I sistemi percettivi nel regno animale: il pipistrello e la farfalla notturna

MEDICINA ONLINE PIPISTRELLO NATURA ALBERO ALI PIPISTRELLI FARFALLE ANIMALI PREDE VAMPIRI SANGUE CIBO ALIMENTAZIONE INSETTI FOBIA FOBIE PAURA NOTTE SONAR RADAR ULTRASUONI CACCIA.jpgCome osserva l’etologo statunitense John Alcock (attualmente professore presso la School of Life Sciences presso l’Arizona State University, USA), noi esseri umani siamo Continua a leggere

Ecografia oculare: indicazioni, svolgimento, preparazione, costo

MEDICINA ONLINE ECOGRAFIA OCULARE DELL OCCHIO VISTA OCCHIO NERVO OTTICO 2 CRANICO CHIASMA OTTICO MIOPIA CECITA FUNZIONE PALLIDO GLAUCOMA RETINA PUCKER MACULARE RETINOBLASTOMA DISTACCO VITREO UMOR CATARATTA.jpgL’ecografia oculare è un esame non invasivo che permette di studiare le strutture interne dell’occhio tramite gli ultrasuoni che, rimbalzando sui Continua a leggere

Differenza tra liposuzione e cavitazione: vantaggi e svantaggi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma RADIOFREQUENZA MONOPOLARE LIFTING Radiofrequenza Rughe Cavitazione Grasso Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Filler Botulino 1

Cavitazione

Cavitazione

La cavitazione medica è un trattamento non chirurgico e non invasivo, finalizzato a ridurre lo spessore delle adiposità localizzate presenti in qualsiasi parte del corpo, come ad esempio glutei, gambe, addomi e fianchi, attraverso l’utilizzo di Continua a leggere

Elastografia epatica (FibroScan) per cirrosi: valori, preparazione all’esame, risultati

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ELASTOGRAFIA EPATICA FIBROSCAN VALORI FEGATO CIRROSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie.jpgLa prognosi e la gestione clinica dei pazienti affetti da malattia cronica di fegato è largamente influenzata dall’accumulo di fibrosi e dalla sua progressione nel tempo e le stesse scelte terapeutiche sono condizionate da questo parametro. Ciò enfatizza la necessità di una diagnosi precoce allo scopo di prevenire le complicanze. Sino a pochi anni fa la biopsia epatica rappresentava l’unico strumento di valutazione della fibrosi. Tuttavia la biopsia è procedura invasiva che talora può essere dolorosa ed indurre complicanze e ciò può scoraggiare alcuni a sottoporsi a questa valutazione. In conseguenza di ciò molti pazienti, soprattutto negli ultimi anni, sono stati trattati con farmaci antivirali senza che si conoscesse la reale gravità di malattia ed altri, invece, non hanno mai potuto giovarsi di una terapia, perché timorosi di sottoporsi a questa procedura. Peraltro l’accuratezza della biopsia epatica è influenzata dall’errore di campionamento e dalla variabilità di interpretazione. Queste limitazioni possono portare alla sottostima della cirrosi, specialmente se il campione bioptico è piccolo o frammentato. Ciò ha portato ad una nuova tecnica che ovviasse a questi problemi: l’elastografia epatica.

Cos’è l’elastografia epatica o fibroscan?
L’elastografia epatica (conosciuta anche con il nome commerciale FibroScan o più semplicemente fibroscan) è una metodica diagnostica utile a quantificare la fibrosi epatica, vale a dire il fenomeno di cicatrizzazione che consegue a malattie come l’epatite virale e che può portare alla cirrosi epatica.

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Come è fatto l’apparecchio?
L’apparecchio è costituito da una sonda ad ultrasuoni montata su un sistema vibrante, a prima vista simile a quella dei comuni ecografi. La sonda contiene un vibratore a bassa frequenza che genera un’onda elastica ed un trasduttore a singolo elemento che lavora a 5 MHz. La sonda del fibroscan viene applicata sulla cute del costato a destra: l’impulso che genera determina la propagazione di un’onda elastica attraverso il fegato, la cui velocità, misurata per mezzo degli ultrasuoni, è direttamente correlata alla sua rigidità (a sua volta dipendente dalla quantità di fibrosi).

A che serve l’elastografia epatica?
Per le sue caratteristiche, dunque, il fibroscan, è particolarmente utile per un monitoraggio nel tempo delle malattie epatiche, della loro evoluzione e della risposta al trattamento.

