Un medico campano commenta i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Davide Astori e fornisce un’altra versione della tragedia che ha colpito il 31enne capitano della Fiorentina. Giuseppe De Martino, medico cardiologo esperto nelle Continua a leggere
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Morte cardiaca improvvisa: cause, sintomi premonitori e cure
Con morte cardiaca improvvisa in medicina ci si riferisce ad una morte inattesa (o “apparentemente” inattesa) per cause cardiache che si verifica in pazienti spesso asintomatici, immediatamente dopo la comparsa dei sintomi (entro un’ora) o anche senza l’insorgenza di sintomi. Negli adulti è una complicanza e spesso la prima manifestazione clinica della presenza di una cardiopatia Continua a leggere
Ipertensione endocranica: valori, cause, bradicardia, terapie
Con “pressione intracranica” (ICP) si intende la pressione all’interno del cranio determinata dai tessuti in esso contenuto e dal liquor (anche chiamato “liquido cefalorachidiano o cerebrospinale). Tale pressione deve essere mantenuta entro certi limiti, dal momento che il cranio di un essere umano oltre l’anno di età è inestensibile e che qualsiasi condizione capace di aumentarla Continua a leggere
Differenza tra bradicardia e bradiaritmia
La bradicardia o brachicardia è una condizione in cui la frequenza cardiaca è ridotta rispetto al normale, fino a scendere al di sotto del valore di 60 battiti Continua a leggere
Bradicardia: sintomi, conseguenze, rimedi, notturna e grave
La bradicardia o brachicardia è una condizione in cui la frequenza cardiaca è ridotta rispetto al normale, fino a scendere al di sotto del valore di 60 battiti per minuto. E’ importante ricordare che nel feto la frequenza cardiaca è fisiologicamente più elevata (110-160 bpm), per cui si parla di “bradicardia fetale” in caso di frequenza inferiore a 100 battiti al minuto. La bradicardia negli adulti solitamente non è una condizione pericolosa, tuttavia a volte può essere la causa di una riduzione notevole dell’apporto di sangue agli organi periferici o centrali (come il cervello), con pericolo di perdita della coscienza e morte nei casi più gravi.
La bradicardia non indica necessariamente patologia
Non necessariamente una bradicardia è indice di patologie, ad esempio può manifestarsi fisiologicamente negli atleti professionisti o in sportivi ben allenati (a causa di un’aumentata stimolazione da parte del nervo vago), negli anziani, in sub esperti, durante il sonno (bradicardia notturna), in individui che praticano attività come lo yoga. In questi casi la frequenza cardiaca a riposo può essere inferiore ai 50 battiti al minuto, ed essere assolutamente normale. La velocità di scarica del nodo seno-atriale (il pacemaker naturale del cuore che regola la frequenza cardiaca) può essere modificata da diversi fattori, tra i più importanti c’è la regolazione nervosa da parte del sistema nervoso:
- simpatico (tono adrenergico e noradrenergico): determina un aumento della frequenza cardiaca;
- parasimpatico (tono vagale): determina una riduzione della frequenza cardiaca.
Una eccessiva stimolazione vagale (ad esempio in caso di asfissia) può determinare una bradicardia transitoria.
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Patologie che sono legate alla bradicardia
In alcuni casi però la bradicardia può essere un campanello di allarme di una patologia o può determinare essa stessa una patologia, è il caso ad esempio del blocco atrioventricolare di II grado e di III grado, della malattia del nodo del seno atriale o dell’ipertensione endocranica: in questi casi si parla di bradiaritmie. Anche farmaci e droghe possono causare bradicardia. Per approfondire, leggi anche: Bradiaritmia: tipi, cause, sintomi, prevenzione e trattamenti
Anche l’ipertensione intracranica può dare avvio a bradicardia patologica (bradiaritmia), per approfondire, leggi: Ipertensione endocranica: valori, cause, bradicardia, terapie
Sintomi della bradicardia
I sintomi sono correlati al ridotto apporto ematico all’organismo e possono manifestarsi come
- malessere;
- vertigini;
- astenia;
- ipotensione arteriosa;
- lipotimia;
- sincope;
- shock.
