Differenza tra antibiotici, antivirali, antimicotici, antifungini, antibatterici, antiprotozoari, antiparassitari, antimicrobici

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Differenza tra Gentalyn e Gentalyn Beta: quando va usato uno e quando l’altro

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROGentalyn® è il nome di un diffusissimo farmaco ad uso topico. Ne esistono principalmente due Continua a leggere

Gentalyn Beta 0,1%+0,1% crema (gentamicina betametasone): foglio illustrativo

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Gentalyn 0,1% crema e unguento (gentamicina): foglio illustrativo

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Integratore di allicina: proprietà e dose giornaliera

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE PILLOLA MEDICINALE FARMACO PROTEINE AMINOACIDI VITAMINE MINERALI BIOLOGICO ORGANICO VEGANO PROPRIETA POSOLOGIA CONTROINDICAZIONI EFFETTI COLLATERALI  SPORT BENEFICI dietary supplement.jpgL’allicina è il principio attivo estratto dai bulbi dell’aglio, responsabile del suo caratteristico odore e delle principali proprietà, quali antisettico, antimicrobico, antidislipidemico, antiaterosclerotico, antiaggregante piastrinico. L’allicina non si trova esclusivamente nell’aglio, ma anche in altre piante, come le cipolle, appartenenti alla famiglia delle Alliaceae.

Allicina contro colesterolo, ipertensione ed infarto

L’aglio e il suo olio essenziale hanno numerose proprietà: sono rimedi utili per favorire un abbassamento dei livelli glicemici, del colesterolo e della pressione sanguigna (ipotensione); l’aglio rallentando l’ossidazione delle LDL, rallenta e riduce la formazione delle placche aterosclerotiche. Le LDL sono proteine a basso peso molecolare (low density lipoprotein), conosciute comunemente come colesterolo cattivo; la loro ossidazione rappresenta il primo passaggio per l’ispessimento della parete interna dei vasi sanguigni e la formazione delle cosiddette placche aterosclerotiche. La riduzione dei livelli di colesterolo sembra seguire un meccanismo simile alle monacoline e alle statine, ovvero di inibizione dell’enzima HMG-CoA-reduttasi e della cascata di sintesi del colesterolo endogeno. L’aglio e in particolare i composti tiosolfinati (tra cui l’allicina), si sono dimostrati utili nell’inibire l’adesione e l’aggregazione piastrinica, sia per azione diretta sia per inibizione della cascata biosintetica che porta alla formazione di prostaglandine e trombossani, così come sostenuto da alcuni lavori di letteratura. Tutte queste qualità, rendono l’allicina un utilissimo alleato contro infarto ed ictus.

Allicina contro le infezioni

L’allicina ha importanti proprietà antisettiche, ovvero agisce in modo aspecifico su funghi, batteri e virus impedendone la proliferazione. È utile quindi in caso di infiammazioni ed infezioni a livello dell’intestino e dei bronchi. Inoltre, l’aglio ha proprietà larvicida e antiamebicida oltre che insetticida; quindi è utile contro le malattie causate da parassiti. In caso di infestazione da ossiuri, parassiti che colpiscono gli animali (es. cani) ma che completano parte del loro ciclo vitale nell’intestino dell’uomo, in particolare nei bambini, l’aglio si dimostra utile per allontanare tali parassiti e riequilibrare la flora batterica. Insomma, l’aglio si dimostra un alimento prezioso che non dovrebbe mai mancare in cucina. L’impiego millenario e la tradizione popolare ne hanno fatto uno degli integratori più venduti.

Dosaggio giornaliero di allicina

Le dosi consigliate sono 600-800mg di estratto secco del bulbo, titolato al 10-15% in allicina, possibilmente divise in due assunzioni giornaliere.

