Gentalyn Beta 0,1%+0,1% crema (gentamicina betametasone): foglio illustrativo

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Il paracetamolo (Tachipirina) è un antinfiammatorio non steroideo (FANS)?

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Con “farmaci antinfiammatori non steroidei” (il cui Continua a leggere

Integratore di Omega 3: a cosa serve, benefici, controindicazioni

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare integratori alimentari che ringiovaniscono la nostra pelleGli omega 3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali, molto utili per prevenire e curare le malattie cardiovascolari e alcune malattie infiammatorie. Sono noti soprattutto per la loro presenza nelle membrane delle cellule umane e per il mantenimento della loro integrità. Il meccanismo d’azione degli acidi grassi essenziali si fonda sulla loro capacità di trasformarsi in Eicosanoidi (Leucotrieni, Prostaglandine, Prostaciclina e Trombossani) sostanze biologicamente attive ad azione antinfiammatoria.

I tre omega 3

I principali acidi grassi omega 3 sono l’acido α-linolenico, di origine vegetale, importante per la crescita cellulare, e gli acidi grassieicosapentaenoico (EPA), che possiede proprietà anticoagulanti, e docosaenoico (DHA), che influenza positivamente il funzionamento del cervello, della retina e delle gonadi. Questi grassi acidi insaturi sono definiti “essenziali” in quanto non sono sintetizzabili dall’organismo e come tali devono essere introdotti necessariamente mediante l’alimentazione. A livello delle mucose intestinali sono molto importanti per la protezione locale e generale del corpo per l’opera di assorbimento delle sostanze tossiche. Molto rilevante la loro azione nei meccanismi immunitari e di modulazione nella reazione infiammatoria come i mediatori chimici (aspirina e FANS).

Cibi ricchi di omega 3

Tra i cibi che contengono le più alte concentrazioni di omega 3 vi sono: i pesci grassi come acciughe, merluzzo, salmone atlantico, tonno, sgombro ed altri tipi di pesce azzurro e di piccola taglia, negli oli di pesce poi anche in semi di lino, di chia, di canapa, nell’olio di lino, nelle noci, alghe ed in altri legumi e vegetali a foglia verde.  Va però ricordato che la cottura dei prodotti ittici modifica notevolmente il contenuto degli acidi grassi a sfavore degli omega-3, questo è il caso soprattutto della frittura.

Integratore di omega 3

Nel caso frequente in cui la vostra alimentazione non sia sufficientemente ricca degli alimenti appena elencati, un ottima idea è quella di ricorrere ad un integratore alimentare specifico, molto utile dal momento che la carenza di acidi grassi essenziali può comportare la comparsa di disturbi come: arresto della crescita, ansia, maggior rischio di stati infiammatori, depressione ed aumento del rischio delle malattie cardiovascolari (ictus ed infarto). Il miglior integratore alimentare di Omega 3, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2AdJXtx

Omega 3: tutti i benefici

Omega 3 benefici: cuore

Una delle qualità più famose e di maggior dominio pubblico riguardo gli omega 3 sono le sue qualità di protezione cardiovascolare:

  • riducono i trigliceridi;
  • riducono la possibilità di coaguli;
  • regolano la pressione;
  • abbassano il rischio di infarto o ictus.

Gli omega 3, inoltre, abbassano nettamente l’accumulo di colesterolo nel sangue, spesso molto problematico per moltissime persone: gli omega 3 stimolano il corpo alla produzione della leptina, che da una parte reprime un po’ di appetito e dall’altra ha un’azione benefica sul metabolismo che, stimolato, favorisce la digestione ed evita l’accumularsi del colesterolo, uno dei peggiori nemici di cuore e cervello.

