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Enterogermina per gonfiore, diarrea e dolori addominali: foglietto illustrativo
La flora batterica intestinale costituisce una vera e propria barriera difensiva nei confronti di batteri dannosi. Il suo equilibrio può essere danneggiato da infezioni intestinali, intossicazioni, disordini alimentari, alterazioni della dieta, uso di antibiotici. Questo squilibrio si manifesta con diarrea, dolori addominali, aumento dell’aria nell’intestino.
Enterogermina è un preparato costituito da una sospensione di spore di Bacillus clausii, ospite abituale dell’intestino, privo di potere patogeno. Si usa per:
- Cura e profilassi del dismicrobismo intestinale e conseguenti disvitaminosi endogene.
- Terapia coadiuvante il ripristino della flora microbica intestinale, alterata nel corso di trattamenti antibiotici o chemioterapici.
- Turbe acute e croniche gastro-enteriche dei lattanti, imputabili ad intossicazioni o a dismicrobismi intestinali e a disvitaminosi.
Controindicazioni: quando non dev’essere usato Enterogermina?
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Precauzioni per l’uso
Nel corso di una terapia con antibiotici, si consiglia di somministrare Enterogermina nell’intervallo fra l’una e l’altra somministrazione di antibiotico.
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Interazioni: quali farmaci o alimenti possono modificare l’effetto di Enterogermina?
Non sono conosciuti medicinali o alimenti che possono modificare l’effetto di Enterogermina. Informare comunque il medico se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.
Avvertenze
È importante sapere che: Se si osserva l’eventuale presenza di corpuscoli, ossia di minuscole particelle nei flaconcini di Enterogermina, ciò non significa che il prodotto sia alterato, ma si tratta soltanto di aggregati di spore di Bacillus clausii.
Cosa fare durante la gravidanza e l’allattamento
Enterogermina può essere usata durante la gravidanza e l’allattamento. Chiedere comunque consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Enterogermina non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Posologia
- Adulto: 2 – 3 flaconcini al giorno o 2 – 3 capsule al giorno
- Bambini: 1 – 2 flaconcini al giorno o 1 – 2 capsule al giorno
- Lattanti: 1 – 2 flaconcini al giorno
Attenzione: non superare le dosi indicate senza il consiglio del medico.
Quando e per quanto tempo
Assumere Enterogermina a intervalli regolari durante la giornata. Consultare il medico se il disturbo si presenta ripetutamente o se avete notato un qualsiasi cambiamento recente delle sue caratteristiche. Attenzione: usare solo per brevi periodi di trattamento.
Modalità di assunzione:
- Flaconcini. Questo medicinale è per esclusivo uso orale. Non iniettare né somministrare in nessun altro modo. È opportuno agitare prima dell’uso. Per aprire il flaconcino ruotare la parte superiore e staccarla. Assumere il contenuto tal quale o diluirlo in acqua o altre bevande (es. latte, te, aranciata). Una volta aperto, assumere il farmaco entro breve tempo per evitare l’inquinamento della sospensione.
- Capsule. Deglutire le capsule accompagnate da un sorso d’acqua o altre bevande. Specialmente nei bambini più piccoli, in caso di difficoltà a deglutire le capsule rigide, è opportuno impiegare la sospensione orale.
Sovradosaggio: cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Enterogermina
Dosi eccessive di Enterogermina di norma non provocano effetti collaterali. È bene comunque attenersi alle dosi consigliate. In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Enterogermina avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale.
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Cosa fare se si è dimenticato di prendere una o più dosi?
Non vi sono particolari problemi. È bene comunque ricordare che l’assunzione corretta e scrupolosa del medicinale favorisce l’effetto terapeutico.
Effetti dovuti alla sospensione del trattamento
Non sono segnalati particolari effetti, se non il mancato effetto terapeutico.
Effetti Indesiderati
Come tutti i medicinali Enterogermina può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino. Durante la commercializzazione del prodotto, sono stati riportati casi di reazioni di ipersensibilità, compresi rash e orticaria. Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.
Scadenza e Conservazione
Scadenza: vedere la data di scadenza riportata sulla confezione. La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato. Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza riportata sulla confezione. Conservare a temperatura inferiore a 30° C.