Controindicazioni ed effetti collaterali dell’allicina

L’allicina deve essere assunto con ESTREMA ATTENZIONE nei soggetti che assume antiaggreganti e anticoagulanti di sintesi o vegetali, a causa di un sommarsi degli effetti che possono portare a pericolose emorragie: consultate il vostro medico prima di assumere allicina. Particolare attenzione va posta anche da chi ha sensibilità gastrica, ovvero a chi soffre di ulcera gastrica, infiammazioni dello stomaco o reflusso gastroesofageo e non è da consigliare a chi è intollerante all’aglio. Altre controindicazioni ed effetti collaterali sono relativi all’alitosi (alito cattivo). Seppur l’aglio è un alimento prezioso, questo particolare spesso ce ne allontana, anche perché i bulbi freschi andrebbero masticati a lungo per consentire la liberazione dai vacuoli del’enzima responsabile dell’attivazione dell’allicina. Proprio per tale motivo gli integratori di aglio migliori sono “deodorizzati”: hanno tutte le proprietà dell’aglio ma senza il pericolo dell’alito cattivo.

Il miglio integratore alimentare di allicina

Il miglior integratore alimentare di Allicina, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, lo potete trovare qui: http://amzn.to/2EVp1oP

Altri integratori molto utili per il tuo benessere psico-fisico, sono i seguenti:

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Augmentin (amoxicillina): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOAUGMENTIN (amoxicillina + acido clavulanico) è un farmaco indicato nel trattamento delle malattie infettive sostenute da microorganismi sensibili all’amoxicillina. Polmoniti acquisite in comunità, sinusiti batteriche, cistiti, pielonefriti, infezioni dei tessuti molli e della pelle, osteomieliti ed otiti rappresentano solo alcune delle patologie per le quali potrebbe essere indicato l’uso di AUGMENTIN.

AUGMENTIN associa ad un antibiotico appartenente alla classe delle penicilline semisintetiche e più precisamente delle aminopenicilline un inibitore naturale delle beta lattamasi. E’ noto infatti come l’amoxicillina, principio attivo di AUGMENTIN ® , pur espletando un ottima azione terapeutica ad ampio spettro, inibendo la reazione di transpeptidazione e la conseguente formazione del peptidoglicano, principale componente della parete batterica, risulti particolarmente sensibile all’azione delle beta lattamasi. Questi ultimi enzimi, generalmente espressi dalle cellule batteriche come meccanismo di resistenza agli antibiotici, possono infatti legare l’amoxicillina aprendo l’anello betalattamico e neutralizzando l’attività terapeutica dell’antibiotico.

Modalità d’uso e posologia

  • Compresse rivestite da 875 mg di amoxicillina + 125 mg di acido clavulanico;
  • Polvere per sospensione orale da 875 mg di amoxicillina + 125 mg di acido clavulanico;
  • Polvere per sospensione orale da 400 mg di amoxicillina + 57 mg di acido clavulanico.

Il dosaggio e il timing d’assunzione dovrebbero essere definiti dal proprio medico dopo aver valutato attentamente lo stato fisio-patologico del paziente, la gravità del quadro clinico e la presenza di contestuali condizioni come età avanzata o patologie epatiche e renali, per le quali sarebbe necessario modulare ulteriormente le dosi.
Generalmente lo schema posologico standard per gli adulti prevederebbe l’assunzione di 2 – 3 compresse rivestite da 1 gr al giorno.

Avvertenze
L’uso di AUGMENTIN dovrebbe essere supervisionato dal medico e indicato dopo aver accertato la natura del microrganismo e la sua sensibilità all’amoxicillina.
L’uso inadeguato di questo antibiotico, potrebbe infatti determinare la comparsa di microrganismi multi-farmaco resistenti tali da rendere la terapia antibiotica inefficace.
Pazienti affetti da patologie epatiche e renali o con storia clinica caratterizzata da reazioni di ipersensibilità ai farmaci, dovrebbero consultare immediatamente il proprio medico, con il quale valutare i rapporti costi-benefici derivanti dalla terapia antibiotica con AUGMENTIN.
Il medico invece dovrebbe periodicamente controllare lo stato di funzionalità epatica e renale del paziente sottoposto a terapia, sospendendo il trattamento in seguito alla comparsa di effetti collaterali indesiderati.
AUGMENTIN in polvere per sospensione orale contiene Aspartame, fonte di fenilalanina, potenzialmente pericolosa per pazienti affetti da fenilchetonuria.

