Il medico e il paziente terminale: supporto, fasi di elaborazione, problemi spirituali e culturali

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Dopo quanto tempo un cadavere si decompone?

MEDICINA ONLINE RIGOR MORTIS RIGIDITA CADAVERE MORTE TEMPOSubito dopo la morte, qualsiasi essere vivente si decompone e, più o meno lentamente, torna a far parte della natura. Ma in quanto tempo ciò avviene?

Subito dopo la morte

La prima cosa da dire è che la decomposizione comincia immediatamente dopo il momento della morte, dal momento che il non funzionamento di cuore e polmoni non permette più al sangue di circolare e rifornire le cellule del corpo di ossigeno e nutrienti. La decomposizione inizia praticamente quasi subito, anche se è macroscopicamente evidente solo dopo alcune ore dal decesso. In questa fase la decomposizione è causata principalmente da due fattori:

  • autolisi: la suddivisione dei tessuti dai propri prodotti chimici interni del corpo ed enzimi;
  • putrefazione propriamente detta: scissione degli elementi costitutivi dei tessuti operata dai batteri.

Questi processi rilasciano gas che sono la causa principale dell’odore caratteristico dei corpi morti. Tali gas possono presentare nella loro composizione una rilevante percentuale di metano, magnesio e potassio, miscela che talvolta può innescare una fiammata al contatto con l’aria, nel noto fenomeno del “fuoco fatuo“.
Ricordiamo che la scienza che studia la decomposizione è generalmente denominata tafonomia, mentre la scienza forense che analizza le cause di un decesso è la tanatologia. Una delle pratiche funebri più note, la cremazione, sottrae il cadavere alla decomposizione ordinaria decomponendolo con l’azione della combustione, che ne scinde ugualmente le molecole, ma per effetto del fuoco ed in maniera estremamente più rapida.

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Quali son i fattori che influenzano la decomposizione di un cadavere?

La rapidità ed il modo in cui un corpo umano o animale si decompone sono influenzati da un certo numero di fattori. Per grado di importanza approssimativamente decrescente, tali fattori includono:

  • condizioni atmosferiche ed ambientali (in caso di sepoltura all’aperto):
    • temperatura,
    • umidità,
    • siccità,
    • pioggia,
    • neve,
    • incendi,
    • esplosioni…;
  • intervento di microorganismi ed animali:
    • insetti,
    • parassiti,
    • animali carnivori,
    • roditori…;
  • eventuale sepoltura, tipo di sepoltura e profondità della stessa;
  • caratteristiche della bara eventualmente usata;
  • eventuale imbalsamazione;
  • caratteristiche del cadavere: età, dimensione corporea, peso, costituzione, idratazione, percentuale di massa magra e grassa;
  • superficie di giacitura dei resti del corpo (un corpo integro impiega più tempo a decomporsi, se è smembrato impiega meno tempo).

MEDICINA ONLINE FENOMENI CADAVERICI MORTE.

Decomposizione del cadavere in una bara

Innanzitutto occorre precisare se si tratta di bara inumata (tempi di decomposizione più rapidi) o tumulata (tempi più lunghi). L’attuale normativa in materia prevede che le bare da inumazione siano realizzate unicamente con legno e tessuti (preferibilmente non sintetici), mentre per le bare da tumulazione all’interno di una cassa di legno vi sia una cassa zincata dotata di valvole di sfiato.
Nel caso dell’inumazione il fondo della cassa è posizionato circa 2 metri sotto il livello del terreno (da cui il detto in inglese “six feet under”), il percolare dell’acqua attraverso il terreno porta al marcire del legno (ecco perché dopo un po di tempo le tombe terragne sprofondano leggermente) e successivamente accelera il processo di decomposizione dei un cadavere. Non esiste una tempistica precisa, ma solitamente un cadavere inumato di un adulto si decompone in scheletro in circa 10 anni (ecco perché di solito dopo tale tempo si procede alle esumazioni delle salme per porle nelle cellette ossario). Se il corpo è esposto all’acqua il tempo di scheletrizzazione si riduce a circa 3/4 anni, mentre all’aria aperta si riduce a circa 1/2 anni, con ampie variazioni a seconda delle condizioni atmosferiche. Se il corpo è all’aperto, ma in particolari condizioni (ad esempio circondato da ghiaccio) il tempo di decomposizione è estremamente più lento, esattamente quello che si cerca di replicare nell’ibernazione.
In funzione della permeabilità del terreno e delle caratteristiche chimiche tale tempo varia, accelerando o rallentando. I liquidi di decomposizione percolano al di sotto della bara della salma inumata, mentre i gas vengono filtrati dal terreno e raramente raggiungono la superficie. In caso di tumulazione, il processo di decomposizione è molto più lungo rispetto all’inumazione, arrivando a comprendere decine di anni.

