Differenza tra omosessuale, eterosessuale, bisessuale, asessuale, polisessuale e pansessuale

MEDICINA ONLINE TRADIMENTO GELOSIA SINDROME DI OTELLO OSSESSIONE GELOSIA PATOLOGICA NORMALE DIFFERENZE GEALOUS GIRL BOY MAN WOMAN LOVE WALLPAPER AMICIZIA RAPPORTO SESSO TRADIRE FIDANZATIL’orientamento sessuale di un individuo indica l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale di quella persona verso altri individui, che possono essere dello stesso sesso, di sesso opposto, entrambi o altro. È importante notare che l’orientamento sessuale è cosa distinta dal sesso biologico, dal sesso assegnato alla nascita e dall’identità di genere (cioè il genere a cui sente di appartenere, ovvero se la persona identifica sé stessa come maschio, come femmina o altro a prescindere dal proprio sesso assegnato alla nascita). Il concetto di orientamento sessuale usato per gli esseri umani è applicabile anche a numerose specie del mondo animale, dove sono riscontrati gli stessi tipi di orientamento che sono presenti anche nell’uomo (anche quello omosessuale, seppur non direttamente finalizzato alla conservazione della specie); tuttavia la sessualità animale è differente da specie a specie e da quella umana, e creare parallelismi precisi tra di esse è difficile.

Cause dell’orientamento sessuale

Allo stato attuale della ricerca scientifica, l’orientamento sessuale si definisce solitamente durante la prima infanzia, ma non esiste – tuttavia – un consenso definitivo tra gli scienziati su quali siano le esatte ragioni per cui una persona sviluppi o – secondo alcuni – possieda fin dalla nascita, un orientamento sessuale eterosessuale, bisessuale od omosessuale. Tendenzialmente le cause andrebbero ricercate in una combinazione di influenze genetiche, ormonali e ambientali, ma non sono emerse prove definitive al riguardo; per quanto concerne l’opinione diffusa secondo cui abusi sessuali, eventi traumatici o una cura o educazione errata dei figli possano influenzare lo sviluppo dell’orientamento sessuale, essa è priva di evidenze scientifiche. È invece largamente condiviso fra gli studiosi il fatto che l’orientamento sessuale non sia frutto di una scelta, così come non esiste alcuna evidenza che esso possa essere modificato artificialmente tramite le cosiddette “terapie riparative” usate per “convertire” un gay, una lesbica o un bisessuale in etero, tecniche che il nostro Staff ritiene non solo ridicole ed inutili, ma addirittura estremamente negative e controproducenti per il benessere psicologico delle persone che vi sono sottoposte, quasi sempre contro una effettiva volontà ed in contesti spesso fortemente influenzati da politiche conservative, povertà, scarso livello culturale e concetti religiosi profondamenrte anacronistici.

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Quando ci si rende conto del proprio orientamento sessuale?

Non esiste una risposta certa a questa domanda, tuttavia generalmente la percezione del proprio orientamento sessuale – similarmente all’identità di genere – comincia a definirsi tra la media infanzia e la prima adolescenza, ma varia enormemente da persona a persona ed è indipendente dall’attività sessuale vera e propria: ad esempio, un individuo può sentire di essere eterosessuale, bisessuale, omosessuale o altro anche prima di avere avuto rapporti sessuali, e viceversa, e la stessa cosa avviene per l’identità sessuale. Va inoltre considerato che la presenza di pregiudizio e discriminazione nella società costituiscono un impedimento, per le persone con orientamento sessuale omosessuale o bisessuale, a comprendere appieno il loro orientamento: può ad esempio accadere che un adolescente provi attrazione per coetanei dello stesso sesso, ma nasconda agli altri ed a sé stesso tale preferenza per paura del giudizio degli altri, di commettere un peccato “religioso”, di essere “bullizzato” o di deludere i propri genitori, soprattutto se ciò avviene in un contesto di modeste dimensioni, dove “le voci corrono”, come ad esempio un piccolo paese. Nascondere le proprie preferenze sessuali o la propria identità sessuale, qualora questi non rientrino in un antiquato concetto di “normalità”, è – nella maggioranza dei casi – fonte di profonda angoscia.

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Orientamento sessuale eterosessuale

Eterosessualità è il termine sociale applicato a quelle persone che si sentono attratte sentimentalmente ed eroticamente da persone del sesso opposto. Un uomo eterosessuale sarà attratto dalle donne ed una donna eterosessuale sarà attratta dagli uomini. L’eterosessualità costituisce l’orientamento sessuale attualmente prevalente (sia fra gli esseri umani che in quasi tutte le specie animali, salvo alcune eccezioni), definendo la capacità riproduttiva delle specie e permettendo la riproduzione e la sopravvivenza della specie umana. Una società completamente omosessuale impedirebbe la riproduzione ed la sopravvivenza della specie. L’orientamento sessuale eterosessuale è rappresentato dalla comparsa nella sfera della coscienza (consapevolezza piena) di una preponderanza di sentimenti, pensieri erotici e fantasie sessuali (nella maggioranza dei casi a partire dalla pubertà) che riguardano individui di sesso opposto al proprio.

