Differenza tra pacemaker e bypass

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONEIl pacemaker è uno strumento elettronico capace di monitorare il battito del nostro cuore e di erogare un impulso elettrico se rileva una frequenza bassa o molto bassa. In pratica serve per risolvere quei blocchi cardiaci che causano una bradicardia patologica (ritmo cardiaco molto lento, causa di vertigini o svenimenti). Il pacemaker viene inserito attraverso un’incisione sotto la clavicola.

Il bypass aorto-coronarico serve invece a portare il sangue nei territori cardiaci che ne ricevono poco a causa delle ostruzioni coronariche, situazione tipica dell’infarto del miocardio.

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Differenza tra pacemaker e defibrillatore ICD

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONELa prima cosa che bisogna conoscere è la sigla con la quale vengono designati i dispositivi: il pacemaker viene chiamato PM, il defibrillatore ICD un l’acronimo inglese (Implantable cardioverter-defibrillator – defibrillatore cardiaco impiantabile). Entrambi possono essere mocamerali (con un solo elettrocatetere); bicamerali (con due elettrocateteri); biventricolari (con tre elettrocateteri), e in questo caso servono per cercare di resincronizzare l’attività elettrica del cuore (CRTCardiac resynchronization therapy ).

Qual’è la differenza tra un pacemaker e un defibrillatore?

Il pacemaker è uno strumento elettronico capace di monitorare il battito del nostro cuore e di erogare un impulso elettrico se rileva una frequenza bassa o molto bassa. In pratica serve per risolvere quei blocchi cardiaci che causano una bradicardia patologica (ritmo cardiaco molto lento, causa di vertigini o svenimenti).

Il defibrillatore ICD, oltre ad essere un pacemaker a tutti gli effetti, e quindi con la capacità di regolare i ritmi lenti del cuore, può riconoscere una aritmia cardiaca a ritmi elevati ed iniziare una terapia elettrica per risolverla prima che diventi pericolosa per il paziente.
La modalità ATP (Anti Tachi Pacing) spesso riesce a risolvere la tachicardia ventricolare senza che il paziente lo avverta. Nei casi di aritmia ventricolare più pericolosi, il defibrillatore eroga uno shock (una scarica elettrica) che azzera l’attività del cuore e consente il ripristino del ritmo naturale. In questo caso il paziente avverte un colpo, una scossa più o meno forte al centro del petto o una sensazione simile.

Semplificando: il pacemaker ripristina un ritmo cardiaco normale quando esso è troppo lento, il defibrillatore lo ripristina quando è troppo lento e quando è molto alterato (come nel caso di tachicardia ventricolare, cioè arresto cardiaco potenzialmente mortale).

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Viaggio dell’impulso cardiaco all’interno del cuore

Rappresentazione schematica del sistema di conduzione cardiaco

Rappresentazione schematica del sistema di conduzione cardiaco

Il miocardio di conduzione (o miocardio specifico) è la parte del muscolo cardiaco che – al contrario del miocardio di lavoro – provvede alla conduzione dell’impulso di contrazione lungo il cuore e permette ad atri e ventricoli di contrarsi in modo fisiologicamente asincrono. Il miocardio di conduzione è costituito da una serie di cellule capaci di creare e condurre l’impulso: le cellule P che compongono i nodi, le cellule di transizione (poste alla periferia dei nodi) e le cellule di Purkinje, cioè le cellule diramate e filamentose che rappresentano la parte terminale del sistema di conduzione cardiaco. Il sistema di conduzione comprende:

  • nodo seno-atriale;
  • nodo atrioventricolare;
  • diramazione intraventricolari del nodo atrioventricolare.

Oltre alla conduzione e alla distribuzione dello stimolo contrattile il sistema di conduzione del cuore è responsabile dell’insorgenza dello stimolo contrattile: l’automatismo cardiaco. Il viaggio dell’impulso è così riassunto:

  1. L’impulso parte dal nodo seno-atriale che è il pacemaker del cuore, in quanto da esso ha origine e si diffonde ritmicamente ed in maniera autonoma lo stimolo contrattile responsabile del battito cardiaco. Si trova nello spessore della parete dell’atrio destro, lateralmente allo sbocco della vena cava superiore e in corrispondenza del tratto iniziale del solco terminale. Ha la forma di un fuso con miocardiociti specifici fittamente stipati ( cellule nodali).
  2. Il nodo atrioventricolare (di Aschoff-Towara) è situato a destra della parte basale del setto interatriale in vicinanza dello sbocco del seno coronario (un suo punto di repere è il triangolo di Koch). È irrorato da uno specifico ramo arterioso originato dall’arteria coronaria dominante a livello della crux cordis.
  3. Il fascio atrioventricolare (di Hiss) dopo essere originato dal rispettivo nodo penetra nel trigono fibroso dx e da qui raggiunge la parte membranosa del setto interventricolare. Da qui si divide in 2 rami: destro e sinistro. Il fascio atrioventricolare è costituito da cellule nodali che, a mano a mano che ci si allontana dal nodo atrioventricolare, assumono l’aspetto delle tipiche cellule giganti di Purkinje.

La branca dx e quella sx hanno un comportamento diverso:

  • quello di dx continua il suo percorso nel setto interventricolare e poi si ramifica;
  • quello di sx invece, scavalca il setto e si ramifica subito.

In teoria lo stimolo contrattile può insorgere a qualsiasi livello del sistema di conduzione ma assume il ruolo di pacemaker la parte di tessuto specifico che possiede l’automatismo a frequenza più elevata: nel caso del nostro cuore è il nodo seno-atriale con i suoi 70 battiti al minuto.

Il pacemaker del cuore

Nel nodo seno atriale è presente la regione pacemaker, che fa in modo che il cuore si depolarizzi e si iperpolarizza continuamente. Ad ogni ciclo di polarizzazione-ripolarizzazione corrisponde un battito cardiaco. Le correnti necessarie alla depolarizzazione, sono date da canali voltaggio-dipendenti.
Il potenziale nel nodo seno atriale ha diverse caratteristiche: varia in continuazione e non presenta potenziale di riposo. Nel nodo seno atriale vi sono canali voltaggio dipendenti per il potassio per ripolarizzarsi e canali permeabili ai cationi (calcio e sodio) per depolarizzarsi.
Curiosamente nel nodo seno atriale non ci sono canali voltaggio dipendenti per il sodio; abbiamo una prima fase di depolarizzazione lenta, questa è la fase nella quali si attiva una conduttanza massima mentre vi è depolarizzazione lenta; questa è la corrente IF, che si attiva quando il potenziale di membrana raggiunge –60 mV, a questo punto i canali fanno passare sodio, il sodio entra e depolarizzano la membrana lentamente. Ad un certo punto la membrana arriva a –40 mV e la depolarizzazione si accelera, stessa cosa accade ai canali del calcio a bassa soglia, che si aprono a piccole depolarizzazione.

La corrente IF è responsabile della depolarizzazione lenta e le correnti al potassio sono la causa della ripolarizzazione. La ritmicità è dovuta alla IF che impedisce alla membrana di ripolarizzarsi; lo spike è dovuto dal calcio e la ripolarizzazione è causata dalle correnti di potassio.
L’unico influsso di sodio è dovuto dalla IF o dallo scambiatore Sodio-calcio, non vi sono canali del sodio nel nodo seno atriale. Agendo sui canali IF noi possiamo regolare la frequenza cardiaca. Nel miocardio di lavoro non c’è IF, dunque il potenziale di riposo è stabile e piuttosto negativo.

Nel miocardio di lavoro ci sono i canali voltaggio-dipendenti per il sodio, dunque la depolarizzazione generata nel nodo seno atriale, viene trasportata nel miocardio tramite il tessuto di conduzione, quando il cardiomiocita si depolarizza si attivano i canali per il sodio; il cardiomiocita ventricolare è innervato dalle fibre del Purkinjie che portano la depolarizzazione del nodo seno atriale. Il cardiomiocita ventricolare riceve l’impulso dalla fibra del Purkinjie, i canali per il sodio si aprono, vi è lo spike e si inattivano. Il calcio entra durante la fase di plateau, e serve a mantenere la membrana depolarizzato e a scatenare il rilascio di calcio indotto da calcio.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I dubbi su pacemaker e ICD: carica, impulsi, cellulare, banca ed aereo

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONECosa bisogna fare se si avverte una scarica del defibrillatore?
In caso di scarica dell’ICD bisogna fare controllare il paziente. Se la scarica è una sola ed il paziente sta bene, il controllo può essere eseguito in ambulatorio (negli orari in cui l’ambulatorio è aperto). Se le scariche fossero due o più di due, anche a distanza di alcune ore, è raccomandato recarsi al più presto al più vicino pronto soccorso.

