La dieta per chi soffre di pressione alta

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CUORE PRESSIONE SANGUE IPERTENSIONE ARTERIOSA SFIGMOMANOMETRO FONENDOSCOPIOLa dieta per chi soffre di pressione alta (ipertensione) dovrà essere studiata appositamente per cercare di combattere questo disturbo. L’ipertensione arteriosa infatti può essere migliorata con una dieta sana, ipocalorica e assolutamente iposodica. Non sottovalutate mai la pressione alta, che può avere una predisposizione genetico-familiare ma che nella maggior parte dei casi viene aggravata da uno stile di vita inappropriato. Da evitare il sovrappeso e l’obesità, la sedentarietà e una dieta sbilanciata, ricca di sodio e con poco potassio, magnesio e acidi grassi omega3.

Esempio di dieta per chi soffre di pressione alta

E’ ovvio che una dieta deve essere sempre realizzata visitando prima il paziente e facendo delle attente misurazioni e considerazioni. Io non do mai ai miei pazienti una dieta generica, tuttavia in questa sede voglio fare una eccezione fornendovi una dieta “guida” che può fornirvi una idea generale su quello che vi taaende. A colazione potrete consumare mezzo bicchiere di succo d’arancia, una tazza di fiocchi d’avena, una tazza di latte scremato, due fette biscottate integrali, un cucchiaino di margarina, un cucchiaino di zucchero e una banana. Per pranzo 90 g di spaghetti integrali con salsa marinara, 200 g di insalata verde accompagnata da 2 cucchiai di condimento a basso contenuto di sodio, una mela, un bicchiere di succo d’uva e per cena 75 g di pollo alla griglia con 100 g di zucchine grigliate, 80 g di insalata di pasta con del condimento leggero, un panino di grano integrale, un cucchiaino di margarina a basso contenuto di sodio, 80 g di torta alle pesche, mezza tazza di latte scremato e mezzo bicchiere di succo di mirtillo. Si tratta di un menu equilibrato che fornisce 1914 calorie con 1027 mg di sodio e 3755 mg di potassio.

Cibi consigliati e da evitare per chi soffre di pressione alta

Da mangiare in quantità troviamo le carni magre, il pollame, il pesce, i crostacei, la carne magra di maiale non salata, ovviamente la frutta e la verdura, da consumare fresche e di stagione, il tonno a basso contenuto di sale, il salmone in scatola senza sale aggiunto, noci e semi non salati, il burro di arachidi a basso contenuto di sodio, i piselli secchi, i fagioli, le lenticchie, il brodo a basso contenuto di sodio, il pepe, le spezie con basso contenuto di sale, l’aceto, il succo di limone, il ketchup a basso contenuto di sodio, i sottaceti a basso contenuto di sodio, le salse a basso contenuto di sodio e la salsa al peperoncino. Andrebbero invece evitati i cibi come i salumi, i formaggi stagionati, gli insaccati, le carni affumicate, gli hot dog, le salsicce, la pancetta, lo speck canadese, senape e ketchup, di burro e di margarina, gli snack salati, i cibi fritti e, da abolire quasi completamente, il sale da cucina. In generale, come potrete intuire dal nostro elenco, andrebbero evitati tutti i cibi troppo pesanti e con troppe calorie, ma anche ricchi di grassi saturi poco salutari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Combattere la cellulite mangiando senza sale e senza rinunciare al gusto è realmente possibile

