Ghiandole salivari ingrossate: sintomi, cause, come si curano

blood cell types

blood cell types

Le ghiandole salivari producono un litro circa di saliva ogni giorno. La saliva svolge un ruolo importante nella lubrificazione della bocca, favorisce la deglutizione, contrasta la proliferazione di agenti microbici nel cavo orale e contribuisce alla digestione del cibo. Le tre principali coppie di ghiandole salivari sono: le parotidi, le sottomandibolari, le sottolinguali.
In presenza di un problema a carico delle ghiandole salivari o dei suddetti dotti, è possibile l’insorgenza di sintomi quali gonfiore delle ghiandole salivari, secchezza delle fauci, dolore, febbre e drenaggio di gusto sgradevole in bocca.

Leggi anche:

Cause di ingrossamento delle ghiandole salivari
Esistono molti problemi differenti in grado di interferire con la funzionalità delle ghiandole salivari od ostruire i dotti compromettendo il regolare drenaggio salivare. Quelli che andremo ad elencare qui di seguito sono alcuni dei problemi più comuni delle ghiandole salivari:

  • Calcoli salivari o scialoliti (scialolitiasi). Sono la causa più comune di gonfiore a carico delle ghiandole salivari. Si tratta di accumuli di depositi di saliva cristallizzata. Talvolta, i calcoli salivari possono arrivare ad ostruire il flusso salivare. Quando la saliva non è in grado di fuoriuscire attraverso i dotti, reflua nella ghiandola causando dolore e gonfiore. Il dolore in genere è intermittente, viene percepito ad una sola ghiandola e si aggrava in modo progressivo. Se l’ostruzione non viene risolta, la ghiandola rischia di infettarsi.
  • Infiammazione delle ghiandole salivari o scialoadenite. L’infezione batterica delle ghiandole salivari, più comunemente delle ghiandole parotidi, può insorgere in presenza di ostruzione a carico dei dotti presenti nella bocca. La scialoadenite crea una protuberanza dolorosa nella ghiandola e un drenaggio purulento di sapore sgradevole nella bocca. La scialoadenite è più comune negli adulti più anziani che presentano calcoli salivari, ma può insorgere anche nei neonati durante le prime settimane dopo la nascita. Se non trattate, le infezioni delle ghiandole salivari possono causare forte dolore, febbre alta e ascesso.
  • Infezioni. Le infezioni virali (come parotite, influenza e altre) possono causare gonfiore a carico delle ghiandole salivari. Il gonfiore interessa le ghiandole parotidi ad entrambi i lati del viso, conferendo al paziente un aspetto del viso particolare. Il gonfiore delle ghiandole salivari è comunemente associato alla parotite e si verifica in circa il 30%-40% delle infezioni da parotite. In genere, ha inizio 48 ore circa dopo l’insorgere di altri sintomi, quali febbre e mal di testa. Altre malattie virali che causano gonfiore a carico delle ghiandole salivari includono il virus di Epstein-Barr (EBV), citomegalovirus (CMV), Coxsackie virus e il virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Le infezioni batteriche in genere causano un gonfiore unilaterale. Altri sintomi, come febbre e dolore, accompagneranno tale gonfiore. In genere, i batteri responsabili sono quelli normalmente presenti nella bocca, così come i batteri stafilococco. Queste infezioni colpiscono con maggiore frequenza la ghiandola parotide. Disidratazione e malnutrizione aumentano il rischio di contrarre una infezione batterica.
  • Cisti. Lo sviluppo di cisti nelle ghiandole salivari può verificarsi nel caso in cui lesioni, infezioni, tumori o calcoli salivari ostruiscano il flusso salivare. Alcuni bambini nascono con cisti nella ghiandola parotide a causa di un problema nello sviluppo delle orecchie. Può apparire come una vescicola o un’area morbida rialzata. Le cisti possono interferire con normali attività, come mangiare e parlare.
  • Tumori. Diverse tipologie di tumori possono colpire le ghiandole salivari. Possono essere maligni o benigni. I due tumori più comuni sono adenoma pleomorfo e tumore di Warthin. L’adenoma pleomorfo colpisce più comunemente le ghiandole parotidi, ma può interessare anche la ghiandola sottomandibolare e le ghiandole salivari minori. Il tumore di solito è indolore e si sviluppa lentamente. L’adenoma pleomorfo è di natura benigna ed è più comune nelle donne che negli uomini. Anche il tumore di Warthin è benigno e colpisce la ghiandola parotide. Può svilupparsi su ambedue i lati del viso e colpisce più gli uomini che le donne. Sebbene la maggior parte dei tumori delle ghiandole salivari sia benigna, alcuni di essi possono essere tuttavia maligni. Le neoplasie maligne includono carcinoma mucoepidermoide, carcinoma adenoide cistico, adenocarcinoma, adenocarcinoma polimorfo a basso grado e tumore misto maligno.
  • Sindrome di Sjögren. Si tratta di una malattia cronica autoimmune in cui le cellule del sistema immunitario attaccano le ghiandole salivari e altre ghiandole esocrine, causando l’insorgenza di secchezza delle fauci e secchezza oculare. Circa la metà dei soggetti affetti da questa sindrome presenta anche un ingrossamento delle ghiandole salivari su ambedue i lati della bocca, in genere indolore.

