Si infila un sex toy da 77 cm nell’ano e si perfora l’intestino

MEDICINA ONLINE Si infila un sex toy da 77 cm nell'ano e si perfora l'intestino.jpgUn gioco erotico piuttosto azzardato quello provato da un uomo, secondo la stampa un transessuale, che in stato di ubriachezza si è infilato nell’ano un sex toy lungo ben 77 centimetri. Quando il soggetto si è presentato alla Accident and Emergency (A&E) del Northern Lincolnshire in preda a forti e lancinanti dolori ed hanno scoperto quale ne era la causa, sono rimasti sorpresi ma hanno anche compreso la potenziale gravità della situazione, dal momento che poteva determinare una emorragia mortale. Il caso è stato riportato sulla rivista scientifica BMJ Case Report: il transessuale, secondo il suo racconto, avrebbe «perso il controllo» del sex toy per il piacere anale che è risalito nell’intestino ed è andato a perforarlo.

Un caso unico

I medici che hanno assistito il paziente hanno commentato che “Questo caso è il primo del suo genere a causa delle enormi dimensioni del sex toy”. I medici, dopo aver rimosso l’enorme giocattolo e parte dell’intestino crasso, hanno dovuto utilizzare una sacca per stomia per impedire che i prodotti di scarto e le feci venissero passati attraverso il colon, inoltre il paziente è anche dovuto essere alimentato per mezzo di flebo in ospedale per nove giorni.

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Differenza tra emorroidi e tumore

MEDICINA ONLINE EMORROIDI EMORROIDE DIFFERENZA EMORROIDI INTERNE ESTERNECon il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo. Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.

Un tumore nella medesima zona in cui comunemente si presentano le emorroidi, è il tumore dell’ano, una patologia caratterizzata dall’incontrollata proliferazione di alcune cellule del tratto terminale dell’intestino. I fattori di rischio che possono influire sul rischio di sviluppare la malattia includono l’infezione da parte di ceppi di HPV ad alto rischio oncogeno (Papilloma virus umano), le pregresse patologie ano-rettali o genitali (come le stesse emorroidi, fistole, condilomi, ragadi e altre neoplasie), l’abitudine al fumo e l’età avanzata.
In base al tipo di tessuto anale colpito e al tratto di canale da cui ha origine, il tumore dell’ano può avere diverse caratteristiche. Le forme più comuni comprendono il carcinoma a cellule squamose, l’adenocarcinoma, il carcinoma a cellule basali e il melanoma. Sintomi e segni più comuni, includono:

  • Alterazioni dell’alvo
  • Bruciore anale
  • Diarrea
  • Dolore al coccige
  • Dolore anale
  • Emorragia gastrointestinale
  • Feci nastriformi
  • Gonfiore in sede anale
  • Linfonodi ingrossati
  • Mal di Stomaco
  • Mucorrea
  • Prolasso rettale
  • Prurito anale
  • Sangue dall’Ano
  • Sangue nelle feci
  • Stitichezza
  • Tenesmo rettale
  • Ulcere Cutanee

I sintomi della malattia difficilmente compaiono nelle fase iniziali. Spesso, le prime manifestazioni, ossia il dolore e il sanguinamento rettale, sono attribuite dai pazienti a patologie ano-rettali comuni, come le emorroidi o le ragadi anali. Le perdite di sangue rosso vivo possono essere accompagnate da prurito, sensazione di corpo estraneo o di peso, perdite muco-sierose o siero-ematiche dall’ano, tenesmo e ingrossamento dei linfonodi della regione inguinale. Con il progredire della malattia possono comparire lesioni ano-rettali (es. ulcere, fistole e ascessi), diarrea alternata a stipsi e incontinenza fecale.
La diagnosi di tumore dell’ano viene fatta dal medico mediante ispezione ed esplorazione dell’ano, per individuare la presenza di eventuali noduli e valutarne dimensioni e sede. A supporto, vengono eseguite indagini strumentali (rettoscopia con biopsia della lesione, colonscopia, TAC o RM) per studiare la malattia e permettere un trattamento mirato.
Il tumore dell’ano si può curare con l’asportazione chirurgica o con una combinazione di radio- e chemio-terapia. La scelta del trattamento e il suo successo dipendono dalla sede e dallo stadio del tumore (se è confinato all’ano o se si è diffuso ad altri organi), nonché dalle condizioni di salute generali del paziente.

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I 6 motivi per preferire un pene più piccolo ad uno grande

 

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FConfessa: quando è arrivato il momento clou (no, non il primo appuntamento, e neppure quello del bacio), insomma quando finalmente lui si è disvelato in tutto il suo splendore, non hai potuto nascondere un po’ di delusione: il suo pene è piccolo. Non è minuscolo, ma non ha neppure quella Tour Eiffel che nelle tue fantasie avresti trovato tra le sue gambe. Niente panico, il ragazzo non è da buttare via. Intanto devi ricordarti che la questione delle dimensioni di lui non è fondamentale per il raggiungimento dell’orgasmo: la vagina è un organo elastico, e il piacere può venire anche in presenza di un membro piccolo, a meno che non si parli di micropene. Senza contare che nella maggioranza dei casi l’orgasmo viene raggiunto dalla donna attraverso la stimolazione clitoridea. E qui la dimensione del pene è totalmente ininfluente. Però a te sembra che con i ragazzi iperdotati le cose vadano decisamente meglio? Prendi in considerazione che si tratti soltanto di un condizionamento psicologico: il piacere nasce dalla testa (altrimenti come giustifichresti il fatto che alcune volte senti un sacco, e altre volte niente?), e il sapere di avere a che fare con un pene grosso ti eccita già in partenza e questo aumenterebbe anche la tua sensibilità a livello vaginale. E poi, comunque, guarda che anche un pene piccolo ha i suoi vantaggi:

1) Mantiene più facilmente l’erezione

Il primo motivo per essere felice di un pene più piccolo è che mantiene più facilmente l’erezione di uno più grande. Alla base del meccanismo dell’erezione ci sono i corpi cavernosi, due specie di spugne situati ai lati del pene che, in presenza di stimoli erotici, si riempiono di sangue e si inturgidiscono. Più sono grandi, maggiore è la quantità di sangue che deve affluire, e quindi l’erezione è più difficile e instabile.

2) Sesso orale facilitato

Riguardo la fellatio (sesso orale praticato ad un uomo) ci sono due scuole di pensiero: o la ami o la odi. Alcune la trovano molto eccitante, altre la praticano solo per “dovere”. In ogni caso, se hai deciso di farla, con un pene piccolo sarà tutto più facile, perché lo sforzo dei muscoli masticatori è inferiore. E se vorrai sbizzarrirti in tecniche particolari, potrai farlo. Lui te ne sarà grato e vorrà ricambiare subito, specie perché…

3) Lui è bravo a fare altro

Non credere che il proprietario del piccolo missile non si renda conto delle sue dimensioni: è da quando è giovane che lo ha capito. Proprio grazie a questa consapevolezza, molti sviluppano altre abilità amatorie, come una grande abilità nel regalare sesso orale alla partner e sono generosi in questo. Per una donna raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione è difficile, mentre con il rapporto orale è molto più facile. Tu sarai appagata, e lui si sentirà molto uomo.

 4) Eviti dolore all’utero

La vagina è lunga circa 8-10 centimetri, al termine dei quali è situato il collo dell’utero. Se il pene è molto lungo e grosso- anche se la vagina si può estendere di molto – è facile che in certe posizioni, soprattutto quelle in cui scivola in profondità all’interno della vagina, arrivi a toccare il collo dell’utero, una zona molto delicata. Per alcune donne ricevere dei colpi nella zona del collo dell’utero è piacevole, mentre per altre è doloroso. In ogni caso, con un pene piccolo si evita questo problema.

5) Rapporti anali facilitati

Molti uomini sono appassionati di sesso anale, e la cosa magari non dispiace neppure a te. Il problema è che se lui è particolarmente dotato, possono essere dolori, soprattutto se soffri di emorroidi, un disturbo molto diffuso. Con un pene di dimensioni ridotte – specie in circonferenza – i tessuti subiscono invece meno traumi: un rapporto di questo genere così è meno faticoso. L’importante è usare sempre un lubrificante neutro, senza profumo né colore.

6) Meno possibilità di cistite

La vescica poggia direttamente sopra la parete anteriore della vagina. Se questa viene dilatata e “strattonata” a lungo, tutta la zona si surriscalda e si infiamma. È la classica cistite postcoitale. Immagina una parete che viene colpita da un martello: a lungo andare si potrà rovinare non solo quella che riceve i colpi, ma anche quella adiacente. Ovviamente maggiori sono le dimensioni del pene, maggiore sarà il rischio di soffrire di questo disturbo: un pene piccolo ha meno possibilità di determinare cistite.

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Sesso e AIDS: l’HIV si trasmette anche tramite il rapporto orale

MEDICINA ONLINE PRELIEVO VALORI ANEMIA DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORI VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOL’AIDS è una malattia ancora molto diffusa che colpisce più di 30 milioni di persone nel mondo e, nonostante i progressi fatti, rimane una patologia insidiosa e molto temibile. Il contagio da virus dell’AIDS (l’HIV) avviene oggi prevalentemente (ma non esclusivamente) per via sessuale, a causa di rapporti non protetti: l’HIV si trasmette attraverso il sangue, lo sperma e i fluidi vaginali. L’occasione di scrivere questo articolo me l’ha fornita la lettura di un numero della rivista scientifica “Journal of Virology” dove si parla proprio di HIV associato al sesso orale. Ecco una panoramica sui rapporti a rischio e sulle pratiche sicure.

Penetrazione vaginale

Il rapporto sessuale vaginale è a rischio per entrambi i partner: l’HIV è presente sia nello sperma maschile che nei fluidi vaginali; tuttavia, il rischio di contagio è maggiore per le donne che fanno sesso con uomini sieropositivi.

Penetrazione anale

Il rapporto con penetrazione anale è quello più rischioso: la mucosa anale è delicata e più soggetta a lesioni e microtraumi; inoltre è più facile che lo sperma contenente virus entri nella circolazione sanguigna. Il fisting, cioè la penetrazione anale col pugno, è considerata a rischio perché il virus potrebbe trasmettersi attraverso lesioni cutanee.

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Sesso orale

Veniamo ora al principale tema di questo articolo. Molti giovani mi chiedono speranzosi se un rapporto sessuale orale li tiene al sicuro da un eventuale contagio. Mi dispiace deludervi ma purtroppo non è così. Ovviamente il rischio di contrarre l’HIV tramite un rapporto orale è statisticamente più basso rispetto ad un rapporto vaginale ed estremamente più basso rispetto ad un rapporto anale, tuttavia questo rischio è comunque presente.

La fellatio (stimolazione orale del pene) è a rischio per chi la pratica: l’HIV presente nello sperma potrebbe trasmettersi attraverso la mucosa orale, soprattutto in presenza di microtraumi. Se il vostro è un partner occasionale è consigliabile praticare la fellatio con il preservativo o evitare almeno di accogliere il suo sperma nella vostra bocca. Anche senza il contatto diretto tra sperma e mucosa orale, questo tipo di rapporto è comunque a rischio quando sia sul pene che sulla mucosa siano contemporaneamente presenti delle ferite, specialmente se ancora in fase di sanguinamento.

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Il cunnilingus (stimolazione orale dell’organo genitale femminile) è a rischio: le secrezioni vaginali possono contenere il virus HIV, che può essere trasmesso – come per la fellatio – tramite la mucosa orale.

L’anilingus (stimolazione orale dell’ano, chiamata anche ‘rimming’) è una pratica considerata a rischio non solo riguardo l’HIV, ma anche per altri tipi di infezione.

Altre brutte notizie…

Per alcuni scienziati il rischio nella fellatio si estenderebbe addirittura oltre la trasmissione in presenza di microtraumi al pene e alla mucosa orale.  Il Dr. Xuan Liu dell’Università di Los Angeles ha infatti realizzato uno studio che tenderebbe a dimostrare la base scientifica di alcuni contagi definiti “probabili da fellatio”, anche se il medico sostiene che si tratta della via di contagio meno rischiosa. Tutti conosciamo bene il rischio nel caso in cui la bocca o il glande e le mucose presentino delle micro lesioni impossibili da vedere ad occhio nudo, come ad esempio in caso di gengiviti. Tuttavia, anche senza tagli né irritazioni nella bocca, il virus dell’HIV, secondo lo studio realizzato per la prima volta dai ricercatori americani, può infettare i tessuti. Lo studio ha riguardato una cinquantina di reperti di tessuti orali provenienti da una cinquantina di pazienti sieronegativi. Tutti questi tessuti sono stati esposti a diversi tipi di virus HIV che sono riusciti ad infettarli attraverso cellule chiamate cheratinociti e che sono presenti sulla superficie dei tessuti della bocca. Da questi tessuti l’infezione passa poi nel sangue. Insomma, nonostante si sia sempre detto che la via orale, senza eiaculazione, risulti essere la meno pericolosa per il contagio da HIV, resta il fatto che un rischio concreto ora è stato dimostrato scientificamente. L’uso del preservativo nel rapporto orale diventa così più che consigliato e non dimentichiamo inoltre che il rapporto orale è comunque rischioso per altri tipi di malattie a trasmissione sessuale.

Sulla possibilità di trasmissione dell’HIV attraverso la fellatio vi è comunque un dibattito tra chi considera questa pratica a rischio di trasmissione dell’HIV e chi sostiene che la possibilità sia solo teorica (plausibilità biologica).

Il virus HIV non si trasmette:

1) abbracciandosi (fermo restando che il contatto tra due ferite sanguinanti può tecnicamente essere fonte di contagio);
2) accarezzandosi;
3) baciandosi;
4) masturbando il partner, a condizione che lo sperma o le secrezioni vaginali non vengano a contatto con ferite aperte;
5) scambiandosi vibratori o altri ‘sex toys’, a condizione che si rispettino elementari norme igieniche, come lavarli con un disinfettante prima e dopo l’uso; l’ideale sarebbe mettere un preservativo sull’oggetto e sostituirlo ad ogni nuova penetrazione.

IMPORTANTISSIMO: Capisco che molte persone capitino su questa pagina perché hanno paura di essere rimaste incinte o perché hanno paura del virus HIV, però vi prego: non mi chiamate al cellulare né mandatemi messaggi dove mi chiedete se siete rimaste incinte o se siete stati infettati. Ve lo dico per almeno due motivi: il primo è che io lavoro quasi tutta la giornata ed essendo il blog letto da diecimila persone al giorno, i messaggi/telefonate che ricevo sono CENTINAIA ogni giorno quindi inevitabilmente capiterà che o vi risponderò in ritardo di mesi (ed invece i vostri sono quesiti “urgenti”, che avrebbero bisogno di risposte immediate) oppure non vi potrò rispondere perché perderò il vostro messaggio in mezzo a tutti gli altri. Il secondo motivo è che nella maggior parte dei casi, al vostro quesito è impossibile rispondere, per due cause: la prima causa è che il medico deve visitare DAL VIVO il paziente, dare risposte a distanza può addirittura determinare un grande danno al paziente stesso. La seconda causa è che ad alcune domande che mi fate è letteralmente IMPOSSIBILE dare una risposta, da parte mia e da parte di qualsiasi medico sulla faccia della terra. Mi capita spessissimo di ricevere telefonate sul tipo: “Salve dottore ho 14 anni e ieri sera ho avuto un rapporto col mio ragazzo senza preservativo, sono incinta? Non è che mi sono presa l’AIDS? Se lo scopre mio padre mi riempie di botte”. Secondo voi cosa dovrei rispondere? In questi casi, credetemi, la cosa migliore che possiate fare non è certo andare su GOOGLE a cercare risposte a livello oracolo dal “medico dai tre nomi” (che sarei io), invece l’unica cosa sensata che possiate fare è andare SUBITO dal vostro MEDICO DI FAMIGLIA (o al pronto soccorso!), esporgli con chiarezza il problema ed eventualmente farsi visitare. Grazie a tutti per la comprensione.

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