Lo sciroppo d’acero è un liquido zuccherino e dolce che si ottiene dalla bollitura della linfa di due varietà distinte di acero: l’Acer saccharum (acero da zucchero) e Acer saccharum nigrum (acero nero). E’ molto diffuso nelle regioni fredde del mondo, per le elevate calorie e le proprietà Continua a leggere
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Differenza tra miele e sciroppo d’acero
Miele
Il miele è la sostanza alimentare che le api producono partendo dal nettare dei fiori o dalle secrezioni di parti vive di piante, che esse raccolgono, trasformano, combinano con sostanze proprie e depongono nei loro favi. Se il miele è ottenuto dal nettare prende il nome di “miele di nettare”, mentre se è ottenuto dalla melata, prende il nome di “miele di Continua a leggere
Differenza tra miele, pappa reale e propoli
Miele
Il miele è la sostanza alimentare che le api producono partendo dal nettare dei fiori o dalle secrezioni di parti vive di piante, che esse raccolgono, trasformano, combinano con sostanze proprie e depongono nei loro favi. Se il miele è ottenuto dal nettare prende il nome di “miele di nettare”, mentre se è ottenuto dalla melata, prende il nome di “miele di Continua a leggere
Qual è il miele meno calorico? Quale scegliere?
Tutti i tipi di miele hanno lo stesso quantitativo di calorie, cioè circa 300/310 calorie ogni 100 grammi. Quindi la scelta del miglior miele deve essere basata sul Continua a leggere
Differenza tra miele solido e liquido
Il miele di nettare viene fatto dalle api a partire dal nettare dei fiori. Nel nettare sono presenti due tipi diversi di zucchero: fruttosio e glucosio. Se prevale il glucosio il miele cristallizza, diventando “solido” (più precisamente “cristallizzato”), invece se Continua a leggere
Differenza tra miele e melata: caratteristiche e qualità
Non tutti sanno che, accanto al più famoso “miele di nettare”, esiste un miele meno famoso chiamato “miele di melata o di bosco“. Quali sono le differenze tra i due tipi?
Quando mancano i fiori
Dovete sapere che non sempre le api hanno a disposizione fiori e piante nettarifere dalle quali raccogliere il nettare da trasformare in miele, tuttavia la natura – dove non si trovano facilmente fiori, come nelle zone boschive – mette a loro disposizione una particolare sostanza chiamata Continua a leggere
Differenza tra salame e soppressata
La parola salame sembrerebbe derivare dal latino “salumen” e rimanda all’operazione di salatura delle carni di maiale, una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Oggi le ricette variano da regione a regione a seconda del tipo di carne usata (può essere per esempio di suino, bovino, cinghiale, asino, oca) delle dimensioni della grana (fine, media o grossa), del tipo di ingredienti aggiunti all’impasto (aglio, peperoncino, semi di finocchio, vino) e del periodo di stagionatura. Esistono però delle fasi della lavorazione comuni a tutti i tipi di salame: la triturazione della carne con il grasso, la miscela di questo impasto con il sale, gli aromi e le spezie, l’insaccamento e, per finire, la stagionatura.
Differenza tra salame e soppressata
La differenza tra il salame e la soppressata sta tutta in alcune variazioni sullo stesso tema. Prima di tutto la carne: in entrambi i casi è di suino, ma mentre il primo è fatto con parti del maiale sia grasse che magre, la soppressata è impastata solo con tagli magri (coscia, spalla, filetto o rifilatura del prosciutto). Per quanto riguarda il taglio, un tempo l’impasto del salame veniva triturato con il coltello, oggi, nella maggior parte dei casi, si usa il tritacarne, con stampi di diversa grandezza. La carne della soppressata, invece, viene tagliata rigorosamente a punta di coltello. Questo fa sì che che la grana rimanga un po’ più grossa e quindi compatta. Anche la percentuale di grasso varia, è maggiore nel salame, nella soppressata è minima. Altra grande differenza riguarda il budello: quello della soppressata ha una dimensione maggiore rispetto a quello del salame, questo perché non deve essere troppo aderente all’impasto così da resistere alla pressione (da cui il nome) esercitata sul salume in modo da far fuoriuscire l’aria che si crea durante l’insaccatura. Proprio per non rischiare che il budello si rompa, viene anche bucato in più parti. Diversa è quindi anche la forma. Il primo è cilindrico, la seconda più appiattita. Per quanto riguarda la stagionatura, quella del salame va da uno a cinque mesi, quella della soppressata si aggira intorno ai 40 giorni.
La soppressata è calabrese, ma anche toscana e vicentina
Quando si parla di soppressata si fa riferimento al salume che si produce in Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise e Campania. Tra questi, l’unica Dop è quella calabrese. In Italia, però, la soppressata si fa anche in Toscana e in Veneto: qui viene chiama soppressa. Quella toscana, detta anche capo freddo o capaccia, è fatta con la lingua del maiale e con le parti grasse, magre e cartilaginose della testa e altre cotenne, tagliate a pezzi, salate e lessate. La soppressa vicentina Dop, invece, è fatta con i tagli magri del maiale ma è molto più speziata di quella calabrese. Qui oltre a sale e al pepe nero in grani o al peperoncino, si usano, infatti anche cannella, chiodi di garofano e rosmarino.
