Calcolo bloccato nell’uretere: sintomi, espulsione, operazione

MEDICINA ONLINE APPARATO URINARIO RENI URETRA URETERI URETERE DIFFERENZA URINA AZOTEMIA PENE VAGINA ORIFIZIO SCORIE VESCICA TUMORI TUMORE CANCRO DIAGNOSI CISTOSCOPIA ECOGRAFIA UOMO DONNAI calcoli urinari sono delle formazioni cristalline di varia grandezza, dure, composte principalmente da sali minerali (come calcio ed acido urico) che Continua a leggere

Sangue nelle urine (ematuria): iniziale, terminale, microscopica e macroscopica asintomatica

MEDICINA ONLINE URINA SCURA CHIARA COLORE MALATTIE RENI SALUTECon “ematuria” in medicina si intende la presenza di sangue nelle urine. A seconda della quantità di sangue si distinguono due tipi principali di ematuria:

Macroematuria (o ematuria macroscopica)

L’ ematuria è macroscopica quando il quantitativo di sangue eliminato è così elevato da modificare macroscopicamente il colore delle urine, le quali tendono ad assumere un aspetto da francamente rosso a marrone, a seconda della quantità di sangue presente.

  • Un’ematuria franca (color rosso) indica un considerevole sanguinamento in atto,
  • l’ematuria “a lavatura di carne” indica un lieve sanguinamento,
  • l’ematuria color “marsala” o “coca-cola” può indicare un sanguinamento pregresso oltre che alla emoglobinuria.

Sono sufficienti 2 millilitri si sangue in un litro di urina per causare un cambiamento visibile del colore.

Microematuria (o ematuria microscopica)

L’ematuria è microscopica quando il quantitativo di sangue eliminato è modesto e non modifica il colore delle urine, che rimangono del loro classico colore giallastro. Dal momento che la microematuria non porta a tracce di sangue visibili ad occhio nudo, viene diagnosticata solo con un esame delle urine, effettuabile con le strisce reattive o con l’esame microscopico del sedimento urinario dopo centrifugazione. In quest’ultimo caso per parlare di microematuria è necessaria la presenza di almeno 5 globuli rossi per campo microscopico all’ingrandimento di 40X.

L’ematuria può inoltre essere:

  • sintomatica: quando determina sintomi nel paziente.
  • asintomatica: quando non determina sintomi nel paziente.

Se la microematuria è asintomatica (cioè il paziente non prova alcun sintomo, ad esempio il dolore) accade spesso che la microematuria venga diagnosticata per puro caso, durante una analisi delle urine effettuata per altri motivi. L’ematuria microscopica può essere accompagnata dai sintomi irritativi urinari (frequenza, urgenza, nicturia, ovvero quelli della cistite), nel qual caso suggerisce un’origine infiammatoria, oppure essere l’unico sintomo, per cui viene detta ematuria “a ciel sereno”.

In base alla frequenza di ematuria (distanza tra diversi episodi di ematuria), si distinguono:

  • ematurie continue: l’ematuria si verifica ad ogni emissione di urina;
  • ematurie periodiche: a comparsa in parte prevedibile;
  • ematurie intermittenti: a comparsa imprevedibile.

Infine l’ematuria può essere distinta in base al momento di comparsa durante la minzione:

  • ematuria iniziale: il sangue è presente solo nella fase iniziale della minzione (poi l’urina torna normale), il che suggerisce un’origine prostatica o uretrale del sanguinamento;
  • ematuria terminale: il sangue è presente solo nella fase terminale della minzione (l’urina era inizialmente normale);
  • ematuria totale (od omogenea): il sangue è presente in modo omogeneo durante tutta la minzione.

Se il sangue durante la minzione è presente solo all’inizio (ematuria iniziale) o alla fine (ematuria terminale) è probabile che il sanguinamento abbia un’origine bassa: dall’uretra, dalla prostata o dal collo vescicale. Quando invece il sangue è presente in modo omogeneo durante la minzione (ematuria “totale”) abbiamo verosimilmente a che fare con un problema con sede più alta: reni, ureteri o vescica.

La presenza o l’assenza di coaguli (ovvero di grumi di sangue) può aiutare nella diagnosi differenziale: . Non sono mai presenti nelle ematurie renali di pertinenza nefrologica e quando hanno una forma filiforme posso indicare un’origine alta del sanguinamento.