Gravidanza ed allattamento
L’assenza di trial clinici in grado di testare sull’uomo la sicurezza per il feto dell’acido clavulanico e dell’amoxicillina, non consentono di utilizzare liberamente AUGMENTIN durante la gravidanza.
L’uso di questo medicinale quindi sarebbe indicato esclusivamente nei casi di reale necessità e sotto stretto controllo medico specialistico.
L’assunzione di AUGMENTIN durante l’allattamento al seno è invece controindicata vista la tendenza che presenta l’antibiotico ad accumularsi nel latte materno.

Interazioni
Nonostante anche dal punto farmacocinetico l’assunzione di amoxicillina ed acido clavulanico risulti sicura e priva di particolari rischi, il paziente dovrebbe prestare in ogni caso particolare attenzione al contestuale consumo di :

  • Allopurinolo, vista l’aumentato rischio di sviluppare reazioni allergiche;
  • Probenecid, responsabile dell’aumento delle concentrazioni ematiche e degli effetti collaterali epatici e renali dell’amoxicillina;
  • Warfarin, per l’aumentato rischio di sanguinamento;
  • Metotrexate, visto l’aumento delle concentrazioni ematiche di questo principio attivo indotto dall’amoxicillina, responsabile di un incremento della tossicità del farmaco;
  • Etanolo e amiloride in grado di alterarne il profilo di assorbimento intestinale.

Controindicazioni
L’utilizzo di AUGMENTIN è controindicato in pazienti ipersensibili alle penicilline ed alle cefalosporine o ai relativi eccipienti, in corso di mononucleosi infettiva e di patologie epatiche farmaco indotte.

Effetti collaterali
Differenti trial clinici ed un attento monitoraggio post-marketing hanno dimostrato come l’assunzione di amoxicillina/acido clavulanico risulti generalmente ben tollerata e priva di effetti collaterali clinicamente rilevanti.
Tuttavia oltre ai classici sintomi gastro-intestinali ed alle potenziali reazioni da ipersensibilità, seppur raramente l’assunzione di AUGMENTIN ® potrebbe determinare la comparsa di leucopenia, trombocitopenia, vertigini, cefalea, dolore epigastrico, ipertransaminasemia e iperbilirubinemia.
Fortunatamente tali reazioni risultano rare e presenti soprattutto in pazienti predisposti o sottoposti a terapie antibiotiche inadeguate per dosaggi e tempi.

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Meningite batterica e virale: sintomi, profilassi, cura e vaccini

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MENINGITE BATTERICA VIRALE SINTOMI CURA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Charlotte Cleverley-Bisman sviluppò una grave meningite meningococcica e il rash petecchiale progredì alla gangrena così da rendere necessaria l’amputazione. È comunque sopravvissuta alla malattia ed è diventata un simbolo della campagna di vaccinazione per la meningite in Nuova Zelanda

La meningite è una patologia caratterizzata da infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. A provocarla possono essere vari patogeni, soprattutto batteri, virus, anche funghi. In alcuni casi la meningite può anche avere cause non infettive. In genere le forme batteriche sono le più gravi e sono portate da tre specie di batteri:

  • Haemophilus influenzae di tipo B (HiB);
  • Streptococcus o Diplococcus pneumoniae (pneumococco);
  • Neisseria meningitidis (meningococco).

E’ il meningococco il responsabile dei casi di epidemia. Ne esistono cinque ceppi capaci di provocare malattie pericolose: i sierotipi A, B, C, Y, W135. In Europa e USA si registrano casi da meningococco B e C.

Quanto è diffusa la meningite in Italia?
In Italia si registrano circa 900 casi di meningite batterica all’anno. Un terzo circa sono attribuibili al meningococco e un’analoga percentuale è causata dallo pneumococco. I casi residui sono dovuti a batteri diversi (stafilococchi, streptococchi, listeria, micobatteri, escherichia coli) oppure non è stato possibile identificare una causa precisa. È stato solo a partire dal 1994 che il Ministero della Salute ha implementato un sistema di sorveglianza nazionale per ottenere dati sull’incidenza delle meningiti batteriche e i loro agenti causali. Come conseguenza vi è stato un incremento notevole, di anno in anno, della segnalazione di casi di meningite e in particolare di meningiti sostenute da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), con il raggiungimento di un picco, nel 1999, di 1 057 casi di meningite, poi ridottosi negli anni successivi grazie al diffondersi della vaccinazione contro Hib, destinata ai bambini nel primo anno di vita. La meningite da meningococco in Italia ha un’incidenza minore rispetto al resto d’Europa: circa 200–300 casi/anno (3–5 casi/milione di abitanti contro una media europea di 12 casi/milione). La maggior parte dei casi di malattia da meningococco sono causati da sierogruppi B e C.

