L’apnea ostruttiva del sonno (anche chiamata apnea notturna di tipo ostruttivo, o OSA) è una condizione medica caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori. Il disturbo interessa più frequentemente gli uomini delle donne e nelle donne è più frequente dopo la menopausa.
Oltre all’apnea notturna di tipo ostruttivo, esistono altri due tipi di apnea notturna:
- Apnea notturna di tipo centrale (CSA): consiste in un’assenza di attività respiratoria, dovuta a una perdita transitoria dello stimolo nervoso diretto verso i muscoli respiratori durante il periodo di sonno. Questi casi sono poco frequenti, eccetto che nei bambini prematuri, e sono dovuti, di norma, a problemi neurologici o neuromuscolari.
- Apnea notturna di tipo misto: si ricade sotto tale definizione quando l’apnea notturna di tipo ostruttivo e l’apnea notturna di tipo centrale si associano nello stesso soggetto.
I tre tipi di apnea notturna possono determinare la comparsa della Sindrome delle apnee nel sonno (OSAS).
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Apnee: livelli di gravità
Diversi sono i livelli di gravità della patologia:
- si ha apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti;
- si ha ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro;
- si ha il RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un repentino sblocco.
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Quali sono le cause ed i fattori di rischio dell’apnea ostruttiva del sonno?
Alcune condizioni favoriscono l’insorgenza delle apnee del sonno:
- obesità/sovrappeso
- ostruzione delle vie aeree superiori (naso, bocca, gola)
- abuso di bevande alcoliche prima di andare a dormire
- assunzione di sonniferi
Quali sono i sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno?
Chi soffre di apnee ostruttive del sonno russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi di sonno (il russare diventa via via più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete, identico). Diversi i sintomi legati a questo disturbo:
- eccessiva sonnolenza diurna
- difficoltà a concentrarsi
- colpi di sonno
- cefalea e/o bocca asciutta al risveglio
- sudorazioni notturne
- risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento
- necessità di minzione notturna
- impotenza
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Come prevenire l’apnea ostruttiva del sonno?
Per prevenire l’insorgenza delle apnee ostruttive del sonno è consigliabile:
- perdere peso se si è sovrappeso oppure obesi;
- mangiare in modo sano e fare attività fisica costante, anche moderata;
- evitare il fumo;
- evitare gli alcolici, soprattutto prima di andare a dormire.
Diagnosi
Si ha la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori. La diagnosi si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner. Il medico, in caso di sospetto, può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso:
- Polisonnografia: consiste nella misurazione, durante alcune ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel sangue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della postura nel sonno.
- Poligrafia respiratoria (o monitoraggio cardio-respiratorio notturno): l’esame consiste nel monitoraggio dei principali segnali cardio-respiratori durante il sonno.
- Elettroencefalogramma: per esaminare l’attività elettrica del cervello.
- Elettromiografia degli arti: per esaminare l’attività muscolare.
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Trattamenti
In generale la terapia prevede:
- l’uso del Cpap (Continuous positive air way pressure): è una maschera che si applica su naso e bocca e che forza il passaggio dell’aria, facilitando il respiro.
- l’impiego della terapia chirurgia: può consistere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche, a seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori.
I trattamenti farmacologici sono volti sia a contrastare i sintomi che a correggere le cause del disturbo.
Consigli
Ai pazienti che soffrono di apnee notturne viene consigliato di:
- perdere peso, se sono obesi o in sovrappeso;
- evitare bevande alcoliche e sonniferi;
- dormire su un fianco;
- trattare i disturbi eventualmente presenti a carico delle vie aeree superiori.
L’apnea notturna è pericolosa per la vita di chi ne soffre?
No, almeno in modo diretto: non c’è il rischio che sospendendo la respirazione non vi sia più modo di riprenderla; tuttavia la sindrome delle apnee nel sonno, in particolare quelle da cause ostruttive, è un fattore di rischio di aumentata mortalità nella popolazione generale. Se non viene curata l’apnea nel sonno determina indirettamente e cronicamente un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari come l’ictus, di problemi cardiaci e di infarti. Inoltre le apnee nel sonno possono anche provocare un peggioramento della qualità della vita del paziente a causa di:
- maggiore possibilità di incidenti in automobile,
- sonnolenza durante il giorno,
- incapacità di concentrazione,
- scarso rendimento nello studio o sul lavoro,
- diminuzione di memoria.
Infine se il paziente soffre di diabete o ipertensione, la presenza di apnee rende più difficile il controllo di queste malattie, per questo motivo è importante intervenire in tempo con terapie e prevenzione adeguata.
Per approfondire:
- Apnea ostruttiva del sonno: fisiologia, ipopnea, fasi REM e NREM
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Con il termine respiro di Falstaff ci si riferisce ad una forma di respiro patologico ed estremamente difficoltoso associato alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Il respiro di Falstaff si verifica soprattutto in soggetti obesi tanto che prende il suo nome da Sir John Falstaff – raffigurato nel dipinto che vedete in alto – un personaggio inventato nel 1596 da William Shakespeare per la sua opera Enrico IV: Falstaff viene descritto come un individuo enorme, gravemente obeso che “russa come un cavallo e fa fatica a respirare”.
Il Respiro di Kussmaul (o respiro grosso) è un tipo di respiro patologico caratterizzato da atti respiratori molto lenti, ed in particolare da una inspirazione profonda e rumorosa, a cui segue una breve apnea inspiratoria, quindi una espirazione breve e gemente, infine una pausa post-espiratoria decisamente prolungata. Questo respiro patologico deve il suo nome a Adolf Kussmaul che lo descrisse nel 1800.
Per respiro di Cheyne-Stokes (o respiro periodico) si intende una forma di respiro patologico frequente negli anziani in cui si alternano fasi di apnea anche di lunga durata (fino a 20 secondi) a fasi in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda ad una sempre più superficiale (cicli respiratori brevi e frequenti) che termina nuovamente nella fase di apnea. Ogni ciclo respiratorio anomalo dura da un minimo di 45 secondi ad un massimo di 3 minuti. Questo loop può prolungarsi varie volte.
Il Respiro di Biot è una forma di respiro patologico caratterizzato da una alternanza di gruppi di 4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 ed i 30 secondi. Questo tipo di respiro è una manifestazione di una grave sofferenza del centro respiratorio bulbare ed è un indice prognostico grave. Deve il suo nome allo scopritore, Camille Biot, che lo descrisse nel 1876. Viene chiamato anche respiro intermittente o respirazione atassica anche se secondo alcuni si deve distinguere il respiro di Biot dalla respirazione atassica in quanto il primo appare più regolare mentre la respirazione atassica è caratterizzata da respiri del tutto irregolari e da pause.
Con respiro patologico in campo medico, si intende un tipo di respirazione alterata che si verifica durante il sonno o la veglia, causata da una condizione patologica, in contrapposizione al respiro normale che alterna, senza apnee, inspirazione ed espirazione mediamente dalle 16 alle 20 volte al minuto.
La respirazione è il fisiologico atto con cui si assorbe ossigeno nell’organismo e nel contempo si emette biossido di carbonio, tale stato normalmente ha un andamento costante: la frequenza respiratoria normalmente si attesta sui 16-20 respiri al minuto, a riposo negli adulti; all’atto della nascita e per i primi anni di vita del bambino essa è anche superiore arrivando a 30 respiri al minuto. Il respiro patologico altera il fisiologico susseguirsi degli atti respiratori e la loro frequenza, ed è causato da varie patologie, spesso a carico del SNC (sistema nervoso centrale).