Soia: proprietà, calorie, valori nutrizionali, controindicazioni

MEDICINA ONLINE SOIA LATTE PROTEINE CARNE VEGANO VEGETARIANO CIBO LEGUMI FIBRE INSOLUBILI SOLUBILI LEGUMI VERDURE DIETA DIMAGRIRE STIPSI PROTEINE CALORIE CONTROINDICAZIONI CANCRO SENO MAMMELLA FITOESTROGENI ISOFLAVONI GRASSI.jpgLa soia è una pianta erbacea annua che può raggiungere 80-100 cm di altezza. Ha un portamento eretto, più o meno cespuglioso, Continua a leggere

Aumentare gli estrogeni naturalmente e senza farmaci

MEDICINA ONLINE DONNA ANZIANA MENOPAUSA ADULTA VAMPATE FITOESTROGENI SENO INGRANDIMENTO SOIA ORMONI ESTROGENI PIANTECome aumentare gli estrogeni naturalmente? Come assicurarsi un buon livello di questi preziosi ormoni femminili? Con l’alimentazione giusta e alcuni suggerimenti utili. Innanzitutto, la prima alleata fondamentale, da considerare una vera e propria miniera di fitoestrogeni, la soia. E, poi, uno stile di vita salutare ed equilibrato, privo di eccessi, non troppo sedentario. Ecco qualche suggerimento utile per incrementare gli estrogeni in modo naturale.

Gli estrogeni

Raggiungono livelli piuttosto elevati durante la pubertà, quando le tempeste ormonali sono funzionali allo sviluppo sessuale delle interessate, e, al contrario, tendono ad andare in caduta libera, registrando diminuzioni importanti, in altri periodi della vita. Durante la menopausa, per esempio. Gli estrogeni sono preziosi ormoni femminili, secreti soprattutto, ma non solo, dall’ovaio. Tra gli estrogeni più famosi c’è l’estradiolo, per esempio. Estrogeni che sono protagonisti di moltissime funzioni e processi fondamentali nell’organismo di una donna: dallo sviluppo della sua sessualità fino alla fertilità, alla gravidanza e al mantenimento della salute delle ossa.

L’alimentazione giusta

Per aumentare gli estrogeni con l’alimentazione è necessario scegliere la dieta giusta, ma soprattutto, i cibi giusti. Con dieta giusta si intende un’alimentazione salutare, povera di zuccheri e carboidrati, ricca di proteine e fibre. E, con cibi giusti si intendono tutti gli alimenti che possono vantare ottimi livelli di fitoestrogeni. Via libera, quindi, ai legumi, dalla soia ai fagioli di ogni genere e ai piselli. Da portare spesso in tavola anche gli alimenti dall’elevato contenuto di vitamina C e B e i cereali integrali, che favoriscono l’aumento dei livelli di estrogeni nel corpo.

La soia, preziosa alleata

Ad avere il ruolo da protagonista tra gli alimenti che favoriscono l’aumento degli estrogeni è sicuramente la soia. Si tratta di un legume che, originario dell’estremo oriente, sta diventando sempre più parte integrante delle abitudini alimentari occidentali. Toccasana per la salute e la silhouette, in generale, la soia, in particolare, può assicurare un elevato apporto di fitoestrogeni, le sostanze naturali che svolgono un ruolo simile agli ormoni sessuali femminili. Ecco alcuni alimenti a base di soia: il tofu, un formaggio ottenuto facendo coagulare il latte di soia con il sale marino e il succo di limone, il tempeh, un formaggio che si ottiene dalla fermentazione dei semi di soia cotti con un fungo, il latte, la farina e i germogli di soia.

IMPORTANTE: Chiedi aiuto al tuo medico. Determina il tuo livello di estrogeno. PRIMA di intraprendere una dieta particolarmente ricca di fitoestrogeni, chiedi al tuo medico gli effetti degli estrogeni sull’organismo. Anche se un’insufficienza di estrogeni può determinare molti problemi, un livello troppo alto può essere correlato a disturbi mestruali, cisti ovariche e CANCRO AL SENO. Insomma: troppi fitoestrogeni potrebbero causare danni al nostro organismo, quindi chiedete SEMPRE – E SENZA ECCEZIONI – consiglio al vostro medico prima di abbuffarvi di fagioli, spezie e cereali!  Il medico può prescriverti un esame del sangue per assicurarsi del tuo livello di estrogeno. Ricordo che il livello di estrogeno normale per una donna prima della menopausa varia tra 50 pg\ml e 400 pg\ml. Se il tuo livello di estrogeno è sotto i 100 pg\ml, potresti soffrire dei sintomi della menopausa, come le vampate di calore; se i livelli di estrogeno sono elevati consulta il medico prima di iniziare una dieta basata sui cibi prima elencati.

