Abbassare la pressione alta senza farmaci con rimedi naturali

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ABBASSARE PRESSIONE ALTA SENZA FARMACI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPrima di iniziare la lettura, ti consiglio di leggere: Pressione alta (ipertensione arteriosa): sintomi, cause, valori e cure

Per abbassare la pressione arteriosa (ipertensione e pre-ipertensione) è necessario intervenire su più fronti. Anzitutto, se possibile, risulta indispensabile rimuovere l’agente scatenante primario; in caso contrario, è necessario ricorrere alla terapia farmacologica sotto controllo medico. In entrambe le situazioni, è sempre consigliabile abbattere l’indice di rischio cardiovascolare complessivo intervenendo anche su eventuali fattori di rischio collaterali, come la dieta e lo stile di vita.
In definitiva, se la pressione alta è dovuta esclusivamente ad una condizione fisica, dietetica e dello stile di vita, gli interventi prioritari sono:

  • Dieta ipocalorica e aumento del dispendio energetico complessivo (in caso di sovrappeso ed obesità)
  • Dieta iposodica, ricca di potassio, di magnesio e di omega-3, povera di acidi grassi saturi/idrogenati (eventualmente supportata da alcuni integratori come arginina e prodotti erboristici)
  • Iniziare un protocollo di attività motoria/sportiva prevalentemente AEROBICA, magari associata a esercizi di tonificazione muscolare
  • Eliminare tutti gli alcolici (e possibilmente anche le bevande contenenti nervini STIMOLANTI – come il caffè)
  • Eliminare il tabagismo
  • Ridurre al minimo lo stress mentale, considerando anche l’intervento di un professionista della sfera psicologica o l’utilizzo di farmaci ansiolitici.

In genere, questo tipo di pressione alta insorge con l’avanzare dell’età e proporzionalmente all’aumento del grasso corporeo; tuttavia, in occidente, si assiste sempre più alla manifestazione di ipertensione precoce (pubertà). Al contrario, se si evince una base ereditaria talmente forte da prescindere da qualunque altro fattore di rischio, l’intervento farmacologico è pressoché inevitabile. Tra le varie molecole si utilizzano (da sole o in associazione): diuretici, inibitori adrenergici, calcio antagonisti, inibitori del sistema renina-angiotensina, vasodilatatori ad azione diretta.

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Modi Naturali per Abbassare la Pressione

Come anticipato, la pressione alta è il frutto di un profondo scompenso metabolico.
A volte è sufficiente intervenire ESCLUSIVAMENTE in maniera “naturale” e senza l’utilizzo dei farmaci che, in genere, una volta assunti NON possono essere interrotti ma solo diminuiti! Tuttavia, tale approccio necessita due requisiti imprescindibili: una base genetica debole ed il totale rispetto delle seguenti strategie:

    1. Eliminazione del fumo di sigaretta, del consumo di alcolici e dell’abuso di nervini stimolanti.
    2. Dieta Ipocalorica e Dispendio Energetico Complessivo: il sovrappeso è uno dei fattori che più incidono sull’aumento pressorio. Va da sé che riducendo l’eccesso di grasso fino al normopeso si possa godere anche di una netta moderazione della pressione arteriosa; tuttavia, anche la semplice perdita di qualche chilo in eccesso risulta utile, tanto che in generale per ogni kg perso ci si può aspettare la riduzione di 1 mmHg dei valori pressori.
      Per dimagrire è indispensabile che il bilancio energetico complessivo risulti negativo, ovvero che le calorie assunte risultino inferiori a quelle consumate. Tale risultato può essere ottenuto con una dieta ipocalorica, magari supportata dall’aumento dell’attività fisica complessiva. L’entità della decurtazione energetica è circa del 30% rispetto al dispendio totale. L’aumento del dispendio interessa sia l’attività fisica di base (attività quotidiane: spostamenti in bicicletta o a piedi, fare le scale ecc.), sia quella auspicabile o motoria. Incrementare il dispendio significa poter giovare di una dieta ipocalorica più ricca, ovvero con più nutrienti ed energia, quindi più sopportabile.
    3. Eliminazione TOTALE del cloruro di sodio aggiunto (sale da cucina) e, a volte, del sodio naturalmente presente nei cibi. Il sodio è un minerale che, se in eccesso, pare coinvolto nei meccanismi di insorgenza e aggravamento della pressione alta.
      Il sodio è naturalmente presente negli alimenti ma, attraverso l’assunzione di cibi grezzi (non lavorati), non è mai possibile crearne un esubero nutrizionale. L’unica eccezione è costituita da certi molluschi bivalvi che, essendo vivi e sigillati, al momento della cottura sprigionano acqua di mare dal loro interno. D’altro canto, le principali fonti alimentari di sodio nella dieta umana sono legate al cloruro di sodio aggiunto negli alimenti durante la lavorazione industriale o al momento del consumo, e al sodio contenuto in certi additivi alimentari. Per favorire la riduzione della pressione, saranno quindi indispensabili certi accorgimenti come: divieto dell’aggiunta di cloruro di sodio sui cibi al momento del consumo, divieto del consumo di dado da brodo e divieto del consumo di carni conservate, pesci conservati, formaggi stagionati e vegetali in barattolo.
    4. Aumento del potassio e del magnesio con gli alimenti: se il sodio è un minerale responsabile dell’aumento della pressione, il potassio e il magnesio (alcuni ipotizzano anche il calcio) agiscono con un meccanismo diametralmente opposto. Tra l’altro, nel soggetto sano, il potassio e il magnesio “in eccesso” vengono facilmente escreti dai reni, il che facilita molto l’intervento nutrizionale: più se ne assume con gli alimenti, meglio è. Ovviamente, questa indicazione deve subordinare ad altre considerazioni di tipo nutrizionale. Trattandosi di minerali tipicamente contenuti negli ortaggi, nella frutta, nei cereali integrali e nei legumi, la loro assunzione massiccia potrebbe sfociare in alcuni squilibri come: eccesso di fibra alimentare ed eccesso di fruttosio.
    5. Aumento degli acidi grassi essenziali omega 3 e riduzione di quelli saturi/idrogenati: oltre a contribuire sensibilmente alla produzione di colesterolo endogeno (aumentando il rischio cardio-vascolare) i grassi saturi/idrogenati risultano in un qualche modo correlati all’aumento della pressione sanguigna; poco importa se si tratta di una relazione diretta o indiretta, l’importante è diminuirli drasticamente evitando di assumere: carni grasse (sono coinvolte di nuovo quelle conservate, citate al punto A), burro e formaggi grassi (quasi tutti quelli stagionati).
      D’altro canto, gli omega 3 svolgono un ruolo ipotensivo molto importante e intervengono sulla riduzione del rischio cardiovascolare attraverso la riduzione dei trigliceridi nel sangue, il miglioramento della colesterolemia, la funzione antiinfiammatoria e la tutela dalle compromissioni legate a un’eventuale condizione diabetica tipo 2. Questi nutrienti sono piuttosto difficili da reperire e si trovano principalmente negli oli di alghe, krill, fegato di pesce, semi di lino, semi di canapa, semi di kiwi, germe di grano, soia e (a minori concentrazioni) in tutti gli alimenti dai quali si estraggono questi grassi da condimento.
    6. I probiotici, batteri buoni contenuti nei cibi fermentati, possono contribuire a tenere sotto controllo la pressione del sangue. Gli esperti hanno rilevato che consumare un quantitativo appropriato di probiotici per almeno due mesi risulta in grado di abbassare la pressione del sangue. Sono i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista Hypertension che combina i risultati di nove studi che hanno richiesto ad una parte dei partecipanti di assumere con regolarità dei probiotici.
    7. Iniziare un protocollo di attività motoria/sportiva: come menzionato, questa deve essere prevalentemente AEROBICA, meglio se associata a esercizi di tonificazione muscolare. Per quanto riguarda l’aerobica si consiglia di praticarne almeno 3-4 sessioni settimanali della durata di 50-60′, con intensità oscillante tra la fascia aerobica e poco sopra la soglia anaerobica.
      La tonificazione mediante sovraccarichi assume un ruolo secondario e può essere svolta dopo quella aerobica o in sessioni indipendenti per 2 volte la settimana, evitando carichi eccessivi e lavorando ad alte ripetizioni.
    8. La pratica del Tai Chi aiuta a ridurre la pressione arteriosa e il colesterolo. Lo ha rilevato uno studio condotto presso l’Università di Taiwan, luogo dove per eccellenza gli abitanti praticano questa disciplina. Nel corso degli anni la scienza ha iniziato a confermare i numerosi benefici per la salute psico-fisica che questa pratica antica può apportare nella nostra vita quotidiana.
    9. Utilizzo di prodotti erboristici e integratori: non sono tutti prodotti naturali. Ad esempio, l’arginina è un amminoacido di sintesi (responsabile della produzione endogena di ossido nitrico a livello cellulare). La sua reale efficacia ipotensiva è tutt’ora oggetto di controversie. Lo stesso vale per il potassio, il magnesio e gli omega 3, anche se in questo caso l’effetto benefico è conclamato. D’altro canto, esistono estratti e prodotti erboristici, in forma grezza o essiccata, che possono favorire la lotta alla pressione alta; tra questi ricordiamo le piante ipotensive, come: aglio, cipolla, rauwolfia, betulla, biancospino, cardiaca, ginkgo biloba, mirtillo, orthosiphon, vischio, vite rossa, olivo, pervinca, uncaria, mughetto, ligustico, carcadè (ibisco), evodia e achillea iraniana. Eventualmente, ad essi si possono associare alimenti/estratti con funzioni diuretiche come: ananas, betulla, carciofo, cetriolo, foglie di noce, cipolla, equiseto, finocchi, mela, ortica, fiori di sambuco, stimmi di mais e tarassaco.
    10. Una ricerca condotta da un gruppo di esperti della Tufts University di Medford, negli Stati Uniti, ha rivelato che bere 3 infusi di karkadè al giorno, da 240 ml ciascuno, può aiutare ad abbassare la pressione sanguigna, riportandola a valori ottimali. La tisana al karkadè (fiori di ibisco) può essere utile per prevenire la progressione della pressione alta verso una condizione di ipertensione più grave.