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Orientamento sessuale omosessuale

L’omosessualità è il termine sociale applicato a quegli individui che esprimono attrazione psicofisica per individui dello stesso sesso. Definisce in modo specifico la relazione intercorrente tra un maschio con un altro maschio (genericamente indicata oggi con il termine “gay“) oppure la relazione intercorrente tra una femmina con un’altra femmina (genericamente indicata con il termine “lesbica“). L’orientamento omosessuale è rappresentato dalla comparsa nella sfera della coscienza (consapevolezza piena) di una preponderanza di sentimenti, pensieri erotici e fantasie sessuali che riguardano un individuo dello stesso sesso. È da non confondere con l’effeminatezza – sebbene le due cose vengano popolarmente spesso accostate – che non costituisce un carattere peculiare dell’omosessualità, anche se può rappresentarne una delle forme. L’omosessualità può rimanere latente per tutta la vita, oppure può emergere ma essere tenuta nascosta al pubblico o essere ammessa pubblicamente (“coming out“).

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Orientamento sessuale bisessuale

La bisessualità è definita come attrazione verso persone di entrambi i sessi, cioè sia maschi che femmine, con eguale intensità e forza (senza giungere mai a “scegliere” definitivamente nessuno dei due orientamenti precedenti) o con la predilezione per uno dei due sessi senza però disdegnare il sesso opposto. L’orientamento bisessuale è rappresentato dalla comparsa nella sfera della coscienza (consapevolezza piena) di sentimenti, pensieri erotici e fantasie sessuali che riguardano indistintamente, sia persone di sesso omologo, sia persone di sesso differente. In alcuni casi l’individuo può sentirsi eterosessuale od omosessuale per un certo periodo della vita per poi identificarsi come bisessuale, oppure sentire di essere bisex “da sempre”. Nella sub-cultura giovanile emo ha sempre più preso piede la valenza positiva del concetto di bisessualità.

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Asessualità

Il termine “asessualità” (dove la prima “a” deriva dall’alfa privativo greco ed indica “mancanza di”) indica la totale assenza di attrazione verso qualsiasi genere/sesso, quindi sia verso il proprio che per quello opposto. Il movimento asessuale ha evidenziato l’esistenza di due elementi dell’attrazione, quello erotico e quello romantico, che nell’ambito dell’orientamento individuale possono esistere anche separatamente. Oltre a chi non prova nessuna forma o grado di attrazione la comunità asessuale include coloro la cui attrazione possiede la componente emozionale ma non quella erotica ed anche coloro che hanno uno scarso livello di attrazione verso qualsiasi sesso.

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Pansessualità

La pansessualità è un orientamento sessuale caratterizzato da una potenziale attrazione (estetica, sessuale o romantica) per delle persone, indipendentemente dal loro sesso e identità di genere. Questo potrebbe includere (ad una prima differenza quindi dalla bisessualità) anche una potenziale attrazione per persone che non rientrano nella concezione binaria di maschio/femmina, come ad esempio gli individui che si identificano con entrambi o nessuno dei due generi binari, o ancora individui che invece si identificano in un genere diverso da quello che era stato assegnato loro alla nascita. La pansessualità è spesso definita come la capacità di amare una persona, indipendentemente dal suo genere assegnato alla nascita, dal suo sesso biologico, dalle sue preferenze sessuali e dalla sua identità sessuale. Altra differenza con la bisessualità (e con tutti gli altri tipi di sessualità), è che un pansessuale non considera il sesso o il genere di una persona quando essa può essere di interesse. Le stesse persone sono viste come tali, come persone alle quali interessarsi: viene quindi a mancare il fatto che ci si può interessare, o si può provare attrazione per una persona di un sesso o di generi specifici, come è invece per tutti gli altri orientamenti sessuali, in quanto la concezione stessa di sesso della persona, nel momento in cui stia suscitando qualcosa a livello affettivo o attrattivo, non viene affatto presa in considerazione. Un bisessuale è cosciente di essersi ora innamorato di una donna, ora di un uomo; un pansessuale, invece, sarebbe più a suo agio a dire che si è innamorato di una persona che gli è piaciuta. Inoltre, non si deve compiere l’errore comune di confondere il prefisso “pan-” (termine greco che significa “tutto”) con il fatto che ai pansessuali possano piacere esteticamente e/o romanticamente tutte le persone del mondo: “pan” è inteso come “tutti i generi di persona”, non come “tutte le persone”. E paradossalmente, infatti, i pansessuali risultano molto selettivi e attenti nel valutare il grado di interesse provato verso qualcuno. Non sarebbe strano infatti se un pansessuale trovasse poco o per niente attraente una persona molto osannata dalla maggior parte delle altre persone ad esempio perché considerata bellissima: per i pansessuali il gusto personale conta più di tutte le possibili influenze culturali esterne.

