Con “uveite intermedia” (in inglese “intermediate uveitis“) in medicina si intende l’infiammazione della pars plana Continua a leggere
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Differenza tra cornea, sclera, congiuntiva, retina, iride, vitreo e cristallino
L’occhio è una struttura apparentemente semplice, ma in realtà molto complessa. Cerchiamo oggi di fare un po’ di chiarezza, anche aiutandoci con l’immagine proposta qui in alto.
CORNEA
La cornea è la parte trasparente dell’occhio in diretto contatto col mondo esterno, ha uno spessore medio di 530/540 microns con una variabilità fisiologica piuttosto importante ( dai 420 a oltre i 600 microns); non ha solo la funzione di permettere alle luce ( e quindi alle immagini ) di “arrivare” sulla retina, ma è anche la lente dell’occhio con il maggior potere diottrico. Per permettere e mantenere la sua trasparenza, è un tessuto avascolare, cioè non è direttamente raggiunta dai vasi sanguigni, nella sua quasi totalità ( fa eccezione il limbus cioè la sua la periferia ); ma dato che come tutti i tessuti viventi consuma energia e produce “sostanze di rifiuto”, a questo compito principale è deputata la lacrimazione, che non ha quindi il solo compito di lubrificare, ma anche di nutrire. La lacrimazione ha poi anche il compito di “difendere” la cornea dall’azione di batteri, virus e funghi, e così al suo interno si trovano sostanze deputate a questo scopo.
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IRIDE
L’iride è quella parte dell’occhio che ne definisce il colore, visibile dietro la cornea data la trasparenza di quest’ultima; il suo compito è regolare la quantità di luce che deve entrare nell’occhio e funziona come il diaframma delle macchine fotografiche ( o forse sarebbe meglio dire il contrario!) e questo diaframma in genere è indicato col nome di PUPILLA, cioè il foro centrale dell’iride che per l’appunto varia nel suo diametro in funzione della luce che deve entrare nell’occhio.
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SCLERA
La sclera è una sorta di guscio esterno dell’occhio, che ha la forma di una pallina da ping-pong, che nella sua parte anteriore si continua nella cornea, e nella parte posteriore ha un foro attraverso cui passa il nervo ottico; di colore bianco nell’età adulta, nei bambini ha spesso tendenza al bluastro perché più sottile ed in trasparenza si vede la sottostante coroide, mentre in età avanzata ha colore giallastro.
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CONGIUNTIVA
La congiuntiva è una sottile membrana che riveste la sclera nella sua parte esposta e le palpebre: ricca di vasi e ghiandole che concorrono alla produzione della lacrima, ha il compito di proteggere le parti esterne dell’occhio e di lubrificare i movimenti del bulbo.
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CRISTALLINO
Il cristallino, o lente, è posizionato subito dietro l’iride, è una lente di ingrandimento e in pazienti senza difetti visivi associando il suo potere diottrico con quello della cornea (l’altra lente presente nell’occhio) permette all’immagine percepita di andare perfettamente a fuoco sulla retina e quindi avere una visione nitida e a fuoco; fino a circa 45 anni è poi in grado di modificare la sua forma e permettere una visione limpida anche per vicino, funzionando come uno zoom. Intorno a quell’età inizia una progressiva facosclerosi ( irrigidimento del cristallino) e un’azione meno potente del muscolo ciliare che su di esso agisce: la sinergia di questi due fattori fa si che sempre più si perde la capacità di “zoomare” per vicino, è la presbiopia che ci obbliga all’uso di occhialini per poter leggere. Quando poi il cristallino si opacizza per “ossidazione” della sua struttura dovuta al processo di invecchiamento (ma può anche succedere in età giovanile per traumi, terapie mediche o per alcuni tipi di patologie o può anche essere congenita) abbiamo la cataratta che aumentando progressivamente fa sempre più calare la vista fino a dover estrarre il cristallino opacizzato (= la cataratta) e sostituirlo con uno artificiale.
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VITREO
Il vitreo è una sostanza gelatinosa che riempie la maggior parte del volume interno dell’occhio ( circa i quattro quinti), in condizioni fisiologiche è perfettamente trasparente e aderente alla retina in alcuni punti elettivi ( ora serrata, papilla ottica,..) e al cristallino; i suoi compiti sono di tipo diottrico ( trasmissione della luce), di protezione della retina e del cristallino dai traumi bulbari e dai movimenti del bulbo stesso per la loro rapidità, ha funzioni metaboliche, ecc. Coll’avanzare dell’età ( ma anche in età giovanile nei miopi e in seguito a stati flogistici ) il vitreo va incontro a fluidificazione con l’alterazione delle fibre collagene che divengono “visibili” come puntini grigi o fili o capelli o “mosche volanti” e si dicono miodesopsie:possono essere molto fastidiose all’inizio soprattutto se si posizionano centralmente alla retina e in genere allarmano il paziente: in realtà raramente questa manifestazione sfocia in complicazioni retiniche, ma può succedere, soprattutto se alla miodesopsie si associano le fotopsie cioè la visione di luci come lampi interni all’occhio: le due cose associate sono spesso la manifestazione clinica del distacco posteriore di vitreo; in queste situazioni è consigliabile una visita presso il proprio oculista di fiducia per escludere complicanze retiniche.
