Valeriana in medicina: proprietà terapeutiche, fa male, controindicazioni

MEDICINA ONLINE VALERIANA ERBA GATTI NATURA FIORE COLORE VERDE PRATO STRESS TESTA INSONNIA DORMIRE MELATONINA TRANQUILLO NERVOSISMO ANSIA TACHICARDIA SISTEMA NERVOSO AIUTO DEPRESSIONE RILASSARE GOCCE COMPRESSE DOSE DOSAGGIO.jpgLa valeriana, conosciuta anche come “erba dei gatti”, è una pianta perenne diffusa nelle regioni più umide della Terra. Raggiunge più 1 metro di altezza, si caratterizza per i piccoli fiori bianco-rosei e per l’odore non molto Continua a leggere

Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare? (seconda parte)

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ITALIANI FUMARE E CIG ITA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei TestaQuella che state per leggere è la seconda parte di questo articolo (che vi consiglio di leggere prima): Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

7) SI SENTONO MEGLIO GLI ODORI
Gli odori che entrano nella cavità nasale attraverso le narici, raggiungono l’epitelio olfattivo, un sottile strato di cellule collocato in un’area ristretta della cavità nasale e vengono interpretati dai recettori olfattivi. Essi vengono danneggiati dal fumo di sigaretta quindi quando si cessa di inalare il fumo le cellule tornano ad essere pienamente efficienti quindi gli odori si sentono meglio: chi riesce a resistere al buon odore di un buon cibo?

8) LA NICOTINA AUMENTA LA SECREZIONE DEGLI ACIDI GASTRICI
La nicotina esplica anche un curioso effetto a livello gastrico in sinergia con altri componenti del fumo di tabacco. A pochi minuti dall’assunzione di fumo di tabacco si verifica un incremento del 15% della secrezione di HCl (acido cloridrico) da parte della mucosa gastrica. Questa potrebbe essere la ragione per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti, specie se abbondanti. Quindi la nicotina favorisce la digestione a livello gastrico e ciò si traduce in una migliore gestione del peso corporeo.

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9) LA NICOTINA VELOCIZZA IL TRANSITO INTESTINALE
La nicotina nel tabacco tende ad alterare la motilità intestinale nei fumatori di sigarette. In determinate dosi può anche avere un effetto lassativo e ciò può avere effetti benefici sul peso corporeo. Venendo a mancare tale effetto lassativo, può comparire stipsi che influisce negativamente sul nostro peso. Si parla di effetto “lassativo” ma ricordate: l’abuso cronico di sigarette, però, può fare aumentare le contrazioni spastiche dell’intestino e aggravare nel tempo la situazione di stitichezza.

Esiste una correlazione tra il numero di sigarette fumate ed i chili presi
Sembra che i chili presi in più siano proporzionali al numero di sigarette fumate: secondo uno studio americano eseguito su ex fumatrici, quelle forti (25 o più sigarette al giorno) crescevano di peso almeno del doppio delle fumatrici “leggere”. La mia esperienza personale ha confermato in pieno questo dato. Nell’ultimo periodo della mia dipendenza da nicotina, fumavo circa 25 sigarette al giorno e, come già prima accennato, sono ingrassato circa 10 kg. In ogni caso, dalle ricerche è stato rilevato che la gran parte dell’ingrassamento è dovuto principalmente all’aumento di cibo ingerito: nelle donne una media giornaliera di circa 230 calorie in più.
Giorno dopo giorno, si arriva così a un aumento medio calcolato di tre-cinque chili in pochi mesi, anche se molto dipende dalla variabilità individuale e dallo stile di vita in generale. Normalmente gli effetti complessivi sul peso si fanno vedere dopo il primo anno, massimo due, da quando si è smesso di fumare. Nella mia esperienza io ho raggiunto il “picco” di peso intorno al sesto mese dopo aver smesso di fumare, per poi tornale al peso precedente (che avevo nel momento in cui ho smesso) dopo poco più di un anno.

I migliori prodotti per il fumatore che vuole smettere di fumare
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco e vuole perdere peso. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Dipendenza e sindrome di astinenza da caffeina: cause, sintomi, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CAFFE CAFFEINA TAZZINA COLAZIONELa caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. La caffeina è, tecnicamente, una sostanza psicoattiva (anche detta “sostanza psicotropa“), cioè una sostanza chimica farmacologicamente attiva, dotata di azione psicotropa, ovvero capace di modificare lo stato psico-fisico del un soggetto che la assume, potendo agire sul sistema nervoso e su vari distretti dell’organismo, condizionando emozioni, memoria, attenzione, percezione, umore, coscienza, comportamento ed abilità intellettive e motorie. In particolare, la caffeina è una sostanza dall’effetto stimolante ed è la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo, venendo utilizzata sia a scopo ricreativo sia medicalmente. La caffeina è legale in tutti i paesi, a differenza di altre sostanze psicoattive (come la cocaina), considerate illegali. Rimane tuttavia il fatto che, come tutte le sostanze psicoattive, può generare assuefazione e tolleranza, inoltre – se si smette di assumerla improvvisamente – può generare sintomi e segni di craving (astinenza): in questo caso si parla di “dipendenza da caffeina” e”sindrome di astinenza da caffeina“. Molte persone che assumono numerosi caffè al giorno o che bevono grandi quantità di cola, sono dipendenti dalla caffeina senza nenanche saperlo: si accorgono della loro dipendenza solo se all’improvviso cessano di assumere la dose di caffeina giornaliera a cui sono abituati.

