Fumi le sigarette “light” perché fanno meno male? Grande errore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZA UOMOLe sigarette “light” (che ora hanno preso i nomi più vari per evitare fuorvianti interpretazioni di minore pericolosità, ad esempio le Camel hanno preso la denominazione di “Blu” al posto di “light”) non solo non fanno meno male delle sigarette “standard”, anzi sono ancora più dannose delle normali. La conferma arriva dall’autorevole Asco (Società americana di oncologia clinica di Chicago): la pericolosità delle bionde “leggere” è nettamente superiore a quella delle sigarette normali. Le sigarette light danno l’illusione, soprattutto ai giovani, di poter farne utilizzo rischiando meno il cancro ai polmoni, un miraggio però costantemente svelato dagli studi che da anni pongono l’accento sul fatto che in realtà le light siano ancora più deleterie delle sigarette senza filtri.

Meno chimica, ma aspirata più a fondo

L’equivoco purtroppo sta nel contenuto di nicotina, catrame e vari agenti chimici realmente inferiore nelle sigarette “light” rispetto alle “normali”. Il problema risiede nel fatto che essi, pur essendo di livello inferiore delle sigarette “standard”, vengono assimilati in modo più invasivo proprio perché per ottenere gradimento dalla sigarette, è necessario aspirare più profondamente. Il “gradimento” è tanto maggiore quanto è alto il contenuto di nicotina e visto che il corpo ha memoria della quantità di nicotina assunta mediamente, i fumatori che passano dalle sigarette standard alle light sono inconsciamente necessitati a consumare più sigarette e a fare tiri più profondi per raggiungere il quantitativo medio di nicotina a cui sono abituati. Avete presente quando da sempre fumate sigarette standard e di colpo passate a quelle leggerissime? Le sigarette “non sanno di niente”. Quel “non sanno di niente” non significa che il fumo prodotto dalla combustione è meno saporito, significa invece che dentro c’è poca nicotina e il fumatore (che è né più né meno che un tossico-dipendente, cioè dipende da una sostanza tossica) ha bisogno di ottenerne di più per calmare la voglia di fumare (cioè i sintomi di astinenza) e fuma più sigarette e più profondamente.

Leggi anche: Qual è il momento migliore per smettere di fumare?

Nella profondità dei bronchi

Riporto le parole di Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia dell’ospedale Moscati di Avellino : ”Il maggiore utilizzo di sigarette con filtro e di tipo light ha portato il fumatore ad aspirare più profondamente per ottenere un maggiore livello di soddisfazione, facendo si che il fumo e i suoi agenti cancerogeni arrivino nella parte più in profondità dell’albero bronchiale dove insorge tipicamente l’adenocarcinoma.
Secondo le ultime statistiche, la forma più comune di tumore del polmone (definita ‘non a piccole cellule non squamoso’) è in netto aumento rispetto agli altri istotipi. L’incremento degli adenocarcinomi, che sono la gran parte dei tumori non squamosi, è proprio legato a due fattori principali: l’aumento dell’incidenza della malattia in donne non fumatrici, a causa di fattori genetici e ormonali, e il cambiamento delle abitudini al fumo che vede, appunto, un utilizzo sempre maggiore di sigarette light.

I migliori prodotti per smettere di fumare

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco:

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Perché è così difficile smettere di fumare? Perché mi sento depresso dopo aver smesso? Il ruolo dell’enzima MAO-A

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO ARRABBIATO TRISTE DEPRESSO RABBIA URLO PAURA FOBIA DISPERAZIONE AIUTODire basta alle sigarette è facile o difficile?