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SALE ZUCCHERO BIANCO CUCCHIAIO CUCINA CUCINARE DIETA DIETOLOGIA DIMAGRIRE CALORIEDopo aver smesso di fumare il sottoscritto è ingrassato di parecchi chili. Pensavo che ci avrei messo anni a ritornare come ero prima di smettere, tuttavia in alcuni mesi sono riuscito a ritrovare linea e tonicità seguendo le stesse regole e consigli che do ai miei pazienti. Una delle regole più importanti è fare attenzione al sale che assumiamo con la dieta. Mangiare con poso sale, o addirittura smettere di aggiungerlo ai cibi, oltre ad abbassare la pressione arteriosa, è il metodo migliore per combattere la cellulite, per evitare i gonfiori improvvisi, prevenire l’osteoporosi e la sindrome premestruale. Alcuni studi hanno addirittura dimostrato che una dieta povera di sodio prevenga alcune forme tumorali. È importante sottolineare che mangiare senza sale non vuol dire privarsi del sapore delle pietanze, ma semplicemente usarlo con parsimonia e trovare il modo di sostituire il sale con altre spezie.

Addio sale, ma senza rinunciare al gusto!

Come prima cosa è fondamentale per la riuscita del cambiamento non eliminare il sale completamente da un giorno all’altro. Inizialmente è bene cominciare a ridurlo leggermente e iniziare a scegliere alimenti con un contenuto di sodio basso. Infatti il problema maggiore non è il sale che utilizziamo per condire gli alimenti, ma quello che assumiamo inconsciamente. Volendo fare un esempio pratico, del pane comune o del formaggio contengono più sale di una fettina di carne ben condita. Particolare attenzione va messa nell’assumere cibi come: cracker, pane, dadi da brodo, cibi in scatola, grissini, dolci industriali, e formaggi, che sono ricchi di sodio “nascosto”. La dose consigliata di sale è di cinque grammi al giorno. Il modo più semplice, oltre a quello di evitare i cibi che già lo contengono è quello di utilizzare le spezie. Aggiungere all’insalata dell’aceto o del limone, ad esempio, è un trucco per utilizzare meno sale. Sostituire il sale con pepe, peperoncino, paprika o curry nelle preparazioni di carne o pesce consente di non rinunciare al gusto. Perfette sono anche le erbe, alloro, rosmarino, basilico e tante altre. Se proprio non si riesce a rinunciare totalmente al sale, per mantenersi dentro i limiti è sufficiente:

  • Limitarsi a mezzo cucchiaino di sale, che corrisponde a 2.5 grammi, per le insalate o carne e pesce.
  • Per l’acqua della pasta (900 millilitri a persona) basta un altro mezzo cucchiaino di sale.
  • Per quanto possibile evitate salumi troppo salati come prosciutto crudo e insaccati. Ricordate che 50 grammi di prosciutto crudo contengono 6 grammi di sale, un etto di parmigiano ne contiene 1.5 grammi.

Dunque mangiare senza sale non è così difficile, se si fa attenzione ai cibi già ricchi di sodio e si controlla la quantità che si aggiunge alle pietanze, magari sostituendola con erbe e spezie, ne guadagnerà la salute e la linea. Assumere poco sale aiuta a ridurre i liquidi in eccesso, riducendo la cellulite e il gonfiore.

Poco sale, ma quale scegliere?

Mangiare senza sale non è l’unica cosa a cui fare attenzione, anche la scelta del sale è fondamentale. In commercio infatti esistono diversi tipi di sale:

  • Sale comune, ovvero cloruro di sodio, è quello che si è soliti utilizzare.
  • Sale iposodico, è indicato per chi soffre di pressione alta e di ritenzione idrica. In questo caso però poiché dà la sensazione di essere meno salato si tende a utilizzarne una quantità superiore.
  • Sale integrale, ha un colore grigio, è spesso utilizzato dalle persone attente all’alimentazione biologica e naturale. È un particolare sale che contiene anche calcio, potassio, magnesio, bromo e iodio.
  • Sale iodato, è quello più utilizzato, si tratta di sale comune arricchito di iodio. È consigliato se si hanno problemi con la tiroide.

