Prendere il sole ed abbronzarsi fa bene o fa male alla pelle ed alla salute?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLEQuando ci si avvicina all’estate su giornali, televisioni e radio si leggono e sentono i soliti falsi miti sull’abbronzatura, specie sui fantastici vantaggi che l’esposizione alla radiazione solare porta alla nostra salute. Ma è davvero tutto… sole quello che luccica? La realtà, senza tanti complimenti, è una soltanto: il sole fa male alla pelle. Prendere il sole determina certamente alcuni vantaggi alla salute ma la verità è che i benefici dell’esposizione ai raggi solari sono decisamente inferiori al rischio di sviluppare tumori e alla certezza di fare invecchiare precocemente la pelle. La parola d’ordine è sempre la stessa: moderazione: prendere il sole usando protezione solare elevata, diminuendo i tempi di esposizione specie le prime volte ed evitando le ore più calde.
Cerchiamo di fare chiarezza, rispondendo oggi alle domande più frequenti sui pericoli del sole. E svelando alcune curiosità e consigli sulla tintarella.

CHE COSA SUCCEDE QUANDO CI ABBRONZIAMO?
L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito della melanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv).
Resistente ed elastica, la pelle costituisce nel complesso uno degli organi più voluminosi del nostro organismo, rappresentando circa il 16% del totale peso corporeo. Di vario spessore (massimo nella pianta del piede – 4-5 millimetri – e minimo – circa 0,5 millimetri – nelle palpebre e nel prepuzio), la cute è composta da cellule di diversa natura.
Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina.

Due tipi di melanina
La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia.
Esistono in realtà due tipi di melanina: quella “scura” (eumelanina) che caratterizza le persone brune, e quella rossa (feomelanina) presente in chi ha i capelli di quel colore. E i biondi? Le possiedono tutte e due.
Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.

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IL SOLE È DANNOSO PER LA SALUTE?
Per molti anni si è pensato che l’esposizione alla luce solare fosse la principale causa del cancro della pelle; oggi la visione dei rapporti tra raggi ultravioletti e tumori è più complessa: da un lato studi recenti hanno confermato che l’esposizione aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle e sottolineato l’importanza di adottare sempre, soprattutto nei bambini, misure preventive; dall’altro, nuovi dati hanno dimostrato che la luce solare, permettendo all’organismo di disporre di adeguati livelli di vitamina D, riduce il rischio di sviluppare tumori di altri organi.

Sole e tumori
L’eccessiva esposizione ai raggi UV rimane comunque uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori meno aggressivi, quelli che originano dal rivestimento cutaneo (carcinomi baso e spinocellulari). Per il melanoma, potenzialmente più aggressivo, i fattori di rischio sono conosciuti solo in parte. Alcuni sono legati strettamente alla persona, ovvero la predisposizione familiare e la presenza di nei e lentiggini – soprattutto se numerosi e di grosse dimensioni, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile – e il fototipo (occhi, capelli e pelle chiara).

La fabbrica del colore
I melanociti si trovano in tutto il corpo ma la loro densità cambia da regione e regione. Nel viso se ne trovano quasi 300 mila per mm2, ma nell’interno avambraccio sono poco più di 100 mila. L’intensità dell’abbronzatura non dipende però dal numero di melanociti, ma dalla quantità e dal tipo di melanina prodotta. Per queste persone l’esposizione al sole – senza adeguate protezioni – è estremamente pericolosa, anche se il sole rappresenta solo il fattore scatenante, soprattutto quando le scottature sono avvenute in età infantile.

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ATTENTI ALLA VISTA
Ma il sole può essere nocivo anche per gli occhi; gli effetti più frequenti sono la fotocheratite e la fotocongiuntivite, che possiamo paragonare a una vera e propria scottatura degli occhi. E sono molto dolorose, ma si curano e generalmente non hanno conseguenze a lungo termine. I problemi dell’esposizione al sole possono però essere anche più gravi e comprendono anche la cataratta.
Altri effetti nocivi dell’esposizione solare sono l’invecchiamento precoce della pelle, con perdita progressiva dell’elasticità e dell’idratazione. Diversi studi sembrano inoltre suggerire che l’esposizione prolungata ai raggi Uv possa aumentare il rischio di infezioni virali, batteriche e fungine.

