Segno di Trendelenburg e andatura di Trendelenburg

MEDICINA ONLINE Trendelenburg'sign Segno di TrendelenburgIl segno di Trendelenburg (in inglese “Trendelenburg’s sign”) è un segno usato in semeiotica che indica riduzione della forza muscolare dei muscoli abduttori dell’anca (medio gluteo e piccolo gluteo) e/o una lussazione congenita dell’anca, che a loro volta possono essere determinate da varie condizioni e patologie. E’ un segno di rilevanza neurologica, ortopedica e fisiatrica. Viene spesso erroneamente Continua a leggere

Muscoli dell’anca interni, esterni e profondi: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE MUSCOLI DI ANCA E COSCIA GAMBA VISTI POSTERIORMENTE GLUTEI tendine muscolo semitendinoso muscoli posteriori coscia muscolo bicipite femorale semimembranoso anatomia funzioni uso chirurgicomuscoli dell’anca sono suddivisibili in:

  • muscoli interni;
  • muscoli esterni;
  • muscoli profondi.

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Fascia iliaca: anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE SISTEMA APPARATO MUSCOLARE MUSCOLI OSTEOSCHELETRICO PETTORALE DELTOIDE DORSALI TORACE ADDOME RETTO FEMORALE BICIPITE TRICIPITE ADDOMINALE TRAPEZIO GEMELLO.jpgLa fascia iliaca è una lamina connettivale che avvolge i muscoli psoas e iliaco formando una guaina sottile in alto e via via più spessa, discendendo verso la fossa ilia­ca.

La fascia iliaca particolarmente spessa nella regione inguinale, dove è fortemente aderente alla parte interna del legamento inguinale e alla fascia trasversale lateralmente ai vasi femorali, e dove forma l’arcata ileopettinea. In alcuni testi, le porzioni iliache dello psoas sono descritte separatamente come fascia iliaca e fascia dello psoas.

La fascia iliaco prende attacco:

  • in alto e medialmente, sulle vertebre lombari, in corrispondenza delle quali forma una serie di arcate destinate al passaggio delle arterie, delle vene e dei nervi lombari;
  • più in basso, si fissa alla base del sacro e allo stretto superiore della pelvi;
  • lateralmente, continua nella fascia del muscolo quadrato dei lombi e si fissa lungo il margine laterale del muscolo psoas, sul legamento ileolombare e sul labbro interno della cresta iliaca.

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In alto termina in corrispondenza dell’arco dia­frammatico mediale. In basso e lateralmente, la fascia iliaca si fonde con il legamento inguinale; medialmente, invece, diverge da esso e va a terminare, sotto il nome di legamento ileopettineo (o benderella ileopettinea) sulla omonima eminenza dell’osso dell’anca. La benderella ileopettinea suddivide lo spazio esistente tra legamento inguinale e osso dell’anca in due lacune: quella laterale è la lacuna dei muscoli e dà passaggio al muscolo ileo­psoas e al nervo femorale; quella mediale è la lacuna dei vasi,dove passano l’arteria e la vena femorali e vasi lin­fatici. Al di sotto del legamento inguinale, la fascia iliaca prosegue intorno al muscolo ileopsoas fi­no all’inserzione trocanterica di quest’ultimo.

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Nella porzione che riveste la fossa iliaca, la fascia sepimenta lo spazio esistente tra peritoneo parietale e mu­scolo iliaco in due logge riempite da tessuto adiposo. La più superficiale è la loggia soprafasciale (o sottoperito­neale) che si arresta al legamento inguinale; più profon­damente si trova la loggia sottofasciale che continua al di sotto dell’arcata inguinale fino al piccolo trocantere. Si comprende così la possibilità di un tragitto fra l’am­biente retroperitoneale della fossa iliaca e la coscia.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Nervo sciatico (ischiatico): anatomia, funzioni e patologie

