Differenza tra popolo e popolazione

MEDICINA ONLINE MONDO SPAZIO SFERA TERRA PIANETA UNIVERSO DIO ROMA MILANO EUROPA NAZIONE STATO MARI LUCE SOLE NASA LUNA STELLA SATELLITE PERSONE UMANITA STORIA SPACE UNIVERSE PLANET EARTPopolo e popolazione, spesso, vengono utilizzati come sinonimi. In effetti, i termini hanno un significato diverso da quello per il quale vengono usati indifferentemente. Dietro la semplice parola “popolo” esiste la storia di uomini che, per arrivare ad essere considerati tali, hanno lottato e creduto in un ideale. Il popolo, infatti, è un insieme individui che sono cittadini di uno stato di cui ne detengono la sovranità. Questo potere lo esercitano tramite l’elezione dei propri rappresentati in sede di governo che amministrano settori importanti come sanità, istruzione, difesa e ordine pubblico tramite forze di polizia. Popolazione, invece, è l’insieme di persone presenti sul territorio dello Stato.

Il popolo, quindi, comprende persone che si sentono legate da un passato trascorso su un territorio, condividendo tradizioni e vicende storiche di quest’ultimo. Il significato è abbastanza complesso. Si pensi a quante lotte e rivoluzioni sono state fatte in nome dell’affermazione di un’identità territoriale. Il popolo sente questo sentimento di comunione tra individui che insieme hanno dato vita a una storia. Per questo non è da confondere con popolazione. Quest’ultimo è un termine di vedute più larghe. Per questo, è necessaria una corretta distinzione tra popolo e popolazione.

La popolazione fa riferimento ad individui che abitano un territorio. Un esempio concreto è dato dal termine popolazione mondiale. Persone, quindi che abitano il pianeta ma che non necessariamente sono legate da comuni ideali. Il termine popolazione di un territorio è più geografico. In un paese, molti individui ci abitano per motivi di studio o lavoro ma non ne sono cittadini. Quindi, in quel momento contribuiscono a rappresentare la popolazione. Il termine è propriamente geografico che non implica coinvolgimenti sentimentali o ideali. Il censimento, ad esempio, è un mezzo attraverso il quale si monitorizza la popolazione. Tramite esso si ha una visione globale dell’andamento del territorio su cui lo Stato ha la sovranità e delle persone che lo abitano.

La corretta distinzione tra popolo e popolazione è utile anche a capire cosa significa il termine “Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione”. Questa frase è scritta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli. L’affermazione indica che il popolo deve avere organizzato anche politicamente. Per avere ordine sociale ed economico e progredire ci deve essere un’adeguata separazione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il popolo stesso, tramite la sovranità di cui dispone, elegge i propri rappresentanti deputati a svolgere queste funzioni.

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Quante persone vivono a Roma, a Milano in Italia, in Europa e nel mondo?

MEDICINA ONLINE MONDO SPAZIO SFERA TERRA PIANETA UNIVERSO DIO ROMA MILANO EUROPA NAZIONE STATO MARI LUCE SOLE NASA LUNA STELLA SATELLITE PERSONE UMANITA STORIA SPACE UNIVERSE PLANET EARTH WALLPAPERRoma vivono 4.340.474 abitanti (dati ISTAT 2016); la superficie della città è 5.363,28 km²; la densità abitativa è 809,29 abitanti per km².

A Milano vivono 1 368 590 (dati Comune di Milano); la densità abitativa è 1939 abitanti per km².

In Italia la popolazione è di 60 milioni 656 mila residenti (dati ISTAT 2016); gli stranieri sono 5 milioni 54 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione totale (+39 mila unità rispetto all’anno precedente). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti rispetto all’anno precedente.

Secondo i dati delle Nazione Unite, nel 2007 la popolazione dell’Europa ammontava a circa 731 milioni di abitanti, saliti a 738.200.000 abitanti nel 2010 (dati ONU) e 743,1 milioni nel 2015.

Attualmente (marzo 2017) la popolazione mondiale ammonta a circa 7 miliardi e mezzo di persone, più precisamente 7.507.088.343, secondo il sito con statistiche in tempo reale consultabile su: Worldometers.info.

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Differenza tra prevenzione primaria, secondaria, terziaria e quaternaria con esempi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MORBO ALZHEIMER PSICOSOCIALE COGNITIVO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneCon “prevenzione” si intende un ampio gruppo di attività, azioni ed interventi che mira a promuovere la salute dell’individuo e della collettività riducendo:

  • la morbilità (il numero di malati in un dato periodo e gruppo);
  • la mortalità;
  • gli effetti dovuti a determinati fattori di rischio o ad una certa patologia (“profilassi”).