Chi è il paziente ideale?
Chiunque può essere sottoposto a questa indagine su indicazione da parte del medico curante, o di un medico specialista. Essendo una tecnica basata su ultrasuoni (al contrario della radiografia e della TAC) può essere eseguita anche in donne durante gravidanza ed allattamento.

Come ci si prepara all’esame?
È richiesto il digiuno. L’esatta modalità di preparazione viene comunicata al momento della prenotazione dell’esame. Non è necessario sospendere eventuali terapie farmacologiche in atto.

Come si svolge l’esame?
Semplicemente il medico applica gel per ecografia e la sonda del fibroscan sulla cute del costato a destra. Modificando la posizione della sonda, sullo spazio intercostale prescelto, si possono effettuare diverse misurazioni della durezza del fegato esplorato. Il fibroscan è una procedura ambulatoriale che dura al massimo 15 minuti. Al termine dell’esame si rimuove il gel dalla cute, ci si riveste e si può tornare alle normali attività.

Il fibroscan è doloroso o pericoloso?
No, non è doloroso né pericoloso, come una qualsiasi ecografia.

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I vantaggi del fibroscan
L’elastografia epatica è un esame rapido, indolore, non pericoloso, senza effetti collaterali, facilmente ripetibile nel tempo e rappresentativa di un campione di tessuto epatico almeno cento volte maggiore rispetto a quello ottenuto di una tipica biopsia epatica. Inoltre l’elastografia presenta vantaggi anche nei confronti dei biomarker poiché fornisce una misura più diretta della fibrosi, non influenzata dalla presenza di malattie concomitanti ed è teoricamente applicabile a qualsiasi malattia cronica di fegato. Infatti il fibroscan è stato utilizzato per la valutazione della fibrosi anche in altre malattie come l’epatite B, la coinfezione, le malattie colestatiche croniche e più recentemente nell’epatite alcolica e nella NASH in cui ha evidenziato una performance diagnostica simile a quella osservata nell’epatite C. Ciò nonostante, almeno in uno studio prospettico che ha riguardato 183 pazienti affetti da epatite C, la combinazione Fibroscan-Fibrotest ha fornito la migliore performance diagnostica soprattutto in relazione alla fibrosi significativa. L’unico inconveniente risiede nel fatto che – come tutte le tecniche diagnostiche basate su ultrasuoni – l’elastografia è operatore dipendente, quindi per dare risultati attendibili deve essere effettuato da un medico esperto.

Elastografia epatica: valori ed interpretazione
Il fibroscan valuta la fibrosi del fegato misurandone la sua durezza che viene espressa in kPa. Il dispositivo misura la rigidità di una sezione cilindrica tessuto epatico di 4 cm di lunghezza e di 1 cm di diametro che si trova ad una profondità di 2.5 cm al di sotto della superficie cutanea.
Per valori di liver stiffness al di sotto di 7 kPa è probabile che la fibrosi sia minima o assente, mentre quando tale valore è maggiore di 10 la fibrosi è probabilmente severa ed infine per valori superiori a 14 kPa si è in presenza di cirrosi.
Riguardo alla diagnosi precoce di cirrosi epatica, con un valore > 13 kPa il valore predittivo che identifica la cirrosi è del 97% anche in assenza di sintomi conclamati.
L’elastografia risulta infine altamente predittiva di fibrosi anche nella steatosi epatica, consentendo con un cut-off di 8.75 kPa una sensibilità dell’81% ed una specificità del 78%.

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Come aumentare le dimensioni del pene riducendo il grasso sul pube senza chirurgia

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Gambe Articolare Sesso Sessualità Uomo AUMENTARE DIMENSIONI PENE RIDUCENDO GRASSO PUBE SENZA CHIRURGICA Medicina Estetica Radiofrequenza Cavitazione Grasso HDSolitamente gli uomini, al contrario delle donne, si preoccupano molto poco delle adiposità localizzate del proprio corpo, ma c’è una eccezione: l’accumulo di grasso a livello del pube.