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Insetti, animali e cadaveri

Insetti ed altri animali sono tipicamente gli agenti principali della decomposizione, posto che il corpo sia loro accessibile. Gli insetti più importanti che sono tipicamente coinvolti nel processo includono i sarcofagi (Sarcophagidae) ed i calliforidi (Calliphoridae).
La temuta mosca color verde-bottiglia (la “mosca metallica”) che si vede d’estate, è una calliforida; in realtà essa depone le sue uova bianche su qualunque carne viva o morta esposta (priva di pelle) e la sua preferenza è dovuta al fatto che gli animali vivi possono scacciarla ed essa non può agire su di essi come farebbe su un cadavere.
Ben più precisi e determinati sono invece i bigattini, vermiformi bianco-giallognoli ben noti ai pescatori, che li usano come esche. Questi sono in grado, in climi con temperature calde, di contribuire alla completa distruzione delle parti non ossee in tempi sorprendentemente rapidi, grazie anche alla loro capacità riproduttiva impressionante per rapidità e proporzioni. I bigattini altro non sono che le larve apode dei calliforidi e di altri ditteri)
Altri animali più grandi, come i coyote, le jene, gli avvoltoi, i lupi, le volpi, i ratti ed i topi, possono nutrirsi di un corpo morto se lo trovano, alcuni fra questi, inoltre, ne rimuoveranno e spargeranno le ossa. Anche i pesci possono nutrirsi di una carcassa umana, se immersa in acqua, e perfino cani e gatti possono nutrirsi di un cadavere umano: è quello che accade quando il loro padrone muore, nessuno si accorge della morte e gli animali domestici – affamati – per sopravvivere si cibano di parti del cadavere.

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Come fanno ad arrivare gli insetti?

Se il cadavere è esposto all’aperto, gli insetti vi giungono facilmente per via aerea ed attraverso il terreno. In caso di inumazione, gli insetti giungono al cadavere attraverso il terreno, superando la barriera di legno. Nel caso di una tumulazione la cassa in zinco dotata di valvole è necessaria per contenere i liquidi di decomposizione e i gas che si sviluppano, le valvole hanno lo scopo di permetterne lo sfiato senza che si verifichino scoppi delle casse. Gli insetti possono arrivare al cadavere attraverso tali valvole, anche se con grande difficoltà, tanto che solitamente il corpo viene trovato “mummificato” e non divorato da insetti saprofagi, a meno che sul cadavere non fossero già state depositate uova prima della chiusura della cassa di zinco.

Per approfondire: Fenomeni cadaverici: cosa succede al tuo corpo subito dopo la morte

Scheletro

Notoriamente le robustissime componenti ossee del nostro corpo sono le ultime a decomporsi, dunque lo scheletro è quello che generalmente si ritrova di una salma a seguito della riesumazione a distanza di qualche anno. Tuttavia neanche il robusto tessuto osseo è immortale: gli acidi nei terreni e nelle acquee possono disintegrarlo e  questo è, ad esempio, uno dei motivi della mancanza di resti umani nel relitto del Titanic anche in parti della nave inaccessibili ai pesci ed agli altri agenti degradanti.
I corpi esposti a terreno freddo e umido possono invece sviluppare una sostanza cerosa denominata “adipocere”, a causa dell’azione (sulle proteine e sui grassi del corpo) di prodotti chimici presenti nel terreno. La formazione di adipocere ritarda la decomposizione inibendo l’azione dei batteri che causano la putrefazione.

