Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: Dislessia: cos’è, come riconoscerla, come affrontarla e superarla
Le caratteristiche più comuni relative alla decodifica della singola parola o del testo scritto nel bambino dislessico, sono le seguenti (possono non essere tutte presenti contemporaneamente):
- Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p”, la “b”, la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”. Nello stampato minuscolo (con cui è scritta questa pagina e tutti i testi dei libri scolastici) sono molte le coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un impedimento alla lettura. - Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio, può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”; la “e” con la “a”… questo succede specialmente se si tratta di una scrittura in corsivo o in script. - Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori, che risultano somiglianti tra loro, per cui anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un ostacolo alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
-
F V T D P B C G S sorda S sonora
- Difficoltà di decodifica sequenziale
Leggere nella lingua italiana richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra-destra e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura ma, con l’affinarsi della tecnica, la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico, invece, talvolta ci troviamo di fronte a un ostacolo nella decodifica sequenziale, che può essere data da due fattori, spesso presenti contemporaneamente: i “saltelli” oculari citati nel primo paragrafo o la mancanza del concetto di orientamento (di sé, del grafema e della parola) nello spazio. Per cui si manifestano con elevata frequenza i seguenti errori:- Omissione di grafemi e di sillabe
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte”; oppure “capo” anziché “campo”…) o di vocali (può leggere, ad esempio, “fume” anziché “fiume”; “puma” anziché piuma”…) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”…). In alcuni casi capita che questi soggetti leggano la prima parte della parola, mentre la seconda se la inventino o immaginino (vedi “Prevalenza della componente intuitiva”, subito sotto). - Salti di parole e salti da un rigo all’altro
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura. - Inversioni di sillabe
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”…) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”…). - Aggiunte e ripetizioni
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra-destra può dare origine anche a errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o di una sillaba (ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”…).
- Omissione di grafemi e di sillabe
- Prevalenza della componente intuitiva
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. L’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di anticipazione. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba, e procede “intuendo”/“inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così a essere spesso trasformata in un’altra, il cui significato può essere affine ma anche completamente diverso.
Leggi anche:
- Dislessia: le condizioni più frequentemente correlate
- Dislessia: quali sono le cause?
- Il disagio psicologico nel bambino con dislessia
Possibili ripercussioni sulla scrittura
Difficoltà di copiatura dalla lavagna a causa della lenta o scorretta decodifica. Può inoltre essere causa di questo problema l’incapacità di decodificare la scrittura di un’altra persona, avendo già problemi con la propria. Molto spesso questo problema è correlato ad uno scorretto orientamento del grafema rispetto al senso di lettura/scrittura (scrivere le lettere partendo dal basso o da destra, leggere dall’alto al basso e da destra a sinistra).
Possibili ripercussioni sull’apprendimento logico-matematico
Il soggetto talvolta può presentare alcune difficoltà di decodifica del testo del problema e può presentare l’impedimento nella risoluzione di semplici problemi matematici che i non affetti di dislessia risolverebbero senza problema. Hanno quindi un apprendimento più lungo della norma. Possono presentarsi anche problemi di calcolo legati alla specularità del 2 e del 5 o del 6 e del 9.
Dislessia e difficoltà semplici della lettura
La dislessia si riconosce per la presenza di caratteristiche, più o meno presenti, sopra descritte, che impediscono o ostacolano fortemente il processo di decodifica. Le difficoltà semplici di lettura, invece, si riconoscono per la presenza di uno o di alcuni degli elementi di riconoscimento sopra descritti, ma gli ostacoli alla conquista di adeguate tecniche di lettura risultano superabili attraverso l’esercizio graduato, la proposta di attività coinvolgenti e stimolanti, la sollecitazione delle curiosità del soggetto, lo sviluppo di capacità di base talvolta non adeguatamente interiorizzate all’ingresso della scuola elementare. Le difficoltà semplici di lettura sono dovute, quasi sempre, a un ritardo maturazionale, a lievi difficoltà percettivo-motorie, a un inadeguato bagaglio di esperienze, a scarso investimento motivazionale, ma anche a errori didattico-pedagogici che i docenti compiono sia nelle prime proposte didattiche relative all’approccio alla lingua scritta sia, successivamente, negli itinerari di recupero conseguenti all’accertamento delle difficoltà stesse.
Leggi anche:
- Come affrontare la dislessia? Il percorso terapeutico nel bimbo dislessico
- Bambino con dislessia e scuola: un apprendimento attraverso l’esempio e la sperimentazione
- Disturbi specifici di apprendimento (DSA): definizione, cause, sintomi, cure
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Disortografia: cause, come riconoscerla, esempi, rimedi, si guarisce?
- Differenze tra disgrafia e disortografia
- Discalculia: significato, tipi, sintomi, diagnosi e terapia
- Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?
- Disturbo specifico della compitazione: significato, sintomi, cure
- Disturbo specifico del linguaggio: sintomi, classificazione, si guarisce?
- Ritardo semplice di linguaggio: definizione e classificazione
- Balbuzie e disfluenze: significato, cause, sintomi, rimedi
- Oligofrenia e sindrome oligofrenica: cause, sintomi, diagnosi, cura
- Makaton per bambini con disturbo specifico del linguaggio
- Braille alfabeto e numeri in italiano: come impararlo
- Lingua dei segni italiana: cos’è, come impararla, alfabeto, esempi
- LAD (Language Acquisition Device) di Noam Chomsky
- Le Tavole di Sviluppo di Kuno Beller
Lo Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere:
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere: 
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere:
Prima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere:
La dislessia (anche chiamata “disturbo della lettura“, in inglese: “dyslexia” o “reading disorder”), è una condizione che fa parte dei
Per centinaia di anni, l’analisi della lingua ha rappresentato uno straordinario metodo diagnostico che permetteva al medico di cogliere addirittura in anticipo le affezioni che si potrebbero verificare. Nella Medicina Tradizionale Cinese, l’osservazione della lingua è tenuta in grande considerazione, non a caso, negli anni ’80 furono fatti numerosi studi circa l’aspetto di questa e i tumori. Anche nell’antica medicina Ayurvedica, i medici utilizzavano l’osservazione della lingua non solo per stabilire l’appartenenza dell’individuo ad una costituzione piuttosto che ad un’altra, ma anche per valutarne lo stato di salute. Attualmente il medico attento, durante l’esame obiettivo, pone molta attenzione ai potenziali segni presenti sulla lingua, come ad esempio un colore particolare, o una patina presente su essa, non tralasciando altre caratteristiche correlate, come l’alito, i denti e le labbra. Tutte questre strutture anatomiche forniscono al medico numerose informazioni semiologiche, capaci di indirizzarlo verso una diagnosi o comunque di restringere il campo delle possibili patologie e indirizzare il paziente verso l’esecuzione degli esami più appropriati.