Le malattie esantematiche sono un gruppo di patologie infettive contagiose, causate da vari microrganismi (nella maggioranza dei casi virus), che si manifestano con un’eruzione cutanea detta esantema o rash. L’esantema è il sintomo più caratteristico di queste malattie, ma spesso è accompagnato da altri sintomi e segni simili a quelli tipici di una influenza, come Continua a leggere
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Streptococcus pneumoniae: vaccino polisaccaridico capsulare e proteina-coniugato
Streptococcus pneumoniae, anche chiamato pneumococco o pneumococcus, un tempo noto come Bacillo di Fraenkel o Diplococcus pneumoniae o Diplococcus lanceolatus, spesso abbreviato S. pneumoniae, è un Continua a leggere
Vaccino: meglio farlo la mattina o il pomeriggio? La risposta scientifica
Quando è meglio fare un vaccino? Alla mattina o nel pomeriggio? Una ricerca inglese ha la risposta. Continua a leggere
Meningite: incubazione, fulminante, sintomi, contagio e cura
La “meningite” è una temibile patologia del sistema nervoso centrale, generalmente di origine infettiva, caratterizzata dall’infiammazione delle meningi, cioè le membrane connettivali che rivestono il sistema nervoso centrale (vedi immagine in alto) ed hanno la Continua a leggere
Sierotipo in microbiologia: significato ed importanza per i vaccini
Il sierotipo è, in microbiologia e virologia, un livello di classificazione di batteri e virus inferiore a quello specie, della quale costituisce l’equivalente di una sottospecie.
In particolare è possibile distinguere diversi sierotipi di una specie batterica o virale quando il materiale organico infetto (ad esempio sangue) reagisce positivamente solo con un determinato siero, contenente un anticorpo in grado di legarsi ad uno specifico antigene microbico: si possono allora distinguere tra di loro microrganismi appartenenti alla medesima specie, in base a differenze tra gli antigeni di superficie rilevabili solo mediante reazioni antigene-anticorpo.
La capacità di distinguere diversi sierotipi all’interno di una specie è di molto aumentata con lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche che sfruttano le proprietà degli anticorpi monoclonali di reagire in modo altamente specifico con determinati antigeni. La possibilità di riconoscere con precisione un determinato sierotipo è molto importante per l’epidemiologia di alcune malattie infettive, perché permette di ricostruire la provenienza e la circolazione dell’infezione; anche per l’allestimento di vaccini è importante distinguere i diversi sierotipi di un agente patogeno, per poter preparare vaccini protettivi verso le sue possibili varianti.
Tra gli agenti patogeni distinti in numerosi sierotipi si ricordano le Salmonelle e gli Streptococchi.
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Vaccini: servono davvero? Tutte le verità scientifiche
Quando si rompe un tubo in casa, io chiamo il professionista dei tubi, cioè il mio idraulico di fiducia. Se lui mi dice che devo effettuare un certo lavoro, io lo faccio perché io sono un medico e di tubi non ci capisco… un tubo! L’esperto è lui: ad ognuno il suo lavoro. Penso che questo valga un po’ per chiunque. Mi chiedo perché invece, quando si tratta una cosa un pelino più importante – la nostra salute – ognuno diventa esperto, anche se si occupa di edilizia, di vendere immobili o di software per computer. Gente che non saprebbe dire manco la differenza non dico tra una glicoproteina CD4 ed una glicoproteina CD8, ma neanche tra un virus ed un batterio, improvvisamente diventa esperta di biologia molecolare ed esprime giudizi netti sui vaccini, condannandoli. Ma il problema non è tanto se un trentenne pensa che i vaccini siano il male assoluto: il problema è che non vaccina i suoi figli, bambini inermi che subiscono le scelte scellerate dei genitori. E’ proprio a questi genitori sono dedicate le prossime verità scientifiche.
Cosa sono i vaccini ed a cosa servono?
I vaccini sono preparati somministrati all’organismo per prevenire alcune malattie infettive. Stimolano il sistema immunitario affinché si difenda contro specifici germi, contenuti al loro interno in forma inattiva, ovvero incapaci di provocare la malattia ma in grado di stimolare la produzione di anticorpi per contrastarla.
