Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie La sigaretta elettronica vietata ai minori e bandita dalle scuoleCon “disprassia” si indica un disturbo della coordinazione motoria che comporta difficoltà di compiere gesti coordinati e diretti ad Continua a leggere

Sciatica: caldo o freddo? Si può morire? Non passa: cosa fare?

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Sciatica: quanto dura, come dormire, come farla passare, consigli e prodotti consigliati

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PSICHIATRIA MEDICINA DIPENDENZE DIRETTORE MEDICINA ONLINE NERVO SCIATICO ISCHIATICO INFIAMMATO DA ERNIA DEL DISCO DISCALE COLONNA VERTEBRALE SCIATICA SCIATALGIA LOMBOSCIATALGIALa sciatica (anche chiamata “sciatalgia” o “lombosciatalgia”) è una patologia molto diffusa che consiste nell’infiammazione del nervo sciatico (anche chiamato “nervo ischiatico”) con conseguenti dolori localizzabili in varie parti del corpo: zona lombare, fianco, gluteo, gamba e piede, appunto lungo il decorso del nervo. Si verifica nella maggioranza dei casi in concomitanza con la Continua a leggere

Ernia del disco L5 S1: espulsa, cure naturali, quando operare, guarigione

MEDICINA ONLINE ERNIA DISCALE DEL DISCO VERTEBRE L5 S1 LOMBARE SACRALE DOLORE SCIATICA LOMBOSCIATALGIA OPERAZIONE CHIRURGICA QUANDO CURE RIMEDI NATURALI TEMPI DI GUARIGIONE ANTINFIAMMATORI ESERCIZI MAL DI SCHIENA.jpgTra le cause più comuni del mal di schiena e della sciatalgia, c’è senza dubbio l’ernia del disco (o “ernia discale”), per capire il meccanismo dietro questo disturbo bisogna prima farsi una domanda:

Cosa sono i dischi intervertebrali ed a che servono?

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Alluce valgo: sintomi iniziali, dolore, correttore, esercizi e operazione

MEDICINA ONLINE PIEDE SCHELETRO ALLUCE VALGO CORRETTORE FUNZIONA DAVVERO DOLORE INFIAMMAZIONE SINTOMI PRECOCI INIZIALI CURE TERAPIA CHIRURGIA ESERCIZI STRETCHING CORREGGERE KIT ALLARGAMENTO DITA ALLUCE QUALE SCARPA SCEGLIER.pngL’alluce valgo è una patologia del piede molto comune, caratterizzata dallo spostamento verso l’esterno della base dell’alluce e dallo spostamento della punta dell’alluce stesso che devia lateralmente in direzione delle altre dita. Tale deformazione comporta anche una sporgenza del primo osso del metatarso, che si accompagna a un’infiammazione, che può essere ripetuta nel tempo o costante, della cosiddetta borsa mucosa, situata alla base dell’impianto del dito. È un disturbo che interessa molto più frequentemente le donne degli uomini, specie oltre i 30 anni di età.

Conseguenze dell’alluce valgo: l’accavallamento dell’alluce

Nei casi più gravi la deviazione dell’alluce può portare all’accavallamento dell’alluce stesso con il secondo dito del piede. La pelle che ricopre l’articolazione interessata da questo disturbo può apparire arrossata e dolente. Il progredire della patologia può provocare:

  1. dolore inizialmente intermittente, poi persistente e sempre più intenso;
  2. una limitata capacità di movimento dell’alluce fino alla totale immobilità;
  3. deformazioni più o meno invalidanti;
  4. difficoltà nell’indossare le scarpe;
  5. difficoltà nella deambulazione.

Quali sono le cause dell’alluce valgo?

Diverse sono le cause alla base dell’insorgenza dell’alluce valgo. La deformazione può essere dovuta a:

  • lesioni a carico del piede;
  • problemi di peso, di postura o di tono muscolare;
  • predisposizione genetica;
  • malformazioni congenite;
  • utilizzo di calzature inadatte (pianta stretta, punta stretta e tacco alto);
  • alcuni tipi di artrite.

