L’obesità è l’epidemia del nuovo millennio

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA (2)Non stiamo parlando di una questione (solamente) estetica: l’obesità sarà – anzi già ora lo è – l’epidemia del nuovo millennio (anche se, per fortuna, le italiane sono le più magre d’Europa). Secondo un rapporto dell’Overseas Development Institute attualmente nel mondo una persona su tre è in sovrappeso. E in futuro ci sarà un aumento enorme di attacchi cardiaci, ictus e diabete, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, come Egitto e Messico. L’obesità ha infatti conosciuto una vera e propria esplosione negli ultimi trent’anni: globalmente la percentuale di adulti con un indice di massa corporeo superiore a 25 è passata dal 23% del 1980 al 34% del 2008, quasi quadruplicata nei paesi in via di sviluppo. Il fenomeno è dovuto, secondo la ricerca, al cambio di dieta e al passaggio da un’alimentazione a base di cereali ad una ricca di grassi, zuccheri, oli e prodotti animali. Mentre la denutrizione ha continuato a rimanere un problema per centinaia di milioni di persone nei paesi poveri, soprattutto fra i bambini. Dal rapporto emerge che regioni del Nord Africa, Medio Oriente e America Latina hanno raggiunto livelli simili a quelli europei, con un tasso di obesità e sovrappeso pari al 58%. La crescita maggiore si è avuta nel Sud-Est asiatico, dove si è passati dal 7 al 22%.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Le persone religiose si ammalano meno degli atei

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO CHE PREGA IN CHIESA RELIGIONE CATTOLICALe persone religiose si ammalano meno e vivono meglio i momenti d’ansia e stress che possono crearsi anche sul luogo di lavoro, perché la spiritualità offre un cuscinetto contro le tensioni della quotidianità. Lo suggerisce lo studio degli psicologi dell’Health and Safety Laboratory di Stockpor (GB). La ricerca mostra come “la religiosità possa essere in alcuni soggetti una risorsa, rendendo queste persone più resistenti nei momenti di maggior tensione e quando si devono affrontare nuove sfide lavorative”. I risultati della ricerca – riporta il Telegraph – saranno presentati al congresso annuale della British Psychological Society di Brighton.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pregorexia, ortoressia… I disturbi del comportamento alimentare che ancora non conosci

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANGIARE PANINO DIETA CUCINARE DIMAGRIREAl di là di anoressia nervosa e bulimia nervosa esistono vari disturbi del comportamento alimentare poco conosciuti. Oggi vi parlo di alcuni di essi.

Ortoressia

L’ortoressia è un’attenzione morbosa al cibo, che deve essere selezionato accuratamente prima di essere mangiato. L’ortoressico tipicamente elimina in modo ossessivo-compulsivo alcune tipologie alimentari considerati non salutari e sceglie esclusivamente cibi organici o comunque qualitativamente “puri” e salutari, pesando ogni porzione e seguendo diete con precisione maniacale. Se costretto suo malgrado a mangiare cibo che lui considera non sano, l’ortoressico si rifiuta con forza o, se proprio costretto, ha una forte sensazione di ansia quando ingurgita il cibo poco sano. Mentre chi è affetto da anoressia nervosa mangia il meno possibile per puntare alla magrezza, l’ortoressico al contrario mangia una adeguata quantità di calorie ma le assume da cibi “ultra-sani” per evitare ossessivamente qualsiasi possibilità di ammalarsi a causa degli alimenti.

Drunkorexia

La drunkorexia porta chi ne è affetto a limitare l’apporto calorico dei cibi così da poter bere il più possibile senza ingrassare. In pratica il drunkoressico segue una dieta preventiva, per lasciarsi andare a bevute quasi illimitate. In questo modo, però, il fegato ne soffre e contemporaneamente vengono a mancare vitamine e sali minerali forniti dal cibo “vero”. Per approfondire: Rinunci al cibo per poter bere più alcolici? forse soffri di drunkoressia

Pregorexia

La pregorexia è un disturbo che interessa le donne incinte che non vogliono guadagnare il peso, compreso tra 11 e 15 chili, raccomandato dai medici durante la gravidanza. La donna incinta pregorexica segue tipicamente diete rigidissime per ingrassare il meno possibile. Questo, però, potrebbe portare a gravissime complicanze sia per la madre (depressione, anemia, malnutrizione per difetto…) e per il feto (malformazioni, ritardo di crescita, parto pretermine…).