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Cetriolo: calorie, valori nutrizionali, indice glicemico e proprietà benefiche

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA FRUTTA DIETA VITAMINE DIMAGRIRE CALORIE POMODORI CETRIOLI ERBETTAIl cetriolo è un vegetale che appartiene alla famiglia delle cucurbiutacee, ed è uno dei vegetali più ricchi di acqua in assoluto: contiene infatti il 96% di acqua, inoltre possiede solo 12 calorie per 100 grammi. Può essere mangiato crudo o cotto, intero o frullato, la dieta mediterranea lo prevede di solito crudo, con o senza buccia. Famosi e molto usati nel nord Europa sono i cetrioli sottaceto. Alcuni lo preferiscono con un po’ di sale, io lo adoro crudo senza aggiungergli nulla.

Valori nutrizionali per 100g di cetriolo
Ricco soprattutto di vitamine e minerali, il cetriolo offre numerose proprietà benefiche ed è particolarmente adatto anche a tutte quelle persone che devono mantenere un regime dietetico controllato. Ecco i suoi valori nutrizionali per 100g:

  • Acqua 96,73 g
  • Calorie: 12 kcal
  • Proteine 0,59 g
  • Grassi 0,16 g di cui saturi 0,013 g
  • Carboidrati 2,16 g di cui zuccheri 1,38 g
  • Fibre 0,7 g
  • Potassio 136 mg
  • Colesterolo 0 g

Qual è l’indice glicemico del cetriolo?
L’indice glicemico è 15

Usi del cetriolo per la bellezza di viso, corpo e capelli
Il cetriolo non è solo protagonista delle tavole italiane, è anche protagonista di bellezza, essendo usato in molte maschere ed impacchi. Vediamo qualche uso tipico al di fuori della cucina, il cetriolo viene usato…

