Trattare i capillari delle gambe con la termocoagulazione

Il meccanismo d’azione grazie al quale si ottiene la completa risoluzione di queste lesioni vascolari è la termocoagulazione. Le apparecchiature laser di ultima generazione generano un fascio di luce che, grazie alla sua lunghezza d’onda, penetra nella cute e viene assorbita dalla componente sanguigna del vaso trattato; l’energia assorbita si trasforma in calore ed il calore derivante da questa interazione chiude, coagulandolo, il vaso dilatato in maniera stabile e sicura, senza il coinvolgimento dannoso del tessuto circostante. La lesione vascolare viene così poi assorbita dall’organismo scomparendo senza lasciare alcuna traccia. La laserterapia viene utilizzata per il trattamento delle lesioni venose più profonde, ma anche per i tratti vascolari più superficiali e di minor calibro.

Il trattamento con la luce laser provoca dolore?

I pazienti solitamente riferiscono solo un leggero pizzicore transitorio e una sensazione di calore. Un gel freddo sopra la zona da trattare previene ogni sensazione dolorosa. Ricordiamo inoltre che, a differenza dei trattamenti sclerosanti, non vengono utilizzati aghi di alcun tipo.

Quante sedute di laserterapia sono necessarie?

Per il trattamento dei capillari rossi o bluastri, data la loro presenza superficiale, può essere sufficiente anche una sola seduta. Le venule degli arti inferiori invece, per la maggiore profondità e calibro, richiedono solitamente diversi trattamenti; in media sono necessarie tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per risolvere la lesione vascolare.

Come devo comportarmi prima e dopo il trattamento?

È assolutamente necessario non esporsi ai raggi ultravioletti nei mesi precedente e successivo al trattamento, non assumere farmaci fotosensibilizzanti ed evitare l’assunzione di aspirina due giorni prima e dopo la terapia. Viene consigliato di indossare nei giorni successivi al trattamento calze a compressione graduata e di idratare accuratamente la pelle per tenere chiusi i vasi trattati. Esercizi fisici che coinvolgano gli arti inferiori e bagni troppo caldi andrebbero evitati. E’ possibile osservare solo alcune piccole crosticine che scompariranno nel giro di una settimana; il ritorno alla propria attività quotidiana è pertanto immediato.

FONTE

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La couperose (rosacea): cause, rimedi naturali e laserterapia

MEDICINA ONLINE VOLTO OCCHI AZZURRI FIDUCIA SE DONNA CAPELLI SPAZZOLA SGUARDO RAGAZZA BELLEZZA PETTINE MORA PELLE SKIN OCCHI TERAPIA TRATTAMENTO EYES BELLEZZA VISO RIMEDI SEXY SEX HAIR LLa rosacea è una dermatosi cronica, ovvero un’alterazione patologica della cute, che interessa di solito l’area centrale del volto e si manifesta con eritema, con teleangectasie e con lesioni infiammatorie di tipo acneiforme (cioè con papule e pustole simili a quelle dell’acne). Quest’ultima caratteristica l’ha fatta chiamare in passato anche “acne rosacea”, denominazione in disuso per non confonderla con l’acne. È anche chiamata con il termine desueto copparosa o, più comunemente, con il francese couperose.

Cause

La precisa eziopatogenesi della malattia è tuttora sconosciuta. Fra i tanti possibili fattori patogeni studiati, vi sono l’esposizione ai raggi ultravioletti i radicali liberi come superossido e radicale idrossile, una aumentata reattività dei vasi sanguigni, alcuni neuropeptidi, catelicidine, fattori infettivi. In particolare è stata studiata una possibile correlazione con l’infezione intestinale da Helicobacter pylori e con la presenza di alte concentrazioni di Demodex sulla pelle.

Sintomi

L’eritema (arrossamento della pelle), con distribuzione tipicamente simmetrica, è la prima tappa evolutiva e interessa la parte centrale del volto, in particolare guance, naso e fronte, ma può presentarsi, meno spesso, anche su collo e torace. Un elemento piuttosto caratteristico della malattia è il rinofima, una alterazione patologica della cute che riveste il naso, in seguito alla quale quest’ultimo assume una forma globosa e irregolare e un colorito intensamente rosso come nell’eritema. Se tale alterazione interessa aree cutanee diverse da quella del naso si parla più genericamente di fimatosi. In questi casi la cute appare notevolmente ispessita, con pori visibili. Un interessamento oculare è presente nel 60% circa dei pazienti. Spesso le manifestazioni più evidenti riguardano le congiuntive, ma anche le cornee (in stadi avanzati) e le palpebre possono essere interessate. In caso di interessamento della cornea, una diagnosi tardiva potrebbe comportare una compromissione della capacità visiva. Le telangectasie (dilatazione dei vasi sanguigni superficiali del viso) sono un elemento costante riscontrabile in tutti i pazienti. Le papule, di colore rossastro, tendono a disporsi in piccoli gruppi e sono spesso accompagnate da pustole. È possibile anche il riscontro di noduli cutanei. mentre la presenza di comedoni, pur non escludendo la diagnosi di rosacea, deve far pensare ad altri tipi di acne. La malattia può essere confusa e/o coesistere con l’acne comune e con la dermatite seborroica.

