Alcuni ricercatori della Indiana University School of Medicine (USA), diretti dal dott. Karl Koehler hanno, hanno coltivato il primo tessuto cutaneo sviluppato in laboratorio completo di follicoli piliferi. Una sorta di cuoio capelluto a tutti gli effetti, sviluppato utilizzando le cellule staminali di topo, che potrà rivelarsi utile per testare farmaci, comprendere quelli per favorire la crescita dei capelli, riducendo la pratica dei test sugli animali.
La ricerca è stata recentemente pubblicata sulla rivista “Cell Reports” ed è importante perché, nonostante siano già stati sviluppati vari metodi per generare il tessuto cutaneo in laboratorio, la loro capacità di imitare la pelle reale non è mai risultata sufficiente. Mentre la pelle vera è composta da 20 o più tipi di cellule, infatti, questi modelli ne contenevano solo cinque o sei, invece la tecnica attuale permette di dare origine sia allo strato di epidermide (superiore) che di derma (inferiore), che crescono insieme in un processo specifico che consente ai follicoli di dare luogo alla peluria. Per fare ciò sono state utilizzate cellule staminali pluripotenti dei topi, che possono svilupparsi in qualsiasi tipo di cellule del corpo, per sviluppare una singola unità organoidale della pelle in coltura.
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Con shampoo, anche chiamato sciampo (plurale italiano: “shampoo”; plurale in inglese “shampoos”) si indica un diffusissimo prodotto per la cura dei capelli utilizzato per pulire la chioma ed il cuoio capelluto, rimuovendo particelle che si formano/depositano su di essi, come ad esempio:
Alopecia e perdita di capelli sono un problema per molti uomini e donne di tutte le età, ma negli ultimi anni i progressi della medicina rigenerativa ci forniscono una potente arma per combatterli. L’alopecia androgenetica, è una forma di calvizie causata da una ipersensibilità dei follicoli capillari all’azione combinata del Diidrotestosterone (DHT) e della Prostaglandina D2 (PGD2): il primo ostacolo il naturale equilibrio di produzione di sebo del cuoio capelluto, l’altra fa in modo che quest’ultimo sia sempre infiammato, fino ad arrivare a una alterazione della funzionalità quando compaiono i primi segni di un sistema “scalpo-capelli” che comincia a perdere il proprio equilibrio fisiologico: seborrea, tricodinia, forfora, iniziale caduta moderata di capelli. Questo è il campanello d’allarme che deve spingerci ad intervenire subito, senza perdere tempo con palliativi, o cure poco efficaci: se il follicolo resta soggetto a turbative, allora la miniaturizzazione progressiva che lo colpisce, lo porterà allo status di “atrofia”. A quel punto la sua situazione non è più reversibile mentre invece, agendo per tempo con tecniche come la PRP, la perdita di capelli può essere arginata.
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Nonostante la finasteride sia approvata esclusivamente per l’utilizzo in soggetti di sesso maschile, diversi studi hanno valutato l’efficacia di una terapia a base di finasteride nelle donne affette da alopecia androgenetica o irsutismo, sia in pre-che in post-menopausa.
PROPECIA 1 mg compresse rivestite con film, principio attivo: Finasteride