  • Per curare gli occhi gonfi. Si consiglia di tenere sugli occhi chiusi una fetta di cetriolo per un’oretta per donare sollievo immediato.
  • Contro acne e punti neri: mettere fette di cetriolo sul viso in modo che possa espletare tutto il suo effetto sebo regolatore e purificare la pelle.
  • Per le macchie della pelle: creare un detergente tenendo in ammollo un cetriolo a pezzi in un litro di latte. Frizionarlo sul viso con un batuffolo di cotone per eliminare lentiggini e macchie da invecchiamento.
  • Per le scottature: frullare il cetriolo fino ad ottenere una crema liscia: applicarla sulla scottatura e lasciar agire 15 minuti. Questo rimedio è adatto sia per le scottature solari che per le bruciature leggere.
  • Per stimolare la crescita dei capelli: il cetriolo ha proprietà capaci di stimolare il bulbo pilifero e quindi la crescita dei capelli. Preparare un impacco con cetriolo frullato, carote spinaci e lattuga in pari quantità. Spalmare sulla testa e lasciare agire qualche minuto prima dello shampoo.

Controindicazioni
Nonostante si tratti di un frutto ricco di benefici il cetriolo ha qualche piccolo effetto collaterale. Il più noto è certamente la digeribilità perché ricco di fibre insolubili, se ne sconsiglia quindi la somministrazione in caso di sindrome del colon irritabile e colite. Il consumo dei cetrioli in gravidanza è considerato sicuro, basta non esagerare con le quantità.

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Qual è l’errore più grave che facciamo a tavola?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RISTORANTE MANGIARE CUCINA DIETA CIBO COPPIA AMOREFa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo“.

Lo diceva il grande Ippocrate di Cos quasi 2500 anni fa, e ci aveva visto giusto. Mangiare bene è la medicina migliore per vivere una vita lunga ed in salute; purtroppo però vale anche il contrario: mangiare “male” è il veleno migliore per vivere una vita ad alto rischio di svariate patologie. Molti mi chiedono cosa significhi “mangiare male”, ovviamente la risposta a questa domanda è molto articolata e complessa, tuttavia ci sono alcuni concetti che sono facilmente intuibili anche dai non addetti ai lavori, come ad esempio mangiare più calorie rispetto al nostro fabbisogno calorico, oppure assumere troppi grassi, o anche limitare le importantissime verdura ed acqua. Una delle mie risposte preferite è – senza dubbio – abusare del sodio, cioè del sale da cucina. E non sto parlando di inestetismi come cellulite e ritenzione idrica (dove il sale gioca comunque un ruolo importantissimo): parlo di un aumento del rischio di patologie cardiovascolari anche mortali, come ipertensione arteriosa, infarto del miocardio ed ictus cerebrale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non consumarne più di 2 grammi al giorno, ma i consumi medi globali di sodio sono assai superiori a questo limite. Lo ha appurato un gruppo di ricercatori della Tufts University, secondo i quali sarebbero attribuibili all’eccessiva assunzione di questo minerale, contenuto nel comune sale da cucina e in una miriade di prodotti alimentari, oltre un milione e mezzo di morti per malattie cardiovascolari all’anno.

“Si sa che un elevato apporto di sodio aumenta la pressione sanguigna, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari”, spiega Dariush Mozaffarian, che ha condotto la ricerca i cui risultati sono apparsi sul New England Journal of Medicine. “Ma gli effetti di un eccessivo apporto di sodio sulle malattie cardiovascolari a livello globale per età, sesso e paese non erano ancora stati chiariti”. Così raccogliendo e analizzando dati provenienti da 205 indagini sul consumo di sodio in 187 paesi, che rappresentano i tre quarti della popolazione adulta del mondo, e abbinandoli ad altri dati nutrizionali globali è stato possibile calcolare l’assunzione del minerale a livello mondiale. I suoi effetti sulla pressione sanguigna e gli effetti della pressione sanguigna sulle malattie cardiovascolari sono stati determinati separatamente in una meta-analisi che ha consentito di stimare il numero di decessi dovuti a malattie cardiovascolari attribuibili a un consumo di sodio superiore ai 2 grammi al giorno.