Quali sono i soggetti a rischio di alluce valgo?

I soggetti più a rischio sono donne, oltre i 30 anni, in sovrappeso od obese, con artrite, che indossano scarpe di bassa qualità e con casi in famiglia di alluce valgo.

Quali sono i sintomi dell’alluce valgo?

La sintomatologia può variare da persona a persona: alcuni pazienti lamentano dolore al secondo dito, piuttosto che all’alluce, mentre altri riferiscono di provare un violento dolore, pur senza avere deformità notevoli. In generale, comunque, l’alluce valgo è caratterizzato dalla presenza di diversi sintomi, alcuni aspecifici, altri caratteristici.

Sintomi iniziali (malformazione di primo livello):

  • la presenza di un lieve rigonfiamento alla base dell’alluce;
  • lieve gonfiore e/o arrossamento intorno all’alluce;
  • dolore intermittente intorno all’alluce;
  • diminuzione della capacità dei movimenti dell’alluce;
  • iniziale deviazione dell’alluce.

Sintomi tardivi (malformazione di primo livello):

  • la presenza di un rigonfiamento evidente alla base dell’alluce;
  • severo gonfiore e/o arrossamento intorno all’alluce;
  • ispessimento della pelle alla base dell’alluce;
  • dolore persistente intorno all’alluce;
  • deficit elevato nei movimenti dell’alluce fino ad arrivare all’impossibilità totale di movimento;
  • deviazione grave dell’alluce con accavallamento dell’alluce stesso con il secondo dito del piede;
  • difficoltà nell’indossare le scarpe;
  • difficoltà nella deambulazione.

Si può prevenire l’alluce valgo? Quale scarpa scegliere?

In parte si. Per prevenire l’insorgenza dell’alluce valgo (o almeno per non peggiorarlo) si consiglia di indossare scarpe comode e di qualità e di evitare calzature con pianta stretta, punta stretta e tacco alto, perché costringono il piede in una posizione innaturale, così come le suole troppo piatte, che non consentono alle dita un corretto appoggio a terra. Inoltre non bisogna mai massaggiare il gonfiore esterno – chiamato anche borsite o, più comunemente, “cipolla” – per evitare di infiammare ulteriormente l’area. Utile sarà cercare di ripetere movimenti naturali per il piede, imparando a riconoscere i propri punti d’appoggio. A questo scopo, si può utilizzare una pallina morbida da far scorrere dolcemente sotto la pianta del piede: aiuterà a capire quali articolazioni, muscoli e tendini sono coinvolti in ogni fase della camminata.

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Diagnosi di alluce valgo

La diagnosi di alluce valgo spetta al medico, al quale sarà sufficiente alcune domande specifiche (anamnesi) ed un accurato esame obiettivo per effettuare la diagnosi di alluce valgo: durante la visita lo specialista effettuerà alcune manovre atte a valutare la capacità di movimento dell’alluce. In caso di dubbio, una semplice radiografia del piede può risultare utile per la diagnosi ed anche per identificare la causa e la gravità del disturbo.

Cura dell’alluce valgo

Diversi sono i trattamenti a disposizione per l’alluce valgo. La scelta dipende dalla gravità del disturbo e dalla quantità di dolore che provoca. 

Trattamenti non chirurgici, detti anche “conservativi”:

  • Indossare scarpe ampie e comode che offrano molto spazio per le dita dei piedi.
  • Applicazione di un bendaggio che mantenga il piede in posizione normale, riducendo lo stress sull’alluce e alleviando il dolore.
  • Uso di farmaci antidolorifici.
  • Iniezioni di cortisone per ridurre il gonfiore.
  • Utilizzo di cuscinetti separa dita e plantari correttivi per distribuire uniformemente il peso del corpo e la pressione quando si muovono i piedi (aiutano a prevenire o correggere anche altre patologie dell’avampiede o del retropiede associate all’alluce valgo).
  • Applicazione di ghiaccio sulla zona interessata dal disturbo e di pomate antinfiammatorie: soprattutto dopo che si è stati a lungo in piedi, questo semplice rimedio può aiutare a lenire il dolore e l’infiammazione.