Trattamento

Il trattamento della rosacea prevede sia un approccio di tipo comportamentale (modifica dello stile di vita) per eliminare o ridurre i fattori scatenanti, sia uno farmacologico. Nel primo gruppo rientrano misure quali l’evitare l’esposizione alla luce solare e l’uso di prodotti per la pelle contenenti alcol, laurilsolfato di sodio e alcuni oli essenziali, come quelli di eucalipto, menta piperita e chiodi di garofano. La terapia farmacologica si suddivide a sua volta in topica (locale) e sistemica (generale). La terapia topica, che rappresenta generalmente la prima scelta, è basata principalmente su metronidazolo e acido azelaico. Entrambi sono considerati efficaci (sebbene l’acido azelaico non abbia dimostrato effetti sulle teleangectasie) e con scarsi effetti collaterali. La terapia sistemica, al contrario, è indicata in casi più gravi ed esistono poche evidenze sperimentali sulla sua efficacia.. Essa comprende prevalentemente antibiotici appartenenti alle classi dei macrolidi, come claritromicina e azitromicina, e delle tetracicline, in particolare la doxiciclina; un altro farmaco utilizzato è l’isotretinoina per via orale o topica, sotto forma di crema. Tra i possibili rimedi sono stati studiati anche estratti di piante come il Chrysanthellum indicum, ottenendo buoni risultati in termini di efficacia e tollerabilità nelle forme moderate. Recentemente è stato introdotto un nuovo trattamento dimostratosi efficace nella quasi totalità dei casi, un farmaco in gel a base di brimonidina tartrato 3 mg/g.

Laser

Il laser vascolare per uso dermatologico, a lunghezza d’onda singola, oppure la luce pulsata (in inglese: intense pulsed light, IPL), a spettro più ampio, offrono uno dei migliori trattamenti per la rosacea, in particolare per l’eritema della pelle. Questi macchinari utilizzano la luce per penetrare nell’epidermide e centrare i capillari nel derma. La luce con lunghezza d’onda inferiore ai 900 nm è assorbita dai principali cromofori del sangue: emoglobina, ossiemoglobina, bilirubina più che dall’acqua. Per riscaldamento selettivo le pareti dei capillari possono superare i 70 °C, danneggiandosi, per venire poi assorbiti dal meccanismo di difesa naturale del corpo. Focalizzando l’energia in aree ristrette si può ottenere la cauterizzazione dei vasi. Con un numero sufficiente di trattamenti, questo metodo può anche eliminare del tutto l’arrossamento, sebbene dei trattamenti periodici aggiuntivi saranno probabilmente necessari per rimuove i nuovi capillari riformati.

I laser ad anidride carbonica, chiamati anche laser CO2, possono essere utilizzati per rimuovere il tessuto in eccesso causato dalla rosacea fimatosa. Questi laser emettono una lunghezza d’onda nel lontano infrarosso che viene assorbita direttamente dalla pelle ed in particolare dai tessuti ricchi di acqua. Non può generare un riscaldamento selettivo verso i cromofori del sangue. Il fascio laser può essere focalizzato in un fascio sottile e usato come un bisturi o sfocato per vaporizzare più ampie aree di tessuto. Per il trattamento della rosacea papulo pustolosa sono state utilizzate anche terapie con luce a bassa energia in particolare alcune apparecchiature a luce blu, già utilizzate nella fototerapia dell’acne.

Anche il fotoringiovanimento può essere utilizzato per migliorare l’aspetto della rosacea e ridurre il rossore associato.

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Filler a base di Acido Ialuronico per dare volume e giovinezza ai tessuti

Che cos’è l’Acido Ialuronico?
L’acido ialuronico è una sostanza che si trova naturalmente nel corpo umano e la sua funzione principale è quella di trattenere l’acqua per idratare e dare volume alla pelle.
L’acido ialuronico è ampiamente utilizzato in molti trattamenti di medicina estetica e rappresenta attualmente la sostanza più utilizzata tra i cosiddetti fillers, in quanto risulta essere anallergico e viene riconosciuto dal corpo come un materiale autologo, quindi viene riassorbito e direttamente metabolizzato.

Quali sono gli impieghi del filler a base di Acido Ialuronico?
La pelle giovane è ricca di acido ialuronico, ma con il trascorrere del tempo la sua distribuzione si modifica progressivamente provocando i caratteristici segni dell’età. L’utilizzo dei filler permette di ricostituire le scorte di acido ialuronico della pelle e migliorare il volume dei tessuti, in modo da correggere i segni dell’invecchiamento o da valorizzare i lineamenti del viso.
L’acido ialuronico viene iniettato con un ago molto sottile in piccolissime dosi nelle regioni interessate. La procedura è veloce (generalmente inferiore ai 30 minuti in base alla zona da trattare) ed i benefici sono immediati.
Riassumendo, gli impieghi del filler acido ialuronico sono:
1) donare volume alle labbra
2) correggere proporzioni e volumi degli zigomi e del viso
3) appianare le rughe sottili, medie e profonde come quelle i lati del naso e agli angoli della bocca.

Il rimodellamento delle labbra con l’utilizzo del filler a base di acido ialuronico puro permette di renderle più turgide, senza dare un effetto finto e rigido, garantendo idratazione e morbidezza.
Oltre che per dare più volume a labbra e zigomi, il filler a base di acido ialuronico è inoltre indicato come riempitivo per eliminare le rughe del viso, permettendo così di ridurre efficacemente i segni dell’età.

Tipologie di filler a base di Acido Ialuronico
L’acido ialuronico è disponibile in diverse formulazioni commerciali; nelle nostre cliniche utilizziamo esclusivamente le soluzioni di migliore qualità disponibili sul mercato, riassorbibili e testate dermatologicamente:
Restylane®: è un prodotto atossico che non influenza in nessun modo la mimica facciale e le espressioni del viso. Nel mondo sono stati effettuati oltre 10 milioni di trattamenti con Restylane®.
Glyton®: questi filler svolgono un’azione brevettata 3 in 1 per riempire le rughe, aumentare la densità e il turgore della pelle, stimolando la sintesi di collagene e prolungandone la giovinezza grazie all’azione antiossidante.
Juvederm® : è una gamma di gel dalla consistenza omogenea che vengono iniettati per dare volume, riempire linee sottili, rughe e ridefinire le labbra.

