Tonsillite
Con “tonsillite” si intende una infiammazione delle tonsille (in particolare le tonsille palatine), spesso caratterizzata da Continua a leggere
Con “tonsillite” si intende una infiammazione delle tonsille (in particolare le tonsille palatine), spesso caratterizzata da Continua a leggere
Non sempre è semplice differenziare una tonsillite da una mononucleosi semplicemente in base ai sintomi poiché Continua a leggere
Con “mal di gola” si intende genericamente un dolore localizzato al collo, frequentemente – ma non necessariamente – determinato da Continua a leggere
Con “mal di gola” si intende genericamente un dolore localizzato al collo, frequentemente – ma non necessariamente – determinato da una infiammazione delle prime Continua a leggere
L’emottisi (pronuncia “emottìsi”) è per definizione l’emissione dalla bocca di sangue non associato a muco, che origina da una lesione a livello vie respiratorie, generalmente il tratto Continua a leggere
Con emoftoe (leggi “emoftòe”; in inglese “haemoptysis”) in medicina ci si riferisce all’espulsione di espettorato con tracce di sangue, di colore rosso chiaro, schiumoso e frammisto a catarro o escreato, in seguito ad un Continua a leggere
Uno “starnuto” corrisponde ad una emissione violenta d’aria dai polmoni, sperimentata molte volte nella vita da un essere umano, ma anche da alcuni animali, tra cui anche cani e gatti.
Gli starnuti, specie se ripetuti varie volte di seguito, vengono solitamente correlati a stati infiammatori delle vie aeree superiori, che possono essere determinati da varie condizioni e patologie, come:
La funzione dello starnuto è principalmente quella di mantenere la pervietà delle vie aeree, eliminando da esse oggetti, sostanze chimiche, muco, catarro ed agenti patogeni. In un singolo starnuto possono essere emesse, a distanza di oltre due metri, migliaia di particelle di liquido e fino a ben 40 mila goccioline di saliva e 5000 microrganismi patogeni! In tal senso starnutire fa senza dubbio “bene” perché consente di mantenere liberi i condotti che permettono all’aria di transitare verso/da i polmoni, tuttavia episodi ripetuti di starnuti potrebbero essere campanello di allarme di varie patologie sia polmonari che neurologiche e portare ad una irritazione cronica delle prime vie aeree ed a dolori costali e dei muscoli intercostali.
Come appena visto, lo starnuto è determinato da stimoli infiammatori relativi alle prime vie aeree, cioè proprio quelle zone dove i virus del raffreddore determinano infezione e quindi infiammazione.
L’emissione d’aria determinata da uno starnuto, può raggiungere velocità insospettabili: quando una persona starnutisce, la velocità con la quale aria, particelle liquide e muco lasciano il naso e la bocca può aggirarsi intorno ai 160 km/h; secondo uno studio dei ricercatori della Exel University di Filadelfia, lo starnuto viaggerebbe invece fino ai 320 km/h.
Lo starnuto è un atto indotto dall’attivazione di un riflesso trigeminale. Fibre sensitive del nervo trigemino infatti si distribuiscono anche alla mucosa delle cavità nasali ed alla mucosa di parte delle alte vie respiratorie; la stimolazione (ad esempio da parte di piccoli corpi estranei, quali polvere o pollini) di tali fibre induce la loro attivazione. Esse scaricano i loro impulsi sui neuroni del nucleo sensitivo principale del trigemino, che recluta selettivamente il centro respiratorio bulbare localizzato nell’area reticolare parvicellulare della colonna parasagittale laterale della formazione reticolare e motoneuroni del nucleo ambiguo vagale. Nel primo caso, le proiezioni sono dirette a motoneuroni midollari deputati all’innervazione del muscolo diaframma e dei muscoli intercostali; nel secondo caso, si tratta di motoneuroni deputati all’innervazione della muscolatura (striata) laringea e faringea. Il risultato è quindi la violenta espulsione dell’aria contenuta nei polmoni e la contrazione coordinata della muscolatura laringea e faringea.
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Circa il 30% della popolazione, inizia a starnutire ripetutamente (starnuto parossistico) quando passa dall’oscurità a una luce sufficientemente forte oppure a quella del sole: si parla in questo caso anche di “riflesso eliociliosternuteogenico“, anche chiamato “starnuto riflesso fotico“, o “fotoptarmosi” o “sindrome ACHOO” (acronimo da Autosomal dominant Compelling Helio-Ophthalmic Outburst). Tale riflesso, noto fin dai tempi degli antichi greci, è il risultato di una condizione genetica a trasmissione autosomica dominante che porta ad una alterazione delle vie nervose che collegano il collicolo superiore alla porzione contenuta nel mesencefalo del nucleo del nervo trigemino. Altri ricercatori sostengono che le cause siano da imputarsi a una maggiore attivazione della corteccia visiva, correlata con l’attivazione del lobo dell’insula e dell’area somestesica secondaria.
Avete mai provato a starnutire tenendo gli occhi aperti? Inutile provarci: è impossibile, motivo per cui gli starnuti sono pericolosi mentre si svolgono attività lavorative pericolose, o anche solo mentre si guida una automobile. Per quale motivo di verifica la chiusura degli occhi? Come abbiamo visto lo starnuto può emettere aria e particelle liquide/solide ad oltre 100 km all’ora, e ciò è possibile perché in concomitanza con lo starnuto i muscoli respiratori comprimono il torace e le vie respiratorie si chiudono, facendo alzare la pressione nei polmoni a tal punto che, nel momento dello starnuto, l’aria viene emessa in modo violentissimo. Quando accade ciò tanti muscoli sono coinvolti, anche quelli facciali che immediatamente provocano la chiusura degli occhi in modo da proteggerli da una spinta esagerata: sappiate che un semplice starnuto, se non si chiudessero le palpebre, potrebbe far uscire i vostri occhi dalle orbite!