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Cause di ematuria

Dal momento che il sanguinamento che determina l’ematuria può avvenire virtualmente in qualsiasi parte del vasto apparato urinario, le cause di ematuria sono pertanto molteplici e le manifestazioni possono essere diverse a seconda del tessuto interessato. In caso di causa urologica, i tratti del sistema renale potenzialmente interessati sono:

  • rene;
  • pelvi/ureteri (cioè i collegamenti tra rene e vescica);
  • vescica;
  • prostata;
  • uretra.

Esistono anche delle cause non urologiche di ematuria:

  • Terapie con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti.
  • Malattie sistemiche (patologie emorragiche, anemia falciforme, policitemia vera e poliglobulie in genere, emopatie a decorso acuto).
  • Cause extraurogenitali: per presenza di neoplasie intestinali o ginecologiche con infiltrazione delle vie urinarie; molto raramente durante forme infiammatorie intestinali (appendicite, diverticolite, morbo di Crohn, colite ulcerosa).
  • Ematuria da esercizio fisico: tipica dei giovani.
  • Ematuria idiopatica: è un sanguinamento in cui semplicemente non è possibile identificare la causa.

Sanguinamento renale

I globuli rossi possono provenire dai glomeruli renali. In questo caso essi subiscono delle modificazioni durante il passaggio nei tubuli renali e all’esame microscopico del sedimento urinario essi risulteranno essere globuli rossi mal conservati. In tal caso si parla di ematuria glomerulare ed essa è di norma conseguenza di un danno glomerulare o di una glomerulonefrite. I globuli rossi provenienti dal rene possono aggregarsi e formare dei cilindri ematici patognomonici (cioè caratteristici) di ematuria glomerulare e quindi di glomerulonefrite. La diagnosi si pone in base all’anamnesi che rileva le caratteristiche del sanguinamento, alla ecografia renale, che esclude altre cause, alle caratteristiche dei globuli rossi all’esame microscopico del sedimento urinario. Una diagnosi più approfondita richiede la biopsia renale. La presenza di macroematuria glomerulare è un sintomo da considerare accuratamente in quanto può essere segno di attivazione di una glomerulonefrite che può sfociare in insufficienza renale acuta ed altri sintomi gravi. Più raramente il sanguinamento renale è causato dalla rottura di una cisti. Ciò accade specie nei soggetti affetti da rene policistico e, seppur raramente, il sanguinamento in tal casi può essere molto abbondante. Il sanguinamento renale può anche essere dovuto a un tumore renale. In questo caso l’ematuria è spesso microscopica. Una rara causa di sanguinamento renale è la necrosi papillare, cioè la necrosi di una delle papille renali. Le cause più frequenti di necrosi papilare sono l’abuso di farmaci analgesici e l’anemia drepanocitica, detta anche drepanocitosi o anemia a cellule falciformi. Nei casi di rottura di cisti, tumore renale e necrosi papillare, i globuli rossi non subiscono modificazioni durante il passaggio attraverso i tubuli renali e pertanto saranno di norma visibili al microscopio come globuli rossi ben conservati. Esistono altre cause rare di ematuria di provenienza renale. Fra questa la sindrome dello schiaccianoci (nutcracker syndrome). In questa condizione, malformativa e frequentemente benigna, la vena renale sinistra viene “schiacciata” fra l’aorta addominale e la arteria mesentericasuperiore. L’aspetto dei vasi alla arteriografia, con un po’ di fantasia, può ricordare uno schiaccianoci. La diagnosi si sospetta con l’ecografia renale e si conferma con la venografia o con la Angio-Risonanza Magnetica Nucleare (angio RMN) addominale. Solo in rari casi questa sindrome si associa ad ematurie frequenti, dolori lombari e, a volte, proteinuria: in tali casi la terapia è chirurgica

Loin pain-hematuria syndrome

La Loin pain-hematuria syndrome è una sindrome caratterizzata da microematuria o a volte macroematuria con globuli rossi mal conservati e dolori al fianco (di norma all’angolo costo-vertebrale). Essa è tipica delle donne giovani e le cause sono ignote. La diagnosi è per lo più per esclusione di altre patologie. L’ipercalciuria (cioè l’eccessiva eliminazione di calcio con le urine) e l’iperuricosuria (cioè l’eccessiva eliminazione di acido urico con le urine) possono causare una micorematuria di provenienza renale, ma con globuli rossi ben conservati. La diagnosi si pone con il dosaggio del calcio o dell’acido urico nelle urine emesse nelle 24 ore, dopo aver escluso altre patologie con appropriate indagini.