Cause

La dipendenza da caffeina si verifica quando il soggetto assume per lunghi periodi una grande quantità giornaliera di caffeina (in genere superiore ai 400/500 mg al giorno). La sindrome di astinenza da caffeina è causata dall’improvvisa cessazione dell’assunzione di caffeina (ad esempio smettendo di bere caffè o cola o di assumere bevande o integratori che la contengono), soprattutto se il soggetto era abituato da molto tempo ad assumere grandi quantità di caffeina ogni giorno.

Alimenti, bevande ed integratori contenenti caffeina

Sono numerosi gli alimenti, le bevande e gli integratori che possono contenere caffeina, tra cui:

  • tè;
  • cacao;
  • polvere
  • cioccolato;
  • caffè;
  • bibite tipo cola;
  • guaranà;
  • gelato al caffè;
  • alcune bevande energetiche;
  • integratori di caffeina;
  • alcuni integratori termogenici.

Per indicare gli alimenti e le bevande ad alta concentrazione di caffeina, si usa spesso l’espressione “alimenti nervini“. In piccole quantità la caffeina può ritrovarsi in molti alimenti “insospettabili”, tra cui: cereali, caramelle e dolciumi, prodotti da forno, liquori, gomme da masticare e sciroppi. Nel computo totale della caffeina giornaliera, quindi, bisogna inserire la caffeina assunta con tutti gli alimenti che la contengono e non solo calcolando i classici caffè giornalieri bevuti, altrimenti si rischia di sottostimare il valore della quantità assunta. Esempi di quantità di caffeina contenuta in alcune bevande ed alimenti molto diffusi, sono:

  • lattina di Coca Cola da 33 cl: circa 40 mg di caffeina;
  • tazzina di caffè espresso: 120 mg di caffeina;
  • tazza di tè: 50 mg di caffeina;
  • etto di cacao: circa 100 mg di caffeina.

Sintomi e segni

La sindrome di astinenza da caffeina include numerosi sintomi e segni, tra cui:

  • mal di testa;
  • senso di fastidio;
  • scatti d’ira;
  • stress;
  • agitazione;
  • difficoltà a concentrarsi;
  • difficoltà nella memoria;
  • difficoltà ad addormentarsi;
  • desiderio di “qualcosa”, senza riuscire bene ad indentificare “di cosa”;
  • desiderio impellente di assumere caffè o cola.

Nei casi più gravi, nei soggetti abituati ad assumere molta caffeina ogni giorno, si possono verificare:

  • tremolio;
  • senso di nausea;
  • vertigini;
  • sudori freddi.

La sindrome di astinenza da caffeina è considerata comunque una condizione benigna e passeggera e diventa un problema medico solo se essa interferisce con le normali attività del paziente, sociali, relazionali e/o professionali.

Leggi anche: Crisi d’astinenza e craving in medicina: significato, esempi, terapie, consigli

Terapia

I sintomi e segni di astinenza da caffeina, al contrario di quello che avviene per molte sostanza psicoattive illegali, sono in genere molto blandi e sopportabili, quindi nella maggioranza dei casi non serve alcuna terapia per superare una sindrome da astinenza da caffeina, se non il lasciar passare alcuni giorni senza assumere bevande, alimenti e/o integratori che contengono caffeina.

Prevenzione della dipendenza da caffeina e dell’intossicazione da caffeina

Per prevenire la dipendenza da caffeina e la sindrome di astinenza da caffeina, consiglio di non interromepre mai improvvisamente la cessazione delle fonti di caffeina a cui il soggetto è abituato, soprattutto se assume grandi quantità di caffeina e se la “dipendenza” da caffeina ha lunga data. Se si vuole interrompere l’assunzione di caffeina, meglio “scalare” la quantità di caffeina assunta, ad esempio diminuendo gradatamente il numero di caffè bevuti ogni giorno, nell’arco di alcuni giorni.