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Estrogeni, sindrome premestruale, vampate di calore e menopausa

MEDICINA ONLINE OVAIO TUBE FALLOPPIO GENITALI FEMMINILI MICROCISTICO MICROPOLICISTICO POLICISTICO CISTI MULTIFOLLICOLARELa funzione riproduttiva condiziona tutta la vita della donna, a partire dalla pubertà, periodo durante il quale le ovaie danno gradualmente avvio al ciclo e iniziano a produrre estrogeni, fino alla menopausa, quando l’esaurimento dei follicoli ovarici riduce di 7 o 8 volte la creazione di estrogeni, passando per l’età fertile, nella quale ovuliamo ogni 28-32 giorni per effetto dell’impennata di questo ormone nel sangue.
Per fortuna durante la fase fertile della vita della donna, gli estrogeni ci proteggono, si prendono cura della massa ossea e del sistema cardiovascolare… tuttavia questi picchi ovulatori e il ciclo mestruale provocano un vero e proprio turbamento in molte di noi. Dolori addominali, fastidi al seno e, in particolare, cambiamenti nell’umore e/o nel carattere, sono talmente intensi da interferire nella gestione delle attività quotidiane o da peggiorare le relazioni interpersonali.

Il 60-75% delle donne con più di 35 anni sperimenta la sindrome premestruale. Sintomi fisici come gonfiore addominale, ipersensibilità del seno, cefalea, spasmi muscolari, palpitazioni, appesantimento o gonfiore delle gambe, dolore pelvico, a cui si aggiungono sintomi sul piano emotivo come intolleranza, ostilità, depressione, stanchezza o indecisione. Si impadroniscono di noi per qualche giorno tutti i mesi. E’ il prezzo da pagare per garantire la sopravvivenza della specie.
Ecco poi sopraggiungere, tra i 45 e i 55 anni, la menopausa e la fine della produzione degli estrogeni ci lascia di nuovo indifese. Compaiono le “maledette vampate”, perché i neuroni che regolano le ovaie si trovano molto vicini al centro termoregolatore dell’organismo. Inoltre, molte donne tornano a soffrire di irritabilità, depressione, ansia, malinconia, perdita di concentrazione o insonnia. Dopo aver sopportato tutto questo possiamo considerarci delle vere sopravvissute!

La buona notizia è che una dieta equilibrata, la pratica di esercizio fisico e il consumo abbondante di acqua ci aiutano a minimizzare questi effetti. Ma ricordate che, se i sintomi sono invalidanti o se alterano seriamente la nostra qualità della vita, dobbiamo rivolgerci al ginecologo in modo che ci aiuti ad alleviarli.

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Ormoni estrogeni: cosa sono e quali funzioni svolgono?

MEDICINA ONLINE VAGINA VULVA APPARATO GENITALE FEMMINILE SCHEMA ANATOMIA UTERO TUBE FALLOPPIO OVAIOCon “estrogeni” in medicina si intende un gruppo che comprende i principali ormoni sessuali femminili. Si tratta di ormoni steroidei, che devono il proprio nome dall’estro e sono presenti in entrambi i sessi, anche se Continua a leggere

Vuoi smettere di fumare? Attenzione al ciclo mestruale

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREL’ho sempre detto: il momento migliore per smettere è ora! O, ancora meglio, era ieri! Non esiste un momento migliore per smettere di fumare. O forse non è esattamente così? Secondo una nuova ricerca esiste, almeno per donne che fumano che vogliono diventare ex-fumatrici, un piccolo accorgimento che potrebbe essere di grande aiuto: programmare il momento in cui si abbandoneranno le sigarette in funzione del proprio ciclo mestruale.

Come il ciclo mestruale influenza la voglia di fumare

Il ciclo mestruale sembrerebbe infatti avere effetti considerevoli sull’astinenza da nicotina delle fumatrici mentre cercano di smettere; lo ha scoperto un nuovo studio guidato da Adrianna Mendrek dell’Università di Montreal, insieme a un team di ricerca dell’Institut universitaire en santé mentale. «I nostri dati ci hanno mostrato come l’incontrollabile necessità di fumare sia molto più forte all’inizio della fase follicolare che inizia dopo la mestruazione. Il calo ormonale di estrogeno e progesterone potrebbe aggravare i sintomi dell’astinenza e aumentare l’attività dei circuiti neurali che sono associati con il desiderio», spiegano i ricercatori.

