Drenaggio toracico (toracostomia): a che serve, quando si rimuove

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIONI LOBI ANATOMIA FUNZIONI.jpgUn drenaggio toracico (tubo toracico o toracostomia o drenaggio intercostale) è un tubo flessibile di plastica che viene inserito attraverso il torace, lateralmente, nello spazio pleurico. Esso è utilizzato per rimuovere l’aria (pneumotorace) o liquido (versamento pleurico, sangue, chilo), o pus (empiema) dallo spazio intratoracico. È anche conosciuto con il nome di drenaggio Bülwh o catetere intercostale. Il drenaggio toracico per pneumotorace spontaneo primitivo si rimuove dopo 3-4 giorni dalla cessazione di uscita dell’aria.

Indicazioni

  • Pneumotorace: accumulo di aria nello spazio pleurico
  • Versamento pleurico: accumulo di liquido nello spazio pleurico
  • Chilotorace: una raccolta di fluido linfatico nello spazio pleurico
  • Empiema: accumulo di essudato purulento nello spazio pleurico
  • Emotorace: accumulo di sangue nello spazio pleurico
  • Idrotorace: accumulo di liquido sieroso nello spazio pleurico

Controindicazioni

Le principali controindicazioni al posizionamento del drenaggio toracico sono:

  • Coagulopatia refrattaria;
  • Mancanza di cooperazione da parte del paziente
  • Ernia diaframmatica
  • Aderenze (cicatrici) nello spazio pleurico

Tecnica

La tecnica di inserimento è descritta in dettaglio in un articolo del The New England Journal of Medicine (NEJM). L’estremità libera del tubo è generalmente collegata ad una valvola ad acqua, posizionata sotto il livello del torace. La valvola ad acqua è fondamentale per la rimozione dell’aria in tutti i sistemi di drenaggio toracico. È una valvola unidirezionale che permette all’aria od al fluido di fuoriuscire dallo spazio pleurico ma ne impedisce il ritorno verso il torace. Inoltre garantisce il ristabilirsi di una differenza di pressione tra la cavità toracica (normalmente a pressione negativa) e l’esterno. In alternativa, il tubo può essere fissato ad una valvola di Heimlich (o valvola flutter), cioè ad una valvola con flusso d’aria unidirezionale.

La British Thoracic Society raccomanda che il tubo venga inserito in una zona descritta come “triangolo sicuro”, cioè una regione delimitata da: bordo anteriore del gran dorsale, bordo laterale del muscolo grande pettorale, linea superiore al livello orizzontale del capezzolo, ed un apice sotto l’ascella.

I drenaggi toracici sono di solito inseriti dopo aver eseguito una anestesia locale . La regione cutanea di inserimento del drenaggio è prima pulita con una soluzione antisettica, ad esempio iodopovidone, quindi vengono posizionati dei telini sterili intorno alla zona. L’anestetico locale viene iniettato nella pelle e fino al muscolo, si attendono alcuni minuti e quando la zona è insensibile viene realizzata una piccola incisione della cute in modo da creare un passaggio realizzato attraverso la pelle e fino al muscolo pettorale. Il tubo è disposto attraverso questo passaggio. Se necessario nel corso della procedura ai pazienti possono essere somministrati ulteriori analgesici. Una volta che il tubo è in posizione, viene suturato alla cute per evitare che possa accidentalmente dislocarsi, quindi si applica una medicazione sulla zona. Una volta che il drenaggio è a posto è bene eseguire una radiografia del torace per controllare la posizione del dispositivo. Il tubo rimane in sede finché c’è aria o fluido da rimuovere o persiste il rischio di una nuova raccolta d’aria.

Il drenaggio toracico può anche essere inserito con un trocar, vale a dire uno strumento chirurgico con una estremità appuntita utilizzato per introdurre il tubo attraverso la parete toracica. Questo metodo riscuote un successo minore tra gli operatori a causa di un aumentato rischio di danno polmonare. Il posizionamento utilizzando la tecnica Seldinger, in cui viene fatto passare un filo guida smussato attraverso un ago (su cui il tubo toracico viene quindi inserito) è già stato descritto.

Complicazioni

Le complicanze maggiori sono:

  • Emorragia
  • Infezione
  • Lesione polmonare
  • Lesione di un organo sottodiaframmatico
  • Lesione del cuore o di un grosso vaso

Le complicazioni minori includono:

  • Ematoma o sieroma sottocutaneo
  • Dispnea (mancanza di fiato)
  • Tosse insistente (dopo la rimozione di grandi quantità di fluido).