L’effetto iceberg
Il motivo di tale preoccupazione è che questo tipo di adiposità crea quello Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Sesso Sessualità Uomo AUMENTARE DIMENSIONI PENE RIDUCENDO GRASSO PUBE SENZA CHIRURGICA EFFETTO ICEBERG Medicina Estetica Radiofrequenza Cavitazione Grasso Anoche io chiamo “effetto iceberg”. In un iceberg la punta visibile è solo una piccola parte del ghiaccio che lo compone, mentre la maggior parte di esso giace nascosto sotto il mare, esattamente come buona parte della base del pene giace nascosta sotto il grasso pubico. Il tessuto adiposo in sede pubica determina un accorciamento visivo del pene, poiché il grasso accumulato tende a ricoprire parte della base del pene “rubando” visivamente vari centimetri ad esso. La lunghezza organica del pene non è in questo caso effettivamente più corta, ma il pene appare più corto alla vista perché parte di esso è ricoperto dal grasso. L’adipe a livello del pube non rappresenta un problema solo dal punto di vista “visivo”, ma anche funzionale dal momento che l’accumulo adiposo causa – durante il rapporto sessuale – una minore profondità di penetrazione con minore stimolazione della partner e minore soddisfazione sia dell’uomo che della donna.

Un centimetro ogni 10 kg
E’ interessante notare come mediamente, per ogni dieci chilogrammi di sovrappeso, vi sia un accorciamento penieno visibile di circa un centimetro, con relativa minore lunghezza di stimolazione sessuale. Un uomo di peso normale di, ad esempio, 70 chilogrammi che abbia una lunghezza del pene allo stato eretto di 13 centimetri, arrivando a pesare 100 chilogrammi di peso, avrebbe un pene “accorciato” di 3 centimetri: il suo pene misurerebbe solo 10 centimetri di lunghezza visibile e sessualmente utile. I restanti centimetri del pene sarebbero bloccati dal suo strato di grasso a livello del pube. Come risolvere questa situazione? Ovviamente la cosa migliore nel caso appena citato sarebbe quella di invitare il paziente a dimagrire di 30 kg, ma sappiamo che ciò è difficile da realizzare. Ecco allora che ci può venire incontro la medicina, che possiede varie armi per ridurre il grasso localizzato – in questo caso particolare il grasso pubico – scoprendo tutti i centimetri nascosti del pene e regalandogli la possibilità di una maggiore penetrazione e stimolazione della partner durante l’atto sessuale.

Come ridurre ed eliminare il grasso sul pube?
Per risolvere questo problema, tanto sentito da noi uomini, io uso una serie di tecniche non chirurgiche combinate tra loro per ottenere una riduzione del grasso localizzato a livello del pube e una riduzione della flaccidità della cute della zona. Ogni singola seduta, che dura circa un’ora, comprende una combinazione perfetta di queste quattro tecniche:

1) Cavitazione: ultrasuoni a bassa frequenza che distruggono gli adipociti (le cellule che contengono il grasso) e quindi “svuotano” il pube del grasso senza lasciare inestetiche cicatrici chirurgiche. Clicca qui per leggere il mio articolo completo sulla cavitazione.

2) Radiofrequenza monopolare: onde elettromagnetiche che agiscono sul collagene, sulla circolazione e sui fibroblasti locali, con effetto tensorio immediato: la cute del pube sarà più tonica e giovane. Clicca qui per leggere il mio articolo completo sulla radiofrequenza monopolare.

3) Massaggio linfodrenante: aiuta la circolazione locale a “smaltire” il grasso fuoriuscito dagli adipociti durante la cavitazione. I grassi rimessi in circolo saranno eliminati con le urine. Il massaggio linfodrenante nella zona pubica ha anche l’azione di migliorare la circolazione sanguigna della zona, con il piacevole risultato di avere potenzialmente migliori erezioni, più potenti e durature. La migliore ossigenazione dei tessuti penieni può inoltre portare ad un aumento della sensibilità del pene: il rapporto sessuale sarà enormemente più piacevole ed appagante. Clicca qui per leggere il mio articolo completo sul massaggio linfodrenante.

4) Applicazione di crema ad azione lipolitica: una mia speciale crema che viene applicata durante il massaggio linfodrenante e che aiuta l’eliminazione del grasso locale.

La sicurezza prima di tutto
Prima di iniziare il primo trattamento, effettuo io stesso una ecografia della zona pubica in modo da scoprire eventuali controindicazioni.