INDIGESTIONE SOLARE
Occorre dunque evitare assolutamente l’esposizione al sole? Non c’è bisogno. Facciamo un paragone con l’alimentazione: mangiare è necessario per sopravvivere, ma se tutti i giorni si fa indigestione compaiono danni anche irreparabili. Lo stesso avviene con l’esposizione al sole.
In spiaggia ricorrere sempre alla protezione delle creme solari che evitano le scottature e che vanno spalmate (questo è il sistema corretto) alcuni minuti prima di esporsi al sole, anche nei posti più impensati: per esempio la pianta del piede, come nel caso di queste due bagnanti.

PERCHÉ IL SOLE FA MALE ALLE PELLE?
Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, i raggi Uv riescono a penetrare e raggiungere il derma. E qui cominciano i guai e gli effetti negativi.
In primo luogo possono danneggiare il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.

PERDITA DI ELASTICITÀ
In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole. In altre parole, troppo sole fa invecchiare.
Le radiazioni ultraviolette modificano il patrimonio genetico della cellula perché alterano le basi azotate che costituiscono il DNA, formando legami anomali. Queste alterazioni, se non vengono riparate, possono impedire la normale replicazione del DNA e portare alla comparsa di mutazioni che, a loro volta, possono causare tumori. La cellula è normalmente dotata di meccanismi di riparazione, uno dei quali prevede l’eliminazione di legami anomali tra le basi di DNA e la sostituzione del tratto di DNA danneggiato con uno di nuova sintesi. In una rara malattia ereditaria, lo xeroderma pigmentoso, per esempio, i meccanismi di riparazione del DNA sono alterati e chi ne è affetto è molto sensibile ai danni provocati dalla luce solare e ha un elevato rischio di sviluppare tumori della cute. Si ipotizza che, anche nel caso del melanoma non ereditario debbano esistere, nell’individuo, una o più alterazioni genetiche che compromettono questo meccanismo e favoriscono la comparsa del tumore.

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4. QUANTI TIPI DI TUMORI ALLA PELLE ESISTONO?
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi.
Dalle cellule epiteliali hanno origine i carcinomi basocellulari e quelli spinocellulari, mentre dai melanociti si sviluppano i melanomi.
La prognosi dei due tipi di tumore è molto diversa: i primi crescono infatti molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi: molto raramente sono mortali.
Il melanoma, invece, è la forma più grave dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.

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5. QUANTO SONO DIFFUSI I TUMORI ALLA PELLE?
Purtroppo l’incidenza dei tumori cutanei è rapidamente aumentata in diversi Paesi, in particolar modo in Australia, Europa e Nord America. Tra le cause, vi è l’assottigliamento dell’ozonosfera e quindi una riduzione della sua attività di filtro dei raggi ultravioletti emessi dal sole. Inoltre, una pelle abbronzata, che in passato era un segno dell’appartenenza alle classi contadine che svolgevano lavori all’aperto, oggi nei Paesi industrializzati è diventata sinonimo di relax, inteso come tempo libero trascorso all’aria aperta. Stiamo più al sole. Anzi, troppo.

NUMERI IN CRESCITA.
Ogni anno nel mondo si registrano 2-3 milioni di casi di tumore cutaneo diverso da melanoma e 130 mila casi di melanoma maligno. In Italia negli ultimi 10 anni il carcinoma basocellulare è cresciuto del 10% e ogni anno si registrano circa 95 nuovi casi ogni 100mila abitanti.
Anche l’incidenza del melanoma, il più temuto, continua ad aumentare (aumento del 4% ogni anno, è al dodicesimo posto fra tutte le forme di cancro) ed è raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio. Fino a qualche anno da era considerato un tumore raro. Oggi nel nostro Paese si manifestano 6-9 casi di melanoma ogni 100mila abitanti.