Leggi anche:

Trattamento delle ghiandole salivari ingrossate
Il trattamento dei problemi delle ghiandole salivari dipenderà dalla causa. In caso di calcoli e altre ostruzioni a carico dei dotti, il trattamento spesso ha inizio con misure quali rimozione manuale dei calcoli, impacchi caldi o caramelle acide per aumentare il flusso salivare. Se tali semplici misure non dovessero alleviare il problema, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione e/o la ghiandola colpita.
La chirurgia di solito è necessaria per rimuovere tumori benigni e maligni. Alcuni tumori benigni vengono trattati mediante radioterapia per evitare che possano ripresentarsi. Alcune neoplasie maligne richiedono l’impiego di radioterapia e chemioterapia. Il ricorso alla chirurgia può essere necessario anche in caso di cisti di grandi dimensioni.
Altri problemi possono essere trattati mediante terapia farmacologica. Per esempio, le infezioni batteriche vengono trattate con gli antibiotici. I farmaci possono essere prescritti anche in caso di secchezza delle fauci.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!

Sindrome temporo-mandibolare: cause, sintomi, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE ATM MANDIBOLA MASCELLA ANATOMIA FUNZIONI FISIOLOGIALa sindrome temporo-mandibolare è un disturbo che interessa l’articolazione omonima che collega l’osso temporale del cranio alla mandibola oppure i muscoli e i legamenti a supporto. L’articolazione temporo-mandibolare deve essere perfettamente allineata in modo da favorire la corretta masticazione; nei casi in cui non è presente un corretto allineamento, i muscoli e i legamenti a supporto si sforzano per compensare i movimenti errati e viene danneggiata tutta l’articolazione. Tra le cause più accrediatate che possono provocare la patologia vi sono: artrosi dell’articolazione, traumi della mandibola, traumi al collo e altre cause che analizzeremo nel prossimo paragrafo. I pazienti colpiti dalla patologia mostrano una certa difficoltà nell’apertura della bocca accompagnata da schiocchi, blocchi improvvisi e scricchiolii. Esistono diversi trattamenti medici per alleviare il dolore e la tensione muscolare e tra questi sono consigliate anche delle sedute di Agopuntura.

Cause e fattori di rischio

Le cause che spesso provocano la sindrome temporo-mandibolare sono:

  • trauma alla mandibola;
  • trauma al collo;
  • trauma alla testa;
  • artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare;
  • malocclusione;
  • otturazione eseguita male;
  • protesi dentale eseguita male;
  • dislocazione articolare;
  • digrignamento notturno dei denti.