Come viene utilizzato il filler?
Il filler viene iniettato sotto la superficie cutanea con un ago molto sottile. Va adeguatamente deterso il viso prima di ogni trattamento. La profondità di iniezione varia a seconda se si vuol correggere le rughe o aumentare i volumi, di labbra e guance per esempio. Anche le cicatrici dovute all’acne o a traumi di varia natura possono essere trattate con l’infiltrazione dei fillers. Dopo la seduta potrebbero comparire alcune reazioni comuni a tutti i tipi d’iniezione, come un leggero arrossamento e gonfiore, che si risolveranno spontaneamente nel giro di poche ore. È possibile applicare il make-up subito dopo il trattamento e riprendere le proprie attività sociali.

L’infiltrazione è dolorosa?
Il dolore può variare da persona a persona sulla base della percezione individuale, ma anche per la sede di iniezione; le labbra per esempio sono molto sensibili. In ogni caso è possibile effettuare un’anestesia locale, che elimina in maniera totale il dolore. Alcune zone, come le pieghe naso-labiali, possono essere trattate utilizzando una crema anestetica, applicata trenta minuti prima del trattamento.

Che cosa mi aspetto dopo il trattamento?
Il risultato finale del trattamento dipende dalla situazione di partenza del paziente, dalla quantità di filler iniettato e dalla qualità della pelle; anche la durata varia da individuo a individuo. Il filler a base di acido ialuronico è riassorbibile e una volta iniettato viene gradualmente riassorbito dall’organismo: in alcuni casi l’impianto è ancora visibile, seppur in maniera ridotta, dopo otto mesi. In altri è necessario intervenire con dei ritocchi dopo tre mesi.

Quali sono le controindicazioni e gli effetti collaterali del filler a base di Acido Ialuronico?
I nuovi metodi di sintesi del filler a base di acido ialuronico hanno enormemente ridotto le allergie ed i possibili effetti collaterali. L’intervento con acido ialuronico è controindicato negli individui in cui è stata accertata qualche intollerenza alle sostanze specifiche contenute nel prodotto o che presentano malattie autoimmuni. Il trattamento è inoltre sconsigliato in caso di infezioni di natura virale o batterica in corso, in gravidanza e nei primi mesi di allattamento.
Dopo la seduta potrebbe presentarsi un leggero arrossamento e gonfiore della zona trattata, ma la situazione si normalizza in pochi giorni e con l’aiuto di applicazioni fredde. Le attività quotidiane possono essere riprese da subito.

Quanto dura l’effetto dei fillers?
La durata del miglioramento dipende da più fattori, quali il filler utilizzato, la zona trattata e la capacità della cute del paziente a trattenere queste sostanze. Una volta iniettata, la sostanza è gradualmente degradata dagli enzimi e quindi viene riassorbita. In media dopo cinque mesi è necessario ripetere il trattamento. Il trattamento delle cicatrici acneiche dura solitamente più a lungo.

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Combattere le macchie cutanee sul viso: rimedi naturali, cosmetica e laserterapia

Tra i segni dell’invecchiamento, procurati dall’avanzare dell’orologio biologico, spiccano le macchie sulla pelle del viso che rappresentano sicuramente uno tra gli effetti più sgradevoli e meno accettati dalle persone.

Cause
Le macchie sul viso sono la conseguenza di alterazioni nel funzionamento dei melanociti – le cellule addette alla produzione del pigmento melanico – che con l’avanzare dell’età tendono ad “incepparsi” e così la distribuzione di melanina non appare uniforme ed il viso si macchia di chiazzette più chiare o più scure e decisamente antiestetiche.
Quello delle macchie sulla pelle del viso è talvolta un grosso ed evidente problema, che affligge molte donne: in tal caso, solamente il dermatologo potrà indirizzare il paziente verso il trattamento più consono alle esigenze del soggetto.
Prima di analizzare quali sono i possibili accorgimenti da tenere in considerazione, analizzeremo i fattori eziologici che deturpano la pelle del viso provocando macchie: l’età non è infatti l’unica causa che le determina:

  • Couperose
  • Lentiggini
  • Efelidi
  • Macchie bianche sulla pelle

Perché compaiono?
L’invecchiamento cutaneo è un evento naturale e biologico, che non può essere evitato; nonostante quanto detto, ci sono alcuni fattori che possono potenziare il decadimento della pelle. Sicuramente, le radiazioni solari, il fumo, lo smog ed il vento possono accelerare il fenomeno dell’invecchiamento cutaneo: i radicali liberi danneggiano la pelle, rendendola più delicata e fragile. I meccanismi che regolano la produzione di melanina si indeboliscono e il risultato è una produzione irregolare del pigmento: compaiono le macchie senili, molto evidenti a livello delle mani e del viso: appaiono di colore scuro, solitamente di forma tondeggiante, causate da un’iperpigmentazione che coinvolge non solo lo strato superficiale della pelle (strato corneo), ma anche quelli più profondi. Se all’avanzare dell’età si associano anche le radiazioni UV, che danneggiano la cute ed ossidano la cheratina, l’epidermide tende ad apparire sempre più spessa e massiccia.

Le macchie sulla pelle possono essere la conseguenza di un’eccessiva esposizione alle radiazioni solari: si parla di lentigo solari, che appaiono nel viso e nelle zone maggiormente interessate dal sole. Sono di colore giallo scuro o nocciola: in tal caso, le macchie solari non rappresentano un vero e proprio problema (se non un inestetismo temporaneo) e non è indispensabile il parere del dermatologo.

