Febbre dopo vaccino: come curarla e quanto dura?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO NEONATO PIANGE BAMBINO FEBBRE LACRIME DOLORE LATTANTEA vostro figlio è venuta la febbre dopo aver fatto il vaccino? E’ un fatto assolutamente comune e che non deve destare eccessiva preoccupazione. Molti genitori sono spaventati dalla possibilità che si verifichi questo effetto collaterale, specie col primo figlio, e quasi 2 su 10 preferiscono – anche per questo – addirittura evitare del tutto i vaccini, incuranti dei grandi rischi che questa scelta, sempre più comune, comporta. La vaccinazione, infatti, resta il modo più sicuro ed efficace di combattere alcune gravi malattie e la febbre che può comparire dopo le vaccinazioni non deve in alcun modo spaventare: ecco perché viene e quanto dura.

Leggi anche: Il calendario delle vaccinazioni obbligatorie per i vostri figli

Vaccini neonati (e bambini): perché viene la febbre?

Le vaccinazioni (sia quelle obbligatorie che quelle facoltative) agiscono tramite l’iniezione nell’organismo dei virus che devono prevenire anche se in forma attenuata o non più vivi per attivare gli anticorpi necessari ad ottenere l’immunità. La comparsa di questi microrganismi aggressivi nel corpo, però, stimola una risposta immediata e la difesa attuata come reazione dal corpo – specialmente in neonati e bambini – può manifestarsi con la comparsa di qualche episodio febbrile.

Leggi anche: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

Febbre da vaccino: quali sono le tempistiche

Sulla durata della febbre dopo i vaccini non esiste uno standard fisso ma, generalmente, l’aumento della temperatura si manifesta tra 2 e 24 ore dopo l’iniezione e scompare entro un paio di giorni. Fa eccezione il caso del vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia): in questo caso, infatti, la febbre da vaccino può manifestarsi tra 5 e 15 giorni dopo la somministrazione.

Leggi anche: Cos’è il vaccino esavalente? Quando, come e perché farlo?

Febbre post vaccino: i rimedi

La cura per la febbre dopo il vaccino è la stessa consigliata in caso di febbre in età pediatrica. Tra le azioni indispensabili c’è quella di tenere i piccoli ben idratati (somministrando loro acqua, tè deteinato e succhi di frutta o spremute) rinfrescandoli spesso con panni umidi o impacchi di ghiaccio. Dietro consulto con il medico, poi, è possibile somministrare paracetamolo o creme specifiche per far passare il gonfiore dalla zona dove è stata praticata l’iniezione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FEBBRE ALTA QUANDO MEDICO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiIMPORTANTE: quelli che seguono sono solo consigli generali. Contattate sempre un pediatra prima di far assumere qualsiasi farmaco a vostro figlio.

Come misurare la febbre nei bambini?

L’apparecchio migliore è il termometro elettronico digitale, poiché facile da usare, economico e con elevata affidabilità.  Vanno bene anche i termometri a infrarossi, che si mettono a contatto con la pelle o sono dotati di un puntatore che permette l’uso a distanza, ma hanno un costo piuttosto elevato; sconsigliato in ogni caso il termometro a infrarossi auricolare, perché dà risultati poco affidabili se utilizzato da persone non esperte.

Leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei

Dove misurare la temperatura nei bambini?

Il posto migliore per misurare la temperatura con termometro è sotto l’ascella. Sconsigliata la misurazione sotto la lingua, perché può essere influenzata da numerosi fattori, come l’assunzione di cibi caldi o freddi, e perché richiede la collaborazione del bambino. Sconsigliata anche la misurazione rettale, perché è troppo invasiva e disagevole per il bambino, inoltre è potenzialmente dannosa perché può procurare lesioni e trasferire batteri da soggetto a soggetto se non viene pulita adeguatamente.

Leggi anche: Differenza tra misurazione della febbre orale, cutanea e rettale

Quando e come abbassare la febbre?