Binge eating

Il binge eating (anche chiamato “disturbo da alimentazione incontrollata”) corrisponde al mangiare compulsivo, atto che serve per allontanare da sé stress, pensieri negativi e problemi irrisolti. Un problema psicologico diviene quindi il motore di varie abbuffate, che servono per placare l’ansia. Il binge eating è simile alla bulimia nervosa, ma in quest’ultima – dopo l’abbuffata – si praticano condotte di compensazione per eliminare il cibo (ad esempio vomito autoindotto) o per dimagrire (eccessivo esercizio fisico). Nel binge eating non vengono praticate condotte di compensazione. Per approfondire: Abbuffarsi senza alcun controllo: è il disturbo da alimentazione incontrollata

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

L’obesità è una malattia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OBESITA GRASSO SOVRAPPESO DIETA DIMAGRIRE METRO ADDOME PANCIA GRASSOEra l’anno 2004 e nei cinema veniva proiettato un film-documentario, che consiglio a tutti di vedere,  intitolato “Supersize me“, diretto ed interpretato da un giovane regista americano, Morgan Spurlock, il quale voleva denunciare una delle più conosciute catene di fast food internazionali e dimostrare gli effetti collaterali e deleteri dati dalla continua assunzione dei cibi definiti junk food (cibo spazzatura), molto comuni negli Stati Uniti. Un film-documentario tutto americano, considerando che, secondo il rapporto sulla sanità dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – OCSE, gli Stati Uniti detengono la percentuale di obesi più alta del mondo (circa il 37%), seguiti dai messicani e al terzo posto troviamo la Gran Bretagna, prima tra i Paesi europei.

L’obesità è sempre più aumentata negli ultimi trent’anni.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), istituzione pubblica che si occupa di monitorare l’incidenza delle malattie che colpiscono la popolazione degli Stati Uniti, la prevalenza di questo fenomeno è aumentato costantemente negli ultimi trent’anni, segnando una stabilizzazione negli anni recenti. Un’analisi più accurata della popolazione americana rivela che la percentuale di obesi sia maggiore tra gli uomini rispetto alle donne, dove negli ultimi anni questa differenza si sta sempre più riducendo. Lo status sociale ed economico tra la popolazione colpita ha un’influenza davvero importante: tra gli uomini statunitensi di origine messicana e quelli afro-americani, le persone che possiedono un reddito elevato sembrano avere una maggiore tendenza ad essere obesi, rispetto a quelli con un reddito inferiore. Non c’è invece nessuna relazione significativa tra l’obesità e il livello di istruzione per gli uomini. Invece tra le donne, si rileva la stessa tendenza a livello di etnicità, mentre il livello di istruzione differenzia le percentuali di persone colpite dall’obesità: quelle laureate sembrano avere una tendenza minore a diventare obese, rispetto a quelle con un livello di istruzione inferiore. Infine, è allarmante l’aumento dei bambini ed adolescenti obesi, i quali rappresentano il 17% della categoria.

Seconda causa di morte

L’obesità è ormai diventato un problema prioritario tra gli obiettivi del governo statunitense, sia perché è considerata la seconda causa di mortalità evitabile, tra varie patologie quali l’ipertensione, il diabete (di tipo 2), le malattie cardiocircolatorie e alcuni tipi di cancro, sia perché incide notevolmente sulla spesa sanitaria (nel 2008 i costi associati all’obesità sono stati stimati complessivamente pari a 147 miliardi di dollari).

