Cos’è una ecografia, a che serve e quali organi può indagare?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma ECOGRAFIA CHE SERVE ORGANI Seno Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pressoterapia Linfodrenante DermatologiaDomande apparentemente banali per molti lettori, sono invece questioni che mi sento rivolgere abbastanza spesso dai miei pazienti. Cos’è una ecografia? A cosa serve? Quali strutture corporee può studiare? Che differenza c’è tra l’ecografia e le altre tecniche usate in diagnostica per immagini, come la TAC e la risonanza magnetica? Cominciamo dalle basi, chiedendoci per prima cosa:

Cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una metodica diagnostica non invasiva che, utilizzando ultrasuoni (onde sonore) emessi da particolari sonde, consente di visualizzare organi, ghiandole, casi sanguigni, strutture sottocutanee ed anche strutture muscolari e tendinee in numerose parti del corpo. A differenza di altre metodiche come TAC e risonanza magnetica, è economica, ha effetti collaterali praticamente nulli ed è ripetibile più volte senza rischi per la salute: per questo è una metodica che viene usata per studiare il feto durante la gravidanza, anche grazie alle nuove tecnologie 3D e 4D.

Leggi anche: Ecografie 3D e 4D: a cosa servono e quali sono le differenze con l’ecografia standard?

Come si svolge una ecografia?

Il paziente viene posto in una data posizione che permetta una più facile indagine della struttura interessata, ad esempio il paziente viene steso sul lettino, poi inizia l’esame vero e proprio. Durante l’esecuzione dell’ecografia, l’area da esaminare viene inumidita con un apposito gel, non tossico, che consente una migliore trasmissione degli ultrasuoni attraverso il corpo umano. A questo punto il medico passerà una sonda sulla zona interessata, oppure inserirà la sonda in determinate strutture corporee, ad esempio nell’ecografia transrettale la sonda viene inserita attraverso il retto.

A cosa serve l’ecografia?

L’ecografia costituisce uno dei primi approcci allo studio del corpo umano, fatta eccezione della parte scheletrica e delle strutture interne alla scatola cranica. Gli ultrasuoni, infatti, non sono in grado di studiare le strutture ossee. L’ecografia in medicina è importantissima in moltissimi ambiti, come ad esempio per lo screening per il tumore della mammella, per indagare il cuore, la tiroide, i vasi sanguigni degli arti e del collo (ricerca di malformazioni, stenosi, placche), le articolazioni, il feto in gravidanza e molti altri ambiti.

A che serve il “Doppler”?

Serve a studiare principalmente il flusso sanguigno. Il movimento del sangue è presentato sul monitor con due colori, il rosso ed il blu: il colore rosso indica flusso in avvicinamento alla sonda mentre il blu indica allontanamento dalla sonda. Grazie a questa tecnica si può agilmente studiare come il sangue si muove all’interno del nostro corpo e cercare eventuali patologie caratterizzate da un flusso anomalo di sangue, come nel caso delle insufficienze valvolari in campo cardiologico.

Leggi anche: Che differenza c’è tra la risonanza magnetica, la TAC, la PET, la MOC, la radiografia, l’ecografia e l’endoscopia?

Quali organi e tessuti può indagare l’ecografia?

Le ecografie sono molto utilizzate per lo studio del collo (tiroide, linfonodi), dell’addome (fegato, reni, milza, pancreas, eccetera), della pelvi (vescica, utero, ovaie, prostata), delle vene e delle arterie (carotidi, aorta, eccetera), dell’apparato muscolare (muscoli, tendini, legamenti) e in ostetricia per osservare il feto durante la gravidanza.

In ecografia si usa il mezzo di contrasto?

Certamente, come avviene anche in altre tecniche come la risonanza magnetica. In ecografia può essere usato un mezzo di contrasto endovenoso costituito da microbolle di esafluoruro di zolfo, che aumentano l’ecogenicità del sangue: questa tecnica può essere utilizzata sia per studi di ecografia vascolare, sia per caratterizzare lesioni degli organi addominali (soprattutto del fegato e del rene, a volte anche della milza e del pancreas). Il mezzo di contrasto ecografico presenta poche controindicazioni rispetto a quelli utilizzati in TC e risonanza magnetica (allergia allo zolfo, cardiopatia ischemica): pertanto, può essere utilizzato come metodica meno invasiva, considerata anche l’assenza di radiazioni ionizzanti e di radiofrequenze o campi magnetici, che è tipica dell’ecografia.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Ecografia della tiroide: a cosa serve, come si svolge e come ci si prepara all’esame

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L’ecografia tiroidea è dolorosa? Esistono effetti collaterali, rischi o controindicazioni?
L’ecografia tiroidea è un esame del tutto  indolore, inoltre tale indagine è assolutamente priva di rischi, effetti collaterali o controindicazioni. Può essere effettuato anche nelle donne in gravidanza.