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Differenza tra uovo sodo, alla coque e all’occhio di bue: cottura e calorie
Uovo alla coque: tempo di cottura
Per ottenere un buon uovo alla coque si deve seguire una preparazione precisa rispettando il tempo di cottura, per evitare di avere, appunto, un uovo sodo o un uovo non abbastanza cotto. L’uovo alla coque è la soluzione più veloce per preparare un uovo: il tempo di cottura infatti si aggira intorno ai tre minuti dal momento in cui l’acqua inizia a bollire, e può essere lievemente diversa a seconda di come si vuole mangiare l’albume. E’ un piatto molto nutriente e lo si può consumare in diversi momenti della giornata: a colazione, se si propende per una colazione proteica, come spuntino di metà mattinata, ma anche a pranzo o a merenda. Le uova alla coque sono più facilmente e rapidamente digeribili rispetto a quelle sode.
L’uovo alla coque è sconsigliato nelle persone che potrebbero essere più sensibili alla salmonellosi, vale a dire bambini e anziani. Le uova alla coque sono controindicate anche nelle persone con deficit del sistema immunitario.
Consigli per la cottura dell’uovo alla coque
L’uovo deve essere a temperatura ambiente; se l’uovo è ancora freddo, immergendolo nell’acqua bollente, potrebbe rompersi. Quindi dovrete estrarre l’uovo dal frigo tempo prima. Un ulteriore accorgimento nel cuocere l’uovo alla coque è quello di apportare un piccolo forellino con uno spillo sulla punta più grossa dell’uovo, per evitare che l’uovo a contatto con l’acqua calda si fessuri. Mettete quindi sul fuoco un pentolino con dell’acqua (sufficiente per coprire l’uovo) e portate ad ebollizione. Raggiunta l’ebollizione, abbassate un po’ la fiamma e immergete l’uovo, aiutandovi con un cucchiaio. Lasciate cuocere per circa tre minuti. Alla fine dei tre minuti tirate fuori l’uovo dal pentolino con un cucchiaio e mettetelo sotto l’acqua fredda corrente, finché non sarà raffreddato, in modo tale da riuscire a tenerlo in mano senza scottarvi.
Come consumare un uovo alla coque?
Appena raffreddato, mettete l’uovo in un portauovo con la parte appuntita verso il basso. Una volta messo l’uovo nel portauovo dovete aprirlo con un coltellino seghettato.
L’apertura deve essere sufficiente a far passare il cucchiaino con cui poi lo mangerete.
Colpitelo delicatamente sino ad inciderlo e poi cercate di tagliare via la calotta superiore senza distruggerne il resto. Alcuni mangiano l’uovo alla coque aggiungendo sale, ma il nostro consiglio è quello di mangiarlo al naturale.
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Uovo sodo (o bollito): tempo di cottura
Come nel caso delle uova alla coque il segreto è sta nel tempo di cottura: se lascerete cuocere poco rimarrà col tuorlo un po’ morbido e non sufficientemente cotto. Per un’insalata può anche andare bene. Se lo lasciate cuocere troppo, diventerà secco e il tuorlo assumerà un colore verdastro: quello è il sintomo di una cottura troppo prolungata. Non avrà un gusto cattivo ma risulterà troppo pastoso.
Mettete le uova da cucinare in un pentolino con acqua fredda e fate in modo che l’acqua copra appena le uova e la pentola sia abbastanza alta da contenerle tutte senza far uscire l’acqua che bolle e senza lasciare troppo spazio alle uova (altrimenti sbatterannno tra loro e si romperanno); attendete il bollore dell’acqua. Dal momento del bollore, accendete un timer e impostate un tempo di 7 minuti. In realtà il tempo di cottura di un uovo sodo si aggira tra i 7 ed i 10 minuti, ma dipende molto dalla dimensione delle uova: più l’uovo è grande e per più tempo dovrà cuocere. Terminato il tempo di cottura scolate le vostra uova sode e fatele raffreddare sotto l’acqua corrente.
Uova all’occhio di bue
Il procedimento per cucinare le uova all’occhio di bue è davvero semplice ma va fatto nel modo e con i tempi giusti, onde evitare che il tuorlo si raddensi troppo, ma anche che sia troppo liquido, fermo restando che ognuno lo può cuocere secondo i propri gusti soggettivi. Prendere una padella bassa ma con un diametro abbastanza largo e metterla sul fuoco, a fuoco basso con un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva. Appena l’olio si è lievemente scaldato, aprire direttamente in pentola le uova, prestando attenzione a che non si rompa il tuorlo e che non finiscano in padella dei pezzi di buccia (in questo caso toglieteli prontamente con un cucchiaino, prima che l’uovo si riscaldi rendendo più difficile questa operazione).
Prendere quindi un cucchiaio e con estrema attenzione, raccogliete l’olio caldo della pentola e versatelo sopra le uova, che si andranno a cuocere con l’olio bollente. Ripetere l’operazione fino a che il tuorlo delle uova e l’albume non appaiono visibilmente cotti (in quel caso cambiano colore). A questo punto, mettere sale e pepe secondo il proprio gusto e se lo gradite, solo un minuto prima di levare dal fuoco, mettere su ogni uovo una sottiletta. Il nostro consiglio è quello di evitare il sale.
Calorie di uovo sodo, alla coque e all’occhio di bue
A seconda del tipo di cottura, le calorie delle uova sono diverse, ecco i valori per 100 grammi:
- uovo sodo o alla coque: 155 calorie;
- uovo all’occhio di bue: 160 – 170 calorie.
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