L’uso di farmaci antipiretici è previsto solo se la febbre si accompagna a segni di malessere generale. Dunque, le linee guida smontano la convinzione diffusa secondo la quale la febbre deve essere abbassata sempre e comunque se supera i 38,5°. E’ bene informare il pediatra e chiedere a lui consiglio se abbassare o no la febbre con farmaci. Una febbre alta non va abbassata troppo bruscamente con antipiretici, cortisonici ecc., poiché così facendo si potrebbe invece incorrere in complicazioni. Oltretutto bisogna sempre tener presente che noi o il nostro bambino possiamo essere allergici ai farmaci che si ritengono utili.

Quali farmaci usare per abbassare la febbre nei bambini?

Per i bambini, quando il malessere generale è evidente, usare paracetamolo (la famosa Tachipirina) ed ibuprofene (l’antinfiammatorio non steroideo meno gastrolesivo, commercializzato col nome di Brufen) ma non insieme e sempre facendo attenzione alla dose (pediatrica, non quella per adulti!). In caso di asma preferire sempre il paracetamolo. In caso di vomito meglio preferire l’assunzione rettale. L’Aspirina (nome commerciale dell’acido acetilsalicilico) nei pazienti pediatrici non va usato perché più gastrolesivo dell’ibuprofene e per il rischio di Sindrome di Reye (spesso associata alla somministrazione di acido acetilsalicilico).

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Meglio gocce, supposte o sciroppo?

Le Linee Guida raccomandano di somministrare sia paracetamolo sia ibuprofene in gocce o sciroppo, in quanto l’assorbimento è più costante ed è possibile maggiore precisione nel dosaggio, che deve essere sempre calcolato in base al peso corporeo e non in base all’età del bambino. Meglio evitare invece le supposte, sia perché sono sgradevoli per il bambino sia perché possono causare effetti collaterali, dal momento che si tende al sovradosaggio. Le supposte vanno utilizzate solo se, oltre alla febbre, è presente vomito o altre condizioni che impediscano l’impiego di farmaci per via orale.

Antibiotici nei bambini

Gli antibiotici non vanno mai somministrati di propria iniziativa, ma solo dietro prescrizione del pediatra, quando sospetta un’infezione batterica. Gli antibiotici infatti sono del tutto inutili nelle infezioni virali (rinite, rinofaringite, bronchite, bronchiolite), per di più usarli in modo errato può portare allo sviluppo di resistenze controproducenti.

Febbre nel neonato/lattante/bambino: cosa fare?

Se il bambino ha meno di 28 giorni di vita, il neonato febbrile deve essere portato subito in ospedale, per l’elevato rischio di patologia. Se invece si tratta di lattante, cioè bambino dalle 4 settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età, è necessario farlo visitare in giornata dal pediatra, poiché è una fascia d’età in cui il rischio di infezione batterica grave – come setticemia, polmonite, pielonefrite, meningite – è pari a circa il 10%. In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il cibo o assume un comportamento che induce la mamma a pensare ‘non è lui’. Nelle età successive, è sempre opportuno informare il pediatra della condizione del bambino e seguire le sue istruzioni.

Sono utili spugnature e bagni tiepidi?

Le Linee Guida sconsigliano tutti i vari mezzi fisici per abbassare la febbre, come spugnature fredde, bagni tiepidi, borse del ghiaccio, esposizione a correnti fredde o frizione della cute con alcool.

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Febbre alta: quando rivolgersi al medico

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (4)La febbre è un meccanismo di difesa importantissimo per il nostro corpo (a tale proposito leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei) e di solito non desta particolare preoccupazione essendo molto comune, tuttavia ci sono dei casi in cui è necessario l’intervento del medico, per evitare situazioni pericolose che possono mettere a repentaglio la vita, specie se riguarda bambini ed anziani. È importante allora che il paziente sappia descrivere nel dettaglio l’andamento della febbre e gli altri sintomi che l’accompagnano, in modo che il medico possa individuarne la causa e prendere così i provvedimenti necessari (la terapia da seguire).