Smettere di fumare, secondo una recente ricerca condotta dai ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health dell’Università di Toronto, in Canada, guidati dal medico Ingrid Bacher, sarebbe veramente difficile, se non addirittura impossibile. Lo studio che lo ha dimostrato, pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, ha preso in considerazione 50 pazienti sani suddivisi in due gruppi di controllo, il primo composto da fumatori veramente incalliti (più di 25 sigarette consumate ogni giorno), il secondo da fumatori un poco meno incalliti (15 – 24 sigarette consumate ogni giorno), ed è riuscito ad evidenziare come nel primo gruppo i livelli dell’enzima MAO-A (monoamina-ossidasi A) fossero notevolmente superiori rispetto a quelli riscontrati nel secondo gruppo.

Continua la lettura su https://www.stetoscopio.net/tumori/smettere-di-fumare-e-difficile-a-causa-di-un-enzima/

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Fumare in auto aumenta di cento volte l’esposizione alle sostanze nocive della sigaretta

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAFumare, come ormai tutti certamente sapranno, è sempre e comunque dannoso e, naturalmente, sarebbe uno di quei vizi e di quelle abitudini che gli abituali consumatori dovrebbero certamente eliminare dal proprio stile di vita così da evitare, o per lo meno cercare di evitare, le più gravi e letali conseguenze e ripercussioni del fumo di sigaretta.

Fumare in posti ristretti fa ancora più male alla salute

E’ bene dire che fumare fa sempre male, tuttavia ci sono situazioni in cui fumare fa ancora più male, mi riferisco a quando ad esempio si fuma in posti ristretti o con scarso ricambio d’aria. Una delle situazioni peggiori è quando ci accendiamo una sigaretta in automobile: fumare in macchina, specialmente nel caso in cui si sia particolarmente giovani e specialmente quando i finestrini sono abbassati (come avviene quando fa caldo e si accende il climatizzatore), potrebbe essere veramente molto rischioso o, comunque, molto più pericoloso del consueto e del normale. Questo poiché, come dimostrato in un ampio studio dai ricercatori scozzesi della prestigiosa Università di Abeerden, le concentrazioni di nicotina, di particolato sottile, di tabacco e, più in generale, di smog conseguenti al consumo di almeno una sigaretta, aumenterebbero – sino a centuplicarsi – in uno spazio ristretto qual è quello dell’abitacolo dell’automobile rispetto a quanto, invece, non farebbero in uno spazio il più possibile aperto, ventilato ed arieggiato.

Lo studio scozzese

Lo studio in questione, descritto dalla rivista scientifica Tobacco Control quale uno dei più vasti mai condotti sul delicato argomento oggi alla nostra attenzione, avrebbe coinvolto ben 17 guidatori, 14 dei quali fumatori di almeno 10 sigarette al giorno, dei quali sarebbero stati monitorati, valutandone le concentrazioni di particolato sottile all’altezza della testa di un bambino posto nella zona posteriore della vettura, un totale di ben 104 viaggi della durata media di 27 minuti (le rilevazioni, in particolar modo, sarebbero state effettuate ogni 60 secondi).
Ebbene, come dichiarato in questi giorni dai ricercatori scozzesi della prestigiosa Università di Abeerden autori del programma di ricerca sin qui accuratamente analizzato, per quanti stratagemmi di ricircolo dell’aria i guidatori adottassero, le concentrazioni di particolato sottile avrebbero in ogni singolo caso superato la soglia d’attenzione stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Salute che, come forse saprete, sarebbe equivalente a 25 microgrammi di polveri fini per ogni metro cubo d’aria (questi valori, nel caso di viaggi particolarmente lunghi effettuati da fumatori particolarmente accaniti, avrebbero raggiunto gli 880 microgrammi di polveri fini per ogni metro cubo d’aria).

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Se fumi sigarette “light” ti è più difficile smettere di fumare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FUMA SIGARETTA NICOTINA TABAGISMO TOSSICODIPENDENZAGli esperti sanno da tempo che le sigarette “a basso contenuto di catrame” e “light” (che ora hanno preso nome diversi come “Camel blue” e “Marlboro gold”) non sono più sane rispetto alle sigarette normali, ed una nuova ricerca pubblicata in questi giorni per la rivista Tobacco Control, rivela un nuovo aspetto che rende le presunte sigarette leggere altrettanto dannose delle altre: sembra infatti che chi passa alle sigarette light più difficilmente smetterà di fumare. I ricercatori dell’Università di Pittsburgh autori della ricerca, hanno esaminato i risultati di un sondaggio condotto nel 2003 su 30,800 persone negli Stati Uniti fumatori nell’anno precedente.