6. COME SI SVILUPPANO I TUMORI ALLA PELLE?
Il carcinoma spinocellulare nasce dalle cellule più superficiali dell’epidermide ed è la forma di tumore cutaneo più chiaramente associato all’esposizione cronica e cumulativa al sole. È il più frequente tra coloro che lavorano all’aperto, colpisce prevalentemente le parti del corpo più esposte, quali viso, orecchie, collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Difficilmente dà luogo a metastasi e si cura con facilità.
Il basalioma, invece, nasce dalla morte delle cellule più profonde dell’epidermde ed è associato a un’esposizone intensa e intermittente, come quella che si riceve durante le vacanze. Si presenta come un piccolo nodulo duro al tatto che progressivamente cresce di dimensioni. In alcuni casi possono essere pigmentati e quindi scambiati per melanomi. Colpiscono dopo i 60 anni e raramente danno metastasi. Si tratta di forme neoplastiche aggressive.
Più complesso è lo sviluppo dei melanomi. I fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla persona:
– una predisposizione familiare (in circa il 10% dei casi si presenta in due o più individui di una stessa famiglia);
– la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in gran quantità (più di 50);
– occhi, capelli e pelle chiara: queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con facilità, ma non si abbronzano.
Nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli altri tumori della pelle. Si è comunque osservato che molti malati di melanoma avevano avuto ustioni solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti.

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NEI MALIGNI
Statisticamente nel 30% dei casi si originano dai nevi (il termine medico per indicare i nei della pelle), che possono essere presenti fin dalla nascita oppure dalle macchie displasiche.
I nei benigni hanno generalmente una forma circolare e margini netti. Diventano maligni quando si trasformano rapidamente e crescono di dimensione o cambiano di colore.
Le macchie displasiche invece sono più grandi di un neo (più di 5 millimetri), hanno colore variabile e forma irregolare.
A differenza degli altri tumori della pelle, il melanoma può essere letale se non si interviene negli stadi iniziali. È un tumore da non sottovalutare.
Si origina dai melanociti e può crescere sia in superficie sia in profondità. Le cellule tumorali possono staccarsi dalla zona d’origine e raggiungere i linfonodi più vicini (ascelle, inguine e collo) oppure, attraverso la circolazione sanguigna, qualsiasi organo. Il rischio che il melanoma possa dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. E lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è uguale a 1 millimetro.
La mortalità del melanoma è per fortuna in calo perché viene diagnosticato sempre più precocemente, quando l’asportazione chirurgica può risolvere definitivamente il problema: questo anche grazie a una maggiore sensibilità per l’autocontrollo di nei nuovi e anomali (vedi pagina seguente). Secondo uno studio recente pubblicato su Cancer i soggetti con melanoma in situ o sottile hanno una probabilità di sopravvivenza a 5 anni superiore al 90%.

OGNI QUANTO OCCORRE CONTROLLARE I NEI?
L’autoispezione della pelle è una prevenzione raccomandata quanto l’autopalpazione del seno per le donne e andrebbe fatta ogni 6 mesi. La regola dell’ABCDE è utile per ricordare gli elementi principali di allarme, ma non sufficiente per una diagnosi corretta per la quale è necessario effettuare un esame più approfondito delle lesioni cutanee.

A scopo preventivo è consigliabile, verso i 30 anni di età, effettuare dal dermatologo la mappatura dei nei, così da avere uno schema di riferimento per eventuali cambiamenti.
Anche ispezionare i nei prima e dopo l’estate, controllando poi se sono intervenuti cambiamenti sospetti, può essere un’ottima prevenzione.

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Ti sei scottato? Ecco i 10 errori da evitare per non peggiorare la situazione e prevenire nuove scottature

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ERITEMA SCOTTATURA BRUCIATURA ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL UVA UVB RADIAZIONE CANCRO NEOEcco che anche quest’anno siete caduti nello stesso errore delle scorse estati: poche ferie e poco tempo per raggiungere una abbronzatura intensa, così vi siete esposti al sole in maniera esagerata fin dal primo giorno, pensando di guadagnare tempo. Invece vi siete ritrovati con un colore talmente tendente all’aragosta che la vostra foto è finita nelle enciclopedie mediche sotto la voce “eritema solare” e con la pelle talmente dolorante che la notte vorreste dormire in piedi, se fosse possibile! Cosa fare? Premesso che sarebbe meglio evitare di scottarsi, una volta che il danno è fatto, ecco alcuni consigli per dare un po’ di tregua alla pelle e soprattutto per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e che ci si scotti nuovamente.