Differenze di genere

Ed è per questo motivo che secondo Mendrek potrebbe essere molto più facile per una donna provare a smettere di fumare verso la metà della fase luteale, quando si forma il corpo luteo e vengono prodotti livelli molto elevati sia di progesterone sia di estrogeno (in preparazione a un’eventuale gravidanza). La differenza tra maschi e femmine in questi ambiti è piuttosto spiccata, considerazione che è emersa sia da studi sugli esseri umani che da studi su modelli animali. Meno di una ex-fumatrice su dieci riesce a non ricominciare dopo un anno o in periodi comunque relativamente brevi, e per le donne smettere si è dimostrato più difficile che per gli uomini (anche a parità del numero di sigarette fumate). Negli studi sui topi, per vagliare gli effetti della nicotina e di altre sostanze, i ricercatori hanno osservato che «i ratti femmina sviluppano la dipendenza più rapidamente e sono disponibili a impegnarsi molto di più anche per ottenere la stessa dose della sostanza», spiega Mendrek. Indagini che l’hanno portata a concludere che le donne sono probabilmente più a rischio di diventare dipendenti e gli ormoni sessuali potrebbero esserne la motivazione. Ed è per questo che di fronte alla decisione di smettere potrebbe essere opportuno prendere in considerazione il proprio ciclo mestruale.

Lo studio

Lavorando con 34 persone tra uomini e donne, ognuno dei quali fumava più di 15 sigarette al giorno, i ricercatori hanno fatto compilare un questionario e sottoposto tutti i partecipanti a risonanza magnetica (MRI) mentre guardavano fotografie neutrali o immagini appositamente pensate per far loro venire voglia di fumare. Tutte le donne hanno partecipato all’esperimento due volte, la prima all’inizio della fase follicolare del ciclo mestruale e la seconda verso la metà della fase luteale. In parallelo sono stati misurati a tutte i livelli di progesterone ed estrogeno.
Una delle difficoltà principali, spiega Mendrek, è il fatto che tra topi e umani c’è una differenza sostanziale quando si tratta di comprendere i meccanismi della dipendenza. Ogni fumatore o fumatrice è unico nel suo utilizzo del tabacco ma anche nella sua storia personale, situazione sociale e nell’ambiente in cui vive. Fattori come l’ansia, lo stress ed eventuali condizioni psicologiche andrebbero considerate in modo molto più soggettivo. Dall’analisi dei risultati è emerso che non ci sono differenze significative tra uomini e donne per quanto riguarda i circuiti neurali coinvolti nel fenomeno della dipendenza. D’altra parte però i meccanismi di attivazione variavano molto nelle donne in base alla fase del ciclo mestruale in cui si trovavano durante la scansione. Alcune aree della corteccia frontale, temporale e parietale mostravano attivazione  corticale molto più forte in fase follicolare, mentre nell’ippocampo si trattava di un’attività limitata durante tutta la fase luteale.

I limiti dello studio

Ci sono comunque alcuni limiti nello studio pubblicato su Psychiatry Journal, come sottolinea la stessa autrice: in primis i fattori psicologici e sociali, determinati dal fatto che le donne prese in considerazione per la ricerca hanno detto loro stesse in quale fase del ciclo mestruale si trovavano in quel momento.  Inoltre il gruppo di soggetti studiati era limitato.

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A che età inizia la menopausa? Menopausa precoce e tardiva: cause e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CHE ETA INIZIA MENOPAUSA PRECOCE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano.jpgCos’è la menopausa?
La menopausa è l’evento fisiologico che corrisponde al termine del ciclo mestruale e quindi dell’età fertile della donna: le ovaie non producono più follicoli ed ormoni estrogeni.

Quando si verifica la menopausa?
La menopausa spontanea, o fisiologica, si verifica normalmente in un periodo che oscilla tra i 45 ed i 50 anni.

Premenopausa, postmenopausa o perimenopausa
Il termine premenopausa indica il periodo precedente l’ultima mestruazione; postmenopausa indica il tempo successivo l’ultima mestruazione. Per Perimenopausa intendiamo un periodo più esteso rispetto alla premenopausa, che si esaurisce dopo un anno all’atto della menopausa.

Gli anni che precedono la menopausa ed i disturbi tipici
Negli anni che precedono la menopausa, le irregolarità del ciclo mestruale sono piuttosto comuni e spesso accompagnate ad un tipico corteo sintomatologico (vampate di calore, sbalzi di umore, secchezza vaginale, bassa libido, episodi di incontinenza ecc.). Tutti questi piccoli, grandi, disturbi riflettono modifiche dell’assetto ormonale della donna. Lievi disfunzioni endocrine iniziano a diminuire la fertilità già intorno ai 30-35 anni ed è proprio in questa fase della vita che possono fare la loro comparsa i primi cicli irregolari; per lo stesso motivo, a partire da quest’età la ricerca di un figlio si rende generalmente più difficoltosa.

Quando si verifica la menopausa precoce e prematura?
Si parla di menopausa precoce quando la menopausa si instaura prima dei 40 anni mentre si parla di menopausa prematura se la menopausa avviene tra i 40 ed i 45 anni. Nelle menopause precoci e premature, i sintomi e disturbi descritti nel paragrafo precedente sono generalmente più intensi e fastidiosi rispetto alla norma.