MEDICINA ONLINE MUSCOLO PIRIFORME SINDROME SCIATICA NERVO SCIATICO DIFFERENZE ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE INFIAMMAZIONEIl nervo sciatico (o ischiatico, in inglese “sciatic nerve“) è un nervo misto che origina dal plesso sacrale. Appartenente alla categoria dei nervi misti, è una derivazione degli ultimi due nervi spinali lombari (L4 ed L5) e dei primi tre nervi spinali sacrali (S1, S2 e S3). Queste strutture nervose si uniscono, a formare il nervo sciatico, circa a livello del muscolo piriforme del gluteo. È il nervo più voluminoso del plesso ed è considerato il suo ramo terminale, nonché è il più lungo di tutti i nervi umani. È formato da due contingenti di fibre che decorrono separate all’interno di esso e alla fine si dividono nei due rami terminali.

Territorio di innervazione
La componente motoria innerva i muscoli della loggia posteriore della coscia, parte del grande adduttore e tutti i muscoli della gamba e del piede. La componente sensitiva innerva la cute posteriore e anterolaterale della gamba e quasi tutta la cute del piede (ad eccezione della parte dorsomediale).

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Decorso
Le radici del nervo si uniscono in un tronco a ridosso del sacro; il nervo esce quindi dalla cavità pelvica passando dietro l’osso ischiatico , al di sotto del muscolo piriforme e lateralmente rispetto al nervo cutaneo posteriore del femore. Si viene così a trovare in posizione intermedia fra il grande trocantere del femore e la tuberosità ischiatica e decorre verso il basso profondamente, in rapporto successivamente con i muscoli gemello superiore, otturatore interno, gemello inferiore e quadrato del femore. Superata la natica, il nervo raggiunge la coscia, dove decorre in prossimità della linea aspra del femore. A questo livello emette rami per i muscoli posteriori della coscia e per parte del grande adduttore. In prossimità dell’angolo superiore della cavità poplitea si divide nei suoi rami terminali: il nervo tibiale e il nervo peroniero comune. Spesso la divisione in questi due rami avviene più in alto, lungo il suo decorso nella coscia.

  • Il nervo tibiale (anche chiamato sciatico popliteo interno SPI) innerva il gruppo posteriore della gamba, i muscoli plantari del piede, parte della cute posteriore della gamba, la cute plantare del piede e la cute dorsale delle falangi distali. Il nervo rappresenta la diretta continuazione del nervo ischiatico. Dopo la sua origine, scende in cavità poplitea, dove decorre lateralmente rispetto ai vasi poplitei. Qui emette il nervo cutaneo mediale del polpaccio (o della sura), che si fa superficiale, decorre satellite della vena safena piccola e si unisce a un ramo proveniente dal nervo peroniero comune per formare il nervo surale. Il nervo tibiale si porta quindi nella gamba, dove passa al di sotto dell’arcata del soleo per poi decorrere fra il tricipite e i muscoli profondi. A questo livello emette rami motori per tutta la loggia posteriore della gamba. Portandosi verso il basso, il nervo tende a spostarsi medialmente, fino a raggiungere il malleolo mediale e passarvi posteriormente. Qui emette rami sensitivi per la cute mediale del calcagno. Raggiunge la pianta del piede e si divide nei nervi plantare mediale e plantare laterale, che innervano la cute e i muscoli plantari.
  • Il nervo peroniero comune (chiamato anche sciatico popliteo esterno SPE) innerva i muscoli laterali e anteriori della gamba, i muscoli dorsali del piede, la cute anterolaterale della gamba e la cute dorsale del piede (con l’eccezione delle falangi distali). Dopo la sua origine in cavità poplitea, il nervo decorre verso il basso e lateralmente lungo il margine mediale del bicipite femorale, per poi raggiungere il perone. Durante il suo decorso emette alcuni rami motori per il tibiale anteriore e il nervo cutaneo laterale del polpaccio (o della sura), che si fa superficiale e si unisce all’omologo mediale proveniente dal nervo tibiale per formare il nervo surale. Il nervo peroniero comune circonda il collo chirurgico del perone e si divide nei suoi rami terminali: il nervo peroniero superficiale e il nervo peroniero profondo.