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Come avviene il contagio?
Il batterio si può annidare nelle mucose del distretto naso-faringeo, nella maggior parte dei casi senza dare sintomi (si stima che fino al 30% della popolazione sia portatrice inconsapevole di meningococco), e può essere trasmesso da una persona all’altra per via aerea, ma a distanza ravvicinata, soprattutto in luoghi chiusi e affollati, dato che non sopravvive a lungo fuori dall’organismo umano. Dalle prime vie aeree, il patogeno può poi raggiungere le meningi attraverso il sistema circolatorio.

Quali sono le cause non infettive di meningite?
La meningite si può verificare anche come risultato di diverse cause non infettive, come la diffusione alle meningi di neoplasie o l’assunzione di alcuni farmaci, per lo più antinfiammatori FANS, antibiotici e immunoglobuline per via endovenosa. Può anche essere causata da diverse condizioni infiammatorie come la sarcoidosi, che in tal caso prende il nome di neurosarcoidosi, malattie del tessuto connettivo, come il lupus eritematoso sistemico, e alcune forme di vasculite (infiammazione della parete dei vasi sanguigni) come la Sindrome di Behçet. Cisti epidermoidi e cisti dermoidi possono causare meningite rilasciando materiale nello spazio subaracnoideo. La meningite di Mollaret è una sindrome caratterizzata da episodi ricorrenti di meningite asettica. Raramente l’emicrania può essere causa di meningite e tale diagnosi può essere fatta solo quando le altre possibili cause sono state scartate. Infine vi sono alcune procedure mediche invasive che possono associarsi a complicanza meningitica, fra cui le tecniche di anestesia spinale e peridurale e gli interventi neurochirugici.

Come si riconosce la meningite?
I segni e sintomi possono essere facilmente confusi con quelli di una banale influenza, specie nelle prime ore. In seguito negli adulti si può manifestare con la letargia, l’irritabilità, la fotofobia, il torcicollo, la presenza di eruzioni cutanee e le convulsioni. Nei bambini molto piccoli con irritabilità, febbre o al contrario temperatura bassa, rigidità del corpo e del collo, pianto acuto. È sempre essenziale rivolgersi tempestivamente al medico. Dopo 20-36 ore i sintomi sono gravi: convulsioni, perdita di conoscenza, macchie sul corpo.

Diagnosi con esami di laboratorio e strumentali
Se si sospetta un caso di meningite, vengono immediatamente effettuati gli esami del sangue per la ricerca dei marcatori di infiammazione (ad esempio, la proteina C reattiva e la formula leucocitaria), così come la coltura. L’esame più importante per individuare o escludere la meningite è l’analisi del liquido cerebrospinale, ottenuto attraverso la puntura lombare, tuttavia, la puntura lombare è controindicata se vi è una massa nel cervello (tumore o ascesso) o se la pressione intracranica risulta elevata, in quanto può essera causa di un’ernia cerebrale. Se un individuo è a rischio per ipertensione intracranica, che si riscontra nel 45% di tutti i casi negli adulti, l’esecuzione di una tomografia computerizzata (TC) o di una risonanza magnetica (RM) è raccomandata prima della puntura lombare. Se si rileva la necessità di eseguire una TC o una RM prima della puntura lombare o se quest’ultima si dimostra di difficile esecuzione, le linee guida suggeriscono la somministrazione precoce di antibiotici per evitare ritardi nel trattamento, soprattutto se l’attesa per la TC o la RM è superiore a 30 minuti. Spesso la TC o la RM vengono eseguite in una fase successiva per valutare le complicazioni della meningite e per escludere la presenza di focolai ascessuali, ventricoliti, ependimiti ed empiemi. Nelle forme gravi di meningite, il monitoraggio degli elettroliti del sangue può essere importante. Ad esempio, l’iponatriemia è comune in caso di meningite batterica, a causa di una combinazione di fattori, tra cui la disidratazione, l’escrezione inadeguata dell’ormone antidiuretico o per l’eccessiva somministrazione di liquidi per via endovenosa

Quanto è grave?
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità ancora oggi la meningite da meningococco provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti, ammesso che le cure siano tempestive e adeguate; altrimenti arriva quasi al 50%. In un terzo dei casi si sopravvive con complicanze serie, spesso a carico di vista, udito, del sistema neuro-motorio, degli arti.