Sanguinamento pelvico e ureterale

Il più delle volte esso è dovuto a un calcolo. Se il calcolo è nella pelvi renale può non dare alcun sintomo, anche se di grandi dimensioni, ma il suo attrito con la parete pelvica spesso determina piccole perdite di sangue evidenziabili come microematuria, o più raramente, con episodi di macroematuria senza dolori colici. Se invece il calcolo si impegna nell’uretere di norma compare il dolore tipico della colica renale e questo può associarsi a micro o macroematura dovuta alla lesione della parete ureterale da parte del calcolo. Se il calcolo ostruisce l’uretere in maniera completa il dolore e l’ematuria possono cessare in quanto l’urina non defluisce dal rene “ostruito” dal calcolo. Questa condizione, a volte insidiosa, può essere evidenziata con una ecografia renale, di norma è necessario completare le indagini con una urografia o una uroTAC. Ematuria pelvica od ureterale può essere dovuta a tumori della pelvi o dell’uretere, che tuttavia sono relativamente rari.

Sanguinamento vescicale

La maggior parte delle ematurie originano dalla vescica, specie nelle donne e nelle persone anziane. Poiché le ematurie vescicali possono comportare la formazione di coaguli eliminati durante la minzione, una ematuria con coaguli orienta la diagnosi verso un sanguinamento vescicale. Fra le cause di sanguinamento vescicale la più frequente è la cistite, di solito dovuta a infezione batterica (soprattutto nel sesso femminile e nelle donne giovani). Esistono tuttavia altre cause di cistite e fra tutte la più importante è la sindrome della cistite interstiziale. Seguono le cistiti da farmaci e da radiazioni. Nella cistite all’ematuria possono associarsi stranguria (minzione dolorosa), disuria (minzione lenta e difficile), pollachiuria (necessità di urinare frequentemente anche piccoli volumi di urina) e a volte minzione imperiosa e incontinenza vescicale. La diagnosi si pone con l’esame delle urine e l’urinocoltura che consente una terapia antibiotica mirata. Segue come frequenza la presenza di neoformazioni vescicali, benigne polipo o papilloma o maligne. La loro frequenza aumenta con l’età ed è maggiore nel sesso maschile. La diagnosi si pone con l’ecografia vescicale cui segue di norma la cistoscopia finalizzata anche al prelievo bioptico che consente una più definita diagnosi del tipo di lesione. L’esame citologico delle urine può orientare la diagnosi. Più rara la calcolosi vescicale, più frequente nei pazienti che non svuotano correttamente la vescica per ipertrofia prostatica o per danni neurologici. Il calcolo presente in vescica può accrescersi notevolmente e determinare sanguinamento per lesioni alle pareti. Anche in questo caso la diagnosi si effettua con l’ecografia vescicale. Successivamente una cistoscopia consente la rimozione del calcolo.

Sanguinamento prostatico

Il sanguinamento prostatico può essere dovuto a prostatiti, ipertrofia prostatica benigna e neoplasie della prostata. Nel primo caso si associa a dolore o senso di peso pelvico. La diagnosi si pone con l’esplorazione rettale e l’ecografia, che oltre che con la tradizionale tecnica transaddominale, per un maggiore approfondimento diagnostico può essere eseguita con particolari sonde rettali.

Sanguinamento uretrale

È dovuto ad uretriti o a stenosi dell’uretra ed è pressoché esclusivo del sesso maschile. Molto rari i tumori dell’uretra. La diagnosi si pone con una uretrografia (radiografia dell’uretra con mezzo di contrasto preventivamente iniettato in vescica).

Diagnosi e terapia

È sempre necessario rivolgersi ad un medico che accerterà che si tratta di ematuria (con un esame delle urine) e potrà programmare gli esami successivi. L’età ed il sesso del paziente orientano verso particolari diagnosi, tuttavia come per ogni malattia il primo elemento è l’anamnesi in cui si indagheranno eventuali malattie associate, eventuali terapie assunte (con particolare riferimento a farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti), recenti traumi, sforzi intensi, manovre o interventi urologici. All’anamnesi segue l’esame obiettivo (cioè la visita vera e propria) e da eventuali analisi di laboratorio e di diagnostica per immagini (ad esempio ecografia o cistoscopia). In base alla diagnosi, verrà impostata la giusta terapia specifica che risolverà a monte il problema della presenza di sangue nelle urine.