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Funzioni
Derivando da alcuni nervi spinali (che sono nervi misti), il nervo sciatico possiede una funzione sensitiva e una funzione motoria. Infatti, è deputato al controllo di alcune precise regioni cutanee e di alcuni determinati muscoli dell’arto inferiore.

  • FUNZIONE MOTORIA A livello del gluteo, il nervo sciatico non innerva alcun muscolo. Infatti, le sue innervazioni muscolari cominciano a partire dalla coscia. In questa sede, innerva i muscoli posteriori (muscoli ischiocrurali) e il muscolo grande adduttore.
    Più in basso, nel punto in cui si divide in due, prende contatto con tutti gli elementi muscolari della gamba e gli elementi muscolari intrinseci del piede.
  • FUNZIONE SENSITIVA La raccolta delle informazioni avviene per mezzo dei dermatomeri; i dermatomeri sono aree altamente specializzate, con proprietà tattili, propriocettive, termosensibili e nocicettive.  I termini “termosensibile” e “nocicettivo” significano, rispettivamente: “che riescono a captare le variazioni di temperatura” e “che sono capaci di captare gli stimoli dolorosi”. A livello cutaneo, il nervo sciatico presenta soltanto innervazioni sensitive di tipo indiretto, che stabilisce attraverso le sue due branche principali e le diramazioni di queste.

Principali malattie del nervo sciatico
La principale patologia correlata al nervo sciatico è – come molti lettori già sapranno – la sciatica, nota anche come sciatalgia.
Sciatica è il nome che i medici utilizzano per qualsiasi condizione dolorosa, successiva a un processo di compressione o irritazione del nervo sciatico.
In genere, un individuo affetto da sciatica percepisce dolore nella parte bassa della schiena, sul gluteo e sulla gamba (che sono le regioni percorse dal nervo sciatico).
Inoltre, spesso lamenta anche una serie di sintomi secondari, quali: debolezza muscolare, formicolio alla gamba e difficoltà, più o meno marcata, nel controllare i movimenti dell’arto inferiore interessato.
Di solito, la compressione/irritazione che produce i sintomi della sciatica interessa i nervi spinali costituenti il nervo sciatico, cioè i lombari L4 e L5 e i sacrali S1, S2 e S3. Le tipiche cause di compressione/irritazione sono:

  • L’ernia del disco spinale. Secondo alcune statistiche, sarebbe responsabile del 15% dei casi di sciatica,
  • La discopatia degenerativa della zona lombo-sacrale.
  • La stenosi spinale del tratto lombo-sacrale.
  • La spondilolistesi
  • La sindrome del piriforme. A decretare il processo di compressione/irritazione è il muscolo piriforme (ecco spiegata l’origine del nome della suddetta circostanza), che è a stretto contatto con il nervo sciatico vicino al punto di emergenza di quest’ultimo.
    Spesso, il muscolo piriforme comprime o irrita il nervo sciatico dopo un aver subito un trauma o una contrattura.
  • I tumori spinali. È l’effetto massa, successivo alla crescita continua del tumore, che determina la sintomatologia. Infatti, ingrandendosi, le neoplasie spinali possono spingere sulle radici dei nervi spinali o sullo stesso midollo spinale.

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Differenza tra sciatalgia e finta sciatalgia

 

MEDICINA ONLINE MUSCOLO PIRIFORME SINDROME SCIATICA NERVO SCIATICO DIFFERENZE ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE INFIAMMAZIONEUna sciatica è tipicamente causata da un’ernia del disco: il nervo sciatico è composto da più radici che hanno origine nel foro tra due vertebre lombari; se una parte del disco fuoriesce e comprime una di queste radici, si proverà dolore o formicolio lungo il percorso del nervo che origina dalla radice compressa.
Le sciatalgie, inoltre, possono essere causate da:

  • problemi metabolici (es. diabete);
  • scompensi nutrizionali;
  • problemi circolatori;
  • molto più raramente, infezioni del nervo, osteofiti (artrosi) o tumori.