Le opzioni chirurgiche:

Se il trattamento conservativo non fornisce alcun sollievo potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

  • Approccio chirurgico classico: lo scopo della chirurgia è alleviare il disagio dovuto a questa condizione restituendo all’alluce la giusta posizione. Attraverso l’apertura chirurgica della cute e dei tessuti sottostanti (procedura “a cielo aperto”) la correzione della deformità viene effettuata mediante l’asportazione di parte di osso e l’inserimento di supporti volti a riportare l’alluce nella corretta posizione.
  • Approccio chirurgico percutaneo: consente di ottenere i medesimi risultati dell’approccio chirurgico classico ma in modo meno invasivo e con tempi di recupero post-operatori molto più brevi. La procedura percutanea – mediante appositi strumenti e sotto la guida di immagini radioscopiche – permette di operare direttamente sull’osso attraverso forellini effettuati nella cute.

Esercizi per prevenzione e cura dell’alluce valgo

Così come già accennato, la diagnosi e il trattamento dell’alluce valgo spettano sempre al medico che, con l’aiuto di un fisioterapista, potrà definire la serie di esercizi più idonea per il singolo caso: il disturbo varia infatti da persona a persona, quindi è importante non improvvisare terapie “improbabili” bensì seguire le istruzioni dei professionisti. Chiarito ciò, vi presentiamo una lista di esercizi genericamente usati per correggere l’alluce valgo:

  1. camminata: un esercizio potenzialmente ottimo per l’alluce valgo è quello di camminare a piedi nudi in casa o, qualora vi fosse la possibilità, su una distesa di sabbia come in spiaggia. Dopo circa dieci passi, effettuati mantenendo il piede dritto e non sporgente verso l’esterno, ci si fermi. Piegando lievemente il ginocchio, al contatto con il suolo dovranno rimanere solo le dita. Scoperto il proprio punto d’appoggio, si mantenga la posizione per 5 secondi e si riprenda a camminare;
  2. rotazione: seduti con le gambe distese, si cerchi di muovere l’alluce seguendo un’immaginaria forma circolare, a piacere in senso orario o antiorario. Dopo circa 10 secondi, cercare di estendere lateralmente il pollice, mantenendo la posizione per un paio di secondi. Si tratta di movimenti che possono risultare complessi per chi soffrisse di una deformazione grave, per questo ci si dovrà fermare qualora si provasse del dolore, anche di media intensità;
  3. pallina: il primo esercizio è lo stesso che si esegue in fase di prevenzione, poiché indicato per evitare il peggioramento dei sintomi. In posizione eretta, si pone una pallina abbastanza morbida – delle dimensioni di una da golf – sotto la pianta del piede. Quindi si muove dolcemente l’arto, senza effettuare un’eccessiva pressione, partendo dall’arco plantare fino alle dita e poi in direzione opposta fino al tallone. A ogni passaggio – falangi, arco e tallone – bisognerà mantenere la posizione per qualche secondo;
  4. guida: sempre da seduti con le gambe distese, aiutandosi con le mani si muova dolcemente l’alluce, senza pressioni o forzarne il piegamento. Lo si abbassi lievemente e quindi lo si sollevi, cercando di mantenere il suo asse;
  5. muro: questo esercizio si esegue da sdraiati, le gambe piegate e i piedi poggiati su un muro. Questi andranno sollevati gradualmente partendo dal tallone, quindi si stimola l’area d’appoggio con una lievissima pressione prima su falangi, poi su arco e talloni. A ogni passaggio si dovrà mantenere la posizione per circa 5 secondi.

