Test cutaneo della tubercolina: Test di Mantoux per la tubercolosi

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE FECI URINE GLICEMIA ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MIl test di Mantoux o Tubercolin skin test è una prova di screening utile per saggiare la presenza in un individuo di una infezione anche latente da Mycobacterium tuberculosis, il micobatterio della tubercolosi. L’esecuzione del test consiste nell’iniezione intradermica, ovvero tra gli strati del derma della faccia volare dell’avambraccio, di 5 UI di PPD-S oppure 1-2 UI di PPD-RT23, che sono derivati proteici purificati della tubercolina (PPD, Purified Protein Derivative), per valutare la reazione locale dell’organismo a distanza di alcuni giorni.

Si tratta di un test economico e facile da effettuare, ma presenta vari svantaggi, tra cui il periodo ben definito per la lettura del risultato e una quota significativa sia di falsi positivi che negativi. È uno dei principali test per la tubercolina utilizzato in tutto il mondo, in larga misura sostituendo test multipli di punture, come il tine test . Il test Heaf, una forma di tine test, è stato utilizzato fino al 2005 nel Regno Unito, quando è stato sostituito dal test Mantoux. Il test Mantoux è approvato dalla American Thoracic Society e dai centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. È stato utilizzato anche nell’URSS e ora è utilizzato nella maggior parte degli stati post-sovietici.

Procedura

Una dose standard di 5 unità tubercolina (UI – 0,1 ml), secondo il CDC o 2 UI di tubercolina RT23 dello Statens Serum Institute (SSI) in soluzione da 0,1 ml, secondo l’NHS viene iniettata intradermicamente (tra gli strati del derma) . Questa iniezione intradermica è definita la tecnica Mantoux. Una persona che è stata esposta ai batteri dovrebbe innescare una risposta immunitaria nella pelle contenente le proteine batteriche.

Per approfondire:

Risultato

Il paziente viene rivalutato dopo 48-72 ore, e il test viene considerato positivo se il tessuto in cui è stata iniettata la tubercolina PPD sviluppa un rigonfiamento piuttosto duro con un diametro che superi il valore soglia, che può essere di 5, 10 o 15 mm a seconda della classe di rischio a cui appartiene il paziente: più a rischio è il paziente, minore sarà il diametro soglia della reazione. Si sviluppa in questo caso una reazione di ipersensibilità ritardata (o DTH). Il test viene solitamente considerato negativo nei casi in cui la risposta sia al di sotto dei 5 mm di diametro.

Questo tipo di reazione è dovuto al fisiologico accumulo di liquidi, molecole e cellule caratteristico della risposta immunitaria; il fatto che questa sia apprezzabile in tempi relativamente brevi (due o tre giorni) indica una reazione di tipo secondario e quindi più rapida ed intensa da parte del sistema immunitario: ciò è dovuto ad un pregresso, e nel caso della Tubercolosi ancora in atto, incontro del soggetto con l’antigene in questione che ha permesso lo sviluppo di cellule memoria (ad esempio i linfociti di memoria). In questo caso, quindi, è riconosciuta la presenza di una ITL, infezione tubercolare latente.

Una positività al test è indice di un contatto pregresso del paziente col batterio della tubercolosi o con la tossina iniettata, ma non prova lo stato della malattia. Per questo motivo, i soggetti positivi al test di Mantoux, soprattutto se a rischio come bambini, anziani, immunodepressi od operatori sanitari, vengono sottoposti ad ulteriori test diagnostici discriminanti la presenza o meno della malattia, tra cui test immunologici o anche radiologici.

La positività al test di Mantoux per un paziente con infezione in corso si verifica invece dopo 8 settimane dal contagio (cosiddetto periodo finestra). In casi di sospetto contagio, seppur in presenza di test negativo, è quindi necessario ripeterlo dopo 8-10 settimane.

Classificazione della reazione tubercolina

I risultati di questo test devono essere interpretati con attenzione. I fattori di rischio medico determinano in che misura il rigonfiamento (5 mm, 10 mm o 15 mm) è considerato positivo. Un risultato positivo indica l’esposizione al TB:

  • 5 mm o più è positivo :

-Una persona HIV-positiva

-Persone con contatti recenti con un paziente di TB

-Persone con cambiamenti nodulari o fibrotici ai raggi X del torace coerenti con una datata TB guarita

-Pazienti con trapianti di organi e altri pazienti immunosoppressi

  • 10 mm o più è positivo

-Arrivi recenti (meno di cinque anni) dai paesi ad alta prevalenza

-Utilizzatori di droga iniettabile

-residenti in ambienti ad alto rischio (quali prigioni, case di cura, ospedali, rifugi senza tetto, ecc.)