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RETINA
La retina è la struttura che permette la trasmissione dell’immagine giunta nell’occhio alle zone del cervello deputate alla visione, e questa trasmissione la effettua trasformando lo stimolo luminoso in stimolo elettrico e convogliando il tutto attraverso il nervo ottico; funzionalmente la zona di gran lunga più importante è il cosiddetto polo posteriore dove si concentrano la maggioranza delle cellule deputate alla percezione della luce e dei colori: i coni e i bastoncelli : hanno una distribuzione differente avendo anche compiti differenti: i bastoncelli sono in numero molto superiore rispetto ai coni , ci permettono la visione scotopica (con bassa illuminazione) in bianco e nero e sono periferici al polo posteriore, i coni sono numericamente inferiori, concentrati al centro del polo posteriore in una zona detta fovea e permettono la visione distinta delle immagini e dei colori e sono i responsabili dell’acuità visiva ( i famosi 10/10 ) del nostro occhio.
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Miodesopsie (mosche volanti): come fare per eliminarle
Come si possono trattare le miodesopsie?
Purtroppo non esistono in commercio farmaci specifici per le miodesopsie. Una volta appurato, tramite visita medica, che non vi siano alla base complicanze più importanti, è possibile seguire sostanzialmente due strade: l’intervento laser o la vitrectomia.
Il trattamento con lo Yag Laser è quello preferibile quando i floaters (nome inglese delle miodesopsie che si riferisce al loro fluttuare all’interno dell’occhio) sono visibili e sufficientemente distanti dalla retina e dal cristallino. Si tratta di un intervento semplice e non doloroso, della durata variabile tra i 10 ed i 30 minuti, dopo il quale il paziente può riprendere le sue normali attività sportive o lavorative.
Vi sono tre tecniche adoperate per eliminare le miodesopsie con l’utilizzo del laser:
- La vaporizzazione consiste nel colpire con il laser le fibrille che compongono i corpi mobili, trasformandoli così in gas. Nel caso di distacco posteriore di vitreo si ha un anello ialino che risponde molto bene a questo trattamento.
- La delocalizzazione si effettua tagliando superiormente i sottili filamenti che tengono il corpo mobile in posizione. Come risultato, il corpo mobile cadrà verso il basso, non interferendo più nella visione.
- L’assottigliamento è la tecnica preferenziale quando i corpi da eliminare sono multipli, fibrosi e difficili da vaporizzare. Quando si localizzano, ad esempio, anche un centinaio di corpi mobili, diventa impossibile effettuare un elevato numero di spot laser per non surriscaldare troppo il vitreo. Si cerca quindi di diradare i corpi mobili.
Spesso può essere necessario più di un trattamento per ottenere un risultato ottimale ed è importante ricordare che lo scopo di questa procedura è quello di eliminare le opacità del vitreo, non di rimuoverlo.
La vitrectomia è una tecnica di micro-chirurgia oftalmica grazie alla quale viene rimosso, parzialmente o totalmente, l’umore vitreo dell’occhio. Viene utilizzata come terapia in diverse patologie oculari, quando il corpo vitreo è danneggiato irrimediabilmente e non è più trasparente e consiste nell’aspirazione dell’umore vitreo tramite l’inserimento di microsonde all’interno del bulbo oculare, di diametro estremamente esiguo, dell’ordine di 0,4 millimetri. L’operazione può essere eseguita in anestesia locale o generale con una durata variabile a seconda della gravità del problema ed il recupero post-operatorio richiede circa 24 ore. In seguito il paziente dovrà comunque seguire accorgimenti come l’instillazione di specifici colliri, determinate posture per il sonno e l’evitare sforzi e traumi.
Valutare con il proprio oculista i pro ed i contro è importante per arrivare alla migliore scelta terapeutica.
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Distacco posteriore vitreo: rimedi, cosa fare e cosa NON fare
Il distacco posteriore di vitreo è caratterizzato dalla separazione del corpo vitreo (sostanza gelatinosa situata all’interno dell’occhio aderente alla retina) dalla superficie retinica. Il distacco avviene per un fenomeno di degenerazione vitreale.