Non si dimentichi, infine, come un buon aiuto all’alluce valgo provenga dai plantari. Il consiglio più indicato è quello di rivolgersi a un podologo, per la realizzazione di plantari su misura.

I migliori prodotti per la cura dei piedi

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere dei tuoi piedi, tra cui anche correttori e plantari che possono essere utili per prevenire e curare l’alluce valgo. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile:

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Muscolo soleo: anatomia, infiammazione, dolore, esercizi e stretching

MEDICINA ONLINE MUSCOLI GAMBA COSCIA POLPACCIO GEMELLO GASTROCNEMIO TRICIPITE SURA SOLEO BICIPITE FEMORALE SARTORIO PLANTARE GINOCCHIO DOLORE CORSA PIEDE ARTERIE VENE FEMORE TIBIA PERONEIl muscolo soleo è posto profondamente rispetto ai due gemelli, ed assieme a questi forma il muscolo tricipite della sura.

Anatomia

Il soleo origina dalla testa e dal terzo superiore della faccia posteriore della fibula, dalla linea del muscolo soleo della tibia e dall’arco tendineo tra testa fibulare e tibia (arco tendineo del muscolo soleo) distalmente al muscolo politeo. Inserzione: il suo tendine si unisce a quello del muscolo gastrocnemio formando il tendine d’Achille (tendine calcaneare) che va ad inserirsi alla tuberosità calcaneare, nel terzo medio della faccia posteriore del calcagno. Il soleo è l’unico tra i muscoli che formano il tricipite della sura ad essere monoarticolare. E’ innervato dal nervo tibiale (L4-S1).

Funzioni del muscolo soleo ed importanza nello sport

Con la sua azione flette plantarmente la caviglia e partecipa alla flessione del ginocchio. Sviluppa la sua massima potenza quando, partendo dalla posizione caviglia flessa e ginocchio esteso si contrae per estendere il piede. Il soleo è particolarmente importante nelle discipline di resistenza (alta percentuale di fibre rosse) mentre il gastrocnemio è più un muscolo di potenza.

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Dolore al soleo

Tipicamente un esercizio intenso o traumi vari possono determinare dolore al polpaccio ed al soleo. I danni più frequenti sono le infiammazioni e gli strappi, inoltre i gemelli ed il soleo sono i muscoli tipicamente interessati da contratture muscolari. Solo una approfondita indagine medica, che spesso utilizza RX ed ecografia ad elevata frequenza, può distinguere la patologia che interessa il polpaccio.

Esercizi per il soleo

Gli esercizi da fare sono davvero numerosi. Il miglior allenamento per il muscolo monoarticolare, il soleo, è quello effettuato da seduto sulla macchina di Calf. Qui, infatti, il ginocchio è flesso e i gemelli sono detesi, favorendo lo sforzo e l’allenamento del solo soleo perché non possono contrarsi con tutta la loro potenza. L’esercizio risulterà più semplice nelle palestre dotate di una apposita macchina per il Calf seduto, basterà posizionare le ginocchia sotto il pad e il piede con i talloni fuori dalla pedana, dopo essersi seduti, e alzare ginocchia e peso caricato facendo perno con la pianta del piede. In caso contrario basterà adattare una panca e una pedana bassa per accrescere l’estensione angolare dell’esercizio. Seduti sulla panca con il bilanciere sulle cosce e i piedi stabili sul pavimento è possibile sollevare i talloni e il peso scelto per l’esercizio.

Lista di esercizi che coinvolgono il Soleo:

  • Push press davanti
  • Push press dietroSquat al multipower
  • Squat con bilanciere
  • Stacchi da terra con bilanciere
  • Stacchi da terra con bilanciere in posizione sumo
  • Affondi frontali con manubri
  • Affondi laterali con manubri
  • Calf machine in piedi
  • Calf rise con manubrio
  • Front squatLeg press a 45 gradi
  • Leg press orizzontale
  • Pistol squat al multipower
  • Pistol squat con manubri.

