Coronavirus, picco di intossicazioni da disinfettante: i consigli per difendersi

MEDICINA ONLINE Coronavirus attenzione alla truffa dei finti paramedici che suonano alla porta degli anziani soldi rubare.Con l’emergenza COVID-19 è aumentato l’uso dei disinfettanti ma è anche cresciuto il numero di intossicazioni. Aumentano giorno dopo giorno le Continua a leggere

Betadine 10% soluzione cutanea antisettica: foglio illustrativo

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICBetadine 10% soluzione cutanea è un antisettico a largo spettro di azione per uso esterno, usato in ambito ospedaliero e casalingo per una efficace disinfezione e pulizia della cute lesa da ferite, piaghe ed altre lesioni di varia natura.

Composizione di Betadine 10% soluzione cutanea

1 ml contiene:

  • Principio attivo: Iodopovidone (al 10% di iodio) g 0,1, pari a g 100 per flacone da 1000 ml.
  • Eccipienti: alcool isopropilico, acido citrico, sodio fosfato bibasico, acqua depurata.

Il principio attivo Iodopovidone è contenuto in vari prodotti disinfettanti equivalenti al Betadine, come ad esempio questo: http://amzn.to/2FfgqhL

Controindicazioni: quando non dev’essere usato Betadine

Ipersensibilità verso i componenti o altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Bambini di età inferiore ai 6 mesi.

Precauzioni per l’uso: cosa serve sapere prima di prendere Betadine?

In età pediatrica usare solo in caso di effettiva necessità e sotto controllo medico. In caso di impiego per periodi prolungati su estese superfici corporee, su mucoseo sotto bendaggio occlusivo (bendaggio effettuato con materiale impermeabile), in particolare nei bambini e nei pazienti con disordini tiroidei, praticare test di funzionalità tiroidea. Interrompere il trattamento almeno 10 giorni prima di effettuare una scintigrafia con iodio marcato (test di funzionalità tiroidea). L’ingestione o l’inalazione accidentale di alcuni disinfettanti può avere conseguenze gravi, talora fatali. Evitare il contatto con gli occhi.

Interazioni: quali farmaci o alimenti possono modificare l’effetto di Betadine?

Evitare l’uso contemporaneo di altri antisettici e detergenti. Non impiegare contemporaneamente sulla parte trattata prodotti contenenti sali di mercurio o composti del benzoino. Può manifestarsi incompatibilità con i sali di mercurio, carbonati, acido tannico, alcali, acqua ossigenata. Se state usando altri medicinali chiedete consiglio al vostro medico o farmacista.

Avvertenze in gravidanza/allattamento e bambini

Usare in bambini, gravidanza ed allattamento solo in caso di effettiva necessità e solo dopo avere consultato il medico. Tenere Betadine fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.

Dose, modo e tempo di somministrazione: posologia

  • Applicare 2 volte al giorno direttamente su piccole ferite ed infezioni cutanee. Si può coprire la parte con garze e bende adesive. Una quantità di 5 ml di soluzione (contenente 50 mg di iodio) è sufficiente a trattare un’area di circa 15 cm di lato. La soluzione di colore marrone, applicata sulla cute, crea una pellicola superficiale protettiva che non macchia.
  • Attenzione: non superare le dosi indicate senza il consiglio del medico.
  • Attenzione: usare solo per brevi periodi di trattamento; in assenza di risultati apprezzabili si consiglia di consultare il medico.

Sovradosaggio: cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Betadine?

Trattandosi di un impiego locale su cute e ferite, l’eventualità di un uso eccessivo di prodotto è improbabile. Tuttavia, in caso di impiego di dosi superiori a quelle consigliate, potrebbero manifestarsi gli effetti generali dello iodio: diminuzione o aumento della funzione della tiroide. Instaurare un trattamento dei sintomi o una terapia di supporto. In caso di uso di una dose eccessiva di Betadine® 10% soluzione cutanea avvertite immediatamente il medico o rivolgetevi al più vicino ospedale.

Effetti Indesiderati: quali sono gli effetti collaterali di Betadine?

In qualche caso l’uso di Betadine potrebbe dare origine a bruciore od irritazione. L’uso, specie se prolungato, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso interrompere il trattamento ed adottare idonee misure terapeutiche. La reazione dello iodio con i tessuti lesi può ritardarne la cicatrizzazione. Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati. Questi effetti indesiderati sono generalmente transitori. Quando si presentano è tuttavia opportuno consultare il medico o il farmacista. È importante comunicare al medico o al farmacista la comparsa di effetti indesiderati non descritti nel foglio illustrativo.

Scadenza e conservazione

Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione. Conservare al riparo dal calore, ben chiuso. È importante avere sempre a disposizione le informazioni sul medicinale: pertanto conservare il flacone.