Cure per il distacco posteriore di corpo vitreo
Purtroppo non esiste una terapia che risolva completamente il disturbo che, in ogni caso, tende a regredire molto lentamente e spontaneamente. Infatti, col passare del tempo, le ombre appariranno sempre più sbiadite e si percepiranno sempre meno, dal momento che il cervello tende ad ignorare l’immagine fastidiosa (perché non rappresenta un nuovo stimolo) grazie ad un meccanismo di compensazione.
Cosa fare per rallentare la patologia e l’adattamento del cervello
Si consiglia di idratare l’organismo, bevendo molta acqua (almeno 1,5/2 litri al dì specialmente quando fa parecchio caldo o, comunque, più di quanta se ne beva già), di arricchire la dieta con frutta e verdura – ricche di sali minerali che aiutano a trattenere l’acqua nel nostro corpo – e di assumere integratori con profilo completo di vitamine e sali minerali. E’ però importante ricordare che bere molto fa bene, e probabilmente assumere regolarmente integratori aiuta a mantenere buone condizioni di salute, ma certamente non fa nulla di attivo per migliorare le miodesopsie. Il miglioramento della sintomatologia avviene – come già prima accennato – grazie a meccanismi di compensazione (neuro-adattamento) da parte del cervello che risultano però soggettivi e difficili da prevedere. Mentre è semplice per il cervello adattarsi a zone d’ombra o scotomi fissi (ad esempio quelli causati dalla presenza dei vasi sanguigni e dal nervo ottico), la mobilità delle miodesopsie a volte impedisce i meccanismi di gestione del disturbo, e sono tutt’altro che rari i casi di pazienti che si dicono esasperati, talora ossessionati dai corpi mobili, al punto da farne un vero e proprio problema psicologico, e si dicono disposti a tutto (e quindi ad accettare il rischio di complicazioni di una procedura invasiva) pur di eliminare il disturbo.
Cosa NON fare per rallentare la patologia
E’ necessario evitare traumi e sforzi fisici, effettuando visite oculistiche periodiche di controllo, soprattutto se aumentano i corpi mobili vitreali e i flash luminosi.
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Vitreo dell’occhio: cos’è, a che serve, di cosa è composto, perché deve essere trasparente?
Cos’è il vitreo?
Il vitreo (anche detto umore o corpo vitreo) è una gelatina di consistenza paragonabile all’albume dell’uovo crudo, che riempie l’occhio, occupando lo spazio interno compreso tra cristallino e retina, più dell’80% del volume oculare (circa 4 ml per un peso di 4-5 grammi).
Che funzioni ha il vitreo?
Le sue funzioni sono tuttora poco chiare, anche se certamente il vitreo ha i compiti principali di:
- riempimento anatomico dell’occhio;
- mantenimento della forma fisiologica dell’occhio;
- mantenimento delle corrette distanze focali nel periodo embrionale;
- supporto metabolico e meccanico del cristallino e della retina;
- partecipazione alla dinamica dell’accomodazione visiva;
- ammortizzazione degli urti.
Perché il corpo vitreo deve essere trasparente?
Il vitreo deve essere perfettamente trasparente ed aderente alla retina, la pellicola che tappezza internamente il bulbo, altrimenti sono in agguato disturbi di entità variabile, come la visione di miodesopsie, quelle che volgarmente vengono chiamate “mosche volanti”.
Di cosa è fatto il corpo vitreo?
Il gel vitreale è composto per il 98% da acqua (con una ricca componente elettrolitica: sodio, potassio, cloruri e bicarbonati) immersa in un’impalcatura di fibre di collagene e acido ialuronico, con rare cellule connettivali. Zuccheri e proteine sono ben rappresentati, non a caso il diabete sceglie il vitreo come organo “bersaglio” dei suoi squilibri.
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Distacco posteriore di vitreo: vitreolisi laser e mini-invasiva
La vitreolisi laser
Nei casi di addensamenti nelle regioni vitreali intermedie, un nuovo YAG laser (Ultra Q Reflex di Ellex), progettato per l’applicazione specifica, riesce a colpire i floaters, vaporizzandoli direttamente, oppure recidendone i filamenti che lo tengono in posizione, in modo da favorirne lo spostamento periferico e ridurre quindi l’interferenza con la visione. In molti casi è sufficiente ridurre la dimensione, frantumando i corpi mobili in piccoli frammenti per ottenere la piena soddisfazione del paziente. La tecnica è semplice, non dolorosa e breve (dura da 5 a 20 minuti); spesso sono richieste più sedute per completare il lavoro in sicurezza, quando i corpi mobili sono numerosi, a causa dell’effetto collaterale del’aumento della pressione intraoculare, che va monitorato e controllato con attenzione. Dopo l’applicazione di un collirio anestetico, una lente a contatto tiene aperto e controlla i movimenti dell’occhio, mentre il sistema ottico controlla la focalizzazione al millesimo di millimetro. Quando il laser impatta il bersaglio, si avverte un piccolo schiocco, accompagnato talora ad una sensazione luminosa e ad un movimento, generato da minuscole bolle di gas, effetto della vaporizzazione laser. Queste, più leggere, si spostano verso l’alto (funzionando come una macchina fotografica, l’immagine è capovolta, quindi si percepisce un movimento verso il basso) e si riassorbono comunque entro le prime 24 ore. Non ci sono limiti per le normali attività quotidiane, comprese quelle sportive, che possono essere riprese sin dal giorno successivo. Un collirio ipotensivo protegge dall’effetto collaterale dell’aumento della pressione intraoculare (motivo per cui i pazienti con glaucoma vanno trattati con estrema attenzione, a volta esclusi dalla procedura). Ai giovani sotto i 35 anni, in cui le miodesopsie sono piccolissime, quasi invisibili all’esame obiettivo e particolarmente fastidiose, perché localizzate assai vicino alla retina centrale, nella cosiddetta bursa premacularis, è spesso impossibile dare sollievo.
