Oggi mi è morto un uomo tra le mani.
Un giovane era stato appena investito da una macchina. I nostri destini si sono incrociati per puro caso: fossi uscito dal lavoro un minuto prima o dopo, non lo avrei mai incontrato. Era sull’asfalto, bagnato del Continua a leggere
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Mettersi nei panni di qualcuno: cosa significa… davvero?
Spesso sento dire che “mettersi nei panni di un altro” significa fare un ragionamento del tipo “cosa farei io se fossi al suo posto”, il che è una considerazione del tutto sbagliata, in quanto il vero significato della frase è Continua a leggere
Perché la festa della donna si festeggia l’8 marzo e si regala la mimosa?
La “Festa della donna”, più correttamente chiamata “Giornata internazionale della donna”, ricorre l’8 marzo di ogni anno, per ricordare sia le conquiste sociali che le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo, anche se – per ricordare queste ultime – dal 1999 è stata istituita la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che ricorre ogni anno il 25 novembre. Anche se la festa della donna in Italia si festeggia dal 1922 in poi, la ricorrenza è una occasione fissa negli Stati Uniti già da più di un decennio prima, dal 1909.
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Perché la festa della donna si festeggia proprio l’8 marzo?
Anche se la risposta a tale domanda è ben definita, sono ancora tante le leggende circolate – e che circolano ancora – negli anni sull’origine della ricorrenza. Tra le più gettonate quella secondo la quale l’8 marzo si ricorda la morte di centinaia di operaie, uccise nel rogo di una fabbrica di Cottons divampato a New York nel 1908, o ancora la repressione poliziesca di una manifestazione sindacali di operaie tessili di New York. Niente di più falso: la festa della donna nacque negli Stati Uniti come il ‘Woman’s Day’, il giorno della donna, il 3 maggio 1908, quando durante una conferenza del Partito socialista di Chicago, la socialista Corinne Brown prese la parola, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, discutendo dello sfruttamento operato dai datori di lavoro nei confronti delle operaie e delle discriminazioni sessuali subite in termini salariali e di orario di lavoro. Quell’iniziativa non cambiò la situazione delle donne nell’immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909 e verso la fine dell’anno, a New York, scioperarono ventimila camiciaie. Un segnale decisivo per la popolazione femminile. Il successivo 27 febbraio alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day. Ma sarà solo nel 1910 che le socialiste americane, durante la Conferenza internazionale della donna a Copenaghen, proposero di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Mentre negli USA la festa continuò a essere celebrata a fine febbraio, alcuni paesi europei come Germania, Austria e Svizzera, iniziarono a festeggiare la giornata della donna il 19 marzo.
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L’8 marzo durante la Prima Guerra Mondiale ed in Italia
Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, le celebrazioni furono interrotte, fin quando l’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Manifestazioni e proteste esplosero in tutto il paese, portando al crollo dello zarismo. L’8 marzo 1917 rimase nella storia a indicare l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio, una data scelta anche dalle donne durante la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921, fiche fissarono all’8 marzo la ‘Giornata internazionale dell’operaia’. In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’8 marzo. Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese di dichiarare un giorno all’anno la ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’ e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. L’Assemblea riconobbe l’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, come la data ufficiale.
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Perché l’8 marzo si regalano le mimose alle donne?
La scelta del fiore della mimosa come fiore simbolo della celebrazione, questa risale all’8 marzo 1946, quando, con la fine della guerra, l’8 marzo venne festeggiato in tutta Italia e tre donne iscritte all’Unione donne italiane (Udi) Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, proposero di usare questo fiore come simbolo in quanto la mimosa fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Troppi giocattoli fanno male ai bambini
Brutte notizie per genitori e parenti che scelgono come regalo di Natale per un bambino la soluzione più facile e scontata che esista: un giocattolo, sembra infatti che possederne troppi possa nuocere alla capacità di concentrazione e alla godibilità del gioco dei piccoli. Bimbi che dovrebbero, invece, averne a disposizione solo qualcuno, per impegnare il giusto livello di attenzione e sviluppare correttamente la propria creatività. A ‘bacchettare’ chi mette troppi balocchi sotto l’albero è una ricerca dell’università di Toledo pubblicata sulla rivista Infant Behaviour and Development.