Leggi anche: Rimuovi definitivamente le macchie cutanee in modo veloce e sicuro con la Luce Pulsata Medicale

Anche chi fa uso di estrogeni – come la pillola contraccettiva – potrebbe presentare questo problema, in particolare a livello del viso: le modificazioni ormonali sono percepite, infatti, anche dai melanociti, che potrebbero alterare il ritmo di produzione del pigmento (disturbo noto come melasma). Proprio per questo sbalzo ormonale, anche le gestanti potrebbero presentare alcune macchie scure color grigio o marrone (“macchie da gravidanza”): in tal caso, la condizione è reversibile, poiché la scomparsa delle chiazze coincide quasi sempre con il periodo post-parto.
Similmente, le donne che entrano in menopausa hanno più probabilità di sviluppare macchie sulla cute a causa delle alterazioni ormonali correlate: cloasma è il termine tecnico che indica le macchie senili causate da menopausa.

Anche alcune sostanze chimiche irritanti che si trovano in alcuni profumi o cosmetici in generale potrebbero favorire la comparsa di macchie sulla pelle del viso.
Talvolta persino l’acne può provocare la comparsa di macchie rosse ed antiestetiche sulla pelle del viso, problema molto diffuso tra gli adolescenti.

Proprio come le unghie rispecchiano la salute della persona, anche la pelle riesce ad esprimere attraverso alcune manifestazioni la presenza di un pericolo o un disturbo per l’organismo: infatti, è stato registrato che i soggetti che soffrono di disfunzioni a carico delle ghiandole surrenali esternano la patologia anche con l’apparizione di macchie sulle pelle ( vedi Morbo di Addison).

Rimedi naturali “antimacchia”
Le macchie sulla pelle del viso possono essere un disturbo temporaneo; se così non fosse, in commercio sono disponibili moltissimi cosmetici studiati proprio per attenuare le macchie. I prodotti depigmentanti e schiarenti si sono conquistati un ruolo di rilevante importanza nel trattamento delle macchie: questa categoria di cosmetici è in grado di esprimere la propria azione stimolando il ricambio cellulare della cute che ha assunto una colorazione diversa. Così, la pelle della zona apparirà più omogenea e i melanociti non saranno più capaci di espandere il pigmento melanico nelle cellule vicine.
Spesse volte accade che le persone che fanno uso di questi prodotti schiarenti non percepiscano risultati immediati, abbandonando anzitempo il trattamento: in realtà, affinchè le creme esercitino la loro azione, deve passare un periodo di tempo relativamente lungo, stimato attorno ai due mesi. Il ricambio cellulare può essere favorito solamente in questo modo.
L’attività depigmentante è stata riscontrata nella liquirizia, che sembra capace di inibire l’attività dell’enzima tirosinasi (responsabile della produzione di melanina). Anche il tè verde e la camomilla sembrano rispondere in modo positivo alla risoluzione del problema macchie: il tè verde probabilmente potenzia l’inibizione della tirosinasi e la camomilla è giudicata capace di indebolire il processo che conduce alla melanogenesi stimolata dai raggi UV. La camomilla riuscirebbe ad antagonizzare le citochine prodotte dai cheratinociti, senza intaccare l’azione dell’enzima tirosinasi.
Particolare è anche l’azione depigmentante dell’estratto di semi dell’uva ursina, grazie alla sua capacità di inibire la produzione della melanina attraverso la competizione di legame con i recettori della tirosinasi.
A questa categoria di cosmetici potrebbe essere associato anche un trattamento con creme levigant, i che facilitano il ricambio delle cellule eliminando quelle superficiali: la cute apparirà così più brillante e lucente. Le macchie causate dal sole si possono prevenire utilizzando dei cosmetici ad alta protezione nei confronti dei raggi UV: è opportuno applicare i cosmetici solari non solo nei mesi estivi, ma durante tutto l’anno, poiché le radiazioni ultraviolette sono sempre presenti. Anche l’idrochinone, l’acido citrico, l’acido lattico, l’acido glicolico, l’acido tricloroacetico, l’acido retinoico, l’acido azelaico, L’a-tocoferolo, l’acido cogico e l’acido ascorbico si prestano ad essere validi agenti depigmentanti. Cleopatra e Poppea avevano visto giusto: l’abitudine di fare bagni di latte di capra e d’asina, grazie all’azione idratante e chiarente dell’acido lattico, era già all’epoca una pratica decisamente positiva per mantenere la pelle liscia e morbida, prevenendo la comparsa di macchie sulla pelle del viso.

Laserterapia

La laserterapia delle macchie cutanee ha come finalità l’eliminazione di anomale concentrazioni di melanina. Il raggio laser penetra lo strato cutaneo e, grazie alla sua lunghezza d’onda specifica, viene selettivamente assorbito dalla melanina, frammentandone le concentrazioni anomale che verranno successivamente eliminate dal sistema immunitario del nostro organismo. Le macchie cutanee compaiono solitamente nelle persone più anziane , soprattutto sul dorso delle mani e sul volto, aree tipicamente più esposte ai raggi ultravioletti.

Cosa ci si aspetta durante e dopo il trattamento con laserterapia?
La laserterapia moderna è senza dubbio più rapida ed efficace nell’eliminazione di questi inestetismi rispetto ai sistemi tradizionali come peelings o dermoabrasione. Gli effetti collaterali sono praticamente assenti. I pazienti rivelano solo una piccola sensazione di calore e un leggero rossore sarà presente sulla zona trattata, ma scomparirà gradualmente nell’arco di qualche giorno.