Leggi anche: Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

Chiedete l’intervento del medico se:

  • la febbre supera i 40°C: è un fatto raro, spesso sintomo di avvelenamento, infezioni gravi o di un colpo di calore;
  • la febbre è accompagnata da vomito continuo;
  • la febbre si verifica assieme a forte dispnea improvvisa (cioè fame d’aria, senso di respirazione difficoltosa);
  • la febbre si manifesta dopo una giornata trascorsa al sole o in luogo molto caldo;
  • la temperatura non si abbassa dopo 48 ore o la febbre, anche se modesta, continua per diversi giorni;
  • sono presenti disturbi urinari, forti dolori addominali o al torace;
  • la febbre supera certi limiti (superiore ai 39°C) in alcune categorie di pazienti particolari, ad esempio donne incinte, bambini sotto i 12 anni, o chi soffre di patologie cardiache;
  • la febbre (qualsiasi temperatura) colpisce i bambini di età sotto i 6 mesi oppure gli anziani.

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Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (5)Fermo restando che la febbre è un meccanismo di difesa importante per il nostro corpo (a tale proposito leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei), ci sono dei casi in cui è bene tenerla sotto controllo, a tale scopo esistono vari farmaci. Le sostanze impiegate per abbassare la temperatura sono i farmaci antifebbrili, ossia gli antipiretici (paracetamolo e acido acetilsalicilico, cioè l’aspirina). Essi impediscono la produzione di prostaglandine (sostanze derivate dall’acido arachidonico, che svolgono diverse azioni biologiche, per esempio intervengono nei meccanismi dell’infiammazione), limitando lo sviluppo dell’infiammazione e, quindi, impedendo il rialzo della temperatura e abbattendo il dolore. Il loro uso è consigliato quando la temperatura supera i 38°C, o anche al di sotto di questa temperatura se si ha un forte mal di testa o dolori muscolari. Il paracetamolo è un farmaco molto sicuro: può essere assunto anche dalle donne in gravidanza ed allattamento, mentre l’aspirina, essendo un FANS (antinfiammatorio non steroideo) è alcune controindicazioni da non sottovalutare, specie in presenza di alterata coagulazione e rischio di emorragia.
Importante ricordare che la terapia antipiretica va sempre praticata quando si soffre di un’insufficienza cardiaca o polmonare: la febbre, infatti, potrebbe far aumentare il bisogno di ossigeno.

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Altri farmaci usati per la febbre

Nonostante siano impiegati prevalentemente per combattere i dolori di diversa natura, anche altri antinfiammatori non steroidei (come l’ibuprofene e il diclofenac), agendo sugli stessi meccanismi degli antipiretici, hanno l’effetto di abbassare la temperatura. Esistono poi prodotti che riuniscono due o più principi attivi, per esempio acido acetilsalicilico più paracetamolo. Di solito il medico sconsiglia queste associazioni, in quanto non ha molto senso usare insieme, a dosaggio ridotto, due sostanze che hanno lo stesso scopo. Per quanto riguarda gli antibiotici sarà solo il medico a prescriverli qualora lo ritenesse opportuno.

Leggi anche: Qual’è la differenza tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Efferalgan e Co-Efferalgan?

Sintomo, non causa

I farmaci antifebbrili curano il sintomo, non la causa: se dopo un paio di giorni la febbre non accenna a diminuire, è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe essere dovuta non a una banale infezione virale di stagione (raffreddore o influenza) ma a una infezione batterica (per esempio la broncopolmonite) oppure a un’infezione virale. E’ importante non usare i farmaci elencati per periodi troppo lunghi: specie l’acido acetilsalicilico esercita infatti un’azione irritante sullo stomaco che può provocare conseguenze più o meno serie (dal dolore di stomaco alle cosiddette ulcere a stampo); di conseguenza chi ha problemi gastrici farà bene a ricorrere al paracetamolo.

Leggi anche: L’abuso di antinfiammatori può causare ulcera gastrica

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

Rimedi fatti in casa

Per abbassare una temperatura molto alta si può ricorrere alle spugnature con acqua ad una temperatura di circa 27-34°C: la loro funzione è quella di assicurare una rapida dispersione di calore, favorendo la riduzione della temperatura. L’uso dell’acqua fredda è controindicato in quanto provoca una vasocostrizione periferica e l’insorgenza di brividi. Va anche aumentato l’apporto di liquidi: una ridotta idratazione può causare l’aumento della temperatura di 1°C e a volte anche di più. Inoltre bere molto è essenziale sia per compensare l’aumentata perdita di acqua attraverso l’evaporazione che si ha durante l’episodio febbrile, sia per mantenere il flusso del sangue ottimale che consenta la dissipazione del calore. Infine è consigliato rimanere a riposo, evitare di coprirsi eccessivamente, non fare attività fisica e adoperare indumenti leggeri che favoriscano la dispersione del calore.