La ricerca
I ricercatori hanno reclutato 36 bambini e li hanno invitati a giocare in una stanza per mezz’ora. Un gruppo aveva a disposizione solo 4 giocattoli, mentre l’altro ben 16. Osservandoli e studiandoli, hanno rilevato che i piccoli tirano fuori molta più creatività quando hanno fra le mani pochi giochi: trascorrono circa il doppio del tempo cercando di inventare usi diversi per lo stesso giocattolo, espandendo così il loro orizzonte cognitivo. Gli autori concludono che i genitori, ma anche gli operatori di asili nido e scuole materne, dovrebbero offrire ai bimbi solo pochi giocattoli, magari nascondendo quelli in eccesso e riproponendoli ciclicamente come fossero nuovi.
16 giocattoli
“Questo studio era finalizzato a determinare se il numero di giocattoli nell’ambiente influenzasse la qualità del gioco dei bambini – indica Carly Dauch, a capo della ricerca – e abbiamo proprio dimostrato che con 16 giocattoli peggiora sia la durata che l’intensità dello svago. Tutti quegli oggetti è come se interferissero fra di loro, rappresentando una distrazione dall’approfondimento. Mentre durante l’infanzia i piccoli sviluppano la capacità di concentrazione ed è importante metterli nelle condizioni di non essere ‘disturbati'”. Un’indicazione utile soprattutto per il Natale: solo nel Regno Unito si spendono 3 miliardi di sterline ogni anno in giocattoli – rivela il ‘Telegraph’ online – e un bambino in media possiede 238 giochi diversi ma si intrattiene di solito solamente con i suoi 12 preferiti, circa il 5% del totale.
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Cosa regalare e non regalare ad un’amica grassa
Le persone in sovrappeso hanno solitamente una sensibilità molto particolare e tutti i giorni sono sottoposti a sguardi (per lo più di disapprovazione) e commenti ritenuti spiritosi sulle loro dimensioni o sul loro appetito. Un inferno che almeno per le feste hanno diritto di dimenticare. E siccome è il pensiero quello che conta, possiamo assicurarvi per esperienza diretta che ci sono alcuni regali da evitare assolutamente, in quanto sottointendono un giudizio più o meno negativo sulle loro forme.
Cosa NON regalare a un’amica grassa
- Cesti di dolciumi, buoni regali per cene al ristorante, smart box per esperienze gastronomiche. Anche se nel 90% dei casi il sovrappeso è causato da una alimentazione scorretta, perché dare per scontato che l’amica grassa sia una mangiona? O che le piaccia farsi vedere mentre mangia?
- Il magliettone oversize. No, perché un conto è provarlo nel chiuso di un camerino di un negozio, un conto è aprire il pacchetto sotto gli occhi di tutti, con le XXX della taglia sul cartellino, in bella vista.
- Le pantofole “puffose”. Ok, l’amica grassa non è una appassionata di uscite e se è molto grassa avrà anche problemi a muoversi con agilità. Non affondate il coltello nella piaga.
- L‘abbonamento di Groupon per la palestra. Sinceramente, pensate davvero che, se non lo ha fatto finora, andrà a lezione di zumba o total body insieme a ragazzine filiformi, inguainate in tutine taglia 38?
Cosa regalare a un’amica grassa
Ecco invece delle idee regalo carine, che saranno sicuramente gradite.
- Make up. Un filo di trucco sta bene a tutte e può esaltare il fascino del viso. Un regalo che la farà sentire donna, non cicciona
- Accessori. Sciarpe, collane, scarpe, orologi, il limite è la vostra fantasia. Evitate le cinture e i bracciali, per non creare imbarazzi nel caso non dovessero essere della misura giusta.
