Il Dipartimento di scienze meccaniche ed ingegneria dell’Università dell’Illinois (USA) ha creato in laboratorio dei muscoli artificiali estremamente efficienti grazie a Continua a leggere
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E se Matrix in realtà fosse il mondo reale?
E se Matrix in realtà fosse la realtà reale ed il mondo “reale” fosse solo un modo che ha usato il terrorista pluri-ricercato Morpheus per intrappolare il povero Anderson-Neo (l’eletto, in originale “the one”)? Mi sto ovviamente riferendo al famoso film di fantascienza del 1999 “Matrix”, diretto dalle sorelle Lana e Lilly Wachowski.
Supereroe con una pillola
Il protagonista, Thomas A. Anderson (Keanu Reeves), aveva una vita da impiegato noiosa, solitaria e routinaria, poi in pochi giorni, un gruppo di hacker ricercati ed un po’ strambi… Continua a leggere
Niente più api: a sostituirle nei campi agricoli arrivano le api robot
Del problema della diminuzione (almeno in parte inspiegabile) del numero delle api e del numero sempre minore di impollinatori, se ne parla ormai da anni, ma che venissero in soccorso i robot, nessuno lo aveva ancora pensato… Continua a leggere
Fantascienza in medicina: diagnosi precoce grazie al “robot capsula”
Si può mettere un robot in una “capsula”? Per l’ingegner Pietro Valdastri, 40 anni, cervello italiano emigrato prima in Usa e poi in Gb, la risposta è sì. Lui, una cattedra in Robotica e sistemi autonomi all’University of Leeds, virtualmente ci è riuscito: con il suo gruppo di ricerca ha progettato due sistemi – di cui uno compatto, usa e getta e low cost – per la diagnosi precoce di Continua a leggere
Sesso: il sexy robot femminile e quello maschile con pene “bionico” [VIDEO]
Le bambole gonfiabili sono ormai preistoria. La frontiera moderna delle sexy-dolls, le bambole del sesso, è rappresentata da veri e propri robot dotati di intelligenza artificiale che parlano, imparano e soddisfano ogni desiderio sessuale.
A realizzare questi “avatar” è la Realbotix fondata dall’americano Matt McMullen (che vedete in foto accanto ad un sexy robot), che ha attualmente sul mercato modelli solo femminili il cui costo, a seconda degli optionale, varia da 12.000 a 15.000 euro l’uno. Come rivela il Daily Star, un famoso quotidiano online britannico, l’azienda statunitense quest’anno farà uscire anche una versione maschile dei robot sessuali, a cui deve ancora dare un nome. “Il suo pene bionico sarà meglio di qualsiasi vibratore – spiega McMullen – e grazie a una speciale funzione potrà durare tutto il tempo necessario”. Nel frattempo già sono disponibili modelli femminili davvero molto realistici, giudicate voi guardando il video in QUESTO LINK.
Le bambole del sesso realistiche, seppur non “robotiche”, esistono già da diversi anni e sembrano delle persone vere, ad esempio guardate qui: Questa è la donna dei tuoi sogni, ma NON è una donna! In realtà è…
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Chirurgia robotica cardiaca e toracica: primo intervento in Italia
Il 14 novembre scorso è stato effettuato all’Ospedale Universitario di Siena un intervento di chirurgia robotica cardiaca e toracica in contemporanea per la prima volta in Italia. L’intervento è stato inserito all’interno del programma di cardiochirurgia mininvasiva, coordinato dal dottor Gianfranco Lisi, insieme alla Uoc di Chirurgia toracica, diretta dal professor Piero Paladini.
Il prof. paladini ha spiegato: “Il paziente di 73 anni era affetto da una neoformazione polmonare e un’insufficienza mitralica severa, riscontrata durante gli accertamenti preoperatori per la patologia del polmone. Durante la stessa seduta operatoria è stato quindi risolto il problema cardiaco, con plastica della valvola mitrale, ed è stato asportato un lobo polmonare per l’altra patologia. L’utilizzo dell’approccio chirurgico robot-assistito combinato cardiaco e toracico non è mai stato eseguito prima. L’averlo proposto al nostro paziente consegue ad una consolidata attività robot-assistita in Chirurgia toracica, con oltre 120 procedure eseguite, cui si associa un’innovativa esperienza nella cardiochirurgia robotica, in particolare nella correzione dei vizi valvolari mitralici. Operare in queste condizioni così innovative e stimolanti rappresenta una sinergia di alto livello a elevata specializzazione nella nostra realtà sanitaria regionale e nazionale”.
Gli interventi sono stati eseguiti al termine di una lunga e complessa fase di preparazione. Il paziente ha trascorso le prime 48 ore in Terapia intensiva cardiotoracica, diretta dal dott. Luca Marchetti, ed è stato successivamente trasferito in reparto dove la degenza è proseguita regolarmente senza alcuna complicanza e con un rapido e pieno recupero della funzione cardiaca e respiratoria. Il paziente sta bene ed è orgoglioso di essere stato il primo ad aver subito una operazione così all’avanguardia.