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Come e quando si misura la febbre?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (2)In questo articolo ci eravamo occupati dei motivi per cui ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei, oggi invece capiremo come fare per misurarla nel modo corretto. Perché è così importante misurare correttamente la temperatura corporea? Dovete sapere che l’andamento della febbre costituisce spesso un utile indizio per il medico, molto più di quello che possa sembrare. Diverse malattie, infatti, si contraddistinguono per il modo in cui la febbre varia nel corso della giornata e della settimana. Nel misurare la febbre si devono quindi seguire regole precise:

  1. Occorre annotare la temperatura, riportando anche l’ora e il giorno in cui viene registrata, affinché il medico possa avere un quadro preciso del suo andamento.
  2. Nella maggioranza dei casi è sufficiente che la temperatura venga misurata due volte al giorno, al mattino presto e nel tardo pomeriggio.
  3. Non si deve misurare la temperatura dopo i pasti o dopo che si è ingerita una bevanda o un alimento caldi (tutti eventi che elevano la temperatura corporea).

Leggi anche: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

La febbre può essere misurata in tre diverse modalità, tutte attendibili:

  1. Misurazione orale. Per misurare la temperatura in bocca, il termometro va messo sotto la lingua o tra le gengive e la guancia: sono necessari 2-3 minuti. Non vanno ingeriti alimenti caldi o freddi prima della misurazione.
  2. Misurazione cutanea. Per rilevare la temperatura sotto le ascelle o anche nelle pieghe dell’inguine, il termometro va tenuto per 4 minuti, avendo cura di asciugare la parte nel caso fosse sudata. Prima di misurarla non vanno applicati impacchi freddi o la borsa del ghiaccio.
  3. Misurazione rettale. Se si decide di misurare la febbre nel retto si deve acquistare il termometro apposito, dotato di un bulbo più lungo e sottile di quello usato per le altre misurazioni. Il termometro va introdotto per circa 3-4 cm e tenuto per 1 minuto. Questo metodo di misurazione della temperatura non è indicato in caso di emorroidi o di altre infiammazioni della zona. Va tenuto in considerazione che la temperatura del retto è di circa 0,5°C più alta rispetto a quella orale e a quella ascellare.

Leggi anche: Differenza tra febbre, piressia, stato subfebbrile e febbricola

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza e raffreddore:

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Perché sento freddo e non ho fame quando ho la febbre?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PERCHE FEBBRE HO FREDDO NON FAME Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteUna temperatura corporea normale, negli esseri umani oscilla tra i 36°C ed i 37°C. E’ importante per il corpo mantenere tale temperatura, perché al disotto ed al di sopra di questo range, alcuni tessuti del corpo lavorano in maniera errata (specie il cervello), oppure possono venire danneggiati fino addirittura a condurre alla morte. La parte del cervello che regola la nostra temperatura corporea è l’ipotalamo, una struttura importantissima del sistema nervoso centrale situata internamente ai due emisferi cerebrali che, oltre alla termoregolazione, regola anche il sonno, il bilancio idro-salino e l’assunzione del cibo.

Leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei

La febbre distrugge virus e batteri 

Quando veniamo colpiti da una malattia, come per esempio l’influenza o un forte raffreddore, il nostro sistema immunitario entra in azione e prova a sconfiggere l’infezione con un aumento della temperatura. Il calore, infatti, uccide o rende inattivi moltissimi tipi di virus e batteri: la febbre è quindi un meccanismo di difesa importante e formidabile. Anche la febbre ha però dei… limiti che non deve superare. Se la temperature dal malato supera i 40,5 °C, la febbre prende il nome di iperpiressia e può danneggiare il nostro corpo, ma questo livello di calore di solito capita solo con alcuni malattie infettive più gravi o con le intossicazioni.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Brividi di freddo

Una conseguenza della febbre sono anche i brividi di freddo, che a volte possono colpire in modo molto intenso e fastidioso, specie di notte, arrivando a costringerci a coprirci rapidamente con più coperte possibili. I brividi di freddo sono degli spasmi involontari dei muscoli: finché non raggiungiamo la temperatura che l’ipotalamo ha stabilito corretta per combattere il nostro malanno, sentiamo freddo. Se, per esempio, l’ipotalamo ritiene che per combattere l’influenza servano 39 °C e la febbre ci ha portato solo a 38, uno spasmo muscolare produce calore, in modo che la nostra temperatura salga ancora un po’. Poi, quando il corpo ha raggiunto la temperatura febbrile prevista, la sensazione di brivido di freddo passa (per però ritornare se la temperatura si abbassa nuovamente oltre una certa soglia).