-Personale di laboratorio che lavorano con il Micobatterio

-Persone con condizioni cliniche che li predispone a rischio elevato (ad es. Diabete, terapia prolungata di corticosteroidi, leucemia, malattia renale dello stadio finale, sindromi di malassorbimento cronico, peso corporeo basso)

-Bambini minori di quattro anni, o bambini e adolescenti esposti ad adulti in categorie ad alto rischio

  • 15 mm o più è positivo

-Persone che non presentano fattori di rischio conosciuti per TB

È necessario tener conto che i programmi di test della pelle mirati devono essere condotti solo nei gruppi ad alto rischio.

Una conversione della prova tubercolina è definita come un aumento di 10 mm o più in un periodo di due giorni, indipendentemente dall’età. I criteri alternativi includono gli aumenti di 6, 12, 15 o 18 mm.

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Falsi positivi e falsi negativi

Falso positivo

Un soggetto Mantoux positivo potrebbe essere stato effettivamente infettato dal mycobacterium tuberculosis, oppure da uno degli altri micobatteri (quindi non tubercolari) che hanno reazione positiva al test di Mantoux, o ancora potrebbe essere stato vaccinato in passato contro la tubercolosi con BCG (mycobacterium bovis). TST (test della pelle tubercolina) positivo è determinato dalla dimensione del rigonfiamento. La dimensione è calcolata considerando soprattutto i fattori di rischio : un paziente a basso rischio deve avere una maggiore rigonfiamento per un risultato positivo di un paziente ad alto rischio. I gruppi ad alto rischio comprendono contatti recenti con soggetti con TBC, HIV+, soggetti con radiografie del torace con alterazioni fibrotiche, riceventi del trapianto di organi e quelli con immunosoppressione.

Secondo il Dipartimento di Salute dell’Ohio e il Dipartimento di Salute degli Stati Uniti, il vaccino Bacillus Calmette-Guérin (BCG) non protegge contro l’infezione da TB. Esso, tuttavia, dà nell’80% dei casi protezione ai bambini contro la meningite tubercolare e la tubercolosi miliare. Pertanto, un TST / PPD positivo in una persona che ha ricevuto il vaccino BCG è interpretato come infezione latente( LTBI). A causa della bassa specificità della prova, la maggior parte delle reazioni positive nei bambini e negli adolescenti a basso rischio sono falsi positivi. Positivi falsi possono anche verificarsi quando l’area iniettata viene toccata, causando gonfiore e prurito. Un’altra fonte di risultati falsi positivi può essere la reazione allergica o un’ipersensibilità. Sebbene rari, (circa 0,08 reazioni riportate per milione di dosi di tubercolina), queste reazioni possono essere pericolose e si devono prendere precauzioni avendo disponibile l’epinefrina.

Falso negativo

Al contrario, un paziente Mantoux negativo potrebbe anche essere abbastanza immunodeficiente o immunodepresso da non poter scatenare la reazione infiammatoria, oppure aver contratto il micobatterio più recentemente rispetto al periodo finestra della malattia. Da un rapporto del 2008 sui casi di tubercolosi in Italia, si è visto che il test può risultare negativo in un’alta percentuale dei contagiati per cui è utilizzato. Inoltre la reazione al test PPD viene alterato nelle seguenti condizioni:

  • Mononucleosi infettiva
  • Vaccino da virus vivo – Il test non deve essere effettuato entro 3 settimane dalla vaccinazione dal virus vivo (ad esempio vaccino MPR o vaccino Sabin).
  • sarcoidosi
  • Malattia di Hodgkin
  • Corticosteroide terapia / uso steroide
  • Malnutrizione

Questo perché il sistema immunitario deve essere funzionale per montare una risposta al derivato proteico iniettato sotto la pelle. Un falso risultato negativo può verificarsi in una persona che è stata recentemente infetta da TB, ma il cui sistema immunitario non ha ancora reagito ai batteri.

