Quanti litri e percentuale di acqua sono presenti nel nostro corpo?

Dimmi che acqua bevi e ti dirò chi seiLa percentuale di acqua contenuta nel nostro corpo, calcolabile tramite una bioimpedenziometria, è estremamente variabile in base a vari fattori:
  • Sesso;
  • età;
  • peso corporeo;
  • salute generale;
  • variabilità individuale.
Mediamente queste sono le percentuali di acqua presente nel nostro corpo:
  • bambini: 75-80% del peso corporeo;
  • uomini adulti: 65-75%;
  • donne adulte: 55-65%;
  • anziani: 45-60%.

La quantità di litri di acqua presenti nel corpo umano in un dato momento dipende da molti fattori, come la temperatura, l’umidità, l’aver appena svolto una attività fisica intensa, ma in media l’acqua costituisce il 65% del nostro peso corporeo. Quindi ad esempio:

  • una persona che pesa 60 kg, avrà circa 39 kg rappresentati dall’acqua;
  • una persona che pesa 70 kg, avrà circa 45,5 kg rappresentati dall’acqua;
  • una persona che pesa 80 kg, avrà circa 52 kg rappresentati dall’acqua;
  • una persona che pesa 90 kg, avrà circa 58,5 kg rappresentati dall’acqua.

L’acqua presente nel nostro corpo è rappresentata per il 40% circa di liquidi intracellulari; e per il 60% di liquidi extracellulari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Mangiare senza sale fa dimagrire o ingrassare?

MEDICINA ONLINE MANGIARE TIPI DI SALE SALT KIND MANDORLE ROSSE FRUTTA MAGRA DIABETE CALORIE GLICEMIA RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO LONTANO DAI PASTI WALLPAPER.jpgMangiare senza sale fa dimagrire o ingrassare? La risposta esiste: sì, aiuta a perdere peso, ma non è l’unico a dover essere limitato nella nostra dieta, considerato che c’è anche lo zucchero – molto pericoloso per la linea -, cibi spazzatura e quelli in scatola, grassi. Chi ha iniziato già a seguire seriamente una dieta ipocalorica sa bene che deve evitare di usare condimenti super-calorici per i propri piatti, evitando soprattutto di aggiungere tonnellate di sale e olio. Oltre a fare attenzione a quello che si mette in tavola, bisogna auto-convincersi che, per raggiungere il proprio peso forma e un fisico per niente flaccido, lo sport non deve mancare almeno tre giorni a settimana.

Ma perché il sale fa ingrassare?
Più che ingrassare, fa aumentare i chili sulla bilancia e c’è un motivo per cui ho fatto questa distinzione, una leggera sfumatura: il sale non genera massa grassa (quindi non fa ingrassare), ma provoca un accumulo di liquidi per via della sua capacità di legare le molecole di acqua e questo porta alla ritenzione idrosalina, pericolosa per chi soffre di cellulite, difficile da eliminare del tutto (ma non impossibile). Assumere troppo sale fa male alla salute, oltre che al peso-forma: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che mangiare quattro o cinque volte sale durante tutto l’arco della giornata porta ad avere pressione alta, tumore allo stomaco, osteoporosi, problemi ai reni e al cuore, seri disturbi alla vista. C’è chi crede che mangiare senza sale fa male alla tiroide, ma anche per chi soffre di problemi tiroidei deve stare molto attento ai grammi di sale da utilizzare in cucina.

Quanti grammi da assumere ogni giorno? 
Uomini e donne, in media, assumo tra gli 8 e i 10 grammi di sale. Troppi! L’ideale sarebbe usare 2 massimo 3 grammi di sale nei propri piatti, non di più, evitando così di aumentare il rischio delle malattie sopraccitate. Diminuendo notevolmente il sale, diminuisce anche il peso: senza troppo sale, l’organismo riesce a perdere persino 2 chili dopo quattro giorni e ciò è dovuto alla risoluzione della ritenzione idrosalina. In un mese, si possono abbattere anche 6 chili, se ovviamente a queste accortezze vengono affiancate attività sportive da svolgere regolarmente: anche una semplice passeggiata ha i suoi benefici!

Mangiare senza sale fa dimagrire: quello che devi sapere

  • Il sale non deve mai mancare nella nostra dieta perché il sodio svolge un’azione importante per il nostro organismo: allevia i dolori reumatici, rende più attivo il cervello, evita i crampi muscolari;
  • Mangiare con poco sale si dimagrisce davvero perché si evita la ritenzione idrosalina;
  • Per perdere peso bisogna limitare sale, zucchero, grassi e cibi spazzatura;
  • Lo sport è fondamentale per dimagrire, non solo la riduzione del sale;
  • Il sale può provocare malattie cardiovascolari, osteoporosi e tumore allo stomaco;
  • Bisogna assumere all’incirca 3 g di sale al giorno;
  • Riducendo il sale, si possono perdere anche sei chili in un mese.