Come si svolge la seduta?
Dopo la visita generale ed una accurata anamnesi, per me necessaria per escludere eventuali controindicazioni, il paziente indossa uno speciale slip usa e getta, si stende sul lettino e scopre il pube. Successivamente inizierò con il primo trattamento (la cavitazione) per poi passare alla radiofrequenza monopolare: per entrambe le tecniche si usano opportuni manipoli che – tramite specifiche manovre – faccio passare sulla parte interessata ricoperta da un gel apparentemente simile a quelli che si usano per le ecografie (alcuni medici usano il normale gel per ultrasuoni, io invece uso uno speciale gel all’acido ialuronico che produco nel mio piccolo laboratorio e che permette di ottenere risultati migliori). Non si avverte dolore, al limite si percepisce calore nella zona trattata e si ode una specie di fischio nelle orecchie causato dagli ultrasuoni, fischio che scompare al termine della cavitazione. Eseguite queste due prime tecniche, si passa al massaggio linfodrenante con contemporanea applicazione della crema ad azione lipolitica. Alla fine della seduta il paziente si toglie il gel in eccesso e può tranquillamente tornare alle proprie attività, avvertirà solamente lieve rossore ed indolenzimento nella zona trattata per alcuni minuti. Il paziente può letteralmente fare il trattamento durante la pausa pranzo e tornare a lavoro subito dopo.

Quali sono le controindicazioni?
Le controindicazioni al trattamento sono l’ipertensione arteriosa grave non in trattamento farmacologico, l’insufficienza renale, l’insufficienza epatica. Non possono sottoporsi al trattamento i portatori di pacemaker e di protesi metalliche. Se non sei sicuro di avere o non avere queste patologie, non devi preoccuparti: tutte le controindicazioni verranno comunque escluse durante la visita medica generale, che effettuo SEMPRE PRIMA della seduta iniziale. Per questo motivo consiglio di portare – al primo incontro – le vostre analisi del sangue più recenti ed altra documentazione sul vostro stato di salute.

Il trattamento è sicuro?
Certamente si: negli anni di esperienza ho sviluppato una particolare tecnica di esecuzione che impedisce agli ultrasuoni ed alle onde elettromagnetiche di danneggiare le delicate strutture presenti nella zona. Attualmente risulto essere l’unico medico in Italia ad effettuare la riduzione del grasso pubico senza chirurgia tramite l’azione combinata delle quattro tecniche prima elencate e sono quindi il medico con più esperienza nell’uso di ultrasuoni e radiofrequenza in zona pubica, una zona estremamente delicata e sensibile e da far trattare solo a personale molto esperto.

Quante sedute sono necessarie?
Dipende molto dalla situazione di partenza del paziente e dal risultato che vuole ottenere, oltre ovviamente alla variabilità individuale. Secondo la mia esperienza posso dire che mediamente solito sono necessarie dalle 6 alle 12 sedute, con cadenza settimanale o bisettimanale.

Quando si vedono gli effetti e quanto durano?
Solitamente i risultati tendono a diventare macroscopicamente evidenti già tra la seconda e la terza seduta. Gli effetti benefici sono estremamente duraturi, ovviamente a meno che il paziente nel tempo non si alimenti con cibi ricchi di grassi: così facendo l’accumulo adiposo che era stato eliminato potrebbe naturalmente riformarsi. Per questo motivo tendo a dare al paziente dei consigli dietologici e sulla attività sportiva che dovrà seguire in modo da evitare il riformarsi dell’accumulo di grasso pubico. Dopo il trattamento completo – se il paziente segue una alimentazione ed uno stile di vita adeguato – i risultati durano tutta la vita. Se il paziente ha difficoltà ad alimentarsi in modo adeguato, si potrà procedere con una bioimpedenziometria (clicca qui per scoprire di cosa si tratta) e la formulazione di una dieta specifica per rimettersi in forma ed evitare il riformarsi in futuro dell’accumulo di grasso in sede pubica.

Aumentare gli effetti visivi di allungamento definendo i peli attorno ai genitali
Parallelamente ai trattamenti prima descritti, l’effetto visivo di allungamento penieno può ancora migliorare praticando una attenta epilazione permanente con Luce Pulsata Medicale che va ad eliminare senza fatica i peli della zona attorno ai genitali. L’epilazione non sarà di tutta la zona dei genitali, ma solo in alcune zone “strategiche” che, una volta “ripulite” dai peli, scopriranno ancor più la pelle peniena, regalando un importante e definitivo allungamento visivo del vostro pene (clicca qui se vuoi leggere il mio articolo completo sulla epilazione definitiva con Luce Pulsata Medicale).