Test alternativi

Per superarne i limiti di specificità e sensibilità del test di Mantoux sono state studiate varie alternative in vitro per l’individuazione di infezioni tubercolari, tra cui il Test Interferon Gamma (TIG) o Interferon-Gamma Releasing Assay (IGRA) con Quantiferon GOLD TB o T-SPOT.TB. Tali test utilizzano le proteine ESAT-6 (early secretory antigen target-6) e CFP-10 (culture filtrate protein-10), specificamente codificate dalla regione RD1 del mycobacterium tuberculosis, per stimolare i linfociti T effettori circolanti a produrre interferone gamma (IFNγ). La positività del test è quindi legata ad una reazione immunitaria specifica agli antigeni del micobatterio della tubercolosi, escludendola quindi in quei pazienti che siano stati in realtà vaccinati contro la TB o che infettati da agenti patogeni diversi ma comunque reattivi al test di Mantoux.

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Mycobacterium tuberculosis: il batterio che causa la tubercolosi

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI CLINICA BIOLOGICA BIOLOGIA MICROBI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESI MICROBIOLOGY WALLPAPER DNAIl Mycobacterium tuberculosis anche chiamato Bacillo di Koch appartenente alla famiglia delle Mycobacteriacee, famiglia di batteri gram-variabili. È il bacillo responsabile della tubercolosi nell’uomo. Sono bacilli immobili, non sporigeni, aerobi obbligati, delle dimensioni di 0,2-0,6 x 1-10 µm, caratterizzati dalla lenta crescita, da una parete ricca di acidi micolici e da un DNA con elevato contenuto di guanina e citosina (60-70%). Il nome deriva dal dr. Robert Koch che lo scoprì nel 1882.

Struttura della parete

La parete cellulare del bacillo di Koch è peculiare sotto molti punti di vista. È composta da:

  • Lipidi: 60% del peso secco della parete cellulare (30% del peso secco del corpo batterico), soprattutto acidi micolici e Cere (A, B, C, D).
  • Proteine: costituiscono il 15% della parete cellulare. Hanno una potente attività antigenica, con attivazione della Immunità cellulo-mediata. Estratte con metodi opportuni vengono definite PPD o derivato proteico purificato, principale responsabile della reazione di ipersensibilità di IV tipo.

La struttura è a strati; dall’interno verso l’esterno sono presenti peptidoglicano, arabinogalattano e glicolipidi di superficie dove si ancorano gli acidi micolici. Gruppi di lipo-arabinomannaniancorati direttamente alla membrana attraversano per intero tutta la parete. Tale complessità giustifica la resistenza ai fattori ambientali (essiccamento), l’alcool-acido resistenza (vedi più avanti), l’elevato tempo di replicazione (12-24 ore), le caratteristiche di crescita in vitro (colonie visibili solo dopo 40 giorni), la particolare antigenicità (dovuta alla componente proteica della parete), la resistenza a molti antibiotici e la tendenza del batterio all’aggregazione (dovuta al dimicoliltrealosio o fattore cordale).

I glicolipidi di Mycobacterium sono detti anche micosidi; gli acidi micolici sono lipidi a 60 – 90 atomi di carbonio uniti a carboidrati tramite legami covalenti.

Il fattore cordale è responsabile della crescita in forma di catene parallele, è tossico se inoculato nel topo ed è implicato nella virulenza dei micobatteri (inibizione della fagocitosimediata dai macrofagi con sopravvivenza endovescicolare).

La cera D sembra invece essere uno degli elementi responsabile della reazione di ipersensibilità di IV tipo.

Per approfondire:

Patogenesi

Dopo inalazione di aerosol infetti si ha la fagocitosi dei batteri da parte dei macrofagi alveolari. Il blocco della fusione lisosoma-fagosoma garantito dal fattore cordale, porta alla sopravvivenza del batterio all’interno dei macrofagi con attivazione di una risposta immune cellulo-mediata (linfociti T CD4+ e linfociti T CD8+). In particolare l’attivazione dei T CD4+ porta alla produzione di anticorpi (non proteggenti a causa della localizzazione intracellulare di BK) e alla produzione di IFN e IL-2 con attivazione dei macrofagi. I macrofagi attivati possono a questo punto fagocitare e uccidere i micobatteri. L’attivazione dei linfociti T CD8+ porta alla lisi delle cellule fagocitiche contenenti micobatteri in replicazione. Il risultato complessivo è la promozione di un’infiammazione cronica con formazione di granulomi contenenti necrosi caseosa (materiale formato da bacilli, cellule epitelioidi e macrofagi morti). Intorno alla necrosi caseosa si localizzano macrofagi con nuclei a ferro di cavallo (cellula di Langhans), stretti a formare uno strato epitelioide (simile a un epitelio); ancora più esternamente, sono presenti linfociti T e plasmacellule. Il granuloma così composto è contornato da uno strato capsulare formato da fibroblasti e tessuto connettivo, formatosi come esito dell’evento infiammatorio-compressivo.