Le analisi maggiormente usate dal medico per indagare dal medico, sono:

  • Emocromo con piastrine e assetto coagulativo.
  • Esame urine completo con valutazione del sedimento: è importante per confermare e quantificare la presenza di sangue nelle urine. Esistono infatti delle situazioni in cui le urine possono assumere un colore che può essere interpretato come ematuria ma in realtà non c’è sangue: questo può succedere dopo l’assunzione di particolari alimenti, farmaci o in presenza di determinate condizioni patologiche (emoglobinuria, mioglobinuria e porfiria). L’esame urine può fornire altre indicazioni importanti nel tentativo di individuare la causa del sanguinamento: la presenza di globuli bianchi o batteri può suggerire una causa infiammatoria, la presenza di proteine o cilindri può suggerire un problema renale.
  • Urinocoltura e antibiogramma: per escludere la presenza di un’infezione.
  • Esame citologico urinario: permette di valutare al microscopio che tipo di cellule sono presenti nelle urine oltre ai globuli rossi. E’ un esame che può essere utile per riconoscere la presenza di neoformazioni di tipo uroteliale e andrebbe sempre eseguito su 3 campioni diversi. In presenza di ematuria associata a severa sintomatologia irritativa (ovvero quando si ipotizza una causa infiammatoria o infettiva del sanguinamento) è meglio differire questo esame ed eseguirlo solo dopo adeguata terapia anti-infiammatoria o antibiotica.
  • Ecografia dell’apparato urinario a vescica piena: è l’unico esame strumentale che andrebbe sempre fatto in tutti i pazienti con ematuria (data la sua non invasività e la facile accessibilità). Consente di individuare o escludere una buona parte delle condizioni più spesso responsabili del sanguinamento come la calcolosi urinaria, l’ingrandimento della prostata (IPB), i tumori della vescica e del rene.

Una volta completata questa prima parte del percorso diagnostico, sulla base degli esiti di questi esami, si deciderà di caso in caso se approfondire la situazione con esami di secondo livello come:

  • Tecniche di immagine avanzate: la TAC senza e con mezzo di contrasto (uro-TC) e / o la risonanza magnetica.
  • Procedure endoscopiche con eventuali biopsie (uretroscopia, cistoscopia, ureteroscopia).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Uretere: dove si trova, anatomia, funzioni e patologie in sintesi

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA URETRA URETERE VESCICA RENI URINA SPERMA USCITAL’uretere è un condotto che collega la pelvi renale con la vescica urinaria, ove vi termina con il meato, od orifizio, ureterale. Nell’uomo esistono due ureteri, l’uretere destro ed il sinistro, simmetrici tra loro, uno per ogni rene. La funzione dell’uretere è quella di convogliare l’urina, prodotta continuamente dal rene, all’interno della vescica, attraverso contrazioni peristaltiche.

Anatomia 

Mediamente un uretere ha una lunghezza variabile tra i 28–29 cm, per quello di destra, ed i 29–30 cm per quello di sinistra. Durante tutto il suo tragitto, che va dalla zona lombare alla piccola pelvi, l’uretere può essere distinto in una porzione addominale, pelvi e vescicale.
La sezione addominale corrisponde alle regioni lombare ed iliaca, quella pelvica si trova nella piccola pelvi mentre quella vescicale (detta anche intramurale) è situata all’interno dello spessore vescicale in cui l’uretere passa.
L’uretere non ha un andamento rettilineo ma si dirige verso il basso e medialmente ed inoltre presenta due leggere curve. Nella sua prima parte, infatti, presenta una convessità anteriore che successivamente diventa posteriore. Ciò fa sì che l’uretere, passando dalla porzione addominale a quella pelvica, cambi direzione in maniera piuttosto brusca formando una flessura, detta marginale, situata a livello dell’incrocio con i vasi iliaci. A causa della pressione dei visceri addominali, l’uretere ha un lume appiattito anteroposteriormente con un diametro compreso tra i 4 ed i 7 mm. Durante tutto il suo tragitto, tuttavia, si possono individuare tre restringimenti fisiologici. Il primo di essi si trova ad una distanza di 7–8 cm dall’ilo renale ed è detto istmo superiore o colletto. Il secondo è a livello della flessura marginale (istmo inferiore o restringimento iliaco). L’ultimo si trova poco prima dello sbocco nella vescica ed è detto restringimento vescicale od intramurale.

