Perché si festeggia ferragosto? Significato religioso e nel mondo

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Il termine “ferragosto” relativo al 15 agosto di ogni anno, deriva dalla locuzione latina feriae Augusti, e cioè “riposo di Augusto” indicante una festività istituita dall’imperatore romano Ottaviano Augusto nel 18 avanti Cristo, che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Consualia dedicati a Conso (il dio della terra e della fertilità), per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L’antico ferragosto aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane allo scopo di fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti. In tale periodo era usanza che i contadini facessero gli auguri ai proprietari dei terreni, ricevendo in cambio una ricompensa economica. Anticamente, come festa pagana, era celebrata il 1° agosto, tuttavia i reali giorni di festa e riposo dal lavoro erano molti di più: anche tutto il mese di agosto, con particolare festa il giorno 13, che i romani dedicavano alla dea Diana.

Da festa pagana a festa cattolica

Come avviene per la maggioranza delle festività cattoliche attuali (come il Natale, anticamente riconosciuto dai pagani con “sol invitus”) anche la ricorrenza del ferragosto fu assimilata dalla Chiesa cattolica e “trasformata” dai cattolici da festa pagana a festa religiosa cattolica: nel VII secolo si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria proprio il 15 agosto. Il dogma dell’Assunzione determina che la Vergine Maria sia stata assunta, (cioè sia stata “accolta”) in cielo dal dio cattolico.

Ferragosto: dove si festeggia nel mondo?

Il ferrragosto è una ricorrenza tipicamente italiana che però viene celebrata in qualche modo anche in altri paesi del mondo. Forse non tutti sanno infatti che ad esempio in Canada il 15 di agosto si celebra l’Acadian Day, festa legata all’Acadia e cioè la prima colonia francese dell’America settentrionale. Gli abitanti allora decisero di prevedere una festa nazionale in onore di Maria, simboleggiata anche dalla stella d’oro posta nella bandiera della regione, adottata ufficialmente il 15 agosto 1884.
Il 15 agosto è festa anche in India, dove un’antica leggenda vuole che il bagno in mare il giorno di Ferragosto abbia un effetto benefico per la salute.
Anche in Spagna si festeggia: le strade delle principali città diventano coloratissime e dove numerosi spettacoli vengono allestiti nelle vie principali. Spazio al Flamenco, ai costumi tradizionali che sfilano in processioni, a fiumi di sagria, churros, fuochi artificiali e tanto altro ancora. Da Madrid a San Sebastian, dalle coste all’entroterra, questo giorno è particolarmente sentito dalla popolazione.
Il 15 Agosto a Siviglia va in scena la tradizionale processione della Vergine, patrono della città spagnola. Per l’occasione numerosi accorrono da tutta la regione per rendere omaggio alla Santa. La leggenda narra dell’apparizione in sogno della Vergine de los Reyes a Siviglia nel 1248, tramutata poi in venerazione popolare con la costruzione di diversi edifici di culto come la Cappella Reale, la nascita della confraternita dei Sartie la Chiesa di San Ildefonso.
Insomma, magari non sarà chiamato “ferragosto”, ma questo giorno è speciale in tanti paesi del mondo. Questo dipende anche dal fatto che la festività dell’Assunta si celebra in tutto il mondo cattolico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Perché la festa della donna si festeggia l’8 marzo e si regala la mimosa?

MEDICINA ONLINE DONNA FESTA DELLA DONNA GIORNATA INTERNAZIONALE FESTIVITA VIOLENZA DATA FIORE MIMOSA PERCHE SI FESTEGGIA SI REGALA FEMMINE FESTA UOMO NATURA AMORE REGALARE.jpgLa “Festa della donna”, più correttamente chiamata “Giornata internazionale della donna”, ricorre l’8 marzo di ogni anno, per ricordare sia le conquiste sociali che le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo, anche se – per ricordare queste ultime –  dal 1999 è stata istituita la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che ricorre ogni anno il 25 novembre. Anche se la festa della donna in Italia si festeggia dal 1922 in poi, la ricorrenza è una occasione fissa negli Stati Uniti già da più di un decennio prima, dal 1909.

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Perché la festa della donna si festeggia proprio l’8 marzo?

Anche se la risposta a tale domanda è ben definita, sono ancora tante le leggende circolate – e che circolano ancora – negli anni sull’origine della ricorrenza. Tra le più gettonate quella secondo la quale l’8 marzo si ricorda la morte di centinaia di operaie, uccise nel rogo di una fabbrica di Cottons divampato a New York nel 1908, o ancora la repressione poliziesca di una manifestazione sindacali di operaie tessili di New York. Niente di più falso: la festa della donna nacque negli Stati Uniti come il ‘Woman’s Day’, il giorno della donna, il 3 maggio 1908, quando durante una conferenza del Partito socialista di Chicago, la socialista Corinne Brown prese la parola, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, discutendo dello sfruttamento operato dai datori di lavoro nei confronti delle operaie e delle discriminazioni sessuali subite in termini salariali e di orario di lavoro. Quell’iniziativa non cambiò la situazione delle donne nell’immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909 e verso la fine dell’anno, a New York, scioperarono ventimila camiciaie. Un segnale decisivo per la popolazione femminile. Il successivo 27 febbraio alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day. Ma sarà solo nel 1910 che le socialiste americane, durante la Conferenza internazionale della donna a Copenaghen, proposero di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Mentre negli USA la festa continuò a essere celebrata a fine febbraio, alcuni paesi europei come Germania, Austria e Svizzera, iniziarono a festeggiare la giornata della donna il 19 marzo.