Cause di menopausa precoce
La causa più comune di menopausa precoce è la rimozione chirurgica delle ovaie, che si rende necessaria, ad esempio, in presenza di cisti o tumori ovarici. Anche la cura di certe forme tumorali, per esempio attraverso la radio o la chemioterapia, è causa frequente di menopausa precoce. Vi sono poi tutta una serie di condizioni patologiche, su base immunitaria, infettiva, tumorale, genetica ed endocrina, che possono portare al medesimo risultato.
Riguardo alla genetica, si ritiene che ogni donna nasca con un corredo di ovuli ben determinato, ma soggettivo e influenzato da elementi genetici (il che spiegherebbe come mai l’età di insorgenza sia spesso simile tra donne appartenenti allo stesso nucleo famigliare). Subito dopo la nascita, alcuni di questi follicoli, subiscono un processo involutivo mentre altri rimangono quiescenti fino alla pubertà . Da questo momento in poi la donna inizia ad attingere al proprio corredo di cellule uovo, esaurito il quale entrerà in menopausa. Ad ogni ciclo i processi maturativi interessano più follicoli ma si completano soltanto per uno, mentre gli altri regrediscono rapidamente.

Esiste un rapporto tra età della prima mestruazione e menopausa?
Non sembra esservi correlazione certa tra età di comparsa della prima mestruazione, detta menarca, e quella in cui si entra in menopausa; non è quindi detto che una donna con alle spalle una pubertà precoce debba per forza perdere anzitempo la propria fertilità, anzi. E’ invece dimostrato, sempre a causa dell’effetto predisponente degli estrogeni, che un menarca (comparsa della prima mestruazione) precoce si accompagna ad un incrementato rischio di sviluppare un carcinoma mammario.

Fattori di rischio che anticipano la menopausa
1) Fumo di sigaretta attivo/passivo: può indurre nella donna un’anticipazione dell’evento di 1,5-2 anni. La quantità di assunzione (numero di sigarette) e la durata di assunzione sono strettamente correlate alla diminuzione dell’età rispetto all’evento, in pratica più si fuma e da più tempo si fuma e più la menopausa si manifesterà prima del dovuto;
2) alimentazione: una alimentazione ricca di grassi e povera di vitamine e sali minerali può far anticipare la menopausa;
3) indice di massa corporea inferiore a quello ideale;
4) abuso di alcool;
5) bassa statura.

Quando si verifica la menopausa tardiva o ritardata?
Si parla di menopausa ritardata quando l’età della donna è superiore ai 52 anni, tardiva se superiore ai 56 anni.

Quali sono i rischi di una menopausa tardiva?
La menopausa tardiva rappresenta uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del tumore al seno; vari studi hanno mostrato che nelle donne che entrano in menopausa in ritardo rispetto alla media, il rischio di contrarre un tumore mammario raddoppia; si ritiene che ciò dipende dal fatto che le ghiandole mammarie risultano esposte agli estrogeni per un periodo di tempo maggiore.

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Diagnosi della menopausa e diagnosi differenziale
Affinché la diagnosi sia certa si deve attendere un anno dall’ultima mestruazione, ma trascorsa metà di questo periodo le probabilità che la donna sia in menopausa sono decisamente elevate; tuttavia, in soggetti di età inferiore ai 50 anni è necessario eseguire accertamenti per verificare un’eventuale gravidanza. Se lo specialista sospetta la presenza di menopausa precoce può richiedere l’esecuzione di vari esami clinici sia ematochimici (FSH, 17 beta estradiolo, inibina B, ormone antimulleriano, DHEA) e strumentali (ecografia pelvica o transvaginale; eventualmente può essere richiesta anche una mineralografia ossea computerizzata). Altri esami diagnostici che il ginecologo potrebbe richiedere sono l’indagine cromosomica mediante cariotipo (serve a verificare l’eventuale presenza di alterazioni genetiche) e lo screening anticorpale (per esempio di dosaggio degli anticorpi antiovaio, antisurrene, antitiroide ecc.).
Esistono infine alcune patologie la cui sintomatologia è molto simile a quella che viene riscontrata nelle donne in menopausa; fra queste ricordiamo: ipotiroidismo, ipertiroidismo, sindrome dell’ovaio policistico, carcinoma uterino, ipopituitarismo, iperpituitarismo.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CHE ETA INIZIA MENOPAUSA PRECOCE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina A.jpg