Stretching per polpaccio e soleo

Il soleo e il polpaccio sono i muscoli più importanti per l’allenamento dei runners, oltre che degli sportivi, come i calciatori, che corrono a lungo durante l’attività sportiva. Un buon allenamento non può prescindere da una fase di riscaldamento e da una di defaticamento che preveda esercizi di stretching finalizzati proprio ad allungare e poi rilassare questi muscoli. L’obiettivo è quelli di favorirne il riscaldamento tutelandoli dai traumi che potrebbero derivare da uno sforzo fisico improvviso. Nel caso del soleo, che rappresenta uno dei pochi muscoli monoarticolari del corpo umano, gli esercizi da effettuare non sono così banali. Lo stretching tradizionale, infatti, non interessa adeguatamente questo muscolo che, protetto dal polpaccio, non effettua il giusto allenamento. Come risolvere questa situazione? Scegliendo gli esercizi giusti. Il tradizionale allungamento del polpaccio, con ginocchio esteso, deve tenere conto della necessità di allenare e “stirare” anche il soleo. Per questo motivo durante la flessione il ginocchio, invece che esteso, va flesso al fine di consentire una detensione del gastrocnemio a favore dello stretching per il soleo. Questi muscoli sono particolarmente stressati nei runner, soprattutto in condizioni climatiche particolarmente rigide o su percorsi complessi, caratterizzati da salite, montagne, oltre che in atletica leggera. Ecco perché vanno curati con esercizi ad hoc, capaci di tutelarli e prepararli allo sforzo o, al contrario, al riposo dopo l’attività fisica.

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Erezione: come allenare i muscoli di pene e clitoride con gli esercizi di Kegel

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FI muscoli perineali superficiali sono importanti per l’erezione degli organi femminili e maschiliè quanto emerge dal 23° congresso mondiale della World association for sexual health. Gli organi erettili femminili (clitoride, piccole labbra, bulbi del vestibolo) e il pene maschile si trovano nella regione perineale anteriore superficiale. Le radici del pene e della clitoride sono ricoperte dai muscoli ischiocavernosi o muscoli dell’erezione, importanti per ottenere la rigidità e il mantenimento dell’erezione, perché la loro contrazione tonica involontaria spinge il sangue che contengono verso il corpo del pene e della clitoride, con un aumento della pressione nei corpi cavernosi che determina il passaggio dalla fase di erezione turgida alla fase rigida (inferiore nella clitoride perché i muscoli sono molto più sottili rispetto a quelli maschili).

I muscoli ischiocavernosi, come tutti i muscoli perineali, sono muscoli striati, quindi si possono allenare con degli esercizi, che però vengono consigliati o prescritti solo in alcune terapie (è il caso di alcune disfunzioni sessuali, l’incontinenza urinaria, il prolasso vaginale, la vescica iperattiva, l’enuresi notturna, disturbi del pavimento pelvico) o dopo la gravidanza: i sessuologi li chiamano esercizi di Kegel, mentre in medicina, ginecologia, ostetricia e fisioterapia si parla di riabilitazione perineale (non pelvica).

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La contrazione dei muscoli ischiocavernosi è indispensabile per ottenere l’erezione completa e rigida, quindi visto la loro funzione sarebbe importante mantenerli sempre “in forma”. Purtroppo, i sessuologi si occupano più di terapia che di prevenzione e quindi non spiegano (o non sanno) che con il passare degli anni il tono muscolare può ridursi anche se non ci sono patologie. Ecco perché in educazione sessuale questi esercizi devono essere spiegati a tutti, adolescenti e adulti: solo con l’allenamento i muscoli perineali possono mantenere sempre un tono muscolare adeguato alla loro funzione per tutta la vita.