1) Evita la disidratazione

Il corpo ha bisogno di acqua, a maggior ragione dopo che è stato “cotto” al sole. Le scottature non sono solo dolorose, ma privano anche il corpo dei suoi fluidi naturali, che bisogna quindi integrare assumendo per un paio di giorni più acqua, come pure succhi di frutta e bevande isotoniche, tenendo nel contempo d’occhio ogni possibile segnale di disidratazione.

2) Evita di indossare vestiti aderenti

Dopo una scottatura solare, la pelle ha bisogno di respirare, quindi i vestiti aderenti sono l’ultima cosa di cui ha bisogno. «Il corpo cerca di combattere il trauma della scottatura facendo affluire più sangue nell’area scottata, così da favorire il processo di guarigione e questo provoca già di per sé rossore ed infiammazione, che i vestiti troppo aderenti potrebbero intensificare, causando vesciche e gonfiore ancora più intenso».

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3) Non usare creme idratanti contenenti alcool

Ottima l’idea di idratare la pelle, ma prima di applicare una crema su una scottatura provocata dal sole, è meglio assicurarsi che non contenga alcool, perché si finirebbe solo con l’aggravare il problema. L’alcool priva la pelle del suo film lipidico naturale quindi usato su un’ustione in via di miglioramento significherebbe rallentarne il processo di guarigione. Meglio scegliere una crema bio, con ottimo INCI, contenente l’aloe, che ha naturali proprietà anti-infiammatorie dell’aloe (un toccasana per la pelle in caso di scottature), ma sempre senza profumo, che può irritare l’epidermide ancora di più. Ecco perché i dermatologi consigliano di usare l’aloe senza profumazione o, ancora meglio, quella derivata direttamente dalla pianta. Un prodotto che vi consigliamo, è questo gel: https://amzn.to/3y8hC2N

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4) Evita di far scoppiare le vesciche

Queste bolle extra di pelle servono a proteggere la zona scottata, quindi non vanno toccate per nessun motivo. Nel caso però in cui facessero davvero male si possono bucare con un ago sterile e far uscire delicatamente il siero. Successivamente bisogna applicare una crema antibiotica per 4 – 5 giorni.

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5) Evita alcuni tipi di trattamenti di medicina estetica

Alcune tipologie di trattamenti di medicina estetica sono da evitare quando la pelle è scottata, come ad esempio la radiofrequenza. Meglio aspettare qualche giorno, in modo che la pelle possa tornare alla normalità.

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6) Evita di riesporti al sole

Può sembrare un consiglio banale, eppure dopo una scottatura molti fanno l’errore di riesporsi al sole troppo presto, appena vedono che la pelle non è più arrossata. In questi casi è invece preferibile lasciar passare alcuni giorni prima di cercare nuovamente la tintarella, soprattutto se avete un fototipo molto chiaro. Evitate ovviamente anche lettini solari e lampade.

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7) Non coprire la scottatura col trucco

Si, lo sappiamo: avete quell’evento in cui volete arrivare con la pelle perfetta quindi vorreste truccarvi, tuttavia la pelle ustionata – per guarire – deve “respirare”, quindi coprirla col make-up non è certo una opzione intelligente per la sua salute. Senza contare che l’utilizzo di spugnette o pennelli sporchi potrebbe aumentare il rischio di infezioni o di reazioni allergiche, aggravando così il quadro generale. Importante anche evitare i tester dei negozi, spesso ricchi di virus e batteri che non vedono l’ora di prendere d’assalto la vostra gia debilitata pelle.