In alcuni casi la bradicardia può essere del tutto asintomatica (cioè può non dare alcun sintomo).
Diagnosi
La bradicardia sinusale è una condizione clinica facilmente diagnosticabile, infatti il paziente stesso può percepire la propria frequenza palpando il numero di pulsazioni al minuto dell’arteria radiale (al polso), o carotidea (al collo). A tal proposito, leggi anche: Come, dove e quando si misura la frequenza cardiaca?
In presenza di bradicardia cronica, o che spesso si alterna senza alcun motivo con una frequenza normale, è consigliabile consultare il cardiologo per scoprire una possibile causa patologica scatenante. In tal caso gli strumenti diagnostici più utili sono:
- visita cardiologica;
- elettrocardiogramma;
- Holter ECG 24 ore;
- prove sotto sforzo;
- ecografia cardiaca con colordoppler;
- esami ematici.
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Terapia della bradicardia
Il più delle volte la bradicardia non richiede alcun trattamento, però nei casi sintomatici o gravi è possibile che debba essere necessario intraprendere una terapia mirata (particolarmente con farmaci simpaticomimetici). Se la saturazione dell’ossigeno è bassa, occorre fornire ossigeno supplementare, specie nei bambini. Inoltre:
- Se le bradiaritmie si presentano in corso di terapia con farmaci che possono esserne responsabili, la sospensione della terapia può risolvere il problema.
- A seconda della sede e della gravità della bradicardia, nonché alla presenza di sintomi associati, può essere indicato l’impianto di un pacemaker.
Prevenzione
Le bradiaritmie sono prevalentemente l’espressione di un invecchiamento del “sistema elettrico” del nostro cuore, per tale motivo non esistono programmi di prevenzione particolari. È tuttavia necessario effettuare una valutazione aritmologica periodica qualora ci fosse una certa familiarità per difetti del battito cardiaco o fosse nota una preesistente condizione di bradicardia, inoltre il paziente è invitato a perdere peso (se sovrappeso od obeso), alimentarsi in modo adeguato, fare attività fisica e smettere di fumare e/o assumere droghe.
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Ritmo sinusale ECG: normofrequente, tachicardico, valori, ai limiti della norma
“Ritmo sinusale” è tipicamente presente nei referti degli elettrocardiogrammi. Un esempio è “Tracciato caratterizzato dalla presenza di ritmo sinusale”. Questo non deve assolutamente spaventare il paziente, anzi è un buon segno. Vediamo perché.
Ritmo sinusale: cos’è?
Con “ritmo sinusale” in medicina ci riferisce al fisiologico ritmo con cui si contrae il muscolo cardiaco. Il termine “sinusale” deriva dal nodo del seno atriale, cioè una parte del cuore sede del pacemaker fisiologico, quella parte che determina l’origine dell’impulso cardiaco che – propagandosi lungo il cuore – regola la frequenza e la ritmicità delle contrazioni di atrio e ventricolo cardiaco. L’alterazione del nodo senoatriale è la causa dell’insorgenza di vari tipi di aritmie cardiache, caratterizzate dalla scomparsa del ritmo sinusale, chiaramente rilevabile con un elettrocardiogramma (ECG). Per approfondire, leggi anche: Come si muove l’impulso elettrico cardiaco nel cuore?
Quando il ritmo non è sinusale?
Il ritmo NON è sinusale in alcuni tipi di aritmia cardiaca, ad esempio nella fibrillazione atriale o quella ventricolare, condizioni che possono mettere a rischio la vita del paziente sia indirettamente (ad esempio l’aumentata coagulabilità del sangue in una fibrillazione atriale cronica espone il paziente ad aumento di rischio di embolia e quindi di infarto del miocardio ed ictus cerebrale) che direttamente (arresto cardiaco nella fibrillazione ventricolare).
Ritmo sinusale: quando è normale e quando non lo è?