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L’8 marzo durante la Prima Guerra Mondiale ed in Italia

Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, le celebrazioni furono interrotte, fin quando l’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Manifestazioni e proteste esplosero in tutto il paese, portando al crollo dello zarismo. L’8 marzo 1917 rimase nella storia a indicare l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio, una data scelta anche dalle donne durante la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921, fiche fissarono all’8 marzo la ‘Giornata internazionale dell’operaia’. In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’8 marzo. Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese di dichiarare un giorno all’anno la ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’ e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. L’Assemblea riconobbe l’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, come la data ufficiale.

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Perché l’8 marzo si regalano le mimose alle donne?

La scelta del fiore della mimosa come fiore simbolo della celebrazione, questa risale all’8 marzo 1946, quando, con la fine della guerra, l’8 marzo venne festeggiato in tutta Italia e tre donne iscritte all’Unione donne italiane (Udi) Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, proposero di usare questo fiore come simbolo in quanto la mimosa fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.

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Differenza tra “consumare entro” e “preferibilmente entro”: cibo e data di scadenza

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma NOVE CIBO MANGIARE DATA SCADENZA Radiofrequenza Rughe Cavitazione Grasso Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia HD Filler BotulinoApriamo il frigorifero, controlliamo la data di scadenza di uno dei barattoli di yogurt che avevamo comprato una settimana prima e ci accorgiamo che il prodotto è ormai scaduto. Tutti gli alimenti scaduti sono da buttare? Non sempre è così. Gli esperti ci aiutano a fare chiarezza sulle differenti date di scadenza.

Esistono date di scadenza perentorie ed altre date di scadenza che rappresentano invece una raccomandazione. Insomma, c’è differenza tra “consumare entro”, data di scadenza assoluta, e “consumare preferibilmente entro”. Le maggiori attenzioni, a parere dell’esperto, devono essere riservate a carne e pesce.

Se l’alimento deve essere consumato entro una certa data, significa che oltre quella data NON potrà essere assunto.

Se l’alimento deve essere consumato preferibilmente entro una certa data, può essere ancora mangiato alcuni giorni dopo la scadenza indicata sulla confezione. Le sue qualità organolettiche infatti dovrebbero rimanere invariate, così come non vi sarebbero rischi per la salute. In ogni caso, è sempre bene controllare lo stato del prodotto che si vorrebbe consumare. In presenza di cattivi odori, di macchie sospette o di muffe è bene gettare il tutto.

Consumare cibo scaduto o andato a male può provocare delle vere e proprie intossicazioni alimentari. Il pesce è l’alimento maggiormente responsabile di intossicazioni in Italia, mentre nel Regno Unito la prima causa delle stesse è associata a alla carne di pollo e di maiale. Per quale motivo?

Secondo alcuni esperti le contaminazioni della carne causate da agenti patogeni sono da imputare alle condizioni di vita e alle modalità di macellazione degli animali all’interno degli allevamenti intensivi. La loro morte avviene per stordimento e dissanguamento. Un’evenienza che porta ad un indebolimento del sistema immunitario ed alla conseguente presenza di batteri nocivi nelle loro carni.

Ricordiamo che i prodotti scaduti, per legge, non possono essere venduti e che la data di scadenza “preferibilmente entro” indica che le caratteristiche organolettiche del prodotto potrebbero non essere più garantite trascorso il giorno indicato sulla confezione, ma che la sicurezza alimentare non è compromessa. Le uova possono essere consumate fino a una settimana dalla data di scadenza, meglio se sode e ben cotte, mentre dai formaggi a pasta dura è possibile rimuovere l’eventuale muffa formatasi.

La questione della data di scadenza è fortemente legata al grave problema degli sprechi alimentari. Per evitare di gettare del cibo scaduto che fino a poco tempo prima sarebbe stato perfettamente commestibile, cerchiamo di porre sempre grande attenzione alle date di scadenza indicate sulle confezioni, regoliamoci in base ad esse mentre facciamo la spesa e controlliamo sempre in frigorifero e in dispensa quali prodotti dovremmo consumare il prima possibile.

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I nove cibi che possiamo mangiare dopo la data di scadenza

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FRIGORIFERO CUCINA CIBO DIETA DIMAGRIRE PRODOTTI SPESA SUPERMERCATOQuanti di voi si sono ritrovati almeno una volta con l’amletico dubbio di gettare un cibo una volta superata la data di scadenza? A me molte volte. Spesso decidiamo di buttarli, pensando che è  “meglio non rischiare”. Ma non dovrebbe essere sempre così, alcuni cibi possono essere consumati anche dopo la fatidica data! Per prima cosa facciamoci una domanda:

Cos’è la data di “scadenza”?