L’obesità è una malattia

Due settimane fa l’Associazione dei medici americani (AMA) ha riconosciuto l’obesità come una vera e propria patologia, riscuotendo il parere negativo di alcuni esperti, senza che tale decisione abbia ottenuto un vincolo legale. Così tutto d’un colpo, un terzo della popolazione americana è diventata malata di “obesità”. Questa decisione è nata poiché si vorrebbe obbligare la comunità medico-scientifica alla prevenzione e cura della “malattia”, spingendo alla diagnosi e alla comunicazione col paziente, cercando di creare un effetto discontinuo con il passato.

Judy German, consulente per la salute e benessere presso l’Executive Medicine del Texas teme che «le persone non si sentiranno più responsabili della loro condizione personale» . E si chiede «le persone obese incominceranno a non presentarsi a lavoro e a voler riscuotere la pensione d’invalidità? O citeranno qualsiasi ristorante che offra menù con piatti ipercalorici?»

Come valutare l’obesità

Oggigiorno, non esiste uno strumento valido a livello scientifico che possa calcolare il livello di obesità delle persone. Quindi, come può un medico procedere a diagnosticare l’insorgenza dell’obesità ad un paziente? Secondo l’opinione di alcuni medici, l’indice di massa corporea superiore a 30 potrebbe essere indicato come un campanello d’allarme per tutti coloro che sono considerati a rischio obesità, ma questo non è sempre vero, poiché ci sono tante persone che superano questo valore e vengono giudicate in perfetta salute. Grazie a questa decisione dell’AMA, le compagnie assicurative sanitarie saranno obbligate a rimborsare i medici per le attività svolte nella prevenzione e informazione sul problema dell’obesità.

Ma perché si diventa grassi?

Solo negli ultimi vent’anni l’America ha cominciato a considerare i “chili di troppo” come un problema serio. L’obesità è diventato un problema culturale negli Stati Uniti. Tra le principali cause dell’epidemia di obesità esiste il consumo su larga scala degli alimenti sofisticati, meno cari ma sicuramente qualitativamente più scadenti. L’industria alimentare ha di fatto rivoluzionato lo stile di vita e il modo di nutrirsi degli statunitensi.

Produciamo e mangiamo troppo cibo

Un terzo della nostra economia prospera nel rendere le persone malate e grasse. Le aziende agricole ad elevata produzione (Big Farming) producono più di 500 calorie a persona al giorno rispetto a 25 anni fa, perché vengono pagate per produrre cibo in eccedenza, anche quando non è necessario. Il grano (carboidrati) e la soia (grassi) vengono modificati in cibo industriale sofisticato e bevande zuccherate: tale combinazione di grassi, zucchero, sale è responsabile del creare dipendenza tra i loro consumatori. Questi alimenti di bassa qualità sono fortemente commercializzati ($ 30 miliardi) e consumati dalla popolazione in misura sempre maggiore, la quale ha raggiunto il tasso di obesità di circa 3 americani su 4.

Una catena di malattie

Più mangiamo, più diventiamo grassi. Più diventiamo grassi, più sviluppiamo malattie cardiache, diabete, cancro e una miriade di altre malattie croniche. Attualmente, un americano su dieci è diabetico. Nel 2050 un americano su tre sarà diabetico. Tanto più è malata la nostra popolazione, tanti più farmaci vengono venduti per il colesterolo alto, il diabete, l’ipertensione, la depressione, e molte altre malattie legati allo stile di vita. I profitti della Triade Tossica “Big Farming, Big Food, Big Pharma” stanno creando una nazione di cittadini malati e grassi. Questa struttura è integrata nel tessuto stesso della economia e della cultura americana. Potrebbe essere chiamata il complesso industriale medico, agricolo, alimentare, riconoscendola come la causa di “violenza strutturale” – l’insieme delle condizioni sociali, politiche, economiche e ambientali che favoriscono e promuovono lo sviluppo della malattia. Ma c’è un modo per trasformare la Triade tossica in una Triade della Salute?

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!