Con l’espressione “lavaggio del cervello” (anche detto “controllo mentale” o “menticidio“, “persuasione coercitiva“, “controllo del pensiero“, “riforma del pensiero” e “rieducazione forzata“; in inglese “brainwashing” o “mind control“, “menticide“, “coercive persuasion“, “thought control“, “thought reform” e “forced re-education“) si identifica il concetto secondo cui la mente umana e le sue percezioni e pensieri, possono essere alterati o controllati da determinate tecniche, che possono essere più sottili, subdole e Continua a leggere
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Gaslighting (manipolazione psicologica maligna): spiegazione ed esempi
Con il termine “gaslighting” (anche chiamato “controllo coercitivo” o “manipolazione psicologica maligna“; in inglese “gaslighting” o “coercive control“) storicamente in medicina e psicologia ci si riferiva ad un tipo di manipolazione psicologica estrema che aveva l’obiettivo di far rinchiudere un individuo in un istituto psichiatrico oppure causargli malattie o Continua a leggere
Manipolazione e manipolatore patologico: significato, esempi e tecniche
In questo articolo ci eravamo occupati del concetto di “persuasione” e di altri argomenti correlati, cioè suggestione, influenza, motivazione e plagio. Oggi invece ci occupiamo del lato “più oscuro” della Continua a leggere
Persuasione, suggestione, influenza, motivazione e plagio in psicologia
Convincere (o provare a convincere) gli altri a dire, pensare o fare qualcosa è una azione che tutti noi abbiamo compiuto almeno una volta nella vita. Esistono molti modi, più o meno leciti, per riuscirci: vediamo oggi Continua a leggere
Differenza tra rimorso, rimpianto, senso di colpa e nostalgia con esempi
Rimorso, rimpianto, senso di colpa e nostalgia non indicano la stessa cosa. Cerchiamo di capire oggi la differenza.
Rimpianto
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Come rilassarsi velocemente la sera subito prima di dormire in 20 passi
La sera non riesci proprio ad addormentarti e passi ore ed ore aspettando di prendere sonno, con la testa piena di (brutti) pensieri o con la Continua a leggere
Le dieci tecniche per toglierti qualcuno dalla testa
Capita a tutti nella vita di fare i conti con pensieri intrusivi, è una cosa normale ma estremamente fastidiosa. Nei casi più lievi questi pensieri sono solo una fonte di distrazione, ma se non trattati nel modo corretto possono diventare delle vere e proprie ossessioni. Proprio come i problemi somatici, anche nel caso dei pensieri intrusivi è meglio affrontarli all’esordio: presi in tempo sono più facili da vincere, ma se lasciati lì a crescere, potrebbero diventare ingestibili. Molti studi rivelano che lo stress che deriva dalla ruminazione mentale facilita l’insorgenza di depressione, cancro, problemi cardiaci e malattie autoimmuni. Cosa puoi fare quindi per toglierti qualcuno dalla testa o per smettere di pensare a qualcosa che ti assilla, ma verso la quale non puoi fare nulla? Ecco dieci strategie che ti possono aiutare.
1) Serve tempo
La prima cosa da fare è smettere di nutrire quel pensiero parlando sempre di lui o di lei o pensando sempre a lui o lei. Appena nella nostra testa si materializza il pensiero del nostro ex partner, interrompiamolo sul nascere pensando ad altro o iniziando a fare una qualsiasi attività che ci possa distrarre immediatamente. Il tempo è tuo alleato e, se riesci a bloccare sul nascere i pensieri negativi ora, tra un po’ di tempo i pensieri negativi cercheranno di irrompere sempre meno volte nella tua testa.
2) Nutri la curiosità verso quello che verrà dopo
In certi casi più di agire è importante fermarsi a osservare. Smetti di contrastare quel pensiero e siediti a spiare il futuro con la curiosità di scoprire cosa arriverà domani. Cerca di progettare nuova vita e nuove situazioni, prendendo strade che prima non avevi mai intrapreso. Iscriviti in palestra, iscriviti ad un corso di ballo, iscriviti a nuoto, iscriviti ad un corso di pittura… Fai qualcosa di nuovo che ti permetta di voltare pagina e, magari, incontrare nuove persone!
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3) Non fare il gioco della colpa
Vuoi veramente toglierti qualcuno dalla testa? Evita di cercare un colpevole alla situazione in cui vi trovate. Nella maggioranza dei casi, la colpa non è mai solo da una parte ma da entrambe le parti. In ogni caso è sempre controproducente passare le giornate a rimurginare sul fatto di chi sia la colpa.
4) Non chiederti cosa prova lui/lei
La cosa peggiore che puoi fare è immaginare cosa sta provando lui o lei in questo momento. Immaginare che stia male pensando a te, può essere piacevole, ma non risolve certo la situazione ed in ogni caso potrebbe essere una cosa non vera. Immaginare che stia bene senza di te, può solo farti del male. Pensa ad organizzare la TUA nuova vita, piuttosto che pensare a come lui o lei si sia riorganizzata la sua.
5) Affronta i tuoi problemi assoluti
Il problema non è la recente separazione. Non è nemmeno la mancanza di lui/lei. Il tuo problema è quello che fa finire tutte le tue storie nello stesso modo. Non puoi agire sul particolare per affrontare il generale. Per esempio, non ha senso affrontare il tuo ex se il motivo per il quale vi siete lasciati sono le tue frequenti crisi di rabbia, che ti hanno portato a chiudere le ultime relazioni. Cerca i tuoi lati negativi e migliorali, in modo da non sabotare le tue nuove relazioni.