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La creatina fa ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelUn esperto dell’allenamento coi pesi, direbbe che questa è una domanda che non ha senso: la creatina infatti, di per sé, non fa né ingrassare né dimagrire, poiché questo è un ruolo che tocca alla alimentazione ed alla attività fisica. Detto questo, oggi parlerò ai meno esperti, quelli a cui è stato consigliato un integratore di creatina ma non sanno esattamente cosa sia. La creatina è costituita da tre amminoacidi, questi tre aminoacidi sono la glicina ed arginina. Molti utilizzano la creatina come integratore che aiuta a far crescere i muscoli, e la assumono sotto forma di polvere, pillole, oppure in forma liquida con un contagocce . Ma in che modo la creatinapotrebbe influire sul peso?

Ma la creatina fa ingrassare o dimagrire?

Non vi preoccupare, stiamo per arrivarci, ma prima è necessario capire bene: quando si prende la creatina sotto forma di integratore, questa satura le cellule muscolari in quanto si riempiono di acqua. La creatina di fatto attira l’acqua presente nel corpo dentro ai nostri muscoli. Ma i muscoli non sono pronti ad accogliere questa grande quantità di acqua dunque per poterlo fare le cellule muscolari devono espandersi. Ecco che i muscoli cresceranno e diventeranno più forti. Ma se una donna non vuole che ciò avvenga, perché non vuole dei muscoli grandi, è necessario che stia attenta alle calorie che ingerisce, non devono mai eccedere. Infatti molte donne prendono la creatina, ma non hanno affatto muscoli enormi, anzi sono tonici.

Comunque sia, chi assume creatina, indipendentemente se uomo o donna, avrà un minimo aumento della grandezza muscolare. Ora, dal momento che i muscoli più grandi richiedono più calorie per mantenere la loro nuova dimensione (ricordate, questo non significa enormi, appena più grande di prima), i muscoli non avranno altra scelta che quella di attingere dalle proprie riserve di grasso per le calorie necessarie per mantenere la loro dimensione. Ecco come la creatina aiuta a dimagrire!

Inoltre, se si segue una dieta, una delle cose più difficili da fare è quella di mantenere la forma raggiunta. Ecco un altro buon motivo per cui prendere la creatina durante una dieta. La creatina vi aiuterà a mantenere la forma ed il peso raggiunti con tanta fatica.

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Finocchio: proprietà, benefici, usi in cucina ed in cosmesi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FINOCCHIO PROPRIETA BENEFICI CUCINA COSMETICARiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgLe proprietà benefiche del finocchio sono note all’uomo già da migliaia di anni. Ad esempio un testo di medicina egiziano del II secolo riporta la ricetta di una pietanza per i sofferenti di stomaco, con carne di piccione e di oca, fave, grano, cicoria, giaggiolo e finocchio. Ippocrate prescrive semi di finocchio se, alle donne, viene meno il latte. Al medico siriano Mesuè si attribuisce la ricetta dei locchi di polmone di volpe, giovevoli a quanti “hanno li Polmoni essulcerati, sono Consummati, & Tabidi (colpiti da affezioni)”, tra i cui ingredienti vi sono i frutti di finocchio oltre, naturalmente, ai polmoni di volpi disseccati. Santa Ildegarda di Bingen, che fu badessa benedettina del XII secolo, prescrive succo di finocchio per gli occhi, unguento a base di finocchio per i testicoli gonfi e dolenti e “semi” di finocchio per frenare nell’uomo la follia dovuta al vino. Quanto c’è di vero in questa fama che il finocchio si ha guadagnato nella storia? Scopriamolo oggi!

Cos’è il finocchio?
Il finocchio viene anche chiamato foenuculum vulgare o foeniculum vulgare (diminutivo di fenum “fieno”, ad indicare una pianta dalle foglie sottili come il fieno; è una pianta del genere Apiaceae (Umbelliferae). Altri nomi con cui è noto il finocchio sono Anethum foeniculum, Foeniculum capillaceum, Foeniculum officinale, Foeniculum sativum, finocchio nero, Fenùggiu servègu, Fenugètto. E’ una pianta erbacea alta sino a due metri, perenne con fusto angoloso, ramificato a corimbo e cresce in luoghi incolti e secchi della zona mediterranea e si presenta con foglie pennatosette e fiori gialli ad ombrella solitamente con cinque o quindici raggi. I frutti del finocchio, glabri di forma oblungo-ovata, aromatici, impropriamente chiamati semi, essiccati rappresentano la droga (Foeniculi amari fructus F.U.).