Per evitare di diventare dipendenti dalla caffeina, io raccomando di non assumere più di 400 mg di caffeina al giorno (2 o 3 caffè giornalieri) per lunghi periodi. Per evitare invece l’intossicazione da caffeina, il soggetto deve rimanere al di sotto della soglia di 1000 mg di caffeina assunti in un brevissimo tempo. L’intossicazione da caffeina può produrre una serie di sintomi e segni, tra cui:

  • tremori intensi;
  • tensione muscolare;
  • iperattività;
  • fotofobia;
  • cefalea;
  • grave insonnia;
  • stati maniacali;
  • allucinazioni uditive e/o visive.

I valori prima citati possono tuttavia variare, ad esempio in funzione del sesso, del peso corporeo, dell’abitudine ad assumere caffeina e della presenza di eventuali malattie o condizioni (ad esempio gravidanza). Per essere maggiormente precisi, ricordo che la quantità di caffeina che un adulto sano può assumere ogni giorno senza il rischio di effetti collaterali, è circa 5 mg/kg di peso corporeo, il che significa che una persona che pesa 60 kg può assumere teoricamente circa 300 mg di caffeina al giorno mentre una persona che pesa 80 kg può assumere teoricamente circa 400 mg di caffeina al giorno. Tenendo conto che ogni tazzina di caffè espresso contiene circa 120 mg di caffeina, io ai miei pazienti consiglio generalmente di bere non più di tre caffè al giorno (due se sono molto magri); superato questa quantità è da preferire il decaffeinato.

Ricordo al lettore che una assunzione eccessiva di caffeina può determinare o peggiorare varie patologie e condizioni, tra cui:

  • ipertensione arteriosa;
  • insonnia;
  • nervosismo cronico;
  • gastrite;
  • ulcera peptica;
  • reflusso gastro-esofageo;
  • aritmie;
  • tachicardia;
  • osteoporosi.

Proprietà positive della caffeina

Il mio consiglio rimane comunque quello di non eliminare completamente la caffeina dalla tua vita, ma di assumere una quantità moderata di caffè al giorno (massimo 3 caffè espressi al giorno in adulti sani), dal momento che il consumo moderato di caffeina ha alcuni vantaggi per l’organismo di un adulto sano: abbassa il rischio di malattie cardiache e diabete, aiuta la memoria e la concentrazione e previene la depressione e le ideazioni suicidarie.

La migliore selezione di tè, tisane e caffè

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

MEDICINA ONLINE DIETA UOMO PANCIA GRASSO DIMAGRANTE GRASSI CALORIE ATTIVITA FISICA SPORT DIMAGRIRE PERDERE PESODietro la difficoltà nel dire addio alle sigarette c’è spesso la paura di ingrassare. E in effetti la nicotina, la sostanza che crea la dipendenza dal tabacco, è anche tra i maggiori responsabili del temuto aumento di peso nel momento in cui cessa di essere assunta, cioè quando si smette di fumare.

Molti addirittura non smettono di fumare per la paura di ingrassare! Purtroppo non si tratta di una paura del tutto infondata, visto che sono numerosi gli studi che hanno dimostrato che quando si dice addio alle sigarette si tende ad accumulare dei chili di troppo, alcuni dicono 2 kg, altri dicono 6 kg. Io quando ho smesso di fumare sono aumentato di circa 10 kg in sei mesi e sono tornato ai livelli precedenti dopo circa un anno e mezzo rispetto a quando avevo smesso, ma solo con una dieta ipocalorica ferrea ed aumentando l’attività fisica.

Leggi anche: Smettere di fumare: quanto e per quanto tempo ingrasserò? L’esperienza mia e dei miei pazienti

Vi dico subito che smettere di fumare (sia le sigarette tradizionali che le elettroniche con nicotina) è la cosa migliore che voi possiate fare nella vostra vita quindi la paura di ingrassare non vi deve bloccare dal tentare di smettere! Come dicevo io stesso sono ingrassato di 10 kg, eppure in pochi mesi – con un po’ di impegno – sono riuscito a riperderli tutti tornando al mio peso forma. Quando faccio smettere un mio paziente, gli dico di concentrarsi inizialmente solo allo smettere di fumare, anche a costo di prendere qualche kg di massa grassa in più: sono successivamente, quando i sintomi di astinenza diminuiranno, cominceremo insieme un programma per tornare al peso forma.

Perché si ingrassa dopo aver smesso di fumare?