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Contrazione involontaria della palpebra: il blefarospasmo essenziale
Il blefarospasmo essenziale è una contrazione involontaria che causa la chiusura a intermittenza e spesso completa delle palpebre.
Che cos’è il blefarospasmo essenziale?
Il blefarospasmo essenziale è una patologia che colpisce entrambi gli occhi(bilaterale, cioè in modo asimmetrico) e si manifesta soprattutto in età avanzata. La chiusura involontaria delle palpebre può essere continua o intermittente. La frequenza del battito aumenta notevolmente nel corso degli anni fino a portare a una reale limitazione della vista per l’incontrollabilità dello spasmo.
Quali sono le cause del blefarospasmo essenziale?
Non è ancora chiara quale sia la causa del blefarospasmo, ma si ritiene che sia collegato a un cattivo funzionamento di alcune strutture nervose poste alla base del cervello, i gangli della base, che giocano un ruolo importante nel controllo dei movimenti.
Anche alcuni farmaci (neurolettici, antistaminici, dopaminergici, anticonvulsivi, pilocarpina, carbacolo, alcuni anestetici) possono causare blefarospasmo.
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Quali sono i sintomi del blefarospasmo essenziale?
Inizialmente il blefarospasmo essenziale si manifesta con sensibilità alla luce, secchezza dell’occhio e aumento della frequenza dell’ammiccamento. Lo stress può peggiorare i sintomi.
Diagnosi
La diagnosi di blefarospasmo viene effettuata sulla base di una visita medica dopo aver esaminato tutte le possibili cause secondarie di patologie oculari (blefarite, trichiasi, patologie corneali, glaucoma, uveiti, occhio secco).
Nel caso di sospetto di cause neurologiche si ricorre a imaging neurologico che esclude patologie della regione ponto cerebellare.
Trattamenti
La terapia si basa sulla chemodenervazione chimica con sedute cicliche con tossina botulimica.
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Spasmi muscolari e mioclonie: come si fa la diagnosi?
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, vi consiglio di leggere: Spasmi muscolari e mioclonie: cause, diagnosi e cura delle contrazioni involontarie
Le mioclonie costituiscono un problema molto complesso e variegato per cui la diagnosi – ossia l’individuazione dell’esatta causa a monte che le scatena – può risultare cosa non facile e talvolta addirittura impossibile, come nel caso delle mioclonie idiopatiche, dove la causa resta sconosciuta ed il trattamento diventa solamente sintomatico. Il protocollo diagnostico per individuare la causa delle mioclonie, procede per esclusione ed è solitamente il seguente:
- Esame obiettivo ed anamnesi: il medico procederà con una visita medica generale e vi chiederà una serie di informazioni riguardo le patologie di cui avete sofferto e le modalità di insorgenza del sintomo.
- Elettroencefalografia. La sua rappresentazione grafica è l’elettroencefalogramma che una registrazione delle attività elettriche cerebrali. Il tutto viene realizzato con una speciale attrezzatura nota come elettroencefalografo. Anomalie del tracciato dell’elettroencefalogramma sono indicative di compromissioni neurali .
- Risonanza magnetica: essa fornisce una immagine dei tessuti molli contenuti nella scatola cranica e serve ad escludere presenza di tumori e compromissioni delle aree che possono indurre il mioclone.
- Elettromiografia. Serve a fornire dettagli sulla corretta funzionalità sia dei muscoli scheletrici che dei nervi periferici (ossia al di fuori del cervello e midollo spinale).
- Test di funzionalità epatica, renali, e tossicologici. Per escludere eventuali insufficienze o abuso di sostanze.
Leggi anche:
- Spasmi muscolari e mioclonie: da cosa sono causati?