Quali malattie si possono prevenire?
Le malattie che ad oggi i vaccini prevengono sono numerose: difterite, epatite A, epatite B, herpes zoster, influenza, meningiti, sepsi, polmoniti, morbillo, tumori e malattie dovute a papilloma virus, parotite, pertosse, poliomielite, rosolia, diarree infantili da rotavirus, tetano, varicella.
Perché dovremmo vaccinarci?
Perché i vaccini ci proteggono dalle malattie infettive. Pertanto più individui della comunità sono vaccinati, meno probabile è il contagio. Ne consegue una riduzione notevole del numero di persone malate.
A chi sono destinate le vaccinazioni?
Esistono vaccini di varie tipologie, la maggior parte dei quali sono destinati a bambini ed adolescenti. Tuttavia ci sono vaccinazioni per tutte le età, consigliate soprattutto alle “categorie a rischio” ovvero più deboli per età, stato di salute o particolari condizioni come la gravidanza. Esistono poi vaccini specifici per chi viaggia in paesi a rischio.
Perché bisognerebbe vaccinare da subito i bambini?
Perché vaccinarli nei primi mesi di vita consente di proteggerli fin da subito da eventuali malattie infettive. Ciò è possibile perché il sistema immunitario risponde bene ai vaccini anche in tenera età.
Le vaccinazioni sono obbligatorie?
No, ma sono raccomandate per l’alto valore preventivo individuale e collettivo, in base alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della Salute.
Le vaccinazioni comportano effetti collaterali?
Gli effetti collaterali delle vaccinazioni, sempre che si manifestino, sono molto lievi e di breve durata: da febbre moderata a leggere reazioni infiammatorie intorno all’iniezione. Eventuali reazioni allergiche sono rarissime e si manifestano subito, ragion per cui si deve attendere una ventina di minuti prima di lasciare l’ambulatorio.
No, non si possono prevedere né prevenire tramite accertamenti di laboratorio ma il medico curante o il personale dei centri vaccinali può identificare eventuali situazioni a rischio.
Come e quando vanno effettuate le vaccinazioni?
Le vaccinazioni si effettuano negli ambulatori vaccinali del Sistema Sanitario Regionale e le prime vaccinazioni infantili vengono comunicate con lettera postale accompagnata da opuscolo informativo e calendario. Il genitore viene quindi invitato a un colloquio per firmare l’adesione alla vaccinazione. E’ invece il medico curante a proporre le vaccinazioni per le categorie a rischio, che possono essere eseguite da lui stesso o presso gli ambulatori.
I vaccini servono davvero?
Certamente si, ne sono così convinto che ho vaccinato mio figlio e credo che basti a farvi capire la fiducia che ho in essi.
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- Cos’è la poliomielite? Importanza del vaccino e controindicazioni
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- Differenza tra virus e batteri: chi è più pericoloso? Diagnosi, sintomi e terapia
- Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini
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Tubercolosi in Italia: si sta diffondendo non solo tra gli stranieri
In molti pensavano che la tubercolosi fosse una malattia infettiva ormai “superata”, ed invece la TBC non è affatto scomparsa, anzi. La tubercolosi (anche chiamata tisi o poriformalicosi) è molto più diffusa di quanto si pensi e solo in Italia fa registrare 10 nuovi casi al giorno. La malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis (chiamato anche Bacillo di Koch) rappresenta nuovamente una emergenza globale, come indicato dal nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dal titolo emblematico: “Azioni globali e investimenti cadono molto al di sotto di quel che serve per far finire l’epidemia globale di Tbc”.