Quando la sciatalgia non è sciatalgia

Gli stessi sintomi di una sciatalgia possono essere causati dalla sindrome del piriforme, ovvero una contrattura del muscolo piriforme, situato tra osso sacro e femore, che comprime il vicino nervo sciatico, a tal proposito leggi: Sindrome del piriforme: sintomi, esercizi, cura e recupero

Spesso, invece, vengono diagnosticati come sciatalgie dolori che sono invece da attribuirsi a una postura o deambulazione scorrette, a causa delle quali i muscoli delle gambe devono lavorare in maniera asimmetrica: se una gamba si sforza più dell’altra, i suoi muscoli inizieranno a un certo punto a “lamentarsi”, producendo sintomi simili a quelli di una sciatalgia vera e propria. Anche la tensione della dura madre può produrre una trazione sulle radici nervose, creando sintomi simili. Infine, vi è il fattore iatrogenico: alcuni medicinali (ad esempio le statine contro il colesterolo) danneggiano il metabolismo cellulare dei muscoli, i quali possono diventare dolenti, spesso in un arto, mimando così i sintomi di una sciatalgia.

La sindrome della cauda equina

In rari casi, un’ernia del disco può essere centrale e comprimere quindi non solo i nervi che raggiungono le gambe: questa eventualità si chiama sindrome della cauda equina ed è caratterizzata da sciatalgia in entrambe le gambe con perdita della ritenzione urinaria e intestinale: questa sindrome costituisce un’emergenza chirurgica e in questo caso bisogna rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.
Ora sai che quando avverti il tipico dolore da sciatalgia, potrebbe anche trattarsi di un altro tipo di patologia. Per questo, il nostro consiglio è quello di rivolgerti subito al tuo medico o a un esperto di chiropratica, invece di rimanere a letto in compagnia degli antidolorifici.

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Muscolo piriforme: anatomia, funzioni e cosa fare se è infiammato

MEDICINA ONLINE MUSCOLO PIRIFORME SINDROME SCIATICA NERVO SCIATICO DIFFERENZE ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE INFIAMMAZIONE.jpgIl muscolo piriforme (musculus piriformis) presenta una forma triangolare. Unisce la superficie interna (o faccia pelvica) dell’osso sacro al femore ed è classificato tra i muscoli esterni dell’anca. E’ un muscolo abbastanza piccolo del corpo umano, ma svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della una postura corretta in ogni momento del giorno. Oltre a concorrere alla stabilizzazione dell’articolazione dell’anca, è principalmente un abduttore dell’anca. La sua azione è massima a 60° di flessione di anca quando perde le sue componenti di rotazione che sono: rotazione esterna prima dei 60°, rotazione interna dopo i 60° di flessione.

Origine e inserzione

Il musculus piriformis ha una forma triangolare che unisce la faccia interna pelvica dell’osso sacro al femore: in particolare è composto da tre o più fasci che prendono origine nella regione posta a lato del secondo, terzo e quarto foro sacrale anteriore oltre che dal margine della grande incisura ischiatica per andarsi ad inserire in un unico tendine sull’estremità superiore della superficie interna del grande trocantere femorale. Le sue fibre e fasci muscolari si dirigono quindi in modo obliquo verso il basso passando internamento al grande forame ischiatico, foro delimitato dal legamento sacrotuberoso e dal margine osseo compreso tra la spina iliaca postero-inferiore e la spina ischiatica. Suddivide il grande forame ischiatico in due canali sovrapposti, quello sovrapiriforme e quello sottopiriforme. Nella sua interezza il piriforme ha varie corrispondenze:

  • anteriormente con l’intestino retto, i vasi ipogastrici e il plesso sacrale
  • profondamente con l’osso sacro
  • nella parte extrapelvica con il grande gluteo e con l’articolazione dell’anca
  • superiormente con il nervo e i vasi glutei superiori
  • inferiormente con il nervo ischiatico, il nervo e i vasi glutei inferiori, il nervo e i vasi pudendi interni e il nervo cutaneo po­steriore del femore

Innervazione

I rami che innervano il muscolo piriforme sono quelli facenti parte del plesso sacrale L5, S1 e S2.