Sulle cause della necrosi caseosa si è molto discusso; sembra infatti che siano coinvolti diversi fattori. In primo luogo, si dà grande importanza alla reazione di ipersensibilità di IV tipo mediata dalla componente proteica del batterio dissolta nei tessuti, con produzione di interferone e conseguente citossicità. Sembrano essere coinvolte anche alcune particolari endotossine contenute nello stesso BK, in grado di mediare citolesività diretta. È spesso considerato evento eziologico l’obliterazione compressiva della rete vascolare mediata dai processi infiammatori cronici; Florey ha fatto rilevare che la compressione con conseguente trombosi è invece un fenomeno tardivo, che si instaura solo dopo la genesi della necrosi caseosa.

Le lesioni primarie si localizzano soprattutto nel lobo polmonare medio destro e nel lobo superiore sinistro. A questo punto si può avere disseminazione secondaria polmonare (apici), pleurica, tracheo-bronchiale, digestiva, miliare (reni), nervosa e ossea. L’invasione può avvenire per continuità, ingestione dell’espettorato o per via ematica.

L’evoluzione dei granulomi dopo svuotamento con creazione di un tragitto fistoloso, esita verso la formazioni di caverne (e possibile tisi) che si tappezzano di epitelio brochiale (fenomeno detto detersione); le caverne possono essere sovrainfettate da funghi del genere Aspergillus. I granulomi possono andare incontro a fibrosi e cicatrizzazione con possibile calcificazione o ossificazione.

Epidemiologia

Il serbatoio naturale è l’uomo con tubercolosi conclamata. La trasmissione avviene per inalazione di aerosol infetti. I soggetti a rischio sono soprattutto tossicodipendenti, senzatetto, alcolizzati, carcerati e pazienti con AIDS.

Profilo clinico

La tubercolosi (TBC) primaria nell’immunocompetente è per lo più asintomatica o paucisintomatica (febbre, abbondante sudorazione notturna, tosse stizzosa e malessere). La TBC primaria in persone a rischio ha una localizzazione polmonare progressiva primaria con febbre, tosse, espettorazione, emottisi e dispnea. La TBC secondaria (post primaria) è caratterizzata da tosse cronica, espettorazione francamente purulenta, emottisi, febbre, dispnea, dolore toracico e anoressia. La TBC extrapolmonare può colpire vari organi e apparati come linfonodi (25%), pleura (20%), tratto genito-urinario (15%), ossa (10%-la localizzazione osteoarticolare più frequente è la colonna vertebrale), meningi (5%). La TBC miliare è caratterizzata da piccole lesioni a forma di seme di miglio, che si diffondono rapidamente dai polmoni ai visceri (soprattutto reni).

Profilo diagnostico

La diagnosi di M. tubercolosis si avvale dell’esame microscopico, dell’esame colturale, di esami biochimici e di esami immunomolecolari.

Esame microscopico

Lo strato esterno della membrana è funzionalmente simile alla membrana esterna dei Gram-negativi; tuttavia la colorazione di Gram non è idonea alla sua identificazione. Si utilizzano, infatti, colorazioni in grado di evidenziarne la caratteristica acido-alcol resistenza. La colorazione di Ziehl-Neelsen (carbolfucsina a caldo) avviene dopo raccolta su di un vetrino porta oggetto di un campione idoneo (come espettorato fluidificato con N-acetilcisteina). Successivamente, il campione deve essere lasciato essiccare per alcuni minuti; passato questo tempo, si procede con la colorazione mediante carbolfucsina di Ziehl, colorante in grado di penetrare all’interno della parete dei micobatteri dopo opportuno riscaldamento (vetrino sopra al becco Bunsen fino ai primi vapori). Successivamente all’esposizione al becco Bunsen si procede con il lavaggio del vetrino mediante alcool e acido solforico; questa tappa consente di decolorare i batteri che non possiedono la struttura tipica dei micobatteri. Successivamente, il vetrino può essere colorato con un colorante di contrasto come il blu di metilene. La presenza di micobatteri è documentata dalla presenza di bacilli fucsia in campo blu. Tale metodica non è esente da problematiche riguardanti la specificità; la colorazione di Ziehl-Neelsen identifica, infatti, non tanto i micobatteri, quanto bacilli acido-alcool resistente (BAAR), che possono non essere patogeni o semplici contaminanti del campione. La valutazione di un esame microscopico dopo colorazione di Ziehl-Neelsen deve essere fatta in base alla presenza di BAAR in un campo microscopico a 1.000 ingrandimenti, secondo lo schema seguente.