Polisessualità

La polisessualità viene adoperata dalle persone che ritengono di poter essere attratte da persone di sesso e genere diverso, ma non vogliono identificarsi come bisessuali, poiché ciò implicherebbe l’esistenza di soli due generi sessuali (il binarismo di genere).

Importante: alcune delle definizioni contenute in questo articolo sono soggette a cambiamenti nel tempo e non tutti i ricercatori, medici e psicologi le intendono nello stesso identico modo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenze tra apparato urinario maschile e femminile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE APPARATO URINARIO MASCHILE FEMMINILE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgL’apparato urinario è l’insieme di organi e di strutture finalizzati all’escrezione dell’urina o di altri prodotti del catabolismo. Nell’essere umano, l’apparato è rappresentato principalmente da:

  • reni;
  • canali escretori (ureteri);
  • vescica urinaria;
  • uretra.

L’organo principale dell’apparato escretore, il rene, è costituito da una zona midollare, costituita dalle piramidi renali, ed una corticale. L’unità funzionale del rene è il nefrone, costituito dal corpuscolo di Malpighi a sua volta composto dal glomerulo, dalla capsula di Bowman e dal tubulo renale.

L’apparato urinario è essenzialmente identico nei due sessi, con queste principali differenze:

  • i reni maschili sono mediamente più grandi e più pesanti di quelli femminili: il loro peso è circa 150 g negli uomini e 135 g nelle donne;
  • nel maschio la vescica urinaria si presenta sottile ed allungata, nella femmina ha invece una forma più sferica;
  • lungo l’uretra (il canale che collega la vescica con l’esterno) dell’uomo è presente la prostata, deputata alla produzione del 70% del liquido seminale: la prostata non è invece presente lungo l’uretra femminile;
  • alla base della vescica urinaria, nel maschio sono presenti le vescicole seminali, deputati alla produzione del restante 30% dello sperma. Le vescicole seminali invece mancano nella donna;
  • l’uretra femminile è molto più corta di quella maschile (la femminile misura solo dai 2 ai 4 cm mentre quella maschile è lunga circa 20 cm); questo è il motivo per cui la cistite è molto più diffusa tra le donne che non tra gli uomini: è estremamente più facile per i microbi, una volta passati dall’ano all’uretra, risalire lungo la corta uretra femminile verso la vescica, piuttosto che lungo un uretra maschile.

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Crisi di mezza età maschile: come influisce sul matrimonio e come superarla?

MEDICINA ONLINE SESSO SESSUALITA ANZIANO 40 50 60 70 ANNI YO VECCHIO OLDIE PENE SPERMA EREZIONE RAPPORTO VIAGRA FARMACI PENETRAZIONE DISFUNZIONE ERETTILE ANSIA PRESTAZIONE IMPOTENZA LIQUIDO SEMINALE GIOVANE TESTICOLI SCROTOCome le donne, anche gli uomini sperimentano un periodo di scombussolamento quando arrivano ai 40 anni, la cosiddetta crisi di mezza età. Fondamentalmente, consiste nella difficoltà ad accettare il passaggio alla maturità, buttandosi alle spalle gli anni della giovinezza. I sintomi più chiari che segnalano una possibile crisi dovuta all’età negli uomini è la necessità di sentirsi nuovamente giovani. Da ciò deriva il desiderio di sperimentare avventure diverse che si sono dissolte per via degli anni o che al momento giusto non sono state realizzate. Un altro aspetto rilevante è l’ambizione alla “libertà”, spinta dall’esaurimento o dalla quantità di responsabilità che hanno in genere i capofamiglia. È frequente verificare che gli uomini in questa tappa (tra i 40 e i 50 anni) associano la giovinezza a libertà, adrenalina, emozione e divertimento, e iniziano a constatare che la propria vita è lontana da tutto questo. Si apre allora la porta della noia e del disinteresse per la vita che si conduce. A breve termine, queste esperienze risvegliano una quantità di emozioni che fa pensare di essere tornati quelli di prima, porta a uscire con gli amici e a svolgere attività proprie di età inferiori. A lungo termine, tuttavia, può diventare una situazione conflittuale nel matrimonio.

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Cosa succede a 40 anni?

Quando si compiono 40 anni, convergono vari fenomeni. Si è alla metà della vita (che mediamente negli uomini ha durata di circa 80 anni) ed è un momento di riflessione e rinnovamento. È la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, in cui ci si propongono cambiamenti in relazione alla direzione di vita. A questa età, gli uomini compiono un bilancio della propria vita a livello consapevole o inconsapevole. Valutano come vivono, come si sentono, se hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati, se il loro presente è il futuro che avevano tanto desiderato. In questo ripercorrere la propria vita, sono consapevoli del fatto che parti della loro esistenza non servono più. È per questo che alcuni uomini iniziano a interessarsi del proprio aspetto fisico anche se non l’avevano mai fatto prima, sono molto attenti alle tendenze della moda, si informano sulle cure della pelle e dei capelli, trasformano lo sport in una priorità e si dedicano a varie routine il cui scopo è recuperare o non perdere il proprio aspetto giovanile.