L’ecografia tiroidea è dannosa per la salute?
No, è un esame sicuro e del tutto indipendente da radiazioni ionizzanti (quelle impiegate nelle radiografie) o sostanze radioattive. Gli ultrasuoni, dotati di un’altissima frequenza e non udibili all’orecchio umano, non determinano alcun danno ai tessuti umani.

Come si svolge e quanto dura una ecografia tiroidea?
L’ecografia tiroidea è un esame nella maggioranza dei casi molto rapido (dura mediamente dai 10 ai 15 minuti). Il medico vi inviterà a sdraiarvi sul lettino, a pancia in su e con lo sguardo rivolto all’indietro. Una volta in posizione sul lettino, una speciale sonda viene fatta scorrere lungo la regione anteriore del vostro collo (posizionato in iperestensione) preventivamente cosparso di una piccola quantità di gel.

Come ci si prepara all’ecografia della tiroide?
Prima dell’esame non è richiesta alcuna preparazione particolare; sarà semplicemente necessario rimuovere oggetti metallici come ad esempio gioielli portati al collo.

A che serve l’ecografia della tiroide ed a che serve il doppler?
L’ecografia tiroidea tiroide si rivela particolarmente utile nel definire il volume della ghiandola (gozzo), la presenza di processi infiammatori (tiroiditi), l’eventuale presenza di noduli e le loro particolari caratteristiche. In assenza di un nodulo rilevabile alla palpazione, l’ecografia tiroidea va eseguita nei soggetti in cui vi sia un sospetto di tireopatia, cioè di una patologia legata alla tiroide, o se esistano fattori di rischio genetico o ambientale per lo sviluppo di una patologia di tale natura. Associando la tecnica doppler all’ecografia è anche possibile studiare la vascolarizzazione della tiroide o di un singolo nodulo, traendone importanti informazioni circa la funzionalità e l’attività metabolica.

Quali sono i limiti dell’ecografia tiroidea?
L’ecografia della tiroide fornisce informazioni sulla morfologia e sulla struttura della tiroide, ma non sulla sua funzione. In parole povere l’ecografia ci può dire se una tiroide è piccola o grande, se contiene noduli o meno, se è infiammata od omogenea ma non può dire se la tiroide ha un deficit/eccesso funzionale (ipotirodismo o ipertiroidismo) o se ha una normale funzionalità (eutiroidismo). Pertanto la decisione se intraprendere o modificare una terapia tiroidea in atto NON può esser presa solo dopo una valutazione ecografica.

Quali altre tecniche diagnostiche della tiroide sono disponibili?
L’ecografia della tiroide è un indagine importantissima per quel che riguarda le patologie della tiroide, ma non è l’unica dal momento che – come abbiamo visto nel capitolo precedente – è una indagine che ha dei limiti. Gli aspetti funzionali della ghiandola, ad esempio, possono essere indagati attraverso un ulteriore esame diagnostico, chiamato scintigrafia tiroidea, mentre per cercare conferme al sospetto di malignità è necessario valutare il campione cellulare aspirato sotto guida ecografica (biopsia). Per approfondire:

L’ecografia della tiroide è una tecnica accurata?
L’accuratezza diagnostica dell’ecografia tiroidea è estremamente variabile, dipende essenzialmente dall’apparecchio utilizzato e da limiti tecnici paziente-correlati. La variabile più importante, essendo una tecnica diagnostica operatore-dipendente, è rappresentata dall’abilità e dall’esperienza del medico che la esegue.

Cosa succede alla fine dell’ecografia?
Terminata l’ecografia della tiroide, il gel viene rimosso ed il paziente può riprendere tranquillamente le proprie attività.

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