Leggi anche: Come e quando si misura la febbre?

Di sera la febbre aumenta

Spesso, la febbre compare oppure aumenta nel tardo pomeriggio, ossia quando si attiva la funzione corporea che gestisce il sistema immunitario. La temperatura si alza ancor di più la notte, in rapporto alle fluttuazioni del cortisolo. Per approfondire, leggi: Qual è il momento della giornata in cui la febbre è più alta e perché?

Perché non ho fame quando ho la febbre?

Quando si ha la febbre ci sentiamo stanchi, spossati e senza appetito. Anche questo è un trucco del nostro meraviglioso organismo. Infatti, lo scopo di queste sensazioni è quello convincerci a riposare, per non sprecare energia (che serve al nostro corpo per combattere al meglio l’infezione evitando di affaticarci o nel complicato processo digestivo. Inoltre la febbre attiva delle proteine che tolgono il ferro dal sangue. La ragione è che i batteri non si moltiplicano se manca loro il ferro. Quando siamo guariti, il ferro ritorna a circolare nel sangue. Le proteine sono un elemento chimico essenziale di tutti gli organismi viventi.

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L’influenza 2016/17 sarà più aggressiva, ecco perché e come difendersi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (3)Perché si dice che quest’anno l’influenza sarà più prepotente che mai? Principalmente per due fattori: il largo anticipo con cui è stato isolato il virus (e questo vuol dire che c’è un rischio di maggiore diffusione anche tra le persone che solitamente si vaccinano) e poi perché sono stati isolati due virus che contengono delle mutazioni che potrebbero favorire una maggiore circolazione dell’influenza. Proprio per questi motivi i medici faranno maggiore pressione sui propri pazienti per non sottovalutare i rischi e vaccinarsi, soprattutto i soggetti che sono più a rischio di complicazioni (chi ha superato i sessantacinque anni ed i malati cronici), ma anche i bambini e gli adulti sopra i 50 anni.

Quando vaccinarsi?

Il picco stagionale è previsto per gennaio 2017: considerando che il vaccino impiega come minimo due settimane per attivare il suo potere immunizzante, si consiglia di vaccinarsi entro novembre. In Italia il numero delle persone che sceglie di immunizzarsi contro l’influenza è in continuo calo (in generale siamo sotto al 20%, e tra gli anziani la percentuale è scesa dal 70 a sotto il 50%); è previsto che l’influenza 2016/2017 possa costringere a letto circa sei milioni di italiani.

Sintomi, segni e durata per adulti e bambini

I sintomi e segni dell’influenza generici più o meno abbiamo imparato a riconoscerli tutti nel corso della nostra vita: possono essere diversi e solitamente si manifestano dopo 1/4 giorni dal momento del contagio. Febbre più o meno alta, malessere generale, raffreddore, tosse, mal di testa, nausea, dolori muscolari, inappetenza, astenia (mancanza di forze), diarrea e vomito sono i sintomi principali. Molti non lo sanno, ma chi è malato di influenza può contagiare gli altri anche a distanza di un paio di metri; principalmente i virus si diffondono tramite le goccioline di saliva che vengono emesse starnutendo tossendo, ma anche semplicemente parlando. Ma è possibile essere contagiati anche toccando un oggetto o una superficie contaminata e poi avvicinando la mano alla bocca o al naso.
In media gli adulti possono essere contagiosi per circa 5/7 giorni a partire dal giorno prima che si manifestino i sintomi (questo vuol dire che si può essere contagiosi anche prima di sapere di essere malati), mentre i bambini possono trasmettere l’affezione anche per più di sette giorni. Può capitare che alcune persone infette non sviluppino nessun sintomo particolare, ma anche in questi casi corrono il rischio di trasmettere il virus ad altre persone.