Continua la lettura su https://www.stetoscopio.net/dipendenze-e-droghe/le-sigarette-light-renono-piu-difficile-smettere-di-fumare/

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Attenzione ai mozziconi di sigaretta: contengono gas tossici e polonio radioattivo

MEDICINA ONLINE FUMO FUMARE SIGARETTE SMETTERE MARIJUANA DROGA DHT DIPENDENZA MALE TUMORE CANCRO POLMONI TOSSICODIPENDENZA NICOTINA CANCEROGENO GRASSO METABOLISMO DIMAGRIRE INGRASSAREFin da piccolo sono sempre stato abituato dai miei genitori al rispetto per la natura e per l’ambiente. Ancora oggi faccio assiduamente la raccolta differenziata e sono un grande promotore delle energie rinnovabili. Eppure per tanti anni, da fumatore, ho inquinato il mondo senza neanche rendermene conto buttando a terra i mozziconi delle sigarette. Ho iniziato a fumare al penultimo anno di liceo. Voi neanche potete immaginare quante sigarette spente ho buttato sul marciapiede davanti al glorioso liceo classico Giulio Cesare di Roma (si, proprio quello che ha frequentato Venditti ed a cui ha dedicato la canzone omonima!). Poi all’università sono diventato più maturo: le sigarette spente finivano negli appositi posaceneri inseriti nei cestini dell’immondizia di Roma. Negli ultimi tempi, prima di smettere, sono andato oltre: ho iniziato a fare la raccolta differenziata del pacchetto (dividevo carta e plastica) e non uscivo di casa senza aver con me una specie di piccolo contenitore sigillato dove buttavo i mozziconi.

Quando gettiamo un mozzicone a terra non ci sentiamo incivili. Diciamo “il mozzicone è piccolo, non fa un grosso danno”. Il problema è che a fumare nel mondo ci sono un miliardo e mezzo di fumatori, che ogni giorno bruciano mediamente dalle 10 alle 30 sigarette per uno! Ammettendo che ognuno di loro fumi un pacchetto di sigarette giornaliero, ci ritroviamo con 30 miliardi di mozziconi al giorno! Che significa quasi 11 mila miliardi di mozziconi all’anno! Essi creano una massa tanto inquinante e pericolosa per l’ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali, anzi forse di più visto che mentre lo smaltimento dei rifiuti industriali è regolamentato e sono smaltiti in posti adibiti, invece i mozziconi sono tranquillamente depositati lungo le nostre strade, le nostre spiagge, i nostri parchi e li rimangono a volte per mesi/anni!
Purtroppo, a giudicare soltanto dalla quantità che vediamo dispersa nelle nostre strade, sembrano essere molto rari quei fumatori che si preoccupano di gettare la cicca della sigaretta nei cestini. C’è addirittura chi non si fa scrupoli a gettarla nel mare: nel Mediterraneo, per esempio, rappresentano il 40% dei rifiuti (il 9,5% sono bottiglie di plastica, l’8,5% sacchetti di plastica, il 7,6% lattine di alluminio).

Acetato di cellulosa

Le cicche sono realizzate in acetato di cellulosa, sostanza difficilmente biodegradabile (più di un anno di tempo per essere biodegradate), persistente, e quindi causa e fonte di molti problemi ambientali. In Italia, vengono consumate 72 miliardi di sigarette all’anno, e molte cicche finiscono inevitabilmente nell’ambiente. L’acetato di cellulosa è discretamente fotodegradabile (da non confondere con la biodegradabilità). Così acqua, sole e variazioni termiche ne provocano lo sgretolamento e la dispersione nell’aria e nell’acqua. Tuttavia circa 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa vengono ogni anno emesse nell’ambiente: davvero troppo.

