E’ necessario partire da un punto fermo: le verdure fanno davvero bene alla nostra salute. Dal punto di vista nutrizionale le verdure contengono moltissima acqua (tra il 75 ed il 95%) e pochi carboidrati, proteine, grassi e calorie; inoltre sono ricche di sali minerali, vitamine (A, E,C) e fibra alimentare che oltre ad avere potere saziante perché “riempie” lo stomaco, agisce positivamente contro Continua a leggere
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Differenza tra uovo sodo, alla coque e all’occhio di bue: cottura e calorie
Uovo alla coque: tempo di cottura
Per ottenere un buon uovo alla coque si deve seguire una preparazione precisa rispettando il tempo di cottura, per evitare di avere, appunto, un uovo sodo o un uovo non abbastanza cotto. L’uovo alla coque è la soluzione più veloce per preparare un uovo: il tempo di cottura infatti si aggira intorno ai tre minuti dal momento in cui l’acqua inizia a bollire, e può essere lievemente diversa a seconda di come si vuole mangiare l’albume. E’ un piatto molto nutriente e lo si può consumare in diversi momenti della giornata: a colazione, se si propende per una colazione proteica, come spuntino di metà mattinata, ma anche a pranzo o a merenda. Le uova alla coque sono più facilmente e rapidamente digeribili rispetto a quelle sode.
L’uovo alla coque è sconsigliato nelle persone che potrebbero essere più sensibili alla salmonellosi, vale a dire bambini e anziani. Le uova alla coque sono controindicate anche nelle persone con deficit del sistema immunitario.
Consigli per la cottura dell’uovo alla coque
L’uovo deve essere a temperatura ambiente; se l’uovo è ancora freddo, immergendolo nell’acqua bollente, potrebbe rompersi. Quindi dovrete estrarre l’uovo dal frigo tempo prima. Un ulteriore accorgimento nel cuocere l’uovo alla coque è quello di apportare un piccolo forellino con uno spillo sulla punta più grossa dell’uovo, per evitare che l’uovo a contatto con l’acqua calda si fessuri. Mettete quindi sul fuoco un pentolino con dell’acqua (sufficiente per coprire l’uovo) e portate ad ebollizione. Raggiunta l’ebollizione, abbassate un po’ la fiamma e immergete l’uovo, aiutandovi con un cucchiaio. Lasciate cuocere per circa tre minuti. Alla fine dei tre minuti tirate fuori l’uovo dal pentolino con un cucchiaio e mettetelo sotto l’acqua fredda corrente, finché non sarà raffreddato, in modo tale da riuscire a tenerlo in mano senza scottarvi.
Come consumare un uovo alla coque?
Appena raffreddato, mettete l’uovo in un portauovo con la parte appuntita verso il basso. Una volta messo l’uovo nel portauovo dovete aprirlo con un coltellino seghettato.
L’apertura deve essere sufficiente a far passare il cucchiaino con cui poi lo mangerete.
Colpitelo delicatamente sino ad inciderlo e poi cercate di tagliare via la calotta superiore senza distruggerne il resto. Alcuni mangiano l’uovo alla coque aggiungendo sale, ma il nostro consiglio è quello di mangiarlo al naturale.
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Uovo sodo (o bollito): tempo di cottura
Come nel caso delle uova alla coque il segreto è sta nel tempo di cottura: se lascerete cuocere poco rimarrà col tuorlo un po’ morbido e non sufficientemente cotto. Per un’insalata può anche andare bene. Se lo lasciate cuocere troppo, diventerà secco e il tuorlo assumerà un colore verdastro: quello è il sintomo di una cottura troppo prolungata. Non avrà un gusto cattivo ma risulterà troppo pastoso.
Mettete le uova da cucinare in un pentolino con acqua fredda e fate in modo che l’acqua copra appena le uova e la pentola sia abbastanza alta da contenerle tutte senza far uscire l’acqua che bolle e senza lasciare troppo spazio alle uova (altrimenti sbatterannno tra loro e si romperanno); attendete il bollore dell’acqua. Dal momento del bollore, accendete un timer e impostate un tempo di 7 minuti. In realtà il tempo di cottura di un uovo sodo si aggira tra i 7 ed i 10 minuti, ma dipende molto dalla dimensione delle uova: più l’uovo è grande e per più tempo dovrà cuocere. Terminato il tempo di cottura scolate le vostra uova sode e fatele raffreddare sotto l’acqua corrente.
Uova all’occhio di bue
Il procedimento per cucinare le uova all’occhio di bue è davvero semplice ma va fatto nel modo e con i tempi giusti, onde evitare che il tuorlo si raddensi troppo, ma anche che sia troppo liquido, fermo restando che ognuno lo può cuocere secondo i propri gusti soggettivi. Prendere una padella bassa ma con un diametro abbastanza largo e metterla sul fuoco, a fuoco basso con un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva. Appena l’olio si è lievemente scaldato, aprire direttamente in pentola le uova, prestando attenzione a che non si rompa il tuorlo e che non finiscano in padella dei pezzi di buccia (in questo caso toglieteli prontamente con un cucchiaino, prima che l’uovo si riscaldi rendendo più difficile questa operazione).
Prendere quindi un cucchiaio e con estrema attenzione, raccogliete l’olio caldo della pentola e versatelo sopra le uova, che si andranno a cuocere con l’olio bollente. Ripetere l’operazione fino a che il tuorlo delle uova e l’albume non appaiono visibilmente cotti (in quel caso cambiano colore). A questo punto, mettere sale e pepe secondo il proprio gusto e se lo gradite, solo un minuto prima di levare dal fuoco, mettere su ogni uovo una sottiletta. Il nostro consiglio è quello di evitare il sale.