Leggi anche: Alitosi: il tipo di odore del tuo alito cattivo rivela la patologia che hai

Sintomi e segni

La sindrome temporo-mandibolare si caratterizza per la difficoltà ad aprire correttamente la bocca. Spesso la bocca si può bloccare in una determinata posizione provocando dolori improvvisi, scricchiolii, schiocchi e blocchi momentanei. Oltre a ciò possono manifestarsi altri sintomi come:

  • mal di testa;
  • mal di denti;
  • cefalea;
  • dolore al collo;
  • dolore al viso;
  • dolore alle orecchie;
  • vertigini;
  • ronzii;
  • muscoli mandibolari indolenziti.

Leggi anche: Malocclusione dentale di 1° 2° e 3° grado: cause, sintomi, diagnosi, cure

Diagnosi

Per diagnosticare la sindrome che colpisce l’articolazione temporo-mandibolare è necessario effettuare:

  • anamnesi (raccolta delle informazioni del paziente, delle sue abitudini alimentari, di altre patologie, dei suoi sintomi…);
  • esame obiettivo (osservazione della zona interessata e raccolta dei segni);
  • indagini di laboratorio come analisi del sangue;
  • indagini strumentali come radiografia, TC o risonanza magnetica dell’articolazione.

Leggi anche: Denti più bianchi e più sani: i cibi e le bevande consigliati e quelli da evitare

Terapie

Per trattare il dolore è consigliato assumere: aspirine, FANS e miorilassanti. Poi è necessario utilizzare un Bite (apparecchio in resina che si appoggia sull’arcata dentaria superiore o inferiore) per evitare di digrignare i denti. Per alleviare la tensione muscolare, i dolori e il mal di testa è consigliato effettuare delle sedute di Agopuntura. E’ consigliato preferire cibi morbidi ai cibi croccanti. Nei casi in cui è presente una malformazione anatomica dell’articolazione, può essere opportuno l’intervento chirurgico.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Differenza tra mascella e mandibola: sono sinonimi?

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA MASCELLA MANDIBOLA OSSA CRANIO MASCELLONE ATM ARTICOLAZIONE TEMPOR MANDIBOLARE MANGIARE PARLARE BOCCA DENTI.jpgNel linguaggio di tutti i giorni si usano i termini “mandibola” e “mascella” come se fossero dei sinonimi. Ma è davvero così? In realtà usare mandibola e mascella come se fossero sinonimi è un errore grossolano, purtroppo molto diffuso in Italia, dove ad esempio si usa la parola “mascellone” riferito ad una persona che ha – in realtà – una grossa mandibola e non una grossa mascella. Il termine corretto sarebbe quindi “mandibolone”. Ma dov’è la differenza? Come riportato nell’immagine in alto, dove le due ossa sono evidenziate in giallo, i due termini si riferiscono a due regioni anatomiche ben distinte:

  • la mandibola è un osso che forma l’impalcatura inferiore della bocca. Ospita, nell’arcata alveolare, i denti inferiori ed è l’unica parte mobile della faccia, grazie alla potente azione dell’articolazione temporo mandibolare (ATM).
  • la mascella è un osso che forma invece l’impalcatura superiore della bocca ed ospita l’arcata dentaria superiore. A differenza della mandibola, la mascella è un osso fisso, per cui non si muove con l’apertura e chiusura della bocca.

Il fatto che la mandibola sia spesso indicata come mascella inferiore, e che la mascella sia spesso indicata come mascella superiore, è un altro errore tipico, che alimenta ulteriormente la confusione tra i due termini.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

 

Dolore alla mandibola: cause e sintomi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE DENTI DA LATTE DECIDUI PERMANENTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari AnoIl dolore alla mandibola, nell’uso comune chiamata erroneamente “mascella”, è caratterizzato dalla percezione di dolore o disagio a carico della regione mandibolare. Quest’ultima include la mandibola, spesso indicata come osso mandibolare, l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) ed i tessuti molli circostanti. L’articolazione temporo-mandibolare è preposta alla giunzione fra la mandibola e l’osso temporale del cranio. E’ una delle articolazioni maggiormente utilizzate nel corpo umano, si pensi solo alla masticazione o alla fonazione (parlare).
A seconda della causa sottostante, il dolore alla mandibola può insorgere improvvisamente o in modo graduale. L’individuo può sperimentare un dolore sordo o un dolore talmente intenso da rendere difficoltosa l’apertura della bocca per mangiare. Il dolore sperimentato può essere causato da diverse attività, come mangiare, deglutire o semplicemente toccare la regione mandibolare (come in caso di nevralgia del trigemino).
Una delle cause più comuni è lo stress a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, che può comportare l’insorgenza di disordini a carico di quest’ultima. Tale articolazione è posizionata bilateralmente (ovvero, ad ambedue i lati della testa) di fronte all’orecchio ed è circondata da muscoli, tendini, legamenti e altri tessuti molli. I disordini dell’articolazione temporo-mandibolare (TMD) possono essere causati da usura, lesioni o malattie a carico dell’articolazione e dei tessuti molli circostanti.
Il dolore alla mandibola può anche essere un segno di altre malattie, disturbi e condizioni. Tale tipologia di dolore può essere causata da condizioni di entità relativamente lieve (come il digrignamento dei denti) o da condizioni più gravi, tra cui artrite reumatoide, infezioni e nevralgia. Il dolore alla mandibola viene considerato anche uno dei campanelli di allarme in caso di attacco cardiaco.
In caso di dolore alla mandibola combinato a dolore toracico o a dolore che si irradia al braccio e alla spalla, sudorazione o fiato corto, è possibile l’insorgenza di un attacco di cuore. Si tratta di una emergenza medica che richiede cure immediate (chiamare il 118).

Sintomi
A seconda della malattia, del disturbo o della condizione sottostanti, il dolore alla mandibola può essere accompagnato da altri sintomi. La condizione può interessare anche sistemi del corpo che apparentemente sono estranei alla regione mandibolare. Per esempio, l’individuo può sperimentare l’insorgenza di febbre se il dolore alla mandibola è dovuto ad una infezione o ad un processo infiammatorio.

Il dolore alla mandibola può insorgere in concomitanza con altri sintomi, tra cui:

  • capogiri;
  • dolore all’orecchio;
  • stanchezza a carico della regione facciale;
  • febbre;
  • mal di testa;
  • capacità ridotta o limitata di aprire la bocca ampiamente;
  • dolore al collo;
  • suono simile ad uno schiocco durante la masticazione o mentre si sbadiglia;
  • dolore alla spalla;
  • gonfiore nella zona circostante la mandibola o il viso;
  • sensazione di intorpidimento alla lingua;
  • mal di denti.

In alcuni casi, il dolore alla mandibola può insorgere in combinazione con altri sintomi che potrebbero essere indice di una condizione estremamente grave (come un attacco di cuore) che necessita di essere valutata celermente nell’ambito di un contesto di emergenza. I sintomi che possono indicare la presenza di una condizione estremamente grave includono:

  • dolore toracico o senso di oppressione che si estende al braccio, alla spalla, al collo e alla mandibola;
  • difficoltà respiratoria;
  • difficoltà a deglutire;
  • mandibola bloccata;
  • nausea e vomito;
  • sudorazione.

Leggi anche:

Cause
Il dolore alla mandibola può essere un sintomo di una serie di malattie, disturbi e condizioni diverse. In caso di dolore a carico di uno o ambedue i lati della testa di fronte alle orecchie, è possibile la presenza di un disordine dell’articolazione temporo-mandibolare (TMD). I disordini a carico dell’articolazione temporo-mandibolare sono caratterizzati da dolore, dolorabilità e difficoltà ad aprire la bocca. Possono essere causati da abitudini comportamentali (come il digrignare i denti), allineamento improprio dei denti o del morso (malocclusione) e dall’usura correlata all’età dell’articolazione e del disco che ammortizza l’articolazione stessa. L’insorgenza di dolore mandibolare e articolare può essere dovuta a condizioni più gravi, quali artrite reumatoide e nevralgia.