Omega 3 benefici per il cervello: concentrazione e memoria

Molti studi hanno dimostrato che vi sono legami tra omega 3 e benefici al cervello, in particolare sul miglioramento di memoria. Alcune ricerche hanno anche dimostrato che gli alti livelli di omega 3 rallentano molto il restringimento del cervello, solitamente associato all’invecchiamento. Inoltre, altri studi hanno evidenziato come gli omega 3 possano diminuire il rischio di Alzheimer dato che contribuiscono a preservare la funzione cognitiva del cervello. Infine, secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Uppsala, omega 3 e omega 6 sono da considerarsi tra le sostanze chiave che hanno portato allo sviluppo dell’intelligenza umana.

Omega 3 benefici: salute sessuale

Secondo Brian Clement, dell’Hippocrates Health Institute di West Palm Beach e co-autore, del libro “7 Keys to Lifelong Sexual Vitality”, i cibi ricchi di omega 3 contribuiscono a migliorare le funzioni sessuali sia maschili che femminili: negli uomini garantiscono una migliore funzione erettile, nelle donne un maggior afflusso di sangue all’apparato genitale.

Omega 3 benefici: colite e Morbo di Chron

Uno studio condotto dall’Issfal ha evidenziato i benefici dell’omega 3 sia in disturbi molto comuni di tipo gastrointestinale come la colite e sia contro malattie più rare come il Morbo di Crohn, malattia autoimmune e infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, provocando spiacevoli sintomi.

Omega 3 benefici per gli sportivi

Gli Omega 3 aiutano il nostro corpo ad affrontare molto meglio lo sforzo fisico da sport: essi forniscono più energia, miglior resistenza e la capacità di ottenere performance notevolmente migliori, in particolare in sport atletici come il ciclismo e il bodybuilding, sia attraverso la dieta a base di pesce che con l’integrazione. Grazie alle caratteristiche antinfiammatorie degli Omega 3, gli atleti beneficiano positivamente, infatti, della cosiddetta riduzione del DOMS ovvero quel dolore muscolare che si presenta post esercizio,  e che conoscono sia chi pratica sport a livello non professionale che agonistico. Inoltre, con i suoi nutrienti, gli Omega 3 aiutano gli stessi nella riparazione dei tessuti, che si sfaldano a causa dello sforzo fisico durante i vari allenamenti.

Obesità e dimagrimento

Gli Omega 3 sono anche altamente benefici nel supportare chi sta affrontando un dimagrimento perchè affetto da obesità: questi acidi grassi, infatti, sono in grado di liberare l’ormone colecistochinina, che ci conferisce il senso di sazietà dopo il pasto. Il DHA, in particolare, risulta utile nel trattamento dell’obesità e di tutto ciò che è collegato alla malattia. Inoltre, oltre a regolare l’appetito provocando un maggior senso di sazietà, gli Omega 3 possono contenere l’aumento delle cellule adipose favorendo, invece, l’ossidazione degli acidi grassi e, così, il loro consumo.

Omega 3 benefici: occhi e vista, la degenerazione maculare

L’avanzare dell’età, tra i tanti danni che provoca, riduce sensibilmente anche la nostra vista, che cala con il tempo. In particolare, gli Omega 3 incidono positivamente sulla degenerazione maculare, una patologia che riduce la visione centrale. Studi hanno evidenziato come l’assunzione dell’olio di pesce abbia aiutato i pazienti a ridurre del 42% le possibilità d’incorrere nella degenerazione maculare. Questo è possibile perché, tra le altre cose, gli Omega 3 sono in grado di conservare la fluidità delle membrane delle cellule apportando elasticità alle pareti arteriose.

Omega 3 benefici: articolazioni

Dato che l’infiammazione è tipica in casi di problemi alle articolazioni, gli omega 3, che sono anti-infiammatori, possono essere un’ottima risposta. Numerose ricerche hanno dimostrato che gli omega 3 hanno la capacità diprevenire o rallentare la progressione dell’osteoartrosi Il tutto perché questi acidi grassi hanno la capacità di ridurre la degradazione del collagene nelle cartilagini , segno lampante di una precoce osteoartrite.