Modificazioni endocrine in menopausa

Terapia ormonale sostitutiva in menopausa: a che serve?
La terapia ormonale sostitutiva, oltre a contrastare i piccoli disturbi e innalzare notevolmente la qualità della vita, permette di limitare l’aumento della probabilità di contrarre malattie cardiovascolari e di alcune patologie (tumore al colon, osteoporosi).
La ragione è da ricercarsi nell’effetto protettivo degli estrogeni femminili naturalmente prodotti in età fertile rispetto a tali patologie. Per esempio facilitano l’assorbimento del calcio da parte delle ossa: in menopausa tale effetto protettivo cessa e, come accennato in precedenza, l’apparato scheletrico diventa più fragile e può insorgere l’osteoporosi. Inoltre è provata la capacità degli ormoni femminili di abbassare l’indice di rischio cardiovascolare, aumentando la quantità di colesterolo ad alta densità (HDL) e abbassando quello a bassa densità (LDL).
La terapia sostitutiva mira a integrare il deficit di ormoni estrogeni, non più sintetizzati dal corpo femminile: possono essere assunti assieme a progestinici per contrastare gli effetti indesiderati sull’endometrio indotti da una terapia basata esclusivamente su estrogeni.
La somministrazione dei due tipi di ormoni può essere concomitante o sequenziale, in trattamenti ciclici (con 7 giorni di interruzione per ogni mese) o continui (senza interruzione). Le vie di somministrazione possono essere quella orale, con pillole simili a quella anticoncezionale, cutanea, con dispositivi inseriti sotto la cute, e transdermica (cerotti, particolarmente indicati nei soggetti ipertesi per il basso impatto a livello epatico).
La terapia sostitutiva non può essere somministrata a donne con malattie cardiovascolari, tromboflebiti, tumori sensibili agli estrogeni. Chi non presenta controindicazioni può assumere la terapia sostitutiva senza limiti di tempo, pur monitorando la salute con controlli periodici per valutare i rischi e i benefici associati alla terapia.

Terapia ormonale sostitutiva: quali farmaci si usano?
Fra i farmaci utilizzati si ricordano l’estradiolo (un estrogeno; controllo della sintomatologia associata alla menopausa e prevenzione dell’osteoporosi), l’estriolo (un estrogeno; riduzione dei sintomi associati alla carenza estrogenica), il medrossiprogesterone acetato (un progestinico; migliora il profilo lipemico e riduce il rischio di insorgenza di malattie coronariche), il progesterone (progestinico; riduzione dei sintomi associati alla menopausa), l’etinilestradiolo (un estrogeno; controllo dei sintomi che caratterizzano la menopausa e prevenzione dell’osteoporosi) e il tibolone (principio attivo con attività estrogenica, progestinica e lievemente androgenica; riduzione dei disturbi della menopausa associati a osteoporosi e trattamento dei sintomi vasomotori).
Altri tipi di farmaci che possono venire prescritti alle donne in menopausa sono i modulatori selettivi dei recettori estrogenici (per controllare i sintomi associati alla condizione; esplicano anche un’attività ipocolesterolemizzante), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (esercitano un effetto antidepressivo e sono in grado di controllare i sintomi vasomotori che sono associati alla menopausa) e gli ipertensivi.

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Come aumentare il testosterone per migliorare muscoli e rapporti sessuali

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PESI PALESTRA SPORT GINNASTICA MUSCOLI FISICO PESISTICA (14)Cos’è il testosterone ed a cosa serve?

Il testosterone è prodotto dall’organismo ed è uno degli ormoni essenziali per la crescita della massa muscolare; attraverso una serie di reazioni biochimiche è capace di stimolare l’aumento della forza, della sintesi proteica, delle prestazioni, diminuire i livelli del colesterolo cattivo e migliorare l’umore.

Quanto testosterone possiede un uomo e quanto una donna?

L’organismo maschile è capace di produrre circa 10 mg di testosterone al giorno, mentre l’organismo femminile produce, in media, 0,25 – 1,0 mg al giorno. Intorno ai 18 anni si ha il picco di testosterone; con l’avanzare dell’età è normale che il rilascio di questo ormone diminuisca: fisiologicamente si ha un calo dei livelli di testosterone a partire dai 30 anni.

Consigli per aumentare i livelli di testosterone

1. Evita l’allenamento aerobico in eccesso. Dai preferenza agli allenamenti aerobici di breve durata e alta intensità, questi, oltre a garantire migliori benefici aiutano ad aumentare la produzione di testosterone.

2. Allenati con intensità. Se vuoi vedere risultati significativi, devi essere disposto a sfidare i tuoi limiti. Quanto maggiore sarà lo sforzo più testosterone il tuo organismo sarà capace di produrre.

3. Aggiungi carico. Un buon metodo di stimolare la produzione di testosterone è utilizzare carichi pesanti e fare poche ripetizioni. Ci sono studi che dimostrano i migliori effetti utilizzando l’85% della ripetizione massimale (RM).

Leggi anche: Come varia il testosterone in caso di astinenza dall’eiaculazione

4. Concentrati negli esercizi composti. Esegui degli esercizi composti come base dei tuoi allenamenti: squat, sollevamenti bilanciere su panca, vogatore, trazioni alla sbarra, parallele, flessioni sulle gambe.