Calorie di uovo sodo, alla coque e all’occhio di bue
A seconda del tipo di cottura, le calorie delle uova sono diverse, ecco i valori per 100 grammi:
- uovo sodo o alla coque: 155 calorie;
- uovo all’occhio di bue: 160 – 170 calorie.
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Differenza tra torrone morbido e duro
Il torrone è un dolce natalizio, tipicamente composto da albume d’uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole tostate; spesso ricoperto da due strati d’ostia. Viene prodotto nella variante classica (dura), morbida o al cioccolato. Il suo nome deriva dal verbo latino torreo che significa abbrustolire con riferimento alla tostatura delle nocciole che lo compongono.
Le principali varietà di torrone sono quello duro e quello morbido: la differenza fra le due è dovuta a diversi fattori. Innanzitutto il diverso grado di cottura dell’impasto: difatti nel torrone duro (anche chiamato “friabile”) la cottura è solitamente prolungata nel tempo fino a raggiungere (in alcuni prodotti tipici) le 12 ore.
Altrettanto importante è la composizione della ricetta ed il rapporto tra il miele e gli zuccheri (tra cui saccarosio, sciroppo di glucosio, sciroppo di zucchero invertito).
Il torrone tenero, invece, ha una cottura più breve, che solitamente non supera le 2/3 ore; ciò permette di avere un’umidità dell’impasto più alta; questo fattore in combinazione alla ricetta diversa (con maggiore percentuale di glucosio) produce un impasto più tenero e dolciastro rispetto al tipo duro.
Varianti più moderne comprendono il torrone classico ricoperto di cioccolato. Una ulteriore tipologia, con pasta reale (pasta di mandorle ricoperta di cioccolato pregiato o di glassa di zucchero fondente) non è da considerarsi propriamente un “torrone”.
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Crudo o cotto: come la cottura bollito cambia il peso del cibo [TABELLA]
Lo stesso identico cibo crudo e dopo la cottura ha un peso che può essere anche molto diverso. Come cambia il peso del cibo prima e dopo la cottura bollito? Con questa pratica tabella stampabile, non avrai più dubbi (e non perderti anche la tabella equivalente con la cottura arrosto che potete trovare a questo link):
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Crudo o cotto: come la cottura arrosto cambia il peso del cibo [TABELLA]
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No ai cibi troppo cotti: l’eccessiva cottura distrugge vitamine e nutrienti
Esistono alcuni semplici accorgimenti per sfruttare al meglio le sostanze presenti negli alimenti, in particolare in quelli vegetali. Intanto dovrebbero essere introdotti nella dieta gradualmente e in quantità sempre più sostenute, in modo tale che l’organismo si abitui ad assimilarli. E, come regola generale, vanno poco cotti: solo in questo modo non si distruggono le vitamine e gli enzimi che rinforzano il sistema immunitario, né si compromettono i sapori. Evitando così di esagerare con i condimenti.
Si consiglia di consumare 6 porzioni al giorno di verdura e frutta: tradotto in grammi, significa 250 g di verdure e ortaggi da cuocere, 100 g di insalate con ortaggi freschi, un frutto grande (arancia o mela) oppure 100 g di frutti medi o piccoli (prugne, ciliegie, fragole).E’ possibile raddoppiare le porzioni per esempio mangiando 2 arance o consumando carote o frutta per spuntino, anziché merendine, crackers o caramelle.
Per coprire le 3-4 porzioni prescritte di legumi e cereali, si può scegliere per esempio tra 60 g di pane integrale, 40 g di fiocchi d’avena, 80 g di pasta o riso integrale, 60 g di polenta di semola, 100 g di chicchi di mais freschi, 100-120 g di legumi freschi o surgelati, 35-50 g se secchi.
Spesso per motivi di lavoro si è obbligati a mangiare in mense aziendali, bar e ristoranti dove è molto difficile trovare i cibi proposti dalla nostra dieta.
In mensa conviene scegliere un primo di legumi e un’insalata mista con rucola, pane integrale e frutta fresca.
Al bar ordinate il panino più integrale pregando di farcirlo con pomodoro rosso, una fettina di cipolla e magari una striscia di doppio concentrato di pomodoro. Come bevanda una spremuta fresca di arancia.
A casa bisogna mangiare il più crudo possibile, perché per effetto del calore si perde la vitamina C. Il betacarotene ( presente nelle verdure verdi e arancio) resiste alle brevi cotture al vapore, la carota si gusta cruda. Invece il licopene del pomodoro resiste anche alla cottura, gli anticancro di cereali e legumi non temono il calore.
Articolo a cura della dietista Mariagnese Torrisi
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È vero che cucinare i cibi al microonde fa male alla salute?
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Quanto la cottura modifica i nostri cibi?
Molti dei cibi che mangiamo ogni giorno devono essere necessariamente cotti (come la carne) altri possono essere mangiati cotti o crudi (per esempio le verdure) ed altri possono essere cotti in vari modi (le patate possono essere bollite ma anche fritte). La cosa importante da sapere è che la cottura modifica alcune caratteristiche del cibo, determinando infatti processi simili a quelli digestivi trasformando sostanze chimiche complesse in altre più semplici. L’amido contenuto nei cereali, se sottoposto ad una fonte di calore, può ad esempio trasformarsi parzialmente in zuccheri più semplici (l’indice glicemico aumenta con la cottura).
Effetti della cottura:
Commestibilità: la natura è ricca di prodotti quali fagioli, piselli, patate che, pur avendo un gusto gradevole e un buon valore nutritivo, contengono dei fattori antinutrizionali che ne impedirebbero l’uso alimentare. Molti di questi fattori…
Continua la lettura con: https://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/cottura-alimenti.html
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