Leggi anche: Cosa si prova a morire annegati, dissanguati, decapitati… Morti diverse, sensazioni diverse

Imbalsamazione

L’imbalsamazione è un insieme di tecniche volte a preservare un cadavere o un corpo animale (tassidermia) dalla decomposizione. Grazie all’imbalsamazione e seguendo particolari accortezza, un cadavere può conservarsi per centinaia di anni, ad esempio, nella laica Unione Sovietica la salma di Lenin è stata imbalsamata ed è ancora oggi preservata.

Leggi anche: Differenza tra inumazione, tumulazione, cremazione, imbalsamazione e mummificazione

Per quali motivi è importante studiare la decomposizione?

Varie scienze, per finalità diverse, studiano la decomposizione dei corpi. Per quel che riguarda la medicina, la decomposizione è importante soprattutto in anatomia patologica e medicina legale: lo studio specifico sulla decomposizione dei corpi umani è infatti estremamente utile per determinare il periodo e la causa della morte di un dato individuo, dati che possono essere utili per individuare l’eventuale colpevole e condannarlo in un processo penale.

Per approfondire: Fenomeni cadaverici: cosa succede al tuo corpo subito dopo la morte

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Cosa si prova a vivere il proprio funerale?

MEDICINA ONLINE COSA SI PROVA A VIVERE IL PROPRIO FUNERALE MORTE CHIESA BARA SENSAZIONE.JPGTutti noi, almeno una volta nel corso della nostra vita, abbiamo pensato a come sarebbe stato il nostro funerale, immaginandone gli scenari e con la curiosità di “vedere dal vivo” quali sarebbero stati le reazioni e i comportamenti di amici e parenti. Anthony De Luca, un giovane artista bolognese noto per le sue performance irriverenti con cui ama giocare mescolando vita, arte e morte, ha fatto molto di più: ha realmente organizzato il proprio “funerale da vivo” osservandolo direttamente dalla bara per cogliere con ironia “gli ultimi scatti artistici” della propria esistenza.

Ci pensavo da anni! E mi sono sempre chiesto: come sarà il mio funerale? Quanta gente verrà? In quanti piangeranno? Così mi sono dato da fare per far svolgere le mie esequie in anticipo (mi auguro con molto anticipo!) e da vivo. L’intento era quello di vivere un evento che non sarei mai riuscito a vedere! Ho inserito su Facebook un annuncio a cui hanno risposto centinaia di persone, ho fatto affiggere necrologi in tutta Bologna e ho informato la stampa. Molti hanno compreso le mie intenzioni lasciando commenti divertenti ed entusiasti; qualcuno mi ha subito telefonato preoccupato per capire effettivamente se fosse uno scherzo; altri ancora hanno avuto qualche istante di esitazione. Ancora oggi ricevo telefonate in cui mi sento dire: ma allora sei vivo? E qualcuno, dopo la mia risposta positiva, aggiunge scherzosamente: ah, peccato!”.

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L’evento si è consumato martedì 4 maggio 2010 in una Bologna cui la fitta pioggia conferiva un ulteriore tocco di tristezza e di malinconia.