Quanto è diffusa?
Le categorie più a rischio sono i bambini nella primissima infanzia e i giovani dai 15-18 anni ai 24-25 anni. Come già accennato precedentemente, in Italia si registrano circa mille nuovi casi ogni anno, 500.000 in Europa. Altri fattori di rischio sono la vita in comunità, il fumo attivo e passivo, le altre infezioni della vie respiratorie.

Cosa fare se si è stati accanto a un malato?
Si procede a profilassi con una terapia antibiotica per le persone che sono state a stretto contatto con un malato. In genere si considerano i conviventi, compresi colleghi di lavoro e di studio, chi ha dormito o mangiato nella stessa casa, chi ha potuto avere contatto con la saliva del paziente nella settimana precedente l’esordio della malattia. Ovviamente anche gli operatori sanitari che sono stati esposti alle secrezioni respiratorie della persona in cura. La sorveglianza dura una decina di giorni.

Trattamento e cure del paziente con meningite
La meningite è potenzialmente pericolosa per la vita e, se non trattata, presenta un alto tasso di mortalità; la mancata diagnosi precoce porta purtroppo spesso ad un ritardo nel trattamento e ciò è associato ad una prognosi maggiormente negativa, tanto che la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro dovrebbe essere iniziata anche durante la fase di conferma della diagnosi, prima ancora di avere la certezza di quest’ultima. Se si sospetta un’infezione meningococcica, le linee guida raccomandano l’assunzione immediata di benzilpenicillina PRIMA del ricovero in ospedale. Se vi sono segni di ipotensione o shock, devono essere somministrati liquidi per via endovenosa. Dato che la meningite può causare una serie di gravi complicanze, un controllo medico periodico è consigliato per limitarle e, se si ritiene necessario, può essere utile il ricovero in un’unità di terapia intensiva. La ventilazione meccanica può rendersi necessaria, se il livello di coscienza è molto basso o se vi è evidenza di insufficienza respiratoria. Se vi sono segni di ipertensione endocranica, devono essere prese adeguate misure di controllo della pressione intracranica. Le convulsioni sono trattate per mezzo di farmaci anticonvulsivanti. Il verificarsi di idrocefalo può richiedere l’inserimento di un dispositivo di drenaggio temporaneo o a lungo termine, come uno shunt cerebrale.

Prognosi
Purtroppo anche quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la possibilità di guarire completamente è inferiore al 50%.

Perché vaccinarsi è IMPORTANTISSIMO?
Essendo la possibilità di guarire completamente così bassa, la prevenzione vaccinale è l’unica via per cambiare davvero la storia della malattia. Prevenire è davvero – in questo caso ancor di più del solito – meglio che curare.

Perché vaccinare è importante non solo per il proprio figlio ma per l’intera comunità?
Oltre a proteggere la persona vaccinata, si protegge la comunità. Maggiore è la percentuale di vaccinati e maggiori sono le possibilità che le persone non vaccinate siano comunque protette dal contagio, perché la circolazione della malattia in questo modo è contenuta. È la cosiddetta “immunizzazione comunitaria”, che tutela fra l’altro anche chi non può sottoporsi al vaccino, per condizioni di salute ad esempio, o chi ancora non ha potuto essere immunizzato, come i bambini appena nati.

Come funziona il vaccino?
La vaccinazione diffusa e attivamente offerta dal servizio sanitario contro il sierotipo C e contro lo pneumococco ha ridotto sensibilmente il numero di casi nel nostro Paese, mentre un vaccino contro il sierotipo B è oggi disponibile, su richiesta, per i bambini a partire dal terzo mese di vita. Il vaccino contro lo pneumocco è generalmente raccomandato prima dei 5 anni e per gli anziani; quello antimeningococco C è è disponibile in due dosi (a due mesi e un anno di età) oppure in una sola dose dopo l’anno; esiste anche un vaccino tetravalente contro il meningococco A, C, Y, e W135, disponibile per chi pensa di poter venire a contatto con forme della malattia diffuse in altre aree del  mondo. L’ultimo arrivato è il vaccino contro il meningococco B, somministrabile in tre dosi.