Aumentare la lunghezza del pene con ausili meccanici

Esistono due tipi di strumenti per l’allungamento del pene: le pompe a vuoto e gli estensori. Le pompe a vuoto per l’allungamento penieno sono costituite da un cilindro in cui infilare il pene e di un meccanismo di pompaggio che fa espandere il pene oltre le sue normali capacità. Le pompe a vuoto, pur non fornendo guadagni macroscopici delle dimensioni, in alcuni soggetti potrebbero aumentare circonferenza e lunghezza del pene. Esempi di pompe a vuoto tecnicamente ben costruite, sono:

Le pompe Bathmate non sono tuttavia sempre disponibili su Amazon. Un prodotto più economico, ma comunque caratterizzato da buona costruzione, è questo: https://amzn.to/3qn4ILB
Un altra pompa peniena, ancora più economica ma comunque ben funzionante, è questa: https://amzn.to/3K7H6Ti

Un estensore penieno è una struttura composta da due anelli (uno da fissare alla base del pene, l’altro appena sotto il glande) uniti da aste metalliche ai lati, che vengono regolate in modo da tenere in trazione il pene, “stirandolo”, per ottenere un suo allungamento non chirurgico. Esempi di estensori tecnicamente ben costruiti, sono:

Integratori alimentari efficaci nel migliorare quantità di sperma, potenza dell’erezione e libido sia maschile che femminile

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna. Ogni prodotto viene periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Cos’è una ecografia, a che serve e quali organi può indagare?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma ECOGRAFIA CHE SERVE ORGANI Seno Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pressoterapia Linfodrenante DermatologiaDomande apparentemente banali per molti lettori, sono invece questioni che mi sento rivolgere abbastanza spesso dai miei pazienti. Cos’è una ecografia? A cosa serve? Quali strutture corporee può studiare? Che differenza c’è tra l’ecografia e le altre tecniche usate in diagnostica per immagini, come la TAC e la risonanza magnetica? Cominciamo dalle basi, chiedendoci per prima cosa:

Cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una metodica diagnostica non invasiva che, utilizzando ultrasuoni (onde sonore) emessi da particolari sonde, consente di visualizzare organi, ghiandole, casi sanguigni, strutture sottocutanee ed anche strutture muscolari e tendinee in numerose parti del corpo. A differenza di altre metodiche come TAC e risonanza magnetica, è economica, ha effetti collaterali praticamente nulli ed è ripetibile più volte senza rischi per la salute: per questo è una metodica che viene usata per studiare il feto durante la gravidanza, anche grazie alle nuove tecnologie 3D e 4D.

Leggi anche: Ecografie 3D e 4D: a cosa servono e quali sono le differenze con l’ecografia standard?

Come si svolge una ecografia?

Il paziente viene posto in una data posizione che permetta una più facile indagine della struttura interessata, ad esempio il paziente viene steso sul lettino, poi inizia l’esame vero e proprio. Durante l’esecuzione dell’ecografia, l’area da esaminare viene inumidita con un apposito gel, non tossico, che consente una migliore trasmissione degli ultrasuoni attraverso il corpo umano. A questo punto il medico passerà una sonda sulla zona interessata, oppure inserirà la sonda in determinate strutture corporee, ad esempio nell’ecografia transrettale la sonda viene inserita attraverso il retto.

A cosa serve l’ecografia?

L’ecografia costituisce uno dei primi approcci allo studio del corpo umano, fatta eccezione della parte scheletrica e delle strutture interne alla scatola cranica. Gli ultrasuoni, infatti, non sono in grado di studiare le strutture ossee. L’ecografia in medicina è importantissima in moltissimi ambiti, come ad esempio per lo screening per il tumore della mammella, per indagare il cuore, la tiroide, i vasi sanguigni degli arti e del collo (ricerca di malformazioni, stenosi, placche), le articolazioni, il feto in gravidanza e molti altri ambiti.

A che serve il “Doppler”?

Serve a studiare principalmente il flusso sanguigno. Il movimento del sangue è presentato sul monitor con due colori, il rosso ed il blu: il colore rosso indica flusso in avvicinamento alla sonda mentre il blu indica allontanamento dalla sonda. Grazie a questa tecnica si può agilmente studiare come il sangue si muove all’interno del nostro corpo e cercare eventuali patologie caratterizzate da un flusso anomalo di sangue, come nel caso delle insufficienze valvolari in campo cardiologico.