È qualcosa di nuovo?

La crisi di mezza età negli uomini non è niente di nuovo, è sempre esistita. Quello che è cambiato è il modo di relazionarsi tra uomini e donne, oltre agli stili di vita e alla difficoltà ad accettare l’età. Non è neanche una crisi esclusiva degli uomini, perché ne soffrono anche le donne pur se in circostanze del tutto diverse.

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Come può influire sul matrimonio?

La crisi dei 40 anni, se affrontata male, può diventare una minaccia alla stabilità matrimoniale se il rapporto non è nelle migliori condizioni. Se nella dinamica dell’amore coniugale la generosità non progredisce, i sacrifici richiesti dalla famiglia diventano sempre più costosi. Quando si inizia a mettere il cuore in cose estranee alla famiglia, come il successo professionale, una collega giovane e simpatica, il gruppo di amici… si spegna la luce della verità familiare e si raffredda il calore della tenerezza nell’amore. Il cuore diventa vuoto e bisogna cercare emozioni forti, che saranno sempre egoiste. La crisi di maturità nell’uomo si può superare applicando il senso comune, con una buona dose di dedizione e di lealtà, che è fedeltà, alla moglie e ai figli, anche se in alcune occasioni sarà opportuno ricorrere a una persona estranea per ottenere aiuto. L’unica via d’uscita degna della crisi dei 40 anni è accettare le proprie limitazioni e il ruolo concreto che la vita ha assegnato a ciascuno, sapere che le cose grandi si ottengono curando bene quelle ordinarie e quotidiane, assumere i doveri propri dell’amicizia, dell’amore e della professione scelta e dare alla vita il sì che deriva dalla serietà e dalla fedeltà. Con tutto ciò si ottiene quello che chiamiamo carattere, e le persone che lo raggiungono sono quelle in cui gli altri e la società confidano di più. Oltre a questo, è importante che la donna comprenda il marito e lo accompagni in questo processo anziché emettere rimproveri che non otterranno nulla. Anche se richiede uno sforzo da parte della donna, è fondamentale perché il problema arrivi a una soluzione positiva e non si trasformi da una crisi passeggera in una coniugale più grave e pregiudizievole. È anche bene che i coniugi approfittino di questa opportunità per “rinfrescare” il proprio rapporto, si propongano di compiere attività che spezzino la monotonia e godano della compagnia reciproca.

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Come superare la crisi?

Ecco alcune misure per prevenire o combattere le tappe conflittuali proprie o del partner, proposte dalla sociologa e cattedratica statunitense Barbara Weiss Hewitt:

  • Dare importanza a quello che si è raggiunto con tanto sforzo nel corso degli anni: partner, figli, amici, lavoro.
  • Avere un atteggiamento positivo nei confronti della propria vita e del futuro e valorizzare il vissuto anziché volerlo recuperare.
  • Lavorare sull’autostima nella giovinezza. Aiuterà a passare per questa età senza notare le condotte nocive che predispongono alla crisi. Modellare la struttura emotiva per poter rispondere con la forza necessaria una volta arrivato il momento.
  • Godere dei successi che si sono raggiunti e non dare un’attenzione esagerata a quello che è rimasto pendente.
  • Se si è caduti nella crisi, parlarne in famiglia. Le persone vicine devono sapere esattamente cosa si sta passando per poter agire in modo corretto. Prima si assume il conflitto, più rapidamente se ne uscirà.

Se credi di avere un problema di crisi di mezza età, di crisi di coppia o di disfunzione erettile di origine psicologia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Differenza tra orgasmo maschile e femminile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LUI AMA SESSO LEI INTESA SESSUALE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei AnoNelle fasi del desiderio sessuale e dell’eccitazione, le reazioni degli organi maschili e femminili sono ovviamente diverse, così come è anche diversa la sensazione orgasmica e la sua manifestazione, anche se vi possono essere fenomeni comuni ad entrambi come le contrazioni muscolari dell’ano, dei muscoli pelvici e degli organi sessuali.
Nella donna, nelle fase che precede l’orgasmo, le pareti vaginali si lubrificano (‘trasudato vaginale‘) e l’aumento del flusso sanguigno nei tessuti spugnosi provoca una dilatazione del clitoride, il piccolo organo sensoriale all’interno dell’apparato genitale, che si sporge verso l’esterno per l’intera fase che precede l’orgasmo, la fase di plateau. In prossimità dell’orgasmo, quindi, si assiste ad una diminuzione delle dimensioni della vagina del 30% circa, mentre il clitoride si ritira all’interno del prepuzio. L’orgasmo è quindi l’effetto di un processo di contrazioni involontarie (contrazioni perivaginali) che avvengono, per effetto di alcune fasce muscolari, nella zona della vagina cosiddetta ‘terzo esterno’ (corrispondente alla prima porzione del canale). In coincidenza con l’orgasmo, sono coinvolte altre parti del corpo: oltre ai fenomeni suddetti, si registrano anche un aumento della respirazione e dei battiti cardiaci, lo spasmo involontario dei piedi e l’obnubilamento della coscienza.
Nell’uomo, naturalmente, le manifestazioni orgasmiche sono più evidenti, dal momento che l’orgasmo coincide con l’eiaculazione. Va detto, però, che anche molte donne espellono del fluido durante l’orgasmo, proveniente dalle minuscole ghiandole di Skene che si trovano attorno al meato uretrale; tali ghiandole possono anche non essere presenti e in questo caso il fenomeno della cosiddetta “eiaculazione femminile” non si verificherà.