Quante sedute sono necessario per un risultato ottimale?
Generalmente le lesioni pigmentate vengono eliminate con una sola seduta di trattamento. Se la quantità di melanina dovesse essere particolarmente numerosa si renderà necessaria una ulteriore seduta a distanza di un paio di mesi dalla precedente. Il trattamento laser ha oggi una percentuale di successo superiore al 90%. È possibile che alcune macchie possano ricomparire, se non viene prestata particolare attenzione alla protezione dai raggi ultravioletti con un adeguato filtro solare.

FONTE 1

FONTE 2

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La biorivitalizzazione: innovativa tecnica anti età

La biorivitalizzazione è una metodica innovativa, che si prefigge di prevenire e combattere i segni dell’invecchiamento dell’organo cute, agisce sui punti deboli della pelle favorendo il benessere e l’equilibrio della stessa. La metodica consiste nell’iniettare, mediante aghi sottilissimi e quindi con la sola percezione di un lieve di fastidio, a livello del derma superficiale, sostanze perfettamente biocompatibili e totalmente riassorbibili, le quali stimolano le varie funzioni della pelle favorendo, oltre che un riequilibrio della normale fisiologia, anche uno stimolo ed una riattivazione del derma, ovvero la parte più vitale della cute.

I vari prodotti che vengono iniettati nella cute, possono essere infiltrati sostanzialmente con due tecniche, la cosidetta tecnica “cross-linked” e la tecnica “picotage“.
La tecnica cross-linked permette di combattere efficacemente l’invecchiamento sia come prevenzione che come terapia. Si eseguono, una volta valutata la geometria del viso ed il grado di invecchiamento, precise infiltrazioni intradermiche, lineari, in senso verticale e orizzontale, che si intersecano tra loro in modo da formare una sorta di reticolo col materiale iniettato. Questa tecnica è particolarmente vantaggiosa in alcune zone a “rischio” come le guance, le regioni perioculari ed il collo, che risultano essere le zone più interessate al cedimento strutturale legato alla senescenza. Per ciò che concerne il numero delle sedute, se ci si trova di fronte ad una pelle non eccessivamente danneggiata è possibile che bastino tre o quattro sedute, soprattutto se questa tecnica è integrata da altre metodiche medico estetiche e non. Una volta terminata la serie terapeutica si procede alla valutazione del mantenimento, generalmente può anche essere sufficiente un richiamo ogni tre quattro mesi. È indispensabile, per mantenere sempre ad un livello ottimale il grado di idratazione, compattezza ed elasticità cutanea, affidarsi a mane esperte per sedute settimanale di stimolazioni e linfodrenaggi. Molto importante è anche il trattamento con massaggi, ed in tal caso risulta essere fondamentale, al fine di un corretto trattamento estetico, l’uso di creme certificate e con validi principi attivi in grado di continuare quella stimolazione metabolica iniziata tramite la rivitalizzazione.
La tecnica del picotage, invece, si è rivelata più utile in persone giovani che vogliono prevenire e contrastare l’invecchiamento cutaneo dovuto all’esposizione solare o a lampade abbronzanti. Si procede alla somministrazione del prodotto per microiniezioni, molto superficiali, praticamente indolori, distanziate di un centimetro l’una dall’altra, su tutto il viso, collo e decolleté; inoltre, nei casi che lo richiedono, può essere anche praticata sulle mani. La sostanza così iniettata, si distribuisce uniformemente nel derma legando acqua ed il miglioramento è praticamente immediato; migliora il grado di idratazione e soprattutto il turgore della cute trattata. Prima dell’esposizione solare è consigliabile effettuare una infiltrazione in modo da sfruttare l’azione protettiva delle sostanze iniettate che sarà rafforzata da un massaggio per esempio condotto con creme contenenti sostanze anti-radicali liberi.
I rischi? Pochi e trascurabili: in genere non rimangono segni evidenti e la paziente può riprendere immediatamente la sua vita sociale; sono tuttavia possibili dei piccoli inconvenienti, in genere di lieve entità e di durata assai fugace, quali arrossamenti dovuti alle microiniezioni, eventuali formazioni di piccole ecchimosi riconducibili a traumi dell’ago che si risolvono spontaneamente nell’arco di qualche giorno.

I prodotti in commercio usati come biorivitalizzanti attualmente, sono in numero sempre crescente. È tuttavia sempre attuale l’acido ialuronico, usato come biorivitalizzzante e non come riempitivo. Numerosi studi, infatti, hanno messo in evidenza che il contenuto cellulare di questa sostanza, si riduce gradualmente con l’età; grazie ai trattamenti di biorivitalizzazione cutanea combinati con prescrizione di creme specifiche e con trattamenti mirati in cabina, utilizzando preparazioni di acido ialuronico naturale, esso sarà in grado di legare quantità d’acqua da 40 a 70 volte superiori rispetto al suo peso, si riesce così a ridare alla cute quel senso di freschezza e turgore cutaneo che viene richiesto.
Altri prodotti usati come rivitalizzanti sono le miscele di aminoacidi da soli od in combinazione con acido ialuronico. Si combinano quindi due azioni, quella idratante dell’acido ialuronico, alla quale si aggiunge il potere stimolante degli aminoacidi, che portano ai fibroblasti il substrato nutritivo per formare le nuove molecole di collagene e acido ialuronico.
L’introduzione di complessi polivitaminici ed estratti placentari sono risultati efficaci nel migliorare complessivamente il tono cutaneo.