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Azione e Funzione

Quando facciamo punto fisso sul bacino, il piriforme agisce come un muscolo abduttore dell’anca: questa azione è massima a 60° di flessione dell’anca in quanto in questa posizione è minima e quasi nulla la sua seconda funzione di rotatore. Quest’ultima azione di rotazione è molto importante e cambia in base ai gradi di flessione dell’anca: quando questa è inferiore ai 60° il piriforme risulta essere un extrarotatore, quando è superiore ai 60° invece è un intrarotatore (in alcuni testi sono riportati i 90° di flessione). Con l’arto in carico, inoltre, impedisce anche eventuali brusche rotazioni interne del femore (come quando si appoggia il piede nella corsa). Quando invece il piriforme ha punto fisso sul femore, inclina controlateralmente il bacino portandolo in retroversione: la sua azione è in grado di fornire una rilevante forza di rotazione sull’articolazione sacro-iliaca e di spostare in avanti rispetto alle ali iliache la base del sacro e l’apice indietro. Infine questo muscolo posturale è importantissimo per la stabilizzazione dell’articolazione dell’anca stessa.

Patologie, dolori e postura

Quando parliamo del piriforme parliamo di un muscolo fondamentale per la stabilità e la postura corretta di una persona: per anni la sua importanza è stata trascurata, si pensava infatti che essendo un muscolo tanto piccolo rispetto per esempio ai muscoli addominali o al quadricipite femorale, non avesse molta importanza per l’equilibrio posturale e il benessere fisico del corpo. Il piriforme svolge la sua azione in tranquillità, ma in caso di posture non corrette (specialmente in posizione seduta) e mal posizionamento del bacino, si ritrova a svolgere il lavoro che sarebbero di altri muscoli come il piccolo e medio gluteo (ciò succede ovviamente in altri casi e con altri muscoli come il tensore della fascia lata). Oltre a creare squilibri muscolari e problemi al movimento in caso di mal funzionamento, il muscolo piriforme se contratto e infiammato può provocare dolori alla schiena, lombalgia e sciatalgia molto simili a quelli dati da un’ernia del disco: in questi casi si parla di sindrome del piriforme, la patologia probabilmente più famosa legata a questo muscolo, a tal proposito leggi: Sindrome del piriforme: sintomi, esercizi, cura e recupero

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Sindrome del piriforme: sintomi, esercizi, cura e recupero

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SINDROME DEL PIRIFORME SINTOMI ESERCIZI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa Sindrome del muscolo piriforme o più comunemente “Sindrome del piriforme“, è una patologia che provoca un dolore di tipo sciatalgico, tanto che viene anche definita “falsa sciatalgia“. Il primo autore a ipotizzare il ruolo del muscolo piriforme quale causa di dolore di tipo sciatalgico fu W. Yoeman, nel 1928.

Cos’è il muscolo piriforme e dove si trova?
Prima di iniziare a parlare della patologia, facciamo un rapido accenno anatomico. Il muscolo piriforme è appunto un muscolo, piuttosto sottile, inizialmente è appiattito e poi si trasforma in un ventre dalla forma rotondeggiante. È costituito da tre fasci che originano dal secondo e terzo forame sacrale. È posizionato sia all’interno che all’esterno della pelvi (regione anatomica costituita dalle ossa delle anche, dal sacro e dal coccige). La parte intrapelvica è posizionata contro la parete laterale e ha di fronte il plesso sacrale, i vasi ipogastrici e il retto; la parte extrapelvica decorre fra il margine inferiore del piccolo gluteo posizionato superiormente e i muscoli gemelli e il muscolo otturatore interno che sono invece posizionati inferiormente. Le arterie glutee e il nervo ischiatico possono passare al di sopra o al di sotto del muscolo.