Leggi anche: Che differenza c’è tra la risonanza magnetica, la TAC, la PET, la MOC, la radiografia, l’ecografia e l’endoscopia?

Quali organi e tessuti può indagare l’ecografia?

Le ecografie sono molto utilizzate per lo studio del collo (tiroide, linfonodi), dell’addome (fegato, reni, milza, pancreas, eccetera), della pelvi (vescica, utero, ovaie, prostata), delle vene e delle arterie (carotidi, aorta, eccetera), dell’apparato muscolare (muscoli, tendini, legamenti) e in ostetricia per osservare il feto durante la gravidanza.

In ecografia si usa il mezzo di contrasto?

Certamente, come avviene anche in altre tecniche come la risonanza magnetica. In ecografia può essere usato un mezzo di contrasto endovenoso costituito da microbolle di esafluoruro di zolfo, che aumentano l’ecogenicità del sangue: questa tecnica può essere utilizzata sia per studi di ecografia vascolare, sia per caratterizzare lesioni degli organi addominali (soprattutto del fegato e del rene, a volte anche della milza e del pancreas). Il mezzo di contrasto ecografico presenta poche controindicazioni rispetto a quelli utilizzati in TC e risonanza magnetica (allergia allo zolfo, cardiopatia ischemica): pertanto, può essere utilizzato come metodica meno invasiva, considerata anche l’assenza di radiazioni ionizzanti e di radiofrequenze o campi magnetici, che è tipica dell’ecografia.

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Ecografia della tiroide: a cosa serve, come si svolge e come ci si prepara all’esame

MEDICINA ONLINE TIROIDE NODULO IPOTIROIDISMO IBSA EUTIROX ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE COLLO GOZZO SINTOMI PARATIROIDI TIROIDECTOMIA TOTALE PARZIALE CHIRURGIA OBESITA INGRASSARE PESO PONDERALE CHIRURGIA ECOGRAFIAL’ecografia della tiroide è senza alcun dubbio l’esame diagnostico più importante per lo studio della morfologia della ghiandola tiroidea. Come tutte le tecniche ecografiche, si basa sulla differente capacità dei tessuti di riflettere gli ultrasuoni emessi da una sonda. L’apparecchio è in grado di registrare l’intensità delle onde riflesse, convertendole sullo schermo in segnali luminosi che ricostruiscono in tempo reale l’aspetto anatomico della tiroide.

L’ecografia tiroidea è dolorosa? Esistono effetti collaterali, rischi o controindicazioni?
L’ecografia tiroidea è un esame del tutto  indolore, inoltre tale indagine è assolutamente priva di rischi, effetti collaterali o controindicazioni. Può essere effettuato anche nelle donne in gravidanza.

L’ecografia tiroidea è dannosa per la salute?
No, è un esame sicuro e del tutto indipendente da radiazioni ionizzanti (quelle impiegate nelle radiografie) o sostanze radioattive. Gli ultrasuoni, dotati di un’altissima frequenza e non udibili all’orecchio umano, non determinano alcun danno ai tessuti umani.

Come si svolge e quanto dura una ecografia tiroidea?
L’ecografia tiroidea è un esame nella maggioranza dei casi molto rapido (dura mediamente dai 10 ai 15 minuti). Il medico vi inviterà a sdraiarvi sul lettino, a pancia in su e con lo sguardo rivolto all’indietro. Una volta in posizione sul lettino, una speciale sonda viene fatta scorrere lungo la regione anteriore del vostro collo (posizionato in iperestensione) preventivamente cosparso di una piccola quantità di gel.

Come ci si prepara all’ecografia della tiroide?
Prima dell’esame non è richiesta alcuna preparazione particolare; sarà semplicemente necessario rimuovere oggetti metallici come ad esempio gioielli portati al collo.

A che serve l’ecografia della tiroide ed a che serve il doppler?
L’ecografia tiroidea tiroide si rivela particolarmente utile nel definire il volume della ghiandola (gozzo), la presenza di processi infiammatori (tiroiditi), l’eventuale presenza di noduli e le loro particolari caratteristiche. In assenza di un nodulo rilevabile alla palpazione, l’ecografia tiroidea va eseguita nei soggetti in cui vi sia un sospetto di tireopatia, cioè di una patologia legata alla tiroide, o se esistano fattori di rischio genetico o ambientale per lo sviluppo di una patologia di tale natura. Associando la tecnica doppler all’ecografia è anche possibile studiare la vascolarizzazione della tiroide o di un singolo nodulo, traendone importanti informazioni circa la funzionalità e l’attività metabolica.