L’epidemia di tubercolosi ha raggiunto praticamente ovunque livelli superiori alla soglia auspicata. “Nel mondo il tasso di declino dell’incidenza della tubercolosi rimane a solo 1,5% tra il 2014 e il 2015. Bisogna accelerare questa diminuzione al 4-5% su base annua per raggiungere la tappa del 2020” si legge nel rapporto dell’Oms. Nel 2015 i nuovi casi stimati sono stati 10,4 milioni: 5,9 milioni tra gli uomini, 3,5 milioni tra le donne e 1 milione tra i bambini. Il 60% di tutti i casi di tubercolosi in un anno si concentra in sei stati: India, Indonesia, Cina, Nigeria, Pakistan e Sud Africa.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo gli ultimi dati forniti al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie di Stoccolma, ogni giorno si registrano 10 nuovi casi di tubercolosi, per un totale di 3.769 casi notificati. Di questi 120 sono di tubercolosi multiresistente, la più difficile da curare. Il 50% dei pazienti è italiano, in gran parte anziani, e il 50% straniero. Ancora troppi i morti: oltre 350 all’anno, circa uno al giorno. Ma è possibile che l’emergenza sia più diffusa. “Il problema della sorveglianza e dei dati con i casi notificati è assolutamente prioritario. Serve, per tutti i Paesi, un migliore sistema digitalizzato, essenziale per un accesso alla diagnostica, una pronta identificazione della malattia e l’utilizzo di cure adeguate” ha dichiarato Ginevra Mario Raviglione, direttore del Global Tb Program.
Per approfondire:
- Tubercolosi: trasmissione, sintomi, diagnosi e cure in sintesi
- Tubercolosi: cause e patogenesi della malattia
- Mycobacterium tuberculosis: il batterio che causa la tubercolosi
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- Tubercolosi: diagnosi e progressione della malattia
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- Si muore di AIDS? Qual è l’aspettativa di vita?
- HIV: sintomi iniziali in donne e uomini
- Differenza tra malattia, sindrome e disturbo con esempi
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- Smegma: i rischi dell’accumulo di sporco sul pene
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- Il sesso orale provoca cancro alla gola
- Presenza di sangue nello sperma: cause e terapie dell’ematospermia
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Vaccini anti meningite: quanti sono, quando farli, quali sono indispensabili, effetti collaterali
La meningite è un’infezione grave delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, ed è provocata nella maggior parte dei casi – ma non esclusivamente -da un batterio denominato Neisseria Meningitidis, detto anche meningococco. Può colpire a qualunque età, ma è più diffusa sotto i cinque anni e in particolare nei bambini con meno di un anno di età, e tra i 12 e i 21 anni. Pur non essendo una malattia molto diffusa (meno di 1000 casi all’anno in Italia di meningite batterica), si tratta di un’infezione severa, con una rapida evoluzione, una mortalità del 10-15% (dovuta in genere a sepsi o setticemia), e un rischio dell’11-19% di complicanze serie,
Per approfondire leggi anche: Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini
Come prima accennato, la meningite può essere causata da batteri diversi. Per questo le vaccinazioni sono più d’una, e spesso tra i miei pazienti c’è un po’ di confusione su quali fare e quando. Facciamo un po’ chiarezza
Quanti vaccini esistono per la meningite?
In Italia sono disponibili quelli contro Haemophilus influenzae di tipo b, pneumococco, meningococco C, meningococco ACWY e meningococco B.
- Il vaccino contro il Meningococco C (MenC)
Disponibile già da parecchi anni, è inserito tra le vaccinazioni raccomandate dal Piano nazionale per la prevenzione vaccinale. Poiché è stato introdotto nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) è gratuito in tutta Italia. Questo ha consentito di vaccinare sempre più bambini e di avere una significativa riduzione dei casi di meningite C, con il risultato che attualmente il sierotipo B è il più frequente in Italia. Il Piano nazionale vaccini 2012-2014 (l’ultimo in vigore) prevede la somministrazione del MenC a tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR(Morbillo, Parotite, Rosolia) e agli adolescenti non precedentemente immunizzati. - Il vaccino tetravalente A,C,W135,Y (Mcv4)
Disponibile da poco tempo e non inserito nel calendario vaccinale 2012-2014, il vaccino tetravalente antimeningococco A, C, W 135, Y è stato finora raccomandato in Italia prevalentemente per i viaggiatori che si recano in Paesi dove sono presenti tali sierotipi di meningococco e a coloro che desiderano una protezione maggiore, tenendo presenti le frequenti opportunità di spostamento legate alla globalizzazione. - Il vaccino contro il meningococco B (MenB)
È stato autorizzato solo nel 2013, per questo non era incluso nel piano vaccinale 2012-2014 e non rientra nei LEA. Il vaccino, tuttavia, è presente nel nuovo Piano nazionale vaccini 2016-2018, che attente ancora l’approvazione definitiva. Al momento in alcune regioni è a pagamento, mentre in altre è offerto gratuitamente. Il vaccino protegge contro quasi il 90 per cento dei ceppi di meningococco B e si può fare a partire dai 2 mesi, anche in concomitanza con gli altri vaccini previsti nei primi anni di età. Il numero di dosi da somministrare varia a seconda dell’età in cui si comincia la somministrazione. Non si hanno ancora dati certi sulla durata della protezione, pertanto in futuro potrebbe essere necessario introdurre un’ulteriore dose in età prescolare. Si può fare a partire da 2 anni ai bambini che non hanno ancora effettuato il MenC o agli adolescenti di 12-16 anni già vaccinati con MenC, a completamento della copertura. È anche possibile anticipare la vaccinazione, in soggetti a più alto rischio, con tre dosi a 3, 5 e 11 mesi. Sopra i 12 mesi, invece, è sufficiente una dose singola.