5. Non allenarti in eccesso. Dormi sufficientemente per riuscire a recuperare ed evitare di entrare in overtraining. L’ overtraining può contribuire a diminuire fino al 40% il livello del testosterone. Se ne senti la necessità fai una pausa dagli allenamenti durante una o due settimane. La privazione del sonno può favorire il rilascio del cortisolo, ormone catabolico che induce all’abbassamento dei livelli di testosterone.

6. Ingerisci grassi salutari, monoinsaturi e polinsaturi (Omega-3 e Omega-6). Sono presenti in alimenti come: arachidi, noci, mandorle, avocado, pesce e determinati oli come quello dei semi di lino, olio d’oliva e canola.

7. Ingerisci Vitamina C. Questa vitamina è capace di controllare i livelli di cortisolo. È presente in alimenti come: limone, arancia, maracuja, acerola, fragola, pomodori ecc.

8. Assicurati di ingerire la quantità sufficiente di Zinco. La carenza di questo minerale rende difficile il rilascio del testosterone. Non essendo libero nel flusso sanguigno l’ormone non riesce a svolgere le sue funzioni, essendo l’anabolismo muscolare una di queste. Puoi incontrare lo Zinco in questi alimenti: Noci, castagne, carni, salmone, fegato ecc.

9. Aumenta il consumo di verdure crucifere: broccoli, cavoli, rapa, cavolini di Bruxelles ecc. Questi vegetali stimolano la riduzione dei livelli di estrogeno aumentando così il testosterone.

Leggi anche: Orgasmi multipli maschili: come avere due eiaculazioni di seguito

10. Per aumentare i livelli di testosterone e costruire muscolo devi consumare proteine. Devi cercare di ingerire la quantità di proteine adeguata al tuo peso corporeo e, preferenzialmente, che le stesse siano di alta qualità. Impara a scegliere le migliori proteine del siero del latte per aumentare la massa muscolare.

11. Evita il consumo di alcool. L’alcool influenza negativamente i livelli di testosterone, per questo bevi con moderazione.

12. Riduci lo stress. Troppo stress stimola il rilascio del cortisolo. Ricorri ad attività alternative di rilassamento fisico ed emozionale (massaggi corporali, agopuntura, yoga ecc.).

13. Evita la masturbazione compulsiva. A tale proposito leggi: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. I pensieri del masturbatore cronico

14. Prendi il sole. A tale proposito leggi: I lati positivi del caldo: il sole estivo aumenta il testosterone

Attenzione alla melatonina!

La melatonina, usata per trattare l’insonnia, influenza molto negativamente la sfera sessuale dell’uomo. La melatonina diminuisce – da parte dell’ipotalamo – il rilascio di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine) che induce il rilascio di gonadotropine (FSH e LH) dall’ipofisi anteriore, per questo motivo diminuisce la sintesi di testosterone e quindi la libido. Più precisamente, inibisce la secrezione dell’LH (ormone luteinizzante) che stimola nel maschio l’attività endocrina delle cellule interstiziali del testicolo con produzione di testosterone e di sperma. Smettete di assumere la melatonina, o almeno limitate l’assunzione alla dose di 1mg/die.

Integratori alimentari

Qui di seguito trovate una lista completa di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto:

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Storia di un seno: dall’embrione alla menopausa

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Come cambia il seno tra gli 8 ed i 18 anni

Il seno è una parte importante del corpo di una donna, sia dal punto di vista funzionale che estetico. Esso muta moltissimo nel corso della vita ed oggi vi voglio illustrare, schematicamente, quali sono i cambiamenti che lo contraddistinguono nel corso delle varie fasi della nostra esistenza, partendo letteralmente dal principio, cioè quando la donna è ancora solamente un embrione. Lo sviluppo delle ghiandole mammarie e quindi del seno, si chiama “telarca” (dal greco θηλή “mammella” e ἀρχή “inizio”).

EMBRIONE

Nell’embrione umano di circa quattro settimane di vita sono già presenti i primi abbozzi della ghiandola mammaria in forma di due creste che ne percorrono lungo i lati la parte anteriore. In seguito le creste formano delle protuberanze emisferiche e simmetriche, che corrispondono alle future ghiandole, che si atrofizzano tutte ad eccezione di quelle situate nella zona toracica, perché alla nascita queste costituiranno il capezzolo e l’areola. Le varie fasi della vita, che influiscono sul seno e che determinano trasformazioni anche importanti, sono: l’adolescenza, la gravidanza, l’allattamento e la menopausa.