Le sostanze tossiche rimangono nel filtro

I produttori di sigarette utilizzano una quantità enorme di additivi (che debbono essere non tossici) per imprimere al loro prodotto delle caratteristiche di unicità. Nessuno però conosce, al di fuori dei produttori, l’additivo utilizzato, ma è noto che dalla loro combustione derivano poi centinaia e centinaia di composti chimici, anche pericolosi. Lo zucchero per esempio, bruciando, aumenta la percentuale di catrame, il semplice caramello produce catecolo, un potente agente cangerogeno, l’acroleina, che deriva dalla combustione della glicerina, irrita e danneggia le cilia vibratili dei bronchi. Tutte queste sostanze sono contenute nel tabacco, ma anche nella carta vergata che rappresenta solo il 5% in peso della sigaretta.
Il filtro è realizzato con fibre di acetato di cellulosa, incollate da glicerolo triacetato. È una struttura dal nome improprio, poiché trattiene solo una parte minima dei prodotti della combustione, e non può essere diversamente, dato che le sostanze farmacologicamente attive sprigionate dalla combustione del tabacco debbono essere inalate. Tuttavia una parte delle oltre 4.000 sostanze tossiche rimangono nel filtro. Nei mozziconi, quindi, è possibile trovare moltissimi inquinanti: nicotina, benzene, gas tossici quali ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio 210, e acetato di cellulosa, la materia plastica di cui è costituito il filtro.

Le ricerche che evidenziano il problema

Uno studio ENEA – AUSL di Bologna di qualche tempo fa mette proprio in evidenza il potenziale nocivo delle cicche di sigarette. Il lavoro valuta il carico inquinante delle cicche di sigaretta sul territorio italiano, argomento sul quale esiste un vuoto culturale e normativo. Sebbene il carico nocivo di ogni cicca sia basso (dell’ordine di milligrammi), il fattore che amplifica il problema è l’elevato numero di cicche prodotte.

La valutazione si basa su: il numero di fumatori (circa 13 milioni anche se altri studi indicano un numero molto più alto di fumatori), il numero medio di sigarette fumate da ciascuno (15 sigarette al giorno), i quantitativi di alcuni agenti chimici presenti in ogni cicca e il numero complessivo di cicche immesse in ambiente ogni anno (che come prima ricordato corrisponde a 72 miliardi di cicche/anno).

Tenuto conto del potere filtrante dell’acetato di cellulosa del filtro è comunque possibile affermare che il carico nocivo immesso in ambiente con i mozziconi di sigaretta è alquanto rilevante.

  • Nicotina 324 tonnellate
  • Polonio 210 1872 milioni di Bq
  • Composti organici volatili 1800 tonnellate
  • Gas tossici 21,6 tonnellate
  • Catrame e condensato 1440 tonnellate
  • Acetato di cellulosa 12240 tonnellate

Lo studio sottolinea inoltre che non esistendo normative nazionali che ne limitino la dispersione in ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni più attenti, la maggior parte delle cicche imbrattano il suolo o finiscono nelle fogne e nelle acque superficiali contaminandole. Da tutti questi fattori emerge la necessità di classificare le cicche come un rifiuto tossico per l’ambiente e trattarle come tale.

I comuni, gli amministratori locali, i datori di lavoro dovrebbero non solo emanare norme di comportamento, ma anche installare, come accade per altre tipologie di rifiuti, appositi raccoglitori per i mozziconi di sigaretta.

Il problema, è evidente, va affrontato da vari punti di vista, coinvolgendo diversi attori e notevoli risorse finanziarie. La sua risoluzione resta comunque legata intimamente al modo di agire dei fumatori: non basta ridurre il consumo di sigarette ma è necessaria l’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi della propria e altrui salute.