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Cosa si intende per ipertensione arteriosa e come fare a combatterla

Cosa si intende per ipertensione arteriosa e come fare a combatterlaL’ipertensione arteriosa è la malattia più diffusa a livello mondiale, soprattutto nei paesi più industrializzati, e rappresenta il principale fattore di rischio di una malattia cardiovascolare. In Italia circa il 15 – 20% della popolazione soffre di questa malattia.

Ma, che cos’è l’ipertensione arteriosa?

L’ipertensione arteriosa è l’aumento patologico e costante della pressione del sangue nelle arterie.
Nel nostro sistema circolatorio la pressione sanguigna dipende dal flusso di sangue che il cuore riesce a pompare e dalla resistenza che gli viene opposta dalle arterie.
La pressione varierà perciò a seconda che il cuore sia in fase di contrazione – sistole – o in fase di dilatazione – diastole –, fase in cui il flusso sanguigno è mantenuto dall’elasticità delle arterie.
Nella definizione della patologia è più importante la pressione minima (sistolica), perchè anche lievi aumenti possono avere conseguenze rilevanti, specialmente se abbinati ad altri fattori di rischio come il peso, l’ età, il sesso, la menopausa, l’indice vita/ fianchi, una predisposizione genetica, il diabete, l’attività fisica, ecc.
Un individuo è riconosciuto iperteso quando presenta valori di pressione arteriosa fra valori minimi e massimi compresi tra 96 – 110 mmHg e 160 – 180 mmHg.

I sintomi più comuni della ipertensione sono: pesantezza del capo, malessere generale, vertigini, stordimento, crampi, disturbi cardiovascolari (emorragie, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, ecc) , ma l’ 80% degli ipertesi non presentano sintomi, situazione che aumenta il rischio di morte. Per questo molte volte l’ipertensione viene riconosciuta come “nemico silenzioso” ed è importante sottoporsi a frequenti misurazioni della pressione, specialmente per le persone a rischio, con precedenti familiari di ipertensione o per coloro che sospettano di soffrire di questo problema.
L’ipertensione provoca danni alle arterie, al cuore, ai reni, alla retina e al cervello, per questo è importante prevenire e curare questa alterazione.

Nel trattamento dell’ipertensione sono fondamentali tre aspetti: la dieta, l’attività fisica e la terapia. È importante sottolineare che la terapia medica da sola non può diminuire i livelli di pressione arteriosa se non viene accompagnata ad una dieta iposodica (controllata in sodio / sale) e da una corretta attività fisica. Solo i pazienti che adottano un cambio di vita hanno successo nel controllo della pressione.

Raccomandazioni per chi soffre d’Ipertensione

1) La prima cosa che si raccomanda per diminuire la pressione arteriosa è la riduzione dell’ apporto di sodio nell’alimentazione di ogni giorno.
La principale fonte di sodio è il cloruro di sodio, ovvero il sale di cucina, che utilizziamo tutti i giorni per dare sapore ai nostri cibi.
Ma molti altri alimenti, in un modo o nell’altro, apportano del sodio.
Perchè si limita l’apporto di sodio? Perchè il sodio aumenta il volume del sangue circolante, con conseguente aumento della pressione arteriosa e alterazione dell’equilibrio idrosalino.
La raccomandazione di sodio per un soggetto normale non iperteso è di 5 – 6 grammi di sale al giorno, mentre per l’iperteso va da 1 a 3 grammi, secondo i livelli di pressione arteriosa.

2) Il secondo passo è ridurre il peso, se il soggetto presenta obesità o sovrappeso, perchè per ogni chilo di sovrappeso che la persona ipertesa presenta, i livelli di pressione arteriosa aumentano del 8%.

3) Il terzo aspetto da considerare è l’attività fisica. Si è dimostrato che per gli ipertesi il miglior esercizio è la camminata in superficie piana per 1 ora al giorno, divisibile anche in due sezioni da 30 minuti. La frequenza deve essere di 3 volte alla settimana.

4) E al quarto posto si trova la terapia farmacologia, quando il caso è grave e nel caso in cui la dieta e l’attività fisica non siano sufficienti per mantenere stabili i livelli di pressione.

