La pH-metria esofagea e gastrica (in inglese “esophageal pH monitoring” o “gastrosophageal pH monitoring“) è un esame diagnostico utilizzato in medicina per monitorare il pH del lume dello stomaco e/o dell’esofago. Il pH di stomaco ed esofago è espressione diretta dell’acidità contenuta in tali organi e per questo motivo la pH-metria gastroesofagea è il gold standard per la diagnosi della malattia da reflusso gastroesofageo, per valutarne la gravità e monitorare la risposta all’eventuale trattamento farmacologico o chirurgico intrapreso. Il test consiste nell’inserimento di un sondino nasogastrico, alla cui estremità è collegato un elettrodo. La versione attualmente in uso della pH-metria esofagea e gastrica è la pH-metria 24H che prevede un monitoraggio prolungato per 24 ore, del pH nel lume gastrico ed esofageo.
Valori normali e patologici
Solitamente il pH esofageo è tra 6 e 7: valori al di sotto di 6 indicano un ambiente più acido nel normale, mentre valori al di sotto di 7 indicano un ambiente più basico del normale.
A che cosa serve?
La pH-metria permette di rilevare il pH e quindi l’acidità all’interno del lume di stomaco ed esofago. E’ importante sapere se l’acidità in tali organi è normale o patologica poiché l’eccessiva acidità del contenuto esofageo e gastrico è implicata nell’insorgenza di numerose patologie, come erosioni ed ulcerazioni della mucosa dello stomaco. Grazie alla pH-metria gastroesofagea è possibile inoltre valutare:
- il grado ed il tempo di esposizione dell’esofago al reflusso acido proveniente dallo stomaco;
- l’intervallo di tempo impiegato dall’organo per “ripulirsi” dall’acido gastrico;
- la relazione tra insorgenza dei sintomi e l’assunzione di pasti.
Grazie a tutte queste informazioni, la pH-metria permette quindi al medico non solo di diagnosticare una malattia gastroesofagea, ma anche di stabilire il trattamento (farmacologico o chirurgico) più adatto per il paziente e – successivamente – valutare periodicamente il grado di efficacia della terapia intrapresa.
Per quali malattie è indicata?
La pH-metria esofagea e gastrica viene richiesta dal medico qualora si sospetti una patologia che alteri il fisiologico pH dell’esofago o dello stomaco, o comunque nella diagnosi differenziale di una patologia correlata ad alterata funzione esofagea/gastrica, tra cui:
- reflusso gastroesofageo;
- esofagiti (ad esempio esofagite da reflusso);
- gastrite;
- ulcera peptica;
- acalasia esofagea;
- spasmo esofageo diffuso;
- atresia esofagea;
- esofago di Barrett;
- ernia iatale;
- discinesie dell’esofago idiopatiche ed aspecifiche (alterazioni della motilità esofagea con causa non identificata);
- varie malattie sistemiche come collagenopatie, sclerosi sistemica, patologie neuromuscolari, patologie multiorgano.
Per quali sintomi è indicata?
La pH-metria esofagea e gastrica può essere utile qualora il paziente presenti sintomi e segni che possono essere correlati ad una alterazione della motilità esofagea, tra cui:
- vomito gastrico frequente;
- frequenti reflussi acidi con sensazione acida in bocca non correlati ad “abbuffata”;
- disfagia (difficoltà alla deglutizione);
- odinofagia (dolore alla deglutizione);
- pirosi retrosternale (bruciore dietro lo sterno);
- nodo alla gola;
- bruciore di stomaco;
- dolore toracico;
- dispepsia (cattiva digestione);
- percezione di risalita di materiale acido lungo l’esofago;
- raucedine.
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pH-metria: come si esegue
La pH-metria viene eseguita in regime ambulatoriale, su paziente collaborante e a digiuno da almeno 12 ore; la presenza di cibo nello stomaco impedirebbe infatti l’adeguata valutazione del reflusso e potrebbe provocare vomito. Per lo stesso motivo, nei giorni che precedono l’esame è necessario sospendere l’assunzione di tutti quei farmaci in grado di inficiarne i risultati (a volte anche per 5-10 giorni); tra questi ricordiamo gli antiacidi, i procinecitici, gli alginati, gli anticolinergici, i miorilassanti, i nitrati, i calcio antagonisti, gli inibitori della pompa protonica e gli H2 antagonisti.
Durante la pH-metria, un sondino in gomma viene infilato nella narice del paziente e fatto scendere sino al termine dell’esofago o nel lume dello stomaco; durante la procedura il paziente rimane seduto su un lettino e viene invitato a deglutire ripetutamente piccoli sorsi d’acqua in modo da favorire la discesa della sonda. Per valutare il reflusso gastroesofageo tale discesa verrà arrestata a circa 5 centimetri dallo sfintere esofageo inferiore (pH-metria intraesofagea), mentre per indagare lo stato di salute dello stomaco verrà fatta proseguire fino al raggiungimento del lume gastrico (pH-metria gastrica). L’esame, sostanzialmente, non è doloroso e al più provoca sensazioni fastidiose al passaggio del sondino nella gola; per questo motivo, prima di procedere, viene spruzzata una piccola quantità di anestetico in spray (xylocaina) in una narice del paziente.
