Tumore al seno, in Sicilia otto nuovi centri di eccellenza distribuiti in tutta la regione: ecco dove sono

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Tumore al seno: il consumo di noci potrebbe sopprimerne la crescita

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Prevenzione tumore al seno: a Norcia presentata oggi una nuova Unità Mobile Mammografica

MEDICINA ONLINE Prevenzione tumore al seno a Norcia presentata oggi una nuova Unità Mobile Mammografica CANCRO TUMORE MAMMELLA SENO PREVENZIONE SCREENING.jpgOttenere una partecipazione elevata ed un’alta adesione al programma di screening mammografico, assicurare elevati standard Continua a leggere

Screening tumore al seno: solo una italiana su due fa la mammografia, nord più virtuoso

SENOLOGIA MAMMOGRAFIA SENO MAMMELLAIl dato nazionale non è confortante: solo poco più della metà delle donne italiane (56%) effettua la mammografia di screening, un esame Continua a leggere

Differenza tra ecografia e mammografia nella diagnosi di tumore al seno

MEDICINA ONLINE MAMMELLA SENO PETTO DONNA QUADRANTI Q1 Q2 Q3 Q4 FEMMINA FEMMINILE MASCHILE CAPEZZOLO AREOLA MUSCOLI PETTORALI CASSA TORACICA DOTTI GALATTOFORI INTROFLESSO PAGET TESSUTO ADIPOSO ECOGRAFIA MAMMOGRAFIALe donne dispongono di strumenti molto efficaci per la diagnosi precoce del tumore del seno, tra essi sono di estrema importanza quelli appartenenti al campo della diagnostica per immagini, primo tra tutti la mammografia, affiancata da altri quali ecografia, risonanza magnetica e PET. La prevenzione è fondamentale perché individuare un tumore ancora molto piccolo aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo definitivo, ma è importante scegliere lo strumento più adatto a noi, fermo restando che una visita senologica periodica è sempre indicata in tutte le donne al di sopra dei 20 anni, specie se hanno casi di tumore alla mammella in famiglia. Ricordiamo che per le donne positive al test genetico per BRCA1 o 2 è indicata un’ecografia semestrale ed una risonanza annuale, anche in giovane età.

Ecografia

L’ecografia è lo strumento più adatto per la diagnosi quando la paziente ha meno di 35/40 anni e/o ha una mammella di dimensione ridotta (con scarsa componente adiposa), la mammografia è meno raccomandata perché la struttura troppo densa del tessuto mammario in questa fascia di età renderebbe poco chiari i risultati. Ciò è determinato dal fatto che, per motivi legati alla restituzione dell’immagine, l’ecografia permette di trovare lesioni più facilmente quando la mammella è giovane (maggiore componente ghiandolare), mentre la mammografia permette la localizzazione di lesioni quando è maggiore la componente adiposa (pazienti meno giovani). Adipe e noduli hanno una ecogenicità simile, quindi una mammella fortemente adiposa renderebbe infatti più difficile riconoscere il nodulo.

In situazioni particolari, per esempio in caso di scoperta di noduli sospetti, è possibile approfondire l’analisi ecografica con una biopsia (agoaspirato) del nodulo e successiva indagine istologica.

L’ecografia ha molti vantaggi: per prima cosa è indolore, economica e lo strumento ecografico è facilmente reperibile in qualsiasi struttura sanitaria anche piccola. Un grande pregio della ecografia rispetto ad altre metodiche è che permette di visualizzare una struttura in tempo reale con molti vantaggi (si pensi ad esempio alla visualizzazione della reazione del nodulo alla mobilizzazione che – se presente – è indice di benignità), inoltre l’ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti come invece avviene con la mammografia, ciò la rende utile nello studio di tessuti in una donna incinta e lo rende un esame ripetibile molte volte, senza alcun rischio per la paziente.