Spiaggia, mare, ed il singolo mozzicone che uccide una tartaruga marina

È recente l’indagine dimostrativa promossa da Focus sull’impatto ambientale delle cicche di sigarette. Ogni metro quadro di spiaggia contiene in media 2 mozziconi, poi tappi di plastica, cannucce e stecchi di gelato. In media quindi sulle nostre spiagge vi sono 12.4 milioni di nuovi mozziconi di sigarette all’anno. Anche all’estero la situazione è analoga. Negli Stati Uniti e in Australia i mozziconi di sigarette sulle spiagge sono un problema. E quasi nessuna località, con rare eccezioni, è attrezzata per lo smaltimento dei mozziconi. E sono pochi gli stabilimenti che mettono a disposizione dei portacenere sotto gli ombrelloni.
Il passaggio dalle spiagge al mare è inevitabile. Per questo i composti tossici dei mozziconi di sigaretta entrano nella complessa rete alimentare del mare. La tossicità di un singolo mozzicone è paragonabile a quella di molti pesticidi, quindi la qualità dei corsi d’acqua e delle acque di balneazione ne risente notevolmente.
Attualmente stanno aumentano di numero anche i piccoli filtri usati per le sigarette “fai da te”, che sono più facilmente ingeriti da animali come pesci, uccelli e piccoli animali. Spesso tale ingestione provoca la morte di molti animali marini.
Sino ad ora solo l’Australia ha dato via a delle sperimentazione finalizzate alla raccolta dei mozziconi da parte del singolo fumatore, attraverso un portacenere portatile resistente al fuoco e riutilizzabile.
Nel resto del mondo non esiste nessuna norma che regolamenti lo smaltimento delle cicche di sigaretta e nessuna vera campagna di sensibilizzazione (esclusa quella di Marevivo, vedere sitografia), quindi è sicuramente utile, anzi necessario, formare i singoli fumatori, illustrare loro i problemi legati al pericolo del fumo e dei mozziconi che inconsapevolmente gettano in qualsiasi posto, munirli di portacenere portatili e attrezzare le aree per fumatori con portacenere ermetici, ed eventualmente smaltire i mozziconi allo stesso modo delle pile e comunque secondo procedimenti da studiare al fine di alleviare l’impatto ambientale dei mozziconi. Basterebbe aumentare di pochi centesimi il costo di un pacchetto di sigarette per mettere a punto dei piani efficaci di raccolta e smaltimento delle cicche.
Ricordiamo che un singolo mozzicone ingerito da una tartaruga marina può ucciderla in poco tempo.

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La sigaretta elettronica vietata ai minori e bandita dalle scuole

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINI SCUOLA STUDIARE LIBRIOggi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato l’ordinanza che vieta l’utlizzo delle e-cig ai minori di 18 anni e, in particolar modo, che le bandisce dagli istituti scolastici.

Una presa di posizione che il sottoscrittocondivide e che spera andrà di pari passo con una corretta e più esaustiva informazione sui prodotti che vengono venduti.

“Non vogliamo dire – ha spiegato la Lorenzin – che la sigaretta elettronica è più pericolosa della sigaretta normale, ma non va utilizzata come uno strumento innocuo. Il fumatore deve essere informato di quello che utilizza”.

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Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

MEDICINA ONLINE DIETA UOMO PANCIA GRASSO DIMAGRANTE GRASSI CALORIE ATTIVITA FISICA SPORT DIMAGRIRE PERDERE PESODietro la difficoltà nel dire addio alle sigarette c’è spesso la paura di ingrassare. E in effetti la nicotina, la sostanza che crea la dipendenza dal tabacco, è anche tra i maggiori responsabili del temuto aumento di peso nel momento in cui cessa di essere assunta, cioè quando si smette di fumare.