Altri fattori di rischio modificabili che devono essere controllati a fine di migliorare i livelli di pressione arteriosa sono:

Lo stress: se vivi una vita veloce, con molte responsabilità e poco tempo da dedicare al benessere e al relax, devi riflettere e cominciare a gestire meglio lo stress, cercando più tempo da dedicare a te stesso, perchè lo stress aumenta i livelli di pressione arteriosa. Bisogna acquisire un buon autocontrollo in alcune situazioni, per non soffrire inutilmente di stress. Esistono inoltre alcune tecniche di rilassamento molto efficaci come il yoga, corsi di rilassamento, ecc.
Riguardo all’alimentazione, una carenza di magnesio può provocare un aumento dei livelli di stress.

Come deve comportarsi una persona a cui sia stata diagnosticata una Ipertensione Arteriosa?

1) Ridurre il peso corporeo se ci si trova in sovrapeso o obesità.
2) Abolire il fumo.
3) Aumentare l’attività fisica.
4) Ridurre l’apporto di sale ed alcol.
5) Mantenere attraverso la dieta un adeguato apporto di potassio, calcio e magnesio.
6) Ridurre lo stress.

Raccomandazioni Dietetiche per l’iperteso
1) Aumentare il consumo di frutta e vegetali.
2) Consumare carne rossa (vitello) non più di tre (3) volte a settimana.
3) Non aggiungere sale alle pietanze, si può dare sapore al cibo con altri condimenti (prezzemolo, origano, aglio, pepe, ecc)
4) Consumare alcool con moderazione: non più di 2 bicchieri di vino al giorno per l’uomo e 1 per la donna.
5) Aumentare il consumo di pesce in quanto ricco di Omega – 3 ,specialmente il salmone ed il tonno.
6) Auntocontrollarsi con il consumo di dolci e bevande zuccherate.
7) Sostituire i formaggi salati con quelli non salati.
8) Eliminare il consumo di alimenti conservati in sale, lattine , insaccati, scatolame e affumicati.
9) Preferire il pane e la pasta ridotti in sale.

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Ridurre il consumo di sale ci può salvare la vita

Ridurre sale

La notizia arriva dal Congresso dell’ANMCO, l’associazione dei cardiologi ospedalieri italiani, che sottolineano come gli Italiani ogni giorno ingeriscano una quantità di sale doppia rispetto a quella consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il sale è un nemico nascosto e che spesso tendiamo a sottovalutare, ma che può fare grandi danni. “Innanzitutto dal punto di vista di cuore e arterie, perché un’alimentazione ricca di sale fa salire la pressione, che come sappiamo è tra i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. E limitando il consumo di sale a un cucchiaino da tè al giorno si eviterebbero ogni anno più di 60.000 infarti e 40.000 ictus”, spiega il professor Mario Scherillo, Presidente dell’ANMCO.

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I rischi non si fermano qui
Ma i rischi degli eccessi di sale non si fermano qui. Secondo le ultime ricerche, infatti, un abuso di sodio potrebbe essere collegato alla comparsa di alcuni tumori (ad esempio allo stomaco e alla vescica) e di alcune malattie degenerative. Per non parlare poi degli aspetti più estetici. Come saprai, un eccesso di sale può favorire la ritenzione di liquidi nei tessuti, dando il via alla comparsa di gonfiori alle gambe e alla cellulite.