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6) I pensieri caldi sono inutilizzabili
Quando le ferite sono ancora aperte e il nostro cuore un turbinio di emozioni, non è possibile ragionare. Occorre freddezza per affrontare le situazioni con la giusta razionalità. Qualsiasi pensiero che ti verrà in testa subito dopo la fine di una relazione, potrebbero essere estremamente razionali e quindi inutili o controproducenti per affrontare la situazione.
7) Non chiederti cosa pensano gli altri di te
Primo: non riuscirai mai a immaginarlo correttamente. Secondo: a cosa ti serve aggiungere l’ansia sociale a una situazione dove la tua ansia privata sta già divorando la tua serenità? Gli altri ed i loro giudizi non devono esistere: esisti solo tu.
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8) I pensieri non sono fatti
La prima cosa da imparare sui propri pensieri è di non credere mai del tutto a quello che pensi. Credere intensamente a qualcosa non rende quella cosa più vera.
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9) Puoi imparare dai tuoi pensieri?
Ospita nella tua testa solo i pensieri che possono servirti per crescere, riconoscerli è facile, sono quelli che non ti fanno soffrire. I pensieri che possono farti crescere sono privi di emozioni ma carichi di punti di domanda a cui rispondere. Trovare le risposte significa crescere.
10) Perdonati
Non è necessario essere onesti con la proprio sofferenza. Sì, è accaduto. Sì, è orribile. Ma veramente pensi di non essere nulla oltre questo tuo errore? Perdonati! Non sono solo gli altri che meritano il nostro perdono, siamo sopratutto noi stessi. Siamo umani ed è umano sbagliare. Al massimo, impara dai tuoi errori, in modo da non rifarli più.
Se credi di non riuscire da solo o da sola a gestire la fine di una relazione, ed i tuoi pensieri diventano ogni giorno più cupi, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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E’ notte, penso troppo e torno ad aver paura
Fin dai tempi lontanissimi, l’arrivo dell’oscurità era il momento in cui le paure si impossessavano del cuore dell’uomo. La paura del buio è una delle paure primordiali dell’uomo. Per gli uomini primitivi, che vivevano immersi nella natura, il buio era portatore di pericoli e predatori, quindi di grandi paure. Nel tempo poi, i predatori dell’oscurità si sono trasformati in demoni. Perché è proprio il non poter vedere cosa abbiamo davanti che ci inquieta. Da qui nasce la paura dell’ignoto. Oggi viviamo in una società piena di confort. Le nostre case sono ben illuminate e abbastanza solide. Il tutto ci dona un certo senso di sicurezza. E allora questa paura dell’ignoto e dell’oscurità da dove proviene? La possiamo esclusivamente ricondurre ad un retaggio di sensazioni arcaiche? Probabilmente no.
Intimità
Nella nostra epoca abbiamo la possibilità di fare un’altra esperienza della sera rispetto al passato. La possiamo vivere come un tempo di raccoglimento, di intimità, di tepore, di protezione. Per esempio in alcuni tipi di depressione è il mattino il momento più brutto del giorno, e non la sera, perché la sofferenza è racchiusa nell’idea di affrontare un’altra nuova giornata di dolore, che appare come una montagna impossibile da scalare. Ho un amico musicista. Per lui la sera, e di conseguenza la notte, sono il momento migliore della giornata. Per molte persone creative infatti, la notte rappresenta il periodo in cui la vena creativa si esprime maggiormente.
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Mancanza di controllo
Coloro che soffrono, con l’arrivo della sera e soprattutto con l’inoltrarsi della notte, di paure “ingiustificate” di solito manifestano nella loro vita un forte bisogno di controllo sulla realtà. È frequente che queste persone si sentano meglio quando sono indaffarate, piene di cose da fare, quando sono dentro l’azione. Il difficile per loro è fermarsi, stare nelle sensazioni. Hanno sempre qualcosa da fare. Preferiscono fare piuttosto che stare. Cosa intendo per stare? Intendo essere presenti, viversi a pieno la situazione, assaporarla, fermarsi a sentire cosa accade dentro se stessi. Per esempio sono al mare davanti ad un bellissimo tramonto; invece di godermi lo spettacolo, dopo poco tempo penso già a cosa farò quando tornerò a casa, “Devo farmi la doccia, poi faccio questo o farò quest’altro, però quella cosa che ho visto ieri potrebbe essere un’idea e via così…”. Come possiamo notare, sono completamente da un’altra parte. Sono nell’azione futura, non riesco a stare nel presente. Agire diventa un modo per non entrare in contatto con le proprie sensazioni, pensieri, emozioni e vissuti. Agendo, facendo delle cose, si tiene a bada la realtà esterna, ma anche quella interna.
Confrontarsi con noi stessi
Quando arriva la notte, tutto prende ritmi più lenti. Si spengono le luci ed ecco venir fuori tutte quelle cose che durante il giorno abbiamo tenuto sotto controllo, a cui non abbiamo dato ascolto. Se gradualmente ci si confrontasse con questo aspetto della nostra personalità, potremmo piano a piano migliorare le nostre capacità di “stare” nelle varie situazioni durante il giorno. Questo vuol dire dare spazio alle nostre insicurezze, ascoltarle, conoscerle. Invece che immergersi nelle cose da fare, ogni tanto si potrebbe fare che ci si dedica alle nostre insicurezze, così da diventare sempre più bravi nell’affrontarle. Così di notte, le paure non avranno bisogno di farsi sentire.
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Lo staff di Medicina OnLine
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