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Mammografia

La mammografia è lo strumento più adatto per la diagnosi quando la paziente ha più di 35/40 anni e/o ha una mammella di grandi dimensioni (con adipe maggiormente sviluppato). In questi casi l’ecografia è meno indicata perché – come già prima accennato – una mammella di una donna meno giovane ha solitamente una forte componente adiposa che rende difficile distinguere noduli sospetti in virtù di simile ecogenicità tra adipe e nodulo. Nella mammografia invece adipe e nodulo vengono restituiti con una “luminosità” differente e ciò rende il nodulo più facilmente distinguibile in una mammella con forte componente adiposa.

In caso di dubbio, è comunque certamente utile affiancare una ecografia alla mammografia. E’ importante ricordare che tra i 50 e i 60 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico ogni anno. E’ anche importante ricordare che la mammografia, al contrario dell’ecografia, utilizza radiazioni ionizzanti e ciò la rende un esame difficilmente ripetibile, specie se la paziente è incinta.

Anche se la mammografia rimane uno strumento molto efficace per la diagnosi precoce del tumore del seno, oggi sono disponibili anche altre tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica (ancora limitata a casi selezionati), la PEM (una tomografia a emissione di positroni – PET – specifica per le mammelle) e un nuovo esame già definito il Pap-test del seno che consiste nell’introduzione di liquido nei dotti galattofori (i canali attraverso i quali passa il latte) e nella successiva raccolta di questo liquido che porta con sé anche alcune cellule. Grazie al microscopio è poi possibile individuare quali tra le cellule fuoriuscite ha caratteristiche pretumorali permettendo una diagnosi molto precoce del tumore del seno.

Conclusioni

La mammografia è indicata in particolare dopo i 35/40 anni (o comunque nelle donne con adipe mammario molto sviluppato). Il seno, infatti, cambia con l’età: aumenta il tessuto adiposo – che appare scuro alla mammografia – mentre diminuisce il volume della ghiandola, che appare chiara. Su fondo scuro, quindi, ogni formazione sospetta diventa immediatamente visibile. Nelle donne più giovani, invece, in genere si verifica la situazione contraria: la massa della ghiandola (chiara) prevale sull’adipe (scuro), perciò è più difficile notare eventuali formazioni, specialmente se molto piccole. L’ecografia – mostrando invece gradazioni di grigio invertite rispetto alla mammografia – risulta l’opzione migliore nelle donne più giovani (prima dei 35/40 anni) o comunque in quelle con massa ghiandolare che prevale su quella adiposa.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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L’incidenza del tumore al seno in crescita tra le quarantenni: l’importanza della mammografia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SENO MAMMELLA CAPEZZOLO AREOLAI risultati di una nuova analisi americana riportano che il maggior numero di morti causate dal cancro al seno riguarda giovani donne che non si sottopongono regolarmente ai controlli. Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Cancer, porta così nuove prove a sostegno di chi incoraggia le donne sotto i 50 anni a sottoporsi costantemente alla mammografia come esame di screening per scoprire l’eventuale presenza di un tumore.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/13_settembre_11/mammografia-importante-prima-cinquanta-anni_cbbe6212-1abb-11e3-a75c-ad7543f2d611.shtml

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La mammografia: un esame rapido che può salvarti la vita

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Dimagrire Tumore al seno 40 anni mammografiaPrima di soffermarmi sull’esame mammografico, mi sembra doveroso fare un accenno al carcinoma mammario che nei Paesi industrializzati è, per incidenza e mortalità, al primo posto tra i tumori maligni della popolazione femminile. In Italia ogni anno il tumore al seno colpisce 31.000 donne e causa circa 11.000 decessi, rappresentando, così, la prima causa di morte per tumore nel sesso femminile. In generale è stato calcolato che in Italia una donna su 10 svilupperà il cancro della mammella nel corso della sua vita (alcune stime sono meno ottimistiche e parlano di una donna su 8). Contrariamente a quanto si pensi, anche l’uomo può essere colpito da tumore alla mammella, anche se con una frequenza estremamente più bassa rispetto alla donna. Soprattutto in passato, il segno abituale di presentazione era costituito da un nodulo o un ispessimento mammario palpabile e non dolente scoperto in genere dalla paziente stessa. Tra gli altri segni si annoveravano l’irritazione della pelle, l’alterazione, la retrazione, il dolore e la fragilità del capezzolo, la presenza di secrezione. Proprio allo scopo di una diagnosi precoce di tale patologia è importante eseguire costantemente l’ecografia mammaria e la mammografia.