Molti addirittura non smettono di fumare per la paura di ingrassare! Purtroppo non si tratta di una paura del tutto infondata, visto che sono numerosi gli studi che hanno dimostrato che quando si dice addio alle sigarette si tende ad accumulare dei chili di troppo, alcuni dicono 2 kg, altri dicono 6 kg. Io quando ho smesso di fumare sono aumentato di circa 10 kg in sei mesi e sono tornato ai livelli precedenti dopo circa un anno e mezzo rispetto a quando avevo smesso, ma solo con una dieta ipocalorica ferrea ed aumentando l’attività fisica.

Leggi anche: Smettere di fumare: quanto e per quanto tempo ingrasserò? L’esperienza mia e dei miei pazienti

Vi dico subito che smettere di fumare (sia le sigarette tradizionali che le elettroniche con nicotina) è la cosa migliore che voi possiate fare nella vostra vita quindi la paura di ingrassare non vi deve bloccare dal tentare di smettere! Come dicevo io stesso sono ingrassato di 10 kg, eppure in pochi mesi – con un po’ di impegno – sono riuscito a riperderli tutti tornando al mio peso forma. Quando faccio smettere un mio paziente, gli dico di concentrarsi inizialmente solo allo smettere di fumare, anche a costo di prendere qualche kg di massa grassa in più: sono successivamente, quando i sintomi di astinenza diminuiranno, cominceremo insieme un programma per tornare al peso forma.

Perché si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

In questo articolo cominciamo con capire quali sono i motivi che ci fanno ingrassare dopo aver smesso, in modo che successivamente sapremo come muoverci per ritrovare il nostro peso forma. I motivi per cui ingrassiamo dopo aver smesso di fumare sono molteplici:

1) VIENE A MANCARE L’AUMENTO DEL METABOLISMO: SI BRUCIANO MENO CALORIE
Molti studi condotti sull’argomento hanno dimostrato che un adulto fumatore medio (10-12 sigarette al giorno) nel momento in cui smette di fumare ha una riduzione del metabolismo di circa 200 calorie quotidiane. Smettere di fumare un pacchetto di sigarette al giorno sembra che lo diminuisca di quasi 400 calorie! Ciò si spiega facilmente: la nicotina è un alcaloide facilmente assorbito dall’organismo che, oltre ad indurre dipendenza, esercita un potente effetto di accelerazione del metabolismo. Chi fuma brucia un po’ di calorie in più, rispetto ad un NON fumatore di uguale costituzione, dieta ed esercizio fisico. Un’azione che sembrerebbe simile a quella della caffeina, un altro noto stimolante del metabolismo, ma così non è. Il caffè ha un effetto transitorio, ed è tanto più stimolante quanto più il suo consumo è sporadico, altrimenti l’organismo si assuefà diminuendone l’efficacia. Al contrario, la nicotina accelera il metabolismo finché si ha l’abitudine al fumo e quando si smette inevitabilmente il metabolismo rallenta. Facendo i dovuti distinguo, è un po’ come succede agli ipertiroidei quando vengono “normalizzati” dai farmaci o agli sportivi che si mettono a condurre una vita sedentaria: il dispendio energetico diminuisce bruscamente ma le abitudini alimentari rimangono le stesse. E, inevitabilmente, l’ago della bilancia sale.

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2) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANORESSIZZANTE: AUMENTA L’APPETITO
La nicotina ha un’azione anoressizzante di conseguenza una volta abbandonate le sigarette l’appetito giustamente aumenta. L’appetito aumenta anche per motivi legati alla chimica delle ghiandole salivari e delle papille gustative.

3) VIENE A MANCARE IL GESTO DI INTRODURRE QUALCOSA IN BOCCA
Gli ex fumatori lo sanno bene: esiste anche un fattore psicologico che può contribuire all’aumento di peso e riguarda l’aspetto orale del fumo. Si ha la necessità di sostituire la sigaretta con qualcos’altro, col rischio di “mangiucchiare” in continuazione, aumentando così l’introito energetico.

