Ritardo semplice di linguaggio: definizione e classificazione

MEDICINA ONLINE BAMBINI BIMBI SCUOLA PRIMARIA ELEMENTARE ETA PICCOLI EDUCAZIONE INSEGNANTE DISTURBI SPECIFICI APPRENDIMENTO DSA INTELLIGENZA DISLESSIA DISGRAFIA DISORTOGRAFIA ATTENZIONECon “ritardo semplice di linguaggio” si indica il deficit del bambino nella normale acquisizione della Continua a leggere

Differenza tra area di Broca e Wernicke

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME FATTO CERVELLO SERVE FUNZIONA MEMORIA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio PeneL’area di Broca (in inglese “Broca’s area”; pronuncia: brocà) è una parte dell’emisfero dominante del cervello (spesso il sinistro) ed ha funzioni relative all’elaborazione del linguaggio. L’area di Wernicke (in inglese “Wernicke’s area”) è una parte del lobo temporale del cervello le cui funzioni sono coinvolte nella comprensione del linguaggio.

Differente posizione
L’area di Broca è localizzata nel piede della terza circonvoluzione frontale. Tale area può anche essere descritta come l’unione dell’area 44 di Brodmann e della 45, ed è connessa all’area di Wernicke da un percorso neurale detto fascicolo arcuato. L’area di Wernicke corrisponde invece alla parte posteriore dell’area 22 di Brodmann, nel lobo temporale superiore (corteccia associativa sensoriale).

Differenti funzioni
Entrambe le aree fanno parte di un gruppo di strutture atte a comprendere ed mettere linguaggio, con una importante differenza: l’area di Broca, ha funzione di elaborare mentalmente e meccanicamente il linguaggio, mentre quella di Wernicke ha funzione di comprendere il linguaggio. Essendo zone con funzioni diverse, un danno in una specifica parte, determina sintomi specifici, a tal proposito leggi: Differenza tra afasia di Broca e di Wernicke

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Differenza tra afasia di Broca e di Wernicke

MEDICINA ONLINE CERVELLO CORTECCIA VISIVA UDITIVA LOBO LOBI FRONTALE PRO FRONTALE PARIETALE OCCIPITALE TEMPORALE ENCEFALO SISTEMA NERVOSO ANATOMIA PRIMARIA SECONDARIAUn danno nell’area di Broca può provocare la cosiddetta afasia di Broca. I pazienti colpiti da afasia di Broca possono essere incapaci di comprendere o formulare frasi con una struttura grammaticale complessa: il loro linguaggio non è fluente ed appare disconnesso (afasia NON fluente). L’afasico non fluente ha un eloquio scarsamente produttivo; la sua produzione linguistica si limita a parole isolate o a frasi brevi (due o tre elementi) e dalla sintattica piuttosto semplice; i verbi utilizzati non sono molti e spesso non vengono nemmeno coniugati; lo stile risulta “telegrafico”; molto spesso vengono omessi dalla frase gli articoli, le preposizioni e i pronomi. La prosodia risulta anormale. In molti casi, la persona affetta da afasia non fluente si rende conto della situazione, delle sue difficoltà comunicative e si scoraggia, rinuncia all’eloquio oppure tenta di compensare il suo deficit utilizzando un linguaggio non verbale. Spesso sono presenti deficit articolatori.

Invece nei pazienti affetti dall’afasia di Wernicke (afasia fluente) il linguaggio parlato è scorrevole (fluente), ma il senso logico è mancante, come anche la comprensione del linguaggio appare compromessa. Il soggetto colpito da afasia fluente ha un eloquio che viene definito come “relativamente produttivo”, abbondante, e dispone di una prosodia (ritmo, accentazione e intonazione) relativamente nella norma; anche la produzione articolatoria risulta normale. Il linguaggio dell’afasico fluente, però, risulta a tratti piuttosto sconnesso; le frasi sono generalmente lunghe e non sono quasi mai sintatticamente corrette (si parla, infatti, di paragrammatismo); nei casi più gravi di afasia, l’eloquio non ha nessun significato particolare. Un problema di non poco conto è che, molto spesso, la persona afasica non si rende conto di questo stato di cose, soprattutto nei casi in cui vi è un grosso problema di decodificazione uditiva.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Area di Wernicke: funzioni ed afasia di Wernicke