BAAR per campi Referto
0 BAAR su 300 campi Negativo per BAAR.
1-2 BAAR su 300 campi Dubbio: ripetizione dell’esame.
1-9 BAAR su 100 campi Positivo +—
1-9 BAAR su 10 campi Positivo ++–
1-9 BAAR su 1 campo Positivo +++-
Più di 9 BAAR su 1 campo Positivo ++++

La sensibilità dell’esame microscopico condotto con la colorazione di Ziehl-Neelsen è condizionata dalla carica microbica, dal tipo di campione biologico, da eventuali errori tecnici nella procedura e dalla bravura dell’operatore. In definitiva si stima che la colorazione di Ziehl-Neelsen riesca a identificare BAAR solo se presenti con una soglia minima di 10.000 – 100.000 batteri per ml di campione. La specificità è condizionata dal fatto che le diverse specie di Nocardia, di Rhodococcus possono dare falsi positivi per BAAR. Analogamente, Legionella micdadei e cisti di Cryptosporidium e di Cyclospora possono colorarsi con la colorazione di Ziehl-Neelsen. Si deve anche considerare che alcuni particolari ceppi di micobatteri possono variare la capacità di colorarsi come BAAR. Inoltre, l’esame microscopico non fornisce alcuna informazione riguardo alla vitalità dei micobatteri osservati; in pazienti in terapia è possibile il reperto di esame microscopico positivo ed esame colturale negativo (vedi esame colturale). Altre possibili colorazioni sono la colorazione di Kinyoun (carbolfucsina a freddo), la colorazione con auramina o altri coloranti associati a fluorescenza.

Esame colturale

Rispetto all’esame microscopico, l’esame colturale ha un’elevatissima sensibilità (è in grado di dare positività in campioni biologici contenenti 10 – 100 BAAR per ml) e la massima specificità. L’esame colturale deve essere preceduto da raccolta di campione appropriato (urina, feci, sangue, espettorato fluidificato) e trattato con idrossido di sodio al 10% al fine di eliminare eventuali batteri contaminanti (soprattutto possibili micobatteri a rapida crescita non patogeni in grado di dare falsi positivi). M. tubercolosis è in grado di resistere al pH elevato e di procedere indenne alle successive fasi della coltura. Si possono utilizzare sia terreni solidi sia terreni liquidi. I terreni solidi possono essere a base di uovo, come il terreno di Lowenstein-Jensen e il terreno di Petragnani o sintetici (agarizzati), come il terreno di Middlebrook 7H10 -7H11. Il terreno di Lowenstein-Jensen è un terreno in provetta che si solidifica dopo riscaldamento; in particolare, la solidificazione avviene dopo che il terreno è stato posto in posizione leggermente inclinata, in modo che la superficie esposta all’aria risulti a becco di clarino (ulteriore nome del terreno). La solidificazione avviene grazie alle proteine dell’uovo che si coagulano al calore; ulteriori componenti di questo terreno sono il verde malachite, l’asparagina, il glicerolo, il magnesio, il potassio e la fecola di patate. L’utilizzo di terreni solidi comporta la crescita lenta e/o difficile (2-3 settimane); tuttavia, la rilevazione manuale delle colonie consente di rilevare colture miste, di analizzare la morfologia delle colonie e la determinazione della carica batterica. Si assume infatti che vi sia una relazione diretta tra il numero delle colonie e la sensibilità del rilievo, secondo lo schema seguente.