La data di scadenza è la data fino alla quale un alimento è igienicamente idoneo al consumo, se mantenuto nelle corrette condizioni di conservazione. Essa viene riportata obbligatoriamente sugli imballaggi alimentari dei prodotti preconfezionati rapidamente deperibili (latte e prodotti lattieri freschi, formaggi freschi, pasta fresca, carni fresche, prodotti della pesca e dell’acquacoltura freschi) con la dicitura “da consumarsi entro” seguita dal luogo sulla confezione dove la data viene stampigliata. La data deve riportare, nell’ordine, il giorno, il mese ed eventualmente l’anno. Sulla confezione devono essere inoltre riportate le condizioni di conservazione ed eventualmente la temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità.

Cosa succede dopo la data di scadenza?

Superata la data di scadenza, l’alimento può costituire un pericolo per la salute a causa della proliferazione batterica. Per legge è vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione.

Il termine minimo di conservazione: “Da consumarsi preferibilmente entro…”

Sui prodotti non rapidamente deperibili la data di scadenza è sostituita dal termine minimo di conservazione, espresso dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro (data)”, che rappresenta la data fino alla quale un alimento conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
La data di scadenza differisce dal termine minimo di conservazione o TMC, ( “da consumarsi preferibilmente entro” o “best before”) che rappresenta il termine temporale entro il quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Superato il TMC è ancora possibile consumare il prodotto (non c’è alcun divieto).
Il TMC dunque, è da riferire unicamente alle caratteristiche organolettiche e di gradimento del prodotto piuttosto che alla sicurezza. Più ci si allontana dalla data di superamento del TMC più vengono meno i requisiti della qualità del prodotto senza dunque che venga intaccata quello della sicurezza.
Il termine minimo di conservazione non è obbligatorio per la frutta e la verdura fresche (a meno che non siano sbucciate o tagliate), il vino e l’aceto, il sale e lo zucchero allo stato solido, i prodotti da forno come pane e focaccia, prodotti di pasticceria freschi, bevande alcoliche con percentuale di alcol superiore al 10%, gomme da masticare e prodotti simili.

I cibi scaduti ma ancora decisamente commestibili: come riconoscerli?

Come riportato dal Daily Mail nell’articolo scritto da Rose Prince (giornalista esperta di alimentazione), esistono cibi che si conservano ben più a lungo della loro data scritta sulla confezione. Ovviamente però dobbiamo imparare dei sistemi per capire se siano commestibili. Come fare? Uno dei criteri più importanti è senza dubbio l’odore: se il prodotto scaduto emana un odore sgradevole, probabilmente è meglio evitarlo! Inoltre importante osservare variazioni di colore e di consistenza importanti rispetto all’alimento non scaduto.
Ecco nove alimenti che possono essere mangiati anche dopo la data di scadenza ed i trucchi per riconoscere la loro commestibilità:

1 – Pomodori: migliorano col tempo e diventano più dolci: anche se l’interno è più scuro, vanno bene lo stesso. Non si possono più mangiare quando l’interno diventa eccessivamente acquoso, presenta muffe o emana un’odore simile all’ alcool.

2 – Filetti pesce: i filetti di pesce crudo come il merluzzo, o il salmone, rimangono commestibili fino a 4 settimane dopo, purché siano mantenuti in frigo sotto i 5 gradi. Il pesce bianco deve apparire trasparente con la pelle lucida e non emanare nessun odore.

3 – Carne: la carne deve rimanere elastica quando viene premuta. Se lascia un rientro dopo essere stata premuta o emana un’odore simile al sapone o di ammoniaca, è da buttare. Può durare fino a 5 settimane, ma attenzione all’odore: se è andata a male, lo saprete annusandola.

4- Gelato: anche se conservato in freezer, ha una breve durata, questo perché ha un alto contenuto di grassi, come la panna, che si deteriorano velocemente. Perderà il suo gusto entro tre mesi. Se si scurisce o si inacidisce, è da gettare subito.

5- Salsicce o carni macinate: non si può rischiare con le carni lavorate, sono esposte più delle altre ai batteri. Non devono essere mangiate neanche il giorno dopo della data di scadenza. E se anche prima della data si presentassero appiccicose, invece di lucide e lisce, o avessero una tonalità più scura, non mangiatele.

6 – Uova: il test è semplice. Mettete l’uovo in un bicchiere d’acqua: se galleggia è da buttare (vuol dire che al suo interno è penetrata aria a sufficienza per creare il deterioramento). Se affonda, si può mangiare.

7- Yogurt: si possono mangiare anche due mesi dopo la data di scadenza. Buttatelo solo se notate sulla superficie delle macchie sia di muffa ma anche colorate.

8 – Spezie e farina: possono durare per più di sei mesi dopo la data di scadenza. Attenzione però agli “acari della farina”, il cui trattamento per prevenirli è specificato sulla confezione.

9 – Pollo: si deteriora velocemente. Prima di annusarlo, passatelo sotto l’acqua fredda ( a volte l’odore è dovuto alla confezione). Comunque mai rischiare di mangiarlo due/tre giorni dopo la data segnalata sulla confezione.

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