MEDICINA ONLINE CORTECCIA UDITIVA VISIVA PRIMARIA SECONDARIA MOTORIA SENSITIVA PREFRONTALE CERVELLO ENCEFALO BROCA WERNICKE INTELLIGENZA SISTEMA NERVOSO CENTRALE PERIFERICO SNC SNP SOSTANZA GRIGIA BIANCAL’area di Wernicke (in inglese “Wernicke’s area”) è una parte del lobo temporale del cervello le cui funzioni sono coinvolte nella comprensione del linguaggio. Le informazioni sensoriali relative alla percezione del linguaggio arrivano nell’area di Wernicke, che è in stretta associazione con l’area acustica primaria, dove avviene il processo di decodificazione, ossia la trasformazione degli stimoli uditivi in unità linguistiche. L’area corrispondente nell’emisfero destro svolge invece una funzione di comprensione della prosodia.

Posizione anatomica
Corrisponde alla parte posteriore dell’area 22 di Brodmann, nel lobo temporale superiore (corteccia associativa sensoriale) dell’emisfero sinistro, ed è connessa all’area di Broca da un percorso neurale detto fascicolo arcuato.

Afasia di Wernicke
Un danno nell’area di Wernicke, dovuto ad esempio ad ictus, atrofia, traumi, neoplasie, infezioni ed ischemia, può provocare la cosiddetta “afasia sensoriale di Wernicke”. Nei pazienti affetti dall’afasia di Wernicke si evidenzia con un deficit selettivo della comprensione del linguaggio sia parlato sia scritto, pur lasciando intatta la capacità di parlare, seppure in modo sconclusionato (afasia fluente). In pazienti con questo tipo di afasia quindi il linguaggio parlato è scorrevole, ma il senso logico è mancante ed anche la comprensione del linguaggio appare compromessa.

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Per gli scienziati “Eh?” è la prima parola universale

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO PREISTORICO STORIA SCIENZA PREISTORIAQual è la parola universale del linguaggio dell’uomo preistorico, medievale o moderno che sia? Quale parola racchiude in sé il linguaggio di tutti gli uomini mai vissuti sulla terra? La risposta a questa domanda è un’altra domanda: EH? Eh già, non è “mamma” e nemmeno “cibo” o “fuoco”. La parola è proprio EH? Sì, avete capito bene: quella che si usa quando non si è… capito bene! Una sillaba apparentemente inutile che però, secondo i linguisti olandesi coordinati da Mark Dingemanse dell’Istituto Max Planck di psicolinguistica a Nijmegen (Olanda) rappresenta uno strumento indispensabile nella comunicazione, perché permette di comprendere meglio ciò che l’altro sta cercando di dire.

La ricerca

Pubblicata su Plos One, la ricerca è stata svolta analizzando le lingue di tutto il mondo, fino a scoprire che tutte hanno una parola che ha suono e funzione quasi identiche: il termine che in italiano suona come “Eh?”, in inglese “Huh?”, in spagnolo “E?”, in  tedesco “He?”, in cinese “A?”. “Senza parole come questa – spiegano gli studiosi – non saremmo in grado di segnalare subito e in modo efficace quando non comprendiamo qualcosa che viene detto“. Un risultato importante, quello ottenuto dai ricercatori olandesi, soprattutto considerando che, di solito, le parole nei linguaggi non correlati hanno un suono completamente differente.

Come si è giunti al risultato?

Ma come hanno fatto gli studiosi a capire che “Eh?” è così simile tra le varie lingue? Semplice: hanno studiato il contesto specifico in cui si pronuncia questa parola. Nella comunicazione umana, infatti, quando in qualche modo non siamo in grado di rispondere in modo appropriato, abbiamo bisogno di una via di fuga: un modo per segnalare il  problema rapidamente. Questo segnale, spiegano gli esperti, deve essere facile da produrre in situazioni in cui si sta letteralmente rischiando di perdere qualcosa, e deve essere una parola interrogativa, che serva a chiarire che il primo relatore deve ripetere quello che ha detto. Dal momento che questi requisiti funzionali sono sostanzialmente uguali tra i vari linguaggi, ciò ha portato le lingue a convergere sulla stessa soluzione: una semplice e veloce sillaba interrogativa.

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