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Nella porzione addominale, l’uretere è avvolto dal tessuto connettivo sottoperitoneale e posteriormente si rapporta al muscolo psoasseguendone il decorso. Inoltre, si incrocia con i nervi genitofemorale e femorocutaneo. Nella parte anteriore destra è coperto dalla porzione discendente del duodeno e l’uretere si incrocia con i vasi genitali (ovarici per la donna e testicolari nel maschio) che prima sono in posizione mediale rispetto l’uretere e poi laterale. L’uretere destro, poi, si incrocia con l’arteria colica destra, l’arteria ileocolica e l’arteria mesenterica superiore. Quello sinistro, invece, s’incrocia con i vasi colici. Tramite l’interposizione del peritoneo parietale, gli ureteri anteriormente sono in rapporto con le anse dell’intestino tenue.
Medialmente gli ureteri si rapportano con la vena cava inferiore (quello di destra) e con l’aorta addominale (quello di sinistra). Lateralmente, sono in rapporto con il polo inferiore del rene e con il colon discendente (per quello di sinistra) ed ascendente (per quello di destra). A livello dello stretto superiore del bacino, lateralmente all’articolazione sacro iliaca, gli ureteri s’incrociano con i vasi iliaci, anteriormente rispetto a questi ultimi. L’uretere destro, in particolare, s’incrocia con i vasi iliaci esterni mentre quello sinistro con i vasi iliaci comuni. Nella zona d’incrocio è situata la flessura marginale la quale topograficamente corrisponde all’incrocio della linea bisiliaca (che unisce le due spine iliache) con quella verticale passante per il tubercolo pubico. Questa zona, sulla parete addominale, corrisponde a quella ove è situato il punto ureterale medio. A livello della porzione pelvica l’uretere incrocia alcune formazioni: l’arteria ombelicale, l’arteria otturatoria, nervo otturatore e le arterie vescicali superiori. Medialmente è in rapporto con il retto, nel maschio, e con l’ovaio, nella femmina. Delimita inoltre posteriormente la fossa ovarica. Poco prima di arrivare alla parete vescicale, l’uretere incontra posteriormente il canale deferente e poi passa tra la faccia anteriore delle vescichette seminali e la vescica, nel maschio, Nella femmina, l’uretere passa alla base del legamento largo, che collega l’utero alla parete pelvica. A poco distanza da quest’ultimo incrocia l’arteria uterina la quale passa anteriormente e poi medialmente per risalire verso l’utero. La sezione intramurale dell’uretere, lunga 1-1,5 cm, si trova all’interno della parete vescicale ove decorre verso il basso obliquamente e medialmente ed in tal modo, internamente alla vescica, determina la formazione d’un rilievo (piega ureterica) su cui si trova il meato ureterale. Questo sbocco ha la forma d’una fessura lunga tra i 3 ed i 5 mm e lateralmente ad esso si trova una ripiegatura della mucosa vescicale nota coma valvola dell’uretere. Le pieghe formate dai due ureteri si congiungono tra loro medialmente formando la piega interureterica che costituisce la base del trigono vescicale (lo spazio tra le aperture dei due ureteri e l’apertura interna dell’uretra). L’uretere ha 3 restringimenti fisiologici: giunzione pieloureterale (3mm) flessura marginale (4mm) sbocco della vescica (3mm).

Vascolarizzazione ed innervazione

Le arterie destinate all’irrorazione dell’uretere oltre a formare tra loro numerose anastomosi a livello della tonaca avventizia, tendono ad avere una elevata variabilità individuale. Le principali, comunque, derivano:

  • dall’arteria renale (arteria ureterale superiore);
  • dall’arteria iliaca interna o da un suo ramo (arteria ureterale inferiore).