I risultati impressionanti sono due. Il primo è che nel 2010 il livello medio dell’assunzione globale di sodio è risultata pari a 3,95 grammi al giorno, ovvero quasi il doppio di quanto raccomandato dall’Oms. Ma quanto sono 2 grammi di sodio? Corrispondono a circa 5 grammi di sale, più o meno la quantità contenuta in un cucchiaino da tè. A far lievitare i consumi quotidiani però non è tanto l’uso indiscriminato di sale come condimento, quanto la presenza nascosta di sodio in una miriade di prodotti dell’industria alimentare, dalle merendine ai salumi, dai formaggi al dado da brodo, dal tonno in scatola alla pizza. Non ha invece alcun ruolo nell’aumentare o diminuire i rischi il sodio eventualmente contenuto nell’acqua minerale, checché ne dica la pubblicità: si parla comunque di livelli risibili rispetto a quelli di uno qualunque degli alimenti citati e di molti altri.

La regione del mondo in cui i consumi medi sono più bassi, ma pur sempre superiori alle raccomandazioni dell’Oms, è l’Africa sub-Sahariana (2,18 g al giorno), quella dove sono più alti è l’Asia Centrale (5,51 g al dì). In totale sarebbero un milione e 650mila all’anno le morti per malattie cardiovascolari dovute all’assunzione eccessiva di sodio, ecco l’altro dato inquietante. “Questi 1,65 milioni di morti rappresentano circa una su 10 di tutte le morti per cause cardiovascolari nel mondo”, spiega Mozaffarian, che suggerisce la necessità di robuste politiche sanitarie per ridurre l’assunzione di sodio nella dieta negli Usa e nel resto del mondo.

Gli autori avvertono peraltro che i loro risultati usano stime basate su campioni di urina e i reali livelli di assunzione potrebbero risultarne sottostimati. Inoltre lo studio è incentrato sulle morti cardiovascolari e non può quindi riflettere la totalità dell’impatto del sodio sulla salute, che comprende un più alto rischio di malattie dei reni e di cancro allo stomaco, il secondo tumore per tasso di mortalità nel mondo.

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Il sale iodato è importante per prevenire le malattie della tiroide: in quali alimenti trovarlo?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PESCE MARE ABISSO PROFONDITA NUOTARE PESCA PESCARE CUCINA DIETA CIBO CARNE PROTEINE GRASSI OMEGA 3Lo iodio fa bene, non solo in caso di malattie tiroidee o per combattere l’esposizione alle radiazioni nucleari. Lo iodio fa bene a tutti e per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità auspica che il consumo di sale arricchito con questo minerale aumenti fino a raggiungere il 95%. Ma le proprietà dello iodio e il relativo consumo sono ancora molto lontane da questo obiettivo.

Il sale iodato è il sale marino a cui viene aggiunto artificialmente dello iodio. Lo iodio è importante per salute delle persone e lo si rileva in modo ancora più evidente sulle persone che vivono in luoghi lontani dal mare: la carenza di iodio può causare dei problemi alla tiroide, fino all’ingrossamento della ghiandola e al formarsi del gozzo. A conferma di quanto lo iodio sia importante, una ricerca delle università inglesi di Surrey e di Bristol, pubblicata sulla rivista The Lancet, è giunta alla conclusione che lo iodio è direttamente connesso allo sviluppo intellettivo. Lo studio è stato condotto su un campione di mille donne in gravidanza: quelle che avevano una dieta ricca di iodio hanno avuto bambini con un QI superiore di tre punti rispetto ai bambini nati dalle donne che avevano una dieta carente di questo minerale.

In quali alimenti si può trovare lo iodio? Innanzi tutto in pesci e crostacei, ma ne contengono una buona quantità anche il latte, la carne e le uova. Per quanto riguarda i cibi arricchiti artificialmente, oltre al sale iodato, si possono trovare in commercio anche le patate iodate e presto arriveranno altri tipi di verdura con aggiunta di iodio come pomodori, carote e insalata che si ottengono aggiungendo iodio al terreno: l’esperimento è stato condotto con successo presso l’università di Pisa. Saranno presto nei negozi anche latte e formaggi ulteriormente arricchiti, cosa che si ottiene aggiungendo iodio ai mangimi degli animali.

