La bufala dell’influenza contratta sui mezzi pubblici

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO AUTOBUS PULLMAN TRASPORTO PUBBLICO METROPOLITANA VIAGGIO POSTI SEDILI (1)Non è vero che l’influenza si contrae più facilmente sui mezzi pubblici. A smentire tale “mito” che circola su uno dei più comuni malanni della stagione invernale un sondaggio a cui sono stato sottoposti gli inglesi, l’Annnual Uk flusurvey. Dai dati del sondaggio – basato anche sulle abitudini giornaliere degli intervistati in fatto di cibo, di spostamenti e di condivisione degli ambienti lavorativi o scolastici – è emerso che il numero di persone che utilizzavano con regolarità i mezzi pubblici e hanno preso l’influenza era molto simile a quello di coloro che invece per spostarsi sceglievano l’automobile. Dai risultati appare chiaro come gli uomini colpiti dall’influenza siano risultati in proporzione un numero minore rispetto alle donne e ai bambini, che non solo sono risultati più soggetti a contrarre il malanno di stagione ma di conseguenza sono considerati gli “untori” per eccellenza. Dal sondaggio anche una conferma: i fumatori sono il 12% più a rischio di ammalarsi.

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Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sex LDH PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino Ialuronico Temperatura Perchè FEBBREConosciamo tutti bene i suoi sintomi fastidiosi, appena arriva il freddo come in questi giorni temiamo di prenderla. Sto parlando della febbre. Quando la temperatura corporea sale, specialmente nel caso di un bambino, spesso ci si preoccupa troppo in fretta senza un reale motivo: sì, perché la febbre è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

Cos’è la febbre?

Tutti l’abbiamo provata, ma se vi chiedessero “cos’è la febbre?” voi sapreste rispondere? La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi per l’uomo). E’ importante distinguere la febbre dall’ipertermia: in quest’ultima si ha l’aumento della temperatura del corpo, ma ciò è dovuto a fattori esogeni e non comporta variazione della attività di termoregolazione. Più esattamente per ipertermia si intende una temperatura rettale uguale o superiore a 41,6 gradi non dovuta all’azione di pirogeni endogeni, ma ad altri meccanismi che comportano un aumento primitivo della produzione endogena di calore e che agiscono al di fuori del controllo del centro ipotalamico che regola la temperatura corporea, come nel caso di ipertiroidismo, colpi di calore, condizioni di alterata capacità di disperdere calore (disautonomia familiare o la displasia ectodermica anidrotica). Tornando alla febbre si parla di:

  • stato subfebbrile/febbricola al di sotto dei 37,3 gradi (misurazione ascellare);
  • febbre moderata (tra 37,7 e 38,9);
  • febbre elevata (sopra i 39 gradi);
  • quando il valore supera i 40 si parla di iperpiressia.

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Perché veniamo colpiti dalla febbre?

Come ci spiega il Ministero della Salute, l’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Un eccezionale sistema di difesa

Quando gli agenti infettivi entrano in contatto con le cellule dell’organismo che hanno il compito di proteggerci, si mette in moto un sofisticato sistema di risposta: una parte di questa risposta è proprio il fenomeno della febbre. Le cellule aggredite liberano alcune molecole che danno un segnale al cervello affinché vengano liberate altre molecole che hanno il compito di far salire la temperatura corporea. Nel frattempo, affluisce meno sangue in superficie, in modo che il calore prodotto in eccesso si conservi. Le cellule del corpo provano “disagio” per il calore (per intenderci, è quella sensazione di malessere che avvertiamo quando siamo colpiti dalla febbre), ma ad avere maggiori difficoltà sono invece virus e batteri: con l’innalzamento della temperatura, infatti, questi vengono man mano distrutti e non possono più riprodursi e moltiplicarsi. In pratica ora conoscete la febbre per quello che realmente è: un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo

Leggi anche: Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

La febbre non è un nemico

La febbre non è necessariamente un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali: abbassare la febbre, infatti, non aiuta il bambino a guarire prima. Se, però, il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura.

Sbagliato sottovalutarla in alcuni casi

La febbre può essere provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da malattie più impegnative (molto più raramente): questo significa che la febbre, pur essendo un meccanismo di difesa, può in certe situazioni essere sintomo di malattie gravi o diventare essa stessa fonte di danno per l’organismo, specie se dura per periodi eccessivamente lunghi e se la temperatura supera i 40 gradi. Quindi d’accordo a non sopravvalutare la febbre, ma non si deve neanche sottovalutarla. Nel dubbio chiedete aiuto al vostro medico.

Leggi anche: Differenza tra febbre ed influenza

Febbre alta

Prima ho nominato i “famosi” 40 gradi, tuttavia c’è da ricordare una cosa: non c’è necessariamente una specifica relazione tra valore della febbre e la gravità della malattia: una febbre molto alta, infatti, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia molto grave: valori elevati di temperatura corporea, dunque, possono causare un disagio intenso a noi o al bambino, ma non bisogna pensare che la causa sia per forza pericolosa.