Cos’è una mammografia?

La mammografia è una radiografia della mammella che permette la sua esplorazione in tutta la sua completezza e che offre la maggiore sensibilità, in particolare per i tumori in fase iniziale. La mammografia permette spesso di riconoscere la malattia anche quando non ci sono sintomi o la lesione non è ancora palpabile; ciò consente di intervenire precocemente aumentando la probabilità di guarire e di salvare la vita.  Per coloro che temono l’effetto negativo delle radiazioni ionizzanti, c’è da dire che le apparecchiature moderne, utilizzando bassi dosaggi di raggi X, consentono, senza rischi, la ripetizione routinaria dell’esame. Per sottoporsi alla mammografia non occorre alcuna preparazione prima dell’esame. Nelle donne fertili, è consigliato eseguire l’esame nella prima metà del ciclo, periodo in cui il seno è meno teso (e quindi più facilmente comprimibile) ed in cui è possibile escludere una eventuale gravidanza.
È bene ricordarsi che per il radiologo è importante avere termini di paragone con eventuali altre indagini effettuate, pertanto, è buona norma portare con sé tutta la documentazione relativa ad indagini diagnostiche senologiche eseguite in precedenza.
La mammografia è indicata in particolare dopo i 40 anni (o comunque nelle donne con adipe mammario molto sviluppato). Il seno, infatti, cambia con l’età: aumenta il tessuto adiposo – che appare scuro alla mammografia – mentre diminuisce il volume della ghiandola, che appare chiara. Su fondo scuro, quindi, ogni formazione sospetta diventa immediatamente visibile. Nelle donne più giovani, invece, in genere si verifica la situazione contraria: la massa della ghiandola (chiara) prevale sull’adipe (scuro), perciò è più difficile notare eventuali formazioni, specialmente se molto piccole. L’ecografia mostra invece gradazioni di grigio invertite rispetto alla mammografia, quindi risulta l’opzione migliore nelle donne più giovani (prima dei 35/40 anni) o comunque in quelle con massa ghiandolare che prevale su quella adiposa.

Per approfondire questo argomento, leggi: Differenza tra ecografia e mammografia nella diagnosi di tumore al seno

Come si esegue una mammografia?

La mammella della paziente viene posizionata su un apposito sostegno dell’apparecchio (il “mammografo”) e compressa mediante un piatto in materiale plastico detto compressore. Vengono eseguite, di base, due proiezioni (quella cranio-caudale e quella obliqua mediolaterale) per ogni mammella: in totale si ottengono quattro radiografie. Ulteriori proiezioni aggiuntive possono essere eseguite se necessario. L’acquisizione delle immagini dura pochi secondi. In tutto l’indagine dura generalmente una decina di minuti. Non vengono somministrati farmaci, anestetici né mezzo di contrasto, inoltre non è necessaria alcuna preparazione prima dell’esame.

Vedi: foto dello svolgimento di una mammografia

Cosa succede al termine dell’esame?

Al termine della radiografia si può tornare alle normali attività giornaliere e non serve essere accompagnati.

Leggi anche: L’ecografia mammaria: un esame innocuo ed indolore che ti può salvare vita

Mammografia, mestruazioni e menopausa

Nelle donne con il ciclo mestruale ancora presente, l’esame si esegue nella prima metà del ciclo, perché è il periodo in cui il seno è meno teso quindi facilmente può essere compresso nel macchinario. Inoltre in questa fase è possibile escludere una eventuale gravidanza che controindicherebbe l’esame.
Nelle donne dopo la menopausa l’esame è eseguibile in qualsiasi momento.

Leggi anche: Cos’è una ecografia, a che serve e quali organi può indagare?

Controindicazioni

L’esame è controindicato in gravidanza.

Rischi

Non vi sono particolari rischi relativi alla mammografia, tuttavia è opportuno ricordare che – essendo una radiografia – espone il corpo a radiazioni ionizzanti potenzialmente cancerogene quindi non bisognerebbe sottoporsi a troppe mammografie in tempi ristretti.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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