Come evitare il contagio

Per evitare di essere contagiati bisognerebbe prendere alcuni accorgimenti. Sembra ovvio e scontato dirlo, ma bisognerebbe stare alla larga dalle persone che hanno già preso l’influenza (e loro dovrebbero starsene a casa per curarsi meglio ed evitare rischi per gli altri); questo vuol dire anche non utilizzare i loro stessi piatti o posate se non dopo averli lavati con attenzione e pulire e disinfettare le superfici di casa (o scuola o posto di lavoro); è molto importante anche lavarsi le mani spesso. Nel periodo di massima diffusione del virus si dovrebbero evitare i luoghi chiusi e affollati e limitare i contatti fisici. Chi ha contratto il virus dovrebbe coprirsi naso e bocca quando starnutisce o tossisce (e poi lavarsi le mani) e buttare immediatamente il fazzoletto di carta usato, che è una vera e propria scoria infetta. Non sarebbe una cattiva idea neanche cambiare lo spazzolino da denti, visto che i virus possono rimanervi fino a sette giorni.

I rimedi per superare l’influenza

Il vaccino antinfluenzale è l’unica arma specifica per combattere questa affezione; gli antivirali non rappresentano un’alternativa e possono essere presi solo su indicazione del medico; i soggetti che non corrono il rischio di complicazioni possono anche ricorrere ai medicinali sintomatici(ad esempio la Tachipirina per la febbre), ma sempre meglio chiedere al dottore. Ma non vanno messi in secondo piano i classici rimedi della nonna, ovvero delle semplici soluzioni che possono fornire qualche tipo di protezione nei confronti dell’antipatico virus. Il grande classico in questi casi è il brodo di pollo: contiene delle proteine che rinforzano il nostro sistema immunitario e, se viene consumato caldo, può avere effetti fluidificanti su catarro e muco. Cipolla e aglio magari non faranno profumare l’alito, ma hanno delle importanti proprietà antisettiche. Il miele aiuta a calmare le crisi di tosse e favorisce la fluidificazione del catarro; fare dei suffumigi con acqua calda e magari qualche essenza balsamica può essere molto utile per contrastare tosse e congestione nasale. Infine bisogna fare attenzione alla dieta: no ai cibi grassi o particolarmente conditi e spazio a frutta e verdura e a piatti leggeri; è molto importante l’idratazione (specialmente per chi soffre di virus intestinale, visto che con diarrea e vomito si perdono tanti liquidi).

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Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sex LDH PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino Ialuronico Temperatura Perchè FEBBREConosciamo tutti bene i suoi sintomi fastidiosi, appena arriva il freddo come in questi giorni temiamo di prenderla. Sto parlando della febbre. Quando la temperatura corporea sale, specialmente nel caso di un bambino, spesso ci si preoccupa troppo in fretta senza un reale motivo: sì, perché la febbre è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

Cos’è la febbre?

Tutti l’abbiamo provata, ma se vi chiedessero “cos’è la febbre?” voi sapreste rispondere? La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi per l’uomo). E’ importante distinguere la febbre dall’ipertermia: in quest’ultima si ha l’aumento della temperatura del corpo, ma ciò è dovuto a fattori esogeni e non comporta variazione della attività di termoregolazione. Più esattamente per ipertermia si intende una temperatura rettale uguale o superiore a 41,6 gradi non dovuta all’azione di pirogeni endogeni, ma ad altri meccanismi che comportano un aumento primitivo della produzione endogena di calore e che agiscono al di fuori del controllo del centro ipotalamico che regola la temperatura corporea, come nel caso di ipertiroidismo, colpi di calore, condizioni di alterata capacità di disperdere calore (disautonomia familiare o la displasia ectodermica anidrotica). Tornando alla febbre si parla di:

  • stato subfebbrile/febbricola al di sotto dei 37,3 gradi (misurazione ascellare);
  • febbre moderata (tra 37,7 e 38,9);
  • febbre elevata (sopra i 39 gradi);
  • quando il valore supera i 40 si parla di iperpiressia.