Quali sono i limiti dell’ecografia tiroidea?
L’ecografia della tiroide fornisce informazioni sulla morfologia e sulla struttura della tiroide, ma non sulla sua funzione. In parole povere l’ecografia ci può dire se una tiroide è piccola o grande, se contiene noduli o meno, se è infiammata od omogenea ma non può dire se la tiroide ha un deficit/eccesso funzionale (ipotirodismo o ipertiroidismo) o se ha una normale funzionalità (eutiroidismo). Pertanto la decisione se intraprendere o modificare una terapia tiroidea in atto NON può esser presa solo dopo una valutazione ecografica.

Quali altre tecniche diagnostiche della tiroide sono disponibili?
L’ecografia della tiroide è un indagine importantissima per quel che riguarda le patologie della tiroide, ma non è l’unica dal momento che – come abbiamo visto nel capitolo precedente – è una indagine che ha dei limiti. Gli aspetti funzionali della ghiandola, ad esempio, possono essere indagati attraverso un ulteriore esame diagnostico, chiamato scintigrafia tiroidea, mentre per cercare conferme al sospetto di malignità è necessario valutare il campione cellulare aspirato sotto guida ecografica (biopsia). Per approfondire:

L’ecografia della tiroide è una tecnica accurata?
L’accuratezza diagnostica dell’ecografia tiroidea è estremamente variabile, dipende essenzialmente dall’apparecchio utilizzato e da limiti tecnici paziente-correlati. La variabile più importante, essendo una tecnica diagnostica operatore-dipendente, è rappresentata dall’abilità e dall’esperienza del medico che la esegue.

Cosa succede alla fine dell’ecografia?
Terminata l’ecografia della tiroide, il gel viene rimosso ed il paziente può riprendere tranquillamente le proprie attività.

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La Cavitazione Medica: straordinaria tecnica per combattere efficacemente cellulite, adiposità localizzate e rilassamento cutaneo

MEDICINA ONLINE MEDICINA ESTETICA BELLEZZA DONNA BELLA MAGRA PELLE NUDA SEXY CORPOCellulite, adiposità localizzate e rilassamento cutaneo: quante di voi non hanno almeno uno di questi problemi? I ritmi stressanti, l’alimentazione non corretta, i problemi di circolazione, la poca attività fisica e la componente genetica. Tutto ciò influisce sulla nostra pelle, sulla sua compattezza ed elasticità. Il risultato? Perdita di tono, cuscinetti indesiderati, smagliature e fastidiosa buccia d’arancia. La soluzione più efficace potrebbe sembrare la liposuzione, in realtà c’è un’altra tecnica, decisamente molto meno invasiva e non chirurgica, che dà ottimi e duraturi risultati: la cavitazione medica. Ne avevo già parlato qui nel blog, ma visto l’importanza di questa tecnica nell’ambito della medicina estetica, mi sembra opportuno riparlarne!

La cavitazione medica: cos’è?
La cavitazione medica è un trattamento non chirurgico e non invasivo, finalizzato a ridurre lo spessore delle adiposità localizzate presenti in qualsiasi parte del corpo attraverso l’utilizzo di ultrasuoni a bassa frequenza. Mediante tale tecnica il rimodellamento del corpo è ottenuto grazie ad un sistema a ultrasuoni progettato per fare “implodere”, e successivamente eliminare, le cellule adipose.

Una tecnica relativamente recente
Conosciuta in passato con il termine ILCUS (idro-lipo-clasia-ultrasonica), la cavitazione medica è una metodica relativamente recente: nel 1986 iniziò a essere utilizzata per facilitare la penetrazione di sostanze cosmetologiche attraverso la cute. Successivamente nel 1988 il prof. Ceccarelli ipotizzò l’effetto classico degli ultrasuoni e nel 1989 per la prima volta tale tecnica venne impiegata per la riduzione di lipomi soprafasciali dal prof. Chimenti presso l’Università dell’Aquila. Nel 1993 la cavitazione medica fu poi introdotta ufficialmente come metodo classico in medicina estetica nel trattamento dell’adiposità localizzata in eccesso.