Nei maschi, gli esercizi di Kegel potrebbero prevenire la disfunzione erettile (non organica) ed essere utili per rilassarsi e imparare a controllare l’eiaculazione, e possono ridurre il periodo refrattario post-eiaculatorio che aumenta in ogni uomo con l’età, facilitando una seconda erezione dopo una prima eiaculazione. Inoltre, questi esercizi permettono di allenare anche il muscolo bulbocavernoso, quindi possono essere importanti anche per prevenire la riduzione della forza di espulsione del liquido seminale durante l’orgasmo, che avviene in tutti i maschi con il passare degli anni. Nelle femmine, questi esercizi possono essere utili per imparare a rilassarsi e a migliorare la vasocongestione della vulva, quindi aumentare l’intensità e la durata dell’orgasmo, inoltre possono facilitare l’orgasmo in donne che non lo avevano mai provato.

Integratori alimentari efficaci nel migliorare quantità di sperma, erezione e libido maschile e femminile

Qui di seguito trovate una lista completa di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto. Ogni prodotto viene periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Gli esercizi

La riabilitazione perineale per i fisioterapisti: per attivare o allenare i muscoli del perineo anteriore è meglio stare seduti su una sedia portando avanti le spalle, o supini con le gambe piegate, quindi fare 10 contrazioni, ognuna di 10 secondi, e rilasciare i muscoli, fare una pausa dopo ogni contrazione di 20 secondi (è importante il rilasciamento completo dei muscoli), si possono fare due volte al giorno (mattina e sera), per 2 mesi, poi una volta al giorno. Meglio iniziare in modo graduale, contraendo dapprima i muscoli per quattro o cinque secondi, per poi aumentare progressivamente il tempo di contrazione fino a 10 secondi.

Per l’Associazione italiana di ostetricia (Gruppo ostetriche italiane pavimento pelvico): mantenere ogni contrazione per tre o cinque secondi. Il tempo di rilassamento, poi, deve durare il doppio della contrazione. Ripetere l’esercizio dieci volte. Sul sito sono disponibili schede su come e quando fare gli esercizi e le figure anatomiche corrispondenti. Gli esercizi di Kegel non sono una terapia. Nelle donne, gli esercizi di Kegel sono importanti anche per prevenire il vaginismo, ma di questo argomento parlerò in un altro post.

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Differenza tra pesi ed elastici: vantaggi e svantaggi delle due tecniche

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI ELASTICI BANDE MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE GAMBE ESERCIZI DONNA GLUTEI SQUAT.jpgPer chi vuole aumentare la propria massa muscolare o rimanere in forma facendo lavorare i muscoli, esistono principalmente due tipi di esercizio: quelli a corpo libero e quelli con strumenti. I due strumenti più popolari per aumentare la massa muscolare, sono i pesi liberi e le bande elastiche di resistenza. Entrambi hanno vantaggi e svantaggi: vediamo oggi quali.

Pesi liberi

Chiunque abbia frequentato una palestra, almeno una volta avrà tenuto in mano un manubrio o un bilancere. Ma quali sono i vantaggi di utilizzare i pesi liberi rispetto ad usare le bandeelastiche di resistenza?

1 Una volta acquistati sono per sempre. I pesi liberi sono un investimento di una sola volta, una volta acquistati non li devi comprare più perché qualsiasi peso libero di una marca decente, può durare decenni. Gli elastici invece hanno una durata limitata nel tempo e – usandoli – tendono a perdere resistenza.

2 Quantità definita di resistenza. A differenza delle bande elastiche di resistenza, i pesi liberi hanno lo stesso peso nel corso di ogni esercizio, quindi vi forniranno una quantità costante di resistenza. Questo rende più facile misurare i propri progressi e di conseguenza strutturare l’allenamento.

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3 Tempo per abituarsi. Sollevare e spingere sono attività naturali e ti puoi sentire bene con la maggior parte degli esercizi classici. Gli elastici tuttavia forniscono una diversa gamma di resistenza in tutta la fase di sollevamento quindi spingere, tirare ed altri movimenti che si fanno con le bande, potrebbe portarti ad una sensazione di confusione proprio all’inizio. In altre parole, potresti aver bisogno di qualche tempo per adattarti alle bande.