- Un buono acquisto per un negozio di abbigliamento, o meglio per acquisti online. Perché le risparmierete l’imbarazzo di dirvi quale taglia porta o, peggio, di andare personalmente a cambiare il capo troppo stretto che le avete regalato.
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Colleghi le donano le ferie per stare con la figlia malata: morta la bimba di 6 anni
Nicole non ce l’ha fatta: la piccolina si è spenta il giorno della vigilia di Natale tra le braccia della mamma nella loro casa di Marostica (Vicenza). La bimba di sei anni era affetta da tetraparesi spastica e la sua storia aveva commosso il Paese dopo che, qualche settimana fa, i colleghi della mamma avevano deciso di donarle le loro ferie per consentire alla donna di stare accanto alla figlia. Le condizioni di Nicole si sono aggravate a settembre, con il ricovero della bimba in terapia intensiva all’ospedale di Padova. Poi il ritorno a casa, sulle colline di Marostica, nonostante le sue condizioni fossero ancora gravi. A dicembre, a complicare la situazione ci si è messo il lavoro dei genitori: i due si sono trovati senza ferie e permessi mentre la piccola aveva costante bisogno della loro assistenza, giorno e notte. Ed è qui che è successo un piccolo “miracolo di Natale” che ha commosso il Paese.
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Il gesto dei colleghi della mamma
I colleghi della mamma, Michela Lorenzin, 34enne dipendente della Brenta Pcm di Molvena, hanno deciso di aiutarla. Si sono uniti e le hanno regalato le loro ferie, dieci mesi in tutto. “Molti li conosco soltanto di vista, eppure hanno saputo fare un gesto di puro altruismo, arrivando a rinunciare, per me, a un po’ del tempo che invece avrebbero potuto trascorrere con le loro famiglie”, raccontava Michela al Corriere del Veneto. “Questo Natale è magico, ricevo cosi tanta solidarietà da tante persone”, scriveva il 22 dicembre su Facebook. Solo due giorno dopo, la sua Nicole si sarebbe spenta. E’ proprio Michela, il giorno di Natale, ad annunciarlo in un post: “Ieri sera io e Nicole nel nostro abbraccio di arrivederci. Ti amerò per sempre, un giorno ci incontreremo”.
Tante volte pensiamo di essere sfortunati perché non ci possiamo permettere l’ultimo modello di cellulare o di borsa. La realtà è che le cose importanti della vita, come la salute di un figlio, le diamo per scontate e non lo sono affatto. Fermiamoci un attimo e riflettiamo sulle cose belle che abbiamo – e che altri non hanno – piuttosto che su quelle che vorremmo.
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I 5 migliori libri da regalare ad un nerd
Regalare un libro è uno dei migliori gesti che esista: un libro è per sempre, costa poco, fa capire a chi lo riceve che conosciamo i suoi gusti e che lo stimiamo. Un libro ha tante qualità, serve per sognare, per evadere, per divertirsi, ma anche per imparare, per vivere le vite degli altri, per farsi venire nuove idee. Ecco 5 proposte di libri perfetti per un amico nerd (o perfetti se volete fare un regalo al sottoscritto!):
I fisici hanno impiegato i successivi quarant’anni a mettere ordine alle conseguenze di questo risultato, finora indimostrato. In queste due lezioni, Hawking ritorna sul tema chiave della sua ricerca per raccontarci qual è il punto della situazione, e cosa rimane da capire sullo spazio, sul tempo, sulla nostra parte nell’universo. “I buchi neri rappresentano una sfida al principio più fondamentale che riguarda la prevedibilità dell’universo e la certezza della storia”, scrive. E ci coinvolge nell’ultima puntata di un’appassionata disputa scientifica, iniziata parecchi anni fa, tra la fisica classica della relatività generale e la fisica quantistica. Un libro che vi aprirà le porte al lato più oscuro dell’Universo!
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Un regalo inaspettato
Mai sottovalutare l’incanto di un regalo inaspettato
Illustrazione di Soso Haru
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