Che fare in pratica?
“Il 60% dei nostri connazionali mangia alimenti ricchi di sale nascosto, come affettati e formaggi 3 volte la settimana. Mentre il 22% li consuma addirittura 5 volte la settimana”, dice la dottoressa Simona Giampaoli, Dirigente di Ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità. Se sei veramente deciso ad “abbattere” la quantità di sale che consumi ogni giorno evita del tutto i piatti pronti (un piatto di pasta surgelata contiene circa 1 grammo di sale, un quinto della quantità concessa ogni giorno), gli affettati (50 grammi di crudo dolce contengono 1,3 grammi di sale), gli snack salati, le aggiunte di sale e consuma solo pane senza sale. La soluzione ti sembra un po’ “estrema”? Limita l’aggiunta di sale ai cibi e scegli il pane “sciapo”. Limita gli alimenti che contengono sale nascosto: ricordati, ad esempio, che una pizza contiene più o meno 2 grammi di sale. E se invece sei piuttosto pigra nel porti dei limiti a tavola, cerca di scegliere il più possibile cibi freschi al posto di quelli pronti o surgelati (meglio un piatto di pasta al volo delle lasagne surgelate, solo per fare un esempio), non mangiare affettati più di 1-2 volte a settimana ed evita i dadi da brodo, ricchissimi di sodio, che puoi sostituire con (poco) sale da cucina ma soprattutto con le spezie.
E se nonostante tutto esageri? Il pasto successivo dedicati a cibi poveri di sale, come frutta, verdura, pesce e riso preparati con le spezie. Poi bevi molto, almeno 10 bicchieri di acqua al giorno, per eliminare il sodio in eccesso che hai ingerito.
La tua “forza di volontà” non basta però, secondo gli esperti a combattere gli eccessi di sale. “Bisognerebbe infatti intervenire sulle preparazioni industriali per ridurre la quantità di sale che viene aggiunta agli alimenti, spesso solo per dare più sapore. Il nostro palato, tuttavia, è in grado di abituarsi ad un gusto meno salato e di apprezzarlo nel giro di 10-15 giorni”, conclude il professor Scherillo.

Guerra mondiale al sale
A livello mondiale è guerra dichiarata al sale. Le politiche sanitarie di tutti i Paesi hanno fatto questo passo stimolate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, tra gli obiettivi per migliorare la salute, ha inserito da alcuni anni la riduzione del consumo di sale. L’Oms ha ribadito come sia indispensabile ridurre al minimo l’utilizzo del sale nei cibi confezionati industrialmente, invitando le aziende alimentari a lavorare per questo obiettivo. Il sale infatti è presente in abbondanza in quasi questi alimenti: nei dessert, negli snack, nei prodotti da forno e persino nelle bibite zuccherate.
Diversi Paesi hanno aderito a questo invito; vale per tutti l’esempio dell’alleanza fra governo degli Stati Uniti e industrie alimentari per diminuire del 10 per cento il contenuto di sale negli alimenti, che ha già portato la Kellog’s a iniziare a diminuirne il contenuto nei cereali. La Commissione europea ha proposto un’etichetta nutrizionale sugli alimenti che riporti chiaramente l’indicazione del contenuto di sale per porzione. Ogni singolo Paese inoltre porta avanti le sue iniziative. Da noi ad esempio è stato firmato un accordo fra il Ministero della Salute e la Federazione italiana panificatori per la riduzione del contenuto di sale nel pane nella misura almeno del 15 per cento.

Quanto sale c’è?
Come abbiamo visto, il sale nascosto è uno dei principali ostacoli al controllo dell’assunzione quotidiana di sale. Ecco quanto puoi trovarne in alcuni cibi:

  • Pizza rossa o focaccia (300 grammi circa)  – Circa 2 grammi
  • Prosciutto crudo dolce (circa 50 grammi) – 1,3 grammi
  • Pasta surgelata (un piatto) – 1 grammo
  • Dadi da brodo (3 grammi circa) – 0,5 grammi
  • Fagioli in scatola (100 grammi) – 0,5 grammi
  • Prosciutto cotto (50 grammi) – 0,35 grammi
  • Parmigiano (50 grammi) – 0,3 grammi
  • Cracker (un pacchetto) – 0,3 grammi
  • Pane (una fetta) – 0,15 grammi

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