur non essendo riconosciuti dalla medicina “ufficiale”, alcune tradizioni che si rifanno alla riflessologia plantare sono solite attribuire dei nomi specifici alle dita dei piedi: eccone la nomenclatura.

1) Alluce: come abbiamo visto è chiamato anche primo dito del piede. È il dito più grande dei cinque, e corrisponde al pollice della mano.

2) Illice: chiamato anche “melluce” o “secondo dito”, è il dito che segue l`alluce guardando le dita dei piedi dall`interno verso l`esterno. Corrisponde all’indice della mano. Ha la particolarità che in alcuni soggetti è più corto rispetto all’alluce, in altri è più lungo ed in altri la lunghezza tra alluce e illice è la stessa.

3) Trillice: o “terzo dito” del piede, è quello che, andando dall`interno verso l`esterno, segue l`illice. Corrisponde al dito medio della mano.

4) Pondolo: noto anche col nome di “pondulo” o di “quarto dito”, è quello che segue il trillice. Corrisponde all`anulare della mano.

5) Minolo: conosciuto anche come “mellino” o “quinto dito”, è l`ultimo dito, quello più esterno, il più piccolo. Corrisponde al dito mignolo della mano.

I migliori prodotti per la cura delle unghie

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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