Capezzolo femminile: forma, dimensioni, funzioni e simmetria

MEDICINA ONLINE PETTO MAMMELLA FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE DONNA MORTALITA MORTE PROGNOSI CANCRO TUMORE SENO LINFATICI METASTASI LINFONODO SENTINELLA CARCINOMA DOTTI DUTTALE ANATOMIAIl capezzolo è una formazione anatomica presente sulla mammella, molto innervata e sporgente nella parte centrale dell’areola. Nel campo della sessualità il capezzolo è associato alle zone erogene del corpo umano e può essere soggetto ad inturgidimento (telotismo). Eventuali introflessioni del capezzolo possono, in alcuni casi, indicare patologie anche gravi, come il cancro alla mammella.

Funzioni del capezzolo

Il capezzolo umano femminile, come per tutti i mammiferi, ha la funzione biologica di facilitare l’allattamento nel neonato e nel lattante: sull’apice del capezzolo sboccano infatti circa 15 dotti galattofori, importanti per il nutrimento della prole durante l’allattamento perché permettono la conduzione del latte materno dalla ghiandola mammaria all’esterno. Il capezzolo umano femminile, insieme all’areola ed alla mammella, ha anche funzione di attrazione sessuale.

Differenza tra capezzolo maschile e femminile

Il capezzolo maschile e femminile sono molto simili fino alla pubertà. Il capezzolo di una donna adulta (dalla pubertà in poi) è invece generalmente molto più grande e pronunciato rispetto a quello di un maschio adulto. Dal punto di vista sessuale, sia i capezzoli maschili che femminili rispondono inturgidendosi, assumendo colore più scuro e diventando più sensibili durante l’eccitazione, tuttavia questa risulta una zona maggiormente erotica nella donna che nell’uomo, inoltre l’uomo tende ad essere sessualmente più attratto dalla visione di un capezzolo femminile, rispetto ad una donna che osserva un capezzolo maschile.

Rapporto tra capezzolo ed areola

Il diametro del capezzolo è generalmente cinque volte minore rispetto al diametro dell’areola, tuttavia questo dato è estremamente variabile.

Misure medie del capezzolo

Il capezzolo di una donna adulta generalmente misura circa 10 millimetri di lunghezza ed altrettanto di diametro in fase di rilassamento, tuttavia questo dato può variare di molto tra soggetto e soggetto, come visibile dalla foto in alto. Durante l’eccitazione sessuale il capezzolo tende ad inturgidirsi ed a diventare più scuro e tali misure tendono ad aumentare di circa il 50%.

Posizione e simmetria dei capezzoli

Il capezzolo è generalmente posizionato nel centro anche se è possibile trovarlo più o meno lievemente spostato verso un bordo (ad esempio come avviene nel capezzolo mostrato nella foto in basso). I capezzoli delle due mammelle sono generalmente di pari forma e dimensione, anche se sono possibili – ed assolutamente normali – asimmetrie anche ampie.

FOTO DI CAPEZZOLO INTROFLESSO

Areola e capezzolo in caso di mastectomia

Quando, a causa di interventi chirurgici demolitivi richiesti per eliminare un tumore mammario, vengono eliminati capezzolo ed areola, è possibile effettuare una ricostruzione delle strutture tramite varie modalità, come un innesto cutaneo o una protesi per il capezzolo e la dermopigmentazione per l’areola.

Capezzolo in gravidanza

Il capezzolo, come anche l’areola, tende a modificarsi durante la gravidanza e l’allattamento, a tal proposito leggi anche: Differenza dei capezzoli e del seno in gravidanza

Per approfondire, leggi anche: Areola femminile: forma, dimensioni, funzioni e simmetria

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Areola femminile: forma, dimensioni, funzioni e simmetria

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Differenza dei capezzoli e del seno in gravidanza

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA MATERNITA FIGLIO MAMMA MADRE GENITORI CONCEPIMENTO PARTO FETO EMBRIONE (7)In gravidanza il corpo della donna cambia radicalmente; una delle zone dove i cambiamenti si fanno anche molto evidenti sono il seno, l’areola  (la zona circolare intorno al capezzolo) ed il capezzolo.

FOTO DEL SENO DI UNA DONNA DURANTE LA GRAVIDANZA

Seno più gonfio

Le mammelle tendono ad apparire più gonfie e piene, spesso ciò si associa a dolore. La sensazione di indolenzimento al seno è un sintomo comune sia alla sindrome premestruale, sia alla gravidanza. Infatti, subito dopo il periodo ovulatorio il corpo inizia a produrre più progesterone. Quest’ultimo provoca tensione mammaria, dunque il seno appare più gonfio, teso e duro al tatto. Ma ciò accade anche se vi è una gravidanza in corso. Con la sostanziale differenza che, non appena compare il flusso mestruale, il seno si “sgonfia” e diventa più morbido.