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Il mondo dei robot – Westworld (1973): trama e recensione del film
Un film di Michael Crichton, con James Brolin, Yul Brynner, Richard Benjamin, Victoria Shaw, Norman Bartold. Titolo originale Westworld. Fantascienza, durata 88 min. – USA 1973
Trama senza spoiler
Siamo nell’anno 2000, un parco divertimenti di nome Delos propone ai clienti di vivere tre diverse esperienze in altrettante epoche storiche. Il parco è infatti diviso in tre sezioni: RomaWorld (in italiano reso con l’improbabile Romamundia), ambientata al tempo dell’Impero Romano e presentata come un epoca di “moralità allo sfacelo”; MedievalWorld (Medievonia), ambientata invece in un medioevo romantico; WestWorld (Westernlandia), con una scenografia prettamente americana dell’epoca del vecchio west, che promette ai turisti “violenza sfrenata”. A intrattenere gli ospiti provvedono dei sofisticati robot quasi indistinguibili dagli esseri umani e che offrono loro la possibilità di cimentarsi in duelli, rapine, risse da saloom, giostre medievali, non tralasciando l’aspetto più pruriginoso con avventure erotiche, se non vere e proprie orge. Tutto questo senza che nulla di male possa accadere ai visitatori. I robot infatti possono essere “uccisi” (venendo poi riparati e reinseriti nelle attrazioni), ma essi non possono nuocere ai veri esseri umani. Questo almeno fin quando una serie di guasti inizieranno a determinare strani comportamenti dei robot.
Recensione
“Il mondo dei robot” rappresenta l’ottimo esordio alla regia del celebre Michael Crichton quando ancora non era diventato il famoso “sacerdote dell’high concept” (definizione coniata da Steven Spielberg) quale è oggi ricordato. Fino ad allora aveva all’attivo una serie di libri scritti sotto pseudonimo e due romanzi di fantascienza, Andromeda (1969) e Il terminale uomo (The Terminal Man, 1972), il primo tradotto in film nel 1970 su sceneggiatura dello stesso autore e per la regia del veterano Robert Wise (The Terminal Man verrà invece adattato per lo schermo nel 1974). Con già qualche esperienza come soggettista e sceneggiature, Crichton decide di calarsi anche nei panni di regista, ma ebbe non pochi problemi per farsi accettare il progetto dalla casa di produzione, la MGM, poco propensa a impegnare tempo e fondi per un esordiente. Il film viene infatti girato in sole sei settimane e con pochissimi effetti speciali, cosa favorita anche da un’ambientazione da classico film western. Il film si focalizza su due amici, John e Peter, che decidono di passare una vacanza nell’ambiente western (WestWorld, da cui il nome originale del film) e che – tra scazzottate nei saloon ed evasioni dalla prigione – si trovano a sfidare più volte un pistolero dalle fattezze di Yul Brynner (interpretato dallo stesso attore) così come appariva nel film I magnifici sette (The Magnificent Seven, 1960) di John Sturges. Ogni giorno li sfida regolarmente a duello, venendo come da programmazione ucciso, ed altrettanto regolarmente tornando il giorno dopo a riproporre il copione.
SPOILER! (anche se è un film di 44 anni fa, non è detto che tutti lo abbiano già visto!)
Nell’ultimo duello, proprio quando la cosa cominciava a stancare i due amici, il pistolero uccide John per davvero davanti all’attonito amico. Peter, dopo lo smarrimento iniziale, fugge e inizia così una spietata caccia da parte del pistolero attraverso tutti gli ambienti del futuristico Luna Park ormai allo sfacelo. Mentre gli altri automi uno alla volta si arrestano per esaurimento energetico, il pistolero continua a lungo il suo inseguimento fino negli ambienti tecnici del luna park (vedi foto in alto), essendo un nuovo modello potenziato, fino al conclusivo duello vinto da Peter con l’aiuto di acido e fuoco.
FINE SPOILER
Westworld è indubbiamente un’opera consigliata e sicuramente uno dei migliori film sull’argomento robot e androidi, precursore e ben inserito nel panorama della fantascienza cinematografica adulta degli anni settanta prima della rivoluzione contenutistica portata al genere da Guerre Stellari (Star Wars, 1977). La tensione, il ritmo e l’atmosfera fredda come gli occhi dell’androide interpretato da Brynner, tengono lo spettatore inchiodato alla metaforica poltrona. Inquietanti le avvisaglie del malfunzionamento dei robot (come quando una cortigiana-robot di MedievalWorld non accondiscende ai desideri sessuali di un turista e lo schiaffeggia, o altre scene dove i robot non si trattengono più e fanno del male ai visitatori), così come è inquietante l’incedere implacabile e inarrestabile del pistolero in abito nero durante la caccia all’uomo, servito quasi certamente da modello per quello del cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger nel Terminator di James Cameron (1984). Inseguimento arricchito dalle immagini in soggettiva dell’assassino (una delle poche che presentino un qualche effetto speciale), non una novità per il cinema, questo tipo di ripresa si già vista in precedenza in altri film, come ad esempio in alcune opere dei nostri Mario Bava e Dario Argento, ma qui usata prima che John Carpenter e il suo Halloween (1978) la sdoganasse facendola diventare pratica usuale in un certo tipo di film prevalentemente horror. Ma ad apparire ancora più inquietante è l’assunto di base di un luogo di divertimento dove è possibile cedere alle proprie pulsioni più basse senza paure di conseguenze perché indirizzate verso entità artificiali ma molto somiglianti agli esseri viventi.