La cavitazione medica: come avviene?
La cavitazione medica avviene mediante un macchinario brevettato, dotato di uno speciale manipolo, attraverso cui vengono convogliati all’interno della massa grassa sottocutanea ultrasuoni a bassa frequenza, che inducono fenomeni termici, meccanici e di “cavitazione”.
In particolare l’effetto termico aumenta la microcircolazione e il volume delle cellule adipose mentre gli effetti meccanico e di cavitazione provocano la formazione di microbolle all’interno degli adipociti che, implodendo, lasciano fuoriuscire gli acidi grassi che contengono. Tali grassi, grazie alla pressoterapia o al massaggio linfodrenante che si effettua dopo la cavitazione, vengono convogliati verso il circolo linfatico e venoso, per poi venire espulsi tramite le urine. Dopo il trattamento, la zona può apparire “svuotata” (visto che i grassi sono stati rimessi in circolo), quindi io effettuo spesso una seduta di radiofrequenza monopolare che permette alla pelle di tornare subito in tensione.

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Durata del trattamento e risultati
Ciascun trattamento dura circa 20 minuti (ma il tempo varia in funzione della zona da trattare) ed è importante, una volta finita la seduta, bere molta acqua e – se il caso specifico lo richiede – utilizzare una guaina compressiva, a eventuale rilascio di sostanze drenanti, per favorire la circolazione linfatica. I primi risultati sono già visibili dalla prima seduta, ma diventano macroscopici generalmente dalla terza seduta – normalmente un ciclo di cavitazione varia da 8 a 12 – anche se ciò è molto soggettivo e dipende ovviamente dalla situazione di partenza del paziente. Correggere, contemporaneamente, eventuali errori di alimentazione e aumentare leggermente l’attività fisica, aiuta poi a rendere tali risultati più rapidi e duraturi. Le sedute sono intervallate generalmente una settimana una dall’altra.

La cavitazione medica: per tutti?
La cavitazione medica, la cui sicurezza è garantita da medici professionali e da apparecchiature di ultima generazione, è indicata per persone adulte e in buono stato di salute che presentano adiposità localizzate in varie zone del corpo: braccia, addome, fianchi, glutei, gambe. Non è invece consigliata a chi soffre di particolari patologie del sistema immunitario, nei casi di dislipidemie croniche, malattie del fegato, del cuore, dei reni e dell’apparato urinario, della tiroide, disordini della coagulazione, tromboflebiti, connettivopatie, né a pazienti che assumono farmaci liposolubili, antinfiammatori e antitumorali, ai portatori di pacemaker o protesi di qualsiasi genere, incluse le protesi acustiche, ai pazienti trapiantati, alle donne in gravidanza, o che utilizzano la spirale (se deve essere trattata la zona addominale). Non va inoltre effettuata sulla cute lesa.

Leggi anche: Cavitazione medica: gravidanza ed altre controindicazioni

Quali sono le differenze tra cavitazione medica e la cavitazione fatta dall’estetista?
Questo è un punto critico che fa la differenza tra una cavitazione efficace ed una che serve veramente a poco. A tale proposito vi consiglio vivamente di leggere questo articolo: Quali sono le differenze tra la cavitazione fatta dal medico e quella fatta dall’estetista?

Dopo quanto si vedono i risultati?
I primi risultati sono visibili già il giorno dopo la prima seduta e diventano sempre più visibili continuando il ciclo completo di trattamenti.

Quale strumento uso?
Uso MEDICELL della AMI, uno strumento made in Italy usato in tutto il mondo. Grazie all’innovativa tecnologia della Cavitazione Stabile, Medicell è la soluzione ideale per il trattamento dei pannicoli adiposi e come coadiuvante nel trattamento della cellulite, senza interventi in sala operatoria. Costituisce l’unica valida alternativa alla liposuzione chirurgica tradizionale ed ai vecchi sistemi in uso: senza incisione, senza cannule, senza bendaggi, senza anestesia, senza ricovero e quindi senza convalescenza post operatoria. Medicell permette di trattare aree localizzate con grande velocità ed efficacia, in assoluta sicurezza, garantendo risultati efficaci, comprovati da studi e ricerche di prestigiose Università Italiane. Medicell è indicato per:

  • Rassodamento.
  • Cellulite.
  • Body contouring.
  • Accumuli adiposi.
  • Massaggio connettivale.

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