Alcuni piccoli rami, noti come arterie ureterali brevi, possono derivare dall’arteria genitale, dall’aorta addominale, dall’arteria iliaca comune, dall’arteria vescicale inferiore e, nella donna, dall’arteria uterina.
Le vene affluiscono alla vena renale ed al plesso venoso perirenale e, più in basso, alla vena genitale e della vena iliaca interna od eventualmente d’un suo ramo.
I vasi linfatici si portano verso i linfonodi lomboaortici (per la porzione addominale) ed ipogastrici (per la sezione pelvica).

I nervi formano un elaborato plesso, situato presso la tonaca avventizia, costituito da fibre sia effettitrici che sensitive ortosimpatiche e parasimpatiche. Essi derivano dal plesso renale, genitale ed ipogastrico a seconda del livello.

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Anatomia microscopica

La parete dell’uretere, dal lume interno verso l’esterno, è formata da tre strati: la tonaca mucosa, quella muscolare ed avventizia.

  • La tonaca mucosa è formata da epitelio di transizione poggiante su una lamina propria formata da tessuto connettivo denso, ricco di fibre elastiche e molto vascolarizzato. Nella sua parte più esterna, confinante con la tonaca muscolare, il connettivo diventa più lasso permettendo, così, la distensione. Talvolta sono rilevabili dei noduli linfatici
  • La tonaca muscolare è composta da fibrocellule muscolari inserite in abbondante tessuto connettivo. I fascetti muscolari sono orientati in modo tale da formare due strati: uno longitudinale interno ed uno esterno circolare. Nell’ultimo terzo dell’uretere si aggiungono anche fascetti muscolari orientati longitudinalmente. La tonaca muscolare, contraendosi, dà origine a movimenti peristaltici che permettono di sospingere l’urina verso la vescica.
  • La tonaca avventizia è costituita da tessuto connettivo lasso ricco di fibre elastiche. Nella sezione intramurale dell’uretere questo connettivo, che in questo caso prende il nome di guaina dell’uretere, si arricchisce di fascetti muscolari longitudinali.

Malformazioni dell’uretere

Durante lo sviluppo embrionali si possono generare delle malformazioni ureterali a causa d’una anomalia dell’abbozzo ureterale o d’origine o di divisione.
In caso d’una assenza di formazione dell’abbozzo o per un mancato raggiungimento del blastema metanefrico da parte delluretere si determina un’atresia ureterale.
Nel 2% dei casi si può assistere a sdoppiamenti dell’uretere (duplicazione dell’uretere) di cui nei due terzi dei casi esso è parziale e nel terzo restante può essere totale (uretere duplice). In caso d’una precoce ramificazione dell’abbozzo ureterale si osserva uno sdoppiamento parziale dell’uretere. Più precocemente è avvenuta la ramificaziome, maggiore sarà la lunghezza del ramo secondario. In caso di formazione di due abbozzi ureterali, invece, si avrà come risultato un uretere duplice.
La presenza d’un restringimento non fisiologico dell’uretere si è di fronte ad una stenosi.
Qualora l’abbozzo ureterale sia più craniale rispetto alla norma l’uretere può terminare non in vescica ma in qualche altra parte (ectopia ureterale). Nei casi più lievi esso può terminare nell’uretra o in qualche altro organo che origina dal dotto mesonefrico. Nei casi più seri, invece, si può avere un’ectopia a livello delle vescichette seminali, dei dotti eiaculatori, dei dotti deferenti o dell’utricolo prostatico. Nella donna può esserci presso il vestibolo vaginale, nell utero o nel dotto di Gartner.
La canalizzazione incompleta o ritardata dell’abbozzo ureterale può dare origine ad una dilatazione sacciforme della parte terminale dell’uretere nota come ureterocele.
In caso di persistenza della vene sottocardinale destra l’uretere è obbligato a modificare il suo percorso che va dietro la vene cava (retrocavale) dando origine all’uretere retrocavale. In caso di presenza d’un uretere eccessivamente dilatato si parla di megauretere.

Infiammazioni

Generalmente le infiammazioni dell’uretere (ureteriti) fanno parte d’un processo infettivo più esteso che coinvolge l’apparato urinario. In caso d’un processo infammatorio continuativo o recidivante, l’infiammazione può diventare cronica.

Neoplasie

Le neoplasie primitive dell’uretere sono rare mentre più diffuse sono quelle dovute a metastatizzazione. Le neoplasie benigne sono di derivazione mesenchimale e per lo più sono costituite da polipi fibroepiteliali. Le neoplasie maligne nel 90% dei casi presentano una tipologia istologica a cellule di transizione.