Tali obiettivi si ottengono con una serie di attività che non sono necessariamente mediche, ad esempio anche l’educazione alimentare nelle scuole è una forma di prevenzione, dal momento che i giovani studenti – imparando a mangiare in modo sano – avranno un minor rischio di sviluppare sovrappeso ed obesità, fattori di rischio per diabete, ipertensione, infarto del miocardio ed ictus cerebrale. Anche le campagne antifumo sono una forma di prevenzione di tutte le patologie correlate alla sigaretta, come il tumore del polmone e del pancreas. Iscrivere il proprio figlio a scuola nuoto è un altro esempio di prevenzione, perché una adeguata attività fisica previene le patologie cardiovascolari e polmonari. La prevenzione coinvolge quindi varie figure e professioni in campo sanitario ma non solo: medico, infermiere, fisioterapista, insegnante, psicologo, psicoterapeuta, genitore. In realtà virtualmente qualsiasi cittadino di uno Stato partecipa in ogni momento, direttamente o indirettamente, alla “prevenzione”.

Obiettivi

Gli obiettivi della prevenzione sono principalmente cinque:

  1. evitare la malattia nel singolo e nella popolazione;
  2. controllare la diffusione delle malattie nelle popolazioni;
  3. eradicare le malattie;
  4. favorire il reinserimento familiare, sociale e lavorativo del malato;
  5. aumentare la qualità della vita del malato.

Non tutti questi obiettivi sono oggi realisticamente raggiungibili. Esistono tre livelli di prevenzione, che si riferiscono ad atti e fasi diverse: primario, secondario e terziario. Ogni livello agisce in sinergia con gli altri due per raggiungere gli obiettivi prima elencati.

Prevenzione primaria

La prevenzione primaria è la forma principale di prevenzione, il suo obiettivo è l’adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre a monte l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole. Lo scopo è quindi quello di evitare che una malattia si presenti, in individui sani. In parole semplici: “la malattia ancora non c’è e si vuole prevenirne la comparsa“. La maggior parte delle attività di promozione della salute verso la popolazione sono di questo tipo, in quanto mirano a ridurre i fattori di rischio da cui potrebbe derivare un aumento dell’incidenza di quella patologia. Frequentemente la prevenzione primaria si basa su azioni a livello comportamentale o psicosociale (educazione sanitaria, interventi psicologici e psico-educativi di modifica dei comportamenti, degli atteggiamenti o delle rappresentazioni). Esempi di prevenzione primaria sono rappresentati dalle campagne antifumo promosse dai governi, dall’educazione alimentare nelle scuole, dalla vaccinazione. Anche il semplice gesto di lavarsi le mani rappresenta un tipo di prevenzione primaria, da ciò si intuisce quanto sia importante il ruolo dei genitori e dei maestri nei primi anni di vita del bambino, per lo sviluppo di una corretta educazione alla salute.

Prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria riguarda invece individui clinicamente sani che presentano un danno biologico già in atto, con lo scopo di guarire la lesione prima che la malattia si manifesti clinicamente. In parole semplici: “la malattia c’è già ma si vuole diagnosticarla il più presto possibile, ancora prima che il paziente si accorga di averla“. Lo strumento della prevenzione secondaria è la diagnosi precoce, la cui attuabilità e la cui utilità differiscono a seconda delle caratteristiche delle varie malattie. Lo strumento cardine è lo screening, che permette la precocità di intervento e aumenta le opportunità terapeutiche, migliorandone la progressione e riducendo gli effetti negativi. Un esempio di prevenzione secondaria è lo svolgimento del Pap test e la mammografia nella popolazione femminile sana o il controllo della prostata negli uomini adulti, principalmente allo scopo di prevenire varie forme di tumore.

Per approfondire leggi: Test di screening: cos’è, definizione, prevenzione, esempi

Prevenzione terziaria

Con “prevenzione terziaria” si indica non tanto la prevenzione della malattia in sé, bensì dei suoi esiti più complessi. Nella prevenzione primaria, in parole semplici, la malattia è già presente e lo scopo di questo terzo livello di prevenzione è quello di evitare il più possibile le complicanze, le probabilità di recidive e la morte anche se – se prendiamo quest’ultimo caso – tutti i trattamenti terapeutici sono in un certo senso “prevenzione”, perché ovviamente sono tutti mirati all’evitare il decesso del paziente. Con prevenzione terziaria si intende anche la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali consequenziali ad uno stato patologico o disfunzionale ed il miglior reinserimento del malato nel contesto familiare e sociale. Esempi di prevenzione terziaria sono tutte quelle misure riabilitative e assistenziali, volte al reinserimento familiare, sociale e lavorativo del malato, e all’aumento della qualità della sua vita (ad esempio misure di riabilitazione motoria; supporto psicologico; ecc.) .

Prevenzione quaternaria

Parallelamente alle tre forme di prevenzione appena citate, se ne sta diffondendo un quarto tipo, la “prevenzione quaternaria”, che indica la prevenzione di forme di iper-medicalizzazione, cioè del così detto “accanimento terapeutico”.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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