Nel Foeniculum vulgare si identificano tre varietà: il finocchio amaro o selvatico (varietà vulgare), il finocchio dolce (varietà dulce) con essenza meno ricca in principi attivi, il finocchio usato come ortaggio (varietà azoricum).

Composizione e Proprietà del finocchio selvatico
I principi attivi più importanti sono contenuti nell’olio essenziale.

I frutti contengono:

  • olio essenziale (2-6 %) composto da trans-anetolo (50-70 % dal sapore dolciastro) e fencone (10-15% dal sapore amaro), estragolo (metil cavicolo) 5-20 %, idrocarburi monoterpenici (alfa e beta-pinene, alfa-fellandrene, alfa-tuyene, alfa-fenchene, alfa e beta-terpinene, limonene, anisaldeide);
  • olio fisso (17-20%, soprattutto ac.petroselinico, ac.oleico e linoleico, tocoferoli);
  • flavonoidi (prevalentemente quercetin-3-O-beta-glucuronide, isoquercitrina, rutina, quercetin-3-arabinoside);
  • proteine (16-20%); umbelliferone; vitamine; minerali (Ca e K).

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Al finocchio si attribuiscono soprattutto proprietà

  • Stimolanti-aromatiche,
  • digestive, carminative,
  • antispasmodiche gastriche ed intestinali,
  • antisettiche intestinali.

Il finocchio viene anche impiegato per le sue qualità:

  • espettoranti,
  • galattagoghe ed emmenagoghe,
  • diuretiche, ipotensive,
  • antiossidanti, antimicrobiche
  • decongestionanti oculari.

Attività sull’apparato gastrointestinale
Il finocchio è utile soprattutto nei confronti dell’apparato gastrointestinale, essendo in grado di esercitare attività procinetiche ed antispasmodiche. E’ usato come tonico, stimolante delle funzioni digestive, carminativo e come stimolante dell’appetito, diuretico, eccitante della secrezione salivare, lattea e biliare. Tali proprietà sarebbero da attribuire all’azione eccitante generale del fencone, in grado di iperemizzare gli organi del bacino, agendo a livello dello stomaco e dell’intestino. Attualmente i frutti di finocchio trovano applicazione come carminativi, antispasmodici intestinali, stimolanti le funzioni digestive.

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Infusi di finocchio
Vengono consigliati in lattanti con dispepsia, gonfiori addominali e diarrea. Gli effetti carminativi riducono meteorismo e spasmi intestinali. La droga spesso si utilizza in associazione con lassativi, per ridurre l’atonia e l’eventuale formazione di coliche intestinali dovute ai composti antrachinonici. Perfusioni intragastriche di estratti acquosi su ratti anestetizzati per valutare l’influenza delle spezie sulla secrezione acido gastrica hanno evidenziato, in ordine decrescente, un incremento nella secrezione soprattutto nel peperoncino rosso, quindi nel finocchio, carvi, cardamomo, pepe nero, cumino, coriandolo, attraverso un meccanismo colinergico (acetilcolina) o altro. In concomitanza di irritazioni mucosali, indotte ad esempio dall’aspirina, il peperoncino ed il finocchio riducevano espressamente l’induzione secretiva acida, contrariamente al cumino ed al coriandolo che invece la incrementavano.

Attività espettoranti
Estratti acquosi di finocchio stimolano l’attività mucociliare dell’epitelio ciliato della rana. In caso di flogosi dell’apparato respiratorio, stimolando la motilità ciliare, l’estratto agisce come espettorante secretomotorio e secretolitico (anetolo e fencolo) favorendo l’eliminazione di muco, microrganismi e sostanze estranee. Anche l’olio essenziale favorendo la contrazione della muscolatura liscia tracheale ed il laringospasmo, può contribuire nell’azione espulsiva. Per tali proprietà, il finocchio trova indicazione come blando espettorante ed emolliente, in presenza di catarri nelle flogosi delle vie respiratorie, soprattutto per bambini.