4. Caldo e freddo. I pesi pesano sempre uguale d’estate e d’inverno; le bande, al contrario, offrono resistenza diversa in base al clima. Una temperatura elevata, ad esempio, tende a diminuire la resistenza dell’elastico.

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5. Stimolazione minore. Secondo alcuni gli elastici non stimolerebbero i muscoli come fanno i pesi. Infatti molti istruttori competenti consigliano l’uso degli elastici solo come esercizi secondari (esercizi di assistenza):questo perché gli esercizi principali solitamente sono basati sulla resistenza del peso corporeo che stimolano i muscoli abbastanza per continuare più tardi con gli elastici. Solo con i pesi liberi invece non avrete bisogno di stimolare ulteriormente i vostri muscoli, potrete costruire il vostro corpo solo con essi.

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Bande elastiche di resistenza

Ed ora invece, ci chiediamo: quali sono i vantaggi di utilizzare gli elastici rispetto i pesi liberi?

1. Niente “acrobazie”. Un esercizio con i pesi è possibile perché i poesi… pesano. E pesano perché c’è gravità. Questo significa che è possibile solo sollevarli e ciò è una limitazione non da poco. Per ovviare a ciò, per allenare tutti i muscoli, si dovrà cambiare la posizione del corpo rispetto alla gravità ed il che porta ad assumere posizioni in certi casi complesse e perfino pericolose per i meno esperti. Ciò non avviene con le bande, che determinano resistenza al di là del punto in cui viene esercitata la gravità.

2. La resistenza è variabile. La natura elastica delle bande rende la resistenza progressiva e costante. In altre parole, più si allunga l’elastico maggiore sarà la resistenza. Così la forza cambia durante tutto l’arco del movimento e ed in maniera isometrica; ciò porterà più stress sui muscoli dal momento che dovrà affrontare e controllare la resistenza fluttuante.

Leggi anche: Differenza tra pesi e corpo libero: vantaggi e svantaggi

3. Legateli ovunque. Potete fornire voi stessi la resistenza indipendentemente dal punto di attacco dei vostri elastici. Ciò significa che è possibile legarli sotto, davanti, dietro o sopra di voi, ad oggetti ma anche a voi stessi. Per non parlare di tutti gli angoli che potete creare per allenare un determinato muscolo in isolamento.

4. Vi potete allenare in viaggio. A differenza dei pesi liberi potrete portare i vostri elastici ovunque, anche in vacanza. Con pochi kg di elastici, avrete sempre con voi centinaia di kg di resistenza.

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5. Nessun problema di rigidità o di flessibilità. I pesi a lungo andare vi possono rendere rigidi e vi faranno perdere la flessibilità; gli elastici non danno questo tipo di problemi ed anzi, se usati bene, tendono ad aumentare la vostra flessibilità.

6. Riduzione del rischio di infortuni. Un peso da 20 kg, se vi finisce sul piede, ve lo frantuma. Un elastico che offre 20 kg di resistenza, no.

Leggi anche: Esercizi a corpo libero: come diventare “grossi” senza i pesi

7. Non c’è bisogno di un assistente. Quando sollevate carichi pesanti tramite bilancere, avrete probailmente bisogno di uno che vi assista. Se vi allenate da soli come fate? Con gli elastici, a parità di peso/resistenza, non c’è bisogno di supporto.

5. Sono più economici. È vero che i pesi – una volta acquistati – durano decenni mentre gli elastici no, tuttavia quest’ultimi sono decisamente molto più economici di bilanceri e manubri.

Conclusioni

Quindi meglio pesi od elastici? Come abbiamo visto, entrambi hanno vantaggi e svantaggi quindi, non esiste un “vincitore” e la risposta migliore che posso darvi è… prendeteli entrambi!

Continua la lettura con: Differenza tra pesi, kettlebell e bilanciere: punti deboli e di forza

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