Raggiunta la sede anatomica desiderata, il tratto di sonda che fuoriesce dal naso viene fissato con alcuni cerotti (vedi figura) e collegato ad un registratore portatile. All’altro capo del sondino, grazie all’ausilio di un elettrodo collegato a tale estremità, vengono rilevati i valori di pH, puntualmente trasmessi al registratore. Il giorno successivo tutta l’apparecchiatura viene tolta senza alcun dolore o fastidio; i dati registrati nelle 24 ore vengono quindi analizzati al computer e confrontati con le informazioni annotate dal paziente (viene generalmente chiesto di riportare su un apposito diario gli orari di inizio e fine pasto, le variazioni posturali, le pause di riposo ed i periodi di insorgenza di eventuali sintomi). In alcuni casi sul sondino vengono montati due minielettrodi per captare e registrare le oscillazioni di pH in due sedi diverse (ad esempio 5 centimetri sopra e 5 centimetri dopo lo sfintere esofageo inferiore; in questo modo è possibile valutare reflussi non solo acidi, ma anche alcalini).
Come comportarsi durante le 24 ore?
Dopo che l’apparecchio è stato montato è preferibile NON guidare e farsi accompagnare a casa da un assistente. A casa il paziente può comportarsi normalmente, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni mediche per non compromettere l’esito dell’esame. Il soggetto non dovrà cambiare le sue abitudini quotidiane, tuttavia dovrebbe evitare gli sforzi eccessivi e gli alimenti e bevande molto acidi, molto caldi e/o difficili da digerire.
La pH-metria è fastidiosa o dolorosa?
La pH-metria esofagea e grazie, anche grazie all’uso di un anestetico locale, non è un esame doloroso, tuttavia può essere certamente considerato un esame lievemente fastidioso a causa dell’inserimento del catetere nella narice, soprattutto se il paziente è un bambino e/o se è particolarmente ansioso e con basso livello di sopportazione del fastidio. In genere i pazienti riferiscono la sgradevole ma sopportabile sensazione di corpo estraneo in gola o in torace, come un boccone di cibo rimasto bloccato. I pazienti più ansiosi possono riportare una sensazione di mancanza d’aria, come di soffocamento, specie durante l’inserimento del catetere. Il rischio di fastidi a livello del naso e della gola, aumentano in presenza di paziente con ipertrofia delle adenoidi e deviazioni del setto nasale.
Effetti collaterali
La pH-metria gastroesofagea può occasionalmente procurare:
- nausea;
- conati di vomito;
- vomito;
- lipotimia (sensazione di improvvisa debolezza ma di breve durata, non accompagnata dalla completa perdita dello stato di coscienza);
- dispnea (difficoltà respiratorie);
- disfagia (difficoltà alla deglutizione);
- odinofagia (dolore alla deglutizione);
- lacrimazione;
- tosse;
- epistassi (sangue dal naso);
- broncospasmo;
- svenimento.
La maggioranza di tali sintomi e segni diminuiscono seguendo le indicazioni fornite dal medico e comunque regrediscono rapidamente al termine dell’esame.
Rischi
La pH-metria gastroesofagea è un esame di routine e del tutto sicuro. I possibili rischi includono reazioni allergiche a sostanze e/o materiali usati durante l’esame, infezioni, esofagiti, emorragie, crisi vagali o trigeminali, perforazione di un diverticolo, lesioni varie causate dal catetere (molto raro). I rischi di una pH-metria gastroesofagea diminuiscono notevolmente se il paziente collabora seguendo con attenzione le indicazioni del medico.
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Controindicazioni
La pH-metria gastroesofagea potrebbe essere controindicata in pazienti:
- non collaboranti (ad esempio alcuni pazienti psichiatrici);
- con stato mentale alterato;
- che non possono capire o seguire le istruzioni del medico;
- allergici a sostanze e materiali usati;
- con stenosi della faringe o dell’esofago (ad esempio in caso di tumori);
- con patologie cardiache gravi e non trattate (la manometria può determinare una stimolazione vagale che interferisce con l’attività cardiaca);
- con patologie polmonari gravi e non trattate;
- con coagulopatie gravi e non trattate (rischio di emorragie anche mortali in caso di lesioni).
In questi casi, il medico potrebbe valutare la possibilità di rinviare l’esame o sostituirlo – se possibile – con altro esame.
L’esame è controindicato in presenza di gravi patologie cardiovascolari o respiratorie; tutto sommato, comunque, è una procedura sicura, che solo in una piccolissima parte di pazienti può determinare complicanze legate ad allergie verso l’anestetico (per questo è importante riferire al personale sanitario eventuali episodi allergici da contatto con anestetici).
Esami associati
In base alla patologia sospettata, alla pH-metria esofagea e gastrica, possono essere associati altri esami, tra cui:
- esofagogastroduodenoscopia EGDS;
- laringoscopia diretta e indiretta;
- esofagoscopia;
- broncoscopia;
- colangiopancreatografia retrograda (ERCP);
- misurazione del tempo di deglutizione;
- test del respiro (breath test);
- radiografia del torace;
- radiografia dell’esofago con studio del transito esofageo (con mezzo di contrasto);
- ecografia dell’addome;
- manometria esofagea standard;
- manometria esofagea H24;
- manometria esofagea ad alta risoluzione (HRM);
- biopsia.
L’integrazione dei risultati della pH-metria, con uno o più tra gli esami qui elencati, permette al medico una valutazione più completa della fisiopatologia dell’esofago, della sua funzionalità motoria, e dell’entità ed intensità degli eventuali reflussi acidi.
Prezzo
Il costo di una pH-metria esofagea e gastrica 24H in un ambulatorio privato è molto variabile, ma generalmente oscilla tra 150 e 300 euro.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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