Tutti noi lo sappiamo: uno starnuto non viene quasi mai da solo. Spesso il fenomeno si ripete due, tre anche quattro volte di seguito. Per quale motivo? Perché tale ripetizione aumenta le possibilità di rimuovere efficacemente l’ostacolo, l’oggetto irritante o i patogeni. Ad esempio, per espellere adeguatamente un agente irritante, per prima cosa bisogna smuoverlo dal naso (primo starnuto), successivamente è necessario portalo verso la punta del naso (secondo starnuto), per poi buttarlo fuori (terzo ed eventuale quarto starnuto).
Poco prima di starnutire si tende a respirare a fondo facendo aumentare la pressione nel torace e ciò inibisce brevemente il flusso sanguigno verso il cuore, fatto che può abbassare la pressione del sangue ed accelerare il battito cardiaco. Nell’espirare, però, la pressione sanguigna aumenta e il battito cardiaco rallenta. Al tempo stesso, starnutire stimola il nervo vago che dal cervello si estende fino all’addome: in genere quando il nervo vago viene stimolato il corpo reagisce riducendo il battito cardiaco. Si tratta comunque di un effetto minimo (che si verifica anche con tosse e conati di vomito) che rallenta il cuore per una frazione di secondo, fatto che, in soggetti sani, non determina alcun problema. In casi estremamente rari, tuttavia, starnutire può rallentare il battito o abbassare la pressione fino a far perdere i sensi al soggetto predisposto: un fenomeno noto come sincope da starnuto. Inoltre chi ha un’anomalia cardiaca congenita o assume farmaci che influiscono sul battito cardiaco, come i betabloccanti, può avere una reazione esagerata a starnuti e tosse.
L’abitudine di dire “salute” a chi starnutisce, sembrerebbe derivare da una usanza tipica degli antichi romani, i quali auguravano “salus” o “salve” a chi compiva l’atto.
Alcuni rimedi naturali per smettere di starnutire sono i seguenti:
I metodi descritti sopra su come smettere di starnutire, in molti casi sono solo dei palliativi che possono non risolvere il problema: se gli starnuti continuano in modo anormale, si dovrà contattare il medico che individuerà la causa a monte che li provoca e la curerà in modo adeguato.
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Prima di leggere questo articolo, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Differenza tra laringe, faringe e trachea
Spesso chiamiamo “mal di gola”, un dolore localizzato al nostro collo, pensando che sia una sorta di unica patologia. In realtà, non esiste un solo tipo di mal di gola: è un disturbo dai tre volti. Quando la gola fa male, sono tre i problemi a salire sul banco degli imputati, la faringite, la laringite e la tracheite.
La faringite è una infiammazione della faringe. Può essere acuta o cronica e, nella maggior parte dei casi è la conseguenza dell’attacco di alcuni virus, come l’adenovirus, il rinovirus, il virus influenzale e il citomegalovirus. I virus sono i principali responsabili, ma alcune abitudini malsane, come il fumo, non aiutano. I sintomi della faringite sono molto fastidiosi: dolore durante la deglutizione, indolenzimento dei linfonodi del collo, malessere generale, febbre, mucosa gonfia e arrossata, presenza di grosse quantità di muco e di chiazze rossastre sul fondo della gola. In molti casi, specie in caso di infezione da rinovirus, si associa anche rinorrea (naso “che cola”). Per approfondire:
La laringite è l’infiammazione della laringe. Oltre alle stesse cause che abbiamo visto nella faringite, ci sono l’abuso della voce e delle corde vocali, allergie, freddo, fumo e smog. Quando la laringe si infiamma, la voce si abbassa e diventa roca, per colpa delle corde vocali, che, irritate e gonfie, non vibrano più come dovrebbero. La gola tende a “bruciare”, e secca e caratterizzata da una sensazione di corpo estraneo. Tra le persone più a rischio ci sono i professionisti che usano la voce per lavoro, come i cantanti, gli ambulanti o gli insegnanti. L’alterazione della voce e la sensazione di corpo estranea è più frequente nella laringite che nella faringite, ricordando comunque che le due infezioni possono presentarsi anche insieme (faringo-laringite) ed i sintomi si sovrappongono. Per approfondire: Laringite acuta e cronica: antibiotico, catarrale, cure, rimedi naturali
La tracheite, invece, è l’infiammazione che interessa la mucosa di rivestimento della trachea. Solitamente si presenta come “corredo” di altri disturbi, come bronchite o faringite, con una serie di sintomi difficili da ignorare, come la febbre, il respiro affannoso, il senso di bruciore all’altezza dello sterno, la tosse secca e il malessere generale. I disturbi tendono ad essere più profondi nel petto ed interessare la parte medio-bassa del torace. Per approfondire: Tracheite virale, batterica, allergica: quanto dura e come si cura
Ricordiamo infine che l’eventuale presenza di ipertrofia delle tonsille (tonsille ingrossate) e di placche su di esse è indicativa di tonsillite, cioè l’infiammazione delle tonsille palatine, che può essere determinata da infezione virale o batterica. In caso di adenoidite, seno invece le adenoidi ad essere infiammate. Le patologie possono presentarsi da sole o associate ad esempio a faringite (faringo-tonsillite). Per approfondire:
IMPORTANTE: La diagnosi differenziale deve essere fatta solo dal medico, che la ottiene principalmente grazie a dati ricavati da anamnesi, esame obiettivo e dati di laboratorio ottenuti tramite esame del sangue e tampone faringeo. Il paziente deve evitare l’auto-diagnosi.
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, utilissimi in caso di febbre, influenza, raffreddore e mal di gola:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine