Differenza tra tosse e bronchite (acuta e cronica)

MEDICINA ONLINE TOSSE SECCA PERSISTENTE GRASSA CATARRO INFERNO FREDDO SCIARPA UOMO TOSSIRE MAL DI GOLA TONSILLE FEBBRE INFLUENZA FEBBRE DOLORE ASPIRINA ANTINFIAMMATORIO STANCHEZZA STRESS SALIVA AUTUNNO VACCINO TUBERCOLOSIIl termine “tosse” indica genericamente una emissione di aria singola o ripetuta, generalmente molto meno violenta dello starnuto, che ha lo scopo principale di liberare le vie aeree (naso, bocca, laringe, faringe, trachea, bronchi) da catarro, polvere, muco agenti irritanti e patogeni (virus e batteri). La tosse, al contrario dello starnuto, può essere sia una reazione spontanea dell’organismo, ma anche procurata volontariamente dal soggetto, inoltre non è legata alla chiusura automatica degli occhi. Un singolo colpo di tosse permette l’espulsione, ad oltre due metri di distanza, di migliaia di goccioline di saliva e di microrganismi, grazie alla violenta emissione di aria, che può raggiungere anche i 70 km all’ora.

Da cosa viene causata la tosse?

La tosse viene solitamente correlata a stati infiammatori/infettivi delle vie aeree superiori ed inferiori, che possono essere determinati da varie condizioni e patologie, come:

  • infezione virale o batterica (tipica di raffreddore ed influenza);
  • reazione allergica verso una o più sostanze;
  • ostruzione delle vie aeree da parte di oggetti più o meno grandi;
  • presenza di muco o catarro nelle vie aeree superiori ed inferiori;
  • passaggio di liquidi o materiali alimentari in trachea (“acqua o cibo di traverso”);
  • sindromi parainfluenzali;
  • croup (infiammazione virale acuta delle vie aeree superiori e inferiori, che colpisce prevalentemente bambini di età compresa tra 6 mesi e 3 anni);
  • irritazione delle mucose delle vie aeree causata da polveri ed altre sostanze irritanti.

Bronchite

La bronchite è l’infiammazione della mucosa che riveste i bronchi, le strutture ad albero che conducono l’aria ai polmoni. Il suo sintomo più rilevante è la difficoltà respiratoria, che si manifesta con un respiro sibilante, tosse, fiato corto, disturbi del sonno e senso di oppressione al torace. La bronchite può essere acuta, solitamente causata da un’infezione virale, o cronica, come risultato di un danno alle vie aeree dovuto a fumo, inquinamento e altre condizioni. Generalmente nella bronchite acuta l’infiammazione è scatenata da un virus che ha già colpito le prime vie aeree, come laringe e trachea, e si estende ai bronchi: l’infezione può essere provocata da virus comuni, come quelli del raffreddore o dell’influenza, o virus più difficili da trattare come il virus respiratorio sinciziale, l’adenovirus. L’episodio acuto è generalmente di breve durata (pochi giorni), se l’infiammazione si ripete e si protrae nel tempo è definita cronica. La bronchite cronica è la condizione tipica della Broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO).

La tosse nella bronchite acuta

La tosse negli episodi di bronchite è generalmente violenta, si presenta ad accessi che spesso lasciano senza fiato. A preannunciare il suo arrivo può essere un bruciore al petto, localizzato dietro lo sterno (se è interessata anche la trachea). All’inizio la tosse è generalmente secca e stizzosa, poi diventa profonda e con abbondante secrezione di catarro. In seguito all’infiammazione i bronchi si gonfiano e producono muco e pus. A volte si ha la febbre (non supera i 38,5°C e dura 3-5 giorni) e si respira con difficoltà: all’inizio in situazioni di sforzo, poi anche a riposo.

La tosse nella bronchite cronica

Nella bronchite cronica la tosse diventa insistente soprattutto al mattino, con emissione di muco scarso o abbondante, catarro in quantità che perdura anche oltre tre mesi l’anno. A ciò si associano affanno più o meno intenso e crisi asmatiche. A causa dell’infiammazione i bronchi si restringono o rimangono ostruiti, rendendo difficile il respiro e la circolazione del sangue nei polmoni. In molti casi succede che una o più volte all’anno si verifichino episodi di riacutizzazioni con aumento della tosse e dell’espettorato. Il risultato è un ostacolo più o meno grave al passaggio dell’aria nei bronchi e nei polmoni per provoca dispnea più o meno grave.

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Differenza tra tosse e starnuto

MEDICINA ONLINE TOSSE STARNUTO MAL DI GOLA INFLUENZA RAFFREDDORE VELOCE POTENTE VIRUSUno “starnuto” corrisponde ad una emissione violenta d’aria dai polmoni, che può essere solitaria o, più spesso, ripetuta due, tre o anche quattro volte di seguito, a distanza di circa un secondo da una emissione e l’altra. Tale emissione serve per liberare le vie aeree superiori (specie naso) da ostruzioni (muco), patogeni o sostanze irritanti. Lo starnuto è una reazione automatica (involontaria) del corpo, legata alla chiusura involontaria degli occhi.

La “tosse” è una emissione di aria singola o ripetuta, generalmente molto meno violenta dello starnuto, che serve per liberare le vie aeree (naso, bocca, laringe, faringe, trachea, bronchi) da catarro, polvere, muco agenti irritanti e patogeni. La tosse, al contrario dello starnuto, può essere sia una reazione spontanea dell’organismo, ma anche procurata volontariamente dal soggetto, inoltre non è legata alla chiusura automatica degli occhi.

Da cosa vengono causati tosse e starnuti?

Sia gli starnuti che la tosse vengono solitamente correlati a stati infiammatori delle vie aeree superiori, che possono essere determinati da varie condizioni e patologie, come:

  • infezione virale o batterica (tipica di raffreddore ed influenza);
  • reazione allergica verso una o più sostanze;
  • ostruzione delle vie aeree da parte di oggetti più o meno grandi;
  • presenza di muco o catarro nelle vie aeree superiori;
  • poliposi nasale;
  • passaggio di liquidi o materiali alimentari in trachea (“acqua o cibo di traverso”);
  • sindromi parainfluenzali;
  • sinusite;
  • croup (infiammazione virale acuta delle vie aeree superiori e inferiori, che colpisce prevalentemente bambini di età compresa tra 6 mesi e 3 anni);
  • irritazione delle mucose nasali (rinite) causata da polvere, pepe, ammoniaca ed altre sostanze irritanti.

Solitamente uno o più starnuti di seguito sono causati da stimoli ostruttivi/infiammatori/irritativi a livello della mucosa nasale, mentre la tosse è determinata da stimoli simili ma localizzati a livello di laringe/faringe/trachea/bronchi.

Quali sono le funzioni di tosse e starnuti?

La funzione di starnuto e tosse può essere sovrapposta: è principalmente quella di mantenere la pervietà delle vie aeree (naso, bocca, faringe, laringe, trachea…) eliminando da esse oggetti, sostanze chimiche, muco, catarro ed agenti patogeni.

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Starnutire e tossire “fa bene”?

Starnutire e tossire sono dei riflessi senza dubbio utili all’organismo perché consentono di mantenere liberi i condotti che permettono all’aria di transitare verso/da i polmoni, tuttavia episodi ripetuti di starnuti potrebbero essere campanello di allarme di varie patologie sia polmonari che neurologiche e portare ad una irritazione cronica delle prime vie aeree ed a dolori costali e dei muscoli intercostali.

Velocità diverse di starnuto e tosse

In un singolo starnuto possono essere emesse, a distanza di oltre due metri, migliaia di particelle di liquido e fino a ben 40 mila goccioline di saliva e 5000 microrganismi patogeni, alla velocità – secondo alcuni ricercatori – che può addirittura superare i 300 km all’ora. Anche la tosse è capace di emettere migliaia di particelle solide/liquide e di patogeni a distanza di metri, tuttavia la potenza dell’aria emessa è molto più bassa dello starnuto, arrivando alla comunque ragguardevole velocità di circa 70 km orari. Tale differenza tra starnuto e tosse si riflette anche nel fatto che gli occhi si chiudono in automatico durante uno starnuto, ma non durante la tosse. Per quale motivo? Continuate la lettura!

Perché si chiudono gli occhi quando si starnutisce?

Avete mai provato a starnutire tenendo gli occhi aperti? Inutile provarci: è impossibile, motivo per cui gli starnuti sono pericolosi mentre si svolgono attività lavorative pericolose, o anche solo mentre si guida una automobile. Per quale motivo di verifica la chiusura degli occhi? Come abbiamo visto lo starnuto può emettere aria e particelle liquide/solide a ben oltre 100 km all’ora, e ciò è possibile perché in concomitanza con lo starnuto i muscoli respiratori comprimono il torace e le vie respiratorie si chiudono, facendo alzare la pressione nei polmoni a tal punto che, nel momento dello starnuto, l’aria viene emessa in modo violentissimo. Quando accade ciò tanti muscoli sono coinvolti, anche quelli facciali che immediatamente provocano la chiusura degli occhi in modo da proteggerli da una spinta esagerata: sappiate che un semplice starnuto, se non si chiudessero le palpebre, potrebbe far uscire i vostri occhi dalle orbite! Durante la tosse, i livelli pressori non sono così alti come nello starnuto, motivo per cui il nostro corpo non chiude in automatico le palpebre mentre tossiamo.

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Perché si starnutisce? Cosa fare se si continua a starnutire?

MEDICINA ONLINE TOSSE SECCA PERSISTENTE GRASSA CATARRO INFERNO FREDDO SCIARPA UOMO TOSSIRE MAL DI GOLA TONSILLE FEBBRE INFLUENZA FEBBRE DOLORE ASPIRINA ANTINFIAMMATORIO STANCHEZZA STRESS SALIVA AUTUNNO VACCINO TUBERCOLOSIUno “starnuto” corrisponde ad una emissione violenta d’aria dai polmoni, sperimentata molte volte nella vita da un essere umano, ma anche da alcuni animali, tra cui anche cani e gatti.

Da cosa viene causato uno starnuto?

Gli starnuti, specie se ripetuti varie volte di seguito, vengono solitamente correlati a stati infiammatori delle vie aeree superiori, che possono essere determinati da varie condizioni e patologie, come:

  • infezione virale o batterica (tipica di raffreddore ed influenza);
  • reazione allergica verso una o più sostanze;
  • ostruzione delle vie aeree da parte di oggetti più o meno grandi;
  • presenza di muco o catarro nelle vie aeree superiori;
  • poliposi nasale;
  • sindromi parainfluenzali;
  • sinusite;
  • croup (infiammazione virale acuta delle vie aeree superiori e inferiori, che colpisce prevalentemente bambini di età compresa tra 6 mesi e 3 anni);
  • irritazione delle mucose nasali (rinite) causata da polvere, pepe, ammoniaca ed altre sostanze irritanti.

Perché viene lo starnuto? Starnutire fa bene?

La funzione dello starnuto è principalmente quella di mantenere la pervietà delle vie aeree, eliminando da esse oggetti, sostanze chimiche, muco, catarro ed agenti patogeni. In un singolo starnuto possono essere emesse, a distanza di oltre due metri, migliaia di particelle di liquido e fino a ben 40 mila goccioline di saliva e 5000 microrganismi patogeni! In tal senso starnutire fa senza dubbio “bene” perché consente di mantenere liberi i condotti che permettono all’aria di transitare verso/da i polmoni, tuttavia episodi ripetuti di starnuti potrebbero essere campanello di allarme di varie patologie sia polmonari che neurologiche e portare ad una irritazione cronica delle prime vie aeree ed a dolori costali e dei muscoli intercostali.

Perché si starnutisce col raffreddore?

Come appena visto, lo starnuto è determinato da stimoli infiammatori relativi alle prime vie aeree, cioè proprio quelle zone dove i virus del raffreddore determinano infezione e quindi infiammazione.

A che velocità “viaggia” uno starnuto?

L’emissione d’aria determinata da uno starnuto, può raggiungere velocità insospettabili: quando una persona starnutisce, la velocità con la quale aria, particelle liquide e muco lasciano il naso e la bocca può aggirarsi intorno ai 160 km/h; secondo uno studio dei ricercatori della Exel University di Filadelfia, lo starnuto viaggerebbe invece fino ai 320 km/h.

Meccanismo fisiologico dello starnuto umano

Lo starnuto è un atto indotto dall’attivazione di un riflesso trigeminale. Fibre sensitive del nervo trigemino infatti si distribuiscono anche alla mucosa delle cavità nasali ed alla mucosa di parte delle alte vie respiratorie; la stimolazione (ad esempio da parte di piccoli corpi estranei, quali polvere o pollini) di tali fibre induce la loro attivazione. Esse scaricano i loro impulsi sui neuroni del nucleo sensitivo principale del trigemino, che recluta selettivamente il centro respiratorio bulbare localizzato nell’area reticolare parvicellulare della colonna parasagittale laterale della formazione reticolare e motoneuroni del nucleo ambiguo vagale. Nel primo caso, le proiezioni sono dirette a motoneuroni midollari deputati all’innervazione del muscolo diaframma e dei muscoli intercostali; nel secondo caso, si tratta di motoneuroni deputati all’innervazione della muscolatura (striata) laringea e faringea. Il risultato è quindi la violenta espulsione dell’aria contenuta nei polmoni e la contrazione coordinata della muscolatura laringea e faringea.

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Perché si starnutisce guardando il sole?

Circa il 30% della popolazione, inizia a starnutire ripetutamente (starnuto parossistico) quando passa dall’oscurità a una luce sufficientemente forte oppure a quella del sole: si parla in questo caso anche di “riflesso eliociliosternuteogenico“, anche chiamato “starnuto riflesso fotico“, o “fotoptarmosi” o “sindrome ACHOO” (acronimo da Autosomal dominant Compelling Helio-Ophthalmic Outburst). Tale riflesso, noto fin dai tempi degli antichi greci, è il risultato di una condizione genetica a trasmissione autosomica dominante che porta ad una alterazione delle vie nervose che collegano il collicolo superiore alla porzione contenuta nel mesencefalo del nucleo del nervo trigemino. Altri ricercatori sostengono che le cause siano da imputarsi a una maggiore attivazione della corteccia visiva, correlata con l’attivazione del lobo dell’insula e dell’area somestesica secondaria.

Perché si chiudono gli occhi quando si starnutisce?

Avete mai provato a starnutire tenendo gli occhi aperti? Inutile provarci: è impossibile, motivo per cui gli starnuti sono pericolosi mentre si svolgono attività lavorative pericolose, o anche solo mentre si guida una automobile. Per quale motivo di verifica la chiusura degli occhi? Come abbiamo visto lo starnuto può emettere aria e particelle liquide/solide ad oltre 100 km all’ora, e ciò è possibile perché in concomitanza con lo starnuto i muscoli respiratori comprimono il torace e le vie respiratorie si chiudono, facendo alzare la pressione nei polmoni a tal punto che, nel momento dello starnuto, l’aria viene emessa in modo violentissimo. Quando accade ciò tanti muscoli sono coinvolti, anche quelli facciali che immediatamente provocano la chiusura degli occhi in modo da proteggerli da una spinta esagerata: sappiate che un semplice starnuto, se non si chiudessero le palpebre, potrebbe far uscire i vostri occhi dalle orbite!

Perché si starnutisce due o tre volte di seguito?

Tutti noi lo sappiamo: uno starnuto non viene quasi mai da solo. Spesso il fenomeno si ripete due, tre anche quattro volte di seguito. Per quale motivo? Perché tale ripetizione aumenta le possibilità di rimuovere efficacemente l’ostacolo, l’oggetto irritante o i patogeni. Ad esempio, per espellere adeguatamente un agente irritante, per prima cosa bisogna smuoverlo dal naso (primo starnuto), successivamente è necessario portalo verso la punta del naso (secondo starnuto), per poi buttarlo fuori (terzo ed eventuale quarto starnuto).

Starnutire fa male al cuore? La sincope da starnuto

Poco prima di starnutire si tende a respirare a fondo facendo aumentare la pressione nel torace e ciò inibisce brevemente il flusso sanguigno verso il cuore, fatto che può abbassare la pressione del sangue ed accelerare il battito cardiaco. Nell’espirare, però, la pressione sanguigna aumenta e il battito cardiaco rallenta. Al tempo stesso, starnutire stimola il nervo vago che dal cervello si estende fino all’addome: in genere quando il nervo vago viene stimolato il corpo reagisce riducendo il battito cardiaco. Si tratta comunque di un effetto minimo (che si verifica anche con tosse e conati di vomito) che rallenta il cuore per una frazione di secondo, fatto che, in soggetti sani, non determina alcun problema. In casi estremamente rari, tuttavia, starnutire può rallentare il battito o abbassare la pressione fino a far perdere i sensi al soggetto predisposto: un fenomeno noto come sincope da starnuto. Inoltre chi ha un’anomalia cardiaca congenita o assume farmaci che influiscono sul battito cardiaco, come i betabloccanti, può avere una reazione esagerata a starnuti e tosse.

Perché si dice “salute” quando una persona starnutisce?

L’abitudine di dire “salute” a chi starnutisce, sembrerebbe derivare da una usanza tipica degli antichi romani, i quali auguravano “salus” o “salve” a chi compiva l’atto.

Cosa fare se si continua a starnutire?

Alcuni rimedi naturali per smettere di starnutire sono i seguenti:

  • La tua dieta quotidiana dovrebbe includere alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi e ortaggi. La vitamina C può contribuire a ridurre la produzione di istamina nel corpo, e quindi controllare gli starnuti. Quando si soffre di un raffreddore comune, bere un bicchiere di limonata o di succo d’arancia può dare una buona dose di vitamina C.
  • Molte persone bevono il the d’ortica per ridurre l’infiammazione nelle vie nasali, ma gli integratori a base di ortica sono molto più efficaci per smettere di starnutire.
  • La tua dieta dovrebbe includere anche verdure che contengono bioflavonoidi, che hanno lo stesso potenziale della vitamina C. Le sue proprietà antiossidanti controllano l’istamina prodotta dal corpo e quindi riducono gli starnuti.
  • Passare l’aspirapolvere con una certa regolarità a casa può aiutare a sbarazzarsi di allergeni come gli acari della polvere e i peli di animali, che possono causare gli starnuti.
  • Molte persone sono allergiche ai peli di animali quali gatti e cani, che possono causare gravi reazioni allergiche. E’ quindi importante lavare con frequenza gli animali di casa per tenerli puliti.
  • Le persone allergiche a polline e fumo dovrebbero coprire sempre il loro naso mentre si trovano all’aperto, per evitare che questi fastidiosi allergeni passino dalle vie nasali.
  • I filtri dei sistemi di aria condizionata dovrebbero essere lavati con acqua almeno una volta al mese.
  • Gli alimenti ricchi di aglio aiutano a migliorare il sistema immunitario e contribuire a ridurre allergie varie e quindi smettere di starnutire.

I metodi descritti sopra su come smettere di starnutire, in molti casi sono solo dei palliativi che possono non risolvere il problema: se gli starnuti continuano in modo anormale, si dovrà contattare il medico che individuerà la causa a monte che li provoca e la curerà in modo adeguato.

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Lo sciroppo per la tosse e/o per il catarro vanno presi prima o dopo i pasti?

MEDICINA ONLINE VIRUS BATTERI INFLUENZA RAFFREDDORE TEMPERATURA STARNUTO EBOLA TRASMISSIONE MORTE SINTOMI STARNUTO CONTATTOGli sciroppi per la tosse e per il catarro (sedativi, fluidificanti e mucolitici come Mucosolvan® e Bronchenolo®) vanno assunti prima o dopo i pasti? 

Salvo indicazione specifica del medico, il momento di assunzione è indifferente: tali farmaci possono essere infatti assunti prima o dopo i pasti, preferibilmente mezz’ora prima del pasto o mezz’ora dopo il termine del pasto.

Se necessario è possibile assumere lo sciroppo anche poco prima di andare a dormire. In caso di dubbio, fate riferimento alle modalità di assunzione descritte sul foglietto illustrativo allegato al farmaco o chiedere informazioni al proprio medico curante.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

I maschi esagerano i sintomi dell’influenza? E’ un falso mito

MEDICINA ONLINE FEBBRE INFLUENZA TEMPERATURA MISURARE TERMOMETRO MERCURIO DIGITALE BAMBINI NEONATO RAFFREDDORE TOSSE 2018 FARMACI TERAPIA CURA SUFFUMIGI ASMA RESPIRO DISPNEA POLMONI NOTTE GIORNO CORTISOLO ASPIRINA TACHIPIRI“Gli uomini si lamentano troppo quando hanno una semplice influenza”. Quante volte lo abbiamo sentito in vita nostra? Ma è un luogo comune o forse i maschi hanno “ragione a lamentarsi di più” delle donne? Una ricerca canadese sembra dare “ragione” agli uomini, giustificando – almeno in parte – quella che gli inglesi “man flu”, cioè l’esagerazione dei sintomi di influenze e raffreddori tipici dei maschi.

Il testosterone non aiuta

L’articolo è stato pubblicato sul numero natalizio della rivista Bmj, tradizionalmente dedicato a ricerche ‘fuori dagli schemi’ e cita una serie di ricerche precedenti in questo campo. In un caso uno studio sui topi ha ad esempio suggerito che il testosterone limita la risposta immunitaria all’influenza, mentre alcuni ormoni femminili la accelerano. Alcuni esperimenti su piccoli gruppi di persone hanno anche trovato che le cellule di maschi e femmine rispondono diversamente ai virus del raffreddore. “Ricerche fatte in Usa – sottolinea l’autore, Kile Sue della Memorial University of Newfoundland – mostrano che gli uomini hanno tassi di morte più alti per influenza in confronto alle donne, mentre dati raccolti a Hong Kong dimostrano che i maschi hanno una maggiore probabilità di essere ricoverati per complicazioni dell’influenza rispetto alle donne”.

Tempi di recupero doppi per gli uomini

L’autore della ricerca cita anche un sondaggio fatto da un magazine popolare che dimostra che gli uomini impiegano il doppio a recuperare dalle malattie virali. In definitiva, secondo Sue, l’accusa che si fa agli uomini di reagire in modo eccessivo alle malattie è infondata, anche se buona parte delle ricerche citate non tiene conto di fattori diversi come la maggiore propensione delle donne a prendersi cura di se stesse evitando comportamenti a rischio come il fumo. “E’ perché le donne sono più resilienti che riescono a gestire meglio le malattie o è perché i sintomi sono meno severi? – afferma al Guardian -. Non ne siamo sicuri, ma penso che dovremmo quantomeno avere il beneficio del dubbio”.

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Mezzo milione di italiani con influenza: picco per Natale e capodanno

MEDICINA ONLINE TOSSE STARNUTO MAL DI GOLA INFLUENZA RAFFREDDORE VELOCE POTENTE VIRUSIl numero di casi stimati nell’ultima settimana disponibile è pari a circa 122.000, per un totale di circa 467.000 casi totali di influenza nell’autunno/inverno 2017/18. Più colpiti i bambini: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 5,15 casi per mille assistiti, nella fascia 5-14 anni a 2,29/mille, nella fascia 15-64 anni a 1,96, e tra le persone di età pari o superiore a 65 anni a 1,27 casi per mille assistiti. L’incidenza osservata in alcune regioni, avvisano però da InfluNet, è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato i loro dati.

Picco di influenza da Natale in poi

Il dott. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha comunicato che “La stagione è ancora all’inizio e sta avendo un andamento analogo a quello dell’anno scorso. Molti dei casi di cosiddetta influenza in questo periodo sono in realtà dovuti a virus parainfluenzali: è il caso delle sindromi gastrointestinali con nausea, diarrea e vomito. La vera influenza è caratterizzata da febbre alta, dolori articolari e talvolta mal di gola con tosse secca. Per il resto, specie laddove i sintomi sono gastrointestinali, abbiamo a che fare con sindromi parainfluenzali. Si prevede che i casi aumenteranno a Natale con un picco fino alla fine di gennaio”.

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Abuso di antibiotici: a volte è meglio solo il riposo

MEDICINA ONLINE VIRUS BATTERI INFLUENZA RAFFREDDORE TEMPERATURA STARNUTO EBOLA TRASMISSIONE MORTE SINTOMI STARNUTO CONTATTOCirca un quinto delle prescrizioni di antibiotici non sono necessarie, dal momento che vengono prescritti per patologie che in realtà migliorano da sole. Sono le conclusioni a cui sono giunti i tecnici della Public Health England (Phe), agenzia del ministero della Salute inglese. L’abuso di antibiotici è anzi controproducente, dal momento che rende le infezioni più difficili da trattare, creando dei batteri resistenti a molti farmaci. Si stima infatti che 4 casi su 10 di infezione nel sangue da Escherichia Coli non si possa trattare con gli antibiotici di prima scelta, e che entro il 2050 le infezioni resistenti nel mondo mieteranno più vittime di quante ne faccia il cancro ora.

Gli antibiotici non servono?

Questo non è ovviamente vero, è vero invece che servono solo quando sono davvero essenziali, cioè nei casi di sepsi, polmonite, meningiti batteriche e altre gravi infezioni, mentre non lo sono per altre malattie. Tosse o bronchite per esempio passano da sole in tre settimane, e l’antibiotico nella maggioranza dei casi non ne accorcia la durata se non di uno o due giorni. La maggior parte dei soggetti, se sono immunocompetenti (cioè se il loro sistema immunitario funziona bene), guarisce dalle infezioni di volta in volta grazie alle proprie naturali difese immunitarie. L’indicazione che dovrebbero ricevere, per infezioni che il nostro organismo può gestire da solo, è di “riposare, bere molti liquidi e usare farmaci per far passare dolore e fastidi, come il paracetamolo.

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Influenza 2017/2018: sintomi, virus, vaccino, quanto dura e rimedi

MEDICINA ONLINE FEBBRE INFLUENZA TEMPERATURA MISURARE TERMOMETRO MERCURIO DIGITALE BAMBINI NEONATO RAFFREDDORE TOSSE 2018 FARMACI TERAPIA CURA SUFFUMIGI ASMA RESPIRO DISPNEA POLMONI NOTTE GIORNO CORTISOLO ASPIRINA TACHIPIRIAnche questo autunno/inverno non tarderà ad arrivare, ma la sua virulenza dipenderà in buona misura dalle condizioni meteorologiche. La stagione scorsa, secondo i dati dell’Osservatorio InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità, erano stati 5.441.000 i casi accertati, con un picco di contagi registrato nell’ultima settimana del 2016. Quest’anno si parla nuovamente di 4-5 milioni di casi di influenza, ai quali vanno sommati gli 8-10 milioni di sindromi parainfluenzali. Quindi saranno dai 12 ai 15 milioni gli italiani costretti a letto dai virus influenzali.

Il nuovo virus

Se l’inverno dovesse essere lungo e freddo, sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se al contrario dovesse essere più mite, si può prevedere che ad avvantaggiarsene saranno i virus parainfluenzali, con sintomi meno marcati. A livello di ceppi, l’unica novità prevista per questa stagione sarà l’H1N1 A/Michigan, variante che sostituirà l’H1N1 California. Gli altri saranno gli stessi del 2016/17, cioè l’H3N2 A/Hong Kong e i due virus B/Brisbane e B/Phuket. Quindi il totale dei virus circolanti sarà di quattro.

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Vaccino trivalente e quadrivalente

La raccomandazione dell’OMS di realizzare un vaccino quadrivalente non pare aver avuto un grande seguito: lo scorso anno solo un’azienda l’ha messo sul mercato e quest’anno se ne è aggiunta solo una seconda. Ma per il virologo anche i vaccini trivalenti, soprattutto se adiuvati, sono efficaci, pur non assicurando una copertura totale. Il quadrivalente è raccomandato per bambini e adulti, mentre il trivalente può essere sufficiente per gli anziani, che hanno già incontrato più volte i virus, e hanno quindi in genere sintomi più attenuati. Gli anziani comunque sono quelli che più di altri dovrebbero vaccinarsi, soprattutto se hanno problemi cardiacirespiratori(BPCO), se sono immunodepressi o dializzati. Certo, il vaccino non protegge dalle 262 varianti di virus parainfluenzali, quindi l’iniezione fatta a inizio stagione non garantisce di passare l’intero inverno lontani da termometri e fazzoletti. Evita però le forme più toste e quindi più pericolose per chi ha già qualche problema di salute. La vaccinazione antinfluenzale gratuita è stata pensata dalle autorità sanitarie con lo scopo di coprire almeno il 75% della popolazione over 65. Ma in seguito al ‘flop’ della prevista pandemia, e a qualche allarme rivelatosi poi ingiustificato degli anni passati, c’è stato un crollo delle vaccinazioni. Un’indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), ha appurato che in media si vaccina tutti gli anni solo il 14% della popolazioneitaliana. Restringendo il campo ai soli anziani, il dato sale ma non quanto dovrebbe, ed è fermo al 45%.
A tenere lontani gli italiani dal vaccino antinfleunzale non è la diffidenza, quella che, per intenderci, caratterizza molti genitori che non vaccinano i propri figli contro malattie come il morbillo o la meningite (problema ora bypassato dal decreto Lorenzin). Meno del 5% degli italiani ritiene il vaccino antinfluenzale pericoloso, ma più di 2 su 3 dichiarano di non avervi mai fatto ricorso, e il 32,8% lo ritiene non necessario. Purtroppo però si tratta in genere di virus particolarmente contagiosi, dai quali quindi serve più che mai proteggersi: “Un solo starnuto”, ricorda Pregliasco, “può contenere circa 40.000 micro goccioline, che possono viaggiare a oltre 300 km all’ora”.

Sintomi

Mentre le sindromi parainfluenzali possono presentarsi a vari livelli di intensità, la vera influenza si presenta con i classici sintomi, principalmente: febbre alta (oltre 38), dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione nasale o mal di gola.

Quanto dura l’influenza?

Nella maggioranza degli individui adulti (escludendo bambini ed anziani), l’influenza tende a scomparire entro 6/7 giorni giorni.

Cosa fare se ci si ammala?

Quando si è colpiti, va bene utilizzare farmaci senza obbligo di ricetta (Assosalute fa sapere che lo fanno 57 italiani su 100) per abbassare i sintomi ma espone il paziente a rischi: azzerare la febbre ed andare a lavorare come se nulla fosse, fa il gioco del virus perché si contagiano altri e si rischia di prolungare il periodo di malattia. Utili suffumigi ed aerosol. Quanto all’uso degli antibiotici, che ha senso solo in presenza di un coinvolgimento batterico, assolutamente vietato il fai-da-te, quindi no all’impiego di farmaci vecchi rimasti nell’armadietto delle medicine. Consultare sempre il medico, che normalmente li prescriverà solo se i sintomi persistono per oltre 4/5 giorni.

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Prevenzione del contagio

Alcuni semplici comportamenti possono aiutare a prevenire il passaggio del virus. Oltre a cercare di evitare il contatto con persone malate, è buona norma lavarsi spesso le mani, evitare di toccarsi naso, occhi e bocca (chi si mangia le unghie ha un rischio più elevato di contagio, perché sono le mani il veicolo principale). Anche disinfettare le superfici di casa o dell’ufficio, specialmente se qualche membro della famiglia o qualche collega si è ammalato, non è una cattiva idea, a cominciare dai telefoni. Evitare il fumo, che abbassa le difese immunitarie, e bere molta acqua, che favorisce l’eliminazione delle tossine. Poi come sempre, dieta sana e attività fisica, per mantenere l’organismo nella forma migliore, quindi più pronto ad affrontare gli agenti esterni.

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