- Spasmi muscolari e mioclonie: cura, trattamento e rimedi
- Morbo di Parkinson: cause, sintomi, decorso, terapie
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- I muscoli: come sono fatti, come funzionano e cosa rischiano quando ti alleni
- Differenza tra catabolismo, anabolismo, metabolismo basale e totale
- Muscoli respiratori volontari ed involontari
- Stiramento muscolare: sintomi, rimedi e prevenzione
- Morbo di Alzheimer: cause, sintomi, decorso, terapie
- Demenza senile: cause, sintomi, decorso e cure
- Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): cause, sintomi, diagnosi e prognosi
- Sclerosi multipla: cause, sintomi, diagnosi e prognosi
- Differenze tra sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla
- Atrofia muscolare progressiva: cause, sintomi, cura, aspettativa di vita
- Differenze tra atrofia muscolare progressiva e sclerosi laterale amiotrofica
- Sistema nervoso: com’è fatto, a che serve e come funziona
- Differenza tra morbo di Alzheimer, demenza senile, vascolare e reversibile
- Differenza tra morbo di Alzheimer e morbo di Parkinson: sintomi comuni e diversi
- Cervelletto: anatomia esterna ed interna
- Cervelletto: le lesioni cerebellari più comuni
- Le funzioni del cervelletto: apprendimento e correzione dei movimenti del corpo
- Perché vengono i crampi? Cosa sono, come prevenirli e come farli passare?
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Spasmi muscolari e mioclonie: cura, trattamento e rimedi
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, vi consiglio di leggere: Spasmi muscolari e mioclonie: cause, diagnosi e cura delle contrazioni involontarie
Per impedire il ripresentarsi delle mioclonie, è importante diagnosticare la causa che le provoca e curare quella: ad avvenuta guarigione il segno sparirà. Naturalmente non sempre ciò è possibile, anzi alcune cause di mioclonie – allo stato attuale della ricerca – non hanno ancora una cura definitiva. Diventa quindi importante una terapia di tipo sintomatico, cioè che tende a diminuire e mantenere sotto controllo il problema. I farmaci che vengono utilizzati a tale scopo sono i tranquillanti e gli anticonvulsivanti. I tranquillanti usati appartengono alla categoria delle benzodiazepine ed il più comune è a base di clonazepam. Gli anticonvulsivanti sono quelli utilizzati per sedare le crisi epilettiche. I più comuni sono primidone ed acido valproico.
Clonazepam
E’ il principale farmaco per trattare il mioclono, soprattutto alcuni tipi di mioclono d’azione. Il clonazepam è un tranquillante ed il suo dosaggio è di solito incrementato fino a che il paziente migliori o fino a quando gli effetti collaterali diventano nocivi (sonnolenza e perdita di coordinazione sono i più comuni). Gli effetti vantaggiosi del medicinale possono cronicamente diminuire nel tempo se la persona sviluppa tolleranza allo stesso.
Anticonvulsivanti
Alcuni dei medicinali usati per il mioclono, come i barbiturici, la fenitoina e il primidone sono anche usati per trattare l’epilessia. I barbiturici rallentano il sistema nervoso centrale e provocano tranquillità ed effetti anticonvulsivi. La fenitoina e il primidone sono efficaci farmaci anticonvulsivi, sebbene la fenitoina possa causare insufficienza epatica o avere altri effetti dannosi a lungo termine in pazienti affetti da PME. Il sodio valproato è una terapia alternativa per il mioclono e può essere usata sia da sola sia in combinazione con il clonazepam. Benché entrambi abbiano efficacia nei casi di mioclono, alcune persone hanno reazioni avverse nei confronti di questi farmaci.
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Serotonina e mioclono
Alcuni studi hanno mostrato che dosi di 5-idrossitriptofano (5-HTP), aumentando il livello di serotonina, portano al miglioramento del mioclono d’azione e della PME. D’altra parte, studi diversi dimostrano che la terapia con 5-HTP non è efficace in tutti i pazienti e in certi casi può peggiorarne le condizioni. Queste differenze nel trattamento non sono ancora state spiegate ma possono offrire importanti indizi sulle anormalità di fondo sui recettori di serotonina.
Azione sinergica di più farmaci
Le complesse origini del mioclono possono richiedere l’utilizzo di più farmaci per un trattamento efficace. Sebbene alcuni di essi abbiano un effetto limitato se assunti singolarmente, possono averne uno decisamente superiore se uniti a farmaci che agiscono su diversi percorsi o meccanismi del cervello. In alcune persone l’efficacia dei farmaci antimioclonici può essere incrementata da terapie ormonali. Combinando diversi medicinali gli scienziati sperano comunque di raggiungere un controllo sempre migliore dei sintomi mioclonici.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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