In questo articolo cominciamo con capire quali sono i motivi che ci fanno ingrassare dopo aver smesso, in modo che successivamente sapremo come muoverci per ritrovare il nostro peso forma. I motivi per cui ingrassiamo dopo aver smesso di fumare sono molteplici:

1) VIENE A MANCARE L’AUMENTO DEL METABOLISMO: SI BRUCIANO MENO CALORIE
Molti studi condotti sull’argomento hanno dimostrato che un adulto fumatore medio (10-12 sigarette al giorno) nel momento in cui smette di fumare ha una riduzione del metabolismo di circa 200 calorie quotidiane. Smettere di fumare un pacchetto di sigarette al giorno sembra che lo diminuisca di quasi 400 calorie! Ciò si spiega facilmente: la nicotina è un alcaloide facilmente assorbito dall’organismo che, oltre ad indurre dipendenza, esercita un potente effetto di accelerazione del metabolismo. Chi fuma brucia un po’ di calorie in più, rispetto ad un NON fumatore di uguale costituzione, dieta ed esercizio fisico. Un’azione che sembrerebbe simile a quella della caffeina, un altro noto stimolante del metabolismo, ma così non è. Il caffè ha un effetto transitorio, ed è tanto più stimolante quanto più il suo consumo è sporadico, altrimenti l’organismo si assuefà diminuendone l’efficacia. Al contrario, la nicotina accelera il metabolismo finché si ha l’abitudine al fumo e quando si smette inevitabilmente il metabolismo rallenta. Facendo i dovuti distinguo, è un po’ come succede agli ipertiroidei quando vengono “normalizzati” dai farmaci o agli sportivi che si mettono a condurre una vita sedentaria: il dispendio energetico diminuisce bruscamente ma le abitudini alimentari rimangono le stesse. E, inevitabilmente, l’ago della bilancia sale.

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2) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANORESSIZZANTE: AUMENTA L’APPETITO
La nicotina ha un’azione anoressizzante di conseguenza una volta abbandonate le sigarette l’appetito giustamente aumenta. L’appetito aumenta anche per motivi legati alla chimica delle ghiandole salivari e delle papille gustative.

3) VIENE A MANCARE IL GESTO DI INTRODURRE QUALCOSA IN BOCCA
Gli ex fumatori lo sanno bene: esiste anche un fattore psicologico che può contribuire all’aumento di peso e riguarda l’aspetto orale del fumo. Si ha la necessità di sostituire la sigaretta con qualcos’altro, col rischio di “mangiucchiare” in continuazione, aumentando così l’introito energetico.

4) IL NERVOSISMO CI INDUCE A MANGIARE ALIMENTI GUSTOSI ED IPERCALORICI
Non appena la nicotina entra in corpo, questa viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna, tramite la quale arriva al sistema nervoso. In genere, giunge al cervello in circa sette secondi, dove agisce sui recettori dell’acetilcolina. A basse concentrazioni aumenta l’attività di questi recettori portando ad un aumento della produzione di adrenalina, un ormone stimolante. A concentrazioni elevate la nicotina blocca il recettore dell’acetilcolina e questa è la ragione della sua tossicità e della sua efficacia come insetticida. Oltre a ciò, la nicotina aumenta il livello di dopamina nei circuiti cerebrali del piacere. Questa genera una sensazione di piacere con un meccanismo analogo a quello innescato dalla cocaina e dall’eroina. La dipendenza da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Quando si smette di fumare, calano i livelli di dopamina e ci sentiamo nervosi così cerchiamo tutti quegli alimenti che riportano in alto la concentrazione di molecole che ci fanno stare bene: i cibi ipercalorici!

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5) LE CELLULE DELLA LINGUA RINASCONO: SI SENTONO MEGLIO I SAPORI
Le papille gustative subiscono una modificazione nei fumatori e diventano meno attive, quindi i sapori si sentono meno bene. Smettendo di fumare si sentono meglio i sapori e purtroppo un bel piatto di pasta al sugo diventa in pochi giorni decisamente molto più gustoso di quando si fumava, invogliandoci a mangiarlo!

6) VIENE A MANCARE L’AZIONE ANTIDEPRESSIVA DELLA NICOTINA
La nicotina contenuta nelle sigarette agisce come antidepressivo tramite la stimolazione del rilascio di dopamina e norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina (come il farmaco Champix) ha mostrato proprietà antidepressive. Quando si smette di fumare, il venire a mancare l’effetto antidepressivo della nicotina può determinare uno stato depressivo nel paziente. Dal momento che l’atto di mangiare, specie cibi grassi e ipercalorici, induce il rilascio di molecole che inducono sensazioni piacevoli come la dopamina, l’ex fumatore tende a mangiare di più per ripristinare le scorte di dopamina a cui era abituato quando fumava ed evitare lo stato depressivo. Per lo stesso motivo quando si smette di fumare aumenta il rischio di sviluppare comportamenti compulsivi, come masturbazione compulsiva, gioco d’azzardo e shopping compulsivo, tipici comportamenti che determinano un forte rilascio di dopamina.

Vi sono altri motivi per cui si ingrassa dopo aver smesso di fumare ed esiste una correlazione tra il numero di sigarette fumate ed i chili presi; per approfondire leggi la seconda parte dell’articolo: Per quali motivi si ingrassa dopo aver smesso di fumare? (seconda parte)

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