A che serve il muscolo piriforme?
Ha funzione extrarotatoria (ruota in fuori la coscia) con lieve componente di abduzione e di estensione. In fase di appoggio, il piriforme stabilizza il femore e ne impedisce la rotazione all’interno.

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Quali sono le cause della Sindrome del piriforme?
Il piriforme è un muscolo che può facilmente essere soggetto a fenomeni ipertrofici e di irrigidimento e sono appunti questi che scatenano la sindrome dolorosa descritta in questo articolo. Se fra le cause di tale dolore si possono escludere con certezza condizioni patologiche quali un’ernia del disco, una stenosi lombare, una massa neoplastica o un ematoma a livello dei muscoli ischio-crurali è sicuramente opportuno effettuare indagini a livello del muscolo piriforme; è possibile infatti che una sofferenza del piriforme (che può essere dovuta ai motivi più svariati) sia il responsabile della dolorabilità sciatalgica.
La sintomatologia causata da questa condizione può derivare dalla compressione del nervo sciatico contro l’arcata ossea del grande forame ischiatico o dalla strozzatura dello stesso nervo nel ventre del muscolo.
Dal punto di vista eziologico la Sindrome del muscolo piriforme è multifattoriale; dai dati presenti in letteratura sembra che la causa più frequente sia di tipo traumatico; altre cause sono:

  • la compressione diretta sulla natica, detta anche “sindrome del portafoglio”, in quanto proprio l’abitudine di tenere oggetti nelle tasche posteriori, specie da seduti, può portare (se protratta nel tempo) alla tumefazione del ventre muscolare, con conseguente tensione e compressione del nervo sciatico a quel livello;
  • le dismetrie/asimmetrie degli arti inferiori: rendono il bacino obliquo con sforzo compensatorio a carico anche del muscolo piriforme, specie se vi è associata una rotazione esterna dell’arto;
  • le miositi (infiammazioni) del piriforme;
  • dismorfismi o disfunzioni a carico del piede: portano ad una eccessiva pronazione del piede;
  • gli interventi chirurgici per problematiche relative all’anca.

Quali sono gli sport più frequentemente associati alla Sindrome del piriforme?
Alcune tipologie di attività, che richiedono un intenso utilizzo delle gambe, possono favorire l’insorgenza del problema; in ambito sportivo, per esempio, la Sindrome del piriforme interessa i ciclisti, i podisti, i ballerini e anche coloro che praticano il canottaggio.

Quali sono i sintomi della Sindrome del piriforme?
La sintomatologia della Sindrome del piriforme è alquanto variegata. Spesso si avverte dolore, talvolta accompagnato da parestesie, al tratto lombare, alla regione dei glutei, nelle zone posteriori della gamba e della coscia e anche alla pianta del piede. Chi soffre della Sindrome del piriforme, sente un dolore intenso al centro del gluteo, che si può irradiare lungo la parte posteriore della coscia, sino a dietro al ginocchio. I movimenti più dolorosi sono proprio le rotazioni, in particolare quando si accavallano le gambe da seduti o ci si gira nel letto. Altri segni e sintomi che possono comparire sono deficit di tipo motorio, riduzioni della sensibilità in alcune zone degli arti inferiori e gonfiore esteso nella zona che va dal sacro al gran trocantere. La sintomatologia è spesso acutizzata se il soggetto è rimasto a lungo seduto (in particolar modo con il femore intraruotato) oppure se si sono svolte attività sportive o lavorative caratterizzate da notevole intensità (corsa, danza ecc.).