L’orgasmo multiplo
Un fenomeno che riguarda solo le donne è quello della molteplicità orgasmica. Tale prerogativa è solo femminile in base alla differente fisiologia, per cui la donna non ha il periodo di refrattarietà all’orgasmo. Nell’uomo, in una curva ascendente che dall’eccitazione porta al plateau e quindi al picco massimo costituito dall’orgasmo, al termine della fase della risposta sessuale segue una discesa verso il basso, il periodo di latenza detto periodo refrattario, durante il quale, tra l’altro, vengono ripristinati i liquidi eiaculatori. Alla donna, invece, il periodo di refrattarietà manca e dunque potrà mettere in atto, se ha ancora voglia di essere stimolata ed eccitata, degli orgasmi multipli. Sarebbe a dire che dopo aver raggiunto l’orgasmo, la sua eccitazione potrà calare leggermente per poi tornare intensa in tempi molto rapidi e dare vita ad un nuovo orgasmo, in una sequenza che viene denominata, per l’appunto, multiorgasmia.

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Cervello maschile e femminile: quali sono le differenze?

MEDICINA ONLINE CERVELLO MASCHILE FEMMINILE DIFFERENZE ENCEFALO PSICOLOGIA AMORE PENSIERI OBIETTIVI PROBLEM SOLVING SOLUZIONE ITER MECCANISMI MEMORIA RAGIONAMENTO.jpgIl cervello è l’organo più importante del sistema nervoso centrale con un peso piuttosto variabile che non supera i 1500 grammi ed ha un volume compreso tra i 1100 e i 1300 cm³, tenendo presente la possibilità di significative variazioni tra individuo e individuo, anche legate a sesso, età e altri fattori.

Il cervello della donna adulta pesa in media circa il 12% in meno di quello dell’uomo adulto. Fino a non molti decenni or sono questo veniva interpretato come il correlato biologico di una presunta superiorità intellettiva dell’uomo rispetto alla donna. In realtà questa differenza riflette semplicemente la maggiore taglia corporea del maschio rispetto alla femmina nella specie umana. Infatti se si fa una misura non assoluta del peso cerebrale, ma relativa al peso corporeo la differenza si annulla ed anzi ne esiste una molto lieve a favore della femmina.

Il cervello femminile ha l’11% in più di neuroni rispetto a quello maschile nelle aree del linguaggio e dell’ascolto, inoltre presenta zone collegate alle emozioni e alla memoria, situate nell’ippocampo, più grandi che negli uomini. Il cervello femminile ha meno circuiti neuronali nell’amigdala, zona del cervello in cui si attivano le risposte di fronte al pericolo o si generano i comportamenti aggressivi, ecco perché alcuni possono arrivare a uno scontro fisico in pochi secondi mentre molte donne fanno di tutto per evitare il conflitto.La zona del cervello in cui si genera l’ansia è quattro volte inferiore negli uomini. Nell’uomo lo spazio cerebrale preposto all’impulso sessuale è due volte più grande.

Esistono altre piccole ma significative differenze anatomiche fra il cervello della donna e dell’uomo: in particolare le connessioni fra i due emisferi cerebrali sono relativamente più sviluppate nella donna che nell’uomo, mentre in piccoli centri nervosi di una regione del cervello chiamata ipotalamo, esistono nell’uomo neuroni maggiori in numero e dimensioni. D’altro canto, test appropriati mettono in luce differenze in alcune capacità intellettive fra l’uomo e la donna, ad esempio nel pensiero logico-matematico, nella capacità di calcolo, nell’abilità linguistica, nella capacità di orientamento spaziale.

In linea di massima è possibile ipotizzare oggi che l’uomo possegga un cervello che segue schemi logici più basati sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento cerebrale sarebbe maggiormente di tipo intuitivo, che nell’uomo il funzionamento dei circuiti nervosi sia più rigido mentre è più plastico nella donna. Questa differenza è certamente il risultato di una catena di effetti, avvenuti nel corso di millenni, che coinvolgono la genetica, gli ormoni, il cervello, i comportamenti, e che non implicano alcun giudizio di inferiorità o superiorità, di maggiore o minore intelligenza, ma semplicemente il riconoscimento del fatto che durante l’evoluzione, nel corso di millenni, l’uomo e la donna hanno avuto ruoli diversi e per questo si sono realizzati adattamenti cerebrali diversi nei due sessi, in grado di fornire una base neurobiologica alle diversità comportamentali.