Leggi anche: Differenza tra raffreddore e influenza: sintomi comuni e diversi

Perché veniamo colpiti dalla febbre?

Come ci spiega il Ministero della Salute, l’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Un eccezionale sistema di difesa

Quando gli agenti infettivi entrano in contatto con le cellule dell’organismo che hanno il compito di proteggerci, si mette in moto un sofisticato sistema di risposta: una parte di questa risposta è proprio il fenomeno della febbre. Le cellule aggredite liberano alcune molecole che danno un segnale al cervello affinché vengano liberate altre molecole che hanno il compito di far salire la temperatura corporea. Nel frattempo, affluisce meno sangue in superficie, in modo che il calore prodotto in eccesso si conservi. Le cellule del corpo provano “disagio” per il calore (per intenderci, è quella sensazione di malessere che avvertiamo quando siamo colpiti dalla febbre), ma ad avere maggiori difficoltà sono invece virus e batteri: con l’innalzamento della temperatura, infatti, questi vengono man mano distrutti e non possono più riprodursi e moltiplicarsi. In pratica ora conoscete la febbre per quello che realmente è: un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo

Leggi anche: Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

La febbre non è un nemico

La febbre non è necessariamente un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali: abbassare la febbre, infatti, non aiuta il bambino a guarire prima. Se, però, il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura.

Sbagliato sottovalutarla in alcuni casi

La febbre può essere provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da malattie più impegnative (molto più raramente): questo significa che la febbre, pur essendo un meccanismo di difesa, può in certe situazioni essere sintomo di malattie gravi o diventare essa stessa fonte di danno per l’organismo, specie se dura per periodi eccessivamente lunghi e se la temperatura supera i 40 gradi. Quindi d’accordo a non sopravvalutare la febbre, ma non si deve neanche sottovalutarla. Nel dubbio chiedete aiuto al vostro medico.

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Febbre alta

Prima ho nominato i “famosi” 40 gradi, tuttavia c’è da ricordare una cosa: non c’è necessariamente una specifica relazione tra valore della febbre e la gravità della malattia: una febbre molto alta, infatti, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia molto grave: valori elevati di temperatura corporea, dunque, possono causare un disagio intenso a noi o al bambino, ma non bisogna pensare che la causa sia per forza pericolosa.

Tipi di febbre

In base alle sue caratteristiche, la febbre può essere di vari tipi:

  • Febbre continua: la temperatura corporea raggiunge i 40 °C e si mantiene pressoché costante. È frequente nelle polmoniti. Solitamente si ha defervescenza per crisi con sudorazione profusa.
  • Febbre remittente o discontinua: il rialzo termico subisce durante il periodo del fastigio (cioè l’acme febbrile raggiunto dopo la prima fase di ascesa della temperatura) oscillazioni giornaliere di due-tre gradi, senza che mai si raggiunga la defervescenza. È frequente nelle setticemie e nella tubercolosi.
  • Febbre intermittente: periodi di ipertermia si alternano a periodi di apiressia (senza febbre). Queste oscillazioni si osservano durante una stessa giornata, e questo è il caso di sepsi, neoplasie, malattie da farmaci, oppure nell’arco di più giorni, come nel caso della malaria (se il picco di ipertermia si osserva ogni quattro giorni si parla di quartana, se si osserva ogni tre giorni di terzana), nel linfoma di Hodgkin e in altri linfomi. Una febbre alta (intorno ai 40 °C, o fra i 37 e 38 in presenza di sudorazione, che asporta calore corporeo), intermittente e associata a brividi è il sintomo di una febbre settica, di origine batterica.
  • Febbre ondulante: il periodo febbrile oscilla da 10 a 15 giorni.
  • Febbre ricorrente e familiare: il periodo febbrile oscilla da 3 a 5 giorni.

Quali farmaci usare in caso di febbre?

Per gli adulti l’aspirina è sicuramente efficace, ma soltanto se la febbre ha origini infiammatorie, poichè agiscono inibendo la produzione delle prostaglandine. Non danno alcun beneficio, quindi, né nell’ipertermia né nel colpo di calore. In caso di ipertermia la terapia delle febbre con mezzi fisici (spugnature di acqua o alcool) può essere indicata. Se avete dei dubbi chiedete al vostro medico.

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

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I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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