Leggi anche: Areola femminile: forma, dimensioni, funzioni e simmetria

ADOLESCENZA

Durante la pubertà l’ipotalamo inizia la produzione di alcuni ormoni che danno il via allo sviluppo del seno e delle ovaie. Il primo segnale di pubertà è proprio la crescita del seno. Nella prima fase di sviluppo si verifica l’innalzamento dei capezzoli, senza aumento del tessuto ghiandolare e pigmentazione dell’areola. Da sei a dodici mesi dopo, aumenta il tessuto ghiandolare, si sviluppano i dotti escretori, aumenta l’adiposità del sottocutaneo, avviene l’allargamento dell’areola e la sua pigmentazione. Lentamente e gradualmente le mammelle cambiano fino ad assumere la forma definitiva che corrisponde al momento in cui la fanciulla entra nell’età adulta, la situazione ormonale si normalizza e iniziano i cicli mestruali. I mutamenti tipici di quest’età non riguardano solo lo sviluppo del seno e l’inizio dell’età feconda, ma interessano anche il profilo psicologico. Spesso la giovane è impreparata ad affrontare il momento e si ritrova improvvisamente con un corpo da adulta e le idee, i desideri e le abitudini di una ragazzina. Succede, talvolta, che la fanciulla nasconda il seno, diventato evidente in modo per lei imbarazzante, tenendo curvate le spalle. Questo atteggiamento, oltre che a testimoniare l’espressione di insicurezza, diventa un atteggiamento dannoso per la schiena e il seno , che può essere compromesso nel naturale sviluppo. Altra reazione riscontrabile potrebbe essere che la ragazzina si senta troppo osservata da sguardi estranei e si senta turbata dai commenti che coglie specialmente dai rappresentanti dell’altro sesso. Questo turbamento può creare angosce, difficoltà e timori nell’instaurare rapporti con gli uomini che si trascinano, a volte, anche in età adulta.
Per poter vivere meglio il periodo difficile del cambiamento, cioè la pubertà, è utile conoscere bene il nostro corpo ed essere consapevoli dei mutamenti che inevitabilmente avverranno in noi. Essere coscienti di questo, aiuta certo ad accettare i mutamenti del corpo, la sua bellezza diversa e a creare una certa sicurezza. Le mestruazioni sono sovente accompagnate o precedute da una serie di disturbi e fastidi talvolta anche molto dolorosi, che caratterizzano la sindrome premestruale. A livello emozionale si manifestano ansia, nervosismo, disturbi del sonno e cambiamenti di umore frequenti e repentini, accompagnati da segnali fisici quali vertigine, nausea, emicrania e ritenzione idrica Il seno appare turgido e un senso di tensione e, a volta di dolore spesso si associa a questo momento particolare. Tutti i sintomi in genere scompaiono all’arrivo del flusso, ma per trovare giovamento nei giorni che precedono il ciclo è utile seguire una dieta povera di sale e ricca di vitamina A e bere parecchia acqua oligominerale durante la giornata.

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GRAVIDANZA

I cambiamenti che interessano il seno si manifestano già durante le prime settimane di gestazione: le mammelle si inturgidiscono, l’areola si scurisce, intorno appare una pigmentazione irregolare, i tubercoli di Montgomery diventano più sporgenti e si manifestano un senso di tensione e di pesantezza. Il capezzolo è particolarmente sensibile, anche uno stimolo o uno sfioramento minimo lo fanno allungare e irrigidire. Il seno aumenta di volume, la cute si tende e i vasi sanguigni sottocutanei diventano visibili. Possono formarsi, dal quinto mese in poi, le smagliature, cioè quelle strie rossastre causate dalla lacerazione delle fibre elastiche del derma . La ghiandola mammaria si ingrandisce, la vascolarizzazione linfatica e sanguigna aumentano e si accumula tessuto adiposo intorno ai lobuli. Verso il quarto mese dal capezzolo fuoriesce un liquido sieroso e opalescente chiamato colostro. Importanti sono le cure da riservare al seno in questo periodo , che insieme all’alimentazione permettono alla futura mamma di mantenersi bella e di evitare o diminuire la possibilità di danni, specialmente alla cute.

Seno, gravidanza e alimentazione
Per vivere al meglio un periodo così delicato come la gravidanza è importante prestare attenzione alla dieta, che non deve essere quantitativamente doppia come si diceva una volta, ma deve essere ben bilanciata fin dai primi mesi di gestazione. Un’alimentazione ricca di verdura e frutta fresca, di latticini, di carni magre bovine, di pesce, di pollame di pane e paste integrali, oltre a essere adatta alle esigenze del momento, assicura un giusto apporto nutritivo ed evita inutili ed esagerati aumenti ponderali. Nelle verdure, come gli spinaci, i peperoni, il prezzemolo, e negli agrumi sono contenute le vitamine A e C, utili anche a combattere la formazione di smagliature; le vitamine del complesso B si trovano nel lievito di birra, la E nel germe di grano, la K è presente negli ortaggi e specialmente nei pomodori e nei cavoli, di vitamina D è ricco l’olio di fegato di merluzzo. Se la donna non aumenta troppo di peso durante la gravidanza potrà recuperare la linea con maggiore velocità e con meno fatica dopo il parto e il seno, ingrossato soltanto dal giusto e naturale aumento ponderale, ritornerà certamente alla forma normale e alla compattezza anche dopo la maternità e l’allattamento.