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Differenza tra acqua ossigenata e disinfettante

MEDICINA ONLINE LABORATORIO CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRY LAB VISCOSITA LIQUIDO GAS SOLIDO FLUIDO ACQUA MIELE OLIO VINO RESISTENZA ATTRITO MOVIMENTO MATERIALE ESPERIMENTOPer cominciare bisogna chiarire il fatto che in medicina esiste una grande famiglia di farmaci chiamati “farmaci antinfettivi” la quale comprende un lungo elenco di sostanze naturali o artificiali in grado di eliminare diversi tipi di microrganismi potenzialmente nocivi per l’uomo. I farmaci antinfettivi si possono distinguere a seconda del loro campo di applicazione in:

  • farmaci disinfettanti: sono farmaci antinfettivi utilizzati per oggetti o su superfici;
  • farmaci antisettici: sono farmaci antinfettivi utilizzati su tessuti e mucose umani o animali, integri o danneggiati;
  • chemioterapici: sono farmaci antinfettivi utilizzati per uso interno, esercitano cioè un effetto antimicrobico sistemico, tra i chemioterapici più diffusi si annoverano gli antibiotici.

Ogni antinfettivo è dotato di un particolare spettro d’azione cioè un gruppo specifico di patogeni sui quali l’antinfettivo risulta efficace ed anche di una dose di efficacia specifica. La strategia moderna della terapia antibatterica per uso sistemico è quella di evitare, quando possibile, prodotti battericidi preferendo quelli batteriostatici per far sì che l’organismo riesca autonomamente ad eliminare i microrganismi patogeni una volta bloccata la loro crescita. Questa strategia ha come scopo principale l’evitare l’insorgenza di ceppi microbici resistenti, insensibili cioè all’antinfettivo utilizzato.

Esistono varie sostanze chimiche ad azione disinfettante, ad esempio:

  • La clorexidina è una sostanza antisettica, antibatteria e antimicotica, in grado quindi di eliminare attivamente una grande quantità di microrganismi potenzialmente dannosi per la salute. In pratica, la clorexidina scioglie letteralmente il corpo del batterio. Viene largamente usata anche in odontoiatria, all’interno dei colluttori, proprio per la sua azione antibatterica. Ad alte concentrazioni può danneggiare occhi e orecchie, quindi è meglio stare attenti a non avvicinarla agli occhi.
  • Il cloruro di benzalconio è un battericida, un microbicida e un conservante, ed è efficace anche contro alcuni virus. Agisce sui microrganismi come la clorexidina, sciogliendoli e bloccando delle funzioni vitali a livello cellulare. A differenza della clorexidina, non danneggia parti delicate come gli occhi, ed è anzi piuttosto usato nei gel per mani e nella disinfezione degli strumenti chirurgici.
  • Lo jodopovidone, invece, è un ottimo disinfettante a base di iodio e polivinilpirrolidone, da NON usare in combinazione con l’acqua ossigenata, dato che non sono compatibili. È un anitbatterico ad ampio spettro, e combatte anche lieviti, muffe, funghi, virus e protozoi. Sostituisce la vecchia tintura di iodio, dato che rispetto a questa è meno tossico. Si applica direttamente sulla ferita che poi viene coperta con una garza sterile. Oppure è ottimo come disinfettante prima di un prelievo o di un’iniezione.

Cos’è l’acqua ossigenata ed a che serve?

L’acqua ossigenata è un tipo particolare di disinfettante antisettico a base di perossido di idrogeno (H2O2), un composto altamente instabile che –  quando reagisce a contatto con altre sostanze – libera acqua e ossigeno. Ha diverse applicazioni, dallo sbiancamento dei tessuti al propellente per i razzi, a concentrazioni diverse. Come disinfettante, viene usata diluita al 3% o al 6% in acqua. Non appena viene a contatto con una ferita, reagisce immediatamente liberando ossigeno, e eliminando tutti i microrganismi che incontra e che potrebbero portare un’infezione. La sua azione disinfettante è breve, perché è una sostanza volatile, quindi si consiglia di usarla nelle ferite lacero-contuse come disinfezione preventiva, per poi passare a un disinfettante di altro tipo (non a base di potassio permanganato o ioduro, perché non è compatibile con l’acqua ossigenata). Non deve essere avvicinata agli occhi. L’acqua ossigenata, pur essendo utile e sufficiente nella maggioranza dei casi di piccoli traumi, non è un disinfettante “completo”: ad esempio se su una ferita sono presenti dei batteri che vivono senza problemi in presenza di ossigeno, l’acqua ossigenata fa ben poco ed in quel caso sarebbe preferibile usare un prodotto più efficace, come il Betadine 10% soluzione cutanea (o equivalente), che è un antisettico a largo spettro di azione.

  • Un’ottima acqua ossigenata è questa: http://amzn.to/2AIIiY0
  • Il principio attivo Iodopovidone contenuto nel Betadine, lo potete trovare in vari prodotti disinfettanti, come ad esempio questo: http://amzn.to/2FfgqhL

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