Che vuol dire “occhio dominante”?

MEDICINA ONLINE OCCHIO DOMINANTE.jpgIl cervello riesce ad elaborare le due immagini provenienti dai due occhi in una sola, anzi sfrutta la modesta distanza che separa i due occhi per fornirci un’immagine tridimensionale della realtà.
A parte eventuali difetti rifrattivi che possono interessare i due occhi, la capacità del cervello di fondere le due immagini in una sola non ci consente di percepire che un occhio è “privilegiato” rispetto all’altro. Ossia, come per la capacità di essere destrimani o mancini, abbiamo tutti un occhio “dominante” rispetto all’altro, che può essere il sinistro o il destro e che “comanda” la nostra visione. Quando guardiamo il mondo abbiamo in effetti un occhio che “mira” e l’altro che ci aiuta completando la visione e consentendoci la stereoscopia (ossia la capacità di vedere la profondità degli oggetti, in 3D insomma). Se, nella vita di tutti i giorni, tale peculiarità non è avvertita, per particolari professioni (piloti, astronomi, tiratori professionisti) o sport (tiro all’arco, al piattello, etc.) la “dominanza” di un occhio rispetto all’altro è di particolare interesse.
Quando fissiamo un oggetto solo uno dei due occhi sarà realmente “allineato” a questo, proprio l’occhio dominante, mentre l’altro “completerà” l’immagine garantendoci la tridimensionalità. Per scoprire quale dei due occhi è il nostro occhio dominante vi sono diversi test. Uno dei più semplici e rapidi è illustrato dalla foto qui sopra. Indichiamo un oggetto qualsiasi con il nostro indice ad una distanza superiore ai 3 m (un orologio nel caso della foto). Poi chiudiamo alternativamente un occhio per volta senza spostare l’indice e ci renderemo conto che solo uno dei due è effettivamente allineato con l’oggetto. E’ quello il nostro occhio dominante (foto A, vedi immagine in alto), mentre l’altro e “fuori mira” di qualche centimetro (foto B).

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Differenza tra allele dominante e recessivo

Gli alleli dominanti sono quelli che hanno la capacità di “mascherare” il contributo di un altro allele, che quindi viene detto recessivo. In genetica gli alleli dominati vengono identificati con una lettera maiuscola, mentre i recessivi con una lettera minuscola. Tutto vi apparirà molto semplice con questo esempio.

Immaginiamo che il colore di un fiore possa essere blu o bianco, e che il colore blu sia dato dall’allele A mentre il colore bianco dall’allele a. Dato che ogni allele è presente sempre in due copie avremo tre tipologie di combinazioni possibili:

  • AA;
  • Aa;
  • aa.

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA ALLELE DOMINANTE RECESSIVO GENOTIPO FENOTIPO.jpg

Il genotipo AA porta ad un fenotipo blu, visto che entrambi gli alleli “sono” blu.

Il genotipo aa porta ad un fenotipo bianco, visto che entrambi gli alleli “sono” bianchi.

Il genotipo Aa porta ad un fenotipo blu, dal momento che l’allele A (blu) è dominante rispetto all’allele a (banco).

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Cosa sono gli alleli ed a che servono?

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In genetica si definiscono alleli le due o più forme alternative dello stesso gene che si trovano nella stessa posizione su ciascun cromosoma omologo (locus genico). Gli alleli controllano lo stesso carattere ma possono portare a prodotti quantitativamente o qualitativamente diversi. Ad esempio, nel caso di un fiore, si possono avere colori diversi in base alla quantità di pigmento prodotto dai rispettivi alleli. In un pathway del genere, per valutare il corretto fenotipo risultante, è bene tener conto della condizione di omozigosi o eterozigosi, in cui possono trovarsi gli alleli e dei loro rapporti di dominanza completa, dominanza incompleta o codominanza.

Leggi anche: Differenza tra dominanza semplice, incompleta e codominanza

Genotipo

Il genotipo di un individuo relativamente ad un gene è il corredo di alleli che egli si trova a possedere. Pertanto, in un organismo diploide, in cui sono presenti due copie di ogni cromosoma (i cosiddetti cromosomi omologhi), il genotipo è costituito da due alleli. Genotipi differenti possono originare anche fenotipi identici; il termine omozigote si riferisce a un gene in cui l’informazione riportata, che determina il fenotipo, dall’allele materno, è identica a quella paterna. Diversamente, negli eterozigoti, il contributo dell’allele materno e paterno è diverso. In tal caso la determinazione fenotipica è correlata ai concetti di dominanza e recessività genetica.

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