Numero colonie Referto
0 colonie Negativo
<50 colonie Dubbio; si devono eseguire altri test biochimici
50-100 colonie Positivo +—
100-200 colonie Positivo ++–
200-500 colonie Positivo +++-
> 500 (patina) Positivo ++++

I terreni liquidi, come il sistema MGIT, consentono una crescita più rapida e una rilevazione automatizzata operata da sistemi di incubazione computerizzati. Necessitano, tuttavia di sub-colture su solidi, data l’impossibilità di quantificare la carica batterica. In particolare, nel terreno liquido Middlebrook 7H9 è presente un fondo di silicone contenente un composto fluorescente (un complesso metallico di rutenio), sensibile alla riduzione della tensione di ossigeno (consumato dagli eventuali micobatteri presenti), che funge da sistema rivelatore.

Sistema Bactec

Il sistema Bactec per M. tubercolosis è spesso utilizzato per rilevare l’eventuale batteriemia e disseminazione. All’interno di un flacone sigillato è presente un terreno di coltura liquido contenente acido palmitico marcato con 14C. L’utilizzo di tale sostanza da parte dei micobatteri comporta la produzione di 14CO2 che si accumula all’interno del flacone stesso. Il gas presente nel flacone sigillato viene analizzato automaticamente dallo strumento e la quantità di 14CO2 viene rilevata da un rilevatore di radioattività, quantificata ed espressa come indice di crescita.

Test di identificazione molecolare

Il test AccuProbe ha come bersaglio la subunità 16S dell’rRNA. Il test INNO-LiPA ha come bersaglio la regione spaziatrice presente tra il gene 16S e il gene 23S dell’rRNA. Queste due metodiche, dotate entrambe di elevata specificità e sensibilità sono in grado di distinguere tra:

  • Mycobacterium tuberculosis complex;
  • Mycobacterium kansasii;
  • Mycobacterium gordonae;
  • Mycobacterium avium complex.

Test di Mantoux

Consiste nell’inoculazione intradermica di 5 unità di derivato proteico purificato o PPD (equivalente a 0,1 mg). La intradermoreazione (conseguente alla risposta dei linfociti sensibilizzati) deve essere valutata dopo 48 ore. Una lesione con un diametro maggiore di 10 mm deve essere considerata, nell’individuo sano, positiva. Nell’individuo non immunocompetente, si assume come positiva una lesione maggiore di 5 mm di diametro. Il test di Mantoux, benché ancora valido come misura di controllo, risulta spesso positivo non solo nella tubercolosi attiva, ma anche dopo esposizione a micobatteri ambientali innocui, dopo esposizione asintomatica recente a M. tuberculosis, nelle infezioni latenti e nei soggetti vaccinati.

QuantiFERON o TB-Test

Il test, che è stato introdotto nel 2005 nella routine diagnostica, consiste nel cimentare, per 16-24 ore, il sangue intero del soggetto indagato con particolari antigeni tubercolari come ESAT-6, CFP-10o lo stesso derivato proteico purificato. Successivamente, dopo il tempo necessario alla processazione degli antigeni, si valuta mediante ELISA la presenza di interferone, che testimonia l’attività dei linfociti T sensibilizzati al M. tubercolosis.

Terapia, prevenzione e controllo

La terapia per M. tubercolosis si compone di una serie di farmaci specifici come isoniazide, rifampicina, pirazinamide ed etambutolo per 9 mesi, 2 volte a settimana. Il trattamente con rifampicina può durare anche per un anno. Il vaccino a germi vivi e attenuati è detto vaccino BCG (Mycobacterium bovis attenuato su patata glicerinata e biliata, detto anche Bacillo di Calmette-Guérin) ed è consigliato nelle zone dove la tubercolosi è endemica. La vaccinazione deve essere controllata mediante il test di Mantoux.

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Tubercolosi: trasmissione, sintomi, diagnosi e cure in sintesi

MEDICINA ONLINE INVASIVITA VIRUS BATTERI FUNGHI PATOGENI MICROBIOLOGIA MICROORGANISMI CLINICA BIOLOGICA BIOLOGIA MICROBI LABORATORIO ANALISI PARETE INFEZIONE ORGANISMO PATOGENESI MICROBIOLOGY WALLPAPER DNALa tubercolosi o tisi o poriformalicosi, in sigla TBC, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch. Considerata fino agli anni 50 una malattia grave, invalidante e alla lunga mortale se non tempestivamente diagnosticata e curata, divenuta oggi nei paesi occidentali più facilmente diagnosticabile e curabile, la tubercolosi attacca solitamente i polmoni (tubercolosi polmonare), ma può colpire anche altre parti del corpo (tubercolosi extrapolmonare). Per approfondire leggi:

Trasmissione
Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse secca; per approfondire leggi: Come si trasmette la tubercolosi?