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Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (5)Fermo restando che la febbre è un meccanismo di difesa importante per il nostro corpo (a tale proposito leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei), ci sono dei casi in cui è bene tenerla sotto controllo, a tale scopo esistono vari farmaci. Le sostanze impiegate per abbassare la temperatura sono i farmaci antifebbrili, ossia gli antipiretici (paracetamolo e acido acetilsalicilico, cioè l’aspirina). Essi impediscono la produzione di prostaglandine (sostanze derivate dall’acido arachidonico, che svolgono diverse azioni biologiche, per esempio intervengono nei meccanismi dell’infiammazione), limitando lo sviluppo dell’infiammazione e, quindi, impedendo il rialzo della temperatura e abbattendo il dolore. Il loro uso è consigliato quando la temperatura supera i 38°C, o anche al di sotto di questa temperatura se si ha un forte mal di testa o dolori muscolari. Il paracetamolo è un farmaco molto sicuro: può essere assunto anche dalle donne in gravidanza ed allattamento, mentre l’aspirina, essendo un FANS (antinfiammatorio non steroideo) è alcune controindicazioni da non sottovalutare, specie in presenza di alterata coagulazione e rischio di emorragia.
Importante ricordare che la terapia antipiretica va sempre praticata quando si soffre di un’insufficienza cardiaca o polmonare: la febbre, infatti, potrebbe far aumentare il bisogno di ossigeno.

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Altri farmaci usati per la febbre

Nonostante siano impiegati prevalentemente per combattere i dolori di diversa natura, anche altri antinfiammatori non steroidei (come l’ibuprofene e il diclofenac), agendo sugli stessi meccanismi degli antipiretici, hanno l’effetto di abbassare la temperatura. Esistono poi prodotti che riuniscono due o più principi attivi, per esempio acido acetilsalicilico più paracetamolo. Di solito il medico sconsiglia queste associazioni, in quanto non ha molto senso usare insieme, a dosaggio ridotto, due sostanze che hanno lo stesso scopo. Per quanto riguarda gli antibiotici sarà solo il medico a prescriverli qualora lo ritenesse opportuno.

Leggi anche: Qual’è la differenza tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Efferalgan e Co-Efferalgan?

Sintomo, non causa

I farmaci antifebbrili curano il sintomo, non la causa: se dopo un paio di giorni la febbre non accenna a diminuire, è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe essere dovuta non a una banale infezione virale di stagione (raffreddore o influenza) ma a una infezione batterica (per esempio la broncopolmonite) oppure a un’infezione virale. E’ importante non usare i farmaci elencati per periodi troppo lunghi: specie l’acido acetilsalicilico esercita infatti un’azione irritante sullo stomaco che può provocare conseguenze più o meno serie (dal dolore di stomaco alle cosiddette ulcere a stampo); di conseguenza chi ha problemi gastrici farà bene a ricorrere al paracetamolo.

Leggi anche: L’abuso di antinfiammatori può causare ulcera gastrica

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

Rimedi fatti in casa

Per abbassare una temperatura molto alta si può ricorrere alle spugnature con acqua ad una temperatura di circa 27-34°C: la loro funzione è quella di assicurare una rapida dispersione di calore, favorendo la riduzione della temperatura. L’uso dell’acqua fredda è controindicato in quanto provoca una vasocostrizione periferica e l’insorgenza di brividi. Va anche aumentato l’apporto di liquidi: una ridotta idratazione può causare l’aumento della temperatura di 1°C e a volte anche di più. Inoltre bere molto è essenziale sia per compensare l’aumentata perdita di acqua attraverso l’evaporazione che si ha durante l’episodio febbrile, sia per mantenere il flusso del sangue ottimale che consenta la dissipazione del calore. Infine è consigliato rimanere a riposo, evitare di coprirsi eccessivamente, non fare attività fisica e adoperare indumenti leggeri che favoriscano la dispersione del calore.

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