Come si fa la diagnosi della Sindrome del piriforme?
La diagnosi della sindrome del muscolo piriforme viene effettuata, di norma, attraverso un esame di tipo clinico con accurata anamnesi (con particolare interesse alle abitudini lavorative e sportive del paziente); talvolta può essere necessario ricorrere a indagini supplementari (elettromiografia, per valutare la conducibilità nervosa del nervo sciatico, TAC e risonanza magnetica). Fra i test clinici maggiormente usati per la diagnosi della patologia in questione ricordiamo il test di Freiberg e il test di Pace e Nagle.

  1. Test di Freiberg: il paziente è in posizione prona, flette in modo passivo il ginocchio a 90° e porta la gamba all’esterno allo scopo di imprimere una rotazione interna al femore; il test viene ritenuto positivo nel caso lo stiramento del muscolo provochi dolore e un sintomo da compressione del nervo sciatico.
  2. Test di Pace e Nagle: il paziente, in posizione seduta, compie un’abduzione-extrarotazione isometrica delle anche contro le mani del medico. L’aumento del diametro del muscolo unito alla tensione causata dalla contrazione scatena, in caso di positività, dolori miofasciali e compressivi. Altri tipi di test usati per la diagnosi sono la palpazione della natica, il test di Saudek e il test di Mirkin.

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Come si cura la Sindrome del piriforme?
Esistono diverse modalità di trattamento della Sindrome del muscolo piriforme, queste sono sia di tipo farmacologico sia di tipo fisico.

  1. Farmaci: il trattamento farmacologico comprende l’assunzione orale di farmaci antinfiammatori non steroidei (per esempio l’ibuprofene o il naprossene; questi farmaci, che oltre ad attenuare il dolore, riducono anche l’infiammazione) e di farmaci miorilassanti, iniezioni locali di farmaci anestetici e di corticosteroidi e, in casi particolari, quando lo spasmo è resistente ai trattamenti prima elencati, inoculazione diretta di tossina botulinica di tipo A che risulta spesso efficace nel rilassamento del muscolo.
  2. Terapie fisiche: quelle consigliate sono:
  • gli ultrasuoni;
  • i massaggi trasversali profondi;
  • lo stretching;
  • la tecarterapia.

Sindrome del piriforme: rimedi casalinghi
Quando compare il dolore, può risultare di una certa utilità l’applicazione di un impacco freddo sulla parte dolorante per alcune volte al giorno per circa un quarto d’ora ogni volta. Per rilassare la parte può essere utile applicare una borsa dell’acqua calda.

Sindrome del piriforme: esercizi di stretching consigliati
Alcuni esercizi di stretching possono aiutare a recuperare il normale allungamento del piriforme durante i movimenti di adduzione-intra-rotazione del femore poiché il muscolo viene gradualmente stirato.

1° esercizio: Distesi su un tappetino in posizione supina (in posizione orizzontale, con la schiena appoggiata a terra) afferrate il ginocchio destro con entrambe le mani appoggiando il piede sinistro sul ginocchio destro. Portatelo verso il petto e mantenere questa posizione 5-6 secondi. Tornate lentamente alla posizione di partenza e poi ripetete con l’altra gamba.

2° esercizio: Sedetevi sul tappetino con le gambe allungate e flettete la gamba destra verso l’interno coscia, mentre la gamba sinistra verso l’esterno. Mantenete questa posizione per 5-6 secondi e rilasciate, poi ripetete con l’altra gamba.

3° esercizio: Seduti su una sedia mettete il piede destro sulla coscia sinistra, facendo una leggera pressione con la mano sul ginocchio della gamba che è coinvolta nell’allungamento. Mantenete questa posizione da 30 secondi ad 1 minuto e poi ripetete lo stesso esercizio con l’altra gamba.

Quali sono i tempi di recupero?
La ripresa dell’attività sportiva (o lavorativa) deve avvenire in modo graduale. Durante il periodo di trattamento può essere utile, nelle ore di sonno, posizionare un cuscino tra le ginocchia allo scopo di favorire il rilassamento del muscolo.

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