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8) Alimentati correttamente

Dopo una scottatura, è ancora più importante del solito fornire al corpo la giusta quantità di vitamine e sali minerali, grazie ad una alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione. Evita i cibi eccessivamente calorici e grassi, come i fritti ed il cibo spazzatura (dolci e merendine). Può essere molto utile assumere ogni giorno un multivitaminico multiminerale, come questo che vi consigliamo: https://amzn.to/3buPj6X

9) Utilizza la giusta crema solare

Come visto al punto 6, dopo una scottatura, la cosa più intelligente da fare, sia di non esporsi al sole per alcuni giorni, ma se non lo si può proprio evitare, che almeno si usi una crema solare protettiva, da riapplicare per tutto il tempo in cui si sta all’aria aperta. L’importante è sceglierne una di alta qualità, che protegga la vostra pelle, come questa che vi consigliamo: https://amzn.to/3I3ZBXY

10) Evita di esfoliare la pelle che si sta desquamando

Quando la pelle comincia a squamarsi, è bene non interferire col processo in atto e lasciare quindi che si compia in modo naturale. Il che significa stare lontano da prodotti esfolianti, o che contengano acido glicolico o salicilico e retinolo, perché possono essere estremamente aggressivi per la pelle, soprattutto se questa è bruciata dal sole. In questi casi è bene non dimenticarsi di idratare generosamente la pelle, così da aiutarla ad esfoliarsi naturalmente e in modo uniforme.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Primo sole: è meglio abbronzarsi in fretta o fa male?

Lying pretty woman in swimsuit tanning on beach

Un’abbronzatura rapida è nemica della pelle e della sua salute. L’ideale è permettere alla pelle di abituarsi gradualmente al sole e rispondere con efficacia producendo la melanina che determina l’abbronzatura. Nelle prime esposizioni al sole è quindi necessario evitare tempi eccessivi: meglio esporsi per non più di 30 minuti al giorno, specie nelle ore più calde della giornata. L’errore che fanno in molti, potendo prendere il sole magari solo nel week end, è quello di stare diverse ore al sole, pensando di raggiungere velocemente l’abbronzatura, ma ciò è sbagliato: una abbronzatura più graduale è infatti molto più duratura rispetto ad una raggiunta a tempo di record, che rischia solo di ustionare ed esporre la pelle a pericolosi danni cellulare.

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Le creme solari sono abbronzanti? Fanno abbronzare di meno?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Pelle spellata cinque consigli per salvare la nostra cuteCon la protezione solare alta mi abbronzo di meno?
Questa è una affermazione falsa, perché ci si abbronza comunque dal momento che la pelle reagisce all’esposizione solare producendo melanina per difendersi. La protezione solare elevata serve solo ad evitare che i raggi UV penetrino in profondità nella pelle, il che porta a conseguenze spiacevoli:

  • danneggiamento cellulare;
  • abbronzatura meno graduale e quindi meno duratura;
  • aumento del rischio di scottature;
  • aumento del rischio di tumore della pelle;
  • accelerazione del processo di invecchiamento cutaneo (più rughe).

Quindi è importante usare SEMPRE una protezione solare: il suo uso permette una abbronzatura graduale, sicura e duratura.

Le creme solari abbronzano?
Una crema solare non può mai abbronzare attivamente: se contiene dei filtri specifici per bloccare i raggi UV, non può nel contempo abbronzare, a meno che non contenga piccole percentuali di autoabbronzante.

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Ci si abbronza attraverso i vetri? Rischio di scottarmi?

MEDICINA ONLINE Ci si abbronza attraverso i vetri DONNA ALLA FINESTRA PRENDE SOLE ABBRONZATURA ABBRONZA RAGGI SOLARE LUCE UVA UVB CASA VETRO SPESSO DOMICILIARI FINESTRE MATTINO LUMINOSITA FELICITA AMORE BUON UMORE ILLUMINA.jpgI raggi ultravioletti attraversano i vetri?

I raggi ultravioletti attraversano i vetri, come quelli delle automobili o delle finestre, ma solo in piccola parte: i raggi UVB, che sono i più energetici e dannosi per la nostra pelle, non attraversano i vetri, quindi un vetro ci protegge dai raggi UVB. I raggi UVA, invece, passano attraverso un vetro comune e raggiungono la nostra pelle, ma fortunatamente sono meno dannosi rispetto agli UVB.