Un ritmo sinusale viene considerato “normale” quando ha una frequenza di compresa tra i 60 e i 100 battiti al minuto. Sono possibili due tipi di alterazioni della frequenza:
- tachicardia: ritmo sinusale con frequenza sopra i 100 battiti al minuto;
- bradicardia: ritmo sinusale con frequenza sotto i 60 battiti al minuto.
Ovviamente tachicardia e bradicardia non sono da soli indice di malattia. E’ ad esempio assolutamente normale, anche per un soggetto sano, avere tachicardia transitoria quando esegue grossi sforzi tipici o quando ha una forte emozione improvvisa. Anche la bradicardia può essere normale, ad esempio durante il sonno o quando siamo estremamente rilassati, ad esempio durante lo yoga, inoltre è abbastanza frequente in atleti professionisti. In altri casi però queste alterazioni della frequenza cardiaca – specie se NON sono transitorie – possono essere campanelli d’allarme di una patologia o possono essi stessi causare una patologia, ad esempio una bradicardia severa può non permettere al cuore di pompare adeguate quantità di sangue in circolo.
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Tachicardia sinusale e patologie
Il ritmo sinusale aumenta e diventa tachicardico in conseguenza di varie condizioni e patologie, come:
- shock,
- ischemia miocardica,
- anemia grave,
- ipertensione arteriosa,
- embolia polmonare,
- insufficienza cardiaca.
Queste patologie sono potenzialmente gravi e mortali, e rendono necessario l’uso di specifiche terapie farmacologiche. Il ritmo sinusale aumentato può essere determinato anche da:
- alcuni farmaci,
- alcol,
- fumo di sigaretta,
- abuso di caffè, tè e bevande contenenti caffeina,
- alcuni integratori alimentari eccitanti (ginseng, ginko biloba, guaranà…).
I sintomi che tipicamente indicano una tachicardia sinusale sono le palpitazioni, a volte associate ad ansia e dispnea, se ad esse si associa dolore e senza di costrizione al petto, è importante contattare assistenza medica al più presto. Per risolvere uno stato tachicardico cronico si ricorre a farmaci beta-bloccanti, antiaritmici e calcio-antagonisti.
Bradicardia sinusale
Esistono svariate patologie che possono determinare bradicardia sinusale, ad esempio:
- ipotiroidismo,
- ipotermia,
- infarto del miocardio,
- anoressia nervosa,
- aumento della pressione intracranica,
- sindrome di Roemheld.
Assieme alla bradicardia sinusale, possono altri sintomi quali, ad esempio, vertigini, giramento di testa, dolore al petto, dispnea, edema e cianosi. Inoltre, l’abbassamento del ritmo sinusale provoca pallore in viso e le estremità, come mani e piedi, risultano freddi. Nei più gravi casi di bradicardia sinusale si ha edema polmonare, cianosi, riduzione dello stato di coscienza e shock. Lo stato di shock arriva in seguito al peggioramento della circolazione periferica. In genere, non è necessario intervenire con una terapia farmacologica se il ritmo sinusale è naturalmente basso. In presenza, invece, di ipotiroidismo si devono assumere degli ormoni per sostenere le mancanze della tiroide. Invece, se la bradicardia sinusale deriva da uno stato di ipotermia è necessario riscaldare gradualmente il corpo.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Aritmia cardiaca: cause e fattori di rischio, sintomi, diagnosi e cura
Il cuore è un muscolo che ha come compito fondamentale quello di far circolare il sangue in tutto il corpo. In esso è presente un circuito elettrico, detto sistema eccito-conduzione, che attiva e regola la contrazione cardiaca. Normalmente la frequenza cardiaca varia tra i 60 e i 100 battiti al minuto e le contrazioni si susseguono in modo regolare e ritmico, con solo leggere variazioni fisiologiche legate alla respirazione (i battiti tendono a rallentare durante una espirazione profonda).
L’aritmia cardiaca è un disturbo:
- del ritmo cardiaco, in cui i battiti non sono ritmici (ad esempio: fibrillazione atriale);
- della frequenza cardiaca aumentata (tachicardia) in cui la frequenza supera i 100 battiti al minuto a riposo;
- della frequenza cardiaca diminuita (bradicardia) in cui la frequenza è inferiore ai 60 battiti al minuto a riposo.