Prodotti ancora più interessanti, si sono dimostrati i farmaci omotossicologici, sostanze biorivitalizzanti a tutti gli effetti. La loro azione di stimolo sul derma papillare è risultata simile a quella dell’acido ialuronico, inoltre, è stato evidenziato un effetto ritardante sulla degradazione del collagene e dell’acido ialuronico stesso mediante la inoculazione della Jaluronidasi.
Secondo la visione omotossicologica, le rughe sono principalmente una “alterazione metabolica” risultata dalla sofferenza delle cellule invecchiate; la terapia dunque deve avvalersi di trattamenti integrati che mirano alla ripresa del fibroblasta in primis, e questo è possibile somministrando il Cenzyme Compositum in grado di stimolare i metabolismi cellulari con maggior produzione di aciudo ialuronico, collagene, elastina e gag. Altro passo importante è la detossificazione e drenaggio del derma, che si ottiene con il Galium Heel in modo da mantenerne integra la struttura. Il Made è un prodotto complesso che permette di compattare al meglio la cute del viso e collo, inoltre, contenendo il musculus suis favorisce la stimolazione dei metabolismi muscolari con maggior tono degli stessi. Con l’omotossicologia, infine, possiamo stimolare ai vari livelli la circolazione miscelando nel cocktail: il Lymphomiosot che stimola la circolazione linfatica, l’Hamamelis homaccord e l’Aesculus Compositum, responsabili di un impulso positivo sul resto della circolazione.
Dopo il trattamento omotossicologico è possibile osservare un ringiovanimento globale con apprezzabile rassodamento dei tessuti ed evidente distensione delle rughe. La vera novità del trattamento omeopatico sta nella durata degli effetti che sembrerebbe essere più lunga rispetto all’uso degli altri prodotti.

Per concludere, la biorivitalizzazione è una metodica innovativa destinata a prevenire e combattere i segni dell’invecchiamento cutaneo del viso, del collo e di alcune zone del corpo (braccia, interno cosce, pancia ecc.). Essa si avvale dell’impiego di diverse sostanze che vengono usate seguendo precisi protocolli. L’effetto che si ottiene alla fine dei trattamenti è di stimolazione della funzionalità cellulare, in modo da riprodurre le condizioni della “pelle giovane”. L’assenza di effetti collaterali la pone sicuramente, come terapia anti-invecchiamento di primo piano.

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Il botulino nel trattamento delle rughe da espressione

botox injection into upper lip using small syringe with thin needleLa tossina botulinica è una proteina naturale purificata utilizzata da oltre vent’anni in medicina per la cura di molte patologie, in oculistica ed in neurologia per esempio. Dal 2004 il Ministero della Salute ne autorizza l’uso in campo estetico, esclusivamente a chirurghi plastici, maxillo-facciali e dermatologi, per il trattamento delle rughe dinamiche o da “espressione” causate dalla contrazione muscolare del volto ogni volta che sorridi o corrughi la fronte per esempio (rughe glabellari, frontali, zona perioculare, ecc).

Come agisce la tossina botulinica?
Il botulino agisce bloccando il rilascio dell’enzima alla base del meccanismo di trasmissione nervosa della contrazione dei muscoli quando vengono attivati per generare le espressioni facciali. L’effetto desiderato appare dopo circa due giorni ed il miglioramento continua nella prima settimana.

Come avviene l’infiltrazione della tossina botulinica?
Il farmaco viene iniettato in piccolissime dosi al di sotto della pelle in corrispondenza dei muscoli da trattare. L’iniezione non è dolorosa, in alcuni casi genera solamente una sensazione di bruciore di pochi secondi; un’anestesia topica con una crema può eliminare il fastidio creato dall’ago e la normale attività quotidiana può essere ripresa immediatamente.

Quali sono le possibili controindicazioni ed effetti collaterali?
Le controindicazioni assolute sono l’allergia all’albumina e la miastenia. Da evitare il trattamento a titolo precauzionale in stato di gravidanza e allattamento.
Per evitare la possibilità di effetti collaterali il paziente non deve sfregare né massaggiare la zona trattata nelle 24 ore successive e non va applicato alcun tipo di make-up per qualche ora dopo il trattamento. E’ stato segnalato in un ridottissimo numero di casi trattati una leggera perdita del tono palpebrale che è temporaneo e può durare circa una settimana.

Quanto dura l’effetto del botulino?
La tossina botulinica è una soluzione temporanea, dura in genere dai tre ai sei mesi,
fino al momento in cui il nervo crea una nuova terminazione, l’attività muscolare riprende e le rughe faranno lentamente la loro ricomparsa, anche se meno profonde e nette. Un mantenimento si ottiene effettuando da uno a tre trattamenti nel corso dell’anno.

In quali altre patologie dermatologiche può essere impiegata?
E’ ampiamente utilizzata in pazienti che soffrono di iperidrosi (eccessiva sudorazione) per neutralizzare i nervi che stimolano le ghiandole sudoripare. In questi casi gli effetti durano dai cinque mesi ad una anno.

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Il tuo tatuaggio non ti piace più? Rimuovilo con il laser

Un tatuaggio è per sempre? non esattamente!

I tatuaggi possono essere rimossi con una potente sorgente luminosa laser. Sino ad oggi l’utilizzo della dermoabrasione o del laser ad anidride carbonica riportava risultati alquanto deludenti provocando spesso la comparsa di esiti cicatriziali in sostituzione del tatuaggio rimosso. L’utilizzo dei più moderni laser Q-Switched permette oggi l’eliminazione senza lasciare segni o lesioni di alcun tipo. L’utilizzo da parte di questi innovativi laser sfrutta una specifica lunghezza d’onda che, assorbita dal colore relativo, ne causa la frammentazione; i frammenti verranno poi gradualmente eliminati dal sistema immunitario del nostro organismo.