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Dieta DASH per dimagrire e abbassare la pressione: come funziona, pro e contro ed esempio di menù

La dieta DASH (dove la sigla DASH sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension = approcci dietetici per bloccare l’ipertensione) è un programma alimentare ideato e promosso da un dipartimento medico statunitense soprattutto per arginare e prevenire il diffuso problema dell’ipertensione arteriosa. L’idea è che una dieta ricca di alimenti quali frutta, verdura e cereali integrali e povera di cibi grassi e ricchi di sale e zuccheri, possa far perdere peso in modo sano e al tempo stesso contribuire a prevenire e curare numerose patologie, come i problemi cardiovascolari, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il cancro. E’ dunque un programma nutrizionale consigliato non solo a chi deve dimagrire, ma anche a chi desidera mangiare bene per rimanere in salute.

Una dieta ipolipidica
La Dieta DASH può rientrare nel gruppo delle diete ipolipidiche, poiché prevede un apporto di lipidi leggermente ridotto rispetto alle quantità in genere previste: un eccessivo consumo di grassi infatti, oltre ad apportare spesso troppe calorie nel menù, è anche responsabile dell’accrescimento dei fattori di rischio nei confronti dei disturbi citati nel precedente paragrafo. La Dieta DASH può anche essere definita iposodica, dal momento che prevede un’assunzione limitata di cloruro di sodio, e questo la rende perfetta per chi soffre di pressione arteriosa alta o desidera prevenirla. Dal momento che limita anche l’assunzione di zuccheri, è utile anche nella prevenzione del diabete di tipo 2.

Come funziona la dieta DASH?
La dieta DASH prevede una ripartizione giornaliera di macronutrienti che rispecchia molto quella raccomandata dalle attuali linee guida nutrizionali, e cioè:

  • 55% di carboidrati complessi;
  • 18% di proteine;
  • 27% di grassi.

La quantità di grassi prevista dalla dieta DASH è leggermente inferiore a quella generalmente raccomandata, che si aggira sul 30/35%; ma soprattutto, va detto che i grassi saturi rappresentano solo una minima parte di questa percentuale, (circa il 6%), mentre invece viene dato più spazio ai grassi benefici e utili al cuore, quali quelli contenuti ad esempio nella frutta secca o nell’olio extravergine d’oliva.

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Limitare il sale
La dieta DASH prevede un limite massimo giornaliero di sodio rapportato alle esigenze fisiche di chi la segue: per chi già soffre di ipertensione arteriosa, viene suggerita una quantità giornaliera di sale pari o inferiore a 1500 mg, mentre per chi non ne soffre viene consigliato un massimo di 2300 mg. E’ da tenere presente che la maggior parte delle persone in genere supera ampiamente questi limiti, arrivando tranquillamente ad un consumo giornaliero di sodio che si aggira sui 3000-4000 mg. Nel corso di questa dieta bisogna non solo evitare di utilizzare troppo sale nei condimenti, ma anche prestare attenzione al sodio nascosto negli alimenti preconfezionati.

I principi su cui si fonda la dieta DASH 

  1. incrementare gradualmente il consumo di cibi quali frutta e verdura, e consumare cereali integrali anziché raffinati;
  2. preferire pesce e carne bianca magra (senza eccedere nel consumo) ed evitare/limitare al massimo la carne rossa;
  3. limitare al massimo il consumo di sale, anche di quello contenuto nei cibi preconfezionati;
  4. limitare il consumo di cibi ricchi di grassi, specialmente quelli saturi e trans: optare ad esempio per formaggi magri e latte scremato, ed evitare alimenti come il burro;
  5. assumere una sufficiente quantità di legumi e frutta secca;
  6. evitare/limitare al massimo i cibi ricchi di zuccheri, quali le bibite gasate, i dolciumi, lo zucchero per dolcificare;
  7. consumare cibi ricchi in magnesio, calcio e potassio;
  8. praticare una discreta dose di attività fisica, per almeno 3 volte a settimana;
  9. ridurre o gestire meglio lo stress;
  10. evitare vizi come quello del fumo e dell’alcol.

Quante calorie nella dieta DASH?
Le calorie previste dalla dieta DASH variano ovviamente in base alle esigenze fisiche di ciascuno: se è vero che il programma base ne prevede 2000 suddivise in più pasti, ci sono a disposizione delle varianti ipocaloriche per chi deve anche perdere peso (1400, 1600 calorie).