4) IL NERVOSISMO CI INDUCE A MANGIARE ALIMENTI GUSTOSI ED IPERCALORICI
Non appena la nicotina entra in corpo, questa viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna, tramite la quale arriva al sistema nervoso. In genere, giunge al cervello in circa sette secondi, dove agisce sui recettori dell’acetilcolina. A basse concentrazioni aumenta l’attività di questi recettori portando ad un aumento della produzione di adrenalina, un ormone stimolante. A concentrazioni elevate la nicotina blocca il recettore dell’acetilcolina e questa è la ragione della sua tossicità e della sua efficacia come insetticida. Oltre a ciò, la nicotina aumenta il livello di dopamina nei circuiti cerebrali del piacere. Questa genera una sensazione di piacere con un meccanismo analogo a quello innescato dalla cocaina e dall’eroina. La dipendenza da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Quando si smette di fumare, calano i livelli di dopamina e ci sentiamo nervosi così cerchiamo tutti quegli alimenti che riportano in alto la concentrazione di molecole che ci fanno stare bene: i cibi ipercalorici!

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5) LE CELLULE DELLA LINGUA RINASCONO: SI SENTONO MEGLIO I SAPORI
Le papille gustative subiscono una modificazione nei fumatori e diventano meno attive, quindi i sapori si sentono meno bene. Smettendo di fumare si sentono meglio i sapori e purtroppo un bel piatto di pasta al sugo diventa in pochi giorni decisamente molto più gustoso di quando si fumava, invogliandoci a mangiarlo!

6) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANTIDEPRESSIVA DELLA NICOTINA
La nicotina contenuta nelle sigarette agisce come antidepressivo tramite la stimolazione del rilascio di dopamina e norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina (come il farmaco Champix) ha mostrato proprietà antidepressive. Quando si smette di fumare, il venire a mancare l’effetto antidepressivo della nicotina può determinare uno stato depressivo nel paziente. Dal momento che l’atto di mangiare, specie cibi grassi e ipercalorici, induce il rilascio di molecole che inducono sensazioni piacevoli come la dopamina, l’ex fumatore tende a mangiare di più per ripristinare le scorte di dopamina a cui era abituato quando fumava ed evitare lo stato depressivo. Per lo stesso motivo quando si smette di fumare aumenta il rischio di sviluppare comportamenti compulsivi, come masturbazione compulsiva, gioco d’azzardo e shopping compulsivo, tipici comportamenti che determinano un forte rilascio di dopamina.

Vi sono altri motivi per cui si ingrassa dopo aver smesso di fumare ed esiste una correlazione tra il numero di sigarette fumate ed i chili presi; per approfondire leggi la seconda parte dell’articolo: Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare? (seconda parte)

I migliori prodotti per il fumatore che vuole smettere di fumare
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco e vuole perdere peso. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Secondo uno studio dell’università di Catania la sigaretta elettronica aiuta davvero a smettere di fumare

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREChi mi segue abitualmente sa che sono un ex fumatore e che non nutro particolare simpatia per le sigarette elettroniche, non ritenendole – parere personale – uno strumento davvero adeguato per smettere di fumare.

Tuttavia non sia mai che una ricerca che contraddice il mio modo di pensare non venga da me riferita: adoro la scienza proprio perché le opinioni e le ricerche sono tante ed a volte contrastanti ed è proprio questa divergenza a spingere l’uomo alla curiosità ed alla conoscenza! Ma veniamo alla nostra cara amata/odiata sigaretta elettronica!

Secondo uno studio dell’università di Catania la sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare: i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista americana Public Library of Sciences. L’8,7% dei volontari sottoposti ai test ha abbandonato il tabacco, di questi nel giro di un anno tre persone su quattro hanno rinunciato anche alla sigaretta elettronica. Pasquale Capponnetto, psicologo clinico fra gli autori allo studio, ha affermato: “La media italiana di cessazione dal fumo è solo dello 0,02%. Le nostre percentuali rappresentano dunque un grande successo”.

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