Come agisce il laser nei confronti dei diversi pigmenti di colore?
Ogni colore è associato ad una diversa lunghezza d’onda, e di conseguenza verrà selezionata sul dispositivo laser la lunghezza d’onda appropriata per rimuovere il colore in questione. L’impiego di tali lunghezze d’onda in combinazione con impulsi estremamente brevi e potenti ne determina l’eliminazione completa senza alcun danno nei confronti della cute. I tatuaggi di colore nero e rosso, abitualmente spariscono più rapidamente rispetto al verde ed al blu, che richiedono più sedute, mentre il bianco ed il giallo sono di gran lunga i pigmenti più difficili da eliminare. Le percentuali di successo nella rimozione dei tatuaggi con il laser Q-Switched raggiungono oggi più del 90%.

Quante sedute sono necessarie per eliminare completamente un tatuaggio?
Mediamente sono necessarie circa sette sedute per rimuovere completamente un tatuaggio di tipo professionale, mentre quelli di tipo amatoriale ne richiedono solitamente quattro, questo perché la sua rimozione dipende dalla quantità e dal tipo di inchiostro utilizzato e dalla sua profondità nella cute. Le diverse sedute di trattamento saranno distanziate di circa un mese le une dalle altre.

Il trattamento con laser Q-Switched provoca dolore?
La maggior parte dei pazienti non richiede alcuna anestesia durante il trattamento. Viene rilevato un leggero sanguinamento puntiforme dopo la seduta. Verrà applicata una pomata antibiotica al termine del trattamento da utilizzare per una settimana circa. Per evitare qualsiasi effetto collaterale la zona trattata con la sorgente laser non va assolutamente sfregata.

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La differenza tra epilazione e depilazione e le rispettive tecniche

MEDICINA ONLINE FOLLICOLITE DA DEPILAZIONE INGUINE INGUINALE COSCE GAMBE PUBE CAUSE RIMEDI NATURALI CUREDopo l’articolo Epilazione permanente grazie al laseralcuni lettori mi hanno contattato per chiedermi la differenza tra epilazione e depilazione quindi in questo articolo verranno spiegate le rispettive definizioni e le varie tecniche.

Cominciamo col fare chiarezza: i termini depilazione ed epilazione non sono sinonimi. La depilazione consiste nella rimozione del pelo a partire dal punto di emersione a livello della cute, l’epilazione consiste nella rimozione del pelo compreso il bulbo. Ovviamento i risultati migliori si ottengono con l’epilazione e non con la depilazione.

Tra i metodi di depilazione si ricordano:

1) Crema depilatoria: Rimuove i peli grossi ed è indicata per la depilazione di gambe, viso, inguine. Il vantaggio principale è una ricrescita più lenta rispetto alla rasatura e l’assoluta mancanza di sensazioni dolorose. E’ necessario evitare i tempi di esposizione lunghi che causano irritazione della pelle a causa di forti agenti chimici presenti. Si possono verificare eritema, prurito e bruciore dovuti all’aggressione delle cheratine dello strato corneo. Frequente è la comparsa di follicoliti

2) Depilazione con lama: Rimuove tutti i peli e può essere effettuata con un rasoio elettrico o lametta. I nuovi rasoi a doppia lama permetto una rasatura più profonda. E’ un metodo di depilazione preferito dagli uomini per la barba e dalle donne per gambe ed ascelle. Nella depilazione con lama il pelo sezionato ricrescerà presto più robusto e, a lungo andare si ha l’inconveniente dell’irrobustimento dei peli folletto e quindi la trasformazione in peli terminali; se il pelo ricrescendo trova ostruito lo sbocco del canale pilare, può cambiare direzione e finire lateralmente nel derma o nell’epidermide dando vita al pelo incarnito

3) Depilazione con strappo: E’ una tecnica di rimozione dei peli grossi ( sopracciglia ) effettuata con pinzetta. Viene usata per depilare piccole superfici ( mento e labbro superiore, ad esempio ), ove compaiono alcuni peli rari ed isolati. La depilazione con pinzetta deve essere eseguita nel senso della crescita del pelo che può essere rimosso alla radice. Può essere causa di peli incarniti.

4) Depilazione con lamina abrasiva: Indicato per gambe, guance e ascelle e consiste nello strofinare in verso orario una lamina abrasiva sulla zona da trattare. L’attrito consuma il pelo tagliandolo al punto di sbocco o a livello della cute. E’ un metodo sconsigliato poiché il pelo ricresce ispessito.

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Tra i vari metodi di epilazione invece abbiamo:

1) Ceretta a caldo: Rimuove i peli grossi ed è quindi indicata per il volto e l’inguine. I peli ricrescono in media dopo circa 20 giorni. Si possono ottenere risultati eccellenti. Dopo la sua applicazione, la superficie cutanea risulta completamente liberata dai peli superflui, liscia e compatta. Generalmente sono a base di cera d’api o colofonia e, attraverso appositi fornelli vengono portate alla temperatura di liquefazione, stese sulla superficie cutanea e una volta solidificate si procede allo strappo del pelo che viene eliminato alla radice. E’ una metodica di medio dolore che va evitata a soggetti con problemi vascolari e richiede la precauzione di evitare scottature con cere ad elevata temperatura. Dopo aver strappato la striscia di cera, la pelle risulta sempre un poco irritata, viene quindi applicata una crema o lozione per calmare questa irritazione. Prima del trattamento sarebbe bene frizionare la zona da depilare con soluzione idroalcolica ad azione antisettica.