Attività galattagoghe ed emmenagoghe
Nella medicina popolare il finocchio viene consigliato come galattagogo assieme alla Galega, Anice e Fieno greco. Studi in passato avevano ipotizzato le proprietà galattogene durante l’allattamento, con ipertrofia della ghiandola mammaria ed aumento della secrezione lattea a seguito di assunzioni degli estratti. Le proprietà emmenagoghe (favorenti le mestruazioni) potrebbero in parte essere attribuite alla presenza dell’anetolo e dei suoi polimeri, dotati di probabili attività estrogeniche. Lo stesso trans-anetolo, nell’essenza mal conservata, può dimerizzare a dianetolo o dimetilstilbestrolo, provvisto di attività estrogena.

Attività diuretica, ipotensiva
La radice, come del resto tutta la pianta soprattutto fresca risultano diuretiche (anetolo). Somministrazioni orali dell’estratto acquoso di finocchio hanno evidenziato effetti ipotensivi nei confronti della pressione sistolica ematica in ratti ipertesi, incrementando l’escrezione di acqua, sodio e potassio.

Attività antiossidanti, antibatteriche, antifungali
L’olio essenziale di finocchio ha evidenziato proprietà antiossidanti, antibatteriche, antifungine. L’infuso e l’acqua aromatica vengono indicate come decongestionanti per via esterna attraverso lavaggi o bagni oculari negli stati infiammatori perioculari (blefariti, congiuntiviti) tramite compresse oculari cambiate frequentemente.

Il finocchio nella medicina tradizionale
La radice ed i frutti sotto forma di infuso e succo trovano utilizzo per le proprietà eupeptiche ed antinfiammatorie. Il decotto dei frutti è usato come antidiarroico, miscelato con succo di limone come antiemetico. Le parti aeree fresche utilizzate crude sono indicate contro l’iperacidità gastrica mentre le radici assunte fresche o sotto forma di decotto oltre che per le proprietà antiacide trovano impiego per l’attività antinfiammatoria del tratto digestivo. L’olio essenziale può provocare manifestazioni allergiche in soggetti predisposti.

Indicazioni d’uso:

  • Disturbi dispeptici e digestivi (atonia gastrica ed intestinale, dispepsia putrefattiva e fermentativa, gastralgia nervosa, emicrania di origine digestiva, reflusso esofageo).
  • Meteorismo e spasmi gastrointestinali (coliche gassose del neonato), flatulenza.
  • Affezioni bronchiali (espettorante secretomotorio e secretolitico nelle flogosi dell’apparato respiratorio).
  • Ipogalattia nelle nutrici.
  • Dismenorrea.

L’uso in cucina
Il frutto del Finocchio, un “diachenio” spesso impropriamente chiamato seme, è tradizionalmente usato per aromatizzare la salamoia delle olive e l’acqua in cui si lessano le castagne; per preparare diverse salse; per certi tipi di pane e di biscotti od anche tal quale, da masticare per profumare l’alito.
Le infiorescenze sono impiegate per la cottura delle carni di maiale.
Le foglie, ma soltanto se sono giovani, servono tanto per ornare i piatti di portata quanto per aromatizzare, in modo gradevole ma deciso, insalate, verdure cotte, minestre, piatti di pesce ed altro ancora.

L’impiego nella cosmesi
L’infuso di frutti di finocchio, origano, menta e peduncoli di ciliegia è consigliato per i casi di obesità; foglie e frutti di finocchio sono indicati, in bagni e vaporizzazioni, per la pulizia del viso; il decotto lenisce le infiammazioni oculari.
Plinio riporta, con ironia, curiosità del suo tempo: per ottenere un alito gradevole, ad esempio, si consigliava di strofinare i denti con cenere di topo mista a miele e radici di finocchio.

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Cibi drenanti contro ritenzione idrica e gonfiore intestinale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CIBI DRENANTI RITENZIONE IDRICA GONFIORE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg
La ritenzione idrica è causata dal fatto che il nostro corpo trattiene acqua in eccedenza per una serie di motivi, come il mangiare troppo sodio, ma anche lo stare in piedi a lungo, in luoghi caldi, così come l’uso di alcuni farmaci, o come la sindrome premestruale nelle donne ancora fertili o la menopausa in donne più avanti con gli anni. Può anche essere il risultato di una grave condizione medica, coinvolgendo organi importanti come reni, cuore, e fegato, così come il sistema linfatico. Le donne presentano un rischio alto di ritenzione idrica anche, a causa della fluttuazione dei livelli ormonali. Ecco una lista di alcuni alimenti che possono essere utili per diminuire la ritenzione idrica:

Cipolle

Ricche di vitamine e di potassio, le cipolle svolgono un’azione diuretica sull’organismo. Inoltre sono utilissime per l’apparato urinario, poiché combattano moltissime infezioni.
Consiglio:  un grande vantaggio di questo alimento è quello di poter essere consumato, a piccole dosi, molto frequentemente. Cerca quindi di aggiungere le cipolle anche ad ogni pasto, crude in insalata o cotte per insaporire tutti i tuoi piatti.