Omega 3 benefici: pelle ed acne

Omega 3 ed omega 6 risiedono nelle membrane cellulari dell’epidermide rendendole meno rigide, quindi fanno sì che gli scambi metabolici avvengano più velocemente. Tutto ciò permette che la pelle rimanga più giovane e sana e ne prevengono la secchezzaGli eschimesi, il popolo che probabilmente consuma più omega 3 di chiunque altro al mondo mantengono una pelle sana e forte nonostante convivano con il freddo polare e temperature rigidissime, e questo solamente perché mangiano tanto pesce grasso! Inoltre, gli omega 3 sono un sollievo anche per l’acne , infiammazione della pelle in grande aumento negli ultimi anni, e non più solo su adolescenti.

Omega 3 benefici: capelli e unghie

Gli omega 3 sono anche un ottimo rimedio la secchezza della cute e, quindi, del cuoio capelluto: essi idratano a fondo l’area e aiutano a prevenire la caduta dei capelliGli acidi grassi Omega 3 contribuiscono, infatti, al nutrimento del capello arricchendo i cheratinociti che sono i responsabili della struttura di capelli e unghie.

Il miglior integratore di omega 3

Il miglior integratore alimentare di Omega 3, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2AdJXtx

Altri integratori utili per il vostro benessere psico-fisico, sono i seguenti:

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Qual è il momento della giornata in cui la febbre è più alta e perché?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA FEBBRE IPERTERMIA COLPO DI CALORE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariTutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo avuto la febbre e tutti ci siamo accorti che la temperatura del nostro corpo non rimane stabile ma tende a variare durante le ore del giorno. In caso di febbre la temperatura corporea tende infatti a:

  • essere più elevata dopo i pasti a causa della digestione in atto e specie se i pasti e le bevande sono caldi;
  • essere più bassa al mattino ed intorno a mezzogiorno;
  • aumentare progressivamente nel tardo pomeriggio, la sera e la notte.

Cortisolo

La variazione tra la mattina e la sera – che può superare anche un grado di differenza –  si verifica perché nel corso della giornata diminuisce da parte del nostro organismo la produzione di cortisolo. Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, più precisamente dalla zona fascicolata della loro porzione corticale. È un ormone di tipo steroideo, derivante cioè dal colesterolo, ed in particolare appartiene alla categoria dei glucocorticoidi, di cui fa parte anche il corticosterone (meno attivo). Alti livelli di cortisolo sono associati ad una dieta iperproteica (ovvero in cui la quantità di proteine introdotta con l’alimentazione è superiore a quella di carboidrati e grassi), ma anche al digiuno, all’attività fisica intensa ed a periodi stressanti della nostra vita, non a caso il cortisolo viene anche chiamato “ormone dello stress”, anche se sarebbe più giusto chiamarlo “ormone antistress”. Il cortisolo è un potente antinfiammatorio perché blocca la produzione di prostaglandine, che sono responsabili dell’insorgenza della febbre; tale ormone viene prodotto maggiormente nelle prime ore del mattino con un picco tra le ore 9 e mezzogiorno e diminuisce nel pomeriggio ed in particolare verso le ore serali toccando il punto minimo intorno a mezzanotte, ecco il motivo per cui la sera e la notte sono i momenti della giornata in cui la febbre tende ad essere più elevata. Alla luce di ciò, quando si misura la temperatura corporea? A tale proposito leggi: Come e quando si misura la febbre?

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza e raffreddore. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Per approfondire, leggi anche:

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Differenze tra Brufen e Moment (ibuprofene) e Tachipirina (paracetamolo)

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACI EFFETTI COLLATERALI INDICAZIONI CONTROINDICAZIONI EFFETTO DOSE DOSAGGIO PILLOLE CREMA PASTIGLIE SUPPOSTE SIRINGA INIEZIONE EMIVITA FARMACOCINETICAIl paracetamolo e l’ibuprofene sono i principi attivi più usati dalle mamme e prescritti dai pediatri per trattare febbre ed influenza nei bambini. Ma quando è meglio usare uno piuttosto che l’altro e qual è la differenza tra paracetamolo ed ibuprofene?