Evidenze scientifiche
La dieta DASH, pur riproponendo delle regole nutrizionali già conosciute, è il risultato di uno studio medico del National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI), che è durato anni e che ne ha sperimentato gli effetti su un nutrito gruppo di volontari. Gli studi chiave all’interno di questa ricerca sono stati due, e diverse le varianti della dieta testate. I risultati ottenuti hanno mostrato che un programma alimentare di questo genere è in grado di ridurre i  valori della pressione arteriosa in presenza di uno stato di ipertensione moderata (massima

Pro e contro della dieta DASH

  • Pro: la dieta DASH non è una dieta che elimina completamente una o più categorie di cibi, ma un programma alimentare che suggerisce di incrementare il consumo di alcuni (frutta, verdura, cereali integrali) limitando al contempo quello di altri: i due punti sono strettamente connessi tra loro, perché aumentando la quantità assunta di cibi ricchi di fibre e nutrienti si diminuisce automaticamente lo spazio a disposizione per quelli meno sani. Propone delle modifiche allo stile di vita senza dubbio fattibili.
  • Contro: la dieta DASH non presenta particolari controindicazioni. E’ chiaro che, come per tutte le cose, bisogna abituarsi gradualmente ai cambiamenti che propone, imparando a dosare sale e zuccheri e a limitare il consumo dei cibi grassi che tanto ci piacciono. Purtroppo non esiste la bacchetta magica, e se si desidera dimagrire e rimanere in salute qualche sacrificio bisogna per forza metterlo in conto!

Conclusioni
La dieta DASH costituisce un modello alimentare equilibrato e da seguire per la vita. Suggerisce dei cambiamenti graduali e duraturi, che magari non consentono una perdita di peso rapida quanto quella indotta dalle diete iperproteiche, ma senza dubbio si tratta di un calo ponderale sano e potenzialmente definitivo; a patto di non ricadere nelle vecchie abitudini una volta raggiunti gli obiettivi di peso prefissi. La dieta DASH educa a mangiare bene e a imparare a prestare maggiore attenzione alle etichette nutrizionali degli alimenti che si acquistano, cercando di prediligere i cibi naturali, poveri di grassi, senza sodio e zuccheri aggiunti. Si tratta, perciò, di un regime che permette non solo di dimagrire, ma anche di donare al proprio corpo uno stato di benessere psico-fisico ottimale, aiutandolo nella prevenzione delle patologie più comuni e del cancro. Dal mio punto di vista: se eseguita sotto controllo medico è da consigliare!

Esempio di menù

Colazione: cereali integrali,  1 banana, 1 tazza di latte scremato, 1 fetta di pane integrale, 1 bicchiere di succo d’arancia.

Pranzo: pollo, 1 fetta di pane integrale, un’insalata mista condita con un cucchiaio di olio extravergine o di semi di girasole Merenda: qualche frutto secco e uno yoghurt magro senza aggiunta di zucchero; in sostituzione, un frutto.

Cena: riso integrale, spinaci, 1 pezzetto di formaggio, 1 frutto.

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Le aziende vendono di più se i prodotti sono più appetitosi: troppo sale negli alimenti confezionati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SUPERMERCATO MARKET CIBO SPESA CIBO CARRELLO COMPRARE ETICHETTA ALIMENTI DIETA (3)I cibi pronti in vendita nei supermercati contengono troppo sale. È questa la conclusione di un’indagine condotta in Francia dalla rivista Process Alimentaire su 341 prodotti presenti sugli scaffali della grande distribuzione e discount. Gli alimenti sono stati suddivisi in 12 grandi gruppi, dai cereali per la colazione ai latticini, dalle zuppe di verdura ai preparati di carne, come le crocchette di pollo. I più salati sono risultati la pizza surgelata (in media 1,76 grammi di sale per porzione che lievitano a 1,82 grammi per quella fresca) e i ravioli in scatola: 3,42 grammi per una porzione da 400 grammi (a dire il vero piuttosto consistente). Dall’indagine è emersa una certa variabilità per ogni categoria in stretta relazione con gli ingredienti utilizzati (salse per i condimenti e di farcitura).

Continua la lettura su https://ilfattoalimentare.it/troppo-sale-alimenti-confezionati.html

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Qual è la differenza tra cellulite e ritenzione idrica?