Sintomi
La maggior parte delle infezioni che colpiscono gli esseri umani risulta essere asintomatica, cioè si ha un’infezione latente. Circa una su dieci infezioni latenti alla fine progredisce in malattia attiva, che, se non trattata, uccide più del 50% delle persone infette. I sintomi classici sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso. L’infezione di altri organi provoca una vasta gamma di sintomi. Per approfondire leggi: Sintomi della tubercolosi polmonare ed extrapolmonare

Diagnosi
La diagnosi si basa sull’esame radiologico (comunemente una radiografia del torace), un test cutaneo alla tubercolina, esami del sangue e l’esame microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei.

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Trattamento e prevenzione
Il trattamento è difficile e richiede l’assunzione di antibiotici multipli per lungo tempo. La resistenza agli antibiotici è un problema crescente nell’affrontare la malattia. La prevenzione si basa su programmi di screening e di vaccinazione con il bacillo di Calmette-Guérin. Per approfondire:

Diffusione
Si ritiene che un terzo della popolazione mondiale sia stata infettata con M. tuberculosis, e nuove infezioni avvengono ad un ritmo di circa una al secondo. Nel 2007 vi erano circa 13,7 milioni di casi cronici attivi e nel 2010 8,8 milioni di nuovi casi e 1,45 milioni di decessi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il numero assoluto di casi di tubercolosi è in calo dal 2006 e di nuovi casi dal 2002. Inoltre, le popolazioni dei paesi in via di sviluppo contraggono la tubercolosi più facilmente, poiché hanno spesso un sistema immunitario più compromesso a causa degli alti tassi di AIDS. La distribuzione della tubercolosi non è uniforme in tutto il mondo, circa l’80% della popolazione residente in molti paesi asiatici e africani risultano positivi nei test alla tubercolina, mentre solo il 5-10% della popolazione degli Stati Uniti è affetta.

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Tubercolosi in Italia: si sta diffondendo non solo tra gli stranieri

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TUBERCOLOSI ITALIA DIFFONDENDO STRANIERI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIn molti pensavano che la tubercolosi fosse una malattia infettiva ormai “superata”, ed invece la TBC non è affatto scomparsa, anzi. La tubercolosi (anche chiamata tisi o poriformalicosi) è molto più diffusa di quanto si pensi e solo in Italia fa registrare 10 nuovi casi al giorno. La malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis (chiamato anche Bacillo di Koch) rappresenta nuovamente una emergenza globale, come indicato dal nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dal titolo emblematico: “Azioni globali e investimenti cadono molto al di sotto di quel che serve per far finire l’epidemia globale di Tbc”.

La situazione globale

L’epidemia di tubercolosi ha raggiunto praticamente ovunque livelli superiori alla soglia auspicata. “Nel mondo il tasso di declino dell’incidenza della tubercolosi rimane a solo 1,5% tra il 2014 e il 2015. Bisogna accelerare questa diminuzione al 4-5% su base annua per  raggiungere la tappa del 2020” si legge nel rapporto dell’Oms. Nel 2015 i nuovi casi stimati sono stati 10,4 milioni: 5,9 milioni tra gli uomini, 3,5 milioni tra le donne e 1 milione tra i bambini. Il 60% di tutti i casi di tubercolosi in un anno si concentra in sei stati: India, Indonesia, Cina, Nigeria, Pakistan e Sud Africa.

In Italia non solo gli stranieri

Per quanto riguarda l’Italia, secondo gli ultimi dati forniti al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie di Stoccolma, ogni giorno si registrano 10 nuovi casi di tubercolosi, per un totale di 3.769 casi notificati. Di questi 120 sono di tubercolosi multiresistente, la più difficile da curare. Il 50% dei pazienti è italiano, in gran parte anziani, e il 50% straniero. Ancora troppi i morti: oltre 350 all’anno, circa uno al giorno. Ma è possibile che l’emergenza sia più diffusa. “Il problema della sorveglianza e dei dati con i casi notificati è assolutamente prioritario. Serve, per tutti i Paesi, un migliore sistema digitalizzato, essenziale per un accesso alla diagnostica, una pronta identificazione della malattia e l’utilizzo di cure adeguate” ha dichiarato Ginevra Mario Raviglione, direttore del Global Tb Program.

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