Paracetamolo

Il paracetamolo (contenuto in farmaci come Tachipirina, Efferalgan ed equivalenti, una volta denominati “generici”) è il farmaco più usato sui bambini. E’ efficace per il trattamento della febbre e del dolore in età pediatrica e resta l’unico farmaco consigliato durante la gravidanza e nella prima infanzia. Negli ultimi anni, in alcuni casi, l’ibuprofene viene utilizzato al posto del paracetamolo. In realtà si tratta di due farmaci completamente diversi e pertanto è bene conoscerli per poterli usare nel modo più appropriato.

Ibuprofene

L’ibuprofene (contenuto in farmaci come il Moment, il Brufen ed equivalenti o “generici”) è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), mentre il paracetamolo non lo è. Si assume con dosaggi massimi, per gli adulti, di 1200 mg/die (quindi in un giorno si possono assumere al massimo due compresse da 600 mg o tre da 400 mg). L’ibuprofene agisce contro il dolore e la febbre inibendo le ciclossigenasi (COX-1 e COX-2) nei tessuti periferici e nel Sistema Nervoso Centrale (SNC). Quindi l’azione di questo farmaco è antinfiammatoria e antipiastrinica. Il paracetamolo invece inibisce le ciclossigenasi solo a livello del SNC e ha un effetto esclusivamente antidolorifico ed antipiretico e non è quindi un FANS non avendo attività antinfiammatoria.

L’uso di FANS, tra cui l’ibuprofene, l’Aspirina e l’Oki, nei bambini è connesso a qualche rischio. Vediamo quali:

  • Asma: il blocco delle COX a livello periferico fa sì che l’acido arachidonico liberato possa essere utilizzato dalle lipossigenasi per la sintesi di leucotrieni, responsabili degli attacchi di asma spesso osservati in seguito all’uso di questo ibuprofene.
  • Problemi gastrici: l’uso continuato di ibuprofene può provocare ulcere e problemi gastrointestinali.
  • Complicanze a livello renale: l’ibuprofene blocca la sintesi di prostaciclina, un potente vasodilatatore anche a livello renale, rimuove l’antagonista fisiologico dell’angiotensina, aumentando il rischio di ipertensione e di accumulo di sodio

Quando usare il paracetamolo e quando l’ibuprofene?

Purché venga utilizzato nelle dosi consigliate, il paracetamolo resta il farmaco di prima scelta nel trattamento degli stati febbrili e del dolore. Inoltre l’ibuprofene non va assunto a stomaco vuoto, mentre il paracetamolo non provoca complicazioni se viene assunto a stomaco vuoto, quindi nella gestione dell’adulto e soprattutto del bambino febbricitante, probabilmente a digiuno, il paracetamolo resta la scelta migliore. Il paracetamolo non è inoltre associato a complicanze respiratorie, come l’asma, tant’è che l’EMA, l’Ente preposto al controllo sulla sicurezza ed efficacia dei farmaci in Europa, ha ribadito nel febbraio 2011 che:

le evidenze disponibili non supportano una relazione causale tra l’uso del paracetamolo e la comparsa di asma nei bambini in seguito ad esposizione durante la gravidanza o nella prima infanzia.

Quindi il paracetamolo contenuto in Tachipirina ed equivalenti è il farmaco da preferire soprattutto in età pediatrica per il trattamento del dolore di medio/bassa entità e di stati febbrili visto che non procura effetti collaterali gastrolesivi. L’ibuprofene contenuto in Moment, Brufen ed equivalenti, andrebbe riservato solo ai casi in cui alla febbre si associno processi infiammatori acuti molto dolorosi o nei casi di infiammazione cronica.

Paracetamolo e ibuprofene, si possono prendere insieme?

Per brevi periodi e solo se il medico (o il pediatra, se il soggetto è un bambino) ci dà precise indicazioni in merito, è possibile prendere i due farmaci in associazione, tuttavia non bisogna mai prendere decisioni da soli ed è importante in ogni caso rivolgerci al nostro medico di fiducia.