La vitrectomia mini-invasiva
La rimozione chirurgica di parte o di tutto il vitreo è sempre stata riservata a casi “estremi”, in ragione dei rischi di complicanze a carico del cristallino e della retina. In mani esperte, tuttavia, può essere utile per prevenire complicanze retiniche da trazione vitreale, migliora l’ossigenazione retinica (ad esempio nei diabetici) ed è l’unica tecnica in grado di risolvere in maniera completa il disturbo. I recenti miglioramenti della tecnica (la vitrectomia mini-invasiva si effettua in ambulatorio, in anestesia locale, senza suture, e consente una ripresa velocissima delle proprie occupazioni) e la crescente confidenza dei chirurghi che la praticano ne fanno uno strumento sempre più frequentemente utilizzato, soprattutto per le miodesopsie non aggredibili con il laser.
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Distacco del vitreo: posso fare sport? Quali sono i migliori?
L’attività fisica è sempre raccomandata per mantenerci in salute, tuttavia, in caso di distacco del vitreo, è bene fare attenzione ad alcuni accorgimenti:
- evitare sport che possono essere resi difficoltosi/pericolosi dalla presenza delle tipiche “mosche volanti”;
- evitare sport che possono determinare dei traumi violenti alla testa;
- evitare sforzi troppo elevati specie quando la temperatura esterna è elevata;
- evitare sport di eccessiva resistenza che possono portare a disidratazione;
- evitare sport che applichino elevate forze centrifughe alla testa;
- evitare sport dove è alto il rischio di cadute;
- evitare picchi ipotensivi (pressione bassa);
- reidratare i liquidi persi bevendo molta acqua;
- assumere molta frutta e verdura con la dieta;
- fare attenzione all’eventuale assunzione di farmaci diuretici;
- assumere un integratore con profilo completo di vitamine e sali minerali, in caso di insufficiente apporto con la dieta.
Non esiste uno sport migliore in caso di distacco del vitreo: l’importante è evitare principalmente – lo ripeto – sport che determinano traumi violenti e ripetuti alla testa, come ad esempio la boxe, le arti marziali, il rugby, il football americano, lo snowboard. E’ comunque sempre importante evitare sport troppo intensi in cui è facile raggiungere uno stato di disidratazione. In caso di dubbio chiedete al vostro medico di fiducia.
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Distacco di vitreo: quali sono le conseguenze sulla vista?
Il distacco è considerato benigno quando non comporta trazioni sulla superficie retinica; quando, invece, l’aderenza è tale per cui il corpo vitreo, distaccandosi, tira la retina si possono avere delle complicazioni (come quando si toglie il nastro adesivo da un pacco, che si può rovinare). Noi ci accorgiamo della trazione quando il distacco è accompagnato dai fosfeni (lampi luminosi simili al flash della macchina fotografica che solo la persona colpita nota). In questi casi è bene recarsi subito dal proprio oculista ed evitare gli sforzi fisici (come sollevare pesi, chinarsi in avanti, sospendendo dunque eventuali attività sportive, che possono provocare disidratazione o aumentare il rischio di traumi cerebrali).
Quando il distacco avviene senza trazioni retiniche, si avvertono disturbi visivi aspecifici, variamente descritti (ragnatele, linee fisse o ombre nel campo visivo): queste sono tanto più fastidiose quanto più interessano le aree centrali della visione e, quindi, quanto più sono prossime alla macula (regione centrale della retina che permette la visione chiara e distinta).
Chi soffre di distacco posteriore di vitreo vede le cosiddette mosche volanti, causate dai corpi mobili vitreali. Questi ultimi sono delle aggregazioni cellulari che galleggiano all’interno del corpo vitreo (vengono osservate perché non sono perfettamente trasparenti): sono il segno di una degenerazione vitreale che quasi sempre accompagna il distacco posteriore di vitreo o, al contrario, ne è causa.
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