Leggi anche: Mastodinia: quando il seno è gonfio e dolorante

Vene

Già dopo pochi giorni dall’impianto dell’ovulo possono cominciare a vedersi i primi segni sul seno, tanto per cominciare le vene diventano più evidenti, queste vene sono dette anche “vene del latte” e si espandono per tre motivi:

  1. poter portare più sangue sia alla mamma che al feto;
  2. i dotti galattofori che porteranno il latte ai capezzoli cominciano a gonfiarsi ed a prepararsi per la montata lattea che arriverà dopo il parto e premono sotto le vene, avvicinandole alla cute;
  3. man mano che il seno cresce di volume per prepararsi all’allattamento la cute si tende sempre più, diventando più sottile e trasparente, evidenziando le vene ulteriormente.

Leggi anche: Storia di un seno: dall’embrione alla menopausa

Tubercoli del Montgomery

Insieme alle “vene del latte” avvengono modificazioni anche ai capezzoli ed all’areola mammaria, i capezzoli diventano più larghi e scuri e tutto intorno diventano evidenti dei piccoli “rilievi”: si chiamano “tubercoli del Montgomery” ed avranno il compito di produrre una sostanza lubrificante e disinfettante durante l’allattamento. Questi tubercoli sono delle piccole ghiandole che aumentano di dimensione e sono più evidenti verso la sedicesima settimana di gravidanza. L’attività dei tubercoli di Montgomery è fondamentale e legata alla migliore lubrificazione dei capezzoli per migliorare l’allattamento del bambino che si porta in grembo. I tubercoli di Montgomery possono rimanere nel loro volume più consistente anche dopo il parto, ma ciò non necessariamente deve essere considerato come un pericolo. Un controllo medico può togliere ogni dubbio e timore. Qualora ci fosse un eccessivo sversamento di lubrificante da parte del tubercolo bisogna rivolgersi immediatamente al proprio medico per diagnosticare la situazione ed escludere e scongiurare la presenza di un cancro al seno. Questo fenomeno, infatti, è uno dei sintomi che deve allarmare chi ne ha a che fare.

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Come cambia il seno in gravidanza e come proteggerlo?

MEDICINA ONLINE CAMBIA SENO GRAVIDANZA CAPEZZOLO AREOLA SCURO MAMMA INCINTA FETO BAMBINO ATTESA DONNA PREGANCY.jpgUno dei primissimi segni di gravidanza, oltre la mancata mestruazione, è l’inturgidimento del seno dovuto all’ingrossamento dei dotti galattofori, gli stessi che dopo il parto faranno fluire il latte e renderanno possibile l’allattamento. Sin dalle primissime settimane il seno appare indolenzito, duro e doloroso. Per molte donne, soprattutto quelle alla seconda o terza gravidanza, questo rappresenta il primo segnale che la fecondazione è avvenuta. Man mano che i mesi si susseguono, il seno diventa sempre più grande fino a quando, a partire dal secondo trimestre e per tutto il terzo trimestre, le vene superficiali risultano visibili per effetto della maggiore irrorazione del sangue e della riduzione dello strato adiposo.

A partire dal terzo trimestre, l’areola si scurisce e i piccoli noduli che la ricoprono, i tubercoli di Montgomery, diventano più evidenti. I cambiamenti sono dovuti ai cambiamenti ormonali a cui il corpo va incontro, in particolare inizialmente l’HCG e la prolattina, successivamente estrogeni e progesterone. Sebbene non sia frequente e non capiti spesso, dopo il 6° mese possono verificarsi delle piccole perdite di colostro: non c’è da allarmarsi. Anzi. è il segno che tutto il corpo sta prendendo parte al processo di trasformazione in corso e si sta adattando ad accogliere al meglio il bambini.

Come proteggere il seno in gravidanza?

  1. il seno va sostenuto con un reggiseno adeguato in grado di sorreggerlo, evitando i modelli che stringono eccessivamente e lo comprimano;
  2. intensificare, dopo parere medico, gli esercizi finalizzati per irrobustire i muscoli che danno sostegno al seno come, per esempio i pettorali;
  3. usare creme e olio di mandorla per elasticizzare la pelle del seno ed evitare smagliature.

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Prevenire le ragadi al capezzolo: cosa fare prima del parto, cosa fare quando si sta allattando

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALLATTAMENTO NEONATO BAMBINO BIMBO GRAVIDANZA PANCIA MATERNITA MAMMA GINECOLOGIA CONCEPIMENTO PARTO PANCIONE FIGLIO MADRELe ragadi al capezzolo (a volte chiamate “ragadi al seno”) sono piccoli taglietti a bordo netto, più o meno profondi, che interessano il capezzolo e l’areola che lo circonda, causate comunemente da inadeguata igiene del seno e/o sbagliato attaccamento del bambino durante l’allattamento. Assai comuni durante le prime settimane di allattamento, specie nelle primipare, le ragadi al seno si presentano come screpolature piuttosto dolorose, soprattutto durante la suzione. Questi piccoli taglietti diventano un problema importante quando provocano un dolore di intensità tale da scoraggiare l’attaccamento del bimbo al seno, privandolo così dell’alimento più raccomandabile per la sua crescita. Inoltre, le ragadi del capezzolo possono rappresentare una via di ingresso per i batteri, con possibile infezione delle ghiandole mammarie (mastite), specie in caso di mancato allattamento o ingorghi.

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