Cetrioli

Composto dal 96% acqua, è un ortaggio indicatissimo per la ritenzione idrica perché possiede proprietà depurative e rinfrescanti, grazie all’alto contenuto di sali minerali come potassio, fosforo, sodio e magnesio.
Consiglio: se non ti fa impazzire il sapore di questo ortaggio, puoi ovviare bevendo dell’acqua aromatizzata con una fettina di cetriolo. Sarà una bibita rinfrescante, energetica e super depurativa!

Ananas

Dissetante e drenante, perfetto per la stagione estiva. Contiene la bromelina, un enzima che digerisce le proteine e che lo rende un valido aiuto nel favorire la digestione e in caso di infiammazioniritenzione idrica e cellulite.
Consiglio: l’ananas perde la bromelina con il calore, quindi tutte le volte che l’ananas è cotto, come in torte o marmellate questo enzima si perde.

Anguria

Contiene il 95% d’acqua, ha pochissime calorie, fornisce molto potassio e ha spiccate proprietà idrofobe, cioè nemiche della ritenzione idrica. Inoltre contiene anche magnesio, e fosforo che ti aiutano a combattere l’afa e la spossatezza derivanti dal caldo.
Consiglio: meglio mangiare l’anguria a metà mattina o pomeriggio e non a fine pasto, perché diluisce i succhi gastrici e quindi rende più lenta e laboriosa la digestione.

Asparagi

Depurativi e diuretici aiutano ad eliminare il ristagno di liquidi nei tessuti. Grazie al glutatione, aiuta l’organismo a depurarsi, migliorando la sua capacità di contrastare i radicali liberi.
Consiglio: per l’elevato apporto di acidi urici, chi soffre di cistite o ha problemi renali dovrebbe mangiare asparagi con moderazione.

Lattuga

Disseta, rinfresca, rimineralizza (contiene ferro, potassio e fosforo) ed è ricca di vitamine. Ha proprietà depurative ed antispastiche, analgesiche e sedative. Grazie al discreto contenuto di fibre, la lattuga è un naturale regolatore dell’organismo.
Consiglio: per le sue proprietà sedative e antispasmodiche, può essere usata in forma di decotto o centrifugato per alleviare gli stati di ansia ed irrequietezza, soprattutto nei bambini, o per trattare i disturbi del sonno e per calmare la tosse nervosa.

Mele

Le mele contengono una fibra molto utile alla salute e sono ricche di fitoestrogeni, degli isoflavoni che svolgono un’azione simile agli estrogeni femminili. Inoltre, grazie al potassio tiene sotto controllo la pressione e regola la diuresi, bilanciando il sodio e combattendo la ritenzione idrica.
Consiglio:  anche l’aceto di mele è perfetto per contrastare la ritenzione idrica e per eliminare l’acqua in eccesso. Sceglilo come condimento delle tue insalate per un aumentato effetto drenante!

Mirtilli

Favoriscono la riduzione dei liquidi in eccesso e contengono una quantità di antociani (classe di pigmenti idrosolubili appartenenti alla famiglia dei flavonoidi) che hanno un forte potere antiossidante e prevengono le cellule dall’attacco dei radicali liberi.
Consiglio: i mirtilli a colazione aiutano anche l’intestino. Prepara una composta casalinga ponendo in una pentola due manciate di bacche fresche, un cucchiaio di zucchero di canna e un poco di acqua: porta a bollore e fai raffreddare. Usa la composta sul pane per colazione: depura e sgonfia l’intestino.

Pomodori

Per il suo alto contenuto di potassio, il pomodoro è tra gli alimenti più indicati per contrastare la ritenzione idrica o altri disturbi come la pressione arteriosa alta. E poi contrasta gonfiori, edemi, ristagni, elimina le tossine ed è ricco di vitamina C, che aiuta anche il metabolismo.
Consiglio: per il tuo aperitivo scegli un bel succo di pomodoro con del prezzemolo. Combatterai la ritenzione idrica e allo stesso tempo fornirai al tuo corpo tante altre sostanze che ti faranno vivere un’estate al top della forma!