Lesioni ostruttive

L’ostruzione dell’uretere può essere dovuta a molte cause che vengono divise in intrinseche ed estrinseche. Le cause intrinseche possono essere: calcoli, stenosi congenite od acquisite (infiammazioni o fibrosi retroperitoneale sclerosante), neoplasie, coaguli ematici, vescica neurologica. Le cause estrinseche sono: gravidanza (per rilasciamento della muscolatura ureterale o per compressione da parte del fundo dell’utero), infiammazioni adiacenti all’uretere (salpingiti, diverticoliti, ecc.), endometriosi, neoplasie. Talvolta l’ostruzione può essere iatrogena a seguito d’una legatura accidentale dell’uretere.

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Differenza tra uretra e uretere

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA URETRA URETERE VESCICA RENI URINA SPERMA USCITA.jpgL’uretra (in inglese “urethra”) è un condotto che rappresenta l’ultimo tratto delle vie urinarie, essa unisce il collo della vescica urinaria con l’esterno. Ha la funzione di trasportare l’urina accumulata in vescica, durante la minzione. Nell’uomo l’uretra trasporta anche il liquido seminale.

Leggi anche: Apparato urinario: anatomia e fisiologia [SCHEMA]

L’uretere (in inglese “ureter”) è un condotto che collega la pelvi renale (una parte del rene) con la vescica urinaria. Nell’uomo esistono due ureteri, il destro ed il sinistro, simmetrici tra loro, uno per ogni rene. La funzione dell’uretere è quella di convogliare l’urina prodotta dal rene, all’interno della vescica, attraverso contrazioni peristaltiche.

Quindi, semplificando, i due ureteri portano l’urina dai reni alla vescica, mentre l’uretra porta l’urina dalla vescica all’esterno.

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Differenze tra apparato urinario maschile e femminile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE APPARATO URINARIO MASCHILE FEMMINILE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgL’apparato urinario è l’insieme di organi e di strutture finalizzati all’escrezione dell’urina o di altri prodotti del catabolismo. Nell’essere umano, l’apparato è rappresentato principalmente da:

  • reni;
  • canali escretori (ureteri);
  • vescica urinaria;
  • uretra.

L’organo principale dell’apparato escretore, il rene, è costituito da una zona midollare, costituita dalle piramidi renali, ed una corticale. L’unità funzionale del rene è il nefrone, costituito dal corpuscolo di Malpighi a sua volta composto dal glomerulo, dalla capsula di Bowman e dal tubulo renale.

L’apparato urinario è essenzialmente identico nei due sessi, con queste principali differenze:

  • i reni maschili sono mediamente più grandi e più pesanti di quelli femminili: il loro peso è circa 150 g negli uomini e 135 g nelle donne;
  • nel maschio la vescica urinaria si presenta sottile ed allungata, nella femmina ha invece una forma più sferica;
  • lungo l’uretra (il canale che collega la vescica con l’esterno) dell’uomo è presente la prostata, deputata alla produzione del 70% del liquido seminale: la prostata non è invece presente lungo l’uretra femminile;
  • alla base della vescica urinaria, nel maschio sono presenti le vescicole seminali, deputati alla produzione del restante 30% dello sperma. Le vescicole seminali invece mancano nella donna;
  • l’uretra femminile è molto più corta di quella maschile (la femminile misura solo dai 2 ai 4 cm mentre quella maschile è lunga circa 20 cm); questo è il motivo per cui la cistite è molto più diffusa tra le donne che non tra gli uomini: è estremamente più facile per i microbi, una volta passati dall’ano all’uretra, risalire lungo la corta uretra femminile verso la vescica, piuttosto che lungo un uretra maschile.

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Apparato urinario: anatomia e fisiologia [SCHEMA]

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APPARATO URINARIO ANATOMIA FISIOLOGIA SCHEMA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsat Macchie Capillari  Pene.jpgCom’è fatto e come funziona l’apparato unitario? Il funzionamento e le strutture principali macroscopiche e microscopiche dell’apparato urinario vi appariranno subito chiari, grazie a questo pratico schema stampabile ad alta risoluzione.

Consiglio di salvare l’immagine e, usando uno schermo di dimensioni adeguate, zoomare sulle singole parti per poter leggere il testo scritto.

Per approfondire:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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