È stato un funerale proprio come quello che desidero abbia luogo quando sarà il momento. Ho cercato di avere tutto ciò che mi occorreva: bara, macchina, corteo, prete, banda musicale in perfetto stile New Orleans e un palazzo storico per l’allestimento della camera ardente. Amici, parenti e qualche conoscente, tutti con impeccabile look e mood triste, hanno atteso in piazza VIII Agosto l’arrivo dell’ auto funebre con la bara. Da lì è partito un corteo di circa 200 persone, accompagnato da una banda musicale di bravissimi jazzisti, che ha percorso parte del centro storico, con una piccola sosta per una breve commemorazione in Piazza Maggiore. Poi si è mosso verso Palazzo Gnudi, sempre sotto la pioggia battente. I necrofori hanno sorretto il feretro per più di un’ora, bagnandosi e sostenendo anche il mio peso. Sì, perché io ero realmente dentro la bara. Alle ore 21,30 è stata allestita la camera ardente in una magnifica location. Qui il cofano era aperto e all’interno io giacevo immobile, con gli occhi chiusi. Durante la “veglia” tutti potevano avvicinarsi per un ultimo bacio, per sussurrarmi una frase o per scattare una fotografia. L’ultima. Di sfondo la toccante proiezione di immagini mie da bambino: felice, giocoso e già in tenera età travestito per giocare con la mia identità e con la fantasia. La musica di accompagnamento, malinconica, ha commosso tantissime persone. L’ultimo commiato ad opera di un prete-attore e poi l’applauso di circa 600 persone ha accompagnato la chiusura della bara con il mio corpo all’interno”.

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Sempre all’interno del feretro! Come si sta? Che sensazioni si provano?
Ho voluto che tutto fosse il più autentico possibile. Qualche giorno prima avevo fatto delle prove per comprendere quanta aria ci fosse: per circa 20 minuti si può respirare tranquillamente. Abbiamo creato un piccolo spiraglio per fare passare una cannuccia in caso mi necessitasse prendere aria e comunque avevo con me il cellulare in caso di malesseri, di mancamenti o di attacchi di panico. Ogni tanto un mio caro amico arruolato fra i necrofori bussava alla parete della cassa e io rispondevo per far capire che era tutto ok. Ho trovato comunque il modo di divertirmi anche mentre “soffocavo” in quello spazio ristretto: ho portato con me una videocamera ed una piccola macchina fotografica e presto, su Youtube, sarà possibile vedere un funerale vissuto da dentro una bara. Magnifiche e divertentissime le reazioni della gente durante il corteo: tutti correvano fuori dai negozi, dai ristoranti, sospendevano le loro attività per cercare di comprendere, senza riuscirvi, cosa stesse accadendo. Le facce erano sbalordite, qualcuno si faceva il segno della croce, altri si lasciavano andare a gesti scaramantici. Le reazioni più curiose le ho osservate passando di fianco ai bar all’ora dell’aperitivo: chi stava sorseggiando un cocktail, spensierato e ignaro, all’improvviso si è visto arrivare una bara “scortata” da 200 persone. C’era incredulità e stupore: la gente cercava conferma negli sguardi degli altri, ma con tanta insicurezza su come comportarsi”.

Una organizzazione perfetta.
C’è voluto un po’ di tempo: tutto è stato fatto in maniera autonoma e senza alcun budget, ma con il fondamentale aiuto di molte persone che mi hanno supportato per affetto o perché credevano nell’idea. Determinante è stato Massimo Benetti, Presidente del Consorzio Imprese Funebri di Bologna, una persona squisita che mi ha messo a disposizione tutto l’occorrente. Ho peregrinato per anni cercando il sostegno di produttori e di impresari funebri, ma sono stato sempre snobbato. L’incontro con Massimo è stato quasi casuale; la sua intelligenza e la sua ironia hanno colto immediatamente il significato di ciò che avrei voluto realizzare. Ed è stato un prezioso consigliere anche sulla scelta dei materiali: Benetti sa già che quando sarà il momento vorrei avere una bara bianca identica a quella che abbiamo utilizzato e la medesima imbottitura. È stata una emozione davvero forte! Consiglierei a tutti di provarla: è una esperienza davvero unica e apre lo sguardo a diversi punti di vista. Centinaia di persone che vengono al tuo funerale da vivo per commuoversi, per divertirsi, per curiosità o semplicemente per stare al gioco. Alcuni ti accarezzano, altri ti baciano e tu non puoi muoverti o aprire gli occhi per guardarli e per ricambiare il gesto affettuoso. Qualcuno ha sussurrato frasi spiritose, altri hanno portato fiori o infilato nelle mie tasche bigliettini con dediche. Ho davvero realizzato il mio sogno vivendo l’evento che mai potrò godermi nella vita!”.

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