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Cellulite e ritenzione idrica sono condizioni fortemente collegate, ma rimangono comunque due cose diverse. Visto che moltissime mie pazienti fanno confusione, cerco di spiegare brevemente di cosa si tratta per avere un colpo d’occhio sulle differenze. Per chi vuole approfondire nel sito ci sono molti articoli che parlano sia di cellulite che di ritenzione idrica, basta usare il tasto di ricerca in alto nella colonna di destra (oppure scendendo in basso se leggete l’articolo da smartphone).

Cos’è la cellulite e cos’è la ritenzione idrica?
La cellulite è un’alterazione dei tessuti sottocutanei, che si manifesta con un po’ di gonfiore e successivamente con la cosiddetta “buccia d’arancia”, sotto forma di piccole nodosità. La cellulite può formarsi a causa di numerosi fattori, come ad esempio uno stile di vita sedentario e una dieta squilibrata.
Per ritenzione idrica invece si intende la tendenza a trattenere liquidi nell’organismo ed è caratterizzata da tumefazione dei tessuti molli causata dall’accumulo di liquido interstiziale (il liquido compreso negli spazi tra le varie cellule); essa può portare alla formazione di cellulite, ma anche a patologie più gravi, come insufficienza renale.

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La ritenzione idrica è tra le cause della formazione della cellulite
Ma allora cellulite e ritenzione idrica sono due cose completamente diverse? Si ma sono fortemente collegate dal momento che la ritenzione idrica è uno dei fattori che può portare alla formazione della cellulite. Le altre cause della formazione della cellulite sono davvero molte: fattori genetici ereditari (razza bianca, sesso femminile e familiarità), dieta squilibrata, stile di vita sedentario, mancanza di esercizio fisico. Il poco movimento, in particolare, comporta la perdita di tessuto muscolare e quindi un decremento del metabolismo che causa sovrappeso e perdita di tonicità del corpo con aumento della cellulite visibile. Altre cause della formazione della cellulite sono l’uso di indumenti troppo stretti e l’adottare posture scorrette (gambe accavallate, stare molto tempo in piedi con i tacchi alti) comportamenti che alterano la normale circolazione per compressione dei vasi; altri fattori di rischio sono lo stress ed il fumo: quest’ultimo ha un’azione vasocostrittrice e aumenta la formazione di radicali liberi, mentre lo stress innalza i livelli di cortisolo (ormone dello stress) che aumenta la ritenzione idrica.

Conclusioni
Ritenzione idrica e cellulite sono due condizioni distinte ma fortemente correlate. La cellulite è un problema relativo al sottocutaneo mentre la ritenzione idrica è la tendenza a trattenere i liquidi ed è uno dei principali fattori che possono portare alla formazione della cellulite. In caso di ritenzione idrica si ha un accumulo di liquidi e tossine all’interno degli spazi interstiziali tra le cellule, la cui rimozione è deputata alla circolazione linfatica, stimolata dalle contrazioni muscolari; per questo motivo una mancanza di movimento porta alla riduzione della circolazione linfatica. La ritenzione idrica è inoltre causata dall’azione di ormoni quali gli estrogeni, tipicamente femminili. La cellulite è invece legata a vari fattori: genetici, dieta sbilanciata, fumo, vita sedentaria.

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Il ruolo dell’acqua nella digestione

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BICCHIERE ACQUA BERE LIQUIDI IDRATAZIONE SPIAGGIA CALDO ESTATE MARE VACANZE SETE BERETutti noi sappiamo cos’è, senza di lei non potremmo vivere, ne siamo circondati, anzi, ne siamo… fatti. E’ l’acqua. Ma quanta bisogna berne e che ruolo ha nella nostra digestione? Scopriamolo insieme! L’acqua è una componente essenziale del nostro organismo; nell’adulto rappresenta oltre il 70% della massa complessiva (nel bambino è addirittura superiore) e la sua carenza sistemica può compromettere il benessere, la salute e (nella peggiore delle ipotesi) la sopravvivenza della persona. Il rischio aumenta sensibilmente nella terza età, quando l’organismo risulta maggiormente predisposto alla disidratazione e il cervello trasmette/percepisce solo pochi segnali di “sete”.

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