Ribes

Ricchi di vitamina C (in particolare modo quelli neri), vantano una discreta quantità di ferro e potassio e svolgono una buona azione diuretica e antinfiammatoria (soprattutto delle vie urinarie). Inoltre, possono avere degli effetti benefici per quanto riguarda la circolazione e la fragilità dei capillari.
Consiglio: il ribes nero può causare un aumento della pressione ed è perciò controindicato per chi soffre di ipertensione arteriosa.

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Qual è l’errore più grave che facciamo a tavola?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RISTORANTE MANGIARE CUCINA DIETA CIBO COPPIA AMOREFa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo“.

Lo diceva il grande Ippocrate di Cos quasi 2500 anni fa, e ci aveva visto giusto. Mangiare bene è la medicina migliore per vivere una vita lunga ed in salute; purtroppo però vale anche il contrario: mangiare “male” è il veleno migliore per vivere una vita ad alto rischio di svariate patologie. Molti mi chiedono cosa significhi “mangiare male”, ovviamente la risposta a questa domanda è molto articolata e complessa, tuttavia ci sono alcuni concetti che sono facilmente intuibili anche dai non addetti ai lavori, come ad esempio mangiare più calorie rispetto al nostro fabbisogno calorico, oppure assumere troppi grassi, o anche limitare le importantissime verdura ed acqua. Una delle mie risposte preferite è – senza dubbio – abusare del sodio, cioè del sale da cucina. E non sto parlando di inestetismi come cellulite e ritenzione idrica (dove il sale gioca comunque un ruolo importantissimo): parlo di un aumento del rischio di patologie cardiovascolari anche mortali, come ipertensione arteriosa, infarto del miocardio ed ictus cerebrale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non consumarne più di 2 grammi al giorno, ma i consumi medi globali di sodio sono assai superiori a questo limite. Lo ha appurato un gruppo di ricercatori della Tufts University, secondo i quali sarebbero attribuibili all’eccessiva assunzione di questo minerale, contenuto nel comune sale da cucina e in una miriade di prodotti alimentari, oltre un milione e mezzo di morti per malattie cardiovascolari all’anno.

“Si sa che un elevato apporto di sodio aumenta la pressione sanguigna, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari”, spiega Dariush Mozaffarian, che ha condotto la ricerca i cui risultati sono apparsi sul New England Journal of Medicine. “Ma gli effetti di un eccessivo apporto di sodio sulle malattie cardiovascolari a livello globale per età, sesso e paese non erano ancora stati chiariti”. Così raccogliendo e analizzando dati provenienti da 205 indagini sul consumo di sodio in 187 paesi, che rappresentano i tre quarti della popolazione adulta del mondo, e abbinandoli ad altri dati nutrizionali globali è stato possibile calcolare l’assunzione del minerale a livello mondiale. I suoi effetti sulla pressione sanguigna e gli effetti della pressione sanguigna sulle malattie cardiovascolari sono stati determinati separatamente in una meta-analisi che ha consentito di stimare il numero di decessi dovuti a malattie cardiovascolari attribuibili a un consumo di sodio superiore ai 2 grammi al giorno.

I risultati impressionanti sono due. Il primo è che nel 2010 il livello medio dell’assunzione globale di sodio è risultata pari a 3,95 grammi al giorno, ovvero quasi il doppio di quanto raccomandato dall’Oms. Ma quanto sono 2 grammi di sodio? Corrispondono a circa 5 grammi di sale, più o meno la quantità contenuta in un cucchiaino da tè. A far lievitare i consumi quotidiani però non è tanto l’uso indiscriminato di sale come condimento, quanto la presenza nascosta di sodio in una miriade di prodotti dell’industria alimentare, dalle merendine ai salumi, dai formaggi al dado da brodo, dal tonno in scatola alla pizza. Non ha invece alcun ruolo nell’aumentare o diminuire i rischi il sodio eventualmente contenuto nell’acqua minerale, checché ne dica la pubblicità: si parla comunque di livelli risibili rispetto a quelli di uno qualunque degli alimenti citati e di molti altri.

La regione del mondo in cui i consumi medi sono più bassi, ma pur sempre superiori alle raccomandazioni dell’Oms, è l’Africa sub-Sahariana (2,18 g al giorno), quella dove sono più alti è l’Asia Centrale (5,51 g al dì). In totale sarebbero un milione e 650mila all’anno le morti per malattie cardiovascolari dovute all’assunzione eccessiva di sodio, ecco l’altro dato inquietante. “Questi 1,65 milioni di morti rappresentano circa una su 10 di tutte le morti per cause cardiovascolari nel mondo”, spiega Mozaffarian, che suggerisce la necessità di robuste politiche sanitarie per ridurre l’assunzione di sodio nella dieta negli Usa e nel resto del mondo.