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

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Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (5)Fermo restando che la febbre è un meccanismo di difesa importante per il nostro corpo (a tale proposito leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei), ci sono dei casi in cui è bene tenerla sotto controllo, a tale scopo esistono vari farmaci. Le sostanze impiegate per abbassare la temperatura sono i farmaci antifebbrili, ossia gli antipiretici (paracetamolo e acido acetilsalicilico, cioè l’aspirina). Essi impediscono la produzione di prostaglandine (sostanze derivate dall’acido arachidonico, che svolgono diverse azioni biologiche, per esempio intervengono nei meccanismi dell’infiammazione), limitando lo sviluppo dell’infiammazione e, quindi, impedendo il rialzo della temperatura e abbattendo il dolore. Il loro uso è consigliato quando la temperatura supera i 38°C, o anche al di sotto di questa temperatura se si ha un forte mal di testa o dolori muscolari. Il paracetamolo è un farmaco molto sicuro: può essere assunto anche dalle donne in gravidanza ed allattamento, mentre l’aspirina, essendo un FANS (antinfiammatorio non steroideo) è alcune controindicazioni da non sottovalutare, specie in presenza di alterata coagulazione e rischio di emorragia.
Importante ricordare che la terapia antipiretica va sempre praticata quando si soffre di un’insufficienza cardiaca o polmonare: la febbre, infatti, potrebbe far aumentare il bisogno di ossigeno.

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Altri farmaci usati per la febbre

Nonostante siano impiegati prevalentemente per combattere i dolori di diversa natura, anche altri antinfiammatori non steroidei (come l’ibuprofene e il diclofenac), agendo sugli stessi meccanismi degli antipiretici, hanno l’effetto di abbassare la temperatura. Esistono poi prodotti che riuniscono due o più principi attivi, per esempio acido acetilsalicilico più paracetamolo. Di solito il medico sconsiglia queste associazioni, in quanto non ha molto senso usare insieme, a dosaggio ridotto, due sostanze che hanno lo stesso scopo. Per quanto riguarda gli antibiotici sarà solo il medico a prescriverli qualora lo ritenesse opportuno.

Leggi anche: Qual’è la differenza tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Efferalgan e Co-Efferalgan?

Sintomo, non causa

I farmaci antifebbrili curano il sintomo, non la causa: se dopo un paio di giorni la febbre non accenna a diminuire, è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe essere dovuta non a una banale infezione virale di stagione (raffreddore o influenza) ma a una infezione batterica (per esempio la broncopolmonite) oppure a un’infezione virale. E’ importante non usare i farmaci elencati per periodi troppo lunghi: specie l’acido acetilsalicilico esercita infatti un’azione irritante sullo stomaco che può provocare conseguenze più o meno serie (dal dolore di stomaco alle cosiddette ulcere a stampo); di conseguenza chi ha problemi gastrici farà bene a ricorrere al paracetamolo.

Leggi anche: L’abuso di antinfiammatori può causare ulcera gastrica

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

Rimedi fatti in casa

Per abbassare una temperatura molto alta si può ricorrere alle spugnature con acqua ad una temperatura di circa 27-34°C: la loro funzione è quella di assicurare una rapida dispersione di calore, favorendo la riduzione della temperatura. L’uso dell’acqua fredda è controindicato in quanto provoca una vasocostrizione periferica e l’insorgenza di brividi. Va anche aumentato l’apporto di liquidi: una ridotta idratazione può causare l’aumento della temperatura di 1°C e a volte anche di più. Inoltre bere molto è essenziale sia per compensare l’aumentata perdita di acqua attraverso l’evaporazione che si ha durante l’episodio febbrile, sia per mantenere il flusso del sangue ottimale che consenta la dissipazione del calore. Infine è consigliato rimanere a riposo, evitare di coprirsi eccessivamente, non fare attività fisica e adoperare indumenti leggeri che favoriscano la dispersione del calore.

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