Tipi di febbre

In base alle sue caratteristiche, la febbre può essere di vari tipi:

  • Febbre continua: la temperatura corporea raggiunge i 40 °C e si mantiene pressoché costante. È frequente nelle polmoniti. Solitamente si ha defervescenza per crisi con sudorazione profusa.
  • Febbre remittente o discontinua: il rialzo termico subisce durante il periodo del fastigio (cioè l’acme febbrile raggiunto dopo la prima fase di ascesa della temperatura) oscillazioni giornaliere di due-tre gradi, senza che mai si raggiunga la defervescenza. È frequente nelle setticemie e nella tubercolosi.
  • Febbre intermittente: periodi di ipertermia si alternano a periodi di apiressia (senza febbre). Queste oscillazioni si osservano durante una stessa giornata, e questo è il caso di sepsi, neoplasie, malattie da farmaci, oppure nell’arco di più giorni, come nel caso della malaria (se il picco di ipertermia si osserva ogni quattro giorni si parla di quartana, se si osserva ogni tre giorni di terzana), nel linfoma di Hodgkin e in altri linfomi. Una febbre alta (intorno ai 40 °C, o fra i 37 e 38 in presenza di sudorazione, che asporta calore corporeo), intermittente e associata a brividi è il sintomo di una febbre settica, di origine batterica.
  • Febbre ondulante: il periodo febbrile oscilla da 10 a 15 giorni.
  • Febbre ricorrente e familiare: il periodo febbrile oscilla da 3 a 5 giorni.

Quali farmaci usare in caso di febbre?

Per gli adulti l’aspirina è sicuramente efficace, ma soltanto se la febbre ha origini infiammatorie, poichè agiscono inibendo la produzione delle prostaglandine. Non danno alcun beneficio, quindi, né nell’ipertermia né nel colpo di calore. In caso di ipertermia la terapia delle febbre con mezzi fisici (spugnature di acqua o alcool) può essere indicata. Se avete dei dubbi chiedete al vostro medico.

Quali farmaci in caso di febbre nei bambini?

A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

I migliori prodotti per il benessere in caso di febbre, influenza e raffreddore

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza e raffreddore:

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Cos’è l’influenza, chi rischia di “prenderla” e come comportarsi con i bambini?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (5)Tutti l’anno avuta almeno una volta, ma sapete realmente cosa sia?

Cos’è l’influenza e quali sono i suoi sintomi?

Forse non tutti sanno che la patologia che prende il nome di influenza, già descritta da Ippocrate circa 2400 anni fa, deve il suo nome dalla vecchia dottrina miasmatico-umorale che forniva una spiegazione astrologica di questa malattia: in tempi antichi si affermava infatti che l’influenza era causata appunto da una certa “influenza” che i pianeti e le stelle avevano sul nostro corpo. Per fortuna la scienza ha fatto qualche passo in avanti ed ora sappiamo che l’influenza è in realtà una malattia infettiva causata da un virus RNA della famiglia degli Orthomyxoviridae. Come dicevo poco fa, tutti noi l’abbiamo “presa” almeno una volta nella vita e quindi tutti conosciamo fin troppo bene i fastidiosi sintomi: febbre (che però può anche non essere presente), malessere generale psico-fisico, cefalea, dolori osteomuscolari, difficoltà respiratoria, tosse, faringodinia. L’esordio è generalmente improvviso e brusco e la sintomatologia dura circa 4 giorni ma può anche protrarsi più a lungo.

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Vaccinazione e influenza

Ogni anno il 5-10% della popolazione italiana si ammala. I virus influenzali possono causare forme lievi o gravi di malattia che occasionalmente possono anche portare a morte. La vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace ed è fondamentale per le categorie a rischio come i bambini affetti da determinate patologie. Solo vaccinandosi si può contribuire a ridurre il numero di casi, di ospedalizzazioni e di morti premature. I vaccini antinfluenzali sono considerati sicuri poiché vengono sottoposti a controlli di qualità predefiniti a livello internazionale. A volte, tuttavia, possono manifestarsi reazioni avverse, per lo più lievi.

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Categorie a rischio di contrarre l’influenza

Tutti corrono il rischio di contrarre il virus dell’influenza, ma alcune categorie sono più vulnerabili di altre. I gruppi a rischio comprendono:

  • le persone anziane;
  • quelle con patologie croniche come asma grave;
  • altre patologie respiratorie;
  • diabete e malattie endocrine;
  • malattie cardiovascolari;
  • malattie renali croniche;
  • malattie epatiche croniche;
  • tumori;
  • malattie metaboliche;
  • malattie muscolari e neurologiche che colpiscono la funzione respiratoria;
  • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
  • immunocompromissione congenita o acquisita.

Bambini ed influenza

Un’attenzione particolare è poi richiesta a tutti i genitori che hanno i figli affetti da determinate patologie. Tutti coloro che hanno un figlio con cardiopatia, pneumopatia, diabete e fibrosi cistica, devono vaccinare il proprio figlio proprio per evitare la possibilità che contragga l’influenza. Bambini con queste patologie sono – infatti – soggetti a rischio per le quali una semplice influenza può diventare una malattia di particolare rilevanza. Per tutti i bambini in buona salute è sufficiente fronteggiare i sintomi avvalendosi del consiglio del medico, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie il più libere possibile. Insomma i tipici comportamenti che i genitori di bambini ormai non più piccoli conoscono molto bene. Secondo gli esperti, la vaccinazione dovrebbe essere effettuata ogni anno a partire da metà ottobre. È comunque possibile vaccinarsi anche più tardi, quando la stagione influenzale è già iniziata.

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Scoperto il legame tra l’influenza e il diabete

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Lo studio è stato coordinato dalla virologa Ilaria Capua, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, e condotto il collaborazione con il gruppo di Lorenzo Piemonti, del Centro di Ricerca sul diabete dell’Istituto San Raffaele di Milano.

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