2) Ceretta a freddo: E’ una tecnica dolorosa che rimuove i peli grossi e sottili, indicata per la depilazione di gambe e braccia. Generalmente sono a base di sostanze a base di cera, applicata sulla zona da epilare viene coperta da striscie di tessuto che aderiscono alla cera e vengono poi strappate portando con se i peli che vengono eliminati alla radice. I peli ricrescono di media ogni 20-30 giorni.

3) Apparecchi elettrici: Simili al rasoio sono costituiti da una spirale rotante che , passata sulla pelle intrappola il pelo traendolo verso l’esterno. Rimuovono i peli grossi presenti su superfici piatte dove la cute è meno sensibile, sono quindi indicati per l’epilazione delle gambe. Il pelo viene estirpato fino al bulbo, ma nel caso di peli più sottili e corti l’apparecchio non è efficace poiché i peli sfuggono all’aggancio e si spezzano. La ricrescita del pelo avviene di media ogni 15 giorni.

4) Elettrodepilazione: La soluzione definitiva si ottiene con l’elettrodepilazione chiamata anche diatermocoagulazione che viene realizzata mediante l’utilizzo di corrente elettrica continua o ad alta frequenza che applicata al follicolo pilifero, trasformandosi in energia termica, determina la distruzione, con conseguente asportazione del pelo ( tramite pinzetta ) in esso alloggiato. E’ una tecnica consigliabile per il trattamento del viso, della pancia e dell’areola mammaria. Per ottenere risultati soddisfacenti in certi casi occorre mettere in programma un periodo di trattamento piuttosto lungo che varia in dipendenza della vastità delle zone da trattare. Lo strumento consiste in un elettrodo sottoforma di ago collegato ad un generatore di corrente. Un cattivo uso dell’ago e un’intensità della scarica elettrica troppo forte può dar luogo a piccole macchie o cicatrici. Dopo il trattamento sarebbe bene disinfettare l’area ed applicare una crema antibiotica. Quattro sono le metodiche finora utilizzate:
– L’idrolisi consiste nell’applicare alla radice del pelo una corrente continua. Questo tipo di corrente provoca sulla pelle una reazione chimica che sprigiona idrossido di sodio, un composto che distrugge il follicolo pilifero. L’azione dell’idrolisi è molto efficace ma lenta e dolorosa.
– La termolisi si basa sull’azione del calore che si sviluppa sull’elettrodo per la notevole concentrazione di corrente ad alta frequenza. E’ consigliabile che l’elettrodo ( in questo caso l’ago ), sia schermato per evitare che si formino piccole bruciature o cicatrici.
Flash si basa sull’utilizzo di un apparecchio a termolisi con un dispositivo che consente all’ago di emettere una corrente ad alta intensità ma solo per frazioni di secondo.
Blend utilizza la corrente continua dell’idrolisi e quella ad alta frequenza della termolisi. L’alta frequenza agisce prima in modo da preparare la pelle, così da permettere alla corrente continua di diffondersi più facilmente bruciando tutto il follicolo pilifero.

5) Elettrodepilazione definitiva con sonda: Esiste un’alternativa all’ago elettrico: è un trattamento che si serve di un’apparecchiatura elettronica fornita di una sonda che agisce alla radice del pelo in assoluta assenza di dolore. E’ un metodo che fonda la sua efficacia sulla contemporanea azione di più fattori tra i quali il calore dovuto alla radiofrequenza e l’uso, sulla superficie della pelle da trattare di estratti vegetali e oli essenziali che facilitano la penetrazione della corrente agendo da conduttori elettrici. Finito il tempo di azione della sonda, i peli, il cui bulbo vitale è andato incontro ad atrofia, vengono estirpati con la ceretta. Dopo alcune applicazioni, il pelo si assottiglia fino a scomparire definitivamente. Il tempo necessario per conseguire questo risultato varia da persona a persona a seconda della zona che si vuole depilare, rispetto all’ago c’è bisogno di molte più sedute e, se lo strappo con la ceretta non è stato ben eseguito, il pelo che ricresce può incarnirsi.

6) Laser: E’ l’ultimo ritrovato della tecnologia, l’unico trattamento progressivamente definitivo che con alcune sedute, permette di garantire l’effetto desiderato. Il laser è un fascio di luce monocromatico emesso ad una determinata lunghezza d’onda capace di assorbire l’energia luminosa emessa da determinate strutture target ( in questo caso la melanina ) che la convertono in energia termica dando luogo ad una termolisi. Poiché la melanina è presente anche nel derma in misure diverse si hanno risultati variabili da individuo ad individuo ( si ottengono ottimi risultati su pelli molto chiare e peli scuri ).

Largamente impiegato è il laser a Diodo ( una fonte luminosa che emette nello specchio dell’infrarosso ) che permette di trattare tutti i tipi di pelle anche le più scure poiché non è la melanina che assorbe il raggio. Nella prima seduta viene sempre effettuato un controllo della zona da trattare al fine di verificare le possibilità di trattamento e soprattutto i risultati raggiungibili. È fondamentale escludere che sotto una peluria eccessiva si nasconda una malattia ovarica, surrenalitica o di altra origine. Proprio per questo è bene far precedere il trattamento di depilazione da una accurata visita da un dermatologo che valuterà l’eventuale necessità di effettuare ulteriori accertamenti. Importante valutare il fototipo cutaneo, la dimensione, la profondità ed il colore dei peli, lo stato della cute, l’assenza di processi infiammatori che potrebbero vanificare il trattamento.

L’ultimo ritrovato per l’epilazione permanente è un macchinario chiamato Luce Pulsata Medicale.

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