A che età bisogna vaccinarsi?
Il piano vaccinale in vigore raccomanda il vaccino contro l’Haemophilus influenzae di tipo b tra i tre e i 12 mesi. La copertura è buona: in Italia oggi si registrano meno di dieci casi all’anno fra i non vaccinati. Alla stessa età, ci si può proteggere anche dallo pneumococco. La vaccinazione contro il meningococco C si fa attorno ai 12 mesi, e necessita di un richiamo dopo dieci anni. Queste vaccinazioni sono gratuite.
Quali sono indispensabili?
Di sicuro quelle incluse nel programma vaccinale. Inoltre, è preferibile eseguire il richiamo per il meningococco C con il vaccino quadrivalente ACWY, che protegge anche da altri ceppi. Il nuovo piano ministeriale, ancora in discussione, potrebbe rendere gratuito anche il vaccino contro il meningococco B, da fare entro i due anni. Alcune regioni già lo offrono; nelle altre la decisione per ora spetta ai genitori, tenendo presente che in Italia si registrano 60-80 casi all’anno.
Perché il vaccino contro la meningite C rientra tra le vaccinazioni raccomandate e non tra quelle obbligatorie?
Se i vaccini MenB e Mcv4 non rientrano ancora nel calendario vaccinale, il Men C rientra tra le vaccinazioni raccomandate e non tra quelle obbligatorie. Perché? “In Europa ci sono stati che raccomandano i vaccini e altri stati in cui i vaccini sono tutti obbligatori. La situazione attuale italiana causa confusione poiché sembra che ci siano differenze tra i gruppi di vaccini, quelli obbligatori e quelli raccomandati” dice Silvia Declich, direttore del Reparto di Epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. “In realtà, tutti i vaccini inseriti nel calendario vaccinale sono importanti e andrebbero fatti sia per la protezione del vaccinato sia per la protezione di chi gli sta intorno, poiché più è alta la copertura vaccinale, minore è la circolazione della malattia. I vaccini più recenti sono raccomandati anziché obbligatori perché l’orientamento è stato quello di considerare il vaccino non più come obbligo formale, ma come importante opportunità di protezione per sé stessi e per gli altri. In altre parole, la tendenza è quella di superare l’obbligatorietà a favore di un’adesione consapevole alla vaccinazione”.
I possibili effetti collaterali dei vaccini contro la meningite
Gli effetti indesiderati più comuni dei vaccini contro la meningite sono rossore, gonfiore, e dolore nel sito di iniezione, che durano 1-2 giorni. Le reazioni sistemiche sono più rare e comprendono febbre lieve, sonnolenza, mal di testa, nausea e malessere generale, che si risolvono in 2-3 giorni. Per il vaccino contro il meningococco B c’è un maggiore riscontro di febbre, che si verifica circa nel 70-80% dei casi, soprattutto se il vaccino viene fatto in concomitanza con altri. Come per qualsiasi altra vaccinazione, anche i vaccini contro il meningococco possono causare reazioni allergiche di varia entità fino allo shock anafilattico, anche se sono situazioni estremamente rare.
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