Gli autori avvertono peraltro che i loro risultati usano stime basate su campioni di urina e i reali livelli di assunzione potrebbero risultarne sottostimati. Inoltre lo studio è incentrato sulle morti cardiovascolari e non può quindi riflettere la totalità dell’impatto del sodio sulla salute, che comprende un più alto rischio di malattie dei reni e di cancro allo stomaco, il secondo tumore per tasso di mortalità nel mondo.

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Qual è la differenza tra cellulite e ritenzione idrica?

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Cellulite e ritenzione idrica sono condizioni fortemente collegate, ma rimangono comunque due cose diverse. Visto che moltissime mie pazienti fanno confusione, cerco di spiegare brevemente di cosa si tratta per avere un colpo d’occhio sulle differenze. Per chi vuole approfondire nel sito ci sono molti articoli che parlano sia di cellulite che di ritenzione idrica, basta usare il tasto di ricerca in alto nella colonna di destra (oppure scendendo in basso se leggete l’articolo da smartphone).

Cos’è la cellulite e cos’è la ritenzione idrica?
La cellulite è un’alterazione dei tessuti sottocutanei, che si manifesta con un po’ di gonfiore e successivamente con la cosiddetta “buccia d’arancia”, sotto forma di piccole nodosità. La cellulite può formarsi a causa di numerosi fattori, come ad esempio uno stile di vita sedentario e una dieta squilibrata.
Per ritenzione idrica invece si intende la tendenza a trattenere liquidi nell’organismo ed è caratterizzata da tumefazione dei tessuti molli causata dall’accumulo di liquido interstiziale (il liquido compreso negli spazi tra le varie cellule); essa può portare alla formazione di cellulite, ma anche a patologie più gravi, come insufficienza renale.

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La ritenzione idrica è tra le cause della formazione della cellulite
Ma allora cellulite e ritenzione idrica sono due cose completamente diverse? Si ma sono fortemente collegate dal momento che la ritenzione idrica è uno dei fattori che può portare alla formazione della cellulite. Le altre cause della formazione della cellulite sono davvero molte: fattori genetici ereditari (razza bianca, sesso femminile e familiarità), dieta squilibrata, stile di vita sedentario, mancanza di esercizio fisico. Il poco movimento, in particolare, comporta la perdita di tessuto muscolare e quindi un decremento del metabolismo che causa sovrappeso e perdita di tonicità del corpo con aumento della cellulite visibile. Altre cause della formazione della cellulite sono l’uso di indumenti troppo stretti e l’adottare posture scorrette (gambe accavallate, stare molto tempo in piedi con i tacchi alti) comportamenti che alterano la normale circolazione per compressione dei vasi; altri fattori di rischio sono lo stress ed il fumo: quest’ultimo ha un’azione vasocostrittrice e aumenta la formazione di radicali liberi, mentre lo stress innalza i livelli di cortisolo (ormone dello stress) che aumenta la ritenzione idrica.

Conclusioni
Ritenzione idrica e cellulite sono due condizioni distinte ma fortemente correlate. La cellulite è un problema relativo al sottocutaneo mentre la ritenzione idrica è la tendenza a trattenere i liquidi ed è uno dei principali fattori che possono portare alla formazione della cellulite. In caso di ritenzione idrica si ha un accumulo di liquidi e tossine all’interno degli spazi interstiziali tra le cellule, la cui rimozione è deputata alla circolazione linfatica, stimolata dalle contrazioni muscolari; per questo motivo una mancanza di movimento porta alla riduzione della circolazione linfatica. La ritenzione idrica è inoltre causata dall’azione di ormoni quali gli estrogeni, tipicamente femminili. La cellulite è invece legata a vari fattori: genetici, dieta sbilanciata, fumo, vita sedentaria.

Per approfondire:

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La dieta ti sta facendo perdere massa magra o massa grassa? Scoprilo con la bioimpedenziometria

MEDICINA ONLINE DIETA DONNA PANCIA GRASSO DIMAGRANTE GRASSI CALORIE ATTIVITA FISICA SPORT DIMAGRIRE PERDERE PESOLa bioimpedenziometria (Body Impedence Assessment o B.I.A.) è una tecnica che permette la valutazione immediata e non invasiva della composizione corporea.
Questo tipo di analisi si sta affermando sempre più, come una metodica affidabile, ripetibile, non invasiva per la valutazione dei parametri correlati alla composizione corporea del soggetto.