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“Dottore il mio uomo non viene”: cause e terapie per eiaculazione ritardata ed assente

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AMORE COPPIA SESSO FIDANZATI SOLE TRAMONTO SPIAGGIA MAREL’eiaculazione ritardata è una comune disfunzione sessuale che consiste nella difficoltà  o – nei casi più gravi – nella totale incapacità da parte dell’uomo di raggiungere il riflesso eiaculatorio e quindi di eiaculare, nonostante sia avvenuta una adeguata stimolazione sessuale (tramite masturbazione o rapporto sessuale) sufficiente a portare l’uomo al punto di piacere massimo. L’eiaculazione ritardata può essere anche legata ad anorgasmia (incapacità di percepire l’orgasmo).
E’ interessante notare come la capacità di ritardare al massimo l’eiaculazione quando si è giovani è spesso visto come un elemento di forte “popolarità” nella platea femminile, grazie al fatto che-  al contrario dei propri coetanei – si riesce a far durare il proprio rapporto più a lungo. Con il tempo, però e soprattutto quando si entra in una relazione stabile, l’eiaculazione ritardata può generare più di qualche problema nella coppia, dal momento che il/la partner potrebbe provare un forte senso di frustrazione nel vedere che il proprio partner non riesce a provare l’orgasmo durante il rapporto sessuale e generalmente se ne attribuisce la colpa. Senso d’inadeguatezza, bassa autostima, dubbi sull’identità sessuale del proprio partner sono conseguenze che possono ledere al rapporto di coppia. Al contrario, potrebbe svilupparsi un senso di risentimento nei confronti del partner tale da lasciare quest’ultimo.

Leggi anche: Due eiaculazioni consecutive sono possibili? Come funziona una eiaculazione?

Quanto dura un rapporto normale e quanto dura nell’eiaculazione ritardata?

Secondo recenti statistiche un rapporto sessuale dura mediamente in media 7 minuti, gli uomini che soffrono di eiaculazione ritardata, invece, possono protrarlo – senza desiderarlo – per due o più ore. In genere, però, si tratta di rapporti che durano in media 30-45 minuti. Comunemente è il/la partner a desiderare la fine della penetrazione, il conseguente disagio e frustrazione possono far perdere a quest’ultimo l’eccitazione e nella donna la lubrificazione, rendendo la penetrazione dolorosa e frustrante.

Classificazioni dell’eiaculazione ritardata

L’eiaculazione ritardata può essere classificata in base al momento in cui si manifesta il disturbo:

  • Cronica (o primaria): l’incapacità eiaculatoria può essere cronica se la si è sperimentata sin dai primi rapporti sessuali.
  • Acquisita (o secondaria): se la vita sessuale è stata inizialmente normale e l’incapacità eiaculatoria si è sviluppata solo in un secondo momento, o dopo un periodo di assenza del problema.

L’eiaculazione ritardata può essere anche classificata in base al momento della vita in cui si manifesta:

  • Generalizzata (o assoluta): più rara, quando capita con qualsiasi partner sessuale e qualsiasi situazione.
  • Specifica (o situazionale): più frequente, quando si presenta con un partner in particolare o in date situazioni.

L’eiaculazione ritardata può essere classificata in funzione delle cause scatenanti:

  • Organica: la forma meno frequente, causata dall’assunzione di alcuni farmaci o da alcune patologie. Tra le cause endocrino-mediate di natura organica si ricordano il diabete e l’ipotiroidismo. Il morbo di Parkinson, le neuropatie e la sclerosi multipla rientrano invece tra le cause neurologico – organiche, mentre le operazioni a livello pelvico, addominale e perianale costituiscono i fattori principali delle cause chirurgico-organiche. Da ultimo, le specialità farmacologiche: tra i farmaci più pericolosi da questo punto di vista ricordiamo i neurolettici, i narcotici, i cannabinoidi e, soprattutto, gli antidepressivi serotoninergici e triciclici. Anche l’alcool, quando assunto in quantità eccessive, potrebbe generare disturbi eiaculatori.
  • Psicologica: la più frequenta, la cui origine è determinata dalla psiche maschile (ansia, paura, senso di inadeguatezza…).

L’eiaculazione ritardata può essere classificata in funzione del grado d’intensità del disturbo:

La forma lieve o moderata dell’eiaculazione ritardata si suddivide in ulteriori due gradi:

  • Grado 1: l’atto sessuale si protrae per lungo tempo e le spinte coitali dell’uomo risultano particolarmente energiche, allo scopo di raggiungere l’orgasmo più velocemente.
  • Grado 2: l’uomo affetto da eiaculazione ritardata non riesce a consumare il rapporto naturalmente, ma la stimolazione meccanica manuale rappresenta una soluzione alternativa efficace.

Entrambi i gradi di intensità risultano fortemente condizionati sia da fattori psicologici – soprattutto legati allo stress lavorativo – sia da cause organiche.
La forma severa di eiaculazione ritardata è correlata, in genere, a malattie di origine neurologica o alla somministrazione di farmaci di tipo serotoninergico, fattori imputabili dell’aumento della soglia oltre la quale s’innescano i meccanismi eiaculatori (prolungando quindi la durata del rapporto sessuale). In questa fase particolarmente delicata, l’uomo si trova in una situazione ingestibile, poiché in presenza della figura femminile l’eiaculazione risulta impossibile: l’atto eiaculatorio può avvenire solamente tramite la masturbazione (grado 3). La fase più problematica (grado 4) si verifica quando l’uomo è totalmente incapace di eiaculare: in simili frangenti l’eiaculazione è impossibile (aneiaculazione).

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Eiaculazione ritardata o assente da cause psicologiche

Da molti studi è emerso che la psiche umana ha una forza tale da influenzare anche il corpo e le sue funzionalità: anche gli impulsi eccitatori e l’atto eiaculatorio sono fortemente plagiati dalla mente. A rigor di ciò, è palese come anche l’eiaculazione ritardata possa conseguire a disturbi mentali, che si svelano spesso immotivati. Non è infrequente, infatti, che il ritardo eiaculatorio sia collegato direttamente a condizioni mentali inerenti, in particolar modo, alla possibilità/capacità di togliere i freni inibitori durante l’amplesso con la partner femminile.
Anche l’ansia da prestazione può influire negativamente durante l’atto sessuale: comunemente, questa particolare “ansia” prima di un rapporto è ritenuta la causa principale di eiaculazione precoce; tuttavia, pochi sono a conoscenza che questo particolare stato ansioso preliminare può essere anche responsabile del problema opposto: il ritardo eiaculatorio.
Scavando più profondamente fino ad arrivare nell’intimo della psiche maschile, i motivi mentali responsabili dell’eiaculazione ritardata riflettono la fragilità del maschio: per alcuni, l’eiaculazione corrisponde ad un momento ansioso non tanto per l’atto in sé, piuttosto per l’impossibilità di controllare il corpo. In altre parole, l’orgasmo è sinonimo di perdita del controllo e, paradossalmente, alcuni uomini si sentono impotenti di fronte a tutto ciò, proprio perché non sono più in grado di gestire le proprie sensazioni. Per altri ancora, il ritardo eiaculatorio riflette un atto egoistico inconscio, quasi come se l’emissione di sperma rappresentasse la perdita di una parte di se stessi.
In queste ultime due condizioni, l’eiaculazione viene inconsapevolmente posticipata allo scopo di mantenere il ferreo controllo delle proprie azioni ed evitare di “perdere” o “donare” una parte di se stessi.

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Eiaculazione ritardata: focus sul paziente

Generalmente il paziente dichiara di riuscire ad avere erezioni buone e prolungate, ma di non sentire abbastanza eccitazione fisica e/o mentale durante il rapporto sessuale. Spesso si tratta di uomini che tendono ad avere difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, molto controllati, emotivamente distaccati. L’iper controllo può averli condotti verso ruoli di rilievo, tuttavia possono essere uomini che non riescono ad abbandonarsi al piacere sessuale, soprattutto a causa di paure ed insicurezze, spesso anche sul proprio fisico, di origine adolescenziale. Si può inoltre aggiungere che in alcuni casi i soggetti hanno avuto un’educazione rigida, con una madre che pretendeva di essere sempre “buoni e disponibili” e che ha inculcato nella propria progenie l’idea che il sesso sia qualcosa di “sporco”. Ciò ingenera, secondo gli esperti, una rabbia inconscia e repressa per il sesso femminile: la mancata eiaculazione rappresenterebbe un non concedersi, quale atto di ritorsione. Vi sono poi i casi di abusi sessuali vissuti nell’infanzia o di omosessualità latente. Anche l’eccessivo servilismo nei confronti del partner, la necessità di soddisfarne ogni bisogno e di dare il maggior piacere possibile può avere una forte influenza su tale disturbo. In tutti questi casi, una terapia psicologica accurata è la soluzione necessaria: bisogna ristabilire un senso di fiducia nei confronti del mondo femminile, nonché la capacità di affermare bisogni, esigenze e desideri di fronte a quelli del partner.

Integratori alimentari efficaci nell’eiaculazione ritardata

Qui di seguito trovate una lista di altri integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare e “velocizzare” la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna:

Eiaculazione ritardata o assente a causa di masturbazione compulsiva e dell’effetto Coolidge

Una delle cause di eiaculazione ritardata è la masturbazione compulsiva che si verifica nella dipendenza da porno online. A tale proposito leggi questo articolo: Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

Diagnosi di eiaculazione ritardata o assente

La diagnosi viene fatta dal medico in base a vari parametri:

  • ricerca eziologica (cioè della causa) del ritardo eiaculatorio;
  • studio dei motivi che diminuiscono il desiderio sessuale;
  • analisi delle caratteristiche generali dell’eiaculazione (tempistiche, sensazioni, qualità spermatica);
  •  analisi medica generale per valutare la presenza di cause organiche che rendono difficoltosa l’eiaculazione;
  • studio psicologico del paziente.

Il sintomo in esame, l’eiaculazione ritardata appunto, dev’essere indagato sistematicamente in tutte le sue sfaccettature, attraverso il colloquio con il paziente (al quale devono essere poste domande precise ed obiettive), l’esperienza e la delicatezza dello specialista, e l’utilizzo di un’adeguata strumentazione anamnestica.

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Terapie dell’eiaculazione ritardata o assente

Le terapie dell’eiaculazione ritardata devono essere determinate in base alle cause che l’hanno determinata. Se il paziente lamenta un ritardo dell’atto eiaculatorio dovuto solamente allo stress, la terapia risolutiva risulta meno “importante” rispetto all’eiaculazione ritardata causata da abuso di farmaci, ansia da prestazione, disturbi psico-sessuali ecc. Le terapie volte ad ovviare l’eiaculazione ritardata sono principalmente due, quella farmacologica e quella psicologica.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica si basa sulla somministrazione di specialità medicinali di tipo simpatico-mimetiche, in grado di stimolare i centri nervosi eccitatori, responsabili dell’orgasmo.

Terapia psicologica

La terapia psicologica, pur efficace sul solo paziente che soffre di eiaculazione ritardata, dovrebbe preferibilmente coinvolgere entrambi i partner, allo scopo di istruire la coppia sui principi-fondamento delle relazioni sessuali ed interpersonali. L’istruzione sessuale di tipo riabilitativo prevede un programma preciso, in cui il dialogo ha un ruolo fondamentale nelle relazioni di coppia; inoltre, le suddette terapie sono utili ad entrambi i partner per la progressiva e graduale acquisizione delle capacità di beneficiare reciprocamente dell’appagamento psicologico e fisico, attraverso la messa in pratica di mansioni sessuali specifiche. Il fine è decondizionare l’inconveniente sessuale (eiaculazione ritardata), vivere le proprie emozioni ed eliminare i condizionamenti negativi mentali.

Se credi di soffrire di eiaculazione ritardata da cause psicologiche, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Orgasmo maschile e femminile: nuovo studio sulle differenze fisiologiche

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (2)Una revisione della letteratura scientifica sul tema orgasmo, guidata da Elizabeth Emhardt dell’Indiana University School of Medicine e pubblicata su Clinical Anatomy, ha chiarito come l’orgasmo maschile sia più “nervoso” mentre quello femminile sia più “anatomico”. Per i maschi, spiegano gli autori, un ruolo fondamentale è giocato dal bilancio tra l’azione del sistema nervoso parasimpatico e quella del sistema nervoso simpatico, entrambi parte del sistema nervoso autonomo: il primo regola i comportamenti del corpo in situazioni di riposo, il secondo in situazioni di emergenza.

Mentre negli uomini sono i nervi a determinare l’orgasmo, nelle donne invece a dominare è soprattutto l’anatomia: in loro l’orgasmo è decisamente correlato alla posizione assunta nel rapporto, che influenza a sua volta quella del clitoride. Più il clitoride si avvicina alla parete vaginale anteriore più è probabile che avvenga l’orgasmo: per favorire l’orgasmo femminile sono quindi da preferire le posizioni del missionario e quella dell’amazzone.

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Dare un nome al proprio pene ed altre cose che fanno gli uomini di nascosto

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (5)La rivista Glamour ha lanciato un sondaggio dedicato agli uomini e al loro rapporto con il sesso. Sono stati interpellati 1131 uomini (tra cui qualche celebrità) a cui sono state poste diverse domande. Le risposte sono state senza veli e senza censure! Ecco le 9 cose più piccanti o curiose che sono emerse:

1. Il 13% degli uomini ha un soprannome per il proprio pene e alcuni sono alquanto creativi (vedi Penisaurus Rex!).

2. Nonostante molti di loro abbiano affibbiato un nomignolo al proprio pene, ben il 41% degli uomini pensa che sarebbe strano che una donna desse il nome alla propria vagina.

3. Il 17% degli uomini intervistati dicono che il porno ha dato loro aspettative irrealistiche circa il sesso, però un 31% sostiene che il porno ha reso migliore la propria partner sessuale.

4. Il 52% vorrebbe una pillola maschile per evitare gravidanze indesiderate.

5. Giocattoli erotici in camera da letto? Il 70% degli uomini li possiede e il 30% li utilizza per compensare le proprie eventuali carenze!

6. Il 79% degli intervistati ammette di aver fantasticato su di una collega, il 43% sul proprio capo.

7. Secondo il 31% degli uomini non esiste l’amicizia platonica tra uomo e donna.

8. La maggior parte degli intervistati non si preoccupa troppo del proprio pene ma il 43% di quelli che invece lo fanno hanno il timore che sia troppo piccolo mentre solo il 4% che sia troppo grande!

9. Ebbene anche gli uomini simulano l’orgasmo: lo ha dichiarato il 31% degli intervistati. Difficile però capire come fare a simulare una eiaculazione!

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