Ci si abbronza dietro un vetro?

Se si tratta di un vetro comune (che non ha subito un trattamento per trattenere la radiazione ultravioletta) si, ci si abbronza, ma in misura decisamente minore rispetto all’esposizione senza ostacoli, soprattutto se il vetro è molto spesso.

Perché allora in auto lasciata al sole si sente caldo?

Il motivo per cui dentro una automobile al sole si sente più caldo è dovuto al cosiddetto effetto serra: il calore solare entre nell’automobile e rimane “intrappolato” al suo interno, quindi la temperatura interna sale molto ma ciò non è correlato all’elevazione della radiazione ultravioletta (quella che abbronza) presente nell’abitacolo.

Ci si può scottare dietro una finestra o in auto?

Il rischio di scottature è assai limitato, ma non annullato, in particolare nei soggetti più sensibili, come i bambini, i neonati ed i soggetti con fototipo molto chiaro, per i quali comunque si consiglia una una protezione adeguata (o comunque per chi intraprende viaggi lunghi con esposizione al sole prolungata). C’è da dire che i parabrezza di oggi hanno già applicato uno speciale filtro agli UVA: di conseguenza difficilmente ci si abbronza se non proprio con estrema gradualità. Va infine sottolineato che anche uno schermaggio totale di tutti gli UV da parte dei vetri dell’automobile non evita che l’abitacolo si surriscaldi durante l’esposizione al sole, dal momento che – come visto precedentemente – gli ultravioletti non sono responsabili dell’aumento della temperatura (non a caso ci si può scottare anche con clima freddo).

Cosa posso fare per aumentare l’abbronzatura?

Per aumentare le possibilità di abbronzarvi anche attraverso i vetri, il nostro Staff vi consiglia due prodotti:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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L’abbronzatura del viso va via prima?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLEL’abbronzatura del viso va via prima? Certamente si, perché la durata della tintarella dipende dalle zone del corpo e dalla velocità del rinnovamento cellulare. Le cellule del viso si rinnovano ogni 3 giorni circa, per cui l’abbronzatura sparirà più in fretta una volta che si sospenda l’esposizione regolare al sole.

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Ho pelle e capelli scuri: ho bisogno della protezione solare?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo PRIMO MARE SOLE CONSIGLI PROTEGGERE PELLE Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Peso Pancia Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoCertamente si, specie nelle ore più calde della giornata, sia al mare che in montagna, perché anche la pelle di chi ha carnagione scura ha bisogno di schermi protettiva dall’azione nociva dei raggi UV provenienti dal sole. Essi non fanno differenze tra pelle chiara e scura: penetrano profondamente nella pelle, procurando danni ai tessuti e determinando invecchiamento precoce della pelle. Per lo stesso motivo è importante utilizzare un’adeguata protezione solare anche quando si è già abbronzati.

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Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA CLORO CHIMICA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSIIl sole abbronza la nostra pelle anche quando siamo in acqua (in piscina o al mare)? Se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci?
Gli ultravioletti sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Essere immersi in acqua, non deve darci la falsa sicurezza di essere protetti: l’acqua assorbe infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde), ma ha un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette. Mediamente l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette, il restante di esse può penetrare attraverso lo strato di acqua e giungere alla nostra pelle. Addirittura il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l’esposizione alle radiazioni stesse, motivo per cui prendere il sole sul bagnasciuga, in prossimità dell’acqua, permette di abbronzarsi di più rispetto al prendere il sole lontani dalla riva.

Percezione errata
I rischi dell’esporsi al sole in acqua sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dall’acqua ed essendo la temperatura dell’acqua di solito più bassa, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto: in queste condizioni si tende ad esporsi per troppo tempo a raggi ultravioletti. Le ustioni sono tipiche, anche se passiamo tutto il giorno in acqua, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Ovviamente la forza degli ultravioletti è massima in prossimità della superficie dell’acqua e diminuisce a mano che ci si sposta in profondità.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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