Il film ricorda un altro lavoro di Crichton realizzato circa vent’anni dopo, il romanzo Jurassic Park (1990). Un altra cattedrale del divertimento occidentale, un Luna Park high tech con i dinosauri al posto dei robot, ma con la stessa propensione a uscire dai binari imposti dall’essere umano. Come altri film sugli androidi e di fantascienza in generale, anche questo si interroga sullo sfruttamento delle nuove tecnologie e sul loro potere di replicare la realtà, rendendo difficile identificare il naturale dall’artificiale, artificiale che difficilmente starà buono a fare i compiti che gli sono stati assegnati (Matrix vi ricorda qualcosa?). Altro discorso è quello dell’invadenza silenziosa dei tecnici del parco che guardano in maniera quasi voyeuristica, entrando e registrando con le loro telecamere nascoste le esperienze dei vari visitatori, tema quantomai attuale nell’epoca di internet e dei reality, ma tutt’altro che scontato negli anni settanta.
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Curiosità sul film
Il soggetto fu rifiutato da tutte le compagnie cinematografiche: solo la MGM era interessata al soggetto, ma impose drastici tagli agli effetti speciali, concedendo a Crichton solo 6 settimane di tempo. Durante le riprese, un colpo a salve ustionò la cornea di Yul Brynner, che dovette rinunciare a portare le lenti a contatto lucide che davano lo sguardo speciale al robot del suo personaggio, così la produzione si dovette fermare per diverse settimane. Il film fu realizzato in anamorfico Panavision. L’unico effetto al computer fu quello ottenuto da John Whitney (esperto di effetti speciali) con le immagini in soggettiva del Robot/Brynner. Questo procedimento, molto difficoltoso per l’epoca, richiese mesi di lavoro per poche decine di secondi di girato. Finite le riprese, il primo montaggio a detta della produzione era un disastro e non distribuibile. Venne così chiamato David Bretherton (premio Oscar per Cabaret) e con l’apporto di nuove scene il film fu pronto per la distribuzione. Nonostante questo i dirigenti della MGM non erano soddisfatti del lavoro svolto ma fecero uscire ugualmente il film, che a dispetto di tutto ebbe un grande successo commerciale. Nonostante il contenuto palesemente fantascientifico (non sono ancora stati realizzati androidi con le capacità ipotizzate nel film, anche se siamo sulla buona strada), il tono cupamente drammatico che aleggia fin dall’inizio sul film lo rende inquietante anche oggi: vent’anni prima di Jurassic Park ed ancor più tempo prima di Matrix, lo spettatore è disturbato dal pensiero che una macchina creata dall’uomo possa prenderne il sopravvento, e non basta il – tutto sommato – finale positivo a rassicurarlo, perché il fatto che la ribellione sia accaduta una volta non esclude che possa ripetersi (cosa che avviene nel seguito). Crichton rielabora il tema classico della ribellione delle macchine mettendola in relazione con la complessità dei sistemi informatici, introducendo numerosi elementi che saranno poi citati in opere successive dello stesso genere (fra tutte Terminator), come l’idea di macchine progettate da macchine, che suggerisce un processo evolutivo che può andare fuori controllo e rivoltarsi contro gli esseri umani. Anche esplicitamente citata in Terminator è la sequenza finale dell’inseguimento, con riprese in soggettiva dal punto di vista del robot e la distruzione progressiva del robot (in particolare del suo volto) che ne rivela le interiora meccaniche e la sostanziale alienità.
Il film è rimasto fortemente impresso nella cultura popolare – soprattutto americana – ed è ampiamente citato; si pensi per esempio alla band britannica Westworld o ai numerosi riferimenti al film nella serie animata I Simpson e Futurama. Anche un episodio di Scooby Doo è esplicitamente ispirato all’ambientazione e alla trama di questo film.
Il film ebbe un seguito nel 1976: Futureworld – 2000 anni nel futuro diretto da Richard T. Heffron Peter Fonda e Blythe Danner (con anche la presenza di Yul Brynner), film sicuramente godibilissimo e consigliato per i tanti fan del primo film e per gli appassionati di fantascienza in generale. Nel 1980 fu anche realizzata una miniserie di 5 puntate Alle soglie del futuro (Beyond Westworld); nel 2016 la HBO ha prodotto la serie Westworld – Dove tutto è concesso (Westworld), basato in parte sul film, una serie molto godibile in virtù dell’alto livello recitativo degli attori, delle splendide scenografie e degli effetti speciali decisamente sorprendenti.
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Non trova una donna disposta a stare con lui, costruisce un robot e la sposa: “invecchieremo insieme”
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