Quanto dura la carica di un pacemaker o un defibrillatore?
Essendo alimentati da un batteria, i dispositivi hanno una certa durata e poi la batteria si scarica. Il tempo è variabile a seconda del funzionamento: i dispositivi funzionano a demand, cioè monitorizzano costantemente l’attività cardiaca ed intervengono solo se necessario. Più intervengono e più presto si esaurisce la carica.
Indicativamente possiamo dire che i pacemaker durano dai 7 ai 10 anni (o più); i defibrillatori dai 5 ai 7 anni (o più).
È importante tenere presente che fino alla fine della carica il funzionamento rimane perfetto , cioè non va perdendo capacità man mano che si scarica.

Quando è scarica, la batteria si può ricaricare o bisogna sostituirla?
Né l’uno né l’altro. Al momento viene cambiato tutto il dispositivo perché la batteria è integrata al suo interno. I fili (elettrocateteri) però rimangono per cui non è necessario un nuovo impianto e di norma neppure rimanere in ospedale ma è sufficiente un ricovero in Day Hospital.

Gli impulsi del pacemaker vengono avvertiti dal paziente?
No. Il pacemaker eroga una corrente molto debole che non viene sentita dal paziente. Al massimo, in certe situazioni particolari, può essere avvertito una leggera contrazione muscolare nella sede di impianto o sulla fascia addominale, ma è un piccolo disturbo che si può di solito correggere riprogrammando il dispositivo.

Posso usare il telefono cellulare?
Sì, il telefono cellulare può essere usato, ma con piccole precauzioni: non tenerlo in un taschino della camicia vicino al pacemaker e usarlo preferibilmente dall’orecchio opposto alla sede di impianto.

Sono una casalinga, posso continuare ad usare gli elettrodomestici?
Tutti gli elettrodomestici possono essere adoperati in tutta tranquillità a patto che l’impianto elettrico sia a norma e dunque dotato di “messa a terra”.
In vecchi impianti elettrici senza la regolare messa a terra, si verifica una dispersione di corrente attraverso gli elettrodomestici (compreso lo scaldabagno); la dispersione normalmente non viene avvertita dalla persona ma determina delle interferenze (chiamate EMI) che possono provocare malfunzionamenti del pacemaker e addirittura scariche inappropriate del defibrillatore.

Come mi comporto per entrare in banca o passare il controllo in aeroporto?
Per entrare in Banca o passare nel metal detector dell’aeroporto è preferibile mostrare il tesserino di portatore di PM o ICD e passare per vie alternative solo solo per evitare spiacevoli imbarazzi al suono dell’allarme.

Le barriere antifurto dei negozi e dei supermercati possono danneggiare il dispositivo?
No. I dispositivi antitaccheggio non influiscono sul funzionamento dei pacemaker e dei defibrillatori. Si può dunque tranquillamente entrare nei negozi muniti di dispositivi antifurto. Per prudenza è preferibile evitare di sostare a lungo nel loro raggio di azione. In ogni caso, possibili interferenze sarebbero solo momentanee e il dispositivo non viene danneggiato.

Posso prendere il sole tranquillamente o corro qualche rischio?
Il sole non procura alcun rischio, quindi ci si può abbronzare in tutta tranquillità, tenendo conto che il dispositivo, essendo di materiale metallico, specie se si è particolarmente magri, può scaldarsi un po’, ma questo non procura alcun problema. Ricordate però che se la ferita è fresca il sole potrebbe causare una cattiva cicatrizzazione.

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Posso continuare a lavorare dopo l’impianto?
Certamente. Ma è chiaro che molto dipende dal tipo di lavoro. Consiglierei di parlarne col cardiologo di fiducia che può valutare il tipo di eventuali limitazioni a cui è necessario attenersi. Per esempio motoseghe, saldatrici ad arco, martelli pneumatici ed altri attrezzi del genere sarebbero sconsigliati perché potrebbero generare delle interferenze elettromagnetiche (EMI) con malfunzionamento dei pacemaker e shock inappropriati nei defibrillatori.
In ogni modo nessuno di questi attrezzi danneggia i dispositivi in maniera permanente ed i malfunzionamenti cesserebbero immediatamente alla sospensione dell’utilizzo dell’attrezzo.