Una ostruzione del torace correlata all’inserimento di un drenaggio può essere una complicazione grave se si verifica in corso di un sanguinamento significativo (emotorace) o di penetrazione di importante quantità di fluidi (idrotorace, versamento pleurico) od aria (pneumotorace). Quando si verifica una di queste eventualità il paziente può anche soffrire di tamponamento cardiaco, pneumotorace iperteso, oppure, nel contesto di una infezione, di empiema. Tutto ciò può portare ad una ospedalizzazione prolungata ed in alcuni casi perfino alla morte. Per ridurre al minimo il rischio di potenziale ostruzione toracica i chirurghi spesso utilizzano tubi di grande diametro. Questi tubi di grande diametro tuttavia si associano in modo significativo a dolore e scarsa tolleranza da parte del paziente. Anche i tubi di drenaggio toracico di grande diametro possono tuttavia ostruirsi. Nella maggior parte dei casi, il dolore toracico correlato al tubo di drenaggio toracico scompare dopo che il tubo toracico è stato rimosso. Purtroppo un dolore cronico legato alle cicatrici sviluppatesi nello spazio intercostale a causa dell’inserimento del tubo di drenaggio non è raro.

Negli ultimi anni i chirurghi si sono orientati verso l’utilizzo di tubi in silicone più morbidi, piuttosto che i tubi di drenaggio più tradizionali in PVC e questo proprio per ridurre significativamente i problemi del dolore. L’ostruzione del torace ed il tema della occlusione del tubo di drenaggio sono stati un problema reale. Vi sono state infatti segnalazioni di emorragie massive minaccianti la vita del paziente per ostruzione non riconosciuta del drenaggio. Ne consegue che, quando un tubo di drenaggio toracico viene inserito per qualsiasi motivo, mantenerne la pervietà è fondamentale per evitare complicazioni.

Lesioni del fegato, della milza o del diaframma sono possibili, specie se il tubo è collocato nella parte più declive della cavità pleurica. Sono state inoltre descritte lesioni alla aorta toracica ed al cuore, ma si tratta di eventi eccezionalmente rari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Arriva anche in Italia il “tubo” per dimagrire

Si chiama Aspire Assist  e rappresenta la nuova frontiera per perdere peso nei casi nei quali le diete non funzionano. Inventato negli Stati Uniti e testato anche in Svezia, ora potrà essere sperimentato anche in Italia e precisamente all’ospedale San Raffaele di Milano. Si tratta di un dispositivo che permette di perdere circa il 20% di peso corporeo in un anno, con punte fino al 54%. Funziona grazie allo svuotamento parziale del contenuto gastrico, dopo i pasti principali. E’ costituito infatti da un tubo di dimensioni contenute, con un diametro di 3,5 centimetri, che viene collegato ad una placca cutanea ed è dotato di una valvola. Al momento di azionarlo è sufficiente applicare alla placca un dispositivo manuale, una sorta di “scatola” rigida grande come un libro, che permette al paziente stesso di “aspirare” il contenuto gastrointestinale.

Con questa operazione di svuotamento, è possibile ridurre del 30% la quantità di cibo ingerita, prima che questo venga digerito e si trasformi in calorie in eccesso. Naturalmente l’operazione va eseguita in un lasso di tempo ben preciso e in particolare circa 20 minuti dopo aver mangiato. In pochi minuti (5-10) Aspire Assist permette di eliminare un terzo del contenuto nello stomaco, riducendo di fatto l’apporto calorico.

Il nuovo sistema, che può essere paragonato ad un “rubinetto”, viene indicato soprattutto nei casi nei quali i pazienti soffrano di obesità e non riescano a perdere peso in modo tradizionale, cioè seguendo un regime alimentare equilibrato e corretto e uno stile di vita attivo. Si tratta, insomma, di una alternativa molto meno invasiva rispetto ad un intervento chirurgico (come l’asportazione di parte dell’intestino): si può applicare ambulatorialmente, senza ricorso a ricovero o anestesia, e può essere rimosso in ospedale in modo rapido.

Aspire Assist è stato messo a punto negli Stati Uniti da Samuel Klein, direttore del Centro per la nutrizione umana della Washington University School of Medicine di St. Louis, nel Missouri, in collaborazione con Mosche Sloan del Kettering Cancer Center di New York e Steve Solomon, radiologo internista del Memorial Sloan Kettering. E’ stato sperimentato su alcuni pazienti obesi, ai quali è stato applicato, monitorandone il funzionamento. Lo studio di fattibilità controllato dalle autorità americane ha dato esiti positivi, tanto che anche in Svezia è stato seguito un test analogo sul dispositivo. Ora arriva anche in Italia, dove nel reparto di Gastroenterologia dell’ospedale San Raffaele sono già pronti ad applicarlo. Secondo i medici, la vera novità sta nel fatto che il paziente può gestire il dispositivo in modo autonomo (e consapevole). Va comunque detto che gli esperti sottolineano come il ricorso ad Aspire Assist va associato ad un percorso di rieducazione alimentare, che passa attraverso l’insegnamento di una corretta masticazione (lenta e lunga), un apporto calorico adeguato, oltre ad attività fisica regolare.

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