Come funziona?

Dal punto di vista fisico, la bioimpedenza è la somme di 2 componenti: la resistenza elettrica e la reattanza.

  • La resistenza elettrica del corpo umano è inversamente proporzionale all’acqua totale contenuta nel corpo umano; inoltre, i  tessuti privi di grasso rappresentano dei buoni conduttori con una bassa resistenza, in quanto contengono una notevole quantità di acqua ed elettroliti; al contrario, il tessuto adiposo è un cattivo conduttore elettrico, in quanto offrono un’elevata resistenza elettrica. La resistenza elettrica non dipende quindi solo dal contenuto idrico dell’organismo, ma anche dalla proporzione esistente tra i vari tessuti.
  • La reattanza è invece la forza che si oppone al passaggio della corrente a livello di una struttura dotata di capacità, cioè che si comporta come un condensatore. Nel corpo umano, le membrane cellulari, costituite da un sottile doppio strato lipidico (isolante) interposto fra due ambienti ricchi di fluidi e proteine (conduttori) costituisce un ottimo modello di condensatore. La reattanza è quindi proporzionale alla massa totale dei tessuti privi di grasso.

Cosa ricavo da questi dati?

Il sistema è in grado di ricavare molti valori indicanti la composizione corporea del soggetto: Acqua totale corporea, Massa magra, Massa grassa, Massa cellulare, Rapporto tra acqua intracellulare e acqua extracellulare, e altri dati utili per determinare, non solo la composizione corporea in un dato momento, ma anche le sue variazioni con analisi ripetute a distanza di tempo, ad esempio in seguito ad una dieta o ad un cambio delle abitudini alimentari, o dell’attività fisica. La BIA inoltre ci consente di valutare l’entità di eventuali stati di ritenzione idrica ed infine permette di dimostrare se il trattamento dietoterapico sta facendo perdere realmente massa grassa e non massa magra e altri tessuti più importanti.

Prima del test

Ecco come comportarsi prima del test:

1. Pasti. Il test va effettuato almeno 5 ore dopo l’ultimo pasto.
2. Idratazione. Non bere grosse quantità di acqua nelle 2 ore immediatamente precedenti l’esecuzione del test.
3. Caffè. Non bere caffè nelle 4 ore precedenti il test.
4. Alcool. Non assumere alcool nelle 24 ore precedenti l’esecuzione del test.
5. Esercizio fisico. Attendere almeno 12 ore prima di eseguire il test, dopo un’esercizio fisico (l’esercizio fisico ha infatti importanti ripercussioni sul contenuto di acqua del corpo).

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Come si fa il test?

Si fa stendere il soggetto sul lettino a piedi nudi e si applicano gli elettrodi al piede e alla mano. Gli elettrodi sono in tutto 4:   una coppia sul dorso della mano (preferita la destra), di cui uno sull’articolazione metacarpo – falangea del III dito (elettrodo iniettore) e l’altro sull’articolazione radio-ulnare (elettrodo sensore), e una coppia sul dorso del piede omolaterale, di cui uno sull’articolazione metatarso – falangea del III dito (iniettore), e l’altro sull’articolazione tibiotarsica (sensore). Il paziente, supino, non a contatto con elementi metallici, può tenere scoperti solo mano e piede ipsilaterali, con arti inferiori divaricati di 45° e arti superiori abdotti di 30° per evitare contatti cutanei con il tronco; i cavetti dell’analizzatore sono collegati con pinzette agli elettrodi. I piedi debbono essere bene asciutti, per evitare dispersioni. Quanto tutto è pronto viene inviata la corrente a bassa intensità e l’Impedenziometro invia al computer collegato i dati acquisiti.

Misurazioni

Alcune tipiche misurazioni ottenibili con la bioimpedenziometria, sono:

  • Acqua Totale in litri e in percentuale
  • Acqua Intracellulare in litri e in percentuale
  • Acqua Extracellulare in litri e in percentuale
  • Rapporto tra Massa Intracellulare ed Extracellulare
  • Indice di Benessere Indice di Massa Corporea (BMI)
  • Indice di Massa Cellulare Corporea (BCMI)
  • Massa Cellulare in kg e in percentuale
  • Massa Grassa in kg e in percentuale
  • Massa Magra in kg e in percentuale
  • Massa Muscolare in kg e in percentuale
  • Rapporto di scambio Sodio/Potassio
  • Metabolismo basale in kcal
  • Nomogrammi di idratazione e di cellularità.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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