Posso fare attività sportiva?
Se si è portatori di pacemaker, di norma si possono eseguire quasi tutte le attività sportive. Naturalmente bisogna evitare i traumi nella zona di impianto e quegli sport che richiedono un eccessiva estensione delle braccia con sforzi notevoli (come il sollevamento pesi, ad esempio).
È chiaro che questa è una indicazione di massima e va valutata attentamente la patologia che ha determinato la necessità dell’impianto. La stessa cosa vale per i portatori di defibrillatore per cui in entrambi i casi è preferibile rivolgersi al cardiologo curante per maggiori indicazioni.

Quando posso ricominciare a guidare l’automobile?
Subito dopo l’impianto è bene tralasciare la guida per evitare di sforzare il braccio con movimenti che potrebbero procurare uno spostamento degli elettrocateteri. Superato il primo controllo (circa sei – otto settimane dopo l’impianto) si avranno maggiori indicazioni anche in relazione alla patologia che ha determinato la necessità dell’impianto.
Per i portatori di defibrillatore il discorso è un po’ diverso perché va tenuto conto della patologia cardiaca, perché una eventuale aritmia, anche se trattata con lo shock potrebbe causare uno svenimento o una perdita di controllo dell’automobile. Dunque meglio parlarne col cardiologo di fiducia.

Posso usare radiocomandi, telecomandi e consolle per video giochi?
Secondo le indicazioni dei produttori di pacemaker, l’uso di telecomandi provvisti di antenna, come quelli per modellismo, è consentito a patto di mantenerlo ad una distanza di sicurezza di almeno 30 centimetri dal dispositivo. Telecomandi e consolle per video giochi possono essere usati tranquillamente.

In quale sedi si può eseguire l’impianto?
Di norma, pacemaker e defibrillatori vengono impiantati al di sotto della clavicola sinistra. Potrebbe essere scelta la parte destra senza alcun problema (anzi alcuni Centri Cardiologici, soprattutto all’Estero, per un certo periodo, lo impiantavano a destra). Per motivi di estetica o di eccessiva magrezza può essere scelta come zona di impianto la sede sottomammaria: l’intervento è un po’ più complicato, tuttavia si fa. Nei bambini piccoli il pacemaker viene impiantato entro l’addome con gli elettrocateteri posizionati nella parte esterna del cuore. Altre sedi, come sotto l’ascella sono di norma sconsigliate per l’ingombro che arreca il dispositivo.

Pacemaker e Risonanza Magnetica (RMN)
La Risonanza Magnetica con i pacemaker e i defibrillatori tradizionali non può essere eseguita. Esistono, da qualche tempo, dispositivi compatibili con la risonanza magnetica,  ed in questo caso l’esame può essere eseguito.
Per i vecchi impianti, va tenuto presente che tutto il sistema, elettrocateteri compresi, deve essere adatto alla esposizione ai campi magnetici per cui non basta sostituire il device per potere eseguire una RMN.
Al momento di eseguire la risonanza magnetica, il dispositivo va riprogrammato in una modalità di sicurezza, per cui è consigliabile rivolgersi ai grandi Centri, dove sarà possibile avere l’assistenza del cardiologo per riprogrammare il dispositivo.
Tac e Radiografie possono essere eseguiti tranquillamente.

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Quando sulla ricetta il pacemaker si trasforma in “pey smecker”

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo RICETTA PACEMAKER PEY SMECKER Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino MangiareGentile redazione, quando ho ricevuto la foto da una mia amica, quasi non credevo ai miei occhi. Qualcuno aveva prescritto al paziente cardiopatico una visita di controllo dell’apparecchio stimolatore per il cuore scrivendo testualmente: «Si richiede controllo pey smecker». Un neologismo? Non credo proprio. Questa foto sta facendo anche il giro dei social network, e non aggiungo altro sui commenti. Verba volant, scripta manent, dicevano i latini. E pensando ai tanti giovani studenti che sudano sette camicie per prendersi una laurea provo solo tristezza a immaginare che qualche dottore ignori il termine pacemaker.

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