Il dolore alla mandibola può essere segno di processi infiammatori, infettivi e autoimmuni, tra cui:

  • usura dell’articolazione mandibola e dei tessuti circostanti dovuta legata all’età;
  • disallineamento mandibolare;
  • lussazione o frattura mandibolare;
  • osteoartrite;
  • osteomielite (infezione ossea);
  • osteonecrosi a carico della mascella/mandibola (riduzione dell’afflusso di sangue ad una zona dell’osso mandibolare che solitamente insorge negli individui che assumono farmaci bifosfonati atti a trattare l’osteoporosi).
  • artrite reumatoide
  • sinusite;
  • digrignamento dei denti;
  • disordini dell’articolazione temporo-mandibolare;
  • tetano.

Leggi anche:

Il dolore alla mandibola può essere un segno di varie condizioni dentali ed endodontiche, tra cui:

  • alveolite secca, definita anche osteite alveolare (infezione post-estrattiva a carico dell’osso alveolare, ovvero l’osso che circonda la radice del dente);
  • dente impattato (dente mai erotto o parzialmente erotto, la cui completa eruzione può essere improbabile a causa della posizione del dente interessato in quanto sito contro un altro dente, osso o tessuto molle);
  • ascesso dentale;
  • carie.

Altre cause di dolore alla mandibola possono essere:

  • mal di testa;
  • tiroidite (infiammazione della ghiandola tiroidea);
  • nevralgia del trigemino.

In alcuni casi, il dolore alla mandibola può essere un sintomo di una condizione estremamente grave, tra cui:

  • attacco cardiaco;
  • cancro orale.

Dal medico
Al fine di diagnosticare la causa del problema, il medico porrà al paziente alcune domande relativamente ai sintomi sperimentati, tra cui:

  • quando ha iniziato a sperimentare dolore?
  • il dolore si è sviluppato all’improvviso o in modo graduale? Il dolore è intermittente o costante?
  • il dolore insorge in concomitanza con lo svolgimento di attività particolari, come mangiare o sbadigliare?
  • sperimenta altri sintomi? Se sì, quali?

E’ importante, inoltre, riferire al medico la propria storia clinica completa, includendo tutte le condizioni mediche, gli interventi chirurgici e i trattamenti, la storia clinica familiare e una lista completa dei farmaci e degli integratori che si stanno assumendo.

Leggi anche:

Potenziali complicazioni
Le complicazioni correlate al dolore alla mandibola variano a seconda della causa sottostante. Il dolore dovuto ad un problema a carico dell’articolazione mandibolare può comportare l’insorgenza di danni permanenti a carico dell’articolazione stessa e dei tessuti circostanti, per i quali potrebbe rivelarsi necessario un intervento chirurgico atto alla riparazione della regione interessata ed eventualmente alla sostituzione di essa. Col tempo, il dolore alla mandibola può comportare l’insorgenza di gravi complicazioni, tra cui:

  • sostituzione della mandibola;
  • malnutrizione e carenze vitaminiche dovute alla difficoltà a mangiare.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

A che serve l’osso ioide e dove si trova? Cos’è il pomo d’Adamo?

MEDICINA ONLINE OSSO IOIDE POMO DADAMO.jpgL’osso ioide (anche chiamato osso joide) è un osso impari, mediano, mobile, che ha la forma di ferro di cavallo; è situato nella regione Continua a leggere

Le gomme da masticare fanno venire il mal di testa

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO GOMMA DA MASTICARE OCCHIALIAttenzione alle gomme da masticare: sollecitando troppo l’articolazione temporo-mandibolare possono arrivare a causarti un bel mal di testa. A lanciare l’ allarme è uno studio condotto presso il Meir Medical Center dell’Università di Tel Aviv, pubblicato sulla rivista specializzata Pediatrics Neurology, secondo cui gli adolescenti che masticano troppe gomme americane possono essere più a rischio di mal di testa, in particolare emicrania. Nella loro ricerca gli esperti hanno coinvolto 30 adolescenti che fossero assidui masticatori di gomma da masticare e manifestassero frequenti mal di testa: lo studio ha dimostrato che esiste una associazione tra le due cose.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!