Seno, gravidanza e indumenti
Nel periodo della gravidanza bisogna aiutare il seno sostenendolo con un reggiseno sempre adeguato al suo sviluppo e ai suoi mutamenti. L’indumento deve sempre essere lavato bene, soprattutto quando si verificano quelle leggere secrezioni dai capezzoli e, negli ultimi mesi, i capezzoli devono essere protetti da una garza sterile.

Seno, gravidanza e ginnastica
E’ utile fare ginnastica in modo equilibrato e usando le opportune cautele anche durante la gravidanza. L’attività fisica aiuta a prevenire dolori alla schiena, combatte la stipsi, fa bene al circolo sanguigno e previene anche quei danni estetici, come il rilassamento muscolare, che possono manifestarsi di conseguenza alla maternità. Il seno trova giovamento dalla costante esecuzione di esercizi mirati a mantenere un buon tono muscolare e a rafforzare i legamenti sospensori.

Seno, gravidanza e igiene
Le mammelle devono essere lavate con cura, idratate e bisogna irrobustire i capezzoli con massaggi per prepararli all’allattamento. L’idratazione cutanea può essere ottenuta usando prodotti specifici o con semplice olio di mandorle dolci. Alternare docce calde e fredde stimola il seno e i capezzoli, l’importante è eseguire il tutto con delicatezza e senza violenza. Fare spugnature e massaggiare delicatamente con un guanto non troppo ruvido fa bene soprattutto se dopo si eseguono frizioni con sostanze emollienti come il burro di Karitè. Queste manovre associate a opportuni movimenti eseguiti con la punta delle dita, facendo dei cerchi che partono dalla base verso il capezzolo che va tirato leggermente in fuori, favoriscono la loro estroflessione.

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ALLATTAMENTO

In questo periodo la mammella raggiunge il massimo dell’attività funzionale. Inizialmente produce il colostro, in seguito un liquido giallastro, proteico, denso e ricco di anticorpi che aiuta il neonato nel passaggio dalla nutrizione placentare a quella intestinale. Verso il terzo o quarto giorno dopo il parto avviene la montata lattea. Durante l’allattamento l’igiene del capezzolo è di estrema importanza: i capezzoli devono essere detersi, asciugati e protetti da una garza sterile tra una poppata e l’altra. Mantenere accuratamente pulito e asciutto il seno evita la formazione di ragadi e di infezioni. Il seno appesantito deve essere contenuto in un reggiseno che gli consenta di mantenere una posizione il più possibile naturale. L’alimentazione in questo periodo deve essere sana e ricca di sostanze nutritive come durante la gravidanza; bisogna assumere liquidi in quantità sufficiente per garantire il flusso di latte. Se al seno si dedicano attenzione e cura prima del parto e durante l’allattamento, non bisogna temere di sciuparne la bellezza con la maternità. Questo periodo probabilmente coincide col momento di massimo splendore femminile: i seni acerbi dell’adolescente si trasformano in un petto pieno e rotondo che ha raggiunto la sua maturità. Certamente queste forme non sono meno conformi all’ideale di bellezza femminile.

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MENOPAUSA

Questo è un periodo piuttosto difficile per la donna a causa delle modificazioni fisiche che avvengono e per la componente psicologica che spesso le accompagna. I disturbi tipici, come la vampate di calore, sudorazione, irritabilità, instabilità emotiva sono associati a livello psicologico con la sensazione frustrante di essere arrivate alla fine della vita femminile in un grande numero di donne. Sono poche quelle che accettano la menopausa come un periodo naturale ed inevitabile della vita, ma non per questo si sentono finite. Oggi la donna intorno ai 50 anni è forse più attiva di prima, ha certamente maturato più esperienza e non deve mettersi da parte vivendo questo momento con poca volontà, con un atteggiamento negativo. A questa età il fascino è di natura diversa di quello dei 20 anni, si basa infatti sulla capacità di interessare gli altri grazie a ciò che si è e non per quello che appare.
L’attività ovarica cessa, mancano quindi gli stimoli ormonali e si verifica l’atrofia della ghiandola mammaria e l’aumento del tessuto adiposo. In menopausa il seno tende ad aumentare di volume, la cute si rilassa e si manifesta perdita di tono. Bisogna intensificare le cure aiutando il corpo con l’alimentazione, la ginnastica, i trattamenti cosmetici e il seno, se non è stato trascurato negli anni precedenti, potrà rimanere bello. In questo particolare momento bisogna prestare molta attenzione alla salute del seno eseguendo i controlli medici, gli eventuali esami specifici e l’autopalpazione quotidiana. In menopausa, a causa della cessata attività ormonale, aumenta il rischio per alcune patologie.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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