L’aritmia cardiaca si verifica quando si ha un ritardo o un blocco dei segnali elettrici che controllano il battito cardiaco. Ciò accade quando le speciali cellule nervose che producono i segnali elettrici non lavorano correttamente o se il segnale non viaggia in modo normale attraverso il cuore. A tal proposito leggi: Come si muove l’impulso elettrico cardiaco nel cuore?
Un’ aritmia può verificarsi anche in seguito alla produzione di un segnale elettrico all’interno del cuore, che si aggiunge al segnale prodotto dalle cellule nervose deputate.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
Tra i fattori di rischio più ricorrenti di un’aritmia, vi sono:
- fumo;
- abuso di alcol;
- abuso di caffè o tè;
- uso di droghe (es. cocaina e amfetamine);
- effetti collaterali legati all’uso di alcuni farmaci;
- disturbi digestivi;
- BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva);
- un forte stress emozionale (paura, tristezza, ira…)
- un incremento dei valori della pressione sanguigna
- il rilascio di particolari ormoni dello stress;
- un infarto cardiaco;
- condizioni mediche pregresse (ipertensione, patologie coronariche, disfunzioni tiroidee che portano all’iperproduzione o all’ipoproduzione di ormone tiroideo, patologie reumatiche del cuore).
In alcune forme di aritmia (es. la Sindrome di Wolff-Parkinson-White) possono essere convolti fattori di malfunzionamento cardiaco di tipo congenito, quindi presenti dalla nascita.
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SINTOMI
Le diverse forme di aritmia si manifestano con sintomi simili: palpitazioni, senso di debolezza, affanno e, in caso di fibrillazione atriale, sensazione particolare al petto, descritto come “tuffo al cuore” o “cuore che salta”. La sincope (perdita di coscienza di breve durata) sopraggiunge in caso di insufficiente irrorazione sanguigna del cervello (brachicardia con meno di 20 battiti al minuto o tachicardia improvvisa con una frequenza superiore a 200 battiti al minuto). Il paziente, se coricato con gambe sollevate, riacquista rapidamente conoscenza. Se però non riprende i sensi, si tratta di emergenza con pericolo di arresto cardiaco, in quel caso si rendono necessarie misure d’urgenza per salvare la vita: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, defibrillazioni ecc. quindi potrebbe essere di vitale importanza recarsi immediatamente al pronto soccorso.
DIAGNOSI
Per una diagnosi precisa, il cardiologo ha la disponibilità di alcuni esami medici. Gli esami del sangue (marker cardiaci) misurano l’eventuale danno del cuore, i livelli di zuccheri (glicemia) e di ormoni tiroidei (TSH, T3 e T4). Nelle donne giovani, infatti, l’aritmia cardiaca può essere causata dalla tiroide che funziona troppo (ipertiroidismo) o dall’anemia. L’elettrocardiogramma (ECG) registra gli impulsi elettrici del cuore e serve per capire di quale tipo di artrite si soffre. Se le aritmie sono frequenti, il medico può chiedere di indossare un ECG portatile (Holter) per 24 ore consecutive. L’ecocardiogramma con gli ultrasuoni evidenzia le dimensioni del cuore e delle valvole cardiache; mentre una radiografia del torace aiuta a scoprire se la causa dell’aritmia cardiaca è un problema legato ai polmoni. Se l’aritmia cardiaca inizia durante o dopo l’attività fisica, il medico può prescrivere un test da sforzo, che valuta come reagisce il cuore all’affaticamento fisico. L’attività cardiaca è registrata mentre si è sopra una cyclette o su un tapis roulant. Se l’artrite compare durante il test, significa che al cuore non arriva abbastanza sangue e bisogna verificare la salute delle arterie.
CURA
Le aritmie non disturbanti di solito non necessitano di trattamenti. Se però il disturbo è frequente, si può optare per una terapia: in caso di extrasistoli, con farmaci leggermente sedativi. Se non si ottengono risultati, si procede con farmaci antiaritmici. Le tachicardie sopraventricolari si cerca di interromperle quando si sono già manifestate con farmaci antiaritmici o con l’esecuzione di manovre particolari come l’immersione del volto in acqua gelata o somministrando stimoli elettrici, cercando di prevenire la ricomparsa in futuro sempre con farmaci antiaritmici. Per le tachicardie ventricolari si usano farmaci che controllano il ritmo, anche se in alcuni casi essi non sono in grado di farlo, per cui si utilizzano piccoli sondini nel cuore collegati ad un piccolo congegno elettronico in grado di capire quando è in corso la tachicardia e di inviare stimoli elettrici che la interrompono. Le brachicardie si curano impiantano un pacemaker (stimolatore cardiaco) che sostituisce i circuiti cardiovascolari rivelatisi insufficienti, in grado di variare la frequenza cardiaca in basa a quella che la persona necessita.
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Differenza tra tachicardia, aritmia, bradicardia e alloritmia
Aritmie
Con “aritmia cardiaca” (in inglese Cardiac arrhythmia, cardiac dysrhythmia o irregular heartbeat) o più semplicemente “aritmia” si intende l’alterazione del ritmo cardiaco normale, che si riferisce al ritmo che origina dal nodo del seno (un componente del cuore che ne regola autonomamente il battito: il “pacemaker naturale”), regolare per frequenza e conduzione elettrica del cuore. Le aritmie sono rilevabili all’auscultazione del cuore o tramite un elettrocardiogramma.
- un ritmo è regolare quando la distanza fra i battiti consecutivi non supera i 160 msec;
- ci si riferisce ad una frequenza normale, nell’adulto a riposo, con una variazione dai 60 ai 100 battiti/min;
- si parla di una conduzione normale quando all’ECG l’onda P è
Le aritmie sono dovute a:
- una normale o a un’anomala formazione dell’impulso,
- un’anomala conduzione dell’impulso,
- una combinazione di queste.
Possiamo avere:
- tachiaritmia, ipercardia o tachicardia se il battito aumenta in modo anomalo al di sopra di 100 al minuto;
- bradiaritmia o bradicardia se il battito rallenta al di sotto dei 60 per minuto. Solitamente diventa sintomatico sotto i 50 battiti per minuto.
Leggi anche:
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Alloritmia
L’alloritmia è una irregolarità uniforme e continuata del battito cardiaco e del polso. Ciò che la differenzia dall’aritmia è la periodicità, la quale in quest’ultima risulta essere irregolare. Le alloritmie si riscontrano solitamente in pazienti cardiopatici, ma possono comparire anche in soggetti con cuore apparentemente sano. Un caso particolare di alloritmia è il bigeminismo, condizione in cui ad ogni battito segue regolarmente un’extrasistole.
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Bradicardia
La bradicardia – come prima accennato – è una aritmia caratterizzata da riduzione della frequenza cardiaca inferiore al valore di 60 battiti per minuto (bpm). La bradicardia può essere “fisiologica” (bradicardia sinusale) ad esempio negli sportivi, in chi fa yoga o negli anziani, oppure può essere “patologica” (bradiaritmia) come in caso di blocco atrioventricolare di II o III grado, di malattia del nodo del seno o di ipertensione arteriosa. Per approfondire, leggi:
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Tachicardia
La tachicardia è una aritmia caratterizzata da aumento della frequenza dei battiti cardiaci e pulsazioni sopra i 100 battiti al minuto a riposo o senza alcuna forma di stress psicofisico. Si classificano principalmente tre forme di tachicardia: sinusale, eterotopa (sopraventricolare e ventricolare) e atriale. Può essere dovuta a cause fisiologiche e non fisiologiche. Tra le cause vi sono:
- eventi fisiologici o funzionali come gli eventi stressogeni (forti emozioni, eccitazione sessuale, paura) o la gravidanza;
- sostanze: abuso di caffè, alcol o sostanze stupefacenti;
- cause direttamente connesse con il cuore come l’arteriosclerosi